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Carboni “inviato speciale” tra le fila della Kern Pharma

07.03.2023
6 min
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Giovanni Carboni è ripartito, già da settembre della scorsa stagione, dalla Kern Pharma, team professional spagnolo. Il corridore di Fano aveva trovato continuità in vista del 2023, pronto a ripartire. Non tutto però è andato nel verso giusto, Carboni dopo le prime gare tra Spagna e Oman, si trova in questi giorni sul Teide

Il calendario di Carboni è iniziato con la Valenciana, poi Tour of Oman e Gran Camino, tanti chilometri per crescere di condizione
Carboni ha iniziato con la Valenciana, poi Tour of Oman e Gran Camino, tanti chilometri per crescere di condizione

L’incidente

L’obiettivo era lavorare con la squadra in vista dei prossimi impegni, gli allenamenti però sono stati interrotti da un macchina, che nel parcheggio dell’hotel in cima al vulcano ha deciso di mandare a terra il povero Carboni.

«Per entrare nell’hotel c’è una strada secondaria – racconta – con dei parcheggi a sinistra. La vettura in questione si è fermata ed io ho pensato che stesse per svoltare a sinistra ed entrare nei parcheggi, così sono passato a destra. Il passeggero ha aperto inavvertitamente la portiera e io nell’evitarla sono finito a terra. Mi sono fatto una “bella” notte in ospedale venerdì, i medici pensavano mi fossi rotto la rotula, per fortuna si tratta solamente di un ematoma. In compenso mi sono ritrovato con sette punti in volto, non ho capito bene in che modo me li sono procurati.

«Il ginocchio sta meglio – prosegue – oggi (lunedì, ndr) il fisioterapista mi ha detto che possiamo iniziare con un po’ di riabilitazione. Meglio perché non mi sono rotto nulla, ma sicuramente una settimana di allenamento la perderò. Non il modo migliore per iniziare, anzi proseguire la stagione. Anche perché nel frattempo, in ospedale, mi sono preso un virus gastrointestinale. Dovevo rimanere in ritiro con la squadra fino al 17 marzo e dal 19 avrei ripreso a correre con focus sui Paesi Baschi e sul Tour of the Alps».

Arrivato sul Teide venerdì per allenarsi in vista dei prossimi impegni, il giorno stesso l’incidente che lo ha rallentato (foto Instagram)
Arrivato sul Teide venerdì per allenarsi in vista dei prossimi impegni, il giorno stesso l’incidente che lo ha rallentato (foto Instagram)

La nuova squadra

Nonostante questo non sia un momento propriamente roseo, parliamo volentieri con Carboni. L’intento è quello di sbirciare all’interno della professional spagnola. Un mondo che abbiamo avuto poche opportunità di vedere da dentro, il marchigiano sarà il nostro “infiltrato”. 

«Mi sono buttato in questa avventura – dice Carboniho trovato un ambiente piccolo, ma di grande umanità. E’ un team con una mentalità buona e con tanta professionalità. Mi trovo bene qui soprattutto per questo, capiscono il corridore e si lavora su tutti gli aspetti: dalla preparazione ai materiali. Le bici Giant sono le stesse usate dalla Jayco-AlUla, chiaramente il team WorldTour ha la priorità nella fornitura dei materiali ,ma a noi non manca nulla».

Il marchigiano è approdato alla Kern Pharma nel settembre del 2022
Il marchigiano è approdato alla Kern Pharma nel settembre del 2022

Culture simili

Spagna e Italia sono caratterizzate da culture e tratti sociali, simili. Le differenze, come logico che sia, ci sono e con Carboni proviamo ad addentrarci in queste.

«Come ambiente mi sembra davvero similare all’Italia su molti aspetti – parla Carboni – ci sono ovviamente delle differenze. Devi essere, in primo luogo, pronto ad imparare la lingua. Io ho iniziato a studiare spagnolo per capire meglio i compagni e tutto lo staff. Serve per entrare meglio nei meccanismi perché a volte rischi di rimanere fuori dai legami. Anche se gli spagnoli, per indole, sono molto inclusivi. All’interno dell’ambiente squadra non c’è stress, si guarda più alla prestazione che al risultato. In gara, non si corre con l’eccessiva foga che a volte ho trovato in Italia, si ha più testa.

