Elite, sede

Elite è una Società Benefit: al centro la persona e l’ambiente

10.12.2025
3 min
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Da diversi anni Elite si caratterizza per una modalità ben definita di fare impresa: un business orientato a creare un beneficio comune duraturo, che metta al centro il benessere delle persone, la tutela dell’ambiente e la qualità del prodotto.

Per rendere ancora più esplicito e misurabile il proprio impegno, Elite ha deciso di diventare una Società Benefit, quindi un’impresa che, oltre a cercare il profitto, integra nello statuto sociale uno scopo di beneficio comune (impatto positivo su persone, comunità, ambiente), operando in modo responsabile e trasparente.

Una tappa importante

La trasformazione in Società Benefit non è un punto di partenza, ma una tappa di un percorso fatto di scelte concrete: investimenti in innovazione, attenzione alla filiera e alla qualità del prodotto, progetti con il territorio e con le community ciclistiche. Oggi questo impegno entra anche nello statuto dell’azienda veneta e diventa un obiettivo dichiarato e misurato.

Elite Società Benefit
Elite è una Società Benefit, il suo obiettivo è realizzare un business orientato a creare un beneficio per la società in cui opera
Elite Società Benefit
Elite è una Società Benefit, il suo obiettivo è realizzare un business orientato a creare un beneficio per la società in cui opera

Il benessere della persona

Elite ha deciso di impegnarsi a contribuire al benessere e al miglioramento della qualità della vita dei propri collaboratori, tutelando la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro e promuovendo l’equilibrio tra vita privata e professionale. L’azienda vuole valorizzare competenze e responsabilità, creando percorsi professionali orientati alla crescita e alla formazione continua. Allo stesso tempo si impegna a sostenere le comunità in cui opera attraverso iniziative e progetti sociali orientati al benessere collettivo e a promuovere presso i clienti stili di vita sani e inclusivi, attraverso lo sport, in particolare il ciclismo, e le esperienze positive generate dalla relazione con il brand.

La cura dell’ambiente

In Elite credono fortemente che sia estremamente importante prendersi cura dell’ambiente e per farlo l’azienda ha deciso di adottare pratiche di eco design privilegiando materiali più sostenibili, uso responsabile delle risorse, durabilità e riparabilità dei prodotti, una gestione attenta del fine vita.

Dai trainer alle borracce e portaborracce, ogni prodotto è pensato per accompagnare i ciclisti riducendo al minimo l’impatto ambientale e massimizzando la qualità e l’esperienza d’uso. L’obiettivo è sviluppare e applicare tecnologie innovative per ridurre progressivamente l’impronta ambientale, promuovendo questo modello di business anche con partner e stakeholders.

Elite è uno dei marchi di riferimento per il mondo dell’indoor training
Elite è uno dei marchi di riferimento per il mondo dell’indoor training

Costruire la fiducia

Chiudiamo con le parole di Nicoletta Sartore, CEO di Elite, che si è soffermata sul tema della fiducia.

«Il senso del nostro lavoro non sta solo nel costruire prodotti, ma nel costruire fiducia. Nel ciclismo non esiste progresso senza costanza: diventare Società Benefit è il nostro impegno a pedalare ogni giorno nella stessa direzione, dove performance, innovazione e responsabilità viaggiano insieme, generando valore condiviso per le persone e per il pianeta».

Come dicevamo all’inizio, per Elite il diventare Società Benefit rappresenta una tappa di un percorso fatto di tante tappe. L’azienda non mancherà sicuramente di aggiornarci su quanto andrà a realizzare nei prossimi mesi.

Elite

Rulli Elite 2025

Quali rulli per l’autunno-inverno 2025? Ne parliamo con Elite

25.10.2025
5 min
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Con l’autunno è iniziata la stagione più complicata per chi va in bicicletta. I capi d’abbigliamento moderni permettono di pedalare in relativa tranquillità anche con le basse temperature, è vero. Ma quando il meteo è davvero avverso, e le giornate sono davvero corte, per molti praticanti è il momento di tirare fuori (o comprare) i rulli.

Come va il mercato di questo strumento, croce e delizia dei ciclisti? Come è cambiato da prima a dopo il boom del periodo del Covid? Quali sono i modelli più richiesti? Per parlarne abbiamo contattato Marta Segato, dell’ufficio marketing di Elite, una delle aziende leader al mondo nel settore.

L’inverno è per definizione la stagione dei rulli, anche gli agonisti li utilizzano anche durante l’anno
L’inverno è per definizione la stagione dei rulli, anche gli agonisti li utilizzano anche durante l’anno
Marta, la stagione dei rulli è già iniziata?

Diciamo che è ancora agli inizi, anche se il rullo ormai non è più solo uno strumento da usare in inverno. Però il clima comunque influisce molto, perché finché è bel tempo la gente preferisce uscire. Anche col freddo ormai molti pedalano all’aperto, cambia tutto invece con la pioggia. Oppure per chi abita in città, in zone dove è difficile trovare in pochi chilometri dei percorsi su cui allenarsi. Comunque diciamo che tra novembre e inizio dicembre abbiamo il picco di vendite, perché per Natale tutti gli interessati li vogliono avere. E solitamente poi li usano fino a febbraio-marzo, a seconda della zona ovviamente.

Quali sono i rulli più richiesti?

Sicuramente quelli smart e a trasmissione diretta, cioè quelli che si usano senza la ruota posteriore. Sono più pratici, più stabili, più precisi, non c’è il problema dell’usura dello pneumatico. Da quando lavoro in Elite, cioè da 25 anni, il mondo dei rulli è cambiato moltissimo, e questa della trasmissione diretta è stata la prima pietra miliare. La seconda è stata l’interattività, che rende l’esperienza molto più godibile.

Rulli Elite 2025
Il nuovo modello Rivo è venduto anche con il “Cog”, una particolare cassetta da 8 a 12 velocità pensata per essere utilizzata con Zwift
Rulli Elite 2025
Il nuovo modello Rivo è venduto anche con il “Cog”, una particolare cassetta da 8 a 12 velocità pensata per essere utilizzata con Zwift
Quindi i rulli non smart sono in via di estinzione?

