Lampi di Donati fra i campioni: la profezia di Nicoletti

04.04.2025
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Poco più di un anno fa, era il 25 aprile, raccontammo la vittoria di Davide Donati al Gran Premio Liberazione di Roma. Erano passati appena cinque giorni dall’incidente che avrebbe messo fine alla carriera del compagno Galimberti e a lui, ancora sedato in ospedale, il bresciano dedicò la vittoria. Azzeccò la volata perfetta nel gruppetto di testa e precedette Montoli e Biagini.

Quest’anno, con pari naturalezza ma con la maglia della Red Bull-Bora, Donati ha centrato il secondo posto nell’ultima tappa della Settimana Coppi e Bartali, vincendo la volata alle spalle di Jay Vine, davanti a Lutsenko e Sheffield. Se a 19 anni (in realtà saranno 20 fra tre giorni) è questo il suo livello, forse possiamo aspettarcene di belle. Nel frattempo, lasciando il corridore al suo percorso, abbiamo riavvolto il nastro e chiesto a Dario Nicoletti, suo diesse lo scorso anno alla Biesse-Carrera, di raccontarcelo, per scoprirne qualcosa di più.

25 aprile 2024, Donati precede il compagno Montoli e Biagini sul traguardo di Roma
25 aprile 2024, Donati precede il compagno Montoli e Biagini sul traguardo di Roma
Partiamo dalla fine: Donati ha vinto il Liberazione al primo anno e al secondo è partito verso la Red Bull: si sapeva dall’inizio?

No, è venuto fuori nel corso dell’anno. Il suo procuratore è Omar Piscina, con cui abbiamo un buon rapporto. E’ stato corretto e ci ha sempre tenuto informati sulle varie tappe. Dopo il Liberazione c’era già interesse sul ragazzo. Ho tentato in tutti i modi di trattenerlo, anche parlando con lui. Gli dicevo che secondo me lui è un predestinato e sarebbe potuto arrivare al WorldTour anche restando con noi. Ma non c’è stato niente da fare.

Predestinato?

A che livello non lo so, non vuol dire che diventa come Pogacar. Secondo me lui è destinato ad andare nel WorldTour. Ha valori molto importanti e una grande determinazione. Ha finito la maturità scientifica e quando ha pensato solo a correre, si è visto che è scaltro, sa stare in gruppo. In più ha dati fisici da corridore moderno. Che sia determinato l’ho toccato con mano nella seconda parte di stagione, quando ha avuto un calo. Si poteva pensare che avendo firmato con la Red Bull si fosse seduto, invece era furibondo perché non riusciva a tornare ai risultati di primavera.

Furibondo?

A Poggiana si è ritrovato in fuga con quelli della Jumbo-Visma. Si era staccato sulla salita, che è impegnativa. E siccome voleva rientrare a tutti i costi, ha rischiato troppo e si è schiantato in discesa. Me lo sono trovato sul marciapiede con la mano fratturata (il GP Sportivi di Poggiana 2024 è stato vinto da Nordhagen, ndr). Ha dovuto saltare diverse corse, è rientrato nel finale di stagione e ha fatto ancora qualche piazzamento in Puglia. 

Nella tappa finale di Forlì alla Coppi e Bartali, Donati vince bene la volata di gruppo alla spalle di Vine
Nella tappa finale di Forlì alla Coppi e Bartali, Donati vince bene la volata di gruppo alla spalle di Vine
Per cui i piazzamenti alla Coppi e Bartali stupiscono fino a un certo punto?

A me non stupiscono tanto, perché dopo un test fatto prima della stagione 2024, il nostro preparatore disse: «Ragazzi, questo qua è diverso!». Sapevamo di aver preso uno buono e i test ce lo hanno confermato. E poi lo abbiamo scoperto preciso in ogni cosa e determinato. Dispiace che sia andato via, ma lui è la conferma che alle devo a volte qualcosa scappa.

Lui era sfuggito?

Completamente. Era in ballo con una continental straniera, ma alla fine hanno preso un altro e lui è venuto con noi. Donati è davvero la conferma che i devo team non possono vederli proprio tutti. Anche se poi tornano indietro e se li portano via ugualmente (Nicoletti sorride con una punta di rassegnazione, ndr).

Cosa puoi dirci di suo fratello?

Si chiama Andrea ed è partito con l’handicap di un infortunio, perché anche lui si è rotto la mano in allenamento. Domenica scorsa è rientrato e andava già bene, ma è caduto ancora. Per fortuna non si è fratturato, però ha preso una botta fortissima al ginocchio e ha dovuto fermarsi. E’ forte anche lui, ha lo stesso procuratore e viene fuori dalla Trevigliese, come suo fratello.

La vittoria del Liberazione è stata l’unica nel primo anno da U23 di Donati: accanto a lui il ds Nicoletti
La vittoria del Liberazione è stata l’unica nel primo anno da U23 di Donati: accanto a lui il ds Nicoletti
Che futuro ti aspetti nel breve periodo per Donati?

Piscina ci ha detto che hanno per lui un bel progetto per le classiche. Lui forse ancora non ha ben capito che tipo di corridore potrebbe diventare, ma quando entri in quelle squadre, ti studiano, individuano quali sono i tuoi mezzi e vanno avanti per la strada che hanno scelto. Per cui non resta che aspettarlo. E io intanto faccio crescere un altro ragazzino interessante, un altro che è per ora è sfuggito ai devo team.