Costa e Stella, un record per entrare fra gli under 23

23.11.2024
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La Sei Giorni di Gand non è come tutte le altre. Il peso della sua tradizione amplifica a tal punto i risultati che anche un semplice record della pista diventa un evento tale da farlo sembrare un primato mondiale. Davide Stella e Ares Costa lo hanno provato sulla propria pelle. Chiamati a partecipare alla prova Under 23, i due si sono presi il lusso di stabilire il nuovo record della pista di categoria, percorrendo i 200 metri in 8”750 e stappandolo ai locali Vandenbranden e Pollefliet che lo detenevano dal 2021.

Gli echi dell’impresa si sentono ancora a giorni di distanza, così prendendo spunto da quello era il caso di sentire i due ragazzi, tornati dal Belgio in condizioni decisamente diverse. Da una parte Costa impaziente d’iniziare la sua nuova avventura alla Padovani sotto la guida di Konychev, dall’altra Stella tornato con una brutta influenza che lo ha letteralmente steso.

I due ragazzi dopo il record. Nelle prove contro il tempo sono stati sempre i migliori
I due ragazzi dopo il record. Nelle prove contro il tempo sono stati sempre i migliori

E’ quindi al primo che spetta il compito di spiegare in che cosa consiste la prova time trial dalla quale è scaturito il primato, anche perché si tratta di qualcosa che non c’è nelle rassegne titolate su pista. «Si parte in coppia e si affrontano 3-4 giri per raggiungere la velocità, poi all’altezza del suono della campana ci si dà il cambio come nella madison e uno dei due corridori affronta i 200 metri lanciati per ottenere il miglior tempo possibile. Nello specifico io ho dato il lancio a Davide».

Vi siete accorti subito dell’impresa compiuta?

Abbiamo notato che c’era una certa effervescenza ma non capivamo il perché, avevamo sì vinto la gara ma era una delle tante previste nella Sei Giorni, poi all’atto della premiazione ci hanno detto che avevamo stabilito il primato della pista. E’ stato un bel risultato, che ha confermato la bontà del lavoro svolto.

Il momento del lancio nella prova del giro lanciato, con Costa che proietta Stella al record
Il momento del lancio nella prova del giro lanciato, con Costa che proietta Stella al record
Entrambi d’altro canto fate parte del quartetto junior campione e primatista mondiale…

Fra me e Davide c’è un bell’amalgama, frutto del tanto allenamento effettuato insieme sotto la guida di Salvoldi. Anche a Gand si è ricreato quel clima allegro e spensierato che è alla base dei successi della nazionale di categoria. Io credo che i nostri successi siano dovuti proprio a quel clima che si è instaurato, il fare gruppo sia in pista che fuori. Il quartetto è prima di tutto un evento di squadra, spingere per un compagno diventa qualcosa di più semplice da fare. Tecnicamente poi io e Davide siamo affini.

Nell’inseguimento a squadre che ruoli avete?

Io sono al lancio e passo la guida del quartetto a lui. A me tocca poi una seconda tirata prima di staccarmi, Davide invece effettua un secondo cambio e poi rimane attaccato.

Il quartetto azzurro junior con Costa e Stella, laureatosi in Cina campione del mondo
Il quartetto azzurro junior con Costa e Stella, laureatosi in Cina campione del mondo
Per te è stato il sigillo a una stagione importante…

Una stagione che mi ha dato molto, al di là del titolo mondiale ed europeo nell’inseguimento a squadre e dell’unica vittoria su strada. Non vedo l’ora di iniziare il mio cammino nella nuova categoria con la Padovani, un’esperienza nuova per me come per tutti i miei compagni e lo staff. Io continuerò a unire le due specialità sperando di poter mettere in luce anche fra gli Under 23 le mie doti da velocista, poi vedremo in base alle scelte dei diesse come esse potranno essere sfruttate.

Costa impegnato su strada con il Borgo Molino. Per lui ora inizia l’esperienza alla Padovani
Costa impegnato su strada con il Borgo Molino. Per lui ora inizia l’esperienza alla Padovani

Stella pronto al grande salto

Parola all’altra metà della coppia, Davide Stella che continua a mietere successi tanto su pista quanto su strada. Per lui è alle porte l’approdo nel devo team della Uae, una sfida non di poco conto. Intanto però c’è da rimettersi in sesto dopo le scorie della trasferta belga: «Alla fine abbiamo concluso la Sei Giorni al sesto posto, ma intanto era il nostro esordio nella nuova categoria, contro ragazzi più grandi ed esperti, poi la formula di gara non ci ha premiato».

Come funzionava?

Nei primi 3 giorni si disputavano corse a punti, dove ognuno della coppia gareggiava per sé in due distinte batterie, unite a gare contro il tempo che potevano essere sui 200 metri come quella che abbiamo vinto o sui 500 metri. Nella seconda metà di gara al posto delle corse a punti c’erano le madison dove la coppia poteva cambiare la classifica guadagnando giri che a differenza di quanto avviene nelle gare titolate e in Coppa non sono trasformati in punti. Quindi alla fine anche ottenere più punti non portava alla vittoria.

Stella in gara nella corsa a punti, dove si gareggiava a livello individuale
Stella in gara nella corsa a punti, dove si gareggiava a livello individuale
Alla fine che cosa porti a casa?

A parte l’influenza? – domanda ridendo – Direi che la stagione non poteva essere migliore e quella belga è stata comunque un’esperienza utile come sempre lo è una gara su pista. Chiudo la mia stagione con due titoli mondiali, due europei e due italiani, ma soprattutto ho fatto vedere il mio valore su strada con 6 vittorie. Ora si volta pagina.

Ti aspettavi tanto clamore per la vostra impresa?

Diciamo che per la conformazione della gara sapevamo di essere la coppia favorita, sapevamo anche che su quell’anello potevamo sviluppare grandi velocità, ma le incognite ci sono sempre. Abbiamo sfruttato al meglio le nostre caratteristiche mentre nelle altre prove, quelle di endurance, abbiamo un po’ scontato il gap di esperienza con le altre coppie.

Nella madison i due azzurri hanno scontato un po’ d’inesperienza, ma ne hanno vinte due
Nella madison i due azzurri hanno scontato un po’ d’inesperienza, ma ne hanno vinte due
Che cosa ti aspetti ora nel passare professionista in un grande devo team?