«Sono stato molto in Spagna in questi primi mesi, più per esigenza del team, visto il calendario. Dopo il debutto alla Valenciana avevamo solo pochi giorni prima di partire per l’Oman, così sono rimasto lì. Allo stesso modo, prima di iniziare il Gran Camino ho alloggiato a Pamplona, dove c’è la sede del team. In Spagna ho notato una grande cultura della bici e più rispetto per il ciclista rispetto all’Italia. Il clima è simile a quello di casa, forse leggermente più caldo».

Calendario

Carboni, nonostante il momentaneo stop, ha corso molto in questo inizio di stagione. La Kern Pharma ha preso parte a molte corse, sia di prima che di seconda fascia. Un calendario pieno nonostante sia una professional.

«Personalmente – riprende – ho svolto solo gare a tappe, mi servivano per alzare i giri del motore in vista delle prossime. Anche se questo stop un po’ rimescolerà le carte in tavola, spero di riuscire a partecipare comunque a Paesi Baschi e Tour of the Alps. Nonostante la Kern Pharma sia una professional, ha comunque una buona programmazione, poi chiaramente ci sono delle corse alle quali dovremo attendere l’ufficialità dell’invito.

«La squadra però ha una grande considerazione, non solo in Spagna. ASO la vede di buon occhio ed è spesso invitata alle corse francesi, grazie a questo nella prima parte di stagione abbiamo fatto costantemente doppia attività. In più, come detto prima questo bel rapporto con ASO ci permette di prendere parte anche a gare importanti nelle Ardenne. Siccome la Kern Pharma è uno dei migliori team spagnoli, siamo sempre in lizza per partecipare alla Vuelta».

Carboni (secondo da sinistra) è l’unico italiano del team, si è messo a studiare lo spagnolo per entrare meglio nei meccanismi
Carboni (secondo da sinistra) è l’unico italiano del team, sta studiando lo spagnolo per interagire meglio con compagni e staff

Sponsor e team

I dettagli differiscono non poco da quello che siamo abituati a vedere, le parole di Carboni ce lo confermano. Tutto ciò passa anche dall’atteggiamento dei manager e dello sponsor stesso. 

«L’organizzazione è elevata – replica Carboni – ma non si guarda solo allo sport, ma anche alla persona. L’opinione del corridore viene presa in considerazione ed ha un peso. Ogni decisione è condivisa, un dettaglio fondamentale nel ciclismo, ma anche nello sport in generale. Negli ultimi anni lo stress è aumentato tanto, bisogna avere il piacere di fare determinate cose. Altrimenti, come si è visto, si fa sempre più fatica a fare il corridore.

Un esempio, da questo punto di vista, arriva dallo sponsor stesso: Kern Pharma. La prima volta che ho conosciuto l’amministratore delegato dell’azienda, nel presentare il nuovo anno ha voluto specificare che la prestazione conta, ma fino ad un certo punto. La sua vittoria sarebbe quella di vederci di nuovo tutti a gennaio 2024, questo vorrebbe dire che tutti si è stati validi, seri e si è fatto un anno all’altezza. Uno sponsor che parla in questi termini e non esclusivamente di vittoria mi ha sorpreso, in Italia non ero abituato di certo in questo modo. Da noi si parla solo di vincere, qui no e anche per questo sono contento della mia scelta».

Bollé in gruppo con l’Equipo Kern Pharma

22.02.2023
3 min
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Anche per la stagione 2023 Bollé sarà protagonista sulle strade del grande ciclismo. Nei giorni scorsi l’azienda francese ha infatti ufficializzato la propria partnership con la formazione spagnola Equipo Kern Pharma (foto aperura PhotoGomezSport), il team nel quale dallo scorso anno milita il nostro Giovanni Carboni. Nel corso della stagione gli atleti del team potranno contare in gara e allenamento su occhiali altamente performanti come i modelli C-Shifter e Icarus

Grazie a questa nuova collaborazione, Bollé conferma ancora una volta come il ciclismo ad alto livello sia parte del proprio DNA. L’azienda francese è presente in gruppo dal lontano 1958. In quell’anno ad indossare per la prima volta in gara degli occhiali da sole firmati Bollé fu Louison Bobet, un campione capace nella sua carriera di vincere ben tre Tour de France. Dopo di lui hanno indossato occhiali Bollé campioni del calibro di Miguel Indurain e Lauren Jalabert fino ad arrivare allo scorso anno con la sponsorizzazione del team B&B Hotesl – KTM.

