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Su pista sta sbocciando un talento. Ecco Davide Stella

21.09.2023
5 min
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Può essere a buon diritto considerato come una delle grandi sorprese di questa stagione ciclistica azzurra, perché prima dell’estate così ricca di podi, Davide Stella era uno dei tanti ragazzi pieni di speranze e poco altro. Agli europei su pista di Anadia ha però collezionato la bellezza di tre titoli in poco più di 24 ore, nello scratch, nell’eliminazione e nel chilometro da fermo. Poi ai mondiali di Cali ha conquistato un bronzo sempre nell’eliminazione.

Parlando con il giovanissimo friulano, le sorprese diventano quasi una costante, a cominciare dai suoi inizi ciclistici, certamente dovuti alla passione che già allignava in famiglia (il padre è un amatore) ma che partono dalla scuola, seguendo un percorso che vorremmo fosse la regola e non l’eccezione, nel ciclismo e non solo.

«Un giorno alle elementari – racconta – si presentarono dei signori con un volantino, che promuoveva un corso per bambini invitandoli a fare un test. Ci andai e mi piacque subito, anche perché le bici per me non erano una novità. Così continuai e la passione non è mai venuta meno, anzi…».

Davide Stella nella sua estate ha conquistato 3 ori europei e un bronzo mondiale
Davide Stella nella sua estate ha conquistato 3 ori europei e un bronzo mondiale
E la pista quando l’hai iniziata?

A 10 anni, l’affrontavo con la bici da strada le prime volte, ma già l’anno successivo avevo quella specifica a scatto fisso. Pedalavo sulla pista di Portogruaro, almeno una volta a settimana e trovavo lì tanti ragazzi della mia età. Devo però dire che tutto è cambiato quando sono passato sotto la guida di Nunzio Cucinotta, il diesse del team Gottardo Giochi Caneva che è anche il mio allenatore e mi ha trasmesso questa forte passione per la pista.

Quando hai iniziato con la pista quelle curve paraboliche non ti facevano un po’ paura?

Bella domanda… All’inizio mi faceva un certo effetto, poi ho cominciato a prendere confidenza. Ogni volta che sono caduto mi sono rimesso in piedi e ho ricominciato, proprio per non dare spazio alla paura. Ogni tanto però qualche dubbio mi viene, soprattutto nelle gare di gruppo che sono quelle che affronto maggiormente.

La vittoria nell’eliminazione ad Anadia contro lo sloveno Erzen (foto UEC)
La vittoria nell’eliminazione ad Anadia contro lo sloveno Erzen (foto UEC)
Come ti spieghi questa pioggia di medaglie che ti è arrivata addosso?

Non mi ha sorpreso, era l’obiettivo per il quale ho lavorato tanto sin da inizio stagione seguendo le indicazioni del cittì Salvoldi. Lui era molto fiducioso e mi ha spinto a insistere. Ho fatto sessioni di allenamento specifico ogni settimana sin dallo scorso inverno e per prepararmi sono anche stato in Slovenia, in un velodromo non troppo lontano da casa. I risultati si sono visti.

Ti abbiamo sempre visto impegnato in specialità di gruppo, come mai non nel quartetto?

Sono scelte del tecnico, ma questo non significa che io non abbia lavorato e non lavori per l’inseguimento a squadre. Quando si fa allenamento con il gruppo azzurro affrontiamo tutti la specialità, poi va in gara chi è più forte. Lo stesso vale per la madison, a me ad esempio è capitato anche di gareggiare insieme a Sierra e mi sono trovato molto bene.

La vittoria di Stella al GP Comune di Villadose, primo suo successo 2023 in gara nazionale (foto Facebook)
La vittoria di Stella al GP Comune di Villadose, primo suo successo 2023 in gara nazionale (foto Facebook)
Qual è la specialità che ti piace di più?

La mia preferita è l’eliminazione, ma per certi versi è anche quella che odio di più, forse perché mi fa venire sempre alla luce qualche dubbio, qualche timore d’incidente. Prima di farla sono sempre un po’ teso. Ma poi è anche quella che mi dà maggiore soddisfazione.

Una tua particolarità è anche quella che su pista puoi passare indifferentemente dalle discipline endurance a quelle di velocità…

Oltre al chilometro ho fatto anche la velocità olimpica. Riesco a spaziare molto, ma preferisco comunque le gare endurance, anche se devo migliorare le mie doti di resistenza. Eliminazione e madison sono comunque le gare che mi piacciono di più, anche per il carico di strategia che si portano dietro.

Il friulano ha privilegiato la pista quest’anno, ma conta di dare più spazio alla strada nel 2024 (CBPhotos)
Il friulano ha privilegiato la pista quest’anno, ma conta di dare più spazio alla strada nel 2024 (CBPhotos)
Finora abbiamo parlato dello Stella specialista della pista e l’impressione è che a differenza degli altri privilegi questa alla strada…

E’ sicuramente stato così quest’anno, proprio perché avevo delle ambizioni importanti e anche perché con la scuola di mezzo non potevo disperdere troppo tempo ed energie. Dopo i mondiali in Colombia però sono tornato alla strada e con la forma che avevo è subito arrivata una vittoria in una gara nazionale, il GP Comune di Villadose. Su strada sono uno sprinter puro: l’arrivo in volata è il mio pane.

La prossima stagione continuerai a concentrarti sulla pista?

Vedremo, intanto penso a finire bene questa annata, poi decideremo. Certamente proseguirò sul doppio binario, anche perché su pista c’è la possibilità di raggiungere il sogno olimpico che per chi fa sport è tutto.

