Giro Women: vince Lippert, tra Reusser e Longo finisce pari

11.07.2025
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ORCIANO DI PESARO – Sesta tappa del Giro Women un anno dopo, stessa scena, stessa gioia. Sul traguardo di Terre Roveresche, Liane Lippert trionfa nello sprint a due su Pauliena Rooijakkers ritrovando l’affermazione personale a distanza di dodici mesi dall’ultima volta. Fra Longo Borghini e Reusser finisce invece in pareggio.

L’anno scorso la 27enne tedesca della Movistar aveva conquistato a Chieti il suo unico successo stagionale, poi non era più riuscita ad alzare le braccia al cielo. E per lei, che vanta già una tappa al Tour Femmes, un argento europeo e il quarto posto allo scorso mondiale, era sembrato strano. Evidentemente però le strade italiane portano bene a Lippert, come dichiarato da lei in conferenza stampa.

Vittoria cercata

Terza all’arrivo ha chiuso Van Anrooij al termine di una giornata particolarmente sentita da tutte le donne di classifica. L’azione decisiva è partita relativamente tardi per mano di un terzetto di atlete quando mancavano poco più di 30 chilometri alla fine. In quel momento Lippert ha capito che doveva entrarci per provare a mettere il sigillo vincente.

«Sono felicissima – racconta sorridente Liane – perché è stata una giornata fantastica. La squadra mi ha dato il via libera e volevo ripagare il loro supporto. Questa tappa era molto simile a quella che ho vinto l’anno scorso e quindi ho pensato che fosse una buona idea provarci di nuovo. Mi sentivo benissimo, ho voluto entrare in fuga e ho colto l’occasione. Da domani però, torno al servizio di Marlen (Reusser, la maglia rosa, ndr) perché è la tappa decisiva e vogliamo vincere il Giro. Poi eventualmente potrò pensare anche all’ultima tappa di Imola, dove al mondiale 2020 ho fatto quinta e che ha un percorso adatto a me».

Tempo da recuperare

Se Rooijakkers ha potuto sfruttare al massimo la fuga, lo deve tanto alla sua compagna Sara Casasola. Proprio alla partenza da Bellaria, la 25enne della Fenix-Deceuninck ci aveva anticipato come avesse fatto un circolino rosso alla tappa odierna. Un po’ per sé ed un po’, se fosse servito, per la sua capitana. Attenzione ora alla olandese, l’anno scorso rispettivamente quarta al Giro e terza al Tour, che può diventare una cliente scomoda nella lotta alla maglia rosa.

«Diciamo che è stata una giornata intensa – ci dice Casasola al traguardo dopo essersi dissetata e complimentata con Rooijakkers – fin dalla prima salita dove ci sono stati attacchi e contrattacchi. Ho provato più volte ad entrarci, ma non è andato via niente perché siamo andate davvero veloci. Ad un certo punto, ho accelerato un po’ allungando. Con me è venuta Labous e assieme abbiamo ripreso Spratt. Dopo che ci ha ripreso Lippert, dalla radio mi hanno urlato che Pauliena aveva dato gas in salita e che stava rientrando. Mi sono messa a ruota delle altre, ho recuperato poi ho tirato forte fino all’ultima salita per lei. Ha guadagnato più di 1’20” nella generale ed ora è quarta».

«Dobbiamo completare l’opera nelle ultime due tappe – conclude la ragazza di San Daniele del Friuli – Pauliena sta bene e giorno dopo giorno va sempre più forte. Purtroppo a Monselice abbiamo perso del tempo, ma credo che domani sul Monte Nerone sia la sua tappa. Siamo molto fiduciosi. Personalmente spero di avere buone gambe anche nelle prossime due giornate, però sarò pronta ancora a lavorare per lei. Per il momento sono molto contenta del mio Giro. Era la prima volta che facevo la preparazione in altura (a La Plagne, ndr). Prima di partire avevo buone sensazioni e speravo di stare bene. Per fortuna è ancora così».

Longo Borghini temeva la giornata odierna e preferiva non far rientrare Rooijakkers in classifica
Longo Borghini temeva la giornata odierna e preferiva non far rientrare Rooijakkers in classifica

Reusser vs Longo e non solo

Proprio come l’anno scorso, si arriva alla 7ª e penultima tappa con una situazione avvincente e di assoluta incertezza. Un anno fa alla vigilia del Blockhaus, Longo Borghini comandava di 3” su Kopecky (non partita oggi per un problema alla schiena). Quest’anno Reusser viaggia con 16” sulla ossolana della UAE Team ADQ e tutto si deciderà in vetta a Monte Nerone. E quindi che cosa dobbiamo aspettarci?

«Longo Borghini è forte – ammette la maglia rosa Reusser – ed oggi ha attaccato nel tratto più impegnativo a 10 chilometri dalla fine. Ho pensato solo a seguirla. Non ho tentato il contrattacco perché la radio non andava, non sapevo che distanza avevamo da Liane in fuga. Non volevo chiudere sulla mia compagna. E non volevo che una mia azione riportasse dentro Elisa o altre atlete. Forse non sono stata perfetta oggi, ma so che Elisa mi marca molto stretta (dice sorridendo, ndr) e che ci riproverà. Domani è la tappa più dura del Giro con un’ultima salita difficile che ho provato a marzo prima delle Strade Bianche. Nell’ultimo mese ho avuto buone gambe in salita e sono pronta a rafforzare la maglia rosa».

Il UAE Team ADQ lavora nel finale rispettando i propri piani e preparare un attacco di Longo Borghini
Il UAE Team ADQ lavora nel finale rispettando i propri piani e preparare un attacco di Longo Borghini

Dopo il traguardo in casa UAE si notano volti un po’ contratti. L’impressione è che la squadra abbia lavorato tanto senza ottenere il risultato sperato o perso l’attimo per lanciare in fuga qualche atleta (Persico era adatta alla tappa). O ancora che forse si potevano risparmiare energie in vista di domani. E’ un’impressione, appunto, perché Longo Borghini chiarisce la situazione.

«E’ stata una giornata dura – dichiara in zona bus – per il caldo e per il percorso. Sapevamo sarebbe stata così. Penso che la squadra abbia lavorato bene seguendo ciò che avevamo pianificato il giorno prima. Forse non dovevamo lasciare andare Rooijakkers che ha guadagnato tempo e posizioni nella generale, ma questo è ciò che può succedere nelle gare. Mi sentivo bene e la squadra è stata brava. Domani sarà una battaglia tra tutte le donne di classifica e spero di essere in forma».

I 150 chilometri e i 3.850 metri di dislivello tra Fermignano e Monte Nerone saranno i giudici della sfida tra Reusser e Longo Borghini, ma guai a sottovalutare una come Van der Breggen (terza a 1’53”), la stessa Rooijakkers (a 2’02”) o le altre che seguono. Aspettiamoci una giornata da “all-in”.

Reusser suona la nona sinfonia e si prende la prima “rosa”

06.07.2025
5 min
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BERGAMO – Oggi chiamatela pure Marlen “Rosa” Reusser. La 31enne svizzera della Movistar domina la crono d’apertura del Giro d’Italia Women rifilando 12” a Kopecky, 16” a Longo Borghini e 20” a Van der Breggen. Non distacchi abissali, ma importanti considerando come ultimamente spesso molte gare a tappe si siano giocate proprio sul filo di margini ristretti.

E non era un caso se molte atlete nel dietro le quinte della team presentation avessero fatto subito il nome di Reusser sia per questa prima frazione contro il tempo che per la generale. In effetti per come è arrivata al Giro – e per le sue caratteristiche – non si poteva sbagliare. Negli ultimi dieci giorni di gara, Marlen ha ottenuto sette vittorie. Sommando la vittoria di inizio stagione in Spagna, quella sul traguardo di Bergamo è la nona sinfonia stagionale, 35a in carriera.

