Salvoldi verso mondiali ed europei: il conto alla rovescia è iniziato

23.07.2024
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Per la nazionale juniores inizia un conto alla rovescia che porterà i ragazzi, guidati dal cittì Dino Salvoldi, a numerosi impegni. Luglio e agosto saranno mesi intensi in vista del Giro della Lunigiana, dei mondiali su strada e del campionato europeo, sempre su strada. Tre appuntamenti che valgono una stagione, per questo Salvoldi si è rimboccato le maniche e ha iniziato a programmare tutto, cercando di incastrare i pezzi di un puzzle a volte già indirizzato da date stringenti.

«Ora siamo a Livigno – spiega il cittì – con il gruppo pista, ho con me sette ragazzi che sono quelli del mondiale. Staremo qui fino al 3 agosto, poi andremo a Montichiari a perfezionare il lavoro fatto e infine voleremo in Cina. Finita la rassegna iridata su pista si aprirà quella su strada. Torneremo ancora a Livigno per preparare il mondiale di Zurigo e staremo dal 19 al 31 agosto».

Per Salvoldi inizia un periodo ricco di appuntamenti importanti
Per Salvoldi inizia un periodo ricco di appuntamenti importanti

Incastri difficili

Salvoldi nel mese di agosto girerà il mondo, tenendo come base operativa Livigno. Da qui partiranno tutte le spedizioni azzurre. Tra pista e i tre appuntamenti su strada, il cittì non avrà nemmeno tempo di riposare, tutto avverrà in così breve tempo che non saranno ammessi cambiamenti. O intoppi. 

«Torneremo a casa il 31 agosto – prosegue Salvoldi – perché il 4 settembre inizierà il Giro della Lunigiana. Il periodo perfetto per fare un ritiro in ottica mondiale sarebbe stato l’inizio di settembre, ma non sarebbe stato possibile. I ragazzi devono correre quella corsa, che comunque sarà un crocevia importante in ottica del mondiale di Zurigo».

Andrea Bessega (a destra) ha di recente vinto l’appuntamento del Piva Junior Day (foto Bolgan)
Andrea Bessega (a destra) ha di recente vinto l’appuntamento del Piva Junior Day (foto Bolgan)
Finito il Lunigiana ci saranno mondiali ed europei. 

Tra mondiali ed europei c’è una differenza incredibile nei percorsi. Penso adotterò due squadre completamente diverse, forse una o due individualità potranno fare entrambi gli appuntamenti, ma non ne sono così sicuro. Anche perché, come nel 2023, c’è il vincolo, imposto dall’alto, che prevede un gruppo unico tra strada e crono. Quindi chi correrà su strada farà anche la prova contro il tempo e viceversa. Si tratta di una scelta legata al budget. 

L’impegno iridato sarà parecchio esigente.

Noi correremo in cinque. C’è una parte di squadra che per caratteristiche e rendimento nella stagione è già praticamente definita. Nulla è sicuro, il Lunigiana servirà a confermare ciò che mi aspetto da loro. Dovranno farsi trovare in condizione. 

Lorenzo Finn ha conquistato il titolo tricolore juniores e correrà al Lunigiana con la maglia tricolore
Lorenzo Finn ha conquistato il titolo tricolore juniores e correrà al Lunigiana con la maglia tricolore
Stai parlando di Lorenzo Finn e Andrea Bessega?

Non è di certo un segreto. Loro due hanno avuto una stagione positiva ma allo stesso tempo travagliata. Finn è caduto all’Eroica Juniores e si è ripreso bene, Bessega invece ha avuto qualche infortunio di troppo. Da entrambi mi aspetto una gran voglia di rivalsa e una grinta importante. 

Servono poi gli altri tre nomi. 

In base alle caratteristiche del percorso cercherò i ragazzi migliori. Il mese di agosto prevede tante gare importanti con tracciati simili a quello dell’appuntamento iridato. Già domenica al Gran Premio Sportivi Loria si potrà vedere qualcosa di interessante. Anche se, le gare più rilevanti saranno Paganessi e Buffoni, oltre al Lunigiana chiaramente. 

Avere Finn al Lunigiana quanto è importante?

Era una cosa già programmata a gennaio con la squadra, poi confermata una volta che sono andato a trovarli in ritiro sul lago di Garda. Avevo spiegato al team la particolarità e l’importanza del Giro della Lunigiana e loro avevano accettato di lasciar libero Finn di decidere. Il Lunigiana e il Ruebliland sono simili nel percorso e nelle caratteristiche. Anzi, il primo ha un paio di tappe in più. 

