Andrea D’Amato riparte dalla Biesse-Carrera

23.02.2023
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Andrea D’Amato, classe 2002 e nato a Stradella era sparito dai radar. Dopo un 2021 di qualche lampo interessante, la scorsa stagione alla Carnovali-Rime si è rivelata una sorta di inatteso buco nero, ma adesso il pavese riparte con la Biesse-Carrera.

Nel palmares di Andrea brillano tre successi nel finale del 2021 (Coppa d’Inverno, Sannazzaro de’ Burgundi, Giro del Medio Po) e un sesto posto alla prima tappa della Adriatica Ionica Race 2021. Ora, alla corte di Milesi e Nicoletti la volontà di tornare a spingere sull’acceleratore è tanta, considerando che è ancora un U23.

Alla presentazione ufficiale del team 2023 (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Alla presentazione ufficiale del team 2023 (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Nel 2022 ti abbiamo visto poco, cosa è successo?

Speravo in un 2022 come l’anno decisivo per un salto di qualità importante, dopo una bella stagione 2021. Era stato un anno di quelli buoni, dove ho fatto un gran finale di stagione con diverse vittorie e piazzamenti in corse con un alto livello qualitativo di partecipanti, considerando inoltre che in estate ho fatto anche la maturità che qualche energia te la porta via. Invece il 2022 è stato un disastro fin dagli inizi.

Perché?

Non riuscivo a trovare la giusta quadra. Mi sono sottoposto a diversi esami, controlli e anche ritiri, nonostante facessi una vita da atleta in tutto e per tutto. Ero senza forze, sempre stanco e debole. Era demotivante trovarsi in gara e perdere le ruote nei tratti pianeggianti. Mi è stato diagnosticato il Citomegalovirus e mi sono fermato un mese tra la metà e la fine della primavera. Sono stato obbligato, ma ormai molte corse erano compromesse.

Un inverno intenso per D’Amato, tra bici e palestra (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Un inverno intenso per D’Amato, tra bici e palestra (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Quando sei tornato in sella?

Ho ricominciato ad allenarmi ad inizio giugno, con calma, ma ho sentito anche il bisogno di cambiare molte cose. Sono partito da un nuovo preparatore, che mi segue tutt’ora alla Biesse-Carrera: Marco Maggi e già da fine luglio sentivo che potevo tornare a spingere.

Eppure tra l’estate ed il finale di stagione le tue presenze sono state sporadiche.

Purtroppo non ero convocato per le corse che potevano diventare una buona vetrina. Ero inserito nell’organico per competizioni di secondo piano. Correndo poco, ho fatto fatica anche a trovare il ritmo gara ed essere competitivo. Ho deciso di chiudere la stagione in anticipo, fare un reset e ripartire.

Francesco Galimberti al centro, Andrea D’Amato a destra (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Francesco Galimberti a sinistra, Andrea D’Amato a destra (foto Rodella/Biesse-Carrera)
In questo periodo è nata la decisione di passare alla corte di Milesi?

A inizio estate, più o meno a luglio mi sono arrivate diverse offerte, una motivazione per allenarmi con impegno e crederci fino in fondo. Quella di Milesi e Nicoletti con la Biesse-Carrera mi ha dato qualcosa in più rispetto alle altre. Tanta fiducia prima di tutto, un calendario ben strutturato e un team che permette di avere una notevole visibilità.

Avete cominciato il 2023 con un ritiro in Spagna, come è andata?

Abbiamo fatto 20 giorni di ritiro. Un training camp lungo, tosto e davvero bello. E’ stata una prima volta, ma anche una grande occasione per stare con i compagni, di lavorare in un certo modo e di mettere tanti tasselli al posto giusto.

Come vi siete allenati in Spagna?

Siamo partiti calmi i primissimi giorni, con l’obiettivo di sfruttare appieno le tre settimane e non arrivare finiti gli ultimi 7 giorni. Il programma di massima che abbiamo eseguito era composto da tre giornate di carico e uno di scarico, con dei lavori d’intensità che sono aumentati gradualmente. Tanto lavoro al medio, ma abbiamo provato anche le volate con l’organizzazione del treno. Non abbiamo dimenticato dei lavori in palestra, attenzione che vorrei mantenere anche nel corso delle prossime settimane.

