Il 2022 di Corima? A tutto… professionismo!

17.01.2022
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Cofidis, Astana Qazaqstan e Gazprom-RusVelo: la stagione 2022 del produttore francese di ruote Corima promette davvero grandi risultati e soprattutto grande visibilità mediatica e dunque promozionale…

Dopo la conferma del team Astana, una collaborazione quella con la squadra tornata ad essere quella di Vincenzo Nibali oramai davvero di lunga data, e la “new entry” Gazprom, Corima ha annunciato una terza ed importantissima nuova partnership, ovvero quella con il Team Cofidis: una sponsorizzazione che coinvolgerà anche la nuova squadra femminile, composta da ben undici atlete, e la squadra di paraciclismo.

Cofidis è l’ultima squadra entrata nel mondo Corima ed userà i suoi prodotti nella prossima stagione
Cofidis è l’ultima squadra entrata nel mondo Corima

Le ruote di Nibali

Tutti i team pro’ sono equipaggiati da Corima attraverso la fornitura di modelli di ruote da corsa “premium”. Nello specifico parliamo dei modelli in carbonio altamente aerodinamiche MCC DX, WS Black DX, e WS TT DX.

«Corima e il ciclismo professionistico – ha dichiarato Raphael Jeune, Sponsoring Manager – è sinonimo di un rapporto storico e imprescindibile per la nostra azienda. Sono proprio le corse WorldTour, quelle affrontate ai massimi ai livelli che difatti consentono di certificare la qualità dei nostri prodotti. I pro’sono un banco i prova eccezionale ed una fonte di informazioni e feedback davvero impagabili… ».

Astana Qazaqstan è la seconda squadra che potrà contare sui prodotti Corima per la stagione 2022
Astana Qazaqstan è la seconda squadra Corima per il 2022

«Tutti i team da noi sponsorizzati – continua Rapahel Jeune – hanno modo di utilizzare l’intera gamma dei nostri prodotti. Ad esempio il Team Cofidis avrà l’opportunità di utilizzare i nostri modelli: MCC DX, WS Black DX, WS TT e S Black per l’handbike. Sempre con Cofidis, siamo davvero molto felici di poter sostenere la creazione della squadra femminile professionistica, oltra a partecipare allo sviluppo della squadra di paraciclismo. Promuovere il Made In France ed il know-how a livello internazionale a fianco di una squadra così prestigiosa come Cofidis, è un vero onore».

In Italia con Beltrami TSA

«Siamo estremamente lieti di concedere ai nostri atleti l’opportunità di correre per i prossimi anni su ruote Corima – ha dichiarato Cédric Vasseur, il General Manager del Team Cofidis – ruote che io personalmente considero come le migliori sul mercato. Questa nuova partnership rappresenta un altro passo in avanti segnato dalla nostra squadra nella ricerca della massima prestazione ».

Marco Canola team Gazprom Rusvelo con la sua nuova Look equipaggiata con ruote Corima
Marco Canola con la nuova Look

«Come team siamo sempre molto attenti al livello di prestazione di tutti i nostri singoli atleti. Proprio per questo vogliamo dare loro sempre i prodotti migliori, i più veloci. Per quanto riguarda Corima siamo anche orgogliosi di poter correre con prodotti high-tech al 100% francesi… Siamo convinti che l’accordo tra Cofidis e Corima darà alla nostra squadra maschile World Tour, alla squadra femminile e alla squadra di paraciclismo, la migliore gamma di prodotti in tutte le discipline ciclistiche».

Occorre ricordare che l’intera a gamma prodotto Corima è distribuita sul mercato italiano dalla commerciale reggiana Beltrami TSA.

Corima

Dopo la scuola di Tokyo, Consonni non ha più paura

03.12.2021
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Con l’addio di Elia Viviani il team Cofidis ha deciso di puntare su Simone Consonni, il “pesce pilota” che ha sempre scortato il velocista veneto in questi due anni. Ventisette anni compiuti da poco, il bergamasco sarà il nuovo uomo di punta della squadra francese. Un ruolo che è arrivato a ricoprire dopo anni di gavetta e di esperienza in gruppo, prima con la maglia dell’UAE Team Emirates e poi della squadra francese.