Il team Kern Pharma utilizza gli occhiali C-Shifter montati con lenti Volt
Il team Kern Pharma utilizza gli occhiali C-Shifter montati con lenti Volt

Un team in crescita

Come anticipato, nel 2023 Bollé fornirà i propri occhiali al team spagnolo Equipo Kern Pharma che proprio quest’anno festeggia il suo quarto anno nel professionismo. Stiamo parlando di un team in grande crescita, nato nel 1992 come squadra under 23 e capace nella sua lunga storia di portare al professionismo più di 60 atleti. Nel 2020 il team ha debuttato nella categoria Continental e da tre anni ha la licenza Pro Team. 

La scorsa stagione la squadra  spagnola ha avuto l’opportunità di debuttare in gare di prestigio come la Liegi-Bastogne-Liegi, il Tour de Romandie e soprattutto la Vuelta. Proprio la corsa a tappe di casa è il grande obiettivo di quest’anno. I vertici del team, alla luce di quanto di buono fatto lo scorso anno, sono fiduciosi di riuscire a ottenere nuovamente una wild card e di poter così essere al via da Barcellona il prossimo 26 agosto.

La soddisfazione del team

Juanjo Oroz, Direttore Generale dell’Equipo Kern Pharma, si è dimostrato davvero entusiasta per l’accordo raggiunto nelle scorse settimane con l’azienda francese.

«Bollé è uno dei migliori produttori di occhiali al mondo – ha dichiarato – il che è molto importante per il nostro progetto, poiché vogliamo essere circondati da marchi di alto livello. Questa partnership è un passo avanti per noi, perché i nostri corridori indosseranno i migliori occhiali da ciclismo del mercato. Abbiamo già lavorato insieme una volta, quando eravamo una squadra under 23, e abbiamo un ottimo ricordo di quel periodo». 

Alle parole di Juanjo Oroz si sono aggiunte quelle di Alexandre Israël, Vicepresidente Bollé: «Siamo lieti di sostenere l’Equipo Kern Pharma – ha commentato – e ovviamente speriamo che questa stagione rappresenti un ulteriore passo avanti nel loro impressionante sviluppo. Bollé è orgoglioso di fornire alla squadra gli ultimi modelli di occhiali performanti, che tutti gli atleti hanno già avuto modo di scoprire e apprezzare durante gli allenamenti di inizio stagione». 

Anche per il 2023 Bollé e la squadra spagnola saranno l’una accanto all’altra (foto PhotoGomezSport)
Anche per il 2023 Bollé e la squadra spagnola saranno l’una accanto all’altra (foto PhotoGomezSport)

Il top di gamma

Per gli allenamenti e le gare, gli atleti dell’Equipo Kern Pharma indosseranno i migliori prodotti della gamma Performance di Bollé. Stiamo parlando del C-Shifter con la sua lente Volt e dell’Icarus con lenti Phantom di qualità eccezionale, adatte a tutte le condizioni atmosferiche. All’avanguardia in termini di tendenze e prestazioni, il C-Shifter ha incontrato fin da subito il riscontro positivo di tutti gli atleti del team. La sua struttura semicircolare e cilindrica migliora la ventilazione. La montatura in nylon TR90 è leggera, flessibile e confortevole, mentre i naselli regolabili in Thermogrip offrono una vestibilità e una stabilità perfette in qualunque situazione di corsa. L’Icarus è disponibile con l’ultima tecnologia di lente Volt Ruby di Bollé, che migliora la visione dei colori.

Bollé

Gazprom alle spalle, anche Carboni è tornato in gruppo

25.09.2022
5 min
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Un altro reduce dalla brutta faccenda della Gazprom ha finalmente trovato un nuovo approdo. E’ stata una sorpresa vedere Giovanni Carboni al via del recente Giro di Slovacchia nelle file della Kern Pharma, formazione professional spagnola, ma in quel caso non erano i risultati l’aspetto più importante, quanto il fatto di rivederlo in gara con una nuova divisa che sa di futuro.

C’è ancora tanto entusiasmo nelle parole di Carboni quando racconta come è maturato il nuovo contatto e di come sia stato fatto tutto con enorme velocità: «Il contratto è stato firmato il venerdì sera, la domenica ero già in aereo verso la Slovacchia. E’ stato davvero un flusso enorme di emozioni, il fatto di essere messo subito alla prova mi ha dato una carica enorme e questa possibilità ha influito molto sulla mia scelta».