Reusser ha vinto la crono di Bergamo coprendo i 14,2 km in 17’22” alla media oraria di 49 km/h
Reusser ha vinto la crono di Bergamo coprendo i 14,2 km in 17’22” alla media oraria di 49 km/h

Pronostico rispettato

Curiosamente questa al Giro Women è la seconda affermazione di Reusser sulle nostre strade dopo il campionato europeo a crono di Trento nel 2021. Il rapporto col nostro Paese è sempre stato buono, anche per i trascorsi nella Alè BTC Ljubljana. Marlen capisce bene la nostra lingua e la parla discretamente, ma preferisce risponderci in inglese perché, dice ridendo e facendoci il gesto con la mano sopra la testa, il suo cervello è troppo pieno.

«Oggi tutti mi davano come la più accreditata – racconta relativamente alla crono – ma non ho avvertito più di tanta pressione, anche se chiaramente ce n’era. Penso di aver fatto una delle mie prove migliori, ma soprattutto volevo fare un buon ritmo, cercando di vincere. Ci ho lavorato duramente, questa crono del Giro Women era un obiettivo da tanto tempo, tanto da averla visionata a marzo. Stamattina ho sentito buone sensazioni durante la ricognizione. Ero motivata a fare bene ed ora sono ovviamente molto felice di aver raggiunto questo obiettivo»

«Rispetto ad un anno fa – prosegue facendo riferimento al suo momento di crisi – mi sento mentalmente molto bene. Penso che sia qualcosa di importante, ma solo se hai spalle larghe puoi sentirti bene anche di testa. Attualmente mi sento più completa».

Il Giro che verrà

Nell’ordine, i secondi posti finale alla Valenciana, alla Vuelta sommati alle vittorie nella generale della Vuelta a Burgos e Tour de Suisse hanno fatto di Reusser un corridore molto più incline alle gare a tappe rispetto al passato. Il suo crescendo sembra ancora… in crescita.

«E’ un enorme onore – continua in mixed zone – sapere che una grande atleta come Longo Borghini ha fatto il mio nome e quello della Movistar tra le rivali più pericolose. E’ bello sentirsi così forte ed è anche molto motivante che le tue colleghe ti prendano così sul serio. Sono felice di questo».

«Non so se domani la maglia rosa inizierà a pesare – analizza Reusser – però è ovvio che l’obiettivo è vincere il Giro. Cercheremo di farlo andando al “full gas”. Anzi, anche con Liane (Lippert, ndr) cercheremo di vincere un paio di tappe, sarebbe bellissimo per noi. Tuttavia penso che non sarebbe un problema se dovessi lasciare la maglia rosa per qualche giorno nelle prossime tappe a chiunque la voglia. Diciamo che è importante riprenderla prima della fine e tenerla (dice sorridendo, ndr). E comunque questa maglia rosa è davvero speciale».

Durante la recon del mattino, Reusser aveva avvertito ottime sensazioni. Notare il nuovo casco Abus
Durante la recon del mattino, Reusser aveva avvertito ottime sensazioni. Notare il nuovo casco Abus

Gli albori

Ha più di un motivo per pensarlo tenendo conto del suo avvicinamento al ciclismo. Reusser si era tuffata nello sport di endurance senza sapere cosa la aspettasse.

«Non ho mai pensato – ricorda Marlen – a vincere mondiali o gare simili quando ho iniziato a pedalare, che era relativamente tardi. Avevo poco più di vent’anni. Però mi avevano sempre detto che avevo un super motore e che dovevo farlo funzionare per arrivare lontano. Bisognava capire quali fossero i miei limiti e se penso a dov’ero dieci anni fa, ora non mi sembra vero e mai avrei immaginato di vivere una giornata come quella di oggi».

Col 14° posto, Niedermaier è la prima maglia bianca del Giro Women
Col 14° posto, Niedermaier è la prima maglia bianca del Giro Women

La “bianca” di Niedermaier

La crono di Bergamo ha assegnato tre maglie su quattro, perché la azzurra dei “gpm” verrà assegnata domani sul traguardo di Aprica. Rosa e rossa sono sulle spalle di Reusser (quella della classifica a punti sarà indossata da Kopecky), mentre la maglia bianca di miglior giovane è andata ad Antonia Niedermaier. La 22enne tedesca della Canyon//Sram zondacrypto è un altro di quei nomi fatti prima del via per la classifica di specialità e per la generale. In mixed zone mostra un bel sorriso per il risultato (quattordicesima assoluta a 48” da Reusser) guardando ai prossimi giorni con fiducia.

«Non è stata la gara perfetta per me – spiega Niedermaier – però penso che sia un buon inizio e alla fine sono abbastanza soddisfatta del mio piazzamento. Ora aspetto come sarà il resto del Giro, dove il podio è il mio obiettivo reale. Credo che siamo attrezzate per raggiungere questo risultato e penso che sia possibile. In squadra stiamo tutte bene e siamo molto pronte.

«Nel 2022 avevo corso il mio primo Giro – torna indietro con la memoria – riuscendo a vincere la tappa di Ceres (dovendo abbandonare la gara il giorno dopo per una caduta, ndr). Sono cresciuta e cambiata molto. Ho accumulato esperienza e soprattutto più consapevolezza di me stessa. Come dicevo prima, vedremo come sarà il resto del Giro Women».

La seconda frazione partirà da Clusone per concludersi ad Aprica dopo 92 chilometri. Il finale è in salita, adatto a tante atlete che sanno tenere su pendenze morbide. Non dovrebbero esserci soprese, anche se le prime inseguitrici di Reusser potrebbero tentare qualche colpo gobbo per sfilarle la leadership.

“Longo” e il Giro da difendere: consapevolezza e pochi proclami

05.07.2025
6 min
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BERGAMO – Il clima esterno va in contrapposizione a quello della UAE Team ADQ alla vigilia del Giro d’Italia Women. Fuori dal Radisson Blu di Chorus Life si boccheggia per l’afa, dentro alla sala meeting, dove la formazione emiratina ha organizzato la propria conferenza stampa, si avverte il fresco non solo della climatizzazione, ma dello spirito di squadra.

L’occasione è quella dell’annuncio del rinnovo della sponsorizzazione fino al 2029 ed anche quella per tastare il polso delle atlete. Al tavolo si alternano dirigenti prima e ragazze dopo. Yana Seel, Head of Business e Communications della squadra, introduce la presidentessa Melissa Moncada e Anas Jawdat Albarguthi, il direttore operativo del gruppo ADQ. I due vertici societari sono chiaramente felici della crescita del team e una parte di questa crescita passerà per forza dalla Corsa Rosa femminile. Di pressioni non ce ne sono, il prolungamento di questi giorni ne è la testimonianza, però è normale che si voglia fare centro al Giro con la detentrice.

Yana Seel (Head of Business e Communication), la presidente Melissa Moncada e Anas Jawdat Albarguthi (direttore operativo di ADQ)
Yana Seel (Head of Business e Communication), la presidente Melissa Moncada e Anas Jawdat Albarguthi (direttore operativo di ADQ)

Piedi per terra

E’ il turno delle atlete per focalizzarci sul Giro Women. Mancano Gasparrini e Chapman ed assieme a Longo Borghini si siedono Silvia Persico, Erica Magnaldi, Greta Marturano e Alena Amialiusik. Sono tutte serene e piacevolmente sorprese della numerosa presenza alla conferenza. Normale che Longo Borghini sia la più richiesta prima e dopo, soprattutto perché si ripresenta al via con la riconfermatissima maglia tricolore.

«Dopo il campionato italiano – racconta Elisa – che è stato anche un successo di squadra, ho solo pensato di venire al Giro per fare una buona prestazione. Non sono una persona che fa grandi proclami. Posso solo dire che sono in un’ottima condizione di forma e che cercherò di fare il mio meglio, poi vedremo come finirà ad Imola».

