Freccia dei Vini: il ritorno e i cambiamenti. Parola a Bombini

07.08.2024
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Il 24 agosto torna in scena la Freccia dei Vini la famosa corsa dedicata a elite e under 23 che si svolge nell’Oltrepò Pavese (in apertura foto Comitato Eventi Sportivi OltrePo). Anzi, la gara è tornata nel calendario italiano nel 2022, dopo tre anni di assenza. Ad occuparsi di questa rinascita, tra i tanti nomi, è stato Emanuele Bombini. L’ex corridore professionista ha messo gran parte delle sue capacità e conoscenze per far rivivere una delle corse più belle dell’estate ciclistica. 

L’edizione del 2024 sarà la numero 52 e nell’albo d’oro della Freccia dei Vini si sono susseguiti nomi che hanno caratterizzato il ciclismo odierno e passato. Tra loro ci sono Giovanni Battaglin, Giuseppe Martinelli (nella foto di apertura la premiazione), Vittorio Algeri e lo stesso Emanuele Bombini, che vinse l’edizione del 1979. 

La vittoria di Giuseppe Martinelli alla Freccia dei Vini del 1974. Due anni dopo vincerà l’argento alle Olimpiadi di Montreal
La vittoria di Martinelli alla Freccia dei Vini 1974. Due anni dopo vincerà l’argento a Montreal

Cambiamenti

Mancano pochi giorni al via della corsa, che da quest’anno ha subito qualche piccola variazione al programma e al percorso. I tempi cambiano, gli anni passano e serve aggiustare il tiro, anche se il 2024 si prospetta un anno ricco

«Siamo alle ultime tappe burocratiche – spiega Bombini – quelle finali, direi che possiamo considerarci ben avviati verso il traguardo. Le squadre hanno risposto presente in gran numero, sia le formazioni italiane che quelle straniere. Questo è un buon segno per quanto riguarda la crescita e il prestigio della manifestazione».

La maglia celebrativa della 52ª edizione della Freccia dei Vini (foto Comitato Eventi Sportivi OltrePo)
La maglia celebrativa della 52ª edizione della Freccia dei Vini (foto Comitato Eventi Sportivi OltrePo)
La domanda è presto fatta, come sei entrato nel team organizzativo?

Un po’ per caso, devo ammettere. La vecchia organizzazione aveva bisogno di una mano per mettere insieme il puzzle e portare avanti la corsa. Non sono più giovanissimi (dice con un sorriso, ndr) e non è facile trovare giovani appassionati pronti a subentrare. Quando mi hanno contattato era il 2019, ma il Covid ha fermato tutto, anche la Freccia dei Vini. 

Così sei stato coinvolto nel progetto. 

Esattamente. L’occasione è nata nel 2021, quando ho collaborato per la preparazione delle tappa di Stradella al Giro d’Italia. Da una cosa nasce l’altra e mi sono ritrovato coinvolto in queste dinamiche. E devo ammetterlo, l’ho fatto con un piacere immenso. 

Quando vi siete rimessi in carreggiata?

Appena abbiamo potuto. Nel 2022 siamo riusciti a rimettere in piedi la corsa. Trovare risorse non è semplice, in più servono tanti volontari per controllare il percorso e permettere il corretto svolgimento della gara. La sicurezza è il primo elemento che viene valutato. Per questo nell’edizione del 2024 ci sono stati dei cambiamenti.

Quali?

Il percorso è stato rimaneggiato, abbiamo anche cambiato la sede di partenza. Si inizierà a Voghera, un po’ più vicini all’arrivo. Chiudere le strade e ottenere i permessi non è mai banale, per ogni sindaco collaborativo ce n’è un altro che storce il naso. Le strade su cui correvano i ragazzi, prima del cambio di percorso, erano tutte statali e provinciali, non tutti i comuni erano contenti del nostro passaggio. Così, grazie al nuovo percorso, abbiamo meno problemi. Si corre su strade secondarie. 

La posizione nel calendario in realtà sarebbe favorevole. 

Si corre sabato 24 agosto. La maggior parte delle persone è in ferie, e se un automobilista deve aspettare può farlo per cinque o dieci minuti. Tanto qualcuno che si lamenta lo si trova sempre. Al massimo diamo fastidio a qualche contadino che inizia la vendemmia (dice con un sorriso, ndr). Le manifestazioni e le gare di ciclismo servono, fanno bene al territorio.

Spiegaci.

Promuovi i tuoi spazi e la tua terra, porti gente e fai vivere in maniera diversa le strade. Non è da escludere che anche qualche turista possa venire a curiosare. La parte “primaria” è ormai legata al territorio, la corsa è un mezzo per farlo scoprire e vivere. Il ciclismo è sempre stata una disciplina maestra in quest’arte. 

Avete anche pensato a eventi esterni?

Di recente ho avuto un approccio con il mondo del gravel, visto che ho dato una mano nell’organizzazione del campionato italiano gravel. Sarebbe bello portare eventi del genere vicini alle corse di ciclismo. Un modo per far vivere tutto il mondo dei pedali in una manifestazione sola, aprendo le porte ai diversi appassionati.