Salvoldi verso mondiali ed europei: il conto alla rovescia è iniziato

23.07.2024
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Per la nazionale juniores inizia un conto alla rovescia che porterà i ragazzi, guidati dal cittì Dino Salvoldi, a numerosi impegni. Luglio e agosto saranno mesi intensi in vista del Giro della Lunigiana, dei mondiali su strada e del campionato europeo, sempre su strada. Tre appuntamenti che valgono una stagione, per questo Salvoldi si è rimboccato le maniche e ha iniziato a programmare tutto, cercando di incastrare i pezzi di un puzzle a volte già indirizzato da date stringenti.

«Ora siamo a Livigno – spiega il cittì – con il gruppo pista, ho con me sette ragazzi che sono quelli del mondiale. Staremo qui fino al 3 agosto, poi andremo a Montichiari a perfezionare il lavoro fatto e infine voleremo in Cina. Finita la rassegna iridata su pista si aprirà quella su strada. Torneremo ancora a Livigno per preparare il mondiale di Zurigo e staremo dal 19 al 31 agosto».

Per Salvoldi inizia un periodo ricco di appuntamenti importanti
Per Salvoldi inizia un periodo ricco di appuntamenti importanti

Incastri difficili

Salvoldi nel mese di agosto girerà il mondo, tenendo come base operativa Livigno. Da qui partiranno tutte le spedizioni azzurre. Tra pista e i tre appuntamenti su strada, il cittì non avrà nemmeno tempo di riposare, tutto avverrà in così breve tempo che non saranno ammessi cambiamenti. O intoppi. 

«Torneremo a casa il 31 agosto – prosegue Salvoldi – perché il 4 settembre inizierà il Giro della Lunigiana. Il periodo perfetto per fare un ritiro in ottica mondiale sarebbe stato l’inizio di settembre, ma non sarebbe stato possibile. I ragazzi devono correre quella corsa, che comunque sarà un crocevia importante in ottica del mondiale di Zurigo».

Andrea Bessega (a destra) ha di recente vinto l’appuntamento del Piva Junior Day (foto Bolgan)
Andrea Bessega (a destra) ha di recente vinto l’appuntamento del Piva Junior Day (foto Bolgan)
Finito il Lunigiana ci saranno mondiali ed europei. 

Tra mondiali ed europei c’è una differenza incredibile nei percorsi. Penso adotterò due squadre completamente diverse, forse una o due individualità potranno fare entrambi gli appuntamenti, ma non ne sono così sicuro. Anche perché, come nel 2023, c’è il vincolo, imposto dall’alto, che prevede un gruppo unico tra strada e crono. Quindi chi correrà su strada farà anche la prova contro il tempo e viceversa. Si tratta di una scelta legata al budget. 

L’impegno iridato sarà parecchio esigente.

Noi correremo in cinque. C’è una parte di squadra che per caratteristiche e rendimento nella stagione è già praticamente definita. Nulla è sicuro, il Lunigiana servirà a confermare ciò che mi aspetto da loro. Dovranno farsi trovare in condizione. 

Lorenzo Finn ha conquistato il titolo tricolore juniores e correrà al Lunigiana con la maglia tricolore
Lorenzo Finn ha conquistato il titolo tricolore juniores e correrà al Lunigiana con la maglia tricolore
Stai parlando di Lorenzo Finn e Andrea Bessega?

Non è di certo un segreto. Loro due hanno avuto una stagione positiva ma allo stesso tempo travagliata. Finn è caduto all’Eroica Juniores e si è ripreso bene, Bessega invece ha avuto qualche infortunio di troppo. Da entrambi mi aspetto una gran voglia di rivalsa e una grinta importante. 

Servono poi gli altri tre nomi. 

In base alle caratteristiche del percorso cercherò i ragazzi migliori. Il mese di agosto prevede tante gare importanti con tracciati simili a quello dell’appuntamento iridato. Già domenica al Gran Premio Sportivi Loria si potrà vedere qualcosa di interessante. Anche se, le gare più rilevanti saranno Paganessi e Buffoni, oltre al Lunigiana chiaramente. 

Avere Finn al Lunigiana quanto è importante?

Era una cosa già programmata a gennaio con la squadra, poi confermata una volta che sono andato a trovarli in ritiro sul lago di Garda. Avevo spiegato al team la particolarità e l’importanza del Giro della Lunigiana e loro avevano accettato di lasciar libero Finn di decidere. Il Lunigiana e il Ruebliland sono simili nel percorso e nelle caratteristiche. Anzi, il primo ha un paio di tappe in più. 

Magagnotti, al primo anno nella categoria, è stato una delle sorprese della stagione (photors.it)
Magagnotti, al primo anno nella categoria, è stato una delle sorprese della stagione (photors.it)
Dopo i mondiali arrivano gli europei.

Non ho visto direttamente il percorso, ma conosco bene la zona. E’ un tracciato adatto a corridori potenti e veloci. Qualche nome potrebbe uscire dal gruppo pista, visto anche il loro percorso di crescita con la nazionale. Tanti ragazzi li ho provati nei vari appuntamenti di Nations’ Cup. 

Quali nomi potrebbero uscire dalla pista?

Mi viene in mente Magagnotti, che ha dimostrato di essere un vincente. E’ un primo anno ed è tutto da scoprire: non è solamente un velocista, ma un corridore completo. L’altro potrebbe essere Montagner, ha fatto bene in stagione anche se è stato discontinuo. Per il resto del team dovrò affidarmi ai cosiddetti passisti. Ragazzi che hanno caratteristiche di fondo e con uno spunto veloce. E’ difficile individuarli perché nelle squadre di appartenenza vengono utilizzati come velocisti, invece devono imparare a correre all’attacco. 

Salvoldi ha provato diversi atleti nelle prove di Nations Cup per trovare i giusti interpreti per i tanti appuntamenti (foto Freddy Guérin/DirectVelo)
Salvoldi ha provato diversi atleti nelle prove di Nations Cup per trovare i giusti interpreti per i tanti appuntamenti (foto Freddy Guérin/DirectVelo)
Insomma gli impegni non mancheranno.

Assolutamente, ora è tutta una tirata fino a fine settembre. 

Allora in bocca al lupo.

Grazie e ci vediamo sulle strade del Lunigiana!