Alla sua prima uscita in maglia Kern Pharma, Carboni ha provato la fuga nella terza tappa (foto Kern Pharma)
Alla sua prima uscita in maglia Kern Pharma, Carboni ha provato la fuga nella terza tappa (foto Kern Pharma)
Come è nato il contatto?

Con molte squadre avevo avuto contatti, ma tutte rimanevano perplesse dal fatto che ero fermo, con tutto che ho continuato ad allenarmi anche senza obiettivi agonistici e mi dicevano che mi avrebbero fatto sapere per il 2023. Quelli della Kern Pharma invece hanno guardato anche l’aspetto umano, tutta la vicenda nel suo insieme e mi hanno proposto di rimettermi subito in gioco. Il contratto è firmato anche per il prossimo anno, ma intanto sono tornato in carovana e questo è il più bello dei regali.

Che team hai trovato?

Molto professionale. Mi hanno subito fornito tutto il materiale e non nascondo che questo mi ha messo in difficoltà. Appena ricevuto il tutto sono andato da Vedovati e in una giornata abbiamo fatto tutte le modifiche e trovato le misure, ma poi in gara ho dovuto rimettere mano a molte cose. Ad esempio la sella, sono passato dalla Prologo alla Giant in dotazione al team, ma ho dovuto lavorare con i meccanici per ritrovare la giusta posizione. E’ stato un lavoro continuo lungo tutta la corsa, ma ho trovato grande disponibilità da parte del team.

Il marchigiano, secondo da sinistra, con i compagni conosciuti al Giro di Slovacchia (foto Kern Pharma)
Il marchigiano, secondo da sinistra, con i compagni conosciuti al Giro di Slovacchia (foto Kern Pharma)
Con che ambizioni sei partito?

Il risultato non mi interessava, volevo solo far fatica e mettermi a disposizione dei compagni. Dopo tutto quel che ho passato era importante correre, sono partito senza aspettative. Oltretutto, come detto, era una settimana di lavoro anche dal punto di vista tecnico, di adattamento al nuovo materiale come è normale che sia. E’ come se la stagione fosse iniziata allora. Ho lavorato tantissimo, di fatica ne ho fatta tanta, mi sono messo a disposizione e nella terza tappa sono anche andato in fuga. E’ stato tutto lavoro molto proficuo in vista delle classiche italiane che mi interessano molto.

Conoscevi qualcuno del team?

No, ho conosciuto per ora solo i ragazzi che erano al via con me in Slovacchia. Con il team i primi contatti sono nati all’Adriatica Ionica Race, abbiamo cominciato a parlare e ho visto che c’era effettivo interesse, così le cose sono andate avanti. E’ un team completamente spagnolo, oltre a me ci sono altri tre stranieri, ma nessun italiano.

Giovanni insieme ai suoi tifosi. In Slovacchia ha chiuso 52°, dopo una sosta di due mesi e mezzo
Giovanni insieme ai suoi tifosi. In Slovacchia ha chiuso 52°, dopo una sosta di due mesi e mezzo
Questo significa che nel 2023 dovrai affrontare soprattutto gare in Spagna…

Sì e la cosa mi piace molto, non lo nascondo. Le gare iberiche mi sono sempre sembrate molto adatte alle mie caratteristiche, inoltre il loro calendario comincia prima, già a febbraio si parte con Maiorca e la cosa mi entusiasma. La stagione è molto ben distribuita, presenta molte occasioni utili per poter far bene.

Ora che cosa ti attende?

Faremo buona parte del calendario italiano, dall’Agostoni alla Gran Piemonte. Vorrei riuscire a centrare un buon risultato, anche come ringraziamento al team e alla fiducia che mi è stata accordata, per ripartire con la massima fiducia e in tranquillità.

Carboni alla sua ultima uscita in maglia neutra, ai tricolori di Alberobello
Carboni alla sua ultima uscita in maglia neutra, ai tricolori di Alberobello
Ora che le cose sono finite al meglio, che cosa ti è rimasto della lunga vicenda legata alla Gazprom?

Se mi guardo indietro, c’è tanto dispiacere. Si era creato un bellissimo gruppo e dall’oggi al domani è stato sciolto e spazzato via senza una ragione valida. La vicenda mi insegna che non si è mai troppo sicuri di quel che si ha, bisogna pensare sempre a fare qualcosa in più, a cercare di andare sempre oltre il limite. Non puoi sederti sugli allori perché in qualsiasi momento ti può capitare una situazione del genere.