Quel mercato è praticamente sparito. Noi in gamma abbiamo ancora qualcosa, ma molto poco. Tutto quello che non è smart non si vende più. Il modello roller, quello aperto su cui stare in equilibrio, resiste ancora ma è appannaggio degli agonisti che lo usano per riscaldarsi prima delle gare.  

Andiamo più nello specifico. Avete nuovi modelli per questa stagione?

Abbiamo presentato un nuovo rullo alla fiera di Eurobike a giugno, il modello Rivo. Quindi inizieremo a vendere in questo periodo. E’ un rullo smart, naturalmente, che si aggiunge ai nostri modelli Justo 2 e Avanti, ma più semplice. Lo vendiamo in due possibilità. La versione base oppure con un setup “Zwift ready”, cioè con l’allestimento chiamato “Cog and Clic”. Si tratta di una cassetta universale da 8-12 a velocità che sostituisce quella tradizionale e rende tutto più semplice, soprattutto nel caso si usi il rullo con diverse bici

Elite è al fianco di diverse squadre WorldTour, tra cui la UAE e la Groupama-FDJ
Elite è al fianco di diverse squadre WorldTour, tra cui la UAE e la Groupama-FDJ
Possiamo dire che Rivo è quello che con il miglior rapporto qualità-prezzo?

Rivo ha certamente un prezzo interessante, vorremmo che diventasse una porta d’accesso, più snella nel prezzo e nelle caratteristiche rispetto a Justo 2 e Avanti. E’ comunque un prodotto di qualità, con un simulatore di pendenza che arriva al 18% e molto preciso, ma meno estremo dei modelli top di gamma.

Per top di gamma intendi Justo 2, corretto? Cosa cambia rispetto a Rivo?

Sì Justo 2 è il nostro prodotto di punta. Viene usato dai professionisti, come per esempio dalla UAE di Pogacar, una collaborazione che per noi è molto importante. Ed è anche il rullo scelto per i campionati mondiali UCI di esport che si terranno il 15 novembre ad Abu Dhabi. In quell’occasione tutti i finalisti pedaleranno su quel modello. Il prezzo è sui 1000 euro, cioè circa il doppio di Rivo, arriva a simulare una pendenza del 24% e ha il misuratore di potenza integrato, con un grado di errore di meno del 1%. 

Il modello Justo 2 è il top di gamma dell’azienda veneta
Il modello Justo 2 è il top di gamma dell’azienda veneta
Facciamo qualche passo indietro. Come è andato il mercato dopo il grande picco del periodo del Covid? 

Quel periodo era una bolla, e sapevamo che non potesse durare. Le persone erano disposte a pagare qualsiasi cifra per un rullo. Siamo stati lungimiranti e siamo riusciti a gestire bene il contraccolpo, inevitabile, che c’è stato nel 2022, riuscendo a sostenere comunque il marketing. Diciamo che quei due anni “magici” per noi hanno compensato quelli più difficili venuti dopo. I segni di un miglioramento si sono visti l’anno scorso e quest’anno

Rispetto al pre-Covid ora le vendite sono comunque aumentate? 

Sì, c’è stato un incremento, perché quel periodo ha avvicinato molte persone che poi ne hanno fatto uno strumento di allenamento. Anche persone che magari prima non ci avevano mai pensato. Il Covid ha spinto molto in questo senso.

Rulli Elite 2025
Il mercato dei rulli si sta aprendo anche alle donne, grazie al ciclismo femminile sempre più in crescita
Rulli Elite 2025
Il mercato dei rulli si sta aprendo anche alle donne, grazie al ciclismo femminile sempre più in crescita
Ad usare i rulli sono solo gli agonisti o c’è un mercato anche tra altri tipi di persone?

Sicuramente lo zoccolo duro rimane quello degli stradisti classici, che usano i rulli per allenarsi d’inverno ma non solo. Per il mondo della mtb invece è ancora difficile, loro escono sempre e comunque, mentre col gravel già qualcosa in più. Ma la forbice si sta accorciando. Adesso ci sono anche molte più donne e utenti un po’ più giovani. Una volta il target era sui 35-40 anni, ora si sta abbassando perché è diventato sempre più divertente. E la comunicazione delle piattaforme come Zwift, che per esempio è sponsor del Tour femminile, in questo ha certamente aiutato

Erica Magnaldi è nata a Cuneo il 24 agosto 1992. E' alla sua ottava stagione elite

Dalle GF alle elite: Magnaldi e le differenze con Trinca Colonel

29.09.2025
5 min
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Esempi di atlete che sono arrivate dalle gran fondo alle elite ce ne sono stati diversi. Nell’ultimo decennio alcune di loro sono diventate pro’ e vincenti come Erica Magnaldi prima e Monica Trinca Colonel adesso. Vale la pena però fare delle distinzioni perché anche questa transizione ha risentito del veloce e progressivo mutamento del ciclismo femminile.

Ti accorgi quindi parlando dell’argomento con Magnaldi che lei stessa farebbe fatica ad inserirsi in quello che è il suo mondo attuale e nel quale ci sa stare alla grande. Alla 33enne cuneese della UAE Team Adq abbiamo chiesto quali consigli e avvisi darebbe alle ragazze che si sentono di provare il passaggio nella massima categoria. In buona sostanza non basta solo saper andare forte in salita, occorrono tanti altri aspetti, anche mentali.

Luglio 2017, Magnaldi vince a Corvara e l'anno successivo passerà elite alla BePink (foto Maratona dles Dolomites)
Luglio 2017, Magnaldi vince a Corvara e l’anno successivo passerà elite alla BePink (foto Maratona dles Dolomites)
Luglio 2017, Magnaldi vince a Corvara e l'anno successivo passerà elite alla BePink (foto Maratona dles Dolomites)
Luglio 2017, Magnaldi vince a Corvara e l’anno successivo passerà elite alla BePink (foto Maratona dles Dolomites)

Vita che cambia

A luglio 2017 Magnaldi sale agli onori della cronaca amatoriale per la vittoria del percorso lungo della Maratona dles Dolomites. Questo risultato nella gran fondo italiana più famosa la proietta tra le elite trovando un contratto con la BePink la stagione successiva, prima di attirare l’attenzione della Ceratizit. Se il resto è storia nota, quel periodo sembra lontano anni luce.