Io spero innanzitutto di fare tanta esperienza, di avere occasione d’imparare tanto per proseguire il mio cammino di crescita, ma vorrei anche avere le mie occasioni per fare qualche risultato. Continuerò comunque ad abbinare strada e pista, il team si è dimostrato d’accordo per lasciarmi fare le mie esperienze.

Fantini, gli ori juniores in pista e la Solme-Olmo che lo aspetta

11.11.2024
7 min
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Un primo assaggio da U23 lo ha fatto quarantotto ore fa nel trevigiano a San Biagio di Callalta per conoscere la Solme-Olmo, sua prossima formazione. Cristian Fantini lascia gli juniores per saltare nella nuova categoria portandosi in dote le medaglie d’oro europea e mondiale nell’inseguimento a squadre.

I due titoli internazionali dell’estate si sono aggiunti alle due affermazioni su strada ottenute in primavera con la maglia del Pedale Casalese Armofer. Il diciottenne reggiano si è attirato le attenzioni di tanti osservatori senza avere gli stessi riflettori sotto cui erano finiti altri suoi colleghi. E probabilmente è stato un bene per Fantini perché ha potuto correre con meno pressioni, anche se comunque una proposta importante per il 2025 era arrivata dai “vicini di casa” di Cavriago. Infatti la VF Group Bardiani CSF Faizanè lo avrebbe voluto far passare pro’ integrandolo al suo gruppo dei giovani, però alla fine non se n’è fatto nulla. Un’operazione solo rimandata che solo il tempo dirà e che tuttavia lo stesso Cristian dovrà guadagnarsi attraverso la Solme-Olmo.

Fantini con Gian Pietro Forcolin, presidente della Solme-Olmo. La carriera U23 del giovane reggiano inizia dal team trevigiano (foto Photors.it)
Fantini con Gian Pietro Forcolin, presidente della Solme-Olmo. La carriera U23 del giovane reggiano inizia dal team trevigiano (foto Photors.it)

Il suo compagno

Il nome di Fantini è sempre stato uno di quelli da seguire fin dagli esordienti. Almeno un sigillo a stagione lo ha sempre piazzato e quest’anno ha fatto un grande step in avanti. Assieme a Magagnotti, Costa, Sporzon e Stella ha conquistato l’europeo a Cottbus e il mondiale a Luoyang col quartetto facendo fermare il cronometro, proprio nel velodromo cinese, a 3’51”199 per uno straordinario record del mondo. Il suo compagno Stella, il più duttile in pista, dopo quel trionfo ha speso parole gratificanti nei suoi confronti.

«Posso dire che Cristian è stata la nostra sorpresa. A inizio stagione so che c’era qualche dubbio sui suoi requisiti. Era meno performante degli altri, ma il cittì Salvoldi ha continuato a crederci e lui è venuto fuori al momento giusto. O lui o Magagnotti erano quelli deputati a chiudere le nostre prove».

Il suo mentore

Se il cittì azzurro ha continuato a crederci lo deve anche ai riscontri avuti da Luca Colombo, diesse di Fantini. L’ex iridato della cronosquadre ha instaurato un rapporto sincero e profondo con i suoi atleti, specialmente se questi pensavano di aver già dimostrato qualcosa oppure non si applicavano al meglio delle loro potenzialità.

«Con Cristian – spiega Colombo – ammetto che non sono stato tenero a volte, ma l’ho sempre fatto per il suo bene. L’ho sempre reputato un corridore con ampi margini di crescita e ho sempre creduto in lui, tant’è che lo seguivo da tanti anni. Fisicamente c’è, però deve maturare ancora come atleta e come persona. Come è giusto che facciano con pazienza quelli della sua età. Personalmente per il 2025 non lo ritenevo ancora pronto per il salto tra i pro’ (curiosamente sarebbe stato il secondo reggiano della VF Group dopo Biagini, altro ex juniores del Pedale Casalese, ndr). Credo che nella Solme-Olmo troverà l’ambiente e le persone giuste per crescere in modo più graduale. Poi ovvio che spero di vederlo passare nel giro di poco».

Tra Fantini e Colombo c’è un rapporto forte e sincero. La crescita del ragazzo è passata attraverso i consigli del diesse piacentino
Tra Fantini e Colombo c’è un rapporto forte e sincero. La crescita del ragazzo è passata attraverso i consigli del diesse piacentino

Parola a Cristian

Nei due anni al Pedale Casalese, Fantini ha imparato a correre grazie a Colombo, soprattutto in proiezione futura. Gliene è riconoscente e guarda avanti senza rimpianti.

«Il contatto con la VF Group – racconta Fantini – c’è stato a cavallo dell’europeo in pista. Ovviamente ero contento e mi ha fatto piacere, anche perché conosco abbastanza bene la famiglia Reverberi da tempo, dato che abitiamo vicini. Non si è concretizzato nulla e non so se sarebbe stata la scelta più giusta per me. Alla fine riflettendoci bene, sono d’accordo con Luca. E’ meglio essere andato con la Solme-Olmo e guardo volentieri a quello che dovrò fare con loro nel 2025.

La perla del 2023 arriva quando Fantini finalizza il perfetto lavoro dei compagni battendo Mellano (foto italiaciclismo.net)
La perla del 2023 arriva quando Fantini finalizza il perfetto lavoro dei compagni battendo Mellano (foto italiaciclismo.net)

«So che cambierà l’ambiente, sarà un’esperienza nuova in tutto. Abbiamo già fatto il primo incontro e sono sereno. Anzi sono curioso di sapere cosa mi aspetta. Al momento non sono troppo spaventato, perché so che se si fanno i lavori fatti bene, non devi temere nulla. Ecco, forse al momento ho solo il timore di come starò in gruppo durante le gare. Anche quello comunque sarà un modo per crescere, che è l’obiettivo primario».

Il biennio juniores

Le due stagioni da juniores con tre successi complessivi sono già storia per Fantini. Le rivive in velocità come quando si lancia in volata o in pista.

«Abbiamo sempre lavorato il giusto – prosegue Cristian – ovvero poco rispetto a certi altri juniores per non bruciare le tappe. Mi sono sempre fidato di Luca, fra di noi c’è un bel rapporto, anche di amicizia, non solo atleta-diesse. Già l’anno scorso avrei dovuto fare la pista, ma lui mi diceva che erano carichi di lavoro pesanti che io in quel momento non avrei saputo gestire. Aveva ragione.