L’Olimpiade di Tokyo e poi i mondiali di Roubaix lo hanno incoronato definitivamente per quanto riguarda il parquet. Ora Simone cerca di ritagliarsi un posto tra i grandi anche su strada e lo farà dal 2022.

Simone Consonni dovrà prendere le misure con il suo nuovo ruolo in squadra
Consonni dovrà adattarsi al nuovo ruolo
Ciao Simone, intanto come stai?

Bene, giro come una trottola: eventi, premiazioni… Sono più incasinato adesso di quando corro in bici. Almeno quando corro devo concentrarmi solo su quello, ora invece sono sballottato ovunque.

Eventi doverosi per chi vince.

Sì sì, per questo non mi lamento. Diciamo che sono contento di essere così richiesto.

Dopo l’addio di Elia Viviani sarai tu la punta della Cofidis, com’è arrivata questa decisione?

Al Giro d’Italia andavo forte e la squadra aveva iniziato a parlarmi di rinnovo, mi sono confrontato con Elia e lui mi ha detto: «Se la squadra vuole puntare su di te, è giusto che ti prendi la tua occasione».

Elia Viviani, SImone Consonni, mondiali Berlino 2020
Elia Viviani e Simone Consonni hanno corso insieme anche su pista nella madison. Qui ai mondiali di Berlino 2020
Elia Viviani, SImone Consonni, mondiali Berlino 2020
Elia Viviani, Simone Consonni, mondiali Berlino 2020
Come sono stati questi due anni al suo fianco?

Non si è vinto quanto si sperava, questo non si può nascondere. Nell’ultima parte di stagione, dopo le Olimpiadi, avevamo iniziato a trovare un equilibrio e un’intesa.

In questi due anni sei stato sempre al suo fianco, era un ruolo che ti piaceva?

Personalmente sì, devo essere onesto. Con Elia sono stati due anni bellissimi dal punto di vista umano, con un rapporto che è continuato anche su pista. Fare l’ultimo uomo mi piaceva, Elia è esigente ma sempre gentile e disponibile.

Ora passi dall’altra parte, le aspettative sono alte, ti senti pronto?

Guarda, se sono sopravvissuto al mese di Tokyo – dice ridendo – posso sopravvivere a tutto. E’ un ruolo nuovo ma che mi sono meritato. E’ l’età giusta per mettersi in proprio, a 27 anni si sono allineati i tasselli e sono pronto per questa nuova esperienza.

I successi su pista quanto ti hanno fatto maturare?

L’Olimpiade come responsabilità e tensione mi ha fatto fare il salto di mentalità. Lì è il cronometro che conta e lui non mente mai…

Per Simone Consonni quest’anno gli impegni su strada aumenteranno per provare a fare il salto di qualtà
Simone Consonni questa stagione aumenterà i giorni di gara su strada
Che stagione sarà?

L’obiettivo realistico è quello di trovare il feeling con la vittoria, cosa che non ho su strada, avendo vinto una sola corsa in cinque anni. Partirò dalle cosiddette gare minori (esordio il primo febbraio al Saudi Tour) anche se il parterre ormai è di primo livello ovunque.

Per le gare WorldTour hai qualche focus?

Sicuramente il grande evento su cui punterò è il Giro d’Italia. Nella prima parte di stagione correrò la Milano-Sanremo, il Fiandre e la Tirreno-Adriatico.

In pista hai trovato la tua disciplina, su strada hai dei percorsi su cui pensi di far bene?

Non sono il classico velocista di pura potenza, mi piacciono gli arrivi mossi, come quello di Stradella al Giro del 2021 dove sono arrivato secondo (foto di apertura). In quel caso sono partito ai 600 metri per prendermi la seconda piazza.