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Giovanni Carboni testimonial Fisioradi Medical Center

12.08.2022
3 min
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Giovanni Carboni è un nuovo testimonial del Poliambulatorio Fisioradi Medical Center, la struttura pesarese da sempre molto vicina al mondo del ciclismo. Lo stesso professionista marchigiano sosterrà in futuro le iniziative che Fisioradi organizzerà, anche al di fuori dell’ambito propriamente ciclistico e sportivo più in generale. E questo anche in virtù dell’amicizia personale che Carboni ha con Maurizio Radi, il titolare dell’attrezzato centro medico e diagnostico.

Giovanni Carboni a Brisighella ha vinto la terza tappa dell’Adriatica Ionica Race
Giovanni Carboni a Brisighella ha vinto la terza tappa dell’Adriatica Ionica Race

A Pesaro dal 2001 

Fisioradi Medical Center nasce nel 2001 a Pesaro grazie all’intuizione di Maurizio Radi (fisioterapista, osteopata, chiropratico, chinesiologo) con l’ambizioso obiettivo di strutturare il centro in maniera completa al fine di poter liberare dal dolore chiunque si affidi alle sue mani, garantendo alle persone di ritornare nel più breve tempo possibile alla propria vita.

Radi aveva originariamente avviato la propria attività in un piccolo studio – ben presto frequentato da campioni del basket pesarese e del ciclismo, oltre ad atleti di altre discipline quali il calcio, il volley e il rugby – e motivato dalla volontà di creare qualcosa di importante, ha pensato di creare un centro molto innovativo per l’epoca. Una realtà che in questi vent’anni ha subito una costante crescita e diverse ristrutturazioni per mantenersi sempre un passo avanti, fino ad inaugurare nel settembre dell’anno scorso il nuovissimo Fisioradi Medical Center: una struttura di oltre mille metri quadrati con servizi di fisioterapia, riabilitazione, diagnostica, poliambulatorio e chirurgia ambulatoriale.

Il ciclismo una scuola di vita 

«La nostra visione di unire tutto all’interno di una stessa struttura – ha dichiarato Maurizio Radi – è diventata finalmente realtà. Da noi in Fisioradi Medical Center la parola guarigione significa ritrovare il movimento adeguato al ritmo della propria vita. Stare bene e BEN-ESSERE non coincide solamente con il recupero fisico in un ambiente tecnologicamente avanzato e accogliente, ma vuol dire anche mantenimento e tonificazione. In una parola, wellness…

«Siamo davvero entusiasti di poter accogliere nel nostro pool di testimonial un atleta e un professionista del calibro di Giovanni Carboni. Il ciclismo per noi è una vera passione. Meglio, una scuola di vita… e non solamente per il sottoscritto. Sono certo che l’energia e l’esperienza di Giovanni ci aiuteranno senza dubbio a progredire e ad implementare iniziative e servizi dedicati espressamente a tutti gli appassionati delle due ruote».

Fisioradi

L’insolita trasferta in Puglia degli ultimi 4 Gazprom

22.06.2022
5 min
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Conci si è accasato alla Alpecin-Fenix Development. Fedeli è stato appena annunciato alla Eolo-Kometa. Piccolo ha ripreso ad allenarsi. Marco Canola correrà i campionati italiani con una divisa neutra. E poi ci sono Carboni, Malucelli e Scaroni che andranno in Puglia approfittando di un… treno speciale e inatteso. I ragazzi della Gazprom ce la mettono tutti e la sfida tricolore è la prossima, ma rischia di restare a lungo l’ultima per chi non si fosse ancora accasato. Sono rimasti in quattro.

Nonostante le vittorie ottenute negli ultimi mesi, fra il Giro di Sicilia e la Adriatica Ionica Race, sono proprio loro ad aver incontrato le difficoltà maggiori.

«Si è mosso davvero poco – dice Carboni – mi aspettavo qualcosa di più. Non critico nessuno, il fatto è che i soldi sono pochi per tutti e l’attività striminzita».

E’ fresco di annuncio, ma era nell’aria da giorni, il passaggio di Fedeli alla Eolo-Kometa: debutto al tricolore
E’ fresco di annuncio il passaggio di Fedeli alla Eolo-Kometa: debutto al tricolore

Un furgone e tre bici

Il treno per il tricolore di cui si parlava è un’occasione nata nelle Marche grazie all’appoggio di Francesco Cingolani, il cui negozio di recente acquisito da Specialized Italia, si è messo a disposizione per dare una mano a Carboni, Malucelli e Scaroni.