«Ho fatto il 2023 di ambientamento alla categoria. Ho aiutato la squadra e spesso mi sono trovato a lavorare per Omati, però quando potevo avere un po’ di spazio mi sono giocato le mie carte. E una vittoria l’ho centrata. Quest’anno invece sono partito molto bene con due vittorie in quindici giorni poi ho calato l’attività su strada per curare la pista. Con i miei compagni di nazionale inizialmente non ci aspettavamo di vincere, ma sapevamo che stavamo andando forte. Agli europei in Germania abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi e di quelli degli avversari. Siamo andati al mondiale convinti di vincere e di poter realizzare il record. E così è stato».

Allenamenti in vallata

Fantini si ispira a Van Aert ed abita in una porzione della provincia di Reggio Emilia perfetta per la bici e per inseguire i propri sogni. Dalla sua Ciano d’Enza (dove nel 2021 passò la quarta tappa del Giro d’Italia) la strada inizia ad inerpicarsi verso le colline e il più alto Appennino. Quelle strade sono state la palestra d’allenamento di Malori, che abita dall’altra parte del fiume. A Castelnuovo ne’ Monti, circa 30 chilometri da casa, ci sarà un arrivo della Corsa Rosa di quest’anno e Cristian sicuramente non mancherà all’appuntamento. Intanto sa su cosa vuole migliorare.

Fantini (in terza posizione) si è concentrato all’attività in pista dopo il buon inizio su strada (foto FCI)
Fantini (in terza posizione) si è concentrato all’attività in pista dopo il buon inizio su strada (foto FCI)

«Attorno a casa mia – conclude – ci sono belle strade e tanti percorsi per qualsiasi tipo di allenamento. La settimana scorsa sfruttando il sole e gli ultimi caldi, ho fatto anche tre ore e mezza con alcune salite. Sono un passista-veloce e sugli strappi sono sempre andato forte, ma è proprio su salite un più lunghe che io voglio crescere. So che ne dovrò fare tanta senza esagerare se vorrò completarmi come corridore».

Salvoldi fa il bilancio sui mondiali pista e guarda all’europeo

05.09.2024
5 min
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PORTOFINO – La mattinata ligure del Giro della Lunigiana inizia con nubi grigie che minacciano tempesta, tanto da portare alla cancellazione della seconda tappa. Alla fine, la pioggia tanto temuta non è arrivata, ma la decisione del Prefetto ormai è presa e bisogna farsene una ragione. Tra i tanti che scrutano l’orizzonte alla ricerca di una risposta sul meteo c’è anche Dino Salvoldi, cittì della nazionale juniores (in apertura foto FCI). Qui al Lunigiana è alla ricerca delle ultime risposte prima di diramare le convocazioni per europei e mondiali.

Salvoldi in questi giorni sta seguendo i ragazzi al Giro della Lunigiana
Salvoldi in questi giorni sta seguendo i ragazzi al Giro della Lunigiana

Pista e record

Ma l’appuntamento che ci interessava affrontare con lui questa mattina era collocato indietro nel tempo. I mondiali juniores su pista hanno portato diverse medaglie, ben 11, e il record del mondo nell’inseguimento a squadre. Risultati che fanno ben sperare per il futuro del movimento legato alla pista.

«Come si suol dire – esordisce Salvoldi – ripetersi è difficile e confermarsi su certi livelli cronometrici lo è ancora di più. Però devo dire che abbiamo fatto tutti insieme un bel percorso di avvicinamento. Ho avuto appoggio e fiducia dai ragazzi, dalle famiglie e dalla Federazione stessa. Quest’ultima mi ha permesso di svolgere appieno il mio lavoro e il programma che è partito da lontano. Era da dicembre che i ragazzi venivano una volta a settimana ad allenarsi, intensificando l’impegno in vista di europei e mondiali.

«Partendo dal quartetto, quest’anno siamo riusciti a trovare per ogni posizione l’interprete migliore, a partire da Costa che è stato l’interprete perfetto per il ruolo di primo uomo. Poi Magagnotti in seconda, Stella in terza e poi la doppia scelta per il quarto posto tra Sporzon e Fantini. La prestazione cronometrica fatta è stata propiziata dalle condizioni ambientali favorevoli, però già prima di partire avevamo avuto riscontri concreti a Montichiari. Pensavamo di essere competitivi, a livello dell’anno precedente. Gli avversari sono migliorati, ma non sono arrivati ancora al nostro pari. Sono tre anni che vinciamo la specialità più complessa e lo facciamo abbassando il record del mondo, è una conferma importante».

Il conto totale per la spedizione mondiale è stato di 11 medaglie (foto FCI)
Il conto totale per la spedizione mondiale è stato di 11 medaglie (foto FCI)
Stella è stato il protagonista di questa spedizione azzurra vincendo tre medaglie…

L’obiettivo è dare continuità di lavoro a questi ragazzi, l’impegno non finisce con il record del mondo. La pista è prima di tutto una scelta, non forzata. E’ bene chiarire che la pista sia un bel mezzo di allenamento per tutti. Essere competitivo e correre in certe manifestazioni non è per tutti, ci vogliono delle qualità. Come le ha Davide Stella, che di questo gruppo è il corridore più duttile.

Lui ha corso in tante discipline diverse, il rischio è di tirarlo da tutte le parti o si riuscirà a lavorare in maniera ottimale?

Sicuramente è adatto anche alle altre discipline, lo ha dimostrato vincendo altre due medaglie oltre a quella del quartetto. Dove correrà dipenderà anche dal calendario perché non puoi far tutto, il livello è alto. Servono i corretti tempi di recupero e la possibilità di esprimersi al meglio dove verrà schierato. In fase di preparazione è chiaro che il quartetto sia la disciplina cardine per la ricerca della condizione, viste le modalità e il coinvolgimento di più soggetti. Un’attività che viene utile anche per le altre specialità.

Per l’aspetto tecnico?

Deve essere curato in modo continuativo, chiaro che però è una cosa che viene fatta a ridosso delle manifestazioni. Partecipare ad alcune gare durante l’anno aiuta a tenere alta la confidenza con la disciplina.

Vedere Stella confrontarsi a livelli internazionali su strada è una bella soddisfazione?