«L’avvicinamento – prosegue – è stato molto simile a quello del 2024, ma la vera differenza è che l’anno scorso avevo corso il Giro di Svizzera prima dell’italiano, mentre quest’anno ho preferito restare in altura fino a poco prima della crono tricolore per preparare meglio il Giro».

Longo Borghini è il faro della UAE, ma sa che le sue compagne sono preziose per ogni risultato (foto @facepeeters)
Longo Borghini è il faro della UAE, ma sa che le sue compagne sono preziose per ogni risultato (foto @facepeeters)

Probabilità ed imprevisti

Una corsa a tappe può essere come il percorso di un “monopoli”. Per vincere bisogna sapere affrontare tutte le situazioni ed una risorsa straordinaria di Longo Borghini è proprio quella di avere sempre la risposta in corsa o anche quando si prova ad uscire dagli schemi classici di qualche domanda.

«Sulle percentuali – dice Elisa – di essere in rosa già dal primo giorno o l’ultimo non saprei cosa dirvi. E’ vero che un anno fa ho portato la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa, però è qualcosa di quasi impossibile. Ripeto, a me piace stare con i piedi per terra ed essere realista. Sarà molto difficile vincere la cronometro perché c’è un altissimo livello. Come squadra cercheremo di fare il nostro meglio per difenderci e per attaccare».

Per sua stessa ammissione, in passato Elisa aveva sempre dovuto fare i conti con la “giornata no” che le aveva precluso la conquista del Giro. Il trionfo dell’anno scorso le ha dato una consapevolezza in più, qualora ce ne fosse stato bisogno per un’atleta del suo livello.

«E’ vero – risponde chiudendo con un pizzico di ironia – normalmente negli anni scorsi ho sempre avuto un giorno di crisi. Quest’anno abbiamo cercato di fare un adattamento al caldo facendo saune e quant’altro. Poi cosa posso dirvi? Che chiaramente non arrivi il giorno di crisi».

Rispetto al 2024 quando aveva corso lo Svizzera prima degli italiani, quest’anno Longo Borghini ha preferito restare in altura (foto @facepeeters)
Rispetto al 2024 quando aveva corso lo Svizzera prima degli italiani, quest’anno Longo Borghini ha preferito restare in altura (foto @facepeeters)

Punti chiave

Il disegno del Giro Women 2025 ricalca a grandi linee quello della edizione precedente. Forse con una punta di difficoltà maggiore. Longo Borghini sa quali possono essere i punti chiave.

«La tappa – analizza Elisa – che tutti si aspettano possa essere decisiva sarà quella di Monte Nerone, che è anche quella più scontata. La salita l’abbiamo vista su VeloViewer e sembra molto impegnativa. E’ esposta molto al sole e anche al vento. E sappiamo che quando si va in salita non è piacevole correre in queste condizioni. Penso che per me sarà una salita da gestire bene.

«Credo però che già l’arrivo a Pianezze alla quarta tappa – prosegue – possa dare un accenno di quello che potrebbe essere la classifica generale. Attenzione anche alla sesta tappa, quella che passa per San Marino, che per quanto mi riguarda non è da sottovalutare. Poi bisogna tenere conto anche della cronometro iniziale. Una prova contro il tempo in un giro a tappe di 8 giorni incide tanto. Ha fatto la differenza in passato. L’anno scorso a me ha dato un vantaggio che è risultato impossibile da colmare per le avversarie. Secondo me può delineare o indirizzare in qualche modo la classifica generale anche quest’anno».

Avversarie. Reusser è il primo nome fatto da Longo Borghini, che tuttavia terrà d’occhio anche altre atlete
Avversarie. Reusser è il primo nome fatto da Longo Borghini, che tuttavia terrà d’occhio anche altre atlete

Ricordi e rivali

Fra poco Longo Borghini e compagne saliranno sul palco del Giro Women per la team presentation e domani a quest’ora avrà già un’indicazione di che cosa l’aspetterà tra gara e rivali.

«Dell’anno scorso – riavvolge il nastro per un attimo – ricordo bene gli ultimi cento metri dell’arrivo a L’Aquila. E’ stata una grande emozione ed anche un grande thriller. L’ho sempre detto che a me piacciono le cose che diventano un po’ elettrizzanti».

La concorrenza quest’anno sarà ancora più alta ed Elisa non si scompone, anzi tutt’altro. «Tra le rivali dico Reusser, ma non è l’unica. Personalmente sono molto contenta che ci sia un’avversaria in più come Van der Breggen e di quel calibro. Labous e Muzic partono entrambe alla pari, però credo che chi andrà più forte diventerà la capitana. Sicuramente le controlleremo entrambe perché non si può fare partire né una né l’altra. Noi siamo pronte.

E scommesse pazze per la vittoria ne sono state fatte? «Non sono a livello di mio marito Jacopo – conclude Elisa ridendo – che si è rasato a zero per la rosa di Pedersen! Non ci abbiamo pensato, ma se dovessimo vincere, prendiamo i biglietti per andare a vedere tutte assieme il primo concerto disponibile dei Pinguini Tattici Nucleari».

Persico, Magnaldi, Marturano e Amialiusik sono motivate ad aiutare Longo Borghini a rivincere il Giro Women
Persico, Magnaldi, Marturano e Amialiusik sono motivate ad aiutare Longo Borghini a rivincere il Giro Women

Tutte per una, una per tutte

Elisa Longo Borghini è il faro della squadra, ma lei sa perfettamente che non si vince senza la squadra. Lei lo ha sempre riconosciuto in ogni formazione in cui è stata e le sue compagne di club gliene rendevano merito. La compattezza di un gruppo si forma da queste fondamenta, non si scappa.

«Sicuramente avere Elisa con noi – dice Magnaldici ha dato una spinta in più. C’è tanto affiatamento in squadra, grazie ad un’ottima preparazione tutte assieme. Siamo tutte molto motivate per fare un gran lavoro per Elisa e di portare a casa un successo di squadra. Questo, ne sono certa, ci spingerà ad andare oltre i nostri limiti».

Persico e Amialiusik, rispettivamente bergamasca di nascita e di adozione, sono ulteriormente emozionate di partire da casa. Per Silvia, che ha un paio di tappe adatte a lei, gli obiettivi personali eventualmente si prefiggeranno giorno dopo giorno. Mentre Marturano individua in Movistar e SD-Worx Protime le formazioni più agguerrite sapendo di essere in una squadra ben attrezzata per rispondere a tutte.

Giro d’Italia, prospettive azzurre con l’occhio della “Bastia”

02.07.2025
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Dice Marta Bastianelli di trovarsi molto bene con Marco Velo nei panni di tecnico delle donne. A suo dire è colui che più meritava l’incarico: presente da oggi anche in pista, prima di partire per il Giro d’Italia Women, e curioso delle juniores. Le conosceva per le convocazioni nelle crono e quel che gli manca è proprio lei a raccontarglielo. La seconda maternità è avviata sulla strada giusta. E la romana, che da anni fa base in Abruzzo, ha ricominciato a girare per il mondo del ciclismo, senza aver mai interrotto i contatti con le atlete. Per questo, a pochi giorni dal via della corsa rosa, le abbiamo chiesto di fare il punto sulle azzurre che vedremo in azione da domenica.

«E comincerei – sorride Bastianelli – con la ragazza che ha vinto il Giro d’Italia lo scorso anno, vale a dire Elisa Longo Borghini (nella foto di apertura dopo la vittoria del sesto tricolore, ndr). Nella nuova squadra direi che si sia inserita benissimo, lo dimostrano le vittorie. Penso che sia molto motivata per questo Giro d’Italia, come lo sarà anche per il Tour. Sarà ovviamente una delle favorite per la classifica generale».