Qual è la cosa che cambierà di più?

Sarà tutto diverso, prima partivo per fare una volata con picchi di potenza minori e più costanti e alla fine, ai 150 metri mi fermavo. Ora devo cambiare mood. Una cosa che mi ha sempre fatto arrabbiare era chi mi diceva: «Già che sei in gruppo perché non fai le volate?». C’è un’enorme differenza tra vincere e far vincere.

Simone non vuole comunque rinunciare alla pista soprattutto quest’anno che correrà da campione olimpico e iridato
Simone non vuole comunque rinunciare alla pista
Cosa ha spinto la Cofidis a credere che tu possa saper vincere?

La mia crescita e il fatto che in questi due anni comunque sono sempre stato costante. E’ una scommessa sia per loro che per me, hanno dato fiducia ad un buon corridore che con l’impegno e la passione è arrivato ad alti livelli. Non ho il motore dei fuoriclasse e dei giovani campioni emergenti, non mi monto la testa, ma so che valgo ed è giunto il momento di provarci.

Per questi obiettivi però dovrai trascorrere più tempo con la squadra ma senza trascurare la pista.

Non essendoci le Olimpiadi come quest’anno avrò meno giorni di corsa con la nazionale. Infatti la prima parte di stagione farò solamente un mini ritiro a fine anno. Con la squadra da qui all’inizio delle corse faremo due ritiri: il primo dal 9 al 17 dicembre in Spagna, il secondo dal 7 al 20 gennaio sempre in Spagna.

Dal punto di vista della personalità e del carisma ti senti pronto?

Ho l’età giusta per prendermi le mie responsabilità, anche quando ero in UAE mi era stato dato dello spazio, ma non ero pronto. Come personalità direi che il banco di prova dell’Olimpiade basta e avanza, ho fatto il mio mese di prova come detto prima.

Non resta allora che augurarti buona fortuna, ci vedremo alle corse…

Grazie, a presto!

Simone Consonni riceve l’abbraccio di Brembate di Sopra

14.11.2021
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Era il 4 agosto quando Simone Consonni, insieme ai suoi compagni dell’inseguimento a squadre (Milan, Ganna e Lamon), ha conquistato l’oro olimpico. Pochi mesi dopo Simone ha ribadito il successo sulla pista di Roubaix. Ha aggiunto al suo palmares anche la medaglia d’argento nella madison, conquistata accanto ad Elia Viviani. Sempre ai mondiali di Roubaix c’è stata un’altra Consonni che si è messa in luce, Chiara. L’atleta della Valcar infatti si è aggiudicata l’argento nella stessa disciplina del fratello: l’inseguimento a squadre.

Nel tripudio generale c’è stato però un paese che ha gioito un po’ di più: è il comune di Brembate di Sopra, dove sono nati i due atleti. Da quella mattina di inizio agosto hanno iniziato a campeggiare sui muri del paese cartelloni celebrativi che sono aumentati di pari passo ai successi ottenuti. Ieri pomeriggio, nella splendida cornice della polisportiva, si è svolto l’evento: orgoglio brembatese. Un premio istituito per i cittadini che si sono contraddistinti nel loro campo. La prima edizione non poteva vedere un vincitore diverso da Simone Consonni.

La famiglia Consonni al completo, insieme ad Alice la fidanzata di Simone (la seconda da destra)
Simone e Chiara con i genitori e Alice, la fidanzata di Simone

Gli esordi

La polisportiva comunale conta numerose strutture e molti campi da gioco. E’ proprio qui che Simone ha dato i primi colpi di pedale nella categoria G1, più precisamente nell’associazione ciclistica Brembate Sopra. Iniziando a macinare i metri e la strada che lo avrebbe condotto ai suoi successi futuri.