«Il ciclismo specialmente quello femminile – apre la spiegazione Magnaldi – è cambiato tantissimo. Riguardando indietro, posso dire serenamente che la Erica di sette anni fa adesso sarebbe in grande difficoltà a correre tra le elite. Ora il livello è alto, le atlete sono agguerrite e le gare sono molto più complicate. Nel 2018 era più semplice per chi arrivava dal nulla come me. Adesso non è un passaggio così scontato come si può pensare, anche se comunque devi avere delle qualità.

«Personalmente – prosegue – ho dovuto colmare le lacune tattiche, lo stare in gruppo e la conoscenza delle avversarie. Nonostante tutto in qualche modo sono riuscita a cavarmela. Adesso bisogna avere motore per tutto. Ad esempio vediamo che ci sono i lead out per le salite, per portare le proprie capitane all’inizio delle salite o per guidarle fino ai punti decisivi. E talvolta le atlete che svolgono questi compiti continuano a salire a tutta.

Per sua stessa ammissione, ora Magnaldi farebbe fatica a passare dalle granfondo alle elite per il cambiamento del ciclismo (foto Play Full)
Per sua stessa ammissione, ora Magnaldi farebbe fatica a passare dalle gran fondo alle elite per il cambiamento del ciclismo (foto Play Full)
Per sua stessa ammissione, ora Magnaldi farebbe fatica a passare dalle granfondo alle elite per il cambiamento del ciclismo (foto Play Full)
Per sua stessa ammissione, ora Magnaldi farebbe fatica a passare dalle gran fondo alle elite per il cambiamento del ciclismo (foto Play Full)

Passaggio da ponderare

Per quelle granfondiste che ottengono buoni piazzamenti o che producono grandi prestazioni, il salto tra le elite va soppesato in maniera attenta. Se nel ciclismo maschile appare impossibile, anche nel femminile la tendenza inizia ad essere la medesima.

«Attenzione – sottolinea Magnaldi – a chi è tentata di lasciare le gran fondo per provare le gare elite. Ci sono differenze fondamentali a cui nessuno mai pensa. Le granfondiste sanno andare forte in salita con un passo regolare. Al netto di questa dote, trascurano sempre la pianura, le salite brevi e i cambi di ritmo. E poi spesso si trovano in gruppi di uomini che scandiscono la velocità. Per passare elite bisogna lavorare a livello anaerobico.

«C’è poi una componente di stress – aggiunge Erica – che non va sottovalutata. Correre a certi livelli tra le elite ha tanti aspetti belli, ma è una vita dura sia in gara che fuori. Sei chiamata a stare tanto lontano da casa tra ritiri e gare. Devi saper gestire le pressioni delle corse e gli equilibri di una squadra. Ora che sono pro’ mi accorgo che forse non sarei in grado di ritornare alle gran fondo e magari vincerle, proprio perché sono due mondi e sport totalmente diversi, non solo tatticamente».

Trinca Colonel arriva dalle granfondo, ma ha corso le categorie giovanili. Per Magnaldi i loro sono casi molto diversi
Trinca Colonel arriva dalle gran fondo, ma ha corso le categorie giovanili. Per Magnaldi i loro sono casi molto diversi
Trinca Colonel arriva dalle granfondo, ma ha corso le categorie giovanili. Per Magnaldi i loro sono casi molto diversi
Trinca Colonel arriva dalle gran fondo, ma ha corso le categorie giovanili. Per Magnaldi i loro sono casi molto diversi

Esempio border line

Dopo il mondiale appena disputato in Rwanda, sabato prossimo Trinca Colonel correrà anche l’europeo in Ardeche, dove ha conquistato tappa e generale del TCFIA, e dove ci sarà Magnaldi, che una settimana fa ha vinto il titolo continentale nel gravel in Abruzzo. Sono state spesso accomunate per il loro passato nelle gran fondo, ma le similitudini si fermano qua.

«Credo che sia – dice Magnaldi – un esempio border line quello tra me e Monica. Non ci sono consigli che io possa dare a lei. Monica ha corso nelle categorie giovanili fino a quindici anni e ha imparato a guidare molto bene la bici. Non a caso è una delle più forti discesiste del gruppo. Monica ha numeri e motore da fuoriclasse. E infatti non mi stupisco che stia andando forte malgrado fino al 2023 corresse e vincesse le gran fondo.

«Io invece – si avvia alla conclusione del discorso – sono cresciuta sugli sci da fondo e iniziando ad andare in bici quando ormai avevo più di ventidue anni. Mi sono affacciata al ciclismo elite in una fase in cui c’erano divari molto netti tra le 20-30 atlete più forti e le altre. Ora il livello medio è molto più alto alle spalle di quelle solite 20-30 forti. Le abilità le ho acquisite in gruppo, mettendomi in gioco, seguendo consigli e guardando le nostre gare in televisione, cosa che peraltro faccio ancora adesso per capire meglio gli errori che da dentro ti sfuggono. Ecco perché dico che chi viene dalle gran fondo ora farebbe fatica».

Dennis Lock, General Store-Essegibi-Fratelli Curia (Photors.it)

Lock vince, ma si dà un ultimatum: «Se non passo, smetto»

26.09.2025
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Dennis Lock a Collecchio ha colto la sua prima vittoria in maglia General Store. Un successo inseguito per diverso tempo e fortemente voluto, il ragazzo danese che in Italia è diventato grande ha finalmente raccolto i primi frutti del suo lavoro (in apertura Photors.it). 

«Sono molto felice del risultato di domenica scorsa a Collecchio – dice Dennis Lock, danese classe 2002 – anche perché è la seconda vittoria, vuol dire che la prima non è arrivata per caso. Questa prima stagione da elite mi ha insegnato molte cose, dopo il brutto infortunio in Lussemburgo sono tornato più forte di prima. Sinceramente non mi aspettavo di avere tanta forza. Ho lavorato e sto lavorando ancora molto per passare professionista, il 2025 è l’ultima occasione che mi concedo. Sono passati tre anni da quando sono arrivato in Italia, vivere lontano da casa non è semplice. 