Marta Cavalli arriva al Giro d’Italia Women dopo il Giro di Svizzera e il campionato italiano
Marta Cavalli arriva al Giro d’Italia Women dopo il Giro di Svizzera e il campionato italiano

La nuova Cavalli

Come accade da tempo per gli uomini, anche nel gruppo delle donne la suddivisione fra Giro e Tour si sta trasformando in un solco piuttosto profondo . Questo fa sì che le atlete al via della sfida rosa abbiano un alto profilo, ma manchino le top rider che si sfideranno per la maglia gialla. Ugualmente non mancano le figure di riferimento. Torna ad esempio Anna Van der Breggen, che chiuse il conto col Giro vincendo quello del 2021 prima di ritirarsi. Sempre lei l’anno prima aveva vinto il mondiale sulle strade di Imola che saranno il teatro dell’ultima tappa. Al suo fianco ci sarà anche Lotte Kopecky, seconda per un soffio lo scorso anno. La belga è forse solleticata da un percorso che nel finale appare simile a quello che si concluse con il Block Haus e poi la tappa dell’Aquila?

«Fra le nostre – prosegue Bastianelli – ci sarà anche Monica Trinca Colonel, che ho visto bene al campionato italiano (seconda alle spalle di Longo Borghini, ndr). E poi c’è Marta Cavalli che già da qualche tempo ha ripreso a dare dei buoni segnali. Ho parlato con lei e ho parlato con il papà. Marta si era presa un momento di pausa dopo gli infortuni e qualche contrattempo, ma ora la vedono tutti molto serena. Ha voglia di riprendersi quel che ha lasciato lungo la strada. Si è preparata bene in altura, magari avrà bisogno di un po’ per adattarsi ai ritmi di gara, ma confido che per il Giro sarà in forma».

Silvia Persico sarà angelo custode e semmai alternativa per Longo Borghini al Giro d’Italia Women
Silvia Persico sarà angelo custode e semmai alternativa per Longo Borghini al Giro d’Italia Women

La doppia opzione

L’occhio torna per un momento in casa UAE Adq, la sua ultima squadra da atleta che con l’arrivo di Elisa Longo Borghini ha cambiato pelle e caratura. La sovrapposizione di nomi, che fa della SD Worx-Protime una delle corazzate da cui guardarsi, trova nella squadra emiratina la risposta più efficace nella presenza accanto alla piemontese di compagne di livello come Silvia Persico, Erica Magnaldi ed Eleonora Gasparrini. Atlete che potrebbero correre da leader e saranno alternativa e supporto per la campionessa italiana.

«Da qualche stagione – analizza Bastianelli – le squadre vanno al via delle grandi corse con un piano A e insieme il piano B. Facendo tutti gli scongiuri, può succedere che un capitano abbia qualche contrattempo, quindi è logico che ci siano pronte delle alternative, soprattutto nei team più forti. Se riesci a portare alla partenza due atlete con la stessa forma e con lo stesso profilo, che magari si intendono anche tra di loro, è proprio il massimo. Detto questo, avere una Longo Borghini in forma è una bella sicurezza. Lei secondo me è forte di testa e già questo è un buon punto di partenza. Ovviamente aver vinto il Giro dello scorso anno le dà la consapevolezza di poterci riprovare ed è un punto a suo favore. Però non credo che se non l’avesse vinto, quest’anno non ci avrebbe provato lo stesso».

Consonni, Guazzini e il tricolore. Purtroppo per la toscana la corsa è finita con una brutta caduta
Consonni, Guazzini e il tricolore. Purtroppo per la toscana la corsa è finita con una brutta caduta

Consonni e gli sprint

Tolta dal mazzo Vittoria Guazzini, nuovamente con un braccio al collo dopo la caduta dei tricolori, e con Elisa Balsamo che correrà soltanto il Tour de France, il fronte delle velociste azzurre che dovranno vedersela con Lorena Wiebes è animato da Chiara Consonni. La Canyon//Sram zondacrypto ha infatti scelto di schierare la leader Niewiadoma soltanto al Tour, dando spazio a Cecile Uttrup Ludwig e dedicando attenzione alla velocista bergamasca che avrà il supporto di Soraya Paladin.

«Con Chiara – spiega Bastianelli che di Consonni è stata a lungo l’ispiratrice – ho parlato proprio al campionato italiano. E’ molto contenta, direi serena. La squadra le piace, vanno d’accordo. Sono state da poco in Austria a fare altura, mi ha parlato di un bellissimo training camp in cui si è creata un’atmosfera veramente serena e tranquilla. La vedo molto bene, in una squadra molto forte che la può aiutare nelle tappe adatte a lei. Sicuramente anche loro punteranno a fare classifica, per cui sapranno loro come gestire la corsa. Sarà un Giro con facce diverse, che permetterà anche a noi della nazionale di osservare le ragazze che potrebbero diventare interessanti per il mondiale, che sarà certamente molto duro».

Monica Trinca Colonel è arrivata seconda ai tricolori di Darfo Boario Terme, nel primo anno di WorldTour
Monica Trinca Colonel è arrivata seconda ai tricolori di Darfo Boario Terme, nel primo anno di WorldTour

Lo spazio delle continental

E qui i nomi da segnare saranno anche quelli di Barale e Ciabocco, oltre a quelli delle tante italiane che prenderanno il via nelle continental che costituiscono il serbatoio dei talenti e rischiano dal prossimo anno di avere vita più difficile a causa della riforma del ciclismo femminile e la volontà di spingere sulle squadre professional.

«Sarebbe davvero un danno se dovessero sparire – piega Bastianelli – perché una buona parte delle ragazze che oggi vediamo nelle WorldTour vengono tutte dalle continental. Ricordiamoci che Monica Trinca era una cicloturista, che poi è passata con Zini e adesso la vediamo esordire in una squadra del massimo livello. Quindi io do molta fiducia a queste piccole squadre, perché possano mettersi in luce loro per i loro sponsor e perché diano la possibilità alle ragazze di distinguersi e puntare al salto di categoria. Quindi, anche se il Giro sarà certamente impegnativo, nulla toglie che possano dire la loro. In attesa di capire se sarà una corsa da giocare sul filo dei secondi o se ci saranno distacchi più ampi. L’anno scorso credevamo tutti che con il Block Haus in finale sarebbe successo il finimondo, ma non fu così. Quest’anno le ultime due tappe sono veramente dure, ma il livello si è alzato tantissimo e le atlete sono arrivate ad una forma strepitosa. Sarà dura decifrarlo da subito, credo che sarà un bel Giro e porterà un bello spettacolo».

Trinca Colonel: un podio con il suo idolo e ora sotto con il Giro

29.06.2025
5 min
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Superato il traguardo lascia scorrere la bici e prosegue a zigzag tra giornalisti e fotografi, si ferma solamente quando trova un fazzoletto d’ombra a bordo strada. Monica Trinca Colonel ha appena terminato la prova tricolore riservata alle donne elite e under 23 al secondo posto. Beve sperando di reintegrare subito dopo lo sforzo e per abbassare la temperatura corporea. Poi si siede sul marciapiede, un’addetta all’antidoping le chiede se ha a portata di mano un documento, lei indica il parcheggio alle sue spalle come a dire: «E’ lì». 

Non parla, nemmeno quando arriva Letizia Paternoster, sua compagna di squadra alla Liv Jayco AlUla (che ieri ha corso con le Fiamme Azzurre). La trentina la abbraccia riempiendola di complimenti, mentre Monica Trinca Colonel continua a cercare energie e fiato. Riacquista la voce una volta scesa dal podio delle premiazioni, quando le chiediamo di parlare ha gli occhi lucidi.

«Ero già contenta di come era iniziata la stagione – dice mentre la voce dello speaker annuncia le classifiche della Coppa Italia delle Regioni ma questo secondo posto ripaga di tutti i sacrifici fatti fino ad ora, anche se non era d’obbligo. Non è detto che tutte le volte in cui ci si impegna arrivino dei risultati, per me è un sogno che si avvera».