I ricordi di chi lo ha seguito nei suoi esordi tra le strade del suo paese è ancora nitido. Giuseppe Mazzoleni, vice presidente della società in cui Simone correva da piccolo ha un ricordo particolare. «Un giorno, era alle prime pedalate, ricevo una chiamata in cui mi dicono che era caduto. Ci allenavamo su una piccola strada dietro il paese, arrivo sul posto e mi rassicuro delle sue condizioni e vedendo il casco ci rimango di sasso. Era completamente distrutto, aperto, non oso neanche immaginare che volo abbia fatto».

La premiazione

Gli ospiti si susseguono, tutti legati allo sport ed al territorio bergamasco che rendono omaggio e ringraziano Simone Consonni. Le parole più significative le esprime Daniele Belotti, Deputato e componente della commissione cultura, scienza ed istruzione: «Quella di Tokyo è un’olimpiade che si è svolta a porte chiuse e la vittoria di Simone, un ragazzo bergamasco, ha un doppio significato: sportivo e sociale. La sua vittoria ha rilanciato il territorio e la sua comunità che tanto ha sofferto in questi mesi.»

L’ospite della serata è notevolmente emozionato nel ricevere gli applausi scroscianti dei propri concittadini. Esordisce così Simone: «Tornare dove tutto è iniziato è strano, un tuffo nei ricordi. Avere un impianto così bello e funzionale è stato importante per la mia crescita». Simone ora vive a Lallio, a pochi passi dalla sua Brembate. «Quando ero piccolo non mi preoccupavo dei risultati, quel che mi piaceva era correre con i miei amici.»

Paolo Arrigoni, presentatore dell’evento e brembatese Doc, ha un ricordo altrettanto inedito di Simone. Di quando aveva solamente 9 anni: «All’epoca facevo l’educatore all’oratorio estivo – esordisce Paolo -. Un lunedì mattina Simone arriva tutto triste. Chiedendogli cosa avesse mi rispose che alla gara del giorno prima era in testa per la prima volta ma per colpa di una segnalazione sbagliata ad una rotonda prese una via errata e da primo finì ultimo. I bambini dell’oratorio lo presero in giro ed io gli dissi per consolarlo: tranquillo Simone, un giorno loro ti guarderanno vincere una gara in televisione».

La giunta comunale ha voluto premiare anche Chiara per i traguardi raggiunti quest’anno e nella sua carriera
La giunta comunale ha premiato anche Chiara per i traguardi raggiunti quest’anno

Spazio anche a Chiara

Nella serata, diventata uno slalom tra i ricordi di tutti coloro che hanno visto crescere Simone, c’è spazio anche per Chiara. Infatti, la giunta comunale non poteva non dare un riconoscimento anche a lei per gli altrettanti successi ottenuti. Tra l’altro lei vive ancora nella sua Brembate.

«Quando eravamo piccoli ero molto gelosa di Simone – esordisce ridendo Chiara – quando i nostri genitori andavano alle sue gare e non alle mie mi arrabbiavo molto. Crescendo è diventato un punto di riferimento e un fratello maggiore taciturno ma sempre presente ed il nostro rapporto è davvero fantastico».

Che poi continua: «A Brembate sto bene e mi piace vivere il paese, le poche volte che sono a casa mi fermo a fare colazione in qualche bar prima di partire per i miei allenamenti».

Bike-room: la start-up che vende le bici dei campioni

30.10.2021
6 min
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Abbiamo parlato spesso delle attrezzature delle squadre a fine stagione: dalle scarpe fino alle ammiraglie. Questa volta passiamo alle biciclette. Che cosa succede a fine stagione alle bici dei team? Una volta era il momento degli affari, senza grande controllo. Chi conosceva il meccanico era avvantaggiato, gli altri si rivolgevano al team. Da qualche mese a questa domanda risponde Bike-room, una start up che si occupa di tutto il processo di riqualificazione e vendita dei mezzi. Il progetto è ambizioso e ce lo raccontano Alessandro Confalonieri e Flaviano Frugeri. Il primo è il responsabile marketing, mentre il secondo è responsabile della certificazione e meccanico della nazionale donne elite.