Dennis Lock, General Store-Essegibi-Fratelli Curia (Photors.it)
Dennis Lock quest’anno è passato alla General Store-Essegibi-Fratelli Curia dopo la chiusura della Zalf (Photors.it)
Dennis Lock quest’anno è passato alla General Store-Essegibi-Fratelli Curia dopo la chiusura della Zalf (Photors.it)

Parola a Rosola

Al suo fianco ha lavorato e sta ancora lavorando lo staff del team General Store-Essegibi-Fratelli Curia. Tra questi c’è la figura di Paolo Rosola, diesse della formazione continental e che ha lavorato insieme a Lock per riuscire a far emergere le sue qualità.

«Quello di Lock – racconta Paolo Rosola – è stato un cammino progressivo di crescita che ha portato a questa bella vittoria. Il merito è da dividere tra tutti, il ragazzo ma anche lo staff e la squadra. Ognuno di noi è stato bravo, a partire dal preparatore e dal nutrizionista, figure ormai di riferimento nel ciclismo moderno. Noi diesse siamo il riscontro di come lavora la squadra». 

Dennis Lock, General Store-Essegibi-Fratelli Curia (Photors.it)
Al primo anno elite Lock è riuscito a togliersi diverse soddisfazioni, tra cui due vittorie (Photors.it)
Dennis Lock, General Store-Essegibi-Fratelli Curia (Photors.it)
Al primo anno elite Lock è riuscito a togliersi diverse soddisfazioni, tra cui due vittorie (Photors.it)

Ampi margini

La storia di Dennis Lock è quella di un ragazzo partito dalla Danimarca con l’obiettivo di venire a correre in Italia per crescere e migliorare. Il suo cammino lo ha portato prima alla Carnovali Rime nel 2022 e nel 2023. La stagione scorsa è arrivata la chiamata della Zalf-Euromobil, con la chiusura della formazione guidata da Faresin il futuro di Lock ha preso le tinte dei colori della General Store.

«Lock è al primo anno elite – continua a raccontare Rosola – è arrivato a noi dopo che la Zalf ha cessato l’attività. Lo avevamo già visto ed eravamo interessati perché pensiamo sia un corridore capace di fare ottime cose. I numeri c’erano e ci sono, aveva bisogno di persone che lo portassero a esprimersi al meglio. Ha ancora margini di crescita, ne sono convinto, anche se il fatto di essere un elite non aiuta. Ormai in pochi guardano a questa categoria, si punta a prendere atleti di secondo o terzo anno e il rischio per gli altri è di cadere in questo limbo». 

Dennis Lock, General Store-Essegibi-Fratelli Ciuria, Settimana Internazionale Coppi e Bartali
Il danese (il secondo da destra) ha corso anche tra i professionisti, qui alla Settimana Coppi e Bartali
Dennis Lock, General Store-Essegibi-Fratelli Ciuria, Settimana Internazionale Coppi e Bartali
Il danese (a destra) ha corso anche tra i professionisti, qui alla Settimana Coppi e Bartali

Provarci ancora

Il primo anno da elite rischia di essere una tagliola dalla quale si fa fatica ad uscirne interi, invece Lock grazie al supporto di Paolo Rosola e di tutta la General Store-Essegibi-Fratelli Curia ha trovato il modo di emergere e farsi notare. 

«Lock voleva giocarsi ancora le sue carte – conclude il diesse – un’altra occasione per riuscire a passare professionista. Si meritava questa chance e ha ottenuto dei bei risultati, peccato perché in alcune situazioni non ha raccolto il massimo. Un esempio è al Giro d’Abruzzo, dove il freddo lo ha costretto al ritiro. Da questo punto di vista aveva bisogno di alcuni consigli su come affrontare certe situazioni di gara, devo dire che durante l’anno ha imparato tanto. Il futuro è ancora incerto, spero possa trovare una squadra e una sistemazione adeguata alle sue qualità. Credo che possa stare tra i professionisti, glielo auguro, ma sa anche che le porte da noi saranno sempre aperte».

Rivo: lo smart trainer di Elite semplice e adatto a tutti

30.07.2025
3 min
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Elite continua a evolversi e a crescere, e lo fa grazie a prodotti sempre più aggiornati e all’avanguardia. Un progresso che prosegue grazie anche alla ricerca e allo sviluppo apportati al settore dell’indoor training, un mercato di grandi prospettive e sul quale tanto ancora c’è da fare. L’azienda veneta ha così presentato da qualche settimana il suo nuovo smart trainer: il Rivo. 

Un prodotto ideale per chi inizia a cimentarsi negli allenamenti indoor, capace di offrire caratteristiche eccellenti in un formato compatto e accessibile a tutti. Facile da usare e dalle prestazioni avanzate. Il nuovo smart trainer di casa Elite ha una connettività avanzata e precisa che permette di collegarsi a tutte le applicazioni di allenamento più usate dai ciclisti. Grazie alla connessione WiFi rimane sempre aggiornato in maniera automatica

La connettività tramite WiFi del rullo Rivo permette all’utente di allenarsi in maniera precisa
La connettività tramite WiFi del rullo Rivo permette all’utente di allenarsi in maniera precisa

Semplice e preciso 

Il Rivo è uno smart trainer che garantisce una profondità di allenamento di elevato livello, è in grado di simulare pendenze fino al 18 per cento e calcola la potenza espressa dall’utente con una precisione del 2,5 per cento. Leggero e facile da spostare è possibile riporre il Rivo in una parte della casa in cui non crea ingombro una volta finito l’allenamento. Le gambe richiudibili e la maniglia integrata permettono di portarlo ovunque, anche fuori casa

Elite ha optato per aumentare la connettività, infatti la funzione WiFi non serve solamente per avere i migliori aggiornamenti sempre disponibili ma anche per creare una connessione rapida e stabile. I dati degli allenamenti saranno sempre aggiornati e precisi. Una volta associato a una rete WiFi, il trainer si riconnette automaticamente ogni volta che viene acceso. 