Gli occhi lucidi per cosa sono, o per chi sono?

Sono tornata al ciclismo solamente un anno fa dopo un lungo periodo di stop durante l’adolescenza. Per me è surreale ritrovarmi qui oggi (ieri, ndr) alle spalle di Elisa Longo Borghini che è sempre stata un idolo e un punto di riferimento per me e per il ciclismo femminile. E’ come una vittoria. Non so davvero che dire, forse troppe cose. 

Vederla così vicina ti fa venire voglia di prenderla?

Sì ma dobbiamo ammettere che è ancora superiore, va bene così per il momento. C’è tempo e ci sono tanti anni davanti nei quali posso crescere, spero. Sapevo che in questo tipo di sforzi brevi e su percorsi del genere è ancora superiore, lo ha dimostrato con una bellissima azione. 

Prima del via il caldo ha costretto le atlete a cercare riparo dai raggi del sole un po’ ovunque
Prima del via il caldo ha costretto le atlete a cercare riparo dai raggi del sole un po’ ovunque
Quando è partita hai pensato di restare alla sua ruota, o di provarci?

Sinceramente no. Sapevo che sarei esplosa, quindi ho cercato di gestirmi il più possibile. Il secondo posto al campionato italiano è un risultato comunque fantastico. 

Un altro tassello importante in una stagione ricca di progressi e ottime prestazioni.

Sì, una gara come quella di oggi (ieri, ndr) mi dà tanta fiducia in vista del Giro d’Italia Women che è il mio grande obiettivo della stagione. 

Per Trinca Colonel una gara solida e costante, il premio è stato il secondo posto dietro a un’immensa Elisa Longo Borghini
Per Trinca Colonel una gara solida e costante, il premio è stato il secondo posto dietro a un’immensa Elisa Longo Borghini
Si andrà al Giro per?

Puntare a una top 5. Partirò con l’idea di prendere quello che viene dando sempre il massimo. Il ciclismo è imprevedibile per cui vedremo. E’ una grande ambizione quella della top 5 ma sono consapevole di esserci vicina, ne ho avuto conferma alla Vuelta. La condizione credo stia emergendo, spero. Se tutto andrà bene questo obiettivo potrebbe avverarsi.

Quanto è stata importante la Vuelta nell’avere questa consapevolezza?

Mi ha fatto capire che sono un’atleta portata per i giri a tappe, poi mi piacciono molto come tipo di gara. Bisogna sperare che vada tutto bene. In queste corse di più giorni c’è sempre una tappa storta, speriamo cada in un giorno che non risulti poi decisivo. Ci sarà da stringere i denti, ma lo fanno tutte.

Dietro al podio Trinca Colonel ha ritrovato le sue compagne della Bepink con le quali ha corso nel 2024 una volta tornata al ciclismo
Dietro al podio Trinca Colonel ha ritrovato le sue compagne della Bepink con le quali ha corso nel 2024 una volta tornata al ciclismo
Sei tornata al ciclismo la scorsa stagione dopo tanto tempo, in questo anno cosa hai scoperto di nuovo su di te e di questo sport?

Mi sento più sicura e un po’ più consapevole delle mie forze. Manca ancora un piccolo step, come migliorare sugli sforzi brevi o a livello di tattica. Sono consapevole di esserci e di poter migliorare, spero un giorno di riuscire a essere come Elisa Longo Borghini. 

Correre un campionato italiano così è una bella risposta a livello tattico…

Vero, però si poteva prevedere dove ci si doveva far trovare pronte. Sono contenta di esserci riuscita, poi però contavano solo le gambe e sono felice di averle avute

Longo Borghini: il sesto titolo arriva col brivido

28.06.2025
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DARFO BOARIO TERME – Questa mattina vedere Elisa Longo Borghini senza il tricolore addosso ci ha fatto quasi strano. La campionessa della UAE ADQ ha rimesso le cose in chiaro a trenta chilometri dall’arrivo quando con un’azione che è sembrata semplice ha spazzato via Eleonora Ciabocco e Monica Trinca Colonel. Per Elisa Longo Borghini è arrivato così il terzo titolo italiano consecutivo, il sesto in carriera. Nemmeno la foratura nel finale l’ha fatta tremare. 

«Quella foratura – racconta con un sorriso dopo l’arrivo di nuovo vestita con il tricolore – ha fatto più paura al meccanico che a me. Devo ancora sincerarmi delle sue condizioni dopo il volo che ha fatto per scendere di corsa dall’ammiraglia. Speriamo stia bene!». 

«Indossare il questa maglia oggi – continua subito – è un’emozione nuova e diversa perché è la prima conquistata con la UAE ADQ. In generale sono molto affezionata a questo simbolo e al campionato italiano in sé. Penso sia una corsa da rispettare e da correre sempre, al netto di problemi fisici o di salute. Quando parto per questa gara cerco sempre di dare il meglio di me perché vestire il tricolore un anno intero è una cosa bellissima e un grande onore». 

Una vittoria di tutte

Il UAE team ADQ questa mattina nella piazza dove si è tenuta la presentazione delle squadre, e poi la premiazione finale, era l’unica squadra ad avere il pullman. La formazione emiratina è arrivata con la consapevolezza di avere l’atleta più forte in gruppo e una squadra di altrettanto valore pronta a darle sostegno. La corsa è sempre stata nelle loro mani, complice la superiorità numerica, e quando è arrivato il momento di fare selezione Longo Borghini ha fatto quello che le riesce meglio, terminare il lavoro con una vittoria. 

«Sinceramente credo che sia stata una vera vittoria di squadra – spiega sorridente – non è mai semplice partire da favoriti, però oggi non abbiamo avuto paura di ricoprire questo ruolo. Dal primo momento la squadra ha preso in mano la corsa grazie al lavoro svolto da Pellegrini e Venturelli, le quali hanno mantenuto il ritmo alto fin da subito. A loro due vanno i miei complimenti perché sono delle ragazze promettenti e molto giovani che in futuro vedremo spesso». 

Il forcing sulla salita di Colle Maddalena ha dato il colpo di grazia…

Si sono messe all’opera Magnaldi, Marturano, Persico e Gasparrini che aveva il compito di rimanere sempre insieme a Elisa Balsamo. Il ritmo imposto è stato talmente elevato che alla fine ci siamo ritrovate in tre (Ciabocco, Trinca Colonel e Elisa Longo Borghini, ndr) e ho cercato di “sfruttare” la presenza delle altre due fino al primo dei tre passaggi sullo strappo finale. 

Era previsto che rimanessi da sola già dai trenta chilometri dall’arrivo?

In realtà no, l’obiettivo era far soffrire la Balsamo e creare un gruppetto ristretto. Alla fine, nell’arco di pochi chilometri mi sono ritrovata da sola.

Il piano del UEA Team ADQ era di mettere in difficoltà Elisa Balsamo facendo un ritmo alto sulla salita più impegnativa di giornata
Il piano del UEA Team ADQ era di mettere in difficoltà Elisa Balsamo facendo un ritmo alto sulla salita più impegnativa di giornata
Cosa hai pensato in quei venticinque chilometri?

A quello che è stato il lavoro fatto in queste settimane e alle incertezze che accompagnano sempre un’atleta una volta che ritorna a gareggiare. Devo un enorme grazie, oltre a quello per le mie compagne, al mio preparatore Paolo Slongo perché ha creduto in me anche quando io ho avuto dei piccoli dubbi. 

Il cambio bici non ti ha preoccupata?

Era qualche chilometro che sentivo di avere una perdita di pressione, infatti vedevo il copertone sempre più quadrato (dice ancora con un sorriso, ndr). Non mi sono fermata subito perché volevo mettere la distanza sufficiente per far arrivare l’ammiraglia alle mie spalle e fare il cambio con la massima serenità.

