Antonio ha già recuperato da quel brutto e strano incidente di qualche giorno fa al Uae Tour. E’ stato fermo un paio di giorni, ma non appena si è sentito meglio, è subito salito in sella per ricominciare a rincorrere i propri sogni…
La seconda tappa del UAE Tour 2021 com’è andata?
Le sensazioni in partenza erano buone, mi sentivo bene, avevo la gamba delle mie crono migliori. Me ne accorgo subito quando ho la gamba giusta e quel giorno era proprio così. E’ stata una crono molto breve, il vento l’ha resa abbastanza dura ma l’ho fatta a tutta. All’ultimo chilometro e mezzo ho trovato il vento a favore e ho dato l’anima.
Poco prima della linea del traguardo…
Sono caduto! Lì per lì non sapevo nemmeno io cosa fosse successo, è stato talmente veloce che ho solo percepito di aver perso l’equilibrio e mi sono ritrovato a terra. Dopo ho cercato di capire, pensavo fosse stato un problema mio, una mia distrazione; si è rivelato invece che c’era stato un problema alla bici. Ho comunque concluso al 19esimo posto e ne sono felice, forse quel secondo in più dovuto alla caduta se non ci fosse stato mi avrebbe fatto scalare la classifica, ma sono contento ugualmente. Non ha senso guardare al passato… bisogna pensare al futuro.
Nessuno ti ha immediatamente soccorso.
Dopo qualche secondo, vedendo che non arrivava nessuno ho pensato: “Beh, che devo fare? Non viene nessuno… mi alzo da solo”. E così ho fatto (ride, ndr). Dopo un minuto circa è arrivato qualcuno ad aiutarmi. Sinceramente non so perché nessuno all’arrivo sia subito venuto… forse per il problema Covid.
Come sono stati i primi momenti post caduta ?
Un po’ duri. Ero lontano da casa, non riuscivo a muovermi bene, mi ero un po’ spaventato. Poi però ho ragionato, ho capito che alla fine non mi ero fatto nulla di grave e che essendo ad inizio stagione mi sarei potuto rialzare facilmente.
Lo stage nel 2020 con la Trek?
Avere l’opportunità di fare da stagista in una squadra WorldTour è stata sicuramente una grande emozione e mi ha fatto capire molto la grande preparazione che c’è nel pre partenza di una gara importante o, comunque, durante la gara stessa.
Cosa pensi di Nibali?
Fino a poco tempo fa quando pensavo a lui lo immaginavo come una persona quasi irraggiungibile. Adesso stando diverso tempo insieme, ho capito che è una persona normale: simpatico, aperto e scherzoso, mi trovo davvero molto bene. Sotto certi punti di vista penso che ci somigliamo, soprattutto perché siamo abbastanza ritardatari (ride, ndr). Pensa cosa succede quando siamo in stanza insieme… perdiamo sempre quei quindici minuti più del dovuto.
Un momento divertente con la Trek…
Ottobre 2019. Dopo aver vinto i mondiali junior a crono sono andato in ritiro con loro in America. Era un ritiro-festa, più una festa in realtà essendo fine stagione. La mattina si facevano meeting e la sera cena, pub, festa, discoteca. Pedersen che aveva vinto il mondiale da pochissimo, per festeggiare, ha affittato un bus-discoteca e abbiamo girato Chicago così. Una sera siamo andati in un pub, c’erano tantissimi tavoli da ping pong e ad un certo punto abbiamo avuto tutti un momento di pazzia e abbiamo iniziato a giocare e a fare una confusione assurda.
Chi è il più scherzoso in squadra ?
Ciccone sicuramente, poi… mmh no, come Cicco nessuno (ride, ndr)! A me piace anche scherzare, ma sono molto calmo e sto sulle mie, quando ci sono momenti di gioco naturalmente però non mi tiro indietro.
Hai 19 anni, sei ancora molto giovane, come ti vedi cambiato rispetto alle categorie giovanili?
I primi anni alle gare era una tragedia, prima della partenza vomitavo per l’ansia anche se spesso vincevo ugualmente. Avevo paura del passaggio tra una categoria all’altra, avevo paura del chilometraggio diverso, del ritmo diverso… puntualmente però mi trovavo anche meglio. L’ansia che avevo da piccolino è svanita già da allievo, iniziai ad essere più sicuro dal momento che vincevo di più. Mi sentivo a mio agio. Adesso che sono tra i big sì, ho sempre quel filo di ansia quando mi sto per preparare, poi passa.
Oltre le crono dove va bene Antonio?
Mi piacciono le salite lunghe. Non sono tanto esplosivo e non ho tanta potenza; più è lunga la salita e meno soffro. All’inizio è parecchio dura, ma più vado avanti più le mie gambe rispondono al meglio.
Un futuro nelle corse a tappe ?
E’ quello che spero, punto a questo. Il Giro d’Italia è il mio più grande sogno, non c’è una gara che mi piacerebbe vincere più della corsa rosa.