Magagnotti, al primo anno nella categoria, è stato una delle sorprese della stagione (photors.it)
Magagnotti, al primo anno nella categoria, è stato una delle sorprese della stagione (photors.it)
Dopo i mondiali arrivano gli europei.

Non ho visto direttamente il percorso, ma conosco bene la zona. E’ un tracciato adatto a corridori potenti e veloci. Qualche nome potrebbe uscire dal gruppo pista, visto anche il loro percorso di crescita con la nazionale. Tanti ragazzi li ho provati nei vari appuntamenti di Nations’ Cup. 

Quali nomi potrebbero uscire dalla pista?

Mi viene in mente Magagnotti, che ha dimostrato di essere un vincente. E’ un primo anno ed è tutto da scoprire: non è solamente un velocista, ma un corridore completo. L’altro potrebbe essere Montagner, ha fatto bene in stagione anche se è stato discontinuo. Per il resto del team dovrò affidarmi ai cosiddetti passisti. Ragazzi che hanno caratteristiche di fondo e con uno spunto veloce. E’ difficile individuarli perché nelle squadre di appartenenza vengono utilizzati come velocisti, invece devono imparare a correre all’attacco. 

Salvoldi ha provato diversi atleti nelle prove di Nations Cup per trovare i giusti interpreti per i tanti appuntamenti (foto Freddy Guérin/DirectVelo)
Salvoldi ha provato diversi atleti nelle prove di Nations Cup per trovare i giusti interpreti per i tanti appuntamenti (foto Freddy Guérin/DirectVelo)
Insomma gli impegni non mancheranno.

Assolutamente, ora è tutta una tirata fino a fine settembre. 

Allora in bocca al lupo.

Grazie e ci vediamo sulle strade del Lunigiana!

Vittoria Grassi, il 2023 a due facce. Inizio lento, finale al top

14.10.2023
7 min
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Il suo 2023 ha viaggiato a due velocità distinte. Nella prima parte con le marce ridotte, nella seconda con quelle alte. Vittoria Grassi negli ultimi tre mesi della stagione ha ingranato la quinta e l’ha mantenuta fino in fondo tra BFT Burzoni e nazionale, tra strada e pista (in apertura foto Piva).

Non solo, la classe 2005 di Grugliasco ha provato da stagista con la BePink-Gold ciò per cui sta lavorando sodo e che la attende nelle prossime stagioni. Per Grassi ora è giunto il momento di riposarsi e, contemporaneamente, di concentrarsi sull’ultimo anno al liceo scientifico “Curie-Vittorini” del suo paese. Come le capita in sella alla bici, anche a scuola riesce ad ottenere buoni voti e risultati. Ha un bell’eloquio la junior torinese quando racconta e ricorda i passaggi fondamentali della sua annata. Ecco cosa ci ha detto nella nostra chiacchierata.

Grassi è stata stagista con la BePink in quattro gare internazionali. Manca l’ufficialità ma correrà con loro nel 2024 (foto BePink)
Grassi è stata stagista con la BePink in quattro gare internazionali. Manca l’ufficialità ma correrà con loro nel 2024 (foto BePink)
Vittoria hai finito il 2023 con lo stage in BePink, partiamo da qui.

E’ stata un’esperienza molto bella. A settembre ho fatto due gare in Francia, una in Belgio ed il Giro dell’Emilia. Ho corso con loro anche la open di San Daniele del Friuli, ma quella l’avrei potuta correre ugualmente con la Bft Burzoni. In quelle occasioni mi sono divertita con le nuove compagne. L’unica che conoscevo già era Zanardi perché ci siamo trovate tante volte in pista e poi anche lei è cresciuta nella mia attuale formazione. In corsa invece ho subito imparato a fare tanta fatica, come mai mi era capitato prima. Normale che sia stato così, non ero abituata a fare i conti con tanti chilometri, con la durezza dei percorsi e con un ritmo decisamente più intenso. Direi che mi sono difesa bene. E nelle gare open che ho fatto nel mezzo ho sentito immediatamente un rendimento differente, migliore chiaramente.

L’anno prossimo passerai alla BePink. Com’è nato il contatto con loro?