Marco Velo, cittì della nazionale femminile si confronta con le ragazze del UAE Team ADQ sotto al podio
Marco Velo, cittì della nazionale femminile si confronta con le ragazze del UAE Team ADQ sotto al podio
I risultati di queste due prove tricolore, cronometro e gara in linea, sono i risultati che ti aspettavi in vista dei prossimi obiettivi?

sono delle buone risposte in vista del Giro d’Italia Women, chiaro che troverò un altro livello ancora ma credo che come atlete italiane avremo un ottima condizione.

Arriverai alla partenza della cronometro di Bergamo con addosso ancora il tricolore e per difendere la maglia rosa?

Certo, le motivazioni saranno altissime. E’ sempre difficile andare a un appuntamento del genere per riconfermarsi, preferisco resettare e ripartire come se fosse l’anno zero. Andrò per vedere cosa riuscirò a fare. 

Guazzini vola e si conferma regina della crono

26.06.2025
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Dieci secondi di ritardo all’intermedio, sei secondi di vantaggio sulla linea del traguardo. A San Vito al Tagliamento Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a cronometro battendo (nuovamente) Elisa Longo Borghini grazie ad una seconda parte di prova decisamente di alto livello, mentre terza chiude Federica Venturelli, che vince il tricolore U23.

Se l’anno scorso la penalizzazione inflitta a Longo Borghini aveva assegnato il titolo a tavolino, stavolta la toscana delle Fiamme Oro (e della FDJ-Suez) lo ha conquistato sul campo, dando una bella iniezione di fiducia al proprio morale in vista dei prossimi impegni.

Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a crono battendo Longo Borghini e Venturelli
Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a crono battendo Longo Borghini e Venturelli

Ammiraglia azzurra

La rivincita Guazzini-Longo Borghini si rinnova sulle strade friulane, con gli occhi interessati dei tecnici azzurri. A seguire la loro sfida in ammiraglia ci sono Marco Velo (cittì delle nazionali femminili), Marco Villa (cittì degli uomini e delle crono) e Diego Bragato (responsabile del Team Performance della Federazione). Per entrambe prendono riferimenti cronometrici godendosi il finale thrilling, oltre che le loro prestazioni.

«Da Vittoria – dice Velo – ci si può aspettare di tutto e sappiamo quanto vada forte a crono su percorsi adatti a lei. Ha recuperato 16” dopo l’intermedio sfruttando una grande condizione, perché Elisa non è calata nel finale, come ci ha confermato anche suo marito Jacopo Mosca che la seguiva. L’anno scorso c’era stata una differenza di un secondo tra le due prima che intervenisse la giura. I tempi parlano chiaro anche se comunque assieme a Marco e Diego dovremo analizzarli con calma. Ho parlato con entrambe e sicuramente la cosa che ho apprezzato di più è averle viste col sorriso. Vittoria chiaramente per la… vittoria, se mi concedete questo gioco di parole. Elisa invece per la sua prestazione dopo essere scesa dall’altura.

«Prima di guardare il risultato – analizza Villa – ho fatto i complimenti ad Elisa perché ha disputato una grande crono su un percorso che non le si addice, onorando come sempre il campionato italiano. Vittoria sta curando la cronometro in modo maniacale su posizione e materiali. Per lei battere una campionessa come Longo Borghini è un valore aggiunto e questo è il più bel riscontro che potesse dare. Conosco bene Guazzini campionessa olimpica in pista e persona. Dovrebbe avere più convinzione nei suoi mezzi e otterrebbe ancora di più. In ogni caso è stato molto bello avere una sfida tra loro due a questo livello».

L’abbraccio di Martina Fidanza. Per Guazzini la serenità dell’ambiente delle Fiamme Oro ha prodotto un grande risultato
L’abbraccio di Martina Fidanza. Per Guazzini la serenità dell’ambiente delle Fiamme Oro ha prodotto un grande risultato

Il sigillo di “Arturita” Guazzini

Rintracciamo Guazzini al telefono nel lungo protocollo post gara. Il tono della sua voce è raggiante e non potrebbe essere altrimenti. Già solo vedere le foto di questo tricolore rispetto a quello del 2024 si capisce che c’è un sapore diverso. E’ una riconferma che vale molto.

«Lo si può dire serenamente – dice Vittoria – che questo è un titolo che mi rende più felice. Non che non la fossi l’anno scorso, ma fu una situazione bizzarra. Stavolta sono molto contenta della mia prova e me la sto godendo nel modo giusto, sicuramente diverso rispetto ad un anno fa. Farò il Giro Women e alla crono di apertura di Bergamo spero di arrivarci con lo stesso spirito di oggi.

La incalziamo con un po’ di spunti vari ispirati dalla sua verve. Villa le ripete sempre che se partisse più convinta, guadagnerebbe 30” in ogni crono. E poi il nickname “Arturita” con cui ormai è diventata famosa.

«Forse ha ragione Marco – risponde Vittoria, pronta a rilanciare – dovrei credere un po’ di più su me stessa, ma ci stiamo lavorando step by step. Il soprannome invece è diventato quasi il mio motto, tanto da tatuarmelo. Quando sono con amici o compagne chiamo tutti “Arturo” o “Artura” e ora mi chiamano così.

«Battute a parte – conclude Guazzini – credo che alla base di questo tricolore ci sia la serenità. L’ambiente in cui siamo stati in questi giorni Martina Fidanza ed io ha fatto la differenza. Ci siamo divertite, facendo le ricognizioni come volevamo noi con i nostri tempi e i nostri riferimenti. Per la serie, zero stress e massimo risultato. Questa vittoria la dedico alle Fiamme Oro, che ci hanno supportato, alla mia squadra FDJ-Suez (che dovrebbe modificare il nome nei prossimi giorni, come ci anticipa Guazzini, ndr), al massaggiatore Bertini, oltre che famiglia e amici».

Sorride Longo Borghini per il secondo posto. La sua bella prova in un percorso non adatto a lei è sinonimo di buona condizione
Sorride Longo Borghini per il secondo posto. La sua bella prova in un percorso non adatto a lei è sinonimo di buona condizione

In casa UAE

L’umore tra le atlete della UAE non è troppo diverso. Malgrado abbiano chiuso al secondo e terzo posto e contestualizzando tutto, Longo Borghini e Venturelli hanno di che essere soddisfatte.

«Penso di aver fatto una cronometro in linea con quello che doveva essere il mio ritmo – spiega Longo Borghini – Senza dubbio non era il mio terreno favorevole, ma ho disputato una buona prova. Ha vinto un’atleta che era più portata per questo percorso e arrivare così vicina a Guazzini mi dà la certezza di essere in una buona condizione di forma. Ora punto al tricolore in linea, che anche quello non ha un percorso molto adatto alle mie caratteristiche, però lotterò cercando di fare il meglio possibile assieme alla squadra».

Venturelli col terzo posto assoluto si conferma tricolore crono U23 davanti a Pellegrini e Cipressi (sul podio a parti invertite nel 2024)
Venturelli col terzo posto assoluto si conferma tricolore crono U23 davanti a Pellegrini e Cipressi (sul podio a parti invertite nel 2024)

Sia Velo che Villa invece hanno speso più di una parola anche per Venturelli, terza assoluta e nuovamente campionessa italiana U23. Entrambi hanno sottolineato che finora Federica non ha mai fatto una stagione con continuità a causa di infortuni, ma sanno che è il futuro del ciclismo italiano. Ci vuole solo tempo per continuare a farla crescere bene.

