Il Lunigiana di Della Tommasina: emozioni a fior di pelle

01.02.2025
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Daniele Della Tommasina è uno dei volti del Giro della Lunigiana, lo ha corso quando era junior nelle edizioni del 1994 e 1995. La maglia era quella della Rappresentativa Ligure, praticamente questa corsa è sempre stata quella di casa. 

«Nella prima edizione che ho fatto da corridore – ci racconta Della Tommasina – il vincitore fu Danilo Di Luca, mentre l’anno successivo toccò ad Alessandro Brendolin. Io ho avuto la fortuna e la bravura di indossare per un giorno, nell’edizione del 1995, la maglia dei traguardi volanti. L’ho poi persa nelle tappe successive a causa di una foratura».

A sinistra Daniele Della Tommasina al Giro della Lunigiana del 1994
A sinistra Daniele Della Tommasina al Giro della Lunigiana del 1994

Cambiamenti

L’ultimo Giro della Lunigiana corso da Della Tommasina è stato esattamente trent’anni fa. Nel corso del tempo la gara ha subito dei cambiamenti e delle modifiche nel percorso, ma non nel significato che ricopre per chi la vive a due passi da casa. 

«Entrambi i percorsi – racconta ancora Della Tommasina – sia quello del 1994 che del 1995 erano molto impegnativi. Nel ‘94 una delle tappe arrivava in cima a Campo Cecina, una salita di venti chilometri sulla quale vinse Giuliano Figueras. Ora i percorsi sono meno duri. Inoltre noi correvamo su cinque giorni, non su quattro. Lo svolgimento era lo stesso e i chilometri per tappa erano simili. Chiaramente nel complesso erano di più. L’arrivo storico dell’ultima tappa era quello di Casano, dove hanno vinto figure come Evenepoel e tanti altri ragazzi poi diventati grandi campioni».

Dopo dieci anni dall’ultima volta Della Tommasina è tornato al Lunigiana come diesse
Dopo dieci anni dall’ultima volta Della Tommasina è tornato al Lunigiana come diesse
Cosa voleva dire per un ligure correre il Giro della Lunigiana?

Per me era un crescendo di tensione ogni volta. Anche noi avevamo il nostro albergo e facevamo una settimana tutti insieme. 

Sfruttavate il vantaggio di correre in casa?

Vivendo e allenandoci su quelle strade ogni giorno, avevamo la mappa stampata in testa, conoscevamo ogni curva. Cercavamo di sfruttare qualsiasi cosa in nostro possesso per avvantaggiarci. Durante la preparazione, un mese prima della corsa, facevamo la simulazione di tre o quattro tappe. I ragazzi della Rappresentativa Ligure che arrivavano da lontano, come Genova o Ventimiglia, restavano a dormire da me o da qualche diesse.

Questo lo storico traguardo di Casano, dove hanno vinto tutti i grandi del Giro della Lunigiana (foto Giro della Lunigiana)
Questo lo storico traguardo di Casano, dove hanno vinto tutti i grandi del Giro della Lunigiana (foto Giro della Lunigiana)
Tu poi ci sei tornato al Lunigiana come diesse dal 2006 fino allo scorso anno…

Anche dopo più di dieci anni, le emozioni erano le stesse. La tensione dei giorni prima, l’attesa, i preparativi… Anche dalla macchina la passione è rimasta uguale, anche se ho imparato man mano a gestire tutto. I primi anni da diesse non è stato semplice, con il passare delle edizioni ho imparato a gestire meglio la tensione sia mia che dei ragazzi. 

Quali sono le emozioni che ti ricordi maggiormente?

Se chiudo gli occhi mi rivedo ragazzo e mi viene la pelle d’oca. Ho sempre vissuto il ciclismo così, in maniera emotiva. Ricordo tutto: l’attesa per la tappa, la paura per le salite più impegnative. Sapete, non ero esattamente uno scalatore (ride, ndr). Forse il ricordo più doloroso è quando ho perso la maglia dei traguardi volanti. Quel giorno bucai e dovetti rincorrere per tutta la tappa e non ci fu modo di fare punti. 

Durante i tanti anni da diesse si sono susseguiti molti giovani che poi sono diventati grandi corridori

Durante i tanti anni da diesse si sono susseguiti molti giovani che poi sono diventati grandi corridori

Una volta salito in macchina che cosa hai cercato di portare?

Innanzitutto ci tengo a dire che i ragazzi di oggi vivono questa gara con lo stesso pathos, non è vero che manca la grinta e la voglia. In ammiraglia i primi anni portavo la stessa grinta che avevo sempre messo sui pedali. Inconsciamente ho provato a riappropiarmi di quella maglia che mi era sfuggita da corridore. In alcune occasioni siamo anche andati vicini alla vittoria, come con Crescioli nel 2021. 

Sfumata per poco.

Nella prima tappa Crescioli cadde e nel rientrare spese molte energie, cosa che pagò nel finale e perse venti secondi da Lenny Martinez. Quel divario rimase invariato fino alla fine, fu un grande rammarico perché senza la caduta chissà come sarebbe andata

Una delle sfide più appassionanti degli ultimi anni è stata quella tra Lenny Martinez e Ludovico Crescioli
Una delle sfide più appassionanti degli ultimi anni è stata quella tra Lenny Martinez e Ludovico Crescioli
Il tuo percorso da diesse è stato lungo, com’è cambiato?

I primi anni avevo mio padre accanto, poi con il Team Casano sono arrivati Di Fresco, Mansueto e Castagna. Si è costruita un’equipe completamente a sostegno dei ragazzi con tante figure importanti e tecniche.