Dovrei andare lì, però aspettiamo per correttezza che arrivi l’ufficialità da parte loro. Per lo stage è stato Stefano Solari, il team manager della Bft Burzoni, a propormi a Zini. L’unica incognita ero io perché fino a luglio non avevo ottenuto grandi risultati. Abbiamo dovuto attendere qualche settimana per capire se potessi provare con la BePink o meno. Poi è arrivata finalmente la domenica giusta…

Quale e perché?

Era il 23 luglio ed eravamo alla gara open di Ponte di Piave, la San Gabriel Gold Race. Sono entrata nella fuga giusta con un’altra decina di atlete. Loro tutte elite, io unica junior. Avrei potuto stare a ruota perché tanto avrei vinto la mia categoria, invece ho voluto collaborare fortemente. Ci tenevo che guadagnassimo il più possibile e ho tirato anch’io affinché non ci riprendessero. Siamo arrivate in fondo ed ero felicissima. Non per il successo, ma per la mia prestazione. Per la cronaca ha vinto Zanardi che poi ha speso belle parole per me, che mi hanno fatto piacere. Forse quel giorno è stata una combinazione che mi trovassi in mezzo alle elite, ma è anche vero che bisogna sapersele creare. E lì la mia stagione ha preso un’altra piega. Sono arrivati altri due successi (a Valvasone e seconda tappa Giro di Lunigiana, ndr).

Perché prima le cose non erano andate bene?

L’inizio del 2023 l’ho passato con diversi problemi. Inizialmente una noia di vecchia data ad un ginocchio. Non riuscivo ad allenarmi come dovevo e le prime gare le ho fatte arrancando ed inseguendo. Il morale era basso pensando che mi stavo condizionando una stagione molto importante per il mio futuro. Poi quando stavo ritrovando un po’ di gamba, è arrivato un altro stop.

Cosa è successo?

Il primo maggio sono caduta in volata a Sant’Urbano nel padovano. Una brutta caduta, nella quale sono svenuta poco dopo. Per fortuna nulla di rotto, ma tante botte, sia nel fisico che nuovamente nel morale. Il rientro alle corse è stato difficile. Avevo paura a stare in gruppo, temevo di cadere ancora e farmi male. Solo da giugno ho riassaporato certe sensazioni benauguranti.

Racconta pure…

Agli italiani in pista a Dalmine ho conquistato due ori tra velocità a squadre e 500 metri, un argento nella velocità e due bronzi nel keirin e madison. Poi nella tipo-pista delle Alpi Giudicarie ho vinto scratch e corsa a punti nell’ominum. Poi anche il terzo posto nella cronosquadre tricolore mi ha dato fiducia. Ed il morale è cresciuto ulteriormente dopo il bronzo nel team sprint e l’argento nello scratch agli europei di Anadia.

Una raccolta di medaglie che è proseguita anche ai mondiali su pista di Cali.

Sì, vero e sono molto felice di questo. La trasferta in Colombia non è stata inizialmente semplice viste le sette ore di fuso orario. Alla fine è stata una grande spedizione per noi italiani. Sono orgogliosa di aver contribuito con l’argento nel quartetto e l’oro nella madison con Federica (Venturelli, ndr).

Nel tuo crescendo stagionale sei stata con la nazionale anche su strada. Te lo aspettavi?

A dire il vero no, però sapevo che stavo trovando una buona forma. In generale, tra pista e strada, da una parte sai che stai perdendo molte gare col tuo club, ma dall’altra sai che ne vale assolutamente la pena. Quando vesti la maglia azzurra è sempre un grande stimolo e un orgoglio. Mi ha fatto piacere la chiamata del cittì Sangalli per disputare prima il Watersley (gara a tappe, ndr) e poi l’europeo di Drenthe. Passerò di categoria nel 2024 e spero in futuro di poter fare parte ancora della nazionale.

Hai vinto medaglie sia nell’endurance che nella velocità. Sei un perfetto prototipo per ciò che cercano il cittì Marco Villa e Ivan Quaranta. Ne hai parlato con loro?

Entrambi mi considerano molto versatile e anche mi fa piacere. Però bisogna fare delle scelte. Nelle discipline veloci mi sono sempre ben difesa o adattata ma so di non essere abbastanza veloce per le competizioni internazionali da U23 o elite. Di base su pista sono sempre stata nel gruppo endurance e qui dovrei restare perché al contrario il mio spunto veloce mi favorisce. Poi sappiamo che l’endurance in pista è molto più compatibile con l’attività su strada. Mi concentrerò in quella direzione.