Ci sono un paio di ragazzi del gruppo pista: Stella e Magagnotti, che sono coinvolti nel programma per l’europeo su strada. Durante la stagione ci sono delle priorità e oltre alle qualità atletiche hanno una testa attaccata al corpo alla quale va dato il giusto riposo. Abbiamo aspettato gli ultimi giorni di ritorno dalla Cina per capire quale fosse il percorso migliore per ognuno in vista del campionato europeo. Nelle prossime tappe qui al Lunigiana capiremo bene cosa fare.

Vedere che riescono a fare bene anche su strada però fa capire che il programma sta andando bene…

Certo. La strada rimane l’attività primaria, per scelta stessa dei ragazzi. A questo punto della loro carriera ci sono atleti, i due che abbiamo citato prima, che hanno spiccate doti per entrambe le discipline. Vanno messi nelle condizioni di potersi esprimere al meglio.

Sarà importante mantenere questo equilibrio anche nel cambio di categoria.

Il messaggio che noi cerchiamo di portare avanti è che con il giusto equilibrio si possono fare entrambe le attività. Chiaro che con il cambio di categoria trovano i campioni del mondo dello scorso anno; quindi, il numero di pretendenti alla vittoria aumenta. So per certo che la volontà dei ragazzi è di mantenere strada e pista, dovranno essere bravi a farsi sentire quando servirà.

La pista junior ha una… Stella: per Davide altri due mondiali

04.09.2024
5 min
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Salvoldi era stato buon profeta. A inizio stagione aveva indicato in Davide Stella l’ideale trait d’union per il gruppo junior della pista, mutuando l’esperienza acquisita lo scorso anno e trasmettendola ai nuovi arrivi. Il corridore del Gottardo Giochi Caneva ha svolto il compito come meglio non si poteva, innanzitutto entrando nel quartetto (dove lo scorso anno da novizio era riserva) e pilotandolo verso l’oro e il record mondiale, poi condendo la sua partecipazione ai mondiali di categoria in Cina con l’oro nell’eliminazione e l’argento nella madison.

Stella insieme a Salvoldi, che gli ha affidato la guida del gruppo essendo un secondo anno
Stella insieme a Salvoldi, che gli ha affidato la guida del gruppo essendo un secondo anno

Considerando europei e mondiali, Stella vanta ben 10 presenze sul podio con 7 titoli vinti. Un vero animale da pista, uno di quei gioielli che, nel normale periodo di rinnovamento postolimpico, va curato con massima attenzione. Il friulano d’altronde è uno di quelli davvero innamorati della pista, ne fa un caposaldo del suo futuro anche se l’attività su strada resta primaria.

Tornato dalla Cina, ha ancora negli occhi non solo la gioia dei risultati, ma anche le sensazioni provate in una trasferta così lontana: «E’ stata una manifestazione strana, diversa. Mi hanno colpito i panorami, le costruzioni, i modi di fare della gente. Inizialmente rimani un po’ interdetto, poi ci fai l’abitudine e anzi apprezzo questo sport che mi permette di vivere esperienze simili».

Battute finali dell’eliminazione, Stella precede Cordoba (ESP) e Menanteau (FRA)
Battute finali dell’eliminazione, Stella precede Cordoba (ESP) e Menanteau (FRA)
C’era gente ad assistere alle gare?

Tantissima, in certi giorni c’era il pienone, con striscioni e tanto tifo per i corridori locali, ma non solo per loro perché anche altre tifoserie, seppur con poca gente al seguito si facevano sentire. In questo senso è stato molto bello, un mondiale vissuto profondamente. Un mondiale anche di altissimo livello e lo dimostrano i tempi conseguiti. La pista era molto veloce e la concorrenza enorme, sia nelle prove contro il tempo che in quelle di gruppo. I risultati ottenuti sono stati sudati, posso assicurarlo.

Com’era l’ambiente in casa azzurra?

Molto sereno e questo ha favorito i risultati. Devo dire che Dino ha lavorato molto sul gruppo, cercando di trovare subito un’intesa sin dall’inizio dell’anno. Il risultato è stato che si è formato un gruppo unito, di amici prima che atleti, sembrava quasi di stare in vacanza quando eravamo lontani dalle bici. Questo era avvenuto già prima degli europei e in Cina si è visto ancora di più.

Il quartetto azzurro con Costa, Stella, Magagnotti e Fantini. Il nuovo record è 3’51″199
Il quartetto azzurro con Costa, Stella, Magagnotti e Fantini. Il nuovo record è 3’51″199
Lo scorso anno era già arrivato l’oro e il record mondiale e sembrava quasi impossibile riuscire a fare meglio cambiando completamente formazione. Come ci siete riusciti?

Molto del merito è del cittì che ci ha preparato al meglio. Dopo la vittoria nell’europeo, ci ha chiesto quali fossero le nostre intenzioni e noi abbiamo detto che l’oro mondiale non ci bastava, volevamo migliorare il primato. Dino ha lavorato per questo, portandoci in altura a Livigno, lavorando a Montichiari, curando la coesione del gruppo e gli automatismi.

Quali erano i ruoli?

Costa era al lancio, poi toccava a me rilanciare l’andatura e tenere alto il ritmo per passare poi la mano a Magagnotti e posso assicurare che quando tira lui non è facile stargli dietro. A chiudere poteva essere lo stesso Magagnotti oppure Fantini. Posso anzi dire che proprio lui è stata la sorpresa. A inizio stagione so che c’era qualche dubbio sui suoi requisiti, era meno performante degli altri ma Salvoldi ha continuato a crederci e lui è venuto fuori al momento giusto.

Argento nella madison insieme a Sporzon, battuti solo dai belgi Huysmans e Van Strijthem
Argento nella madison insieme a Sporzon, battuti solo dai belgi Huysmans e Van Strijthem
Tu però non ti sei limitato al quartetto, portando a casa anche un oro nell’eliminazione e un argento nella madison…

Sinceramente all’eliminazione ci puntavo perché è la specialità che mi viene meglio e che mi piace di più, ma inizialmente non doveva toccare a me ma a Bortolami. Poi Salvoldi ha cambiato le assegnazioni il giorno prima, così mi sono ritrovato a farla. Che devo dire, è una specialità che mi viene bene… Il giorno dopo c’era la madison, Salvoldi aveva pensato di evitarmi lo sforzo precedente, ma a dir la verità non ho sentito la fatica. Abbiamo chiuso secondi ma potevamo anche vincere, solo che Sporzon è caduto e riprendendo ci siamo trovati sfalsati rispetto a quanto stabilito, ossia lui sprintava nei turni che spettavano a me e viceversa. Questo ci ha creato qualche problema, senza la sua caduta sono convinto che ce la giocavamo.

