Viste qualche mese addietro, sbirciate e spoilerate alla Sanremo, le ruote Ursus che equipaggiano le Lapierre del Team PicNic-PostNL hanno un nome.
Proxima Team Edition diventano il simbolo della ricerca Ursus e dell’importante collaborazione con un team World Tour. Ben quattro i profili disponibili per questa nuova famiglia di ruote: 35 e 40, 50 e 60 millimetri.
Il mozzo delle nuove ProximaIl mozzo delle nuove Proxima
Affidabilità e nuovo mozzo
Resta uno dei cardini di casa Ursus, nonostante il progetto Proxima punti anche a valori di scorrevolezza, leggerezza ed efficienza aerodinamica. Tutte le versioni portano in dote un cerchio full carbon, ma buona parte del nuovo progetto Ursus Proxima ha come soggetto principale il nuovissimo mozzo U-RS Xeramik.
E’ completamente alluminio/ergal 7075, ha cuscinetti ceramici ed il posteriore è un esempio di semplicità quando viene smontato. Il meccanismo interno che supporta la ruota libera non necessita di attrezzi e chiavi. Significa una manutenzione e pulizia semplificate, aspetto particolarmente apprezzato dai meccanici del team, fattore che influisce in modo positivo sulla scorrevolezza e sulla rapidità d’ingaggio del sistema. La ruota libera è disponibile per Shimano, Sram e Campagnolo. Gli stessi mozzi hanno un fusto oversize (tipico del design Ursus) con flange non eccessivamente pronunciate, il tutto a favore di un comparto estremamente rigido. La sede per i dischi dei freni è CenterLock.
Messe alla frusta già dai ritiri invernali (foto Ursus)Per tubeless anche maggiorati nelle sezioni grazie al canale da 23 (foto Ursus)Alla Sanremo usate le 50 e 60Messe alla frusta già dai ritiri invernali (foto Ursus)Per tubeless anche maggiorati nelle sezioni grazie al canale da 23 (foto Ursus)Alla Sanremo usate le 50 e 60
Cerchio in carbonio, naturalmente per tubeless
Quattro le opzioni, come accennato in precedenza, 35 e 40, 50 e 60 millimetri di altezza, per tutti i gusti e necessità. Tutti hanno una larghezza complessiva del cerchio pari a 30 millimetri (ad eccezione della versione da 35 che è largo 29), con il canale interno da 23 (dotato di tape tubeless). Concettualmente il cerchio supporta in modo ottimale pneumatici da 28 in avanti, perfettamente i 30. Il carbonio ha la finitura unidirezionale.
I raggi Sapim sono in acciaio della serie CX, con profilo piatto/aerodinamico. Sono a testa dritta, hanno i nipples esterni e adottano incroci in seconda per entrambe le ruote (anteriore e posteriore).
Il nome Proxima svelato in occasione de La Classicissima (foto CAUld-Team PicNic-PostNL)Una ruota che diventa il vestito perfetto per la bici (foto Ursus)60 millimetriIl profilo da 50Le “intermedie” da 40Basse e leggere, le 35Il nome Proxima svelato in occasione de La Classicissima (foto CAUld-Team PicNic-PostNL)Una ruota che diventa il vestito perfetto per la bici (foto Ursus)60 millimetriIl profilo da 50Le “intermedie” da 40Basse e leggere, le 35
Per gli amanti dei numeri
Ursus Proxima Team Edition hanno un prezzo di listino davvero interessante, aggressivo: 1.750 euro, non elevato se consideriamo che è un prodotto da WorldTour. I valori dichiarati alla bilancia: 1.350 grammi e 1.410 grammi rispettivamente per le 35 e 40 millimetri. 1.470 e 1.550 grammi per le Proxima 50 e 60.
Ursus Magnus H.02 è il cockpit integrato in carbonio e monoscocca, sviluppato per integrare alla perfezione cavi e guaine, ma capace di far collimare ergonomia ed efficienza aerodinamica
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Ursus, un’altra azienda italiana che entra nel World Tour con il chiaro intento di innovare e sviluppare. Sarà al fianco del Team PicNic-PostNL per almeno due anni.
Enrico Stragliotto, del dipartimento sales di Ursus, ci racconta qualche dettaglio di questa partnership che ha tutte le carte in regola di essere il primo tassello di un percorso più lungo, con uno sguardo ad ampio spettro rivolto al futuro.
Quando nasce e quando ha preso realmente forma la partnership con il team?
L’interesse nasce all’inizio del 2024. Volevamo fare un salto di livello e dopo molti anni nelle squadre professional, come Total Direct Energies, Bardiani, Corratec ed in passato al fianco della CCC, ci sentivamo pronti a fare il grande passo nel WorldTour. A metà 2024 siamo entrati ufficialmente in contatto con il team. Oggi siamo pronti a partire.
La bici in dotazione al team, Lapierre Xelius DRS, Shimano, Prologo, Vittoria e Ursus (foto Lapierre)Bardet concluderà la carriera su una bici francese (foto Pic Nic-PostNL)Warren Barguil sarà uno dei leader (foto Pic Nic-PostNL)La bici in dotazione al team, Lapierre Xelius DRS, Shimano, Prologo, Vittoria e Ursus (foto Lapierre)Bardet concluderà la carriera su una bici francese (foto Pic Nic-PostNL)Warren Barguil sarà uno dei leader (foto Pic Nic-PostNL)
E’ possibile conoscere qualche dettaglio che vi lega al team?
Siamo reduci anche noi dai primi ritiri, dove in modo effettivo siamo entrati in contatto con l’intero staff. Nei prossimi mesi potremo fornire maggiori dettagli. Posso dire che la collaborazione vuole essere a lungo termine. Ad oggi abbiamo firmato per 2 anni, ma…
Dopo le prime giornate di test e utilizzo il team ha già avanzato delle richieste?
Mi spingo a dire che i primi feedback sono positivi, ovviamente c’è da lavorare. Credo che per quantificare al meglio i dati ed i riscontri maggiori dovremo aspettare dopo gennaio. Siamo in contatto con i tecnici del team ai quali chiediamo aggiornamenti continui. Il team non ha solo le ruote Ursus come materiale nuovo, ma anche le bici Lapierre (rientra nel WorldTour con la nuova Xelius DRS e la Aerostorm per le crono-NDR). Quindi tutto è in divenire.
Charlotte Kool sarà uno dei riferimenti della compagine femminile (foto Pic Nic-PostNL)Charlotte Kool sarà uno dei riferimenti della compagine femminile (foto Pic Nic-PostNL)
Utilizzerete la compagine World Tour per test e sviluppo dei prodotti futuri?