Che anni sono stati quelli di Vittoria Grassi alla Bft Burzoni?

Sono stata con loro per quattro stagioni, due da allieva e due da junior. Per me sono stati una seconda famiglia e devo ringraziarli per quello che hanno fatto per me. Tutto lo staff mi ha permesso di crescere tantissimo sia come atleta che come persona. Sono arrivata da loro che ero timida ed introversa, vado via consapevole di essere diventata una ragazza caratterialmente più aperta e matura.

Grassi con la BFT Burzoni ha disputato due anni da allieva e due da junior, crescendo molto come atleta e persona (foto Ossola)
Grassi con la BFT Burzoni ha disputato due anni da allieva e due da junior, crescendo molto come atleta e persona (foto Ossola)
Obiettivi della prossima stagione?

Ce ne sono diversi. Avrò la maturità e cercherò di uscire con buoni voti, anche perché non mi dispiacerebbe continuare gli studi all’università. Non c’è solo il ciclismo e Fisioterapia o Scienze della Nutrizione mi affascinano. Prima però voglio continuare a coltivare il mio sogno di fare la ciclista di professione. Nel 2024 voglio imparare dalle compagne più grandi e fare tanta esperienza, correndo ancora tanto all’estero. Ogni risultato che verrà andrà bene. Sono una velocista ma ho capito che se voglio ritagliarmi qualche spazio dovrò lavorare sodo e migliorare in salita o sugli strappi. I miei idoli sono Wiebes e Balsamo. Al momento sono lontanissime e non mi ci rivedo in loro ma un giorno vorrei diventare un’atleta con quelle caratteristiche.

Salvoldi e l’Italia hanno voglia di rivincita: rotta su Drenthe

19.09.2023
4 min
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L’ultimo impegno che attende le nostre nazionali è quello dell’europeo di Drenthe, in programma dal 20 al 24 di settembre. La prova che assegnerà la maglia di campione europeo della categoria juniores verrà assegnata il 23 settembre. Fino all’ultimo le scelte sono state difficili per Dino Salvoldi, i tempi stringevano e le gare per selezionare i sei partecipanti anche. 

«Sono stati fondamentali i giorni di ritiro che abbiamo fatto a Montichiari – dice il cittì degli juniores – per la strada abbiamo optato per: Bessega, Montagner, Mottes, Negrente, Sierra e Giaimi. Bisogna capire come quest’ultimo reagisce alla caduta. Probabilmente per lui la più grande problematica sarà la cronometro, visto l’infortunio al gomito potrebbe far fatica a tenere la posizione sul manubrio».

Sierra ha centrato il quarto posto nel mondiale juniores, ora cerca il riscatto all’europeo
Sierra ha centrato il quarto posto nel mondiale juniores, ora cerca il riscatto all’europeo

Riscatto europeo

La medaglia di legno di Sierra ancora brucia se ci ripensiamo, quell’episodio sfortunato però deve essere la miccia che accende l’europeo azzurro. La voglia di riprovarci è mischiata alla consapevolezza di potersi giocare certe occasioni, e per di più da protagonisti.

«E’ tutto l’anno – afferma Salvoldi – che vedo i ragazzi più vicini ai loro coetanei stranieri: come mentalità e di conseguenza come prestazioni. Non sono timidi e non hanno paura di correre a ritmi elevati fin dai primi chilometri, ed è giusto così. All’europeo arriveremo mentalmente stanchi, la stagione è stata lunga per tutti. Ad eccezione magari di qualche ragazzo che si è fermato per infortuni o altri motivi. Fisicamente ci si può arrivare bene, i tempi per recuperare e preparare l’evento ci sono stati. E’ l’ultimo grande sforzo della stagione e troveremo le forze per fare bene, ne sono sicuro. D’altronde la maglia in palio è importante».

Mottes si è meritato la qualificazione agli europei dopo un’estate super
Mottes si è meritato la qualificazione agli europei dopo un’estate super

L’esordiente Mottes

Nel costruire la squadra che si giocherà il campionato europeo Salvoldi ha dovuto aspettare ed attendere tante conferme. I nomi erano previsti per il lunedì dopo il Trofeo Buffoni, l’11 settembre, ma le convocazioni sono slittate in avanti di una settimana.