Hai ormai un curriculum enorme, hai intenzione di continuare nei velodromi?

Sicuramente, era una conditio sine qua non per la squadra nella quale passerò, l’ho detto a ogni contatto che ho avuto. La squadra l’ho già scelta, ma mi hanno chiesto di non dire ancora nulla, comunque mi lasceranno carta bianca per fare attività su pista.

Stella (a destra) vince il GP DMT prima di partire per Luoyang. Sconfitti Stefanelli e Fabbro (foto Rodella)
Stella (a destra) vince il GP DMT prima di partire per Luoyang. Sconfitti Stefanelli e Fabbro (foto Rodella)
Lo scorso anno avevi detto che per emergere su pista avevi un po’ trascurato la strada. Come ti sei regolato quest’anno?

Avevo deciso di dedicarmi di più alle gare su strada soprattutto nella prima parte di stagione per poi passare alla pista per le gare titolate. Le mie soddisfazioni me le sono prese con tre vittorie fino a maggio e il successo al GP DMT proprio prima di partire per la Cina. Rispetto allo scorso anno è arrivata qualche vittoria in più, ora mi aspetta il Lunigiana da affrontare con la condizione acquisita in pista, ma sfruttando anche il grande carico di lavoro svolto a Livigno.

Stella “traghettatore” per i nuovi juniores

19.01.2024
5 min
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Dino Salvoldi è stato chiaro: «In questo momento il settore juniores è un grande laboratorio, nel quale passano tantissimi ragazzi, la maggior parte dei quali freschi di cambio di categoria e con tanto, tantissimo da imparare». Del gruppo plurimedagliato del 2023 è praticamente rimasto un solo elemento: Davide Stella (con lui nella foto di apertura), al quale sono affidate un po’ le chiavi del gruppo, soprattutto per quel che riguarda la pista.

Stella è stato lo scorso anno un’autentica rivelazione, con lo straordinario tris di titoli europei ad Anadia nello spazio di due giorni (scratch, eliminazione e chilometro da fermo) e poi un bronzo a Cali nella rassegna mondiale. E’ chiaro che ora l’asticella si alza e in questo 2024 sono tante le aspettative riposte su di lui. Ma quello con cui ci troviamo di fronte è un Davide un po’ diverso.

Nel 2023 Stella ha privilegiato la pista, quest’anno sta lavorando per emergere su strada
Nel 2023 Stella ha privilegiato la pista, quest’anno sta lavorando per emergere su strada

«Capisco se qualche atleta del primo anno si è presentato a Montichiari con un po’ di titubanza, di timore – afferma il giovane friulano – anch’io lo scorso anno ero così e mi accorgo di come le cose siano cambiate in dodici mesi. Oggi mi sento molto più maturo, con un’altra voglia di fare. Se ripenso ad allora non avrei mai creduto che mi attendevano soddisfazioni così grandi. Ora invece sono conscio di quel che valgo e punto a confermarmi».

Salvoldi ha parlato apertamente di te come di un elemento guida, una sorta anche di traghettatore per i nuovi…

Ringrazio Dino per questo che è un attestato di stima. Mi fa piacere, è un bel ruolo, importante. Cercherò di valorizzarlo e di non deluderlo, possiamo formare un altro bel gruppo.

Quest’anno Stella punta a entrare nel quartetto per gli europei e i mondiali di categoria
Quest’anno Stella punta a entrare nel quartetto per gli europei e i mondiali di categoria
La tua stagione ricalcherà quella dello scorso anno?

No, qualcosa cambia. Nel 2023 proprio per puntare alla pista ed emergere ho messo un po’ da parte le mie ambizioni su strada. Quest’anno voglio riequilibrare il tutto, voglio vedere che cosa valgo davvero su strada. Sarà una stagione più articolata, per la quale sto già lavorando sodo con il mio preparatore Nunzio Cucinotta, che è anche il diesse della Gottardo Giochi Caneva. Ormai lo vedo più di mia mamma… Scherzi a parte, so che il mio lavoro è condiviso anche con Salvoldi, quindi vado sul sicuro.

Lo scorso anno avevi detto che in allenamento avevi fatto anche il quartetto, ma poi in gara erano andati altri. Quest’anno ambisci a un posto da titolare?

E’ un mio obiettivo. Mi voglio impegnare per quello, significherebbe che sono migliorato ancora. Perché un posto nel quartetto bisogna meritarselo, come è giusto che sia. In gara vanno sempre quelli che sono più forti. Io comunque ho intenzione di concentrarmi su pista sulle discipline olimpiche. Titoli e medaglie sono stati un bello sprone, ma ora voglio cominciare a guardare alle discipline più importanti, che hanno un approdo a cinque cerchi, quindi quartetto ma non solo, anche omnium e madison.

La Gottardo Giochi Caneva punta molto sul friulano e lo lascia libero per l’attività nei velodromi (foto Messaggero Veneto)
La Gottardo Giochi Caneva punta molto sul friulano e lo lascia libero per l’attività nei velodromi (foto Messaggero Veneto)
Proprio parlando di Olimpiadi, se dico Los Angeles 2028 che cosa pensi?

Ci punto già da ora, lo ammetto. La strada però è lunga, la concorrenza già tantissima e io sarò ancora molto giovane per allora. C’è tanto da lavorare, ma non mi tiro certo indietro.

La tua società è favorevole al doppio impegno?

Mi hanno sempre lasciato libero di fare tutti gli allenamenti necessari a Montichiari, anzi devo dire che Nunzio è sempre stato disponibile nell’accompagnarmi al velodromo per le sessioni settimanali e la distanza non è poca, almeno 300 chilometri… E’ chiaro che c’è una certa preferenza per le gare su strada, per gli allenamenti di gruppo ma sanno che per emergere bisogna essere costanti e quindi devo garantire una certa frequenza anche negli allenamenti al centro federale su pista.