Per noi questa collaborazione è sicuramente importante. Lo è per la visibilità, ma l’aspetto che più ci interessa è la capacità del team di processare dati e capire insieme come sviluppare i prodotti del futuro. Siamo certi che con le nostre competenze unite a quelle del team, avremo l’opportunità di sviluppare ruote ancora più performanti.
E poi il progetto Enigma. Un’evoluzione Ursus che si spinge in modo deciso verso il WorldTour?
Esatto. Enigma rappresenta un primo passo verso quello che per Ursus è da sempre un punto fisso. Innovazione e qualità. In questa fase dobbiamo tenere ancora la bocca cucita, ma posso anticipare che nei prossimi mesi ci saranno delle sorprese molto interessanti.
Binomio italiano, Vittoria e Ursus. Qui il logo del nuovo progetto ruote Enigma (foto Lapierre)Si parla comunque di tubeless (foto Ursus)Binomio italiano, Vittoria e Ursus. Qui il logo del nuovo progetto ruote Enigma (foto Lapierre)Si parla comunque di tubeless (foto Ursus)
Rispetto alle sponsorizzazioni fatte ad oggi, cosa comporta l’impegno World Tour?
Il WorldTour è la F1 della bici. L’impegno è notevole sotto ogni aspetto e all’interno di un’azienda tutti sono coinvolti, direttamente e indirettamente. Ursus è una realtà solida da sempre orientata alla crescita e l’ingresso in questa categoria è parte integrante di un processo di crescita che non è solo di oggi. Di fatto, il legame con una squadra World Tour è la ciliegina sulla torta di un percorso che dura da più stagioni. Ora ci siamo e si ricomincia con altri step dell’evoluzione.
Lapierre lancia la versione completamente rinnovata della sua bici votata all’endurance, alle lunghissime distanze che ora guarda con interesse anche al segmento all-road.
Viene accantonata la soluzione SAT, quella che prevedeva l’elastomero/dissipatore inserito all’apice dei foderi obliqui e c’è un forte richiamo al design della nuova gravel Crosshill CF. Entriamo nel dettaglio della piattaforma Pulsium 2025, che in comune con la vecchia ha solo il nome.
Bici con maggiori ambizioni rispetto al passatoBici con maggiori ambizioni rispetto al passato
Una pentola in ebollizione
Poco più di un mese fa la nuova Xelius DRS. Ora l’azienda francese rinnova, anzi stravolge anche la sua bici endurance per eccellenza. Un progetto che, pur rimanendo fedele al concetto di design, quello che prevede i foderi obliqui separati dal piantone, fedele anche al segmento endurance/comfort, cambia totalmente la metodologia di costruzione. Telaio e forcella sono completamente in carbonio, un blend di fibre specifiche UD SL Lapierre, con orientamenti altrettanto specifici (diversi dalla Xelius DRS), votati a massimizzare le vibrazioni.
Scompare il sistema SAT, sostituito dal disegno 3D Tubular. Questa soluzione, funzionale anche alle performance e non solo all’impatto estetico è stata mutuata dalla Xelius DRS, ma anche e soprattutto dalla gravel Crosshil CF. L’accostamento è lampante. Il telaio è più leggero alla prova della bilancia, sfinato ed elegante, efficiente. Ha un potere dissipante maggiorato del 5-7%, elastico in senso verticale, tutti fattori che contribuiscono alla comodità, stabilità in caso di guida sullo sconnesso e piacere di guida nel medio e lungo periodo.
Un pizzico di aerodinamica nella tubazione dello sterzoMolto simile alla Crosshill CFObliqui staccati dal piantone, DNA LapierreImpatto visivo LapierreSi pensa al viaggio, anche in ottica road bikepackingUna sbirciatina al gravel leggeroUn pizzico di aerodinamica nella tubazione dello sterzoMolto simile alla Crosshill CFObliqui staccati dal piantone, DNA LapierreImpatto visivo LapierreSi pensa al viaggio, anche in ottica road bikepackingUna sbirciatina al gravel leggero
Ripartiti da zero
Lapierre Pulsium è una piattaforma tutta nuova, non una rivisitazione. Dal punto di vista geometrico è leggermente più bassa rispetto al passato. Ne è un esempio lo sterzo che taglia per taglia è stato accorciato di 2 centimetri. Il piantone ha una minore inclinazione (più verticale di 0,5°) verso il retro, reach e stack si spingono maggiormente verso un’interpretazione corsaiola. La Pulsium 2025 è una bici endurance che strizza l’occhio ad una categoria performance. Il carro posteriore è lungo 41,5 centimetri ed insieme alla forcella permette il passaggio di pneumatici fino a 38 millimetri di sezione. Le taglie disponibili sono 6, dalla Xs alla Xxl.
I profili delle tubazioni sono frutto anche di una ricerca che tiene conto della galleria del vento. Ogni profilato porta con se concetti Naca e Kammtail (una certa somiglianza alla Xelius DRS esiste, soprattutto nella zona dell’avantreno). Per gli amanti dei numeri: 5% più efficiente in fatto di aerodinamica rispetto alla Pulsium precedente, più veloce alle alte e basse andature, più economica perché permette di risparmiare watt. Alleggerita: 992 grammi dichiarati per il telaio e 380 grammi per la forcella, significa ben oltre 100 grammi risparmiati rispetto alla vecchia Pulsium.
La 8.0 con le ruote più alteAllestimento 7.06.0 con trasmissione Rival AXSLa 8.0 con le ruote più alteAllestimento 7.06.0 con trasmissione Rival AXS
Allestimenti e prezzi
Lapierre Pulsium 2025 è disponibile in sette allestimenti (considerando anche le livree cromatiche disponibili), sei prevedono le trasmissioni elettromeccaniche, una la trasmissione meccanica. Partendo da quest’ultima, la 5.0 ha un prezzo di listino di 2.599 euro, con Shimano 105 meccanico e ruote in alluminio. Si passa in sequenza alla 6.0 (3.399 euro) con Shimano 105 Di2 e ruote DT Swiss ERC, passando dalla 6.0 AXS (3.899 euro) con la trasmissione Rival AXS di Sram e sempre le ruote DT Swiss in carbonio.