Giro della Lunigiana: novità, conferme e al via ci sarà anche Finn

19.07.2024
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E’ stato presentato ieri sera, nella cornice dell’azienda agricola Terre di Luni, il 48° Giro della Lunigiana. La “Corsa dei Futuri Campioni” così è stata soprannominata nel corso degli anni visti i nomi che ne sono usciti. Vi basti pensare che il vincitore del Giro Next Gen 2024, Jarno Widar, l’anno scorso si è aggiudicato le prime due semitappe della corsa toscana. Se si allarga lo sguardo ai primi dieci del Giro Next Gen allora si trovano anche altri due volti che nel 2023 erano presenti al Lunigiana: Pablo Torres e il vincitore Léo Bisiaux

Chi succederà a Léo Bisiaux ereditando il trofeo simbolo del Lunigiana?
Chi succederà a Léo Bisiaux ereditando il trofeo simbolo del Lunigiana?

Grande attesa

Quando si ha un parterre così importante è normale che l’attenzione sia elevata, soprattutto se si parla della categoria juniores. I giovani fanno gola e se si vogliono vedere i migliori al mondo allora l’appuntamento è per il 4 settembre a Luni per la partenza della prima tappa.  

«Ieri erano presenti 200 ospiti alla presentazione della corsa – dice Alessandro Colò, uno degli organizzatori –  tra sponsor, istituzioni e appassionati di ciclismo. Un bel numero per essere una corsa juniores. Per l’edizione 2024 non avremo più l’arrivo dell’ultima tappa a Luni, ma la partenza. Abbiamo voluto fare una cosa in grande stile, partiremo dagli scavi archeologici della città romana e dal loro cuore: l’anfiteatro. Lì ci sarà il foglio firma e prenderà il via l’edizione numero 48 del Giro della Lunigiana».

Ecco le altimetri del prossimo Giro della Lunigiana, che scatterà il 4 settembre
Ecco le altimetri del prossimo Giro della Lunigiana, che scatterà il 4 settembre
Città confermate ma anche qualche novità interessante

La maggior parte degli arrivi e delle partenze sono stati confermati, con qualche modifica al percorso però. I nomi che hanno reso famosa questa corsa ci saranno tutti: l’arrivo in cima a Bolano e a Terre di Luni. Una bella notizia è il ritorno di La Spezia come sede di arrivo della prima tappa. Una new entry importante è quella di Sestri Levante, da dove partirà la seconda semitappa del venerdì. 

Com’è arrivato l’ingresso di Sestri Levante?

Nel 2023 il sindaco della città è venuto a vedere una tappa ed ha apprezzato la nostra organizzazione e la corsa. Così ci ha chiesto di poter avere una partenza dalla sua città. Abbiamo già una frazione interamente corsa nel Tigullio, con l’introduzione di Sestri ora le città di questa regione sono tre. 

Le semitappe sono state spostate dal primo giorno al terzo.

La questione è logistica, ma anche legata al pubblico. L’arrivo di Bolano raccoglie sempre un gran numero di appassionati. Abbiamo voluto metterlo di venerdì pomeriggio per permettere al pubblico di accorrere ancor più numeroso. 

Veniamo al disegno della corsa, sembrerebbe più ammorbidito. 

Più che altro la scelta è stata quella di rendere la corsa più “frizzante” dal primo all’ultimo giorno. La tappa che va da Portofino a Chiavari non prevede più il dislivello dello scorso anno ma è meglio distribuita. Gli ultimi 20 chilometri ci aspettiamo che saranno esplosivi grazie all’ingresso di una nuova salita, quella di Bocco, da noi conosciuta come Leidi. Cinque chilometri impegnativi che potranno essere un bel trampolino di lancio. 

Cosa intendi con corsa frizzante?

Ci aspettiamo bagarre fino all’ultimo chilometro dell’ultimo giorno. Anche perché la tappa finale che va da Fivizzano all’azienda agricola Terre di Luni, sarà movimentata. L’anno scorso ai fini della classifica l’ultima tappa ha detto poco. Invece in questa edizione ci saranno tre passaggi sulla salita di Montemarcello, gli uomini di classifica dovranno uscire allo scoperto. 

A proposito di uomini di classifica, ieri alla presentazione ha partecipato Lorenzo Finn. 

Lo abbiamo invitato in quanto campione italiano e atleta ligure. In più nel 2023 è stato secondo classificato, dietro a Léo Bisiaux. Di sicuro sarà al via di questa edizione a rappresentare la sua regione e a sfoggiare la maglia tricolore. 

Lorenzo Finn, intervenuto ieri alla presentazione, sarà della partita
Lorenzo Finn, intervenuto ieri alla presentazione, sarà della partita
Il rischio era di non averlo, vista la sovrapposizione con il Grand Prix Ruebliland, altra corsa internazionale juniores in Svizzera.

Alcune nazionali dovranno dividersi tra noi e loro e non è una cosa molto simpatica. Noi avevamo anche pensato di anticipare i giorni della gara spostando tutto a fine agosto, ma sarebbe stato impossibile. La nostra è un’area molto turistica, lo si capisce dalle località toccate, e le strutture alberghiere non sarebbe riuscite a riceverci. L’appuntamento rimane per il 4 settembre e lo spettacolo sarà comunque garantito.

L’UCI promuove a pieni voti il Giro della Lunigiana

19.11.2023
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Sui profili social del Giro della Lunigiana è apparso qualche giorno fa l’evaluation report stilato dall’UCI. Per la corsa internazionale juniores c’è stata una promozione a pieni voti. Così, incuriositi da quello che è il lavoro fatto per mettere in piedi un’organizzazione del genere, abbiamo chiesto a Lucio Petacchi, presidente della corsa e ad Alessandro Colò, uno degli organizzatori, che cosa vuol dire per loro tale riconoscimento

Il report redatto dall’UCI che promuove l’organizzazione del Giro della Lunigiana
Il report redatto dall’UCI che promuove l’organizzazione del Giro della Lunigiana

Tutti al lavoro

Non ci sorprendiamo nel venire a conoscenza del fatto che gli ingranaggi si siano già messi in moto per l’edizione del 2024. 

«Tutti quei semafori verdi – dice Lucio Petacchi, direttore del Giro della Lunigianaci fanno solo piacere e dicono che abbiamo lavorato bene. Organizzare la più importante corsa a livello juniores è un lavoro immane, già ora siamo all’opera per la prossima edizione. Sono passato dai Comuni e dalle Amministrazioni per iniziare a costruire il percorso. Contiamo molto sui nostri punti fermi come Regione Liguria, Città di La Spezia, Luni, Pontremoli, Fivizzano, Massa e da due anni a questa parte anche Portofino e Chiavari».