Rivo è compatibile con tutte le cassette Shimano/SRAM 9/10/11 velocità, Shimano 12 velocità strada, SRAM SX 12 velocità e SRAM NX 12 velocità
Rivo è compatibile con tutte le cassette Shimano/SRAM 9/10/11 velocità, Shimano 12 velocità strada, SRAM SX 12 velocità e SRAM NX 12 velocità

Continuità

E’ un’altra parola che descrive lo smart trainer Rivo, perché questo prodotto è progettato per seguire l’utente in ogni fase dell’allenamento. Grazie alla funzione Easy Start risulta semplice anche la ripresa dagli interval training o sessioni a potenze diverse. Dopo la pausa i pedali riprendono a girare senza scatti né perdita di potenza ma con un ritorno fluido che segue il ciclista e il lavoro impostato. 

Dotato anche della funzione Supertuck capace di rivelare immediatamente l’assenza di potenza non appena l’utente smette di pedalare. Una caratteristica importante soprattutto per le piattaforme di indoor training dove l’avatar si mette subito nella posizione aerodinamica

Rivo include adattatori per Sgancio rapido 5×130-135 e Perno passante 12×142. 

Prezzo: 499 euro.

Elite

Dopo la lettera, il VPT si fa conoscere su strada col primo podio

07.03.2025
6 min
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Nell’epoca in cui tutti comunicano in modo digital-social, spesso a sproposito e talvolta usando solo le emoji, c’è ancora chi utilizza una lettera di carta spedita per posta o consegnata a mano per presentarsi. Una maniera desueta ed originale al tempo stesso quella utilizzata dal VPT WhySport, neonata formazione elite/U23, per farsi conoscere nella categoria.

L’acronimo VPT significa Veneto Project Team e il suo staff a dire il vero è composto da gente che nel ciclismo c’è già da diverso tempo con altri ruoli. Insomma la materia la conoscono bene, però è la loro nuova realtà che merita di essere approfondita, anche alla luce degli ultimi risultati. O forse è meglio dire del primo risultato ottenuto. Lo scorso weekend infatti a Castello Roganzuolo, nel trevigiano, Manuel Loss ha regalato un bel secondo posto al VPT al termine di una fuga ristretta. Abbiamo quindi colto l’occasione per farci raccontare tutto da Paolo Santello, patron del team.

Tutto nuovo e partenza da zero per la società. Il VPT è nato per far correre quegli atleti che erano rimasti senza squadra (foto facebook)
Tutto nuovo e partenza da zero per la società. Il VPT è nato per far correre quegli atleti che erano rimasti senza squadra (foto facebook)
Paolo per lei è un ritorno al passato, giusto?

Sì esatto, anche se con sostanziali differenze. Sono un preparatore atletico e nel 2014 con il mio studio SP Training curavo i programmi dell’Area Zero, un team continental. In quella squadra c’erano tre attuali pro’: Carboni, Pasqualon e Petilli. Sono contento e onorato di aver lavorato con loro, così come mi è capitato con Marcato e Busatto, l’ultimo in ordine temporale.

Come nasce l’idea di aprire una nuova squadra?

Nel mio studio abbiamo sempre seguito tanti ciclisti. Dall’appassionato che vuole perdere qualche chilo all’amatore, fino all’agonista puro come possono essere pro’, elite e U23. D’altronde lo slogan del nostro centro è “il sarto del ciclista”, perché abbiamo sempre fatto tabelle su misura come un abito. Ci capitava a fine stagione che tanti dei nostri atleti non trovassero squadra. Fino all’anno scorso alcuni di loro riuscivamo a consigliarli ad altre squadre, altri di loro invece erano costretti a smettere.

Lettera di presentazione ed una bottiglia di vino. Il VPT le ha regalate ad ogni formazione avversaria alla San Geo
Lettera di presentazione ed una bottiglia di vino. Il VPT le ha regalate ad ogni formazione avversaria alla San Geo
Quindi avete deciso di mettervi in proprio?

Proprio così. I miei figli Andrea e Matteo, che mi aiutano da sempre in studio, erano dispiaciuti che qualcuno non potesse continuare a correre. Mi hanno così proposto di creare una squadra che desse un’occasione a questi ragazzi che non voleva nessuno per tanti motivi. Ci siamo messi al lavoro ad ottobre con i ragazzi e col nostro staff, ma abbiamo potuto costituire la società solo a gennaio. Infatti per ora stiamo un po’ rincorrendo gli inviti per le corse di marzo perché non abbiamo tutti i weekend impegnati. Non tutti ci conoscono ancora, ma lo avevamo messo in preventivo.

Ed ecco la lettera di presentazione, che ha avuto ottimi riscontri dai vostri colleghi. Com’è venuta questa bella e singolare iniziativa?

Tante volte in passato si sono scoperte alcune squadre nuove solo dopo qualche corsa. Nessuno le conosce e magari iniziano le malelingue. Noi invece una settimana prima della San Geo, non appena abbiamo avuto la conferma di partecipare, abbiamo pensato di preparare questa lettera accompagnata da una bottiglia di vino delle nostre terre. Il nostro team manager Gianluca Mengardo, che è stato un mio atleta nell’Area Zero, le ha consegnate a mano ad ogni diesse di tutte le altre formazioni in gara alla San Geo. E devo dire che hanno apprezzato il nostro gesto. D’altra parte entriamo in punta di piedi in questa categoria.

Com’è composto il VPT?

La nostra sede è a Cazzago, frazione di Pianiga in provincia di Venezia, a pochi chilometri da Padova. Abbiamo dieci ragazzi. Un elite e nove U23, di cui tre ragazzi che arrivano dagli juniores. Oltre a me, i miei figli e Mengardo, abbiamo tre diesse. Sono Damiano Albertin, Aldo Borgato (padre di Giada, la commentatrice di Rai Sport, ndr) e Andrea Caco. Anche loro li abbiamo rispolverati perché lo facevano tempo fa e li abbiamo coinvolti tutti e tre perché in base ai loro impegni lavorativi e personali si alterneranno alle corse.

Invece dal punto di vista tecnico come siete messi?