L’allestimento 7.0 porta in dote il pacchetto Shimano Ultegra Di2, sempre le ruote DT Swiss ERC con un prezzo di listino di 4.399. Infine la versione 8.0, con alcuni upgrade nella componentistica, dichiarata a 5.699 euro, per un valore alla bilancia di poco superiore agli 8 chilogrammi. Ognuna delle versioni ha il reggisella (carbonio) da 27,2 millimetri di diametro, oltre al nuovo reparto guida (stem e piega).
David Gaudu, respinto con danni dal Ventoux, prova a riscattarsi sui Pirenei. Obiettivo: vincere una tappa. La classifica (ben compromessa) può aspettare
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DIGIONE (Francia) – La bicicletta simbolo di Lapierre aggiunge il suffisso DRS, mutuando la tecnologia relativa alla ricerca aerodinamica utilizzata sulla Aircode DRS e sulla crono Aerostorm DRS.
La nuova Xelius DRS ha un impatto estetico fedele al DNA Lapierre e alla famiglia Xelius, ma i plus nel design sono diversi e toccano la bici nella sua interezza. In termini di performances uno dei soggetti principali è il comfort, che collima con un’ottima stabilità e una grande reattività.
Lapierre Xelius DRS, comoda dove serve, veloce e sfruttabile sempre (foto UgoRichard)Lapierre Xelius DRS, comoda dove serve, veloce e sfruttabile sempre (foto UgoRichard)
Lapierre Xelius compie 15 anni
15 anni di evoluzione per una bicicletta da competizione che è cambiata tantissimo, ma è rimasta fedele al suo disegno originale.
La nuova Xelius DRS è la sesta generazione della bici iconica di Lapierre e nonostante una base solida di sviluppo, quest’ultima piattaforma ha richiesto 3 anni di sviluppo. Prima di entrare nei dettagli, vediamo insieme cosa ci ha detto Vincent Julliot, capo del progetto Xelius.
Vincent Julliot, referente del progetto Xelius (foto UgoRichard)Vincent Julliot, referente del progetto Xelius (foto UgoRichard)
Xelius DRS, facing headwinds
«Il claim che utilizziamo per la nuova Xelius DRS è identificativo: “facing headwinds”, affrontando il vento contrario: una bici veloce disegnata anche grazie alla galleria del vento. Per sviluppare questa bici – racconta Julliot – ci siamo avvalsi del contributo del wind tunnel di Ginevrae di rinnovati modelli CFD Ansys Fluent. Questi sono estremamente precisi e permettono di calcolare, con margine di errore pari a zero, anche le performance con angoli diversi.
«Siamo partiti dalla precedente SL3 – prosegue Julliot – con l’obiettivo di migliorare la velocità, la versatilità e la polivalenza della bicicletta. Il suffisso DRS significa anche questo. Non abbiamo sacrificato il comfort, da sempre un tassello importante della Xelius e abbiamo migliorato la stabilità. La Xelius DRS è più efficiente della Aircode DRS e della Xelius SL3, alle basse velocità e con andature superiori elevate».
Reggisella D-Shape e foderi obliqui non più rotondiReggisella D-Shape e foderi obliqui non più rotondi
Tre moduli di carbonio testati al buio
«Abbiamo creato la medesima base di lavoro e metodo utilizzato in precedenza per la Xelius SL3 – spiega Julliot – ovvero produrre tre telai con tre moduli differenti di carbonio. Uno super rigido, uno intermedio e uno più morbido. Ognuno di questi è stato provato nella stessa maniera, con la stessa componentistica e situazione. I risultati migliori sono stati ottenuti dal modulo di carbonio meno estremo, mi riferisco alla versione Team Layup.
«Nell’economia di una sfruttabilità ad ampio spettro – conclude – giocano un ruolo importante le nuove scelte. Abbiamo eliminato i forcellini aperti SpeedRelease per forcella e retrotreno, passando all’utilizzo dei perni passanti con testa conica. E’ stato eliminato il reggisella rotondo 27,2 millimetri, sostituito con uno specifico dal profilo D-Shape mentreil piantone ha una forma ellittica. Abbiamo mantenuto il concetto GLP, Gravity Lower Project con lo spostamento delle masse verso il basso, come ad esempio la batteria Di2, fattore che influisce sulla qualità della stabilità. Non ultimo il concetto di produzione/disegno 3D Tubular, che ora adotta il suffisso Aero, grazie agli obliqui con una maggiore efficienza aerodinamica. La nuova Lapierre Xelius DRSprende il posto della Xelius SL3 e anche dell’Aircode».
Quante forme diverse per le tubazioni e l’ampio passaggio per le gommeQuante forme diverse per le tubazioni e l’ampio passaggio per le gomme
Produzione Lapierre 3D Tubular Aero
La Xelius DRS è disponibile in due versioni, per quanto concerne il modulo di carbonio, UD SLI e UD SLI Team Layup (più rigido e più leggero, disponibile per i kit telaio e per la bici completa allestimento 10.0 ed SE). La versione Team Layup è stata creata in collaborazione con Alpine F1. Per entrambi è stato usato un blend di tessuti, tra modulo standard e alto modulo.
La costruzione: il triangolo posteriore è diviso in due parti e viene abbinato al principale in un secondo momento. Inoltre, in fase di cottura, non è utilizzato il classico palloncino, ma un mandrino in lattice (rimosso a fine lavorazione) che permette di comprimere meglio le fibre di carbonio, le resine, ottenendo così un prodotto eccellente, senza difetti di lavorazione. I pesi dichiarati: 709 e 390 grammi per la versione Team, rispettivamente per telaio e forcella. 908 e 425 grammi per il modello con carbonio UD SLI standard.
In salita e nei rilanci risponde che è una meraviglia (foto UgoRichard)In salita e nei rilanci risponde che è una meraviglia (foto UgoRichard)
Non cambiano le geometrie
Non sono cambiate le geometrie (rispetto alla SL3). Le taglie disponibili diventano sei, dalla Xs alla Xxl. Tutte hanno in comune un passo complessivo piuttosto compatto e una lunghezza del carro posteriore a 40,5 centimetri. Sono disponibili due tipi di reggisella, con arretramento zero e 15 millimetri.
E poi il manubrio integrato, disegnato per essere rigido e comodo, efficiente e moderno grazie ad un flare (contenuto) laterale di 1 centimetro. L’integrato Lapierre è compatto, con valori di 72 e 125 millimetri, rispettivamente per reach e drop. Ottimo il valore dichiarato alla bilancia, 325 grammi (390×100). Gli allestimenti 7.0, 6.0 e 5.0 portano in dote i componenti guida (attacco manubrio in alluminio e piega in carbonio) separati, sempre Lapierre.