«Nella scorsa edizione abbiamo inserito una figura importante – continua Petacchi – che è quella dell’intermediario tra le squadre e noi dell’organizzazione. Questo ruolo lo ricopre Rino de Candido, ex cittì della nazionale juniores. Lui conosce questo mondo e si interfaccia con le varie selezioni nazionali e regionali per riportare il loro punto di vista».

Sicurezza al primo posto

Ma nello specifico che lavoro c’è dietro al Giro della Lunigiana? Noi abbiamo avuto modo di raccontarvelo da dentro, curiosando nei vari aspetti. Ma è con Alessandro Colò, uno degli organizzatori, che entriamo nello specifico. 

«La sicurezza è il punto più importante per noi – racconta Colò – e per avere sicurezza servono strade libere. Questo vuol dire partire tre mesi prima con la verifica dei percorsi, individuare gli incroci strategici e predisporre così i volontari sul percorso per chiudere il passaggio alle macchine. Per ogni tappa si definiscono quante persone appiedate servono e quante, invece, in moto. Ci sono due persone che si occupano di ciò e sono Marco Casini e Gianluca Buriani.

«Poi bisogna transennare partenza e arrivo – prosegue – e in quel caso una persona si occupa della logistica: posizione transenne, decidere dove mandare le auto, i giudici e le moto. In questo ci aiuta la planimetria del territorio che usiamo come riferimento. Per ultima cosa, il giorno della corsa si devono posizionare i cartelli sui punti pericolosi del percorso. Anticipano in moto la gara, ed è un lavoro che va programmato bene, quindi mesi prima dei volontari visionano le tappe e decidono quali punti sono da segnalare, così fanno una lista dei cartelli di cui hanno bisogno. Per esempio: tre cartelli per ogni incrocio pericoloso, due per le curve a gomito, quattro per i restringimenti».

Pubblico e percorso

La seconda parte evidenziata dall’UCI riporta la voce pubblico e percorso, due fattori che devono combaciare per far sì che la corsa non sia goduta solamente dai ragazzi ma anche dagli appassionati.

«Per il percorso – continua Colò – l’UCI impone, per le corse a tappe internazionali della categoria juniores, un massimo di 400 chilometri in totale. Capite che a livello di territorio e di Comuni non è facile far combaciare tutto, nell’edizione 2023 siamo stati dentro al pelo con 398 chilometri percorsi, trasferimenti esclusi. I trasferimenti servono proprio a noi organizzatori per unire le città di partenza e arrivo. Per questo a volte i trasferimenti sono più lunghi del necessario. Un’altra difficoltà è legata alla modifica dei percorsi, cosa che può accadere. Per esempio quest’anno abbiamo modificato alcune tappe perché tra i sopralluoghi di maggio e il periodo della gara erano cambiate delle cose. 

«La voce pubblico – spiega – è legata a come i tifosi riescono a seguire la corsa. Se ci sono strade alternative per andare alla partenza o all’arrivo. Se c’è lo spazio per far stare la gente a bordo strada, insomma tutta la logistica legata al pubblico».

Il pubblico a bordo strada si è presentato sempre in gran numero ed ha potuto assistere in tutta comodità alla corsa (foto Fruzzetti)
Il pubblico a bordo strada si è presentato sempre in gran numero ed ha potuto assistere in tutta comodità alla corsa (foto Fruzzetti)

Alberghi e media

Non è facile trovare una sistemazione per tutte le squadre che prendono parte al Giro della Lunigiana. Si deve tener conto del fatto che non si possono costringere i team a fare trasferimenti troppo lunghi. Ma i giorni del Giro della Lunigiana coincidono con la fine della stagione estiva, i turisti sono presenti su un territorio a metà tra mare e montagne. 

«l’UCI controlla tutti gli alberghi dove alloggiano i team – dice ancora Colò – ed i servizi devono essere all’altezza. Cucina, spazi per i mezzi e per lavare le bici. Abbiamo già parlato con alcune strutture per prenotare dei posti in vista del 2024. Diamo un numero di persone che intendiamo far alloggiare presso l’hotel e concordiamo un prezzo, perché comunque da noi è alta stagione.

«La parte della copertura mediatica (che ha riguardato anche noi di bici.PRO, ndr) è riferita alla copertura televisiva e non solo. Noi avevamo previsto una differita sui canali Rai la domenica dopo la fine della corsa. In più c’è anche la parte social, dove ci siamo impegnati tanto per mantenere la comunicazione sempre aggiornata. Facevamo una diretta tutte le mattine, post e aggiornamenti sulla corsa, notizie scritte e foto. Senza dimenticare anche la velocità di comunicazione riguardo gli ordini di arrivo e le classifiche aggiornate».

«Gli standard sono alti – conclude Lucio Petacchi – ma per gestire al meglio una corsa importante come la nostra è giusto che sia così. Noi veniamo ripagati con questo tipo di giudizi, perché è quello che ci spinge a migliorare e proporre sempre un prodotto nuovo e ben confezionato».

Elia: un altro Andreaus alla ruota di Fondriest

11.09.2023
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SARZANA – La partenza dell’ultima tappa del Giro della Lunigiana, per molti corridori, è stata una passerella per salutarsi e scherzare sulle fatiche di questi giorni. Tra i primi della classifica generale, vinta poi dal francese Bisiaux, i sorrisi erano meno accesi. Nei pressi del foglio firma si aggirava, con la maglia della rappresentativa del Trentino, Elia Andreaus. E’ il fratello piccolo di Marco, e la somiglianza è così marcata che si potrebbero confondere. In un’intervista di qualche mese fa Marco ci aveva raccontato del fratello, al primo anno da junior e molto forte. 

Elia Andreaus, a sinistra, si riposa al traguardo di Casano di Luni dopo la fine del Giro della Lunigiana
Elia Andreaus, a sinistra, si riposa al traguardo di Casano di Luni dopo la fine del Giro della Lunigiana

Adattamento difficile

Con l’introduzione dei rapporti liberi però il salto dagli allievi alla categoria juniores si fa sentire maggiormente. Le gare si fanno più impegnative e il livello degli avversari è alto, così questi appuntamenti internazionali servono a prendere le misure e crescere.

«E’ difficile – dice con una risata Andreaus – poi anche io ho avuto un po’ di problemi. Cambiano la categoria, le distanze in gara e i rapporti. Passare dal 52×16 al 53×10 (il rapporto usato in gara al Lunigiana, ndr) non è facile. Bisogna adattare gli allenamenti e capire come gestire questa scelta sempre più ampia». 