I lavori specifici eseguiti durante il ritiro si sono combinati in modo corretto con quelli del tuo preparatore?

Durante il training camp in Spagna ci siamo affidati completamente alle indicazioni di Milesi. Avere comunque dei direttori sportivi del calibro di Nicoletti e Milesi per noi significa molto.

Quali sono i programmi e gli obiettivi per il 2023?

Esordirò alla Coppa San Geo il 25 febbraio. Io punterò principalmente alle gare ondulate con dei finali allo sprint, situazioni dove riesco a far emergere le mie doti. Non sono uno scalatore. E prenderò parte al Giro di Sicilia ad aprile. Inoltre spero di poter prendere parte ad un collegiale della nazionale, durante la primavera.

Ci pensi ad una maglia azzurra?

Parecchio. Ci penso perché è motivo di orgoglio e sarebbe un trampolino di lancio di quelli importanti. Ci penso perché con la chiamata in nazionale potrei partecipare anche ad alcune corse di stampo internazionale e comunque una chiamata in maglia azzurra non è mai banale. E’ una di quelle cose che porti sempre con te. Forse ci sarei arrivato nel 2022, ma nulla è andato come doveva.

Un corridore forte in diversi contesti, che primeggia negli sprint (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Un corridore forte in diversi contesti, che primeggia negli sprint (foto Rodella/Biesse-Carrera)
Ti senti sotto pressione?

Non molto. Mi sento che devo e posso dimostrare, devo ricambiare la fiducia e mi rendo conto che questo treno della Biesse-Carrera è decisivo per il prosieguo della mia carriera. Ma è pur vero che io ed i miei compagni siamo coscienti che alle spalle abbiamo un’ottima organizzazione.

Parlaci invece della bici, per te è una prima con i freni a disco su strada?

Esatto, ma non è una prima assoluta per via della mia passione per la Mtb. Ho iniziato ad usare la bici da strada con i dischi da metà novembre. E’ una Carrera SLR AirPro ed molto più rigida rispetto a quella che avevo l’anno passato con i freni tradizionali. Alla rigidità del mezzo si aggiunge anche il manubrio integrato Ursus, che non fa altro che aumentare la rigidità. Mi piace questo dettaglio e mi aiuta a tirare la bici durante gli sprint ed i rilanci. Abbiamo le ruote Ursus, in gara con i tubeless, in allenamento con le camere d’aria.

Torneresti indietro, oppure il mezzo è divertente?

No, non tornerei indietro. Io e anche diversi compagni che utilizzano il freno a disco per la prima volta, ci siamo resi conto di quanto cambia il modo di frenare e quel vantaggio di frenare all’ultimo senza perdere di velocità. Tutto il pacchetto è divertente e veloce.

Barbin in ammiraglia con gli juniores della Biesse: «Aiuterò Milesi»

28.10.2022
6 min
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Nell’ultimo periodo non si è fatto mancare nulla. L’agenda dei suoi impegni per il 2023 si è infittita e la sta già organizzando al meglio per incastrare tutto. In ordine cronologico l’ultimo incarico di Enrico Barbin è quello di diesse degli junior della Biesse-Carrera.

Una investitura avuta da Marco Milesi, tecnico della formazione continental e suo mentore ai tempi della Trevigiani. E lo spunto per sentirlo ce lo ha dato proprio lui durante l’ultima intervista. Prima però per il trentaduenne bergamasco Barbin – che ora fa il rappresentante commerciale e il regolatore in moto alle corse di Rcs Sport – ci sono stati tempo e voglia di laurearsi in Scienze Motorie, prendere il terzo livello da allenatore e diventare direttore di gara.

Dal 2023 Barbin sarà il secondo diesse degli junior della Biesse Carrera
Dal 2023 Barbin sarà il secondo diesse degli junior della Biesse Carrera
Enrico, ti possiamo definire una persona multitasking o completo, come si dice per i corridori?