Livrea olimpica (bici vittoriosa nel triathlon olimpico femminile) disponibile come kit telaioIl nuovo cockpit integratoIl rinnovato cockpit integrato è ergonomico il giusto e con un flare dal feeling immediato (foto UgoRichard)Testa della forcella con il becco posterioreCome d’abitudine per Lapierre, il magnete per il power meter Shimano è integrato nel foderoTutta l’alta gamma Lapierre (e i modelli Xelius) è assemblata a DigioneLivrea olimpica (bici vittoriosa nel triathlon olimpico femminile) disponibile come kit telaioIl nuovo cockpit integratoIl rinnovato cockpit integrato è ergonomico il giusto e con un flare dal feeling immediato (foto UgoRichard)Come d’abitudine per Lapierre, il magnete per il power meter Shimano è integrato nel foderoTesta della forcella con il becco posterioreTutta l’alta gamma Lapierre (e i modelli Xelius) è assemblata a Digione
Nove allestimenti e 3 kit-telaio
Le bici complete prevedono le ruote DT Swiss (ERC 1100, 1400 e 1600 in base agli allestimenti), tranne l’entry level 5.0 che ha ruote Lapierre in alluminio. Xelius DRS 10.0 (nelle foto in azione e statiche) e 9.0 montano la trasmissione Shimano Dura-Ace (senza power meter). I prezzi di listino sono rispettivamente di 10.000 e 8.300 euro. La differenza di prezzo è legata alle ruote, serie ERC 1100 per la prima, ERC 1400 per la seconda. Sono previsti due allestimenti per la 8.0, la Force AXS (con power meter Quarq) a 6.999 euro, quella con l’Ultegra Di2 a 5.999 euro (senza misuratore di potenza e con le ruote DT Swiss ERC 1600). Tutte hanno il cockpit integrato Lapierre.
Lapierre Xelius DRS 7.0 e 6.0 AXS hanno rispettivamente l’Ultegra Di2 ed il Rival AXS, con prezzi di listino di 4.999 e 4.599 euro (le ruote sono DT Swiss della serie E). L’allestimento 6.0 ha un prezzo di listino di 4.099 euro, sempre con le DT Swiss E e la trasmissione Shimano 105 Di2. Infine la 5.0 a 3.299 euro con il 105 meccanico. I frame-kit sono esclusivamente con modulo Team Layup (telaio, forcella, reggisella e manubrio integrato) con un prezzo di listino di 3.999 euro. Tutte le versioni della Lapierre Xelius DRS supporta pneumatici fino a 32 millimetri di sezione.
La tecnica della biciclettanon si ferma neppure in un momento dell’anno dove molte delle novità sono state presentate e viste. Non c’è più stagione e il mondo dei professionisti è uncostante banco di test, anche e soprattutto di prodotti che vedremo tra qualche tempo.
Grace Brown sulla nuova LapierreCarro e sezione mediana tutte nuove, così come il reggisellaAnteriore simile alla Aircode DRSGrace Brown sulla nuova LapierreCarro e sezione mediana tutte nuove, così come il reggisellaAnteriore simile alla Aircode DRS
Una Lapierre tutta nuova?
L’abbiamo intravista durante il Tour de France Femmes, prima in dotazione ad Evita Muzic, che ha ben figurato all’Alpe d’Huez con il quarto posto, ma utilizzata anche da Grace Brown e compagne. Lapierre non è più nel WorldTour maschile, ma prosegue la sponsorizzazione delle ragazze del Team FDJ-Suez.
La bicicletta mantiene le caratteristiche classiche che hanno reso celebre l’azienda francese, ovvero i foderi obliqui staccati dal piantone e una forma “sottile”. Il nuovo modello mutua la zona dello sterzo dalla versione aero Aircode, quindi più abbondante rispetto alla Xelius tradizionale. Si nota un importante fazzoletto di rinforzo nella zona del nodo sella ed il reggisella non è rotondo. Vedremo nei prossimi mesi se questa novità verrà confermata.
Scarpe Specialized non ancora ufficiali, non ancora in catalogoAnche il profilo laterale parla chiaro, al Tour ha usato una scarpa nuovaScarpe Specialized non ancora ufficiali, non ancora in catalogoAnche il profilo laterale parla chiaro, al Tour ha usato una scarpa nuova
Evenepoel e le sue scarpe
Quelle che hanno attirato maggiormente la nostra attenzione sono state le scarpe utilizzate durante la Grande Boucle, un modello non ancora presente nel listino ufficiale Specialized. Profilo laterale sottile e ribassato, pianta e sezione frontale larga. Un solo rotore Boa laterale che agisce su una fibbia superiore e un velcro nella sezione mediana/frontale che tira su una sorta di bandella sdoppiata.
Alle Olimpiadi invece non sono state utilizzate, perché il corridore belga ha utilizzato le S-Works con le stringhe.
Un numero 37 per le Vision usate dai Bahrain-VictoriousVision senza numeri per TejadaUn numero 37 per le Vision usate dai Bahrain-VictoriousVision senza numeri per Tejada
Finalmente si vedono le Vision 37
Sono state utilizzate durante le corse estive più impegnative in fatto di dislivello positivo, viste sulle bici del Team Bahrain-Victorious. Sono le ruote più basse e leggere del lotto SL grazie ai 1.290 grammi dichiarati e sono con cerchio tubeless.
Le ruote Vision usate dagli Astana, se pur simili per estetica, a nostro parere non sono lo stesso modello, sembrerebbe con cerchio predisposto per tubolare e la versione da 40.
Il vecchio 53-39 per il corridore dell’AstanaMilan in Germania usa i vecchi manettini Sram RedIl vecchio 53-39 per il corridore dell’AstanaMilan in Germania usa i vecchi manettini Sram Red
Qualcosa dal passato
Di tanto in tanto ci sono ancora atleti che utilizzano la guarnitura 53-39, una combinazione quasi scomparsa dai radar. E’ il caso di Rudiger Seling dell’Astana che usa questi rapporti sulla sua bicicletta.
Abbiamo scovato anche un Jonathan Milan che durante le sue vittorie al Lidl Deutchland Tour ha utilizzato i vecchi shifters Sram e non l’ultima versione del pacchetto Red.
Gomme TT usate da Yates e non solo luiGomme TT usate da Yates e non solo lui
Gomme TT per tutti i giorni
Adam Yates è solo un esempio di corridori che utilizzano gli pneumatici in versione time trial anche per le gare in linea, naturalmente sulla bicicletta tradizionale. La realtà dei fatti dice che molti atleti di team differenti adottano questa soluzione, soprattutto quelli con gomme Continental tubeless.