Andreaus, al centro, al via della seconda tappa, la più dura, con partenza da Portofino
Andreaus, al centro, al via della seconda tappa, la più dura, con partenza da Portofino
Cosa hai fatto tu per adattarti a questa nuova categoria?

Ho aumentato le ore di allenamento e modificato tanto il modo di andare in bici. Quest’anno ho iniziato ad usare un po’ le tabelle.

Come ti trovi?

Sinceramente preferivo come ci allenavamo l’anno scorso, che ci si tirava un po’ il collo – ride – ma decideva tutto Maurizio (Fondriest, ndr). Ci seguiva in moto o in macchina e dava il ritmo lui. 

Tuo fratello Marco ti da una mano?

C’è rivalità – ride ancora – cerco di ristabilire tutti i record che ha fatto. Da esordiente e allievo qualcuno l’ho battuto.

Tanti corridori trentini possono contare sul supporto di Maurizio Fondriesti, qui a destra
Tanti corridori trentini possono contare sul supporto di Maurizio Fondriesti, qui a destra
Com’è avere un fratello grande che va in bici?

Mi fa da riferimento, mi dà qualche consiglio, minimo e indispensabile, altrimenti lo batto subito! Per ora mi pongo l’obiettivo di vincere qualche corsa, ci ho provato un paio di volte. 

Qualche pedalata insieme l’avete fatta?

Sì sì. Qualche uscita insieme c’è stata, con noi sono venuti anche Maurizio Fondriest e Thomas Capra

Essere al Giro della Lunigiana ti permette di imparare molto però, no?

Assolutamente, non è come le corse normali in Italia. Il livello è molto più alto, quindi. Non è la mia prima corsa internazionale, ho già corso l’Eroica, il Trofeo Emilio Paganessi e poi il Lunigiana. Le gare sono molto più tirate, si fa tanta fatica, ma così mi piace di più!

Gare come il Giro della Lunigiana servono per fare esperienza e confrontarsi con i corridori più forti
Gare come il Giro della Lunigiana servono per fare esperienza e confrontarsi con i corridori più forti
Maurizio Fondriest è con voi qui al Lunigiana, com’è averlo accanto?

Ci dà molti consigli, soprattutto per queste corse internazionali: cose come correre davanti e divertirsi. Oppure di non stare passivi. 

Fondriest è procuratore di tuo fratello, tu che rapporto hai con lui?

L’ho conosciuto quando ero esordiente, al secondo anno. E’ una figura davvero importante, ci sentiamo praticamente dopo tutte le corse. Gli racconto com’è andata e in che modo ho corso e lui mi dice cosa ho sbagliato o, invece, ho fatto giusto. 

Le pedalate con lui come sono?

Belle. Ci riempie di racconti e aneddoti, io poi sono curioso e ascolto sempre. E’ molto presente, spesso viene a mangiare da noi oppure vado da lui con mio fratello. Avere un punto di riferimento come lui per me è stimolante.

Bisiaux, re di Lunigiana. A Casano vince lo spagnolo Lospitao

03.09.2023
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CASANO DI LUNI – Gli ultimi cinque chilometri di questo Giro della Lunigiana sono una rincorsa continua, un braccio di ferro a distanza tra i fuggitivi e il gruppo. 13 secondi, un nulla. Così pochi che quando i corridori spuntano sul rettilineo finale, ingannati dalla prospettiva, sembra siano tutti insieme. Invece la fuga ha resistito e sul traguardo di Casano di Luni, ad esultare è lo spagnolo Pablo Gonzalez Lospitao, che batte il norvegese Grimstad e lo sloveno Marolt. 

Cinque chilometri infiniti

Uno dei più attivi nella fuga di giornata è stato l’umbro Vittorio Friggi, il suo tecnico, Eros Capecchi, ci aveva promesso che ci avrebbero provato. In seconda battuta ci capita davanti Daniele Chinappi, della rappresentativa laziale, il primo a lanciare lo sprint, che ci racconta quegli ultimi e interminabili 5 chilometri: «Abbiamo fatto l’ultimo strappo, quello di Montecchio – racconta – molto forte perché sapevamo di avere poco vantaggio. Gli ultimi 2 chilometri, girandoci, vedevamo il gruppo arrivare. Sono saltati un po’ gli accordi e quindi con il passare dei metri ho deciso di provare la volata lunga. Con noi davanti c’erano gli stranieri che avevano un migliore spunto, ho provato a beffarli. Mi sono buttato in questa fuga perché immaginavo oggi ci sarebbe stato spazio, peccato non aver vinto, ma è stata una bella avventura».

Un altro francese: Bisiaux

Dietro il gruppo arriva unito ed in fondo, in ultima posizione, sicuro e sorridente, transita Leo Bisiaux. Il giovane francese vince questo 47° Giro della Lunigiana, succedendo a Morgado e al connazionale Lenny Martinez. E’ il secondo francese in 3 anni a vincere la “Corsa dei Futuri Campioni” e quando glielo facciamo notare sotto al podio delle premiazioni ride di gusto. 

«Avevamo una squadra forte – racconta Bisiaux mentre si scioglie nei festeggiamenti – ed è stato importante vincere questa corsa. Martinez, due anni dopo, aver vinto il Giro della Lunigiana ha indossato la maglia rossa alla Vuelta. Non so cosa potrò fare io in futuro, mi auguro di poter fare gli stessi passi, ma è molto difficile. Vedrò anno dopo anno in che direzione andare e che cosa fare, penso che con il giusto impegno si possa fare tutto. Le gare, però sono difficili, farò i giusti passi, scoprendo che corridore sono».

«Intanto – riprende subito – il prossimo anno passerò alla AG2R Citroen Continental (Bisiaux corre già nel team juniores, ndr). E’ la squadra giusta per me, francese e che mi darà gli spazi per gestirmi e conoscermi sempre meglio. Poi conosco tutto lo staff, che è un dettaglio da non trascurare».

Stradista e crossista

Leo Bisiaux corre anche nel ciclocross, e sul fango, dove mette le ruote vince. L’inverno appena passato ha fatto incetta di primi posti, tra i quali spicca una “tripletta” da capogiro: titolo nazionale francese, titolo europeo e maglia iridata. Un pensiero non può che andare in quella direzione, Bisiaux stesso non intende abbandonare questa disciplina che tanto gli piace e che gli porta numerose gioie. 