A Cali un buon bilancio, ma Salvoldi guarda già oltre

06.09.2023
4 min
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Se Villa era impegnato alla guida delle ragazze, il settore maschile azzurro ai mondiali su pista juniores di Cali non poteva che avere Dino Salvoldi come referente e la rassegna colombiana ha portato avanti quel lavoro di rifondazione che il tecnico, al suo secondo anno nel nuovo incarico, ha deciso di dare pensando al futuro del settore e di tutto il ciclismo azzurro.

Il bilancio è sicuramente importante, con l’oro del quartetto, due argenti (Giaimi nell’inseguimento individuale e Sierra nella corsa a punti, due bronzi con Stella nell’eliminazione e ancora con Sierra insieme a Fiorin nella madison). Risultati che non hanno sorpreso Salvoldi, soprattutto dopo quanto si era visto agli europei di Anadia, ma di mezzo ci sono stati i mondiali assoluti di Glasgow che hanno fatto un po’ da spartiacque.

Il quartetto azzurro si riconferma iridato con Favero, Fiorin, Grimod e Sierra, battuta in finale la Germania (foto Uci)
Il quartetto azzurro si riconferma iridato con Favero, Fiorin, Grimod e Sierra, battuta in finale la Germania (foto Uci)

«Le prestazioni sono state all’altezza di quel che si era visto precedentemente – sentenzia Salvoldi – in un mondiale molto qualificato, ma mi ha dato ancora di più la conferma di quel che pensavo dopo Glasgow, dove i risultati raccolti non hanno rispecchiato il valore delle prestazioni dei nostri ragazzi. Abbiamo avuto sfortuna in terra scozzese, questo è indubbio».

Una trasferta in Colombia non è mai semplice da assorbire: i ragazzi hanno sofferto?

Eravamo a Cali che è a 1.000 metri di altitudine quindi non ci sono stati soverchi problemi legati all’altezza. Qualcuno ha sofferto il jet lag dopo l’arrivo, ma quel che è pesato di più è stata l’impossibilità di usare la bici da strada durante le gare per defaticare meglio. Questo alla lunga si è fatto sentire.

Per Sierra e Fiorin bronzo nella madison, battuti solo da britannici e belgi (foto Fci)
Per Sierra e Fiorin bronzo nella madison, battuti solo da britannici e belgi (foto Fci)
Anche a Cali alla fine il “front man” è stato Juan David Sierra con tre medaglie tutte di diverso colore. Come lo hai trovato, come ha assorbito la delusione del quarto posto a Glasgow?

E’ stato bravissimo nel “prima” della rassegna – ammonisce Salvoldi – perché ha saputo azzerare tutto e ricominciare, concentrarsi sin dal giorno dopo sull’obiettivo successivo e questo è sintomo di grande maturità. Ci teneva a far bene, oltretutto a Cali ha trovato anche parenti che non aveva avuto modo di conoscere prima e si è trovato come a casa, c’era un tifo notevole per lui e questo mi ha fatto molto piacere. D’altronde dopo Glasgow non è più uno sconosciuto, tutti sapevano chi era e correre nel ruolo di favorito non è facile, ma ha portato a casa altre due medaglie.

La conferma del titolo del quartetto non sembra più neanche una notizia…

Lo notavo anch’io, ormai ci si è abituati troppo bene. Oro e quasi record del mondo, eppure noi sappiamo quanto sudore e quanta fatica ci sono dietro, come un titolo non sia mai scontato. E’ diverso quando corri con tutti gli occhi addosso, con il peso del pronostico, lo scorso anno eravamo più “leggeri”.

Matthew Brennan, oro nell’inseguimento col record mondiale di 3’07″092 e poi bis nella madison e argento nello scratch (foto Uci)
Matthew Brennan, oro nell’inseguimento col record mondiale di 3’07″092 e poi bis nella madison e argento nello scratch (foto Uci)
Rispetto agli europei, la qualità dell’evento com’era?

Molto alta, qui abbiamo trovato anche la compagine russa, sotto l’egida dell’Uci e si è visto subito come gli equilibri fossero cambiati, soprattutto nelle prove di velocità hanno fatto davvero la differenza. Abbiamo capito che a dispetto dell’embargo nei loro confronti, non sono rimasti fermi, hanno continuato a progredire. I ragazzi che hanno fatto bene nelle prove di endurance, come Kazakov terzo nell’individuale a punti dietro Sierra, sono quelli del gruppo di San Pietroburgo che è di stanza in Spagna. Quando rientreranno anche al massimo livello saranno sicuramente da considerare subito più che competitivi.

La stagione però è ben lungi dall’essere conclusa, ora si avvicinano gli europei, ma che cosa cambia rispetto ai mondiali di Glasgow?

Cambia il fatto che i ragazzi sono giocoforza più stanchi – ammette Salvoldi – diventa difficile mantenere alta la tensione soprattutto a livello mentale. Dal ritorno dalla Colombia alcuni si sono ritrovati subito impegnati al Lunigiana, altri hanno ripreso confidenza con la bici da strada in allenamento e nelle altre gare del calendario. Intanto però l’attività su pista, per quel che mi concerne, non è finita…

Per Davide Stella un’altra medaglia dopo Anadia: bronzo nell’eliminazione (foto Uci)
Per Davide Stella un’altra medaglia dopo Anadia: bronzo nell’eliminazione (foto Uci)
Che cosa ti aspetta?

Già a fine mese avremo i test di valutazione per la classe 2007, con tantissimi ragazzi impegnati. Tutti i prospetti provenienti dalla categoria allievi saranno sottoposti a prove per capire la loro predisposizione alla pista. Il settore ogni anno ha bisogno di nuova linfa perché il mondo non si ferma neanche un secondo…