In un certo senso sì, è la vita del libero professionista (sorride, ndr). In realtà sono molto curioso e mi è sempre piaciuto restare informato sulle cose che mi interessano. Penso che siano tutte competenze che potranno tornarmi utile. Con gli studi avevo iniziato gli ultimi anni in cui correvo da pro’ (è stato sempre in Bardiani, dal 2013 al 2019, ndr) poi col Covid, visto che era una università online, ne ho approfittato per conseguire la laurea. Nel frattempo sono diventato direttore sportivo e di gara. Quest’ultima figura l’ho voluta prendere per aiutare l’UC Osio Sotto, la società del mio paese con cui collaboro, che organizza una decina di gare l’anno tra tutte le categorie giovanili.

Come farai con la formazione degli junior?

Sarò il vice di Renato Galli. Ho già anticipato a loro che non sarò sempre presente. Da un anno e mezzo lavoro con Alka Sport. Ho tutta la Lombardia e qualche altra provincia extra. Stiamo spingendo molto su maglie con materiali rifrangenti, su maniche e retro ad esempio, per essere più visibili agli automobilisti. E dal 2023 forniremo il materiale proprio alla Biesse-Carrera. In ogni caso so già che posso organizzarmi le giornate in funzione alle necessità di lavoro e squadra.

Marzo 2012, Sovizzo. Barbin vince la Piccola Sanremo guidato in ammiraglia da Milesi (foto Scanferla)
Marzo 2012, Sovizzo. Barbin vince la Piccola Sanremo guidato in ammiraglia da Milesi (foto Scanferla)
Il tuo ruolo è già stato definito?

Di base seguirò la preparazione atletica di tutti i ragazzi, sempre confrontandomi con Renato. Avrò più sott’occhio Alessandro Milesi, il figlio di Marco, e Quadriglia che sono i due allievi che arrivano proprio dall’UC Osio Sotto. Però alla fine riuscirò a vedere anche gli altri perché la sede della squadra è a Ghedi, dove c’è anche quella del lavoro. Quindi sono convinto che riuscirò a combinare bene tutto.

Cosa sai della categoria junior?

Tutto e nulla allo stesso tempo. Mentre sto imparando a conoscere bene i ragazzi della squadra. Qualcuno può pensare che sia facile guidare una categoria giovanile ed invece non è così. Abbiamo a che fare con ragazzi di 17/18 anni che vanno a scuola, che devono sapersi gestire nei loro impegni e nei loro problemi. Stanno crescendo come persone e atleti. E non tutti vanno dello stesso passo. Lo sviluppo fisico e la maturazione sono due fattori importantissimi da tenere in considerazione. La mia idea è quella di cercare di trovare un programma ad hoc per ogni nostro ragazzo in virtù della scuola e delle sue caratteristiche. Non sarà facile ma ci proverò. Poi c’è un’altra questione da non sottovalutare.

Quale?

Dal 2023 gli junior correranno col rapporto libero. Andrà gestita molto bene questa cosa. Non possiamo pensare che i nostri sei primi anni che tiravano il 52×16 tra gli allievi possano far girare, ad esempio, il 53×12 senza problemi. Useranno certi rapporti solo quando saranno pronti. Forzare a farlo sarebbe solo controproducente.

Che tipo di diesse vorresti essere?

Non avendolo mai fatto prima non mi sono mai immedesimato. Però vorrei essere un tecnico che ha un rapporto alla pari con i suoi corridori. Magari essendo ancora piuttosto giovane mi vedono più vicino a loro e potrebbe essere un vantaggio stabilire il contatto. Vorrei che i ragazzi fossero sinceri e trasparenti con me, nel bene e nel male senza timore reverenziale. Ecco, il mio modello è Marco Milesi. Con lui ho un grandissimo rapporto, nato proprio quando ero alla Trevigiani. Tutti lo ascoltano. Con i ragazzi si pone bene. E’ uno incisivo, sia quando ti deve dire le cose belle sia quando ti fa le osservazioni o ti deve riprendere. Mi piace anche Dario Nicoletti. Loro due fanno una bella coppia di diesse.