Le motivazioni principali potrebbero essere legate ad una maggiore scorrevolezza e peso leggermente inferiore a parità di sezione. Di sicuro i professionisti non si pongono il problema dei costi e dell’eventuale sostituzione di una gomma che sfiora i 100 euro (o poco meno) al pezzo.
Un paio di Swiss Side con cerchio dal profilo ridottoUn paio di Swiss Side con cerchio dal profilo ridotto
Swiss Side, nuova ruota per scalatori?
Qualcosa avevamo visto al Tour de France, ma una sorta di conferma arriva dalla Vuelta anche grazie al primato di Ben O’Connor. L’azienda svizzera ha messo a punto una ruota con cerchio dal profilo ridotto (38 millimetri), che non sacrifica i concetti aerodinamici sui quali si basa Swiss Side.
La ruota menzionata farebbe parte della famiglia Hadron2 e volendo fare un accostamento, anche in termini di resa tecnica, non si discosterebbe dalla DT Swiss ARC38. Le due aziende rosso-crociate collaborano attivamente insieme, condividendo tecnologie e fasi di produzione.
Al Cuitu Negru come al Giro, mono davanti da 46 denti e pignoni 10-44Unico ad usarla in casa Red Bull-Bora-HansgroheConfigurazione per tutti i giorni, 52-39 e 10-33Al Cuitu Negru come al Giro, mono davanti da 46 denti e pignoni 10-44Unico ad usarla in casa Red Bull-Bora-HansgroheConfigurazione per tutti i giorni, 52-39 e 10-33
La monocorona di Roglic alla Vuelta
E’ stata una delle scelte tecniche che ha permesso a Roglic di vincere il Giro d’Italia 2023. Lo sloveno è amante della monocorona anteriore e di un pacchetto di pignoni ampio (in fatto di dentature e sviluppi metrici) per il posteriore. La scelta per la sua bicicletta viene replicata alla Vuelta, nella tappa con il durissimo arrivo a Caitu Negru. 46 denti per la corona anteriore e la scala 10-44 per ipignoni, scelte che non avremmo mai immaginato qualche stagione addietro. Per le tappe “normali” Roglic è solito utilizzare la doppia corona 52-39 e una scala pignoni 10-33 (Sram).
Bettiol in Astana con la Wilier Filante SLRParigi 2024 ultima apparizione con la CannonndaleBettiol in Astana con la Wilier Filante SLRParigi 2024 ultima apparizione con la Cannonndale
Dotazione tutta nuova (o quasi) per Bettiol
Dopo le Olimpiadi di Parigi il campione Italiano ha ufficializzato il passaggio dalla EF Education-Easy Post al Team Astana. Il cambio è stato di quelli importanti anche sotto il profilo tecnico. Oltre la metà della stagione, Bettiol è passato da una bicicletta Cannondale ad una Wilier Filante SLR. Le due bici hanno in comune le selle Prologo, le trasmissioni Shimano Dura Ace e le ruote Vision gommate Vittoria.
Sono cambiati anche il casco (da Poc a Limar) e l’abbigliamento (da Rapha a Biemme). Curioso e sicuramente non immediato il passaggio tra i pedali SpeedPlay e gli Shimano.
Vlasov leader della Bora per i grandi Giri. Ma non è potuto andare negli Usa in galleria del vento. Perché? Provateci voi ad avere il visto alla svelta...
Il Tour de France è da sempre la vetrina scelta dalle aziende del mondo ciclo per svelare alcune importanti novità di prodotto in grado di stimolare l’interesse degli appassionati. L’edizione numero 110, pronta a scattare questo fine settimana dai Paesi Baschi, non è da meno. Molte squadre si presenteranno al via da Bilbao con una nuova divisa, altre come la francese Groupama-FDJ con una bici dalla livrea davvero speciale. Stiamo parlando della Lapierre Xelius SL 10.0 Symbiosis Edition, che debutterà sulle strade del Tour con una versione destinata a far parlare di sé… grazie all’Intelligenza Artificiale.
La livrea della Xelius SL 10.0 è stata disegnata dall’Intelligenza ArtificialeLa livrea della Xelius SL 10.0 è stata disegnata dall’Intelligenza Artificiale
Tocco d’artista
La grafica della Xelius SL 10.0 Symbiosis Edition porta la firma di Obvious, un trio di artisti che usano l’Intelligenza Artificiale per generare opere d’arte su una varietà di mezzi, tra cui auto, codici NFT e in questo caso su una bicicletta.
L’Intelligenza Artificiale è sempre più utilizzata nella nostra vita quotidiana e Lapierre ha voluto essere parte di questa rivoluzione diventando il primo brand al mondo a commercializzare una bicicletta con un design derivato proprio dall’Intelligenza Artificiale.
La firma è quella del trio di artisti: ObviousLa firma è quella del trio di artisti: Obvious
Il tema del movimento
Il telaio di una bicicletta si caratterizza per il fatto di non presentare vere e proprie aree “piatte”. La Xelius SL 10.0 non si discosta da tutto ciò. E’ costituita infatti da una serie di tubi in carbonio, caratterizzati da diverse forme e sezioni. Questo ha naturalmente rappresentato una sfida nella fase di creazione del design mediante l’Intelligenza Artificiale.
Lapierre e Obvious hanno voluto mettere in luce la materia artistica e scientifica intorno al tema del movimento, soffermandosi in particolare sugli aspetti meccanici e biomeccanici della pedalata del ciclista, i cui movimenti agiscono in simbiosi per raggiungere sempre lo stesso obiettivo: andare più veloci e puntare alla vittoria.
I cerchi concentrici disegnati sul telaio rappresentano i punti di rotazione durante la pedalata e una serie di ingranaggi meccanici raffigurano la bicicletta. Questi sono poi collegati tra loro da fiori per simboleggiare l’unione tra uomo e macchina.
Questo il risultato finale, la bici debutterà al Tour de France tra pochi giorniQuesto il risultato finale, la bici debutterà al Tour de France tra pochi giorni
Spazio al Cyber-Punk
In linea con il simbolismo tra uomo e macchina, gli artisti di Obvious si sono ispirati al Cyber-Punk, un movimento fantascientifico distopico in cui uomo e macchina si uniscono. Un altro elemento di spunto è stato il romanzo di fantascienza “Neuromancer” dello scrittore americano William Gibson.