«Dopo il Trofeo di Vertova e il Trofeo Paganessi – dice Salvoldi – c’è stato un virus e molti corridori non sono riuscito a visionarli. Così anche al Giro della Lunigiana ho fatto fatica a vedere i ragazzi e capire le loro reali condizioni. Sono state fondamentali le ultime gare: il Trofeo Buffoni e le ultime corse nazionali disputate nel weekend».

Tra i nomi spicca quello di Lorenzo Mottes, che nell’ultimo periodo è andato davvero forte e si è meritato questa convocazione.

«Lui è andato davvero bene nell’ultimo mese – afferma Salvoldi – la vittoria di tappa al Lunigiana e il terzo posto finale gli hanno permesso di guadagnarsi questa convocazione. Durante il ritiro di Montichiari ho avuto modo di vederlo dal vivo e ha risposto davvero molto bene».

Negrente è un velocista che può risultare molto utile alla nazionale di Salvoldi (photors.it)
Negrente è un velocista che può risultare molto utile alla nazionale di Salvoldi (photors.it)

Qualche certezza

Rispetto al mondiale di Glasgow qualche corridore è cambiato, i motivi sono diversi: il percorso in primis e la voglia di Salvoldi di dare a tutti i ragazzi un’occasione.

«Dopo il mondiale – dice ancora Salvoldi – la volontà era quella di fare una rotazione e dare un po’ di spazio ai primi anni. Uno su tutti è Bessega, che ha fatto una grande stagione e si è meritato la convocazione. Poi ho comunque dovuto fare delle scelte anche legate al percorso e alla condizione: Sierra e Negrente rientrano tra questi. Dei ragazzi presenti a Montichiari ho dovuto escludere Sambinello e Chinappi, mi è dispiaciuto molto, ma quando si deve scegliere purtroppo è così. Si parte mercoledì e inizieremo il nostro appuntamento europeo, nella giornata di giovedì dovremmo fare la ricognizione del percorso. Questi i vari impegni: le prove a cronometro il 20 e 21 settembre, mentre la gara su strada sarà il 23».

Bruttomesso punta l’azzurro e prepara la “sfida” con Merlier

08.09.2023
4 min
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L’intervista con Alberto Bruttomesso arriva dopo uno scambio di messaggi e alcune gare qui in Italia. Tutte svolte in preparazione all’impegno più importante in casa: l’Astico-Brenta, che si è corso oggi. Poi sarà la volta di prendere le misure con i grandi, in vista del passaggio nel WorldTour del prossimo anno, che avverrà con la Bahrain Victorious. Con un obiettivo abbastanza chiaro, riuscire a partecipare all’europeo.

Alberto Bruttomesso, a sinistra, dopo il ritiro al Sestriere ha corso in Romania al Tour of Szeklerland (foto Halmagyi Zsolt)
Alberto Bruttomesso, a sinistra, dopo il ritiro al Sestriere ha corso in Romania al Tour of Szeklerland (foto Halmagyi Zsolt)

Niente mondiale

Bruttomesso era parte del gruppo, guidato dal cittì Amadori, che ha preso parte al ritiro del Sestriere. Giorni importanti che hanno permesso di prepare al meglio mondiale e Avenir. Il corridore del CTF Friuli era uno dei nomi papabili per la trasferta di Glasgow. Alla fine però Amadori ha deciso di non portarlo, una decisione presa comunque con grande trasparenza.

«Amadori mi ha chiamato – dice Bruttomesso – e mi ha detto che non sarei stato parte della squadra per il mondiale. Ero stato inserito nella lista dei dieci nomi, ma alla fine il cittì ha deciso così. Mi ha detto che la tattica di squadra, che era quella di attaccare fin dai primi chilometri, mi avrebbe penalizzato. Lo capisco e infatti ho rispettato la sua decisione senza problemi».

Al circuito di Cesa, il 29 agosto, è arrivato secondo posto dietro al compagno di squadra Andreaus (photors.it)
Al circuito di Cesa, il 29 agosto, è arrivato secondo posto dietro al compagno di squadra Andreaus (photors.it)
I nostri favoriti, Buratti e Busatto, sono stati tagliati fuori per una caduta, tu saresti potuto essere un buon outsider?

Non saprei. La gara non l’ho vista tutta anche perché in quei giorni stavo correndo il Tour of Szeklerland (foto apertura Halmagyi Zsolt). Però ho visto gli ultimi chilometri e posso dire che il circuito finale era davvero duro, forse anche troppo per me. Non sono sicuro che sarei riuscito ad entrare nel primo gruppetto, e Milesi ha fatto comunque qualcosa di eccezionale. 