Cosa pensi di portare di tuo?

La mia esperienza da corridore, avendo smesso da poco, tornerà buona. Trasmetterò loro tutto quello che ho imparato dai vari diesse che ho avuto nella mia carriera. Ma vorrò far capire ai ragazzi che ci vuole sempre il piano B nel ciclismo. Purtroppo non tutti passano professionisti, quindi bisogna curare gli studi. Su questo sarò abbastanza puntiglioso. I ragazzi devono comprendere che non vale la pena trascurare la scuola per fare un allenamento in più o per un piazzamento in più. Così come voglio insegnare che è importante fare gruppo e stare bene fra di loro. Perché lo sport è anche una esperienza di vita.

Barbin è stato pro’ con la Bardiani dal 2013 al 2019 con una vittoria. Dieci invece quelle ottenute da dilettante
Barbin è stato pro’ con la Bardiani dal 2013 al 2019 con una vittoria. Dieci invece quelle ottenute da dilettante
Tra gli junior tutti vogliono trovare il nuovo Evenepoel a suon di risultati. Tu come la pensi?

Ci devi nascere come Remco altrimenti nulla, non lo puoi costruire. Vincere piace a tutti e fa bene allo sponsor che poi investe nuovamente. Ma non si possono spremere i ragazzi in queste categorie perché si perdono. Ci vuole un compromesso però alla base di tutto deve esserci tanta pazienza. Quest’anno sarei contento se i miei ragazzi crescessero gradualmente nelle prestazioni. Che poi portano ai risultati. Mi andrebbero bene altre soddisfazioni. Per i secondi anni sarei altrettanto contento se riuscissero a passare nella nostra continental. La filiera è fatta anche per questo motivo.

Garosio riparte dalle radici. Alla Biesse con Milesi e Nicoletti

07.02.2022
4 min
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Alla fine ce l’ha fatta. Andrea Garosio ha trovato una squadra e può continuare a fare il suo mestiere: correre in bici. Era ormai gennaio e quando tutto sembrava destinato a finire così, ecco arrivare la soluzione. Un soluzione “made in casa”, made in Brescia: il Team Biesse Carrera.

Andrea, dopo aver salutato la Bardiani Csf Faizanè, aveva continuato a pedalare. Si era persino comprato la bici, dopo aver riconsegnato la MCipollini al Greenteam. In fine dei conti, ci aveva detto: «Fino al 31 dicembre sono pur sempre un professionista».

Lo scalatore bresciano, classe 1993, è alla ricerca del riscatto
Lo scalatore bresciano, classe 1993, è alla ricerca del riscatto
E poi cosa è successo, Andrea?

E’ successo che io continuavo a cercare squadra, una professional. Poi quando mi sono aperto anche alle continental con il procuratore e i direttori sportivi abbiamo trovato questa soluzione. Ho valutato diverse opzioni e questa della Biesse secondo me era la migliore. E’ un progetto al cento per cento bresciano, con diesse bresciani, sponsor bresciani…

Bisognava cambiare insomma, dare una svolta anche nella vita, ripartire da casa, dalle radici: la Biesse Carrera è bresciana e tu sei bresciano…

Sì, esatto. Cercavo stimoli e chi mi desse fiducia. E adesso sono contento. In questo team sarò un po’ la chioccia. Anche se non sono vecchio! Posso portare ai ragazzi la mia esperienza fatta nel mondo dei pro’.

L’obiettivo è quello di tornare poi a livelli più alti, ai tuoi livelli?

Il mio motto è stato: faccio un passo indietro per farne due avanti. Qui mi danno il meglio per esprimermi. Ho trovato un ambiente davvero tranquillo, familiare, ma al tempo stesso preparato. Siamo stati in ritiro in Spagna per tre settimane. Cioè gli altri tre settimane, io li ho raggiunti un po’ dopo. Squadra piccola, insomma, ma fatta bene. I diesse, Marco Milesi e Dario Nicoletti, sanno davvero il fatto loro.