«Ora correrò su strada fino ai campionati europei – ci dice – e poi passerò al ciclocross. La scelta di continuare con l’AG2R è dovuta anche a questo, loro mi lasciano lo spazio per correre anche nel ciclocross. Abbiamo visto come ormai sia una disciplina che vale tanto, in chiave di preparazione e di crescita. Van Der Poel ha vinto entrambi i titoli iridati (strada e ciclocross appunto, ndr). Van Aert è uno degli atleti più forti in circolazione, insomma è una disciplina che porta tanti benefici, e in più mi piace tantissimo».

Mottes sprinta, Borgo no: gioia e rabbia al Lunigiana

02.09.2023
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AMEGLIA – Gli attimi dopo l’arrivo sono scanditi da così tante emozioni che alla fine sembra siano passate ore, invece è tutto racchiuso in attimi. Il sole scalda la Lunigiana, rendendola una fornace contornata da verdi colline, che si fanno sempre più appuntite fino a diventare montagne. Intanto, i sette corridori in testa sono lanciati verso l’arrivo, pedalano forte e non si voltano indietro. Nordhagen, il norvegese leader della generale, è caduto in discesa, e ha perso 30 secondi.  

Sul traguardo, un rettilineo lungo, senza alberi che concedono una tregua dal caldo, sfreccia Lorenzo Mottes. Il trentino esulta con così tanta forza che quasi si sente l’eco: «Che cosa ho fatto! Che cosa ho fatto!». Non crede davvero di aver vinto. Ma è così e pian piano lo realizza, e molto probabilmente questa sera si addormenterà con lo stesso, largo, sorriso di adesso. 

Rabbia Borgo

Alessandro Borgo è nero di rabbia, la faccia rossa e lo sguardo che, se potesse, fulminerebbe Zeus stesso. Sbatte la bici, la sua alleata, che proprio oggi lo ha tradito, un salto di catena lo ha fermato proprio nel momento decisivo. «Che cosa ho buttato – urla – una tappa al Lunigiana, ecco cosa ho perso, non ci credo».

Il veneto respira, deve farsene una ragione, e forse questa rabbia si proietterà verso il finale di stagione. «E’ stata una tappa molto impegnativa – ci dice respirando profondamente – e nervosa. All’inizio si sentivano le gambe pesanti dopo le fatiche di ieri, così sono uscito dal gruppo e abbiamo anticipato la salita di Fosdinovo in otto. Poi le carte si sono mischiate e sono tornati sotto Widar, Nordhagen e Bisiaux. Nella discesa Nordhagen è caduto subito, una volta terminata siamo andati a tutta fino alla fine».

Alessandro Borgo, invece, non sprinta a causa di un salto di catena, la sua faccia dice tutto
Alessandro Borgo, invece, non sprinta a causa di un salto di catena, la sua faccia dice tutto
Alessandro, è il tuo secondo anno junior, come sta andando?

Ho fatto molte esperienze internazionali, sia l’anno scorso che quest’anno. Gare che mi hanno permesso di crescere molto e di confrontarmi con tanti ragazzi davvero forti. Quest’anno ho avuto un po’ di sfortuna nei primi mesi: cadute e forature in gare importanti (alle quali si aggiunge quella di oggi, ndr). Peccato, in preparazione al Giro della Lunigiana e al Buffoni, avevo vinto 4 gare, 3 nell’ultimo periodo.

Com’è confrontarsi con delle realtà diverse da quelle italiane?

Bello e stimolante. Già l’anno scorso ho avuto modo di correre contro Nordhagen e Bisiaux, gente che abbiamo visto tra i protagonisti a questo Giro della Lunigiana. A distanza di un anno posso dire che sono sempre molto forti, ma forse c’è meno differenza. 

Siamo a conoscenza di una persona che da quest’anno ti affianca nel tuo percorso, è Modolo, ci racconti come è nato questo contatto?

Mi ha scritto lui ad inizio di questa stagione, è sempre al mio fianco e mi aiuta spesso. Per esempio durante i primi mesi dell’anno ho avuto dei problemi al ginocchio dopo una caduta, lui mi ha portato dal suo fisioterapista, che mi ha visitato e risolto il dolore.

Ecco Borgo mentre racconta della tappa e dell’incidente meccanico accaduto, un vero peccato
Ecco Borgo mentre racconta della tappa e dell’incidente meccanico accaduto, un vero peccato
Come mai siete entrati in contatto?

Abitiamo a pochi chilometri di distanza, il suo obiettivo è quello di far crescere i corridori della nostra zona, Conegliano. Per farli poi passare nel mondo del professionismo, quindi ci siamo trovati. Tra l’altro Modolo collabora con Massimiliano Mori, che è anche il mio procuratore (nonché procuratore di Sacha quando correva, ndr). 

In che rapporti siete? Lo senti spesso?

Mi ha dato molti consigli, ad esempio: a febbraio ho corso la Gent-Wevelgem juniores con la nazionale. Prima di andare in Belgio ho parlato con lui e gli ho chiesto di raccontarmi un po’ i segreti della gara. Tra vento, pavé e muri mi è stato molto utile, mi ha detto dove posizionarmi in gruppo, muro dopo muro. Il mio 13° posto finale è in parte anche merito suo. 

Secondo ad Ameglia è arrivato Andrea Bessega, il friulano era in testa fino a 50 metri dall’arrivo
Secondo ad Ameglia è arrivato Andrea Bessega, il friulano era in testa fino a 50 metri dall’arrivo
Lo stai sentendo anche in questi giorni?

Sì. Mi sta aiutando con la gestione della gara e come curare l’alimentazione durante la corsa e dopo. Anche queste piccolezze sono fondamentali per emergere e crescere. Nelle prime due tappe non è andata male, ma ho pagato qualcosa perché il percorso non era vicino alle mie caratteristiche. Nella terza tappa (quella di ieri, ndr) abbiamo sottovalutato la fuga iniziale. Sono uscito di classifica e una volta successo volevo puntare su una vittoria. Ecco perché oggi fa male la sconfitta.

Che corridore ti senti di essere e di poter diventare?

Vedo che sono abbastanza forte nelle cronometro, ho vinto qualche prova contro il tempo, tra cui il campionato italiano a squadre. Sono arrivato quarto al campionato italiano a cronometro per juniores. Sento di poter crescere anche in questa disciplina. Tengo bene sulle salite lunghe e pedalabili e ho un buono spunto veloce. Credo di potermi definire un passista scalatore. 