Il giovanissimo friulano con Nunzio Cucinotta, suo allenatore e diesse
Il giovanissimo friulano con Nunzio Cucinotta, suo allenatore e diesse
A proposito di pista, ti alleni solo a Montichiari?

No, spesso mi sposto in Slovenia, a Nove Mesto dove c’è un bell’impianto e organizzano anche gare internazionali. Negli ultimi mesi dello scorso anno mi ci sono recato spesso, anche perché la distanza da casa mia è minore di quella di Montichiari, ora però considerando anche la scuola, mi concentro sulla strada e sulle trasferte verso il velodromo bresciano.

Il podio dello scratch agli europei juniores 2023, dove l’azzurro ha vinto anche eliminazione e chilometro da fermo
Il podio dello scratch agli europei juniores 2023, dove l’azzurro ha vinto anche eliminazione e chilometro da fermo
Su strada che cosa ti aspetti?

Il mio obiettivo è togliermi qualche soddisfazione e dedicarmici con maggiore attenzione e costanza. Nel 2023 ho ottenuto qualche buon risultato, ma vorrei fare di più, vorrei convincere Salvoldi a prendermi in considerazione anche per quel tipo di gare. Nello scorso anno sono riuscito a essere convocato in nazionale una volta, vorrei fare più trasferte all’estero perché s’impara tanto.

E’ vero che sei all’inizio del tuo secondo anno, ma pensi già a che cosa fare a fine stagione, hai già contatti con squadre development?

Contatti ci sono sin dallo scorso anno, ma per concretizzarli bisogna confermarsi. Per questo la stagione che sta iniziando è così importante per me, non posso fallire.

Forze fresche per la pista: Salvoldi prende le misure

15.01.2024
4 min
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Cambia l’anno e cambia tutto. A questa rigida regola, Dino Salvoldi inizia ad abituarsi. Alla sua terza stagione alla guida del settore junior, il tecnico azzurro sa bene che il cambio di categoria porta via ogni anno molti dei migliori talenti e al contempo bisogna iniziare a lavorare su materiale nuovo, quelli che approdano alla categoria e hanno tutto da imparare. Per questo Salvoldi ha iniziato molto presto a lavorare con i suoi ragazzi.

«Il primo raduno – racconta – lo abbiamo fatto il 12 dicembre. Da allora prevedo 2 giorni a settimana a Montichiari, chiedendo ai ragazzi, pur comprendendo i loro impegni scolastici, di esserci almeno in uno. Per ora stiamo lavorando su un gruppo di 25 atleti, di cui ben 16 del primo anno. Ma oltre a loro, in base alla disponibilità di bici e di spazi lavorando pressoché in contemporanea con la nazionale maggiore di Villa, faccio venire anche altri ragazzi che mi vengono segnalati dai responsabili tecnici regionali. Conto alla fine di vederne almeno una quarantina e stiamo parlando solo ed esclusivamente della pista».

Un momento degli allenamenti a Montichiari, condivisi con la nazionale maggiore di Villa
Un momento degli allenamenti a Montichiari, condivisi con la nazionale maggiore di Villa
Quanto è cambiato il gruppo?

Tantissimo, tutto lo zoccolo duro che ha portato risultati nelle manifestazioni titolate dello scorso anno ha cambiato categoria. Giaimi ad esempio è già stato agli europei assoluti di Apeldoorn. Ciò però non mi spaventa. Due anni, fa quando iniziai, mi trovai di fronte un gruppo i cui 3/4 erano novizi.

Ti trovi però ad affrontare una stagione che arriva dopo i trionfi del 2023, tra titoli e record…

Abbiamo avuto prestazioni eccezionali che hanno alzato il livello e questo non vale solo per noi. E’ chiaro che gli avversari ora ci vedono come la squadra da battere e hanno elevato il valore della categoria. Non sarà facile farci trovare pronti, ma dovremo basarci forzatamente sui tempi di questi due anni precedenti per avere un raffronto e fare altrettanto se non meglio.

Molti dei ragazzi che hai avuto sono ora entrati in team importanti, come lo stesso Giaimi e Sierra, la maggior parte sono all’estero. Che cosa ne pensi?

Fa parte del ciclismo di oggi. I ragazzi che vogliono investire in quest’attività puntano all’ingaggio nei Team Devo che può spianare loro la porta del professionismo. Quindi devono farsi notare, ma attenzione, perché i tecnici delle squadre non guardano solo ai risultati, ma alle prestazioni nel loro complesso e le correlano a quello che i ragazzi ottengono. Giaimi, Sierra e gli altri hanno meritato il loro passaggio, partono da una base altissima.

Il quartetto iridato 2022, con Fiorin, Favero, Delle Vedove, Giaimi e Raccagni Noviero (foto Lariosport)
Il quartetto iridato 2022, con Fiorin, Favero, Delle Vedove, Giaimi e Raccagni Noviero (foto Lariosport)
Quei ragazzi secondo te potranno essere l’ossatura della squadra per Los Angeles 2028?

Non è una mia competenza, posso parlare solo da appassionato esterno. Penso che ne abbiano tutte le possibilità unendosi a chi già oggi è ai vertici. Sono atleti su cui investire, ma ce ne sono anche altri, chi più giovane e chi appena più grande. Abbiamo una buona base per la pista, questo è certo.

Ti sei già fatto un’idea di chi sono i ragazzi del primo anno?

Sarebbe ingeneroso giudicarli in base a una prima, semplice presa di contatto. Non tutti tra l’altro hanno potuto essere visionati, tra scuola, influenza e impedimenti vari. L’esperienza mi fa essere ottimista, penso che costruiremo un buon team per continuare ad essere competitivi. Ma avremo bisogno di tempo, di molte prove per capire come muoverci. Il cronometro ci dirà se siamo competitivi, ma io penso che lo saremo.

Chi è rimasto del vecchio gruppo?

Fra quelli medagliati il solo Stella è ancora con noi e sarà un’ottima guida per i compagni. C’è però anche chi ha già lavorato con noi ma non ha trovato spazio in nazionale. Teniamo conto che da una rosa di oltre 40 elementi alla fine a gareggiare saranno 6-7. Anche nel 2023 c’erano tanti secondi anni che meritavano, ma non riuscivano a emergere per la strenua concorrenza ad alto livello. Sierra stesso il primo anno non era certo il corridore che abbiamo visto emergere nel 2023.