«Arrivavo a questo appuntamento – racconta in chiusura Venturelli, al sesto tricolore a crono consecutivo dopo quello della scorsa stagione e quelli conquistati da juniores e allieva – a cui tenevo tanto con una condizione incerta costruita all’ultimo minuto, a causa di problemi fisici nella prima parte di stagione. E’ stata comunque una bella sorpresa salire sul podio elite perché a livello personale sono molto soddisfatta della mia prestazione».

Tricolori donne a Boario Terme. Viviani, che cosa ricordi?

24.06.2025
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Boario Terme, 2018. Si corrono i campionati italiani per professionisti e Elia Viviani conquista una delle vittorie principali della sua carriera. Sono passati sette anni da allora, fatti di grandi gioie e qualche delusione, ma il ricordo di quella giornata è ancora vivido, come se fossero passate sole 7 ore. Ora su quello stesso percorso toccherà alle donne gareggiare.

La gara lombarda fa anche parte della Coppa Italia delle Regioni 2025, il nuovo progetto voluto dalla Lega del Ciclismo Professionistico e promosso con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Sulla prova tricolore femminile è stato fatto un forte investimento che passa anche per la diffusione in diretta su Rai 2 delle sue immagini, con costi sostenuti direttamente dalla Lega, per dare ulteriore visibilità a un evento che quest’anno assume una particolare rilevanza, esattamente come la gara maschile del giorno dopo da Trieste a Gorizia.

Elia sarà fra i protagonisti in terra giuliana, ma la sua conoscenza del percorso riservato alle donne può rivelarsi preziosa anche perché sua moglie Elena Cecchini, che a Darfo Boario Terme vinse nel 2016, sarà fra le protagoniste. Quindi i supi consigli sono davvero bene accetti.

Lo sprint finale di Viviani a Darfo Boario Terme, dove mette in fila Visconti e Pozzovivo
Lo sprint finale di Viviani a Darfo Boario Terme, dove mette in fila Visconti e Pozzovivo

La scelta di tempo

«Sicuramente è un percorso d’attacco – esordisce l’olimpionico di Isola della Scala – nel senso che io quella volta ero riuscito a muovermi dal gruppo e ad entrare in un’azione corposa e importante, essendo di 7-8 corridori che poi si sono aggiunti a quelli che erano in fuga dall’inizio. Si era formato così un gruppo corposo difficile da raggiungere e io ero lì.

«Mi ricordo di aver avuto un tempismo giusto nel muovermi in pianura prima dello strappo duro, prevenendo così l’azione di chi andava più forte in salita. Poi c’è stato l’ultimo giro, molto tattico, dove in pianura aveva provato Pozzovivo ad anticipare tutti, io mi sono mosso con Oss e Visconti che sullo strappo era il più forte e infatti ci ha ripreso a me e Pozzo. Diciamo che il mio è stato un campionato vinto tatticamente, scegliendo con cura il momento dell’attacco. Se fossi arrivato con quel gruppetto ai piedi dello strappo, probabilmente Visconti sarebbe arrivato da solo e avrebbe vinto il suo terzo titolo italiano. Arrivando con loro due ero il più veloce».

Per Viviani su quel percorso è importante la scelta di tempo per portare l’attacco decisivo
Per Viviani su quel percorso è importante la scelta di tempo per portare l’attacco decisivo

Un percorso per puncheur

Qual è il punto che ricordi particolarmente, a parte l’arrivo? «Proprio il momento che ho attaccato. Non avevo più compagni che potessero aiutarmi nel tenere la corsa, così ho deciso di scattare. Sembrava un po’ un’azione folle, ma invece si è rivelata vincente».

E’ un percorso dove è difficile dire se sia per velocisti, per scattisti, per scalatori…: «E’ facile dire è un percorso per scattisti, per i famosi puncheur, atleti che in salite corte possono attaccare, sono esplosivi, perché comunque serve un po’ di sprint anche lungo il tracciato. Io dico che è un percorso per coraggiosi, perché Elena aveva vinto sullo stesso percorso, andando via da sola e alla fine arrivando a braccia alzate. Quindi diciamo che per vincere devi osare, devi muoverti, quindi non me la sento di dire che è un percorso velocissimo, è difficile che arrivo un gruppo folto, devi essere in grado di stare con 10-15 corridori».

Sul percorso dei tricolori di sabato, Elena Cecchini ha vinto il suo terzo titolo nel 2016
Sul percorso dei tricolori di sabato, Elena Cecchini ha vinto il suo terzo titolo nel 2016

Tutte contro la Longo Borghini?

Spostando un attimo l’attenzione sulla gara femminile, la maggior parte delle atlete sono di squadre WorldTour ma per questo hanno poche possibilità di collaborazione. A Elena che cosa consiglieresti? «Sicuramente di essere furba, di muoversi nelle azioni giuste. Sappiamo tutti chi è la favorita, la Longo Borghini. E’ quella più competitiva a livello mondiale, quindi è anche quella che ha vinto più italiani negli ultimi anni. Direi di essere coraggiosa e di entrare in un’azione per farsi trovare già avanti nel momento in cui probabilmente la Longo attaccherà. Per caratteristiche su quel percorso vedo bene la Persico, ma essendo compagna di team di Elisa bisognerà vedere come si gestiranno».

«E’ una gara aperta, sicuramente. Tornando a Elena, le consiglierei di ricordare come ha vinto i suoi tre titoli italiani consecutivi, con azioni lontane dall’arrivo per poi gestirle tatticamente e cercare di farsi trovare già davanti».

A Darfo Boario Terme la Longo Borghini andrà a caccia della sesta maglia tricolore in linea
A Darfo Boario Terme la Longo Borghini andrà a caccia della sesta maglia tricolore in linea

Si vince soprattutto di testa

In campo femminile c’è qualche squadra appunto a livello Continental, ma diciamo i nomi principali sono tutti in squadre estere. E’ una corsa diversa dalle altre da questo punto di vista? «Sì, è sempre un campionato italiano, è una gara dove è sempre difficile dire a degli atleti di sacrificarsi per i propri compagni, perché tutto può succedere e comunque ognuno può giocare le sue carte, soprattutto se il percorso è così. Sicuramente una corsa diversa, è una corsa dove è facile perdere il controllo perché non è detto che ci sia una squadra che gestisce la corsa fino al momento clou. Secondo me l’italiano è una gara dove si vede anche la qualità di un corridore, di gambe ma soprattutto di testa».

E si cercano anche alleanze? «E’ ovvio che dopo c’è il gioco delle amicizie, delle conoscenze, proprio per supplire a una situazione anomala. Le alleanze probabilmente si cercano nelle situazioni di gara, nel senso che un attacco lontano dall’arrivo viene condiviso, pensato anche da corridori di team diversi perché c’è un’idea che collima. Vedo un attacco da 10-12 corridori dove ci si guarda un po’ in faccia, si fa la conta di chi manca, “dai che andiamo, che ce la giochiamo noi” perché non ci sono ordini di squadra.

E’ una cosa secondo me che viene con la corsa, nel senso che in base a come si evolve la gara ci possono essere degli atleti che comunque hanno un interesse comune. E questo vale anche per le ragazze, ancor di più su quel percorso così intrigante…».

Elisa punta il Giro Women dal San Pellegrino. Parola a Slongo

31.05.2025
6 min
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Non è ancora terminato il Giro d’Italia che già all’orizzonte si profila il Giro d’Italia Women, in programma dal 6 al 13 luglio. L’Italia si presenta con il suo vanto migliore: Elisa Longo Borghini, portacolori della UAE ADQ.

Abbiamo fatto il punto sulla sua condizione con il preparatore Paolo Slongo, che sta organizzando il ritiro in quota al Passo San Pellegrino. Tra l’altro, curiosità, ieri quando la carovana si trovava a Biella, Elisa ha fatto capolino nella corsa rosa che arrivava non troppo distante da casa sua. E’ stata un’occasione per salutare suo marito, Jacopo Mosca.