Wilier Zero di Gorka Izaguirre ricondizionata nell’officina di Bike-room

Parla Frugeri

«Di recente abbiamo venduto una bici dell’Astana utilizzata in gara da Izaguirre – racconta Frugeri – ma sul sito c’è anche il telaio celebrativo fatto da De Rosa con la livrea di campione d’Europa, che avevano preparato anticipatamente, ma che non hanno avuto la fortuna di utilizzare.

«Io porto la mia esperienza in un ambiente giovane e stimolante, i ragazzi con cui lavoro sono tutti sotto i 30 anni e pieni di idee e voglia di fare. Grazie ai miei numerosi anni di lavoro ho molti contatti con i team ed i marchi e li aiuto in questo campo. In più sono responsabile delle certificazioni».

Un ruolo inedito

Sì, non è mai esistita questa figura, ma ora che è un business è fondamentale. Devi garantire all’utente finale che la bici che sta utilizzando è proprio quella del corridore.

Flaviano Frugeri, responsabile della certificazione per Bike-room, la sua grande esperienza è molto utile per la giovane start-up
Flaviano Frugeri, responsabile della certificazione per Bike-room, la sua grande esperienza è molto utile per la giovane start-up
Andate ad ispezionare prima le bici?

Andiamo sul luogo e vediamo le biciclette su cui abbiamo l’accordo e diamo una prima valutazione. I team WorldTour hanno 4-5 bici per corridore, quindi capita che ritiri bici perfette e mai usate che di conseguenza paghi di più. Magari prendi quelle che hanno corso una gara sola, come la Parigi-Roubaix e sono pressoché immacolate. In altri casi, con squadre continental o professional, la bici è più usurata e quindi la manutenzione da fare è più approfondita.

Come lavorate sulle bici una volta che le avete in mano?

Controlliamo subito i cuscinetti, i freni e i copertoni. Una cosa che cambiamo quasi sempre è il nastro manubrio e le leve dei freni che gli atleti “mangiano”.

Sul telaio come agite?

Per quello abbiamo delle lampade che ci permettono di vedere se ci sono danni strutturali, ma devo dire che i meccanici dei grandi team sono e devono essere perfetti. Io ne so qualcosa (dice con una risatina, ndr).

Per il ricambio dei componenti?

Ora abbiamo qualche difficoltà come tutti a causa della mancanza di materia prima. In generale siamo in accordi commerciali con i principali marchi di componentistica e prendiamo le forniture direttamente da loro. Un lavoro di prima qualità.

Dopo la rimessa a nuovo, la bici è pronta per lo shooting e la pubblicazione sul sito
Dopo la rimessa a nuovo, la bici è pronta per lo shooting e la pubblicazione sul sito

Un po’ di storia

«Esiste una Bike-room pre e post Covid», inizia Alessandro Confalonieri, responsabile marketing. «Siamo nati alla fine del 2019 e inizialmente vendevamo tramite drop shipping bici di alta gamma di tutti i tipi, ma con un focus particolare sulla strada racing. Poi la pandemia ha modificato il mercato delle bici rendendole introvabili, abbiamo così deciso di ridisegnarci. Grazie all’opportunità offertaci da De Rosa, uno dei nostri primi partner. Tramite loro siamo riusciti ad avere le bici del team Nippo-Fantini, a ricondizionarle e rivenderle con la nostra ideologia, quindi tramite drop shipping».

Il drop shipping è la vendita tramite store on-line di merce. Permette alle aziende che lo praticano di non avere un magazzino fisico, ma di appoggiarsi direttamente alla casa produttrice per la spedizione e la logistica.

Com’è stata la risposta del pubblico?

Al di sopra delle nostre aspettative. C’è una parte emozionale non indifferente nel nostro lavoro, molte persone comprano perché hanno piacere di utilizzare bici usate dai corridori professionisti.

L’esigenza è anche quella dei team.