I due mondi di “uomo e macchina” sono contraddistinti da un chiaro codice colore: rosa per l’umano, la carne, i tessuti, e blu per il meccanico, la macchina.
Sotto il tubo diagonale della Xelius SL 10.0 è presente una formula matematica a ricordare che stiamo pedalando in uno “stadio” dove la gravità è il pianeta Terra. La base nera scintillante della verniciatura, è un richiamo alla rotazione che governa l’intero universo, dagli atomi, ai pianeti, alle galassie.
I componenti sono Shimano, qui il gruppo: il Dura-Ace a 12 velocitàI componenti sono Shimano, qui il gruppo: il Dura-Ace a 12 velocità
Pronta al debutto
Fra poche ore la Xelius SL 10.0 Symbiosis Edition farà il suo debutto al Tour. Realizzata in fibra di carbonio UD SLI Team, con due livelli di rigidità a seconda della taglia, la Xelius SL si presenta come una bici altamente tecnologica ed estremamente leggera. Il solo kit telaio nella sua taglia più piccola pesa 725 g (finitura grezza). Leggera, dinamica e reattiva, la Xelius SL è anche versatile grazie al suo comfort e al suo design facilmente riconoscibile.
Dopo aver debuttato al Tour de France maschile, la Xelius SL 10.0 Symbiosis Edition accompagnerà le ragazze della FDJ-Suez sulle strade del Tour de France Femmes.
La Xelius SL 10.0 Symbiosis Edition è in vendita da questa settimana, ed è una replica autentica di quella utilizzata dalla Groupama-FDJ. E’ equipaggiata con i migliori componenti, come il gruppo Shimano Dura-Ace Di2 a 12 velocità, le ruote Dura-Ace C36 e il manubrio combinato in carbonio di Lapierre, estremamente leggero e rigido. La bici completa pesa solo 6,9 kg. Il suo costo è 9.999 euro. E’ possibile acquistare il solo kit telaio (telaio, forcella, serie sterzo, reggisella in carbonio, attacco manubrio e curva manubrio in fibra di carbonio) al costo di euro 3.799.
MONTE BONDONE – Bruno Armirailha restituito la maglia rosa a colui che gliela aveva ceduta con tanta gentilezza. Il corridore della Groupama-Fdj però al contrario di Thomas non è stato così contento di restituirla. Sulle rampe del Bondone ha lottato fino all’ultima goccia di energia per tenersela.
In questi tre giorni in rosa molte cose sono cambiate per il francese. Adesso è Armirail, “quello che è stato maglia rosa al Giro d’Italia”. Alla fine è così per il grande pubblico. Quando andrà nelle piazze del Giro, del Tour o di un Fiandre, e salirà sul palco per la presentazione della sua squadra lo speaker ricorderà questo passaggio della maglia rosa. Sempre.
La posizione delle auto del team in tempo reale. La squadra è un sistema pulsanteNei primi chilometri, sul Garda, il gruppo si spezza. Armirail resta dietro, poi tutto rientraSteve Morabito (a sinistra) per il team e Stefano Marconi per Lapierre ci hanno fatto da CiceroniLa posizione delle auto del team in tempo reale. La squadra è un sistema pulsanteNei primi chilometri, sul Garda, il gruppo si spezza. Armirail resta dietro, poi tutto rientraSteve Morabito (a sinistra), per il team, e Stefano Marconi, per Lapierre, ci hanno fatto da Ciceroni
Con la Groupama-Fdj
Ma se questo è l’epilogo, la storia va raccontata. E allora vi diciamo che la Sabbio Chiese-Monte Bondone l’abbiamo seguita da dentro. Lapierre e la Groupama-Fdj ci hanno aperto le porte di un loro mezzo al seguito per vivere “da dentro” la tappa. E’ stato un viaggio tecnico, tattico e di emozioni. A farci da guida anche l’ex pro’, e patron della tappa di Crans Montana, Steve Morabito, uomo immagine del team francese.
Sul cruscotto, in un maxi tablet, c’è VeloViewer. In pratica dentro questo strumento dentro l’ammiraglia e gli altri mezzi al seguito è una sorta di Bibbia. Mentre radiocorsa è il Vangelo. Perdonate il paragone “celeste”, ma sono davvero due strumenti essenziali.
Morabito ci spiega come funziona questa App. Ci fa vedere anche che appena il primo taglierà il traguardo sapranno con esattezza il tempo massimo: dato utile nel caso qualche corridore se la dovesse passare male. E mentre spiega scatta foto e gira video. Fino a Salò ci sono paletti spartitraffico, rotonde, cigli, strettoie.
«I direttori sportivi – dice Morabito – hanno già detto ai ragazzi di questi ostacoli, ma meglio un’immagine e una info in più che una in meno».
Poi ci fa vedere, sempre da VeloViewer come sono disposte le ammiraglie e gli altri mezzi di assistenza del team. «La prima auto è in coda al gruppo. La seconda è qui – e ce la mostra bordo strada, anch’essa partita un po’ prima della tappa – e poi c’è un altro van come il nostro che dà l’acqua. Anche noi faremo dei tagli per dare assistenza ai ragazzi».
Sul Santa Barbara Groupama-Fdj tra le prime posizioni a controllare. La maglia rosa era tranquilla in quel frangenteSul Santa Barbara Groupama-Fdj tra le prime posizioni a controllare. La maglia rosa era tranquilla in quel frangente
Primato a rischio
Certo oggi la tappa era fortemente a rischio per la maglia rosa. E Armirail lo sapeva, i tecnici lo sapevano.
«Il rischio maggiore – spiega Morabito – è se iniziano ad attaccare con scatti sin da subito, perché Bruno non ha il cambio di ritmo netto. Non ha la “botta”». E proprio in quel momento il gruppo, appena arrivato sul Lago di Garda, si spezza e il leader resta indietro. La Groupama-Fdj è costretta a tirare.
Per fortuna loro anche la Bora-Hansgrohe è rimasta intrappolata nelle viuzze di Salò con Kamna. La fuga non parte. La velocità è alta, ma in qualche modo Armirail riesce a mettersi alle spalle il primo rischio.
Da lì in poi la sua squadra prende in mano la situazione. Pinot non si muove. Troppo dispendioso per uno scalatore andare via in una frazione così, ci spiega Morabito. Alla fine va tutto come programma. I francesi difendono con orgoglio e sapienza la maglia rosa. Anche sotto le trenate della Jumbo-Visma.
Ma quando inizia il vero forcing finale anche la minima speranza si spegne.