«Abbiamo continuato ad allenarci al meglio che potevamo – dice proprio Carboni – ma proprio per l’idea di fare tutto al meglio, ci siamo resi conto che la squadra non aveva più materiale per sistemare le nostre Look. Così ho parlato con Francesco e siamo riusciti a trovare un supporto tecnico per il tricolore. Mette a nostra disposizione tre bici, un furgone Specialized e accessori come ruote, scarpe e manubri. Materiale per il campionato italiano e poi speriamo che poi le cose in qualche modo cambino…».

Malucelli, Carboni e Scaroni nel giorni di Brisighella, quando Giovanni ha centrato la sua prima vittoria da pro’
Malucelli, Carboni e Scaroni nel giorni di Brisighella, quando Giovanni ha centrato la sua prima vittoria da pro’

Anche Moro e Pengo

Dopo il supporto della nazionale, eccone dunque un altro che si annuncia piuttosto concreto e li aiuterà a gestire la trasferta in Puglia.

«La nazionale ci ha dato un aiuto immenso – riconosce il marchigiano – e per i tricolori avremo ancora a disposizione Luigino Moro come massaggiatore ed Enrico Pengo come meccanico. Avremo in appoggio l’ammiraglia dell’Accpi, ma Cingolani farà viaggiare con noi anche due ragazzi del suo staff, indispensabili per poter gestire i rifornimenti in una corsa che si annuncia caldissima. Il percorso non è troppo duro, ma neanche sarà una passeggiata. Si vince pur sempre il tricolore, ci tengono tutti. Per noi che abbiamo corso per l’ultima volta due settimane fa, rimane l’incognita del ritmo gara, ma magari la corsa di un giorno e il caldo livelleranno il gruppo. Non abbiamo nulla da perdere. So di essermi allenato tanto, ho fatto il massimo. Credo di avere gli stessi chilometri di quelli che stanno correndo.

«I problemi inizieranno dopo – riflette – non ci voglio pensare. Finora siamo andati bene mettendo a frutto la preparazione invernale. Ora si tratterebbe di ricominciare. Staccare dopo l’italiano, andare in altura con la prospettiva di fare quali corse?».

Francesco Cingolani è stato per due volte azzurro ai mondiali di cross
Francesco Cingolani è stato per due volte azzurro ai mondiali di cross

Il gesto di Cingolani

Francesco Cingolani racconta di quando, dopo la vittoria di Carboni alla Adriatica Ionica Race, mandò un messaggio per fargli i complimenti.

«Giovanni – dice – lo conosco da sempre, perché cominciò a correre nella nostra società. E’ un bravo ragazzo, un professionista serio che si merita un po’ di fortuna. Dopo quel messaggio, disse che sarebbe venuto a farmi visita ed è nata l’idea. Io non ci avevo pensato, non sapevo quali vincoli avessero. Gli abbiamo dato tre Tarmac SL7 montate Sram, mentre Specialized ha fatto arrivare altri accessori. Non c’è una data di fine prestito. Intanto il tricolore e poi si spera che possano trovare una sistemazione migliore».

Marco Canola si è impegnato con l’Accpi per lanciare la campagna “WHY?” che ha avuto visibilità durante il Giro
Marco Canola si è impegnato con l’Accpi per lanciare la campagna “WHY?” che ha avuto visibilità durante il Giro

L’amarezza di Canola

Resta giù dal pulmino il solo Marco Canola. Probabilmente i rapporti si sono un po’ allentati in occasione della campagna “WHY?” e il suo braccialetto azzurro, mentre gli altri si aspettavano forse un’azione più decisa.

«Corro da solo – dice il veneto – non mi appoggio a nessuno. Avrò solo l’ammiraglia in comune per l’acqua, tutto qui. Devono vedere tutti a cos’ha portato l’oscenità da parte dell’UCI, la difficoltà del provare a continuare come stiamo facendo. Vado avanti così, ma se Cassani non farà la squadra, non vedo molte possibilità. Mi sto defilando poco a poco. Sarei contento che gli altri continuassero, a me non è mai piaciuta l’idea di “togliere” un posto in altre squadre ad altri che sono più giovani di me.