Garosio con Dario Nicoletti. Lui e Milesi guideranno i 13 ragazzi del Team Biesse Carrera
Garosio con Dario Nicoletti. Lui e Milesi guideranno i 13 ragazzi del Team Biesse Carrera
Beh, Milesi coi giovani ci sa fare…

Non lo conoscevo così a fondo. In passato ci si vedeva alle corse e ci si salutava, ma sapete, nella fretta non c’è mai stato modo di approfondire la conoscenza. Non mi sembra uno di quei diesse che appena sceso di bici “passa di là” e si trasforma. No, Marco si ricorda la vita del corridore. Capisce certe situazioni.

Facci un esempio di “certe situazioni”…

Se un giorno sei stanco perché hai lavorato molto e gli chiedi di fare un po’ meno ti viene incontro. O per esempio, l’altro giorno abbiamo sbagliato strada in allenamento e non si è incavolato. Ci ha fatto una risata su anche lui ed è finita lì.

Conosci già il tuo calendario? Il Coppi e Bartali, immaginiamo, sarà il tuo Giro d’Italia…

Il mio Giro sì! Partirò da Laigueglia, Per Sempre Alfredo, Coppi e Bartali e, se sarà confermato l’invito, andrò al Giro di Sicilia.

Che poi questa programmazione definita è quella che molti corridori di tante professional non hanno e finiscono per avere difficoltà. Di fatto ti devi sempre far trovare pronto, ma così facendo non sei mai al 101% e questo non va bene col ciclismo moderno…

Sicuramente rispetto all’anno scorso ho già un calendario più definito. Durante la stagione sapevo sempre all’ultimo quando sarei sceso in gara. Saperlo adesso invece mi rende più tranquillo. Prima, tante volte mi cambiavano programma all’ultimo minuto. Quest’anno potendo correre solo coi pro’ so già le gare che potrò fare. Vedrete che correrò più dell’anno scorso, almeno ad inizio stagione…

Garosio (a sinistra) in testa al gruppo. E’ già pronto a guidare i suoi giovani compagni
Garosio (a sinistra) in testa al gruppo. E’ già pronto a guidare i suoi giovani compagni
E facendo meno gare e anche un po’ più corte visto il calendario, cambia la tua preparazione?

Di base no, almeno rispetto alla scorsa stagione. Per esempio quando ho fatto il Giro d’Italia, ai tempi della Bahrain (2019, ndr), non sapevo che ci sarei andato. E poi avrei fatto il gregario, pertanto facevo meno lavori di qualità. Dall’anno scorso invece sono aumentati i lavori di qualità. Faccio più esplosività e infatti andavo meglio. E anche quest’anno ho continuato su questo filone e ho aumentato la parte in palestra. L’obiettivo è aumentare la forza.

E sul fronte dell’alimentazione?

La stessa. Negli anni ho imparato a conoscermi. Ecco, su questo aspetto e sull’allenamento, dò dei consigli ai ragazzi. Trovare il loro “mood” è il mio prossimo step per entrare in sintonia con loro.

Insomma, Andrea, responsabilità ma non pressione…

Esatto. Così mi piace. E poi io non sono vecchio, ho appena fatto 28 anni, ma cerco di immedesimarmi in loro. Di ricordarmi cosa mi passava nella testa alla loro età, degli errori che facevo…

Dal Vc Mendrisio alla Biesse-Carrera, la nuova sfida di Nicoletti

20.10.2021
7 min
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Ventuno anni nella stessa formazione sono tanti per il mondo del ciclismo. Forse non sono un record, ma poco ci manca se sei un direttore sportivo. Dario Nicoletti dopo una permanenza lunghissima – una vita sarebbe il caso di dire – nel Velo Club Mendrisio ha deciso di provare una nuova avventura.

Il 54 enne ex professionista – dal 1991 al 1997 vestendo le maglie di Lampre-Colnago, Mapei ed Mg-Technogym con due vittorie – si è affidato ad un post molto profondo su un proprio profilo social per descrivere le sue emozioni nel lasciare la squadra elite/under 23 svizzera. E’ difficile trovarne scritti dai dirigenti. Ci ha incuriosito, meritava un approfondimento, anche perché uno come lui ha tanto da dire sui giovani. Nel 2022 sarà sull’ammiraglia della rinnovata continental Biesse-Carrera.