Nel nostro ritiro fatto sui Colli Euganei abbiamo avuto un’idea delle caratteristiche dei nostri ragazzi. Credo però che si capiscano meglio gara dopo gara. Posso dire che si sono impegnati tanto da subito. Diciamo che sia loro come noi, con i mezzi e tutto il materiale, siamo partiti da zero.

Intanto però il 2 marzo è arrivato un secondo posto che dà morale. Che giornata avete vissuto?

Sono onesto nel riconoscere che non c’era un grande lotto di partecipanti, però le gare vanno corse e onorate perché nessuno ti regala nulla. Il secondo posto di Loss è stato inaspettato e lui è stato davvero bravissimo. Era dentro ad una fuga di otto e pensate che io ero già contento se avesse fatto ottavo. Risultato a parte, la grossa soddisfazione è per come abbiamo corso, entrando sempre nei vari tentativi di fuga, fino a quella decisiva.

Paolo Santello si è prefissato degli obiettivi con il Veneto Project Team?

Per il momento prendiamo quello che viene senza creare aspettative. Ad esempio abbiamo finito una gara dura e di livello come la San Geo con 3 ragazzi su sei. Quella è stata come una vittoria. E se facessimo un quinto posto al mese, stapperei sempre lo spumante. Vorremmo che il connubio della mia esperienza unita alla giovinezza dei miei collaboratori e della loro voglia di fare creasse dei frutti quest’anno e per i prossimi anni.

Elite sempre in gruppo con i migliori team

18.02.2025
4 min
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La stagione ciclistica è già entrata nel vivo con le prime corse in Europa che hanno seguito la tradizionale apertura in Australia. Se è ancora troppo presto per fare delle previsioni su ciò che ci aspetta da questa nuova stagione, possiamo comunque partire da una certezza che vede come protagonista Elite. Anche per il 2025 l’azienda veneta sarà accanto ai team migliori al mondo, a partire dal WorldTour. Nella massima categoria saranno ben undici le squadre che utilizzeranno in corsa e allenamento i prodotti Elite.

Questo numero, già di per sé importante, è limitato al solo mondo maschile. Se includiamo anche i team femminili, si arriva a diciotto. Allargando il discorso alle formazioni professional e continental si sale a trentotto. Contando poi mountain bike, triathlon, ciclocross, e-sport, gravel e nazionali si arriva a una cifra monstre di cinquantaquattro squadre

Elite fornisce anche una serie di prodotti di supporto
Elite fornisce anche una serie di prodotti di supporto

Orgoglio Elite

Numeri così importanti non possono che essere un motivo di orgoglio per Elite. A confermarlo è Marco Cavallin, Sponsorship e Product Innovation Manager dell’azienda veneta.

«Lavorare con i team – racconta Cavallin – significa essere parte della loro crescita, condividere sogni, vittorie e anche le difficoltà. Vedere i campioni di domani affermarsi con i nostri prodotti è un’emozione unica, perché Elite non è solo un fornitore, ma un compagno di viaggio. E come ogni appassionato, anche noi viviamo ogni gara con il cuore in gola. I team non si limitano a usare i nostri prodotti, li plasmano con noi. I loro feedback sono essenziali per innovare, spingerci oltre e migliorare costantemente. Ci ispirano a creare soluzioni sempre più performanti, perché il loro successo è anche il nostro».

Come abbiamo anticipato saranno ben undici i team WolrdTour maschili che nel 2025 utilizzeranno prodotti Elite. Ecco i loro nomi: UAE Team Emirates, Ineos Grenadiers, Alpecin-Deceunick, Groupama-FDJ, Decathlon-AG2R La Mondiale, Bahrain Victorious, Jayco-AlUla, Arkea – B&B Hotels, Cofidis, Picnic PostNL, Intermarché-Wanty.

Elite mette a disposizione i suoi migliori prodotti, come il rullo Just 2
Elite mette a disposizione i suoi migliori prodotti, come il rullo Just 2

Il meglio di Elite

Anche per la stagione 2025 Elite metterà a disposizione dei team con i quali collabora il meglio della propria produzione, a partire dal rullo Just 2 che con i due modelli di Flex Feet, si adatta perfettamente alla biomeccanica di pedalata di ogni ciclista. Sempre restando in tema di rulli, va segnalata la novità Avanti che ha tutto ciò che serve per un allenamento al top. Ma è la praticità a fare la differenza: la pratica maniglia integrata lo rende comodo da trasportare, dettaglio apprezzatissimo dai meccanici, e il vano porta adattatori aiuta a tenere tutto sempre in ordine.

A proposito di meccanici, ma anche degli stessi atleti, per tutti loro ecco Borson, la borsa da trasporto progettata per proteggere la bici durante le trasferte aeree. Con ruote integrate e un sistema di montaggio che riduce al minimo lo smontaggio della bici, assicura protezione totale per telaio, ruote e deragliatore, rendendo ogni viaggio più semplice e sicuro. Non va poi dimenticato Workstand Race FC, il cavalletto da manutenzione scelto dai team WorldTour per la sua stabilità e praticità in ogni situazione.

Elite per i propri team anche le borracce, con il modello Fly Team
Elite per i propri team anche le borracce, con il modello Fly Team

Anche le borracce

E’ il gadget più desiderato dai tifosi. Stiamo parlando naturalmente della borraccia. Anche nel 2025 i campioni del WorldTour si affideranno all’iconica Fly Team, la borraccia che ha conquistato le squadre grazie al suo peso ultraleggero e al design pensato per la massima praticità in gara. Parlando di borraccia non possiamo non accennare ai portaborracce Elite Leggero Carbon e Custom Race X, entrambi in grado di assicurare il massimo della stabilità e dell’accessibilità. Il primo, rinforzato in fibra di carbonio, offre resistenza e leggerezza anche alle alte velocità. Il secondo rappresenta l’evoluzione del popolarissimo Custom Race Plus, con una struttura più leggera, un’apertura flessibile e ampia e una base ancora più stabile, perfetta anche per telai compatti, gravel e mtb.