Giaimi ha fatto il suo esordio tra i grandi agli europei, finendo 12° nell’inseguimento
Giaimi ha fatto il suo esordio tra i grandi agli europei, finendo 12° nell’inseguimento
Nei giorni scorsi è stato inaugurato l’impianto di Crema, che si aggiunge a quelli già disponibili mentre finalmente si vede luce per il velodromo di Spresiano. Secondo te questi nuovi impianti aiuteranno i ragazzi a praticare la pista anche lontano da Montichiari?

Su questo è bene essere chiari. Possono integrare il nostro lavoro, non sostituirlo. Montichiari resta il riferimento assoluto, ma certamente perché il nostro ciclismo cresca e con un ritmo maggiore, servono impianti. La carenza di infrastrutture è una limitazione enorme per il nostro movimento, quindi ogni impianto in più è una boccata d’ossigeno. Dobbiamo averne di più dobbiamo averne indoor e su distanza canonica. Ma serve anche un’attività invernale come quella che c’è nel ciclocross. Serve che i ragazzi possano sfruttare i mesi liberi dall’attività su strada per impratichirsi nelle gare di gruppo, per abituarsi alle madison che sono una scuola irrinunciabile e che non s’imparano con facilità. Se avessimo un calendario di madison d’inverno faremmo esplodere il movimento…

Su pista sta sbocciando un talento. Ecco Davide Stella

21.09.2023
5 min
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Può essere a buon diritto considerato come una delle grandi sorprese di questa stagione ciclistica azzurra, perché prima dell’estate così ricca di podi, Davide Stella era uno dei tanti ragazzi pieni di speranze e poco altro. Agli europei su pista di Anadia ha però collezionato la bellezza di tre titoli in poco più di 24 ore, nello scratch, nell’eliminazione e nel chilometro da fermo. Poi ai mondiali di Cali ha conquistato un bronzo sempre nell’eliminazione.

Parlando con il giovanissimo friulano, le sorprese diventano quasi una costante, a cominciare dai suoi inizi ciclistici, certamente dovuti alla passione che già allignava in famiglia (il padre è un amatore) ma che partono dalla scuola, seguendo un percorso che vorremmo fosse la regola e non l’eccezione, nel ciclismo e non solo.

«Un giorno alle elementari – racconta – si presentarono dei signori con un volantino, che promuoveva un corso per bambini invitandoli a fare un test. Ci andai e mi piacque subito, anche perché le bici per me non erano una novità. Così continuai e la passione non è mai venuta meno, anzi…».

Davide Stella nella sua estate ha conquistato 3 ori europei e un bronzo mondiale
Davide Stella nella sua estate ha conquistato 3 ori europei e un bronzo mondiale
E la pista quando l’hai iniziata?

A 10 anni, l’affrontavo con la bici da strada le prime volte, ma già l’anno successivo avevo quella specifica a scatto fisso. Pedalavo sulla pista di Portogruaro, almeno una volta a settimana e trovavo lì tanti ragazzi della mia età. Devo però dire che tutto è cambiato quando sono passato sotto la guida di Nunzio Cucinotta, il diesse del team Gottardo Giochi Caneva che è anche il mio allenatore e mi ha trasmesso questa forte passione per la pista.

Quando hai iniziato con la pista quelle curve paraboliche non ti facevano un po’ paura?

Bella domanda… All’inizio mi faceva un certo effetto, poi ho cominciato a prendere confidenza. Ogni volta che sono caduto mi sono rimesso in piedi e ho ricominciato, proprio per non dare spazio alla paura. Ogni tanto però qualche dubbio mi viene, soprattutto nelle gare di gruppo che sono quelle che affronto maggiormente.

La vittoria nell’eliminazione ad Anadia contro lo sloveno Erzen (foto UEC)
La vittoria nell’eliminazione ad Anadia contro lo sloveno Erzen (foto UEC)
Come ti spieghi questa pioggia di medaglie che ti è arrivata addosso?

Non mi ha sorpreso, era l’obiettivo per il quale ho lavorato tanto sin da inizio stagione seguendo le indicazioni del cittì Salvoldi. Lui era molto fiducioso e mi ha spinto a insistere. Ho fatto sessioni di allenamento specifico ogni settimana sin dallo scorso inverno e per prepararmi sono anche stato in Slovenia, in un velodromo non troppo lontano da casa. I risultati si sono visti.

Ti abbiamo sempre visto impegnato in specialità di gruppo, come mai non nel quartetto?

Sono scelte del tecnico, ma questo non significa che io non abbia lavorato e non lavori per l’inseguimento a squadre. Quando si fa allenamento con il gruppo azzurro affrontiamo tutti la specialità, poi va in gara chi è più forte. Lo stesso vale per la madison, a me ad esempio è capitato anche di gareggiare insieme a Sierra e mi sono trovato molto bene.

La vittoria di Stella al GP Comune di Villadose, primo suo successo 2023 in gara nazionale (foto Facebook)
La vittoria di Stella al GP Comune di Villadose, primo suo successo 2023 in gara nazionale (foto Facebook)
Qual è la specialità che ti piace di più?

La mia preferita è l’eliminazione, ma per certi versi è anche quella che odio di più, forse perché mi fa venire sempre alla luce qualche dubbio, qualche timore d’incidente. Prima di farla sono sempre un po’ teso. Ma poi è anche quella che mi dà maggiore soddisfazione.

Una tua particolarità è anche quella che su pista puoi passare indifferentemente dalle discipline endurance a quelle di velocità…

Oltre al chilometro ho fatto anche la velocità olimpica. Riesco a spaziare molto, ma preferisco comunque le gare endurance, anche se devo migliorare le mie doti di resistenza. Eliminazione e madison sono comunque le gare che mi piacciono di più, anche per il carico di strategia che si portano dietro.

Il friulano ha privilegiato la pista quest’anno, ma conta di dare più spazio alla strada nel 2024 (CBPhotos)
Il friulano ha privilegiato la pista quest’anno, ma conta di dare più spazio alla strada nel 2024 (CBPhotos)
Finora abbiamo parlato dello Stella specialista della pista e l’impressione è che a differenza degli altri privilegi questa alla strada…

E’ sicuramente stato così quest’anno, proprio perché avevo delle ambizioni importanti e anche perché con la scuola di mezzo non potevo disperdere troppo tempo ed energie. Dopo i mondiali in Colombia però sono tornato alla strada e con la forma che avevo è subito arrivata una vittoria in una gara nazionale, il GP Comune di Villadose. Su strada sono uno sprinter puro: l’arrivo in volata è il mio pane.