Per preparare il mondiale ti eri fermato due mesi, era già previsto uno stop così lungo dalle corse?

Sì, insieme alla squadra avevamo già deciso che mi sarei fermato per riprendere fiato e allenarmi in quota. Quindi con o senza nazionale sarei andato comunque in ritiro, farlo con Amadori è stato molto meglio. Ero seguito, in compagnia e comunque ho parlato e lavorato con lui. 

Una volta saputo che non saresti andato al mondiale sei tornato subito a correre…

Anche questa decisione l’ho presa con il team. Non volevamo perdere il grande volume di allenamento fatto. C’era l’occasione di andare a correre in Romania (al Tour of Szeklerland, ndr) e l’abbiamo colta. I riscontri sono stati super positivi, stavo bene ed ho ottenuto un secondo e un settimo posto. In gara erano presenti tanti elite, è stato un bel banco di prova.

Bruttomesso ha sfruttato bene il lavoro fatto in altura con la nazionale
Bruttomesso ha sfruttato bene il lavoro fatto in altura con la nazionale
Poi hai corso hai corso in Italia?

Ho corso prima al Valdarno, poi al Circuito di Cesa e infine l’Astico-Brenta. Ho recuperato un po’ dopo gli sforzi della Romania e mi sono allenato bene. Al Valdarno sono andato in fuga per fare gamba, la corsa era dura: 170 chilometri e 2700 metri di dislivello. Troppi per vincere ma giusti per fare fatica. 

Farai altre esperienze con gli elite o professionisti?

Il 13 settembre partirà il Giro di Slovacchia, sarò presente. Quello è un bel banco di prova, ci sarà qualche squadra WorldTour, e in più dovrebbe correre Tim Merlier

Uno dei tuoi possibili avversari il prossimo anno, come ti senti?

Sono curioso e sereno, non sento pressione. Ho fiducia, sto andando forte e le ultime corse me lo hanno confermato. 

Un ritiro a metà stagione era comunque previsto, Bruttomesso ha preferito farlo con la nazionale, per allenarsi al meglio
Un ritiro a metà stagione era comunque previsto, Bruttomesso ha preferito farlo con la nazionale, per allenarsi al meglio
Dalla Slovacchia quando rientri?

Il 18 settembre.

Il 22 ci sono gli europei, ci pensi?

Sono tra i dieci nomi che Amadori ha stilato e tra i quali sceglierà la squadra. Partecipare sarebbe bello, il percorso mi incuriosisce e sarebbe anche un bell’obiettivo per chiudere la stagione. Il percorso dovrebbe essere movimentato ma non troppo, con un arrivo in cima ad uno strappo. Si avvicina alle mie caratteristiche, vedremo.

Marco Villa, Filippo Ganna, mondiali pista Berlino 2020

Ganna, il tampone conferma i sospetti

06.11.2020
2 min
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Quando siamo arrivati in pista, mentre Jonathan Milan si lanciava in un inseguimento individuale di 3.000 metri, l’assenza di Ganna si è notata all’istante.

«Pippo non c’è – ha detto subito Marco Villa – è andato a fare il tampone. E siccome si sentiva debole, l’ho mandato a casa e sarà pronto domenica per partire assieme a noi. Si è caricato la macchina da solo. E’ andato al centro Synlab. Gli hanno misurato la febbre all’entrata. Ha fatto il tampone, poi ha guidato verso casa. Non stava male, solo mal di testa forte, diceva, e poca fame. E questo per lui è strano».

La giornata è cominciata così con un po’ di preoccupazione e la necessaria dose di ottimismo, dato che Ganna e tutti gli altri avevano già fatto un tampone e lunedì erano tutti risultati negativi. Pippo, in particolare, si era ritrovato in pista inizialmente poco convinto, poi gasato dal buon ritmo di pedalata che riusciva ancora a tenere malgrado le fatiche del Giro.

«Nonostante abbia fatto di tutto per schivarla – aveva sorriso Viviani incontrato al campionato italiano delle donne – non c’è stato verso. Va davvero forte. Io invece non sto in piedi e la chiudo qui».

Per rispettare la privacy del piemontese, tuttavia, si è così deciso di pensare agli altri al lavoro per gli europei di Plovdiv, in attesa dell’esito del nuovo tampone.