«Spero magari di continuare a rimanere nell’ambiente, con un altro ruolo, per aiutare a migliorare (nel mio piccolo) questo sport. Perché ha bisogno di tanti cambiamenti, partendo dal lato umano. Meno numeri e più umanità».

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La testa va, la gamba non spinge: Monaco spiega…

07.06.2022
4 min
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In fuga nella tappa di ieri alla Adriatica Ionica Race (in apertura, al via da Ferrara con Scaroni), Alessandro Monaco sta faticosamente cercando di mettere insieme una stagione che gli permetta di rilanciarsi. Corridore di talento, il pugliese è uno di quei ragazzi sacrificati dalla Bardiani-CSF-Faizanè sull’altare della fretta. Passato professionista nell’anno del Covid con un ottimo curriculum, si è ritrovato a piedi a fine 2021 senza essersela potuta giocare. Ha lasciato posto ad altri che magari sfonderanno o magari faranno la sua stessa fine e si è accasato alla Giotti Victoria di Stefano Giuliani.

Ieri dopo la tappa ha chiacchierato a lungo con Giovanni Carboni, con cui ha trascorso i due anni alla corte di Reverberi e prima di parlare di sé ha dedicato un pensiero ai ragazzi della Gazprom.

«So purtroppo cosa significa essere a piedi – ha detto – oppure meglio… Non tanto essere a piedi quanto piuttosto lottare nelle difficoltà. Apprezzo questi ragazzi e posso veramente dire che li capisco. Alcuni come Scaroni e Carboni sono dei fratelli, degli amici. Cerco anch’io di essergli vicino, ma purtroppo questo non è un mondo facile. Però noi siamo veramente duri e, vada come vada, di sicuro un domani saremo degli uomini veri».

Nella tappa di Brisighella con carboni vincitore: per Monaco la maglia gialla di combattivo
Nella tappa di Brisighella con carboni vincitore: per Monaco la maglia gialla di combattivo
Parliamo di te, la fuga è stata un bel segnale di vita…

Spero di farne ancora per dimostrare che ci sono e dove potrei essere. Purtroppo nei finali manca sempre qualcosa. Ieri ho anticipato di sicuro per fare la tappa, ma anche perché il passo per tenere i primi non ce l’ho. Allora mi sono detto che magari anticipando sarei riuscito a rimanere agganciato. Purtroppo mi hanno preso ai piedi dell’ultima salita e ho patito a tenere il ritmo. Se mi avessero preso un paio di chilometri dopo, magari ci sarei riuscito, però le corse sono così. Io ci sono e cerco di dimostrare che ho voglia di fare, anche se mettersi in luce con gente che esce dal Giro è difficile.

Doveva essere la stagione del rilancio, come sta andando?

Ho alti e bassi e soffro purtroppo di un piccolo problema di salute che ho scoperto da poco e che devo risolvere, perché altrimenti è difficile andare avanti.

Monaco ha 24 anni ed è passato pro’ nel 2020 con la Bardiani che a fine 2021 non lo ha confermato
Monaco ha 24 anni ed è passato pro’ nel 2020 con la Bardiani che a fine 2021 non lo ha confermato
Di cosa si tratta?

E’ un problema che mi limita tantissimo, un fastidio e a volte un dolore a una gamba. Cerco sempre di trovare la grinta e di andare avanti, ma non è facile. Dopo un inizio di stagione buono, ho cominciato a sentire che qualcosa non andava e infatti era come pensavo e come pensavamo. E’ un problema di cui purtroppo soffre più di qualche ciclista e se non ti operi, limita tantissimo la prestazione.

Ne risenti in corsa?

Finché non mi prende, cerco di fare del mio massimo. Ci sono giorni che va bene e altri che ne soffro. Di base, non riesco a fare dei gran fuorigiri. Però se sono in fuga al mio passo, sembra tutto normale. Quando mi prendono i primi, non riesco ad aumentare il ritmo e lotto per restare agganciato. Purtroppo non decido io.

La stagione di Monaco è costellata da decide di fughe. Questa al Tour of Hellas
La stagione di Monaco è costellata da decide di fughe. Questa al Tour of Hellas
Come prosegue la stagione dopo la Adriatica Ionica?

Adesso c’è il campionato italiano in casa, in Puglia. Di sicuro non è un percorso che mi si addice tanto, però voglio esserci per la mia terra. E poi sicuramente ci sarà il Sibiu Tour. La squadra è rumena, quindi ci teniamo tanto. Poi penso che farò un periodo di distacco, anche per approfondire questo problema.