Elite

MBH Bank-Ballan e un calendario ancora più internazionale

18.01.2025
5 min
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Riuscire a inquadrare il mondo delle continental italiane non è affatto semplice. Nel nostro Paese ne risultano iscritte undici, dopo la chiusura della Zalf Euromobil e del CTF Victorious, che però continuerà la sua attività come devo team della Bahrain Victorious: ruolo che la squadra guidata da Renzo Boscolo copriva indirettamente già da qualche stagione. Una delle formazioni di punta tra le continental italiane è la MBH Bank-Ballan-Csb-Colpack (in apertura foto NB Srl). La squadra guidata da Bevilacqua e Valoti è una delle poche che propone un calendario di alto livello ai propri corridori, nonostante la grande varietà di profili presenti all’interno del suo organico.

Cesare Chesini, scalatore classe 2004, arriva dalla Zalf (photors.it)
Cesare Chesini, scalatore classe 2004, arriva dalla Zalf (photors.it)

Nuovo anno

Che stagione sarà la prossima? Questa domanda la giriamo a Davide Martinelli. Il quale dopo aver smesso di correre è passato al ruolo di diesse proprio con la MBH Bank, formazione che dieci anni fa lo ha lanciato nel professionismo. 

«Per ora – spiega Davide Martinelli – siamo in una fase di programmazione. Manca ancora qualche settimana prima dell’inizio dei vari impegni, il ritrovo sarà con i ragazzi in Spagna per un ritiro. Quest’anno saremo a Gandia, più vicino a Valencia. Partiremo i primi di febbraio. Abbiamo ultimato la rosa per il 2025 e sono contento dei ragazzi che sono arrivati».

Oioli è un profilo interessante, pronto a crescere ancora e affermarsi tra gli under 23 (foto Pettinari)
Oioli è un profilo interessante, pronto a crescere ancora e affermarsi tra gli under 23 (foto Pettinari)
Quali sono i nomi più interessanti?

Di quelli che si uniscono a noi quest’anno direi Chesini, che arriva dalla Zalf, e Oioli. Entrambi arrivano da formazioni che hanno chiuso (rispettivamente Zalf Euromobil e Q36.5 Continental, ndr). Al contrario di quanto si possa pensare, dispiace sempre vedere che delle realtà smettono di esistere. Noi come amanti del ciclismo e del movimento giovanile vorremmo vedere nascere nuove squadre ogni anno. 

Cosa ne pensi di questi due ragazzi?

Mi auguro, e un po’ lo credo, che Chesini possa essere il sostituto di Kajamini. E’ uno scalatore che va bene in pianura e ha anche uno spunto veloce. Si trova in quell’età in cui ogni anno riesce ancora a migliorare molto. Oioli è un profilo interessante per le corse miste, credo che il nostro possa essere un ambiente ideale per lui.

Pavel Novak sarà uno dei volti della MBH Bank-Ballan-Csb-Colpack nel 2025 (foto NB Srl)
Pavel Novak sarà uno dei volti della MBH Bank-Ballan-Csb-Colpack nel 2025 (foto NB Srl)
Da coloro che sono rimasti cosa ci dici?

Ci sono i soliti Bracalente (in questi giorni in ritiro con la Cofidis in Spagna, ndr) e Bagatin. Ma anche Novak, che l’anno scorso ha fatto una bella annata. Poi abbiamo dei giovani pronti a fare un passo ulteriore, tra questi mi viene in mente Edoardo Cipollini. Lui già l’anno scorso ha fatto vedere degli sprazzi di talento, lo aspettiamo a un livello superiore. 

Avete preso un solo junior: Enrico Simoni.

Credo che si debba andare a fasi alterne. In una squadra ci devono essere dei corridori di maggiore esperienza che trascinano gli altri. I giovani hanno solo da imparare da questi ragazzi. Se ogni anno si carica la squadra di giovani si rischia di non avere continuità. Ora siamo in un momento in cui abbiamo puntato qualcosa in più sugli elite, infatti ne abbiamo quattro. E comunque oltre a Simoni abbiamo preso tre juniores ungheresi a mio avviso interessanti. 

Meris è stato il riferimento per le corse tra i pro’ nella passata stagione, chi prenderà il suo posto? (foto NB Srl)
Meris è stato il riferimento per le corse tra i pro’ nella passata stagione, chi prenderà il suo posto? (foto NB Srl)
Come gestirete il calendario delle gare quest’anno, vista anche la rosa più esperta?

Vorremmo allargare i nostri orizzonti, ieri abbiamo guardato quali gare vorremmo fare. Ci piacerebbe inserire corse di buon livello all’estero, come quelle che fa la Vf Group-Bardiani: Sibiu Tour e qualche gara in Francia. Questo per dare più spazio ai nostri atleti elite. Il calendario italiano è valido, ma ci si deve confrontare anche fuori dal nostro Paese. Poi abbiamo in programma le corse dello scorso anno: Laigueglia, Coppi e Bartali, Giro di Ungheria, Giro d’Abruzzo.

Alle quali si deve aggiungere il calendario under 23…

Saremo, come ogni anno, alle gare nazionali e internazionali di categoria. Per i nostri atleti di riferimento partecipare alla Coppi e Bartali o al Giro d’Ungheria prima del Giro Next Gen penso sia un valore aggiunto. Lo abbiamo visto con Novak e Kajamini nel 2024. 

Dopo una prima stagione nella quale ha preso le misure alla categoria Edoardo Cipollini è chiamato al salto di qualità (photors.it)
Dopo una prima stagione nella quale ha preso le misure alla categoria Edoardo Cipollini è chiamato al salto di qualità (photors.it)
Con le gare regionali come vi comporterete?

Come sapete a questi appuntamenti le squadre continental possono portare solamente i ragazzi di primo e secondo anno. Sono corse che servono ai giovani per fare esperienza e testarsi, anche se poi molti organizzatori stanno rendendo queste gare di livello nazionale. Nel 2024 avremo partecipato a sei o sette corse regionali. 

Un esempio è proprio Cipollini, che hai nominato a inizio intervista.

Lui ha corso diverse gare nazionali, dove ha provato a mettersi in mostra, ha sbagliato e imparato. In questo modo ora è pronto per alzare il livello e partecipare ad appuntamenti internazionali.