Marco Villa, azzurri, distanziamento, Montichiari 2020
All’interno della pista di Montichiari, distanziamento fra i corridori della nazionale
Marco Villa, azzurri, distanziamento, Montichiari 2020
A Montichiari distanziamento fra gli azzurri

Purtroppo la notizia è arrivata in casa Italia intorno alle 22, nonostante di solito i tamponi arrivino di mattina, tramite un messaggio con cui Ganna ha avvertito Villa della poco simpatica novità.

«Villa ci vediamo a febbraio».

Era la conferma che purtroppo nessuno avrebbe voluto avere, data appena pochi minuti prima al Team Ineos. E dire che Ganna era già stato fermato subito dopo i campionati italiani della crono, per aver fatto il sopralluogo del percorso assieme al compagno Leonardo Basso, cui un tampone aveva dato un falso esito positivo.

«Speravo fosse altro – dice Villa – e col tampone negativo di tre giorni prima ci speravo forte. Invece è proprio invisibile e non è facile da capire come gira. Comunque oggi facciamo tutti i tamponi programmati e li ripetiamo domani o domenica, se troviamo il modo di farne una serie rapidi. Pippo è stato in pista solo martedì col tampone fresco negativo. Sono stati sempre lontano giù dalla bici, come avete potuto vedere anche voi. Ma a questo punto avere due tamponi qualche giorno prima di partire mi tranquillizza di più».

La nazionale che partirà per la Bulgaria avrà dunque cinque uomini per il quartetto: Lamon, Bertazzo, Milan, Scartezzini e Moro e si deciderà nelle varie prove chi utilizzare nella qualifica. Nell’inseguimento individuale, salvo sorprese, correrà invece soltanto Jonathan Milan.

Fausto Scotti, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Gallipoli

Europei di cross, la rosa e le (tante) spine

04.11.2020
3 min
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All’indomani della quinta tappa del Giro d’Italia Ciclocross, il Ct della nazionale Fausto Scotti ha diramato le convocazioni per gli Europei del prossimo fine settimana a s’Hertogenbosch (Olanda).

Non ci sono junior, il perché è lo stesso Scotti a spiegarlo.

«Vista la situazione pandemica – spiega – la Uec ha deciso di ridurre il programma di gare a soli elite e under 23, dietro la forte insistenza di Belgio e Olanda. Una scelta che ci penalizza, quella junior maschile sarebbe stata forse la categoria con il maggior numero di italiani presenti, ma soprattutto mi dispiace per i ragazzi che ci tenevano. Parlando con il segretario dell’Uec Della Casa, mi è stata prospettata la possibilità di recuperare la gara europea per gli junior in Italia a dicembre: se ci saranno le condizioni sanitarie, faremo tutto il possibile per realizzarla, ma al momento è difficile essere ottimisti».

Dorigoni sarà una delle nostre punte agli europei (foto Alessandro Billiani)
Jakob Dorigoni, Jesolo, Giro d'Italia Ciclocross
Dorigoni, punta azzurra agli europei
Con quale spirito partite per l’Olanda?

Non è un Europeo come tutti gli altri, questo è chiaro. Sinceramente avremmo preferito che la manifestazione venisse rinviata vista la situazione, la trasferta si presenta con moltissime incognite, con trasferimenti difficili soprattutto per i mezzi. Noi tecnici partiremo giovedì passando per Bruxelles, i ragazzi partiranno direttamente venerdì con scalo a Eindhoven.

Tamponi per tutti?

Li abbiamo fatti ieri, ma è probabile che le autorità olandesi vorranno comunque controllarci all’arrivo anche se avremo con noi l’esito. Non vorrei che avvenisse un epilogo identico a quello della nazionale di judo per il Grand Prix di Budapest, un paio di settimane fa (tamponi tutti negativi alla partenza dall’Italia, tre atleti e un coach trovati positivi in Ungheria e tutta la nazionale fermata e impossibilitata a gareggiare, ndr). Tutto ciò influisce fortemente, diciamo che partiamo per onorare l’evento.

Che notizie hai sugli avversari?

So che tutte le nazionali principali, seppur con le stesse nostre grandi difficoltà saranno presenti, ultima in ordine di tempo anche la Francia ha avuto la liberatoria per partire. Sarà un Europeo particolare, senza pubblico e chi ha gareggiato da quelle parti sa bene quanto ciò influisca, le gare lì diventano una bolgia per il tifo che si sente.

Il percorso a quale azzurro si adatta di più?