A Noriglio, prima della Serrada, penultima salita, uno dei “nostri” rifornimentiNel grande termos c’erano borracce e ghiaccio…E Armirail ha preso tuttoPiccoli vizi. Abbiamo assistito alla corsa con dello champagne… e a seguire un piatto dello chef del teamA Noriglio, prima della Serrada, penultima salita, uno dei “nostri” rifornimentiNel grande termos c’erano borracce e ghiaccio…E Armirail ha preso tuttoPiccoli vizi. Abbiamo assistito alla corsa con dello champagne… e a seguire un piatto dello chef del team
Rosa addio
Ad una dozzina di chilometri dal termine, i dubbi e i rischi si trasformano in realtà: Armirail si stacca definitivamente e deve dire addio alla maglia rosa. Sale del proprio passo e dà il meglio di sé. Ma sotto le sgasate di Almeida, prima, e Thomas, poi, i minuti fioccano. Anzi, forse nel complesso si difende sin troppo bene e ne incassa “solo” 4’24”.
«Nella riunione del mattino – spiega Morabito – si era detto di fare il possibile per arrivare davanti fino all’imbocco dell’ultima salita. E ci sono riusciti. Poi si poteva sperare che i big si controllassero come è già successo in questo Giro. In quel caso magari si poteva anche ipotizzare di tenerla un giorno ancora. Ma visto come sono andati…».
«Poi se ti stacchi su pendenze medie così pedalabili e a tanti chilometri dall’arrivo le differenze di velocità sono alte e i distacchi sono ampi. Pazienza. Ma i ragazzi hanno corso bene. Anche fermare Pinot: che senso avrebbe avuto? Che Armirail avrebbe perso 20” in meno: non sarebbe cambiato nulla».
Per il francese una difesa a testa alta sul lato più duro del Bondone, quello delle VioteLa sua Lapierre Xelius color rosa a fine tappaCome rapporto più leggero, Bruno ha scelto un 40×34Armirail ha scelto un setup votato alla leggerezza con le Shimano C36 e i tubolari da 25mmPer il corridore di Bagnères-de-Bigorre due tappe in rosa e tre giorni da leader del Giro, riposo incluso, indimenticabili e meritatiPer il francese una difesa a testa alta sul lato più duro del Bondone, quello delle VioteLa sua Lapierre Xelius color rosa a fine tappaCome rapporto più leggero, Bruno ha scelto un 40×34Armirail ha scelto un setup votato alla leggerezza con le Shimano C36 e i tubolari da 25mmPer il corridore di Bagnères-de-Bigorre due tappe in rosa e tre giorni da leader del Giro, riposo incluso, indimenticabili e meritati
Lapierre da salita
Eppure Bruno se l’era studiata bene. Preciso sui rifornimenti, non aveva sgarrato mezzo sorso d’acqua o mezza barretta. Per esempio quando è passato al nostro rifornimento è stato l’unico ad assicurarsi anche il ghiaccio nella calza, utile in quel momento di calura.
E anche da un punto di vista tecnico Armirail non ha lasciato nulla al caso. Per questa frazione da 5.100 e passa metri di dislivello reali, ha scelto il 34 posteriore, cosa che di solito non fa, tanto più lui che, cronoman, non fa dell’agilità la sua arma migliore. Ha optato per le ruote da 36 millimetri e non da 50 come i suoi compagni. Ed era intervenuto persino sui tubolari, preferendo quelli da 25 millimetri, oggi considerate praticamente “gomme strette”. Quindi massima leggerezza sulla sua Lapierre Xelius.
Non è bastato. Ma questa esperienza in rosa non gliela toglierà nessuno.
Una bici due in uno che si trova a suo agio sulla strada asfaltata, ma che è in grado di macinare chilometri su ghiaia e sentieri. Stiamo parlando della nuova Pulsium Allroad, l’ultima arrivata in casa Lapierre. Un modello pensato per essere versatile e accondiscendente con il desiderio d’avventura del ciclista. Una doppia anima che si divide tra la scorrevolezza e la performance su asfalto e il comfort e la stabilità quando si parla di off-road. Scopriamola nelle sue due versioni 5.0 e 6.0.
L’animo offroad è una fetta importante di questa PulsiumUna bici adatta anche ad un utilizzo improntato ai viaggi e bikepackingIl sistema SAT permette un migliore assorbimento delle vibrazioniL’animo offroad è una fetta importante di questa PulsiumUna bici adatta anche ad un utilizzo improntato ai viaggi e bikepackingIl sistema SAT permette un migliore assorbimento delle vibrazioni
Fuori dagli schemi
Rompere la routine, stravolgere gli itinerari o semplicemente voler provare un po’ di bikepacking. La Pulsium Allroad è pronta a soddisfare ogni esigenza tecnica che sia rivolta all’avventura. Basata sul telaio endurance Pulsium, la nuova Allroad è disponibile in due versioni, standard o equipaggiata con il sistema SAT. Entrambi i telai sono realizzati in carbonio UD Lcon fibre di carbonio HR che privilegiano comfort, prestazioni e resistenza.
L’elastomero brevettato Lapierre SAT (Shock Absorption Technology) fornisce una migliore filtrazione delle vibrazioni a bassa frequenza per migliorare il comfort su lunghe distanze. Più leggero di un ammortizzatore ed esente da manutenzione, riduce e diffonde le vibrazioni verticali che causano affaticamento muscolare e nervoso.
La versione 5.0 si adatta ad un utilizzo versatileImmancabile l’iconica geometria Lapierre La versione 5.0 si adatta ad un utilizzo versatileImmancabile l’iconica geometria Lapierre
Pulsium Allroad 5.0
Un universo gravel guidato da due modelli, interpretati e creati da Lapierre per stupire in quanto a geometrie e dettagli. A partire dal manubrio in alluminio da gravel proprio della casa francese con apertura di 16° e parte superiore piatta per una presa migliore anche sui sentieri. Un altro vantaggio riconoscibile della Pulsium Allroad 5.0 è la sua trasmissione meccanica Shimano GRX RX600 con guarnitura 46×30 e il deragliatore GRX RX810 che garantiscono affidabilità e silenziosità massima anche grazie al sistema di tensionamento del deragliatore posteriore Shadow RD+ .
Oltre al telaio e alla forcella in carbonio UD L, questo modello è dotato anche di ruote WTB ST i23 con cerchi larghi, compatibili tubeless che assicurano comfort e robustezza. Gli pneumatici WTB Expanse semi-slick da 32 mm, risultano essere perfetti per affrontare gli sterrati senza compromettere le prestazioni su strade asfaltate. Le linee pulite sono garantite dal passaggio interno di cavi e tubi freno attraverso l’attacco manubrio. Il prezzo consultabile sul sito parte da 2.899 euro.