La caduta in discesa di Nordhagen ha permesso a Leo Bisiaux di conquistare la maglia di leader (foto Fruzzetti)
La caduta in discesa di Nordhagen ha permesso a Leo Bisiaux di conquistare la maglia di leader (foto Fruzzetti)
E con Modolo hai anche pedalato oppure non ancora?

Non siamo riusciti ancora a fare una sgambata insieme. Appena tornerò a casa dai vari impegni prometto che andiamo a fare un giro. 

L’anno prossimo cosa farai?

Non so ancora quale sarà la mia strada. Ne ho parlato con loro (Modolo e Mori, ndr) e nei giorni dopo il Lunigiana decideremo. 

Imboscata francese a Chiavari: vince Decomble, terzo Mottes

01.09.2023
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CHIAVARI – Quando lo speaker annuncia che c’è un uomo solo al comando nel tratto in discesa, e che si tratta di Lorenzo Finn, ci vengono in mente le sue parole di questa mattina. Il giovane ligure corre a pochi chilometri da casa e conosce bene quelle curve. Un allungo a 30 chilometri dal traguardo che però non porta un vantaggio in termini di tempo. A Chiavari si è presentato un gruppetto di nove corridori e la volata viene vinta dal francese Maxime Decomble, che anticipa Storm Ingebrigtsen e Lorenzo Mottes (foto Fruzzetti in apertura). Una volta tagliata la linea di arrivo in centro a Chiavari Lorenzo Finn ci spiega tutto: 

«Non volevo attaccare – dice confrontandosi anche con Lorenzo Mottes, della rappresentativa trentina – quella strada la conosco così bene che mi è bastato semplicemente far correre la bici per prendere un po’ di vantaggio. Secondi importanti che una volta finita la discesa mi sono serviti per rifiatare, mancavano 30 chilometri alla fine, non potevo pretendere di andare via da solo». 

Finn, a sinistra e Mottes, a destra, si confrontano sulla tappa appena conclusa
Finn, a sinistra e Mottes, a destra, si confrontano sulla tappa appena conclusa

Sigillo francese

La nazionale transalpina ha fatto il diavolo a quattro oggi, anzi a tre, come i corridori inseriti nella fuga. Sin da questa mattina a Portofino si parlava del disegno particolare di questa seconda tappa del Giro della Lunigiana. Poco meno di 100 chilometri, ma con tutte le difficoltà altimetriche racchiuse nella prima metà. Tre GPM: di terza, seconda e prima categoria, “denti aguzzi” pronti a ribaltare la classifica generale. 

I francesi hanno preso in mano la corsa dai primi chilometri, con l’intento di attaccare e mettere in difficoltà il leader della generale, Jarno Widar. Il belga è rimasto fuori dal primo attacco, e insieme a Nordhagen, secondo in classifica, ha cercato di rientrare. Il punto di svolta è arrivato nei chilometri finali del Passo del Portello, terza e ultima salita di giornata, quando Nordhagen è rientrato sui primi, mentre Widar non ha colmato il buco, rimanendo ad una manciata di secondi.

«L’attacco di Bisiaux – racconta il vincitore di oggi, Decomble – era previsto, una volta andati via siamo rientrati in due: Sanchez ed io. Appena abbiamo capito che Widar era rimasto indietro siamo andati a tutta. Bisiaux è il nostro leader, ma oggi era necessario che tutti tirassero per fare in modo di ridurre i pretendenti alla vittoria finale».

«Quando è rientrato anche Nordhagen – gli fa eco Finn – abbiamo iniziato a girare per guadagnare sempre più tempo. Un belga si è fermato ad aspettare Widar, ma in due non avevano tante chance di rientrare. Anche io avevo il mio interesse, perché Gualdi, il migliore degli italiani, era rimasto in gruppo. Infatti sono riuscito a strappargli la maglia azzurra».

Il sorriso di Mottes

Lorenzo Mottes taglia il traguardo contento e soddisfatto, si è lanciato nella volata e ne è uscito terzo. L’azione di oggi gli ha permesso di guadagnare tempo sui diretti rivali e di consolidare la sua posizione in classifica generale. Il suo tecnico, però, gli dà una “tiratina” di orecchie quando scopre che ai meno 3 dall’arrivo gli sono venuti i crampi. «Dovevi alzare la mano – gli dice – farti furbo, venire in ammiraglia e prendere un gel, qualcosa. Respiravi un attimo e poi saresti tornato nel gruppetto».

«L’obiettivo di giornata – racconta Mottes – era quello di anticipare, non credevo di poter fare così bene su una salita così lunga (il riferimento è al Passo del Portello, ndr). Quando ho visto Finn entrare nella fuga l’ho inseguito, ci divideva un solo secondo e potevo giocarmi la maglia di miglior italiano. Con il passare dei chilometri mi sentivo bene, ho sofferto un po’ gli ultimi 3 chilometri, dove siamo andati veramente forte. Lì mi si sono “inacidite” un po’ le gambe. Non sono abituato a questi livelli (dice con una risata, ndr) ma rispetto allo scorso anno ho visto che sono più vicino ai loro ritmi. Prima li vedevo quasi irraggiungibili, ora riesco a starci attaccato più facilmente».

Mottes riceve un “tiratina” di orecchie dopo l’arrivo, ma tutto sommato è contento per quanto fatto
Mottes riceve un “tiratina” di orecchie dopo l’arrivo, ma tutto sommato è contento per quanto fatto

I problemi al ginocchio

In questa stagione il nome di Lorenzo Mottes è uscito maggiormente nei primi posti degli ordini di arrivo. Ha lottato spesso con lo stesso Finn, l’ultima volta nella Collegno-Sestriere, dove i due hanno occupato il primo ed il secondo posto. 

«Nel 2023 riesco ad avere molta più continuità – dice – ho risolto un problema al ginocchio che mi ha dato fastidio lo scorso autunno. Avevo un problema alla cartilagine, sistemato grazie a degli esercizi di stretching che mi permettono di non avere dolore. Negli allenamenti spingo molto meglio e in corsa questo si vede. Ultimamente sto andando davvero bene, peccato per oggi, avrei preferito prendere la maglia azzurra (quella del miglior italiano, ndr). Però ho visto che è un obiettivo che può essere sempre più concreto, nelle prossime due tappe proverò ad attaccare Finn. Ci separa un solo secondo al momento, in più nella classifica generale sono solidamente in top 10, grazie ai quasi 3 minuti guadagnati oggi sugli altri».