Il Premio Cesarini si rinnova: sfida indoor e chi vince va da Pogacar

07.11.2024
4 min
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Da sempre promotrice del ciclismo giovanile, la famiglia Cesarini si prepara a rinnovare il prestigioso Premio Francesco Cesarini, dedicato alla memoria di un atleta simbolo e alla passione per le due ruote. Questo premio, tradizionalmente conferito al miglior ciclista juniores dell’Umbria, quest’anno si evolve in una competizione di indoor-cycling. Francesca Cesarini, figlia dell’ex corridore degli anni ’80 nonché gregario di Saronni, ha ideato questa competizione aprendola a giovani atleti di tutta Italia.

L’obiettivo è selezionare i migliori talenti con un criterio meritocratico e misurabile, grazie a una gara live di ciclismo virtuale, prevista per l’8 dicembre a Spoleto. Un’esperienza unica, supportata anche dal team UAE Emirates che, udite udite, offrirà al vincitore la possibilità di partecipare a uno dei suoi stage invernali. Pensate che esperienza per il ragazzo vincitore: pedalare con Pogacar!

Paolo Alberati, ex ciclista e oggi preparatore e procuratore, segue sia la parte tecnica di questo progetto che quella organizzativa, al fianco di Francesca Cesarini.

I ragazzi pedaleranno sui rulli Elite (foto Elite)
I ragazzi pedaleranno sui rulli Elite (foto Elite)
Paolo, un progetto innovativo

È un po’ come tornare ai tempi del Covid, ma applicato ai giovani. Un’occasione del genere non si presenta tutti i giorni: è un’opportunità concreta che motiva questi giovani talenti e li incoraggia a dare il meglio. Il tutto in una location suggestiva. La gara, infatti, si svolgerà in una chiesa sconsacrata di Spoleto, allestita per ospitare un evento che coniuga il fascino del passato con la modernità della tecnologia attuale.

Come funziona questo Premio Francesco Cesarini?

I ragazzi correranno su rulli certificati Elite collegati alla piattaforma MyWoosh, partner ufficiale della manifestazione. L’evento si svolgerà su un circuito virtuale di circa 8-12 chilometri, da completare in un tempo stimato di 15-20 minuti. Le batterie eliminatorie del mattino coinvolgeranno 40 atleti suddivisi in gruppi da 10. I migliori due di ogni batteria accederanno alla finale pomeridiana. La sfida sarà visibile al pubblico su un maxi schermo. In ogni caso a breve uscirà il regolamento definitivo.

Chi può partecipare?

Abbiamo fatto una selezione tra i migliori juniores d’Italia. La partecipazione è riservata a juniores e allievi di secondo anno che si posizionano tra i primi 10 delle rispettive classifiche regionali nelle varie discipline ciclistiche: strada, ciclocross e mtb. I primi 40 atleti che si iscriveranno potranno prendere parte alla gara.

Una schermata della piattaforma MyWhoosh
Una schermata della piattaforma MyWhoosh
Cosa ci si aspetta in termini di dati?

Il periodo dell’anno favorisce probabilmente i ciclocrossisti, che sono in piena stagione, ma la selezione premierà chi sarà in grado di esprimere i migliori watt per chilo. Prima della gara, infatti, ogni atleta verrà pesato e potrà riscaldarsi per circa 20 minuti, per poi cimentarsi nella prova, che alla fine è una prova di pura potenza. Cosa aspettarsi: io dico che chi andrà forte farà circa 6,5 watt/chilo.

Numeri da capogiro…

Sì, sì. Qui, scherzando, più che di un cambiamento generazionale, bisognerebbe parlare di un mutamento genetico! Sono numeri incredibili. Certo, non saranno all’altezza dei pro’ in termini di quella che oggi è chiamata durability, cioè il ripetere certi valori dopo 4-5 ore, ma sono convinto che non ci andrebbero troppo lontani.

Chiaro…

Io credo che sia una cosa moderna. Ci stiamo lavorando. Io stesso da qualche giorno sto testando questa piattaforma. Giusto un paio di sere fa tutto si è collegato bene, ma per l’occasione ogni cosa dovrà funzionare al meglio. Per esempio, ci hanno detto che serve una linea wi-fi molto potente. Francesca ha chiamato Eolo che porterà due ripetitori. Noi, sin dal giorno prima, testeremo ogni rullo e ogni computer che farà da schermo ai ragazzi.

La scelta della data è stata fatta tenendo conto anche del calendario del cross. Così ogni specialità è messa alla pari in quanto a partecipazione (foto Lisa Paletti)
La scelta della data è stata fatta tenendo conto anche del calendario del cross. Così ogni specialità è messa alla pari in quanto a partecipazione (foto Lisa Paletti)
Come funziona in termini pratici?

Abbiamo dei rulli Elite sui quali ogni ragazzo monterà la sua bici. Al mattino ci sarà uno slot di un’ora per le cinque sessioni, durante il quale si dovrà posizionare il tutto, fare riscaldamento, la pesa e quindi la prova. Alla fine, abbiamo visto che un’ora dovrebbe bastare. È una prima edizione, magari ci sarà da mettere a punto qualcosa, ma allo stesso tempo potrebbe offrire nuovi spunti.

Chiaro…

Io, tra le altre cose, sono procuratore di Luca Vergallito. Sappiamo la sua storia. E come lui anche altri corridori, penso a Jay Vine per esempio, proprio della UAE Emirates. È il futuro, anzi il presente, e ci si adegua. Si scoprono nuovi orizzonti. Poi qui i ragazzi potrebbero venire anche da mtb e ciclocross, oltre ad aver fatto le corse su strada, quindi neanche ci potranno dire che non sanno guidare o che vanno forte solo sui rulli.

Certo che l’idea di poter pedalare con Pogacar è allettante…

Non è tanto una promessa di contratto, ma un’opportunità per i ragazzi di conoscere un mondo professionale. Lasciatemi aggiungere che questo evento davvero onora la memoria di Francesco Cesarini, un campione che ha rappresentato l’Umbria con fierezza e che oggi ispira le nuove generazioni e che anche per me da giovane ragazzino umbro che pedalava era un mito. Francesca Cesarini si è attivata moltissimo per realizzarlo.