La prossima stagione continuerai a concentrarti sulla pista?

Vedremo, intanto penso a finire bene questa annata, poi decideremo. Certamente proseguirò sul doppio binario, anche perché su pista c’è la possibilità di raggiungere il sogno olimpico che per chi fa sport è tutto.

A Cali un buon bilancio, ma Salvoldi guarda già oltre

06.09.2023
4 min
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Se Villa era impegnato alla guida delle ragazze, il settore maschile azzurro ai mondiali su pista juniores di Cali non poteva che avere Dino Salvoldi come referente e la rassegna colombiana ha portato avanti quel lavoro di rifondazione che il tecnico, al suo secondo anno nel nuovo incarico, ha deciso di dare pensando al futuro del settore e di tutto il ciclismo azzurro.

Il bilancio è sicuramente importante, con l’oro del quartetto, due argenti (Giaimi nell’inseguimento individuale e Sierra nella corsa a punti, due bronzi con Stella nell’eliminazione e ancora con Sierra insieme a Fiorin nella madison). Risultati che non hanno sorpreso Salvoldi, soprattutto dopo quanto si era visto agli europei di Anadia, ma di mezzo ci sono stati i mondiali assoluti di Glasgow che hanno fatto un po’ da spartiacque.

Il quartetto azzurro si riconferma iridato con Favero, Fiorin, Grimod e Sierra, battuta in finale la Germania (foto Uci)
Il quartetto azzurro si riconferma iridato con Favero, Fiorin, Grimod e Sierra, battuta in finale la Germania (foto Uci)

«Le prestazioni sono state all’altezza di quel che si era visto precedentemente – sentenzia Salvoldi – in un mondiale molto qualificato, ma mi ha dato ancora di più la conferma di quel che pensavo dopo Glasgow, dove i risultati raccolti non hanno rispecchiato il valore delle prestazioni dei nostri ragazzi. Abbiamo avuto sfortuna in terra scozzese, questo è indubbio».

Una trasferta in Colombia non è mai semplice da assorbire: i ragazzi hanno sofferto?

Eravamo a Cali che è a 1.000 metri di altitudine quindi non ci sono stati soverchi problemi legati all’altezza. Qualcuno ha sofferto il jet lag dopo l’arrivo, ma quel che è pesato di più è stata l’impossibilità di usare la bici da strada durante le gare per defaticare meglio. Questo alla lunga si è fatto sentire.

Per Sierra e Fiorin bronzo nella madison, battuti solo da britannici e belgi (foto Fci)
Per Sierra e Fiorin bronzo nella madison, battuti solo da britannici e belgi (foto Fci)
Anche a Cali alla fine il “front man” è stato Juan David Sierra con tre medaglie tutte di diverso colore. Come lo hai trovato, come ha assorbito la delusione del quarto posto a Glasgow?

E’ stato bravissimo nel “prima” della rassegna – ammonisce Salvoldi – perché ha saputo azzerare tutto e ricominciare, concentrarsi sin dal giorno dopo sull’obiettivo successivo e questo è sintomo di grande maturità. Ci teneva a far bene, oltretutto a Cali ha trovato anche parenti che non aveva avuto modo di conoscere prima e si è trovato come a casa, c’era un tifo notevole per lui e questo mi ha fatto molto piacere. D’altronde dopo Glasgow non è più uno sconosciuto, tutti sapevano chi era e correre nel ruolo di favorito non è facile, ma ha portato a casa altre due medaglie.

La conferma del titolo del quartetto non sembra più neanche una notizia…

Lo notavo anch’io, ormai ci si è abituati troppo bene. Oro e quasi record del mondo, eppure noi sappiamo quanto sudore e quanta fatica ci sono dietro, come un titolo non sia mai scontato. E’ diverso quando corri con tutti gli occhi addosso, con il peso del pronostico, lo scorso anno eravamo più “leggeri”.

Matthew Brennan, oro nell’inseguimento col record mondiale di 3’07″092 e poi bis nella madison e argento nello scratch (foto Uci)
Matthew Brennan, oro nell’inseguimento col record mondiale di 3’07″092 e poi bis nella madison e argento nello scratch (foto Uci)
Rispetto agli europei, la qualità dell’evento com’era?

Molto alta, qui abbiamo trovato anche la compagine russa, sotto l’egida dell’Uci e si è visto subito come gli equilibri fossero cambiati, soprattutto nelle prove di velocità hanno fatto davvero la differenza. Abbiamo capito che a dispetto dell’embargo nei loro confronti, non sono rimasti fermi, hanno continuato a progredire. I ragazzi che hanno fatto bene nelle prove di endurance, come Kazakov terzo nell’individuale a punti dietro Sierra, sono quelli del gruppo di San Pietroburgo che è di stanza in Spagna. Quando rientreranno anche al massimo livello saranno sicuramente da considerare subito più che competitivi.

La stagione però è ben lungi dall’essere conclusa, ora si avvicinano gli europei, ma che cosa cambia rispetto ai mondiali di Glasgow?

Cambia il fatto che i ragazzi sono giocoforza più stanchi – ammette Salvoldi – diventa difficile mantenere alta la tensione soprattutto a livello mentale. Dal ritorno dalla Colombia alcuni si sono ritrovati subito impegnati al Lunigiana, altri hanno ripreso confidenza con la bici da strada in allenamento e nelle altre gare del calendario. Intanto però l’attività su pista, per quel che mi concerne, non è finita…

Per Davide Stella un’altra medaglia dopo Anadia: bronzo nell’eliminazione (foto Uci)
Per Davide Stella un’altra medaglia dopo Anadia: bronzo nell’eliminazione (foto Uci)
Che cosa ti aspetta?

Già a fine mese avremo i test di valutazione per la classe 2007, con tantissimi ragazzi impegnati. Tutti i prospetti provenienti dalla categoria allievi saranno sottoposti a prove per capire la loro predisposizione alla pista. Il settore ogni anno ha bisogno di nuova linfa perché il mondo non si ferma neanche un secondo…