Chiavari ci ricorda che è ancora estate, con un sole che batte forte sulle teste dei presenti, mentre l’aria si riempie del profumo di salsedine. Il centro si svuota in fretta, rimangono i curiosi sotto al palco delle premiazioni e qualche corridore che fa “girare” le gambe per defaticare. Domani la battaglia si accenderà di nuovo e tocca essere pronti.

Doppio squillo belga: al Lunigiana brilla Widar

31.08.2023
5 min
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LA SPEZIA – Il 47° Giro della Lunigiana si apre con due semitappe di 50 chilometri l’una. La prima parte da La Spezia e arriva a Fivizzano, su una salita poco più lunga di tre chilometri. L’azione di potenza con la quale Jarno Widar, campione nazionale belga juniores, si è scollato di ruota gli avversari ha fatto impressione. Sulla salita che porta a Fivizzano si passa una prima volta e già Widar ha preso le misure. Così, quando viene affrontata per la seconda volta, quella decisiva, il belga sa già cosa deve fare. Sta sulle ruote degli avversari, che nel frattempo attaccano e si scornano, lui esce negli ultimi 300 metri e li beffa con facilità, tanto che a un certo punto fa una mezza pedalata, indeciso se fermarsi del tutto oppure spingere ancora un po’.

Doppietta nel pomeriggio

A poche ore di distanza dalla vittoria di Fivizzano, Widar bussa ancora una volta sul Lunigiana: nella seconda semitappa, quella del pomeriggio da Massa a Bolano. Questa volta la salita finale ha delle pendenze che fanno male solo a guardarle. Si va costantemente in doppia cifra, per tutti e tre i chilometri, con gli ultimi 300 metri da capogiro. Dall’ultima curva sbuca la maglia verde, quella di leader della classifica generale, Widar questa volta ha staccato tutti. Alza le braccia e incita la folla, quando la strada sotto le sue ruote ancora sale e inviterebbe a spingere ancora.

Ecco Widar premiato con la maglia rosa, quella del vincitore di tappa
Ecco Widar premiato con la maglia rosa, quella del vincitore di tappa

Il destino dei vincenti

Jarno Widar ha l’attitudine di un belga timido, piccolo e snello, con gambe magre ma potenti, così tanto da portarlo spesso ad alzare le braccia al cielo. Solo nel 2023 può contare su undici successi, compresi quello di oggi. Il suo rapporto con la bici è stato naturale, nato fin da piccolo e proseguito nel corso degli anni, per lui che è nato vicino a Liegi. 

«Ho iniziato ad andare in bici fin da piccolo – ci racconta all’ombra del pullmino della nazionale belga – nella squadra del mio paese. Non è sempre andata bene, viste anche le mie caratteristiche fisiche sono cresciuto più tardi rispetto ad altri. Sono cresciuto volta per volta e anno dopo anno. Prima vincendo qualche gara minore, solamente l’anno scorso sono riuscito ad affermarmi su traguardi più importanti, come quello della Nokere-Koerse».

L’anno della svolta

Jarno Widar è ufficialmente esploso quest’anno, con tanti successi, alcuni che lasciano intendere le qualità del ragazzo. Spiccano però due risultati importanti: la Kuurne-Bruxelles-Kuurne e il Giro delle Fiandre, entrambe le gare vinte in solitaria. A Kuurne, addirittura, i minuti di vantaggio sul secondo classificato sono stati quasi due.

«Sono un corridore che va bene un po’ su tutti i terreni – continua – vincere gare così importanti quest’anno mi ha dato tanto morale e fiducia. Ho capito che non ci sono limiti alle mie possibilità, ho vinto sulle pietre e in montagna alla Classique des Alpes. Penso sia stata la vittoria più bella, quella che mi ha dato più soddisfazioni. In Belgio non abbiamo salite lunghe e impegnative come quelle che trovi sulle Alpi. Quindi uscire dal mio Paese e vincere su un terreno tanto diverso ha acceso qualcosa in me. Invece, un successo sulle pietre è particolare, ma molto più normale per me. Anche vincere il titolo nazionale è stata una grande gioia, indossare questa maglietta è particolare».

Dopo una crescita graduale, Widar quest’anno ha affermato le sue qualità
Dopo una crescita graduale, Widar quest’anno ha affermato le sue qualità

Gran finale di stagione

Nel mese di agosto il giovane belga ha corso il mondiale a Glasgow, dove però si è dovuto ritirare a causa di un guasto tecnico. Mentre, nelle settimane successive è venuto a correre in Italia, nella bergamasca dove è arrivato secondo al Memorial Pietro Merelli, mentre il giorno successivo ha vinto il Trofeo Paganessi. Due gare che gli sono servite per arrivare pronto a questo Giro della Lunigiana. 

«In Italia ho corso per la prima volta quest’anno – racconta ancora Widar – prima all’Eroica Juniores ma non è andata bene. Invece, in questo mese di agosto sto raccogliendo tanto. Purtroppo a Glasgow sono stato sfortunato, ho avuto un guasto meccanico nel momento sbagliato. L’obiettivo è quello di rifarmi al campionato europeo e se arrivo con questa condizione posso fare davvero bene».

Jarno Widar è un secondo anno, questo vuol dire che l’anno prossimo lascerà il Crabbé Toitures – CC Chevigny Junior, sua squadra attuale, e passerà under 23.

«Andrò a correre nel development team della Lotto-Dstny – conclude – vedremo come va il primo anno e poi capiremo che strada intraprendere. Neanche io so bene cosa aspettarmi, forse mi concentrerò di più sugli arrivi in salita, ma lo scopriremo strada facendo».

Entriamo nei segreti del 47° Giro della Lunigiana

25.08.2023
7 min
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Il 31 agosto, da La Spezia, prenderà il via il 47° Giro della Lunigiana “La gara dei futuri campioni”. Una corsa a tappe dedicata alla categoria juniores che nel tempo ha premiato quelli che erano i talenti più promettenti. Nel passato ha visto il successo di Simoni, Di Luca, Cunego e Nibali. In tempi più recenti, invece, si sono aggiudicati questa corsa nomi del calibro di: Bettiol, Mohoric, Geoghegan Hart, Pogacar ed Evenepoel. L’ultimo italiano a vincere il Giro della Lunigiana è stato Andrea Piccolo, nel 2019.