Paolo Slongo è lo storico preparatore di Elisa Longo Borghini
Paolo Slongo è lo storico preparatore di Elisa Longo Borghini
Paolo, a che punto sono i lavori e come sta Elisa?

Martedì 3 giugno iniziamo il blocco in altura al San Pellegrino e ci resteremo fino al 22, quindi poco più di due settimane. Elisa e parte della squadra arrivano da un periodo di stacco e quest’anno, a differenza degli anni scorsi, hanno partecipato a Durango e Burgos.

Al posto della Vuelta Femenina?

Esatto. Erano due buone gare e a Burgos c’erano comunque una crono e un bell’arrivo in salita, quindi volevamo testarci pur sapendo di non essere al top della condizione. E’ andata bene: Elisa è arrivata seconda nella generale, risultato in parte inaspettato.

Considerando il motore di Elisa, queste corse di preparazione si fanno a tutta o si gestisce l’intensità?

Nessun limite. Elisa correva libera. Veniva da una fase molto aerobica e, anche se non avevamo fatto lavori specifici per la crono o le salite lunghe, il suo livello era comunque competitivo.

Se dovessi fare un paragone con la Longo Borghini di fine maggio 2024, com’è la sua condizione attuale? E quanto margine ha?

In generale la vedo ancora un po’ cresciuta rispetto all’anno scorso. Siamo volutamente all’80 per cento adesso. La prima parte di stagione è stata buona, ma anche sfortunata: è stata male alla Strade Bianche, è stata ripresa a 100 metri dalla Sanremo, è caduta al Fiandre. Di conseguenza anche l’avvicinamento alla Liegi non è stato ideale. Nonostante tutto, ha vinto e fatto tanto, ma c’è un po’ di rammarico per non essere riusciti a essere competitivi in quella gara.

Elisa impegnata nella crono della Vuelta Burgos che ha chiuso al terzo posto a 8″ dalla specialista Reusser (foto Instagram)
Elisa impegnata nella crono della Vuelta Burgos che ha chiuso al terzo posto a 8″ dalla specialista Reusser (foto Instagram)
Lavorando di più su salite lunghe e distanze a ripetizione, il fisico si sfina anche un pochino. Tanto più che Elisa veene dalle classiche dove serviva più massa, più esplosività… E’ lo stesso quesito che abbiamo posto ai tecnici di Pogacar qualche giorno fa.

Sì, sicuro che questo accadrà, ma è una conseguenza. Anche se col peso è messa bene. Parliamo di dettagli. Essendo in altura al San Pellegrino, la “palestra” che ti trovi è quella delle salite, sei nel cuore delle Dolomiti. Dopo una prima fase di adattamento, inizieremo a fare salite più lunghe e a lavorare di più sull’intensità, tranne la prima settimana.

Il classico periodo di adattamento…

Esatto. Dopo lavoreremo anche di più su tutta la parte anaerobica: soglia, fuorisoglia, cosa che fino adesso abbiamo fatto poco.

Se ne avete fatto poco ed Elisa è andata tanto forte nelle classiche, significa che ha margine…

Poco dopo lo stacco post classiche, intendo. Comunque sì, faremo una progressione di lavoro che porterà, nelle ultime due settimane di ritiro, a fare anche lavori a soglia, fuorisoglia e magari allungare la resistenza alla soglia facendo salite lunghe.

Farete anche un po’ di dietro motore? Insomma le “tirerai il collo” magari dopo quattro ore?

Esatto, cercheremo di simulare un po’ la gara come si faceva un tempo (il riferimento implicito è a quel che faceva con Nibali, ndr). La moto la porto e poi lavoreremo parecchio anche sulla crono.

Il momento decisivo del Giro Women 2024: a L’Aquila Longo Borghini stacca Kopecky, la maglia rosa è sua
Il momento decisivo del Giro Women 2024: a L’Aquila Longo Borghini stacca Kopecky, la maglia rosa è sua
Sempre nella zona della Val di Cembra?

Sì, le strade sono quelle. In quella zona c’è la giusta quantità di pianura ideale per lavorare con la bici da crono. Giugno è un mese bello in quella zona perché il grande turismo arriva tra luglio e agosto e trovi ancora le strade poco trafficate, quindi è proprio bello allenarsi da quelle parti.

Paolo, qual è il tuo obiettivo da coach con Elisa? Hai detto che è ancora cresciuta rispetto all’anno scorso. Che percentuali di miglioramento ti aspetti?

Il discorso è più ampio. Il suo peso era già buono a inizio stagione e lì non ci si può lavorare più di tanto. Magari si potranno guadagnare 10 watt alla soglia. Faremo dei richiami in palestra e, tra lavoro di intensità e di resistenza, cercheremo di arrivare al Giro per far bene come l’anno scorso. Consideriamo che dopo il Giro Women Elisa correrà anche il Tour Femmes. Però, attenzione, il focus adesso è sul primo obiettivo.

Da campioni uscenti, quanto è un onere e quanto è un onore questo Giro Women?

Quello che pesa un po’ di più è la pressione che sia l’atleta che tutto il mondo che ci circonda può creare. Tanti danno per scontato che sia facile, ma rivincere non è mai facile. Quando parti con la vittoria dell’anno prima è ancora più difficile proprio per la pressione. Personalmente non la vivo, lavoro facendo il meglio che posso. Penso che anche Elisa e le ragazze in ritiro faranno lo stesso. Faremo al meglio il nostro mestiere, sappiamo di avere delle doti e possiamo far bene, poi si darà sempre il massimo e servirà anche un po’ di fortuna.

A proposito, chi ci sarà sul San Pellegrino con Elisa?

Silvia Persico, Erica Magnaldi, Greta Marturano e Alena Amialiusik.

Longo Borghini all’arrivo della Liegi, quel giorno pagò dazio per forti sensazioni di calore
Longo Borghini all’arrivo della Liegi, quel giorno pagò dazio per forti sensazioni di calore
Invece, spostiamoci sui momenti di difficoltà che ha avuto Elisa: alla Strade Bianche è stata male, alla Liegi il blackout… Come si superano queste “fragilità”?

Analizzando il contesto e la situazione. Si analizzano bene le cose e i motivi che possono aver provocato una debacle. E di solito sono tanti motivi. In molti se lo dimenticano, ma qui lavoriamo con le donne e bisogna considerare che hanno il “loro periodo”. È normale che nessuno ti dirà quando ce l’ha.

Però proprio alla Liegi, Vollering ne ha parlato apertamente alla TV e alla stampa, dicendo che andava a fasi alterne a causa del ciclo mestruale…

Questo comporta qualche variazione, puoi avere un calo, soprattutto con il caldo: è fisiologico. Le ragazze sono brave, corrono lo stesso, danno tutto. Tante volte la gente dall’esterno non sa che ci possono essere questi fattori che possono incidere sulla prestazione. Tra le donne il livello è sempre più alto, tra le top rider la differenza è minima. Non essere al 100 per cento dunque può portare a non essere da podio o altro. Quindi, secondo me, l’analisi di tutti i fattori della prestazione, interni ed esterni, fa sì che uno possa stare tranquillo. Dici: «Okay, è successo questo. Avevo questo». E sai come comportarti di conseguenza o comunque sai dare una spiegazione a quanto accaduto. Poi, come tutti i campioni, tiri una linea, cancelli il passato e guardi al futuro.

Paolo, Longo Borghini è una delle tre o quattro super campionesse del ciclismo femminile: cosa ha di meno e cosa di più rispetto alle solite Vollering, Kopecky…

E’ una domanda difficile. Ognuna ha i suoi pregi e i suoi difetti. Se penso al Giro Women, da parte nostra, essendo italiani, il Giro è una grande motivazione. Questo può essere un fattore importante che abbiamo vantaggio, a differenza di altri che magari non vivono in Italia e quindi lo sentono un po’ meno… forse!