La 6.0 dotata del sistema SAT è la più completa della gammaIl manubrio in alluminio è un altro valore aggiunto grazie al suo controllo maggioratoLa 6.0 dotata del sistema SAT è la più completa della gammaIl manubrio in alluminio è un altro valore aggiunto grazie al suo controllo maggiorato
Pulsium SAT Allroad 6.0
Punta di diamante della gamma Pulsium Allroad è la SAT Allroad 6.0. Il massimo proposto da Lapierre per pedalare e affrontare ogni tipologia di fondo. Il gruppo completo è il GRX RX810 con una trasmissione 46-30 e la cassetta 11-34 per sfidare le pendenze più ripide nel silenzio del sistema Shadow RD+.
Per quanto riguarda il comfort l’asso nella manica è il sistema SAT in aggiunta al carbonio UD L, e in aggiunta al manubrio in alluminio Lapierre. Le ruote DT Swiss E1800 Spline offrono un ulteriore comodità verticale e prestazioni su lunghe distanze grazie alla loro compatibilità tubeless.
Gli pneumatici tassellati Schwalbe G-One RS con una sezione da 32 mm garantiscono infine la libertà di percorrere sia su strade bianche che single track. Il prezzo consultabile sul sito parte da 3799 euro.
L’ultima versione dellaXelius SLdi Lapierre non è solo la bicicletta top di gamma dell’azienda francese. Questa bici porta con sé un importante messaggio che sancisce una crescita tecnica per nulla banale, iniziata con il modello Aircode DRS e la volontà di rompere quegli schemi tradizionali attraverso gli abbinamenti cromatici.
Ma le prestazioni del mezzo non devono passare in secondo piano e di fatto anche la SL10“disrupt edition” è da considerare una Team Replica a tutti gli effetti. Entriamo nel dettaglio della bicicletta che abbiamo visto esposta alla Granfondo Laigueglia Lapierre 2023.
Il caratteristico nodo sella con i foderi obliqui “staccati” dal piantoneIl caratteristico nodo sella con i foderi obliqui “staccati” dal piantone
Solo versione “militare”
La Xelius SL10, che di fatto prende il posto della 75 Anniversary è disponibile in quella che ci è piaciuto definire la “versione militare”, con il carbonio HM Ultralight Team Layup. E’ quella in dotazione ai pro’. In precedenza abbiamo provato la versione 9.0, quella con il carbonio standard.
Sotto il profilo della costruzione non ci sono differenze, mentre in fatto di tecnica e di alcuni particolari qualche diversità si nota.
Ad esempio il magnete utilizzato come interfaccia per il power meter Shimano. Per la “nuova” SL10 proprio il magnete viene integrato direttamente nel fodero, dietro le corone, è comunque a vista, ma sostituisce la vite (usata proprio per alloggiare il magnete) che era presente anche sulla Anniversary e sulla SL9.
Il manubrio integrato in carbonio e con i pulsanti per la trasmissione, lo stesso componente usato dai pro’La Prologo Dimension con il telaio in carbonio NackIl fodero batticatena con la sede del perno che presenta una ghiera esternaDa questa versione il magnete per il power meter è integrato direttamente nel foderoLa parte bassa del carro posteriore è asimmetricaUna tubazione obliqua squadrata, ma non ingombranteIl manubrio integrato in carbonio e con i pulsanti per la trasmissione, lo stesso componente usato dai pro’La Prologo Dimension con il telaio in carbonio NackIl fodero batticatena con la sede del perno che presenta una ghiera esternaDa questa versione il magnete per il power meter è integrato direttamente nel foderoLa parte bassa del carro posteriore è asimmetricaUna tubazione obliqua squadrata, ma non ingombrante
Un allestimento da pro’
Il manubrio è integrato e full carbon, particolarmente apprezzato anche in ambito professionistico. Nasce in parallelo all’ultimo progetto Xelius di terza generazione e da quest’anno viene utilizzato anche da molti corridori del Team Groupama-FDJ sulla bici aero Aircode DRS.
Lo stelo della forcella, anch’essa completamente in carbonio, ha un diametro standard e il reggisella è tondo da 27,2 millimetri. La batteria Di2 non è inserita nel seat-post, ma è alla base della tubazione obliqua, appena sopra la scatola del movimento centrale, come vuole la tradizione Lapierre e come vuole il protocollo GLP, acronimo di Gravity Lower Project. Le masse vengono spostate il più possibile verso il basso, a favore di guidabilità e stabilità del mezzo. Molte biciclette di nuovissima generazione stanno mutuando questa soluzione.
Il telaio e la forcella prevedono le asole SpeedRelease dei forcellini, anche se i perni passanti sono convenzionali.
La trasmissione è la Shimano Dura Ace Di2 a 12 velocità (36-52 e 11-30) e include anche il pacchetto ruote C36. Il montaggio degli pneumatici prevede i Continental GP5000 TR da 25 millimetri, quindi già in versione tubeless. La sella è la Prologo Dimension Nack da 143 millimetri di larghezza.
La colorazione dedicata a Cykel Cille, atleta della compagine femminile FDJ-Suez. La colorazione della SL10 segue questo filoneLa colorazione dedicata a Cykel Cille, atleta della compagine femminile FDJ-Suez. La colorazione della SL10 segue questo filone
Cambio di strategia
Si tratta di una bicicletta che nasce dalla collaborazione stretta con gli atleti professionisti e che nella taglia 54 ha un valore alla bilancia di poco superiore ai 6,8 chilogrammi (senza pedali). Il prezzo di listino è di 9.999 euro. Non è poco, ma considerando il pacchetto nella sua totalità ci troviamo di fronte ad una bicicletta che è al di sotto della media della categoria e alla quale (forse) manca solo il power meter. La Xelius “disrupt edition” è disponibile anche come kit telaio a 3.599 euro.
Oltre alle livree “limited edition” approntate per alcuni atleti pro, la Lapierre Xelius SL10 in questione trasmette anche un messaggio importante legato ad un cambio di strategia del brand transalpino. Si punta a crescere e ritagliarsi una fetta di mercato importante anche nel segmento road, tenendo ben presente che Lapierre è un riferimento nella mtb e nella categoria e-bike. Qualità e DNA, senza snaturare quell’impatto estetico delle bici che ha reso celebre il marchio, il tutto completato da cromie moderne ed accattivanti.