Palestra e corse simulate, la via di Benfatto per la vittoria

07.06.2022
4 min
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«Giovanni è un ragazzo caparbio – dice Benfatto parlando di Carboni – quando punta un obbiettivo riesce a fare il corridore al 110 per cento. Nel periodo senza gare abbiamo lavorato bene con la palestra per incrementare i suoi livelli di forza, poi in avvicinamento alla competizione lavori più specifici vicini a ritmi gara. Lui e Malucelli si sono supportati a vicenda allenandosi assieme l’ultimo periodo».

Come si fa a stare per quasi due mesi senza correre e farsi poi trovare pronti quando arriva la chiamata? Lo abbiamo chiesto a Marco Benfatto, ex velocista e poi diventato uno dei preparatori della Gazprom-RusVelo, che assieme a Maurizio Mazzoleni ha continuato a seguire i ragazzi della Gazprom che ne hanno avuto voglia e necessità.

La vittoria di Carboni è stata la conferma (sofferta) del buon lavoro svolto a casa
La vittoria di Carboni è stata la conferma (sofferta) del buon lavoro svolto a casa

Il veneto era passato a dare un saluto il mattino di Castelfranco Veneto, sua patria negli anni da corridore, quando indossava la maglia della Zalf. Pizzetto e fisico ancora tirato, ha parlato a lungo con i “suoi” ragazzi alla partenza di tappa della Adriatica Ionica Race e la vittoria di Carboni dell’indomani è stata davvero la ciliegina sulla torta.

E’ vero come dice Scaroni che stanno ancora sfruttando la base di lavoro fatta nell’inverno?

Diciamo che abbiamo lavorato bene e che Sedun aveva creato un bel gruppo di lavoro. Stiamo ancora raccogliendo i frutti, soprattutto i ragazzi sono tanto motivati, perché alla fine devono trovare una sistemazione, quindi io gli auguro di vincere ancora. Stanno dimostrando sul campo che meritano comunque un posto in un’altra squadra.

Assieme a Mazzoleni avete continuato a lavorare con loro anche se la squadra era stata fermata?

Alcuni hanno voluto arrangiarsi, con altri stiamo lavorando ancora. Li abbiamo seguiti, diciamo ufficialmente, fino a un mese fa poi alcuni hanno preso altre strade. Malucelli e Carboni li sto ancora seguendo, quindi sono venuto anche un po’ per dargli un sostegno morale, anche una pacca sulla spalla. Questi ragazzi hanno bisogno anche di sostegno, di un punto di riferimento.

Prima della vittoria di Carboni a Brisighella, anche Scaroni e Malucelli avevano lasciato il segno
Prima della vittoria di Carboni a Brisighella, anche Scaroni e Malucelli avevano lasciato il segno
Cosa significa allenarsi senza sapere quando si correrà?

E’ molto più duro e molto più stressante, perché praticamente devi simulare le gare. Anche a livello ormonale, non è come essere in competizione. Quindi servono tanta testa e tanta voglia di lavorare.

Un certo tipo di lavoro va programmato, come avete fatto?

Fortunatamente Bennati ci ha confermato quasi subito che ci dava la possibilità di correre con la nazionale, perciò a parte le prime settimane di mantenimento, siamo riusciti a lavorare per obiettivi. Quindi abbiamo puntato prima il Giro di Sicilia dove Malucelli ha vinto e poi siamo andati avanti dove si poteva. Per fortuna c’è la nazionale che li sta sostenendo.

Benfatto con Loris Confortin, cardiologo oggi in pensione, che per anni è stato medico della Zalf Fior
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Sedun ci ha parlato di come il gruppo stia vivendo questa fase. Cosa pensi della situazione?

Ci sentiamo spesso, però ormai che c’è poco di cui parlare perché alla fine i discorsi sono sempre gli stessi. Quindi più che altro siamo in contatto per sapere come va. E’ un buon gruppo e speriamo di riprendere l’anno prossimo. Anch’io avevo investito su questa squadra e preso le mie decisioni. Rifarei la scelta comunque perché, anche se per un breve tempo, è stata una bellissima esperienza. Penso che la vita sia una ruota, quindi anche se adesso abbiamo avuto questo stop, prima o dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto ritornerà. Sono fiducioso e penso positivo per il futuro.

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