Direi un po’ a tutti, perché non ha grandi difficoltà tecniche. E’ quasi completamente piatto, ci avevamo già gareggiato per gli Europei un paio di anni fa. So che l’organizzatore (l’ex iridato Richard Groenendaal, ndr) ha inserito un centinaio di metri su sabbia, il resto lo verificheremo sul posto. Non partiamo con grandi aspettative, come detto vogliamo onorare la manifestazione facendo il meglio che potremo, cercando i migliori piazzamenti possibili. Probabilmente fra gli junior avremmo avuto maggiori possibilità.

Ecco i convocati azzurri.

UOMINI

Elite: Cristian Cominelli (Scott Racing Team), Jakob Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite), Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli)

Under 23: Federico Ceolin (Selle Italia Guerciotti Elite), Filippo Fontana (Carabinieri), Samuele Leone (Development-Guerciotti), Marco Pavan (D’Amico Um Tools)

DONNE

Elite: Alice Maria Arzuffi (Fiamme Oro/777), Eva Lechner (Esercito)

Under 23: Francesca Baroni (Selle Italia Guerciotti Elite), Sara Casasola (DP66 Giant SMP), Gaia Realini (Selle Italia Guerciotti Elite)

C’è il quartetto olimpico nella testa di Milan

26.09.2020
3 min
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Jonathan Milan viaggia spedito verso le Olimpiadi di Tokyo 2021. Nella sua testa c’è prima di tutto il quartetto. Il gigante friulano però eccede anche in umiltà quando dice che prima deve guadagnarsi la convocazione.

«Dico così perché non si sa mai», spiega Milan. «Ti può capitare un malanno, di non essere in condizione per quel periodo. A quel punto devi lasciare il posto a qualcun altro, giustamente. E poi non vivo su quanto fatto agli ultimi mondiali».

Milan
Alla Vuelta a San Juan, in Argentina ad inizio stagione, Jonathan Milan ha corso in azzurro
Milan in azzurro alla Vuelta San Juan

A febbraio, infatti, Milan volava. Nella sfida iridata di Berlino aveva staccato un super tempo. Aveva fatto segnare 4’08” per coprire quei 4.000 metri nell’inseguimento. Un tempo anche migliore rispetto a quello di Filippo Ganna alla sua stessa età.

Un’estate a suon di titoli nazionali

La sua corsa verso Tokyo è ripartita con i campionati italiani (dove ha vinto l’inseguimento individuale) e con quelli europei U23. Oltre ai successi su ottenuti strada, come la cronometro tricolore. Insomma, Milan alternativa naturale a Ganna? E’ sempre più probabile.

Nell’inseguimento a squadre, agli europei under 23 di Fiorenzuola, il friulano ha coperto la quarta posizione, quella delle tirate più lunghe. Quando si ritroverà con gli elite le cose cambieranno, quello infatti è il regno di Ganna.

«Dovrei essere il secondo e mi piace. E’ una posizione che richiede responsabilità. Il primo porta il team nella velocità stabilita. Il secondo deve mantenerla e se possibile aumentare, ma senza strappare. Serve sensibilità. Ai mondiali la formazione era nell’ordine: Francesco Lamon, io, Simone Consonni e Filippo Ganna. Però dobbiamo ancora parlarne con Marco Villa. Va stabilita la velocità del primo e quanto devono accelerare gli altri. Ci sono molte cose da inquadrare».

Milan (al centro) con il bronzo conquistato nel quartetto ai mondiali di Berlino
Milan (al centro) con il bronzo di Berlino

A questo punto sarà interessante vedere come andranno gli europei in Bulgaria (dall’11 al 15 novembre), uno dei banchi di prova più importanti in vista dei Giochi. Villa cercherà farà delle prove, visto che il discorso qualificazione è praticamente chiuso.

Nel 2021 sarà in una World Tour

La questione più delicata semmai riguarda il fatto che il ragazzo di Buja lascerà la categoria U23. Approderà tra i professionisti, in una squadra WorldTour. Al Cycling Team Friuli, la sua attuale società, sarebbe piaciuto molto trattenerlo ancora un anno. Jonathan non avrebbe rovinato quell’equilibrio che lo ha fatto crescere.

«Voglio passare e fare il grande salto», conclude Milan. Dalla squadra con cui andrò ho avuto garanzie che potrò lavorare per la pista. Le Olimpiadi prima di tutto. Per questo cercherò di allenarmi il più possibile in velodromo, chiaramente senza trascurare la strada».