Nicoletti è stato pro’ dal 1991 al 1997: qui con la Mg alla Roubaix del suo ultimo anno
Nicoletti è stato pro’ dal 1991 al 1997: qui con la Mg alla Roubaix del suo ultimo anno
Dario, come si fa a stare così tanto tempo nella stessa formazione?

Non ho mai avuto l’ambizione di fare solo ciclismo. Gli impegni di lavoro con quelli di diesse si conciliano bene. Detto questo, quando stai bene in un ambiente il tempo vola. Al Velo Club mi sono sempre trovato alla grande, ho fatto i primi dieci anni seguendo gli juniores e gli altri undici con i dilettanti. Hanno una filosofia svizzera dove nessuno pretende per forza risultati. Poca pressione. Ti lasciano lavorare con tranquillità, con metodo. Perché poi, appunto, i risultati arrivano da soli. 

La tua storia col Mendrisio come inizia?

Appena ho smesso di correre sono andato a lavorare in Mapei e sono tutt’ora nel settore di ricerca e sviluppo dell’azienda. Il patron Giorgio Squinzi, che avevo conosciuto quando ho corso per lui (quattro stagioni, ndr), mi ha sempre incoraggiato a lavorare con i giovani. Mi sono sempre tenuto in contatto con lui anche se dal 1998 al 2000 non ho fatto nulla, volevo capire cosa diventare da grande. Poi nel 2001 Mauro Antonio Santaromita (ex pro’ dal 1986 al 1997 e suo ex compagno nella Mg-Technogym, ndr) mi ha illustrato il progetto del Velo Club ed ho iniziato. Squinzi, dopo che nel 2002 la squadra professionistica chiuse, iniziò a sponsorizzare noi. Insomma, è stata una seconda famiglia.

Parlacene…

La persona a cui sono più legato è senza dubbio Alfredo Maranesi. Lui ha fatto il manager, il direttore sportivo, ora è il presidente, ma è un factotum della società. Mi ha sempre permesso di lavorare con serenità richiedendomi solo impegno e di tenere alto il nome di Mendrisio. Ringrazio davvero Alfredo di tutto. Poi vorrei ringraziare anche il nostro ultimo sponsor Immoprogramm (agenzia immobiliare di Bellinzona, ndr), il cui titolare è un grande appassionato di ciclismo, che è entrato a metà 2021, rinnovando anche per l’anno prossimo.

Davide Botta, classe 1997 (qui alla Coppa Agostoni), sostituirà Nicoletti sull’ammiraglia del VC Mendrisio
Davide Botta, classe 1997 (qui alla Coppa Agostoni), sostituirà Nicoletti sull’ammiraglia del VC Mendrisio
Ora però Maranesi come farà senza di te?

In realtà avevamo già previsto una soluzione interna. Verrò sostituito da Davide Botta che ha corso con noi in queste ultime stagioni, andando forte. E’ un classe ’97, già in gara per me era una sorta di braccio destro, di regista. Studia Scienze Motorie e nel 2020 durante il lockdown ha fatto il corso da direttore sportivo. Quindi il passaggio di testimone è stato piuttosto naturale.

In questi ventuno anni ti erano arrivate offerte da altre società?

Sì, da una continental tanti anni fa. Non mi convinceva però il progetto di chi mi aveva contattato e risposi di no senza nemmeno pensarci un secondo. Ci avevano anche contattato alcune squadre per fare una fusione con noi, senza concludere mai nulla.

Come mai invece hai accettato la proposta della Biesse-Carrera?

Si è creata questa nuova occasione di lavoro quando in primavera mi ha chiamato Marco Milesi, il loro diesse. Ci conosciamo bene, siamo stati compagni da dilettanti nel ’90 (nel Gs Diana Calzature-Colnago, ndr) e so che si può lavorare bene con lui. E’ molto bravo e preparato. Ero indeciso perché ero molto attratto da una parte e dall’altra mi dispiaceva staccarmi da Alfredo.

Come hai sciolto i dubbi?