Nel 2019 il Giro della Lunigiana lo ha vinto Andrea Piccolo (al centro): è stato l’ultimo italiano
Nel 2019 il Giro della Lunigiana lo ha vinto Andrea Piccolo (al centro): è stato l’ultimo italiano

Cinque tappe

Tre tappe e due semitappe (entrambe nel primo giorno di corsa) da godersi tutte d’un fiato. Si attraversano le regioni di Liguria e Toscana, dove la pianura è soltanto un ricordo lontano. Da queste parti per fare la differenza la catena deve essere sempre in tiro ed il corridore attento e con l’attenzione ai massimi livelli. Alessandro Colò, uno degli organizzatori della corsa, le ha provate tutte e ci racconta cosa dovranno aspettarsi i corridori (nella foto di apertura a Portofino, sede di partenza della seconda tappa). 

«Saranno quattro giorni durissimi – spiega – non ci sono cronometro e gli arrivi non sono mai semplici da interpretare. Non c’è la tappa dedicata ai velocisti, in Lunigiana non è sempre semplice trovare la pianura».

Partenza con il botto

Le prime due semitappe, da correre entrambe nella giornata del 31 agosto, saranno uno spartiacque iniziale. Mettere fatica nelle gambe ai corridori fin da subito porterà a scremare già il gruppo tra chi corre per vincere e chi dovrà difendersi.

«Già dalle prime due semitappe – continua Colò – La Spezia-Fivizzano e Massa-Bolano si capiranno tante cose. In entrambi i casi è previsto un arrivo in salita. Nella tappa del mattino (la tappa 1a), con arrivo a Fivizzano, si passa due volte sotto il traguardo in un circuito davvero tosto. La strada che porta a Fivizzano sale, misura poco più di 3 chilometri e serve tanta forza per emergere».

«A poche ore di distanza si riparte, questa volta da Massa, in direzione Bolano (tappa 1b). Altra semitappa da 50 chilometri. Anche in questo caso i ragazzi faranno un circuito che passa ai piedi della salita finale. Un’ascesa davvero interessante, con gli ultimi 300 metri all’interno del borgo medievale di Bolano. Un finale intricato, con i sanpietrini e che si snoda all’interno dei “carruggi”, come li chiamiamo noi in dialetto ligure: delle strade strette e tortuose. I corridori che vorranno vincere dovranno stare nelle prime posizioni».

Una delle partenze più suggestive del Giro della Lunigiana è quella di Portofino, con i corridori che si specchiano nel mare
Una delle partenze più suggestive del Giro della Lunigiana è quella di Portofino

Sul mare

La seconda tappa, in programma l’1 di settembre, va da Portofino a Chiavari, quasi 100 chilometri e tanto dislivello. Si affronteranno tre salite, in ordine crescente di difficoltà: la prima è un GPM di terza categoria, poi subito dopo ne arriva un altro di seconda categoria. La salita di giornata è quella di Passo del Portello, che termina alla metà esatta della tappa, poi si scende fino a Chiavari per l’arrivo. 

«E’ una tappa divisa in due – racconta Alessandro Colò – con una prima parte davvero impegnativa. La salita di Passo del Portello misura 14 chilometri e ha pendenze sempre sopra il 7%. Non tutti i corridori sono abituati ad affrontare salite così lunghe e impegnative. Dal punto di vista tattico è una gara apertissima, molti corridori perderanno le ruote in salita, bisogna capire in che modo i primi affronteranno la discesa. Questa si divide in due parti: la prima misura 10 chilometri ed è una discesa vera, con tante gallerie. Poi spiana e diventa un falsopiano al 2% per altri 10 chilometri, se davanti trovano l’accordo dietro non rientrano più. Altrimenti, se iniziano a scattarsi in faccia, non fanno velocità ed il gruppo si “appalla”. Potrebbe arrivare un gruppo di 50 oppure anche uno in solitaria. 

Le strade della Lunigiana sono un continuo sali e scendi, non c’è tempo per respirare (foto Michele Bertoloni)
Le strade della Lunigiana sono un continuo sali e scendi, non c’è tempo per respirare (foto Michele Bertoloni)

Occhi aperti

Le ultime due tappe si svolgono all’interno del territorio della Lunigiana, la terza la “Terre di Luni Stage” prende il nome dallo sponsor: un’azienda che offre esperienze ed attività, tra cui anche escursioni in bicicletta, in questo territorio tutto da esplorare.

«La tappa numero tre – riprende Colò – parte e finisce ad Ameglia, sede dell’azienda Terre di Luni, il trasferimento porta i corridori fino a Sarzana. Si passa da Aulla, Villafranca in Lunigiana, insomma è un continuo sali e scendi. Una fatica continua che rimane nelle gambe dei corridori, in quel tratto non succederà un granché ma è un antipasto per la salita finale di Fosdinovo. Si tratta di un’ascesa famosa per il Giro della Lunigiana, che è stata scalata più volte. In questo caso, però, si cambia versante: sono 14 chilometri, ma di salita vera se ne contano 7. Le pendenze sono sempre intorno al 7% ma non vanno oltre. La parte più “interessante” arriva dopo, con una discesa tecnica e gli ultimi dieci chilometri che sono in pianura. Gli scalatori puri, se davanti da soli, potrebbero piantarsi, quindi chi vuole vincere quella tappa deve avere buone doti da passista». 

Si chiudono i giochi

Il giorno dopo sveglia presto per la quarta ed ultima tappa del 47° Giro della Lunigiana. Partenza prevista per le ore 9:20, quindi la sveglia nelle camere dei corridori suonerà molto presto. 

«La partenza anticipata – conclude Colò – potrebbe essere un fattore che influenzerà sul recupero dei ragazzi. Le tre salite previste, tutte di seconda categoria, non sono impossibili. Chi avrà in squadra il leader dovrà gestire lo sforzo almeno fino all’ultima salita, che si trova a ridosso del traguardo. Lì si darà fuoco alle polveri, mi aspetto dei distacchi ridotti tra i primi della classifica. L’ultima salita, quella di Montecchio, è paragonabile ad un muro delle Fiandre: un chilometro, o poco più, con pendenze cattive e strada stretta e tortuosa. Come la discesa che porta al traguardo, chi vorrà attaccare dovrà stare davanti e non correre rischi».

Abbiamo già avuto modo di parlare con alcuni tecnici regionali che guideranno le squadre, uno su tutti Eros Capecchi, alla guida della selezione umbra. L’ex professionista ci ha detto che le ricognizioni saranno importanti, viste le strade strette e mai totalmente pianeggianti. La tavola è pronta, non ci resta che scendere in strada e goderci la “Corsa dei futuri campioni”!