Innanzitutto ci tengo a dire che non ho avuto alcun problema con Alfredo. Ne ho parlato proprio con lui, gli ho chiesto consiglio. Mi ha detto che non mi avrebbe ostacolato per farmi vivere una nuova esperienza. Così abbiamo concordato che probabilmente, con la buona stagione disputata e col passaggio al professionismo di alcuni nostri ragazzi, eravamo arrivati alla fine di un ciclo

E’ stato un bel 2021 per voi. Il danese Hellemose passerà nella Trek-Segafredo e Alessandro Santaromita andrà alla Bardiani. Sono del 1999, ci parli di loro?

Anche altri ragazzi sono andati molto forte. Asbjorn (Hellemose, ndr) è uno di quei corridori che te ne capita uno ogni tanto. Pensate che nel 2019 scrisse a diverse formazioni per provare a correre in Italia. Gli rispondemmo solo noi. Venne giù dalla Danimarca a sue spese e gli feci correre il Gp Somma a fine ottobre dandogli assistenza. Chiesi ai miei ragazzi come fosse andato e mi risposero che era da prendere al volo. E’ uno scalatore moderno, estremamente continuo, che va forte un po’ ovunque anche se vince poco. E’ acerbo, ha parecchi margini di crescita. E’ stato molto bravo e svelto Luca Guercilena che, dopo averlo visto e valutato, ne è rimasto colpito. Gli è piaciuto e gli ha offerto subito il contratto vincendo la concorrenza della Deceuninck.

E per Santaromita com’è andata?

A maggio ero a Cittadella per la partenza della 14ª tappa del Giro, quella dello Zoncolan. Incontro Bruno Reverberi che mi fa una battuta: «Hai uno scalatore da darmi?». Santaromita, gli rispondo io. E lui mi chiede se sia il figlio di Mauro e nipote di Ivan (ex pro’ dal 2003 al 2019 e campione italiano nel 2013, ndr). A quel punto iniziano a seguirlo dal Giro U23 in poi. Alessandro è un ottimo corridore che è andato forte ed è molto regolare. Purtroppo anche lui vince poco, ma è sempre là davanti. Farà bene. 

Ne avete avuti altri di professionisti che sono transitati dal Velo Club Mendrisio.

Certo. Lo stesso Ivan Santaromita, ma prima Steve Morabito, Michael Albasini e Gregory Rast. Gli ultimi sono stati Matteo Badilatti e Gino Mader. In totale abbiamo fatto passare una ventina di corridori.

Hellemose ha corso il Giro di Sicilia aiutando Nibali vincitore finale
Hellemose ha corso il Giro di Sicilia aiutando Nibali vincitore finale
Parliamo di ciò che troverai nella Biesse-Carrera. 

Saremo una continental di 12 ragazzi. I confermati sono Villa, Gobbo, Belleri, Bonelli e Ciuccarelli. Un nuovo arrivo sarà Martin Svrcek, che ha già firmato con la Deceuninck fino al 2024, ma che dovrebbe stare con noi fino a giugno 2022. Praticamente hanno fatto un’operazione come la UAE con Ayuso alla Colpack-Ballan. Però Lefevere (general manager della squadra belga, ndr) recentemente mi ha detto che ce lo lascerà fino ad agosto, forse tutto l’anno. Tutto andrà in base ai risultati. Ci saranno due promettenti danesi del 2001. Mattias Nordal che mi porto dietro dal Mendrisio e Anders Foldager che mi ha segnalato Hellemose. Poi avremo altri ragazzi interessanti. Roda, Motta e Borlini. Tra i confermati c’era anche Matteo Carboni ma purtroppo pochi giorni fa ci ha comunicato che smette di correre. Quindi siamo alla ricerca di un dodicesimo uomo.

Roster importante. Quali saranno gli obiettivi?

Principalmente quello di lavorare bene, visto che faremo da squadra “satellite” della Deceuninck per i prospetti più interessanti. Non avremo eccessive pressioni, cercheremo di farci vedere nelle gare con i professionisti e di confermare i buoni risultati che sono stati centrati nel 2021.