Le case produttrici vogliono tracciare e avere uno storico dei telai e delle bici, questo è favorevole anche per il cliente finale perché ha un certificato di autenticità.

Come organizzate l’acquisto delle bici dai vari team?

Non è detto che trattiamo con i team. Gli accordi tra le squadre e le case produttrici sono diversi e tutti singolari: noi trattiamo con chi ha in mano i mezzi a fine stagione. Possono essere le squadre, il marchio, oppure gli sponsor. L’accordo verte su quante bici riusciamo ad aggiudicarci e di quale serie, se quelle più utilizzate o quelle rimaste sul tetto dell’ammiraglia.

E lavorare on-line è difficile in un mercato come quello delle bici?

Siamo forse gli unici in tutta Europa a fare un lavoro del genere. E poi essendo un sito, abbiamo una piattaforma globale di vendita. Il nostro mercato principale è quello asiatico o del Nord Europa.

E come ve lo spiegate?

Il fatto che vendiamo molto in Asia è legato all’esclusività dei nostri prodotti ed al fatto che in questi Paesi si cerchi il prodotto made in Europe o addirittura made in Italy. Nel Nord Europa, invece, sono più abituati a comprare on-line e quindi è più facile che si fidino. In Italia il mercato è legato al commerciante, ma siamo in grande crescita perché la gente vede che lavoriamo bene.

Nel futuro? Allargherete i vostri orizzonti?

Ci sono nuovi marchi in arrivo come Bottecchia di Androni, Olmo di MGK Vis e le nuove bici del team Cofidis, ma è un mercato che cambia giorno per giorno. Il consiglio è quello di stare all’erta che sul nostro sito le opportunità arriveranno.

Tanti team ma pochi pezzi, quasi limited edition…

Sì, per questo c’è una lista di attesa per ogni bici o telaio alla quale i clienti interessati si possono iscrivere. Le richieste sono talmente alte, che c’è la possibilità di pre-ordinare o pre-acquistare il tutto.

Nalini e ACSI Ciclismo: una collaborazione ben riuscita

27.10.2021
2 min
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Prosegue spedita anche in questo ultimo trimestre del 2021 la collaborazione tra ACSI Ciclismo e Nalini. Lo storico brand produttore d’abbigliamento per il ciclismo, da molti anni presente anche nel “circus” del professionismo, con Cofidis e Total Energies. Per mettere in evidenza le due compagini più importanti, ha difatti “cementato” con l’ente di promozione coordinato da Emiliano Borgna un rapporto di partnership davvero proficuo.

Un circuito già leader

Uno “step” collaborativo molto importante è senza dubbio rappresentato dal circuito di gran fondo Nalini Road Series. Un vero e proprio viaggio per l’Italia in dodici complessive prove del quale ACSI Ciclismo è partner istituzionale. Il calendario ha previsto gli eventi di: Cattolica, Laigueglia, Ferrara, Pistoia, Aprica, Buonconvento, San Gimignano, Filottrano, San Benedetto del Tronto, Cervia, Bologna. Per ultimo quello, ancora da disputarsi, di Recanati il prossimo 31 ottobre.

Nalini Road Series ha permesso di attraversare l’Italia in 12 tappe fra le meraviglie del nostro Paese
Nalini Road Series ha permesso di attraversare l’Italia in 12 tappe fra le meraviglie del nostro Paese

Dodici destinazioni che hanno condotto i partecipanti a pedalare attraverso scenari di grande fascino e varietà. Tra il Mar Ligure e le panoramiche sull’Adriatico fino all’entroterra romagnolo e quello marchigiano. Passando anche per le città d’arte come Ferrara e Bologna ed i “mostri” sacri Gavia e Mortirolo.

Dodici eventi che contano numerose edizioni sulle spalle, dove le organizzazioni hanno potuto dimostrare negli anni massima serietà e attenzione alla sicurezza dei partecipanti. Quest’ultimo è stato il primo parametro considerato per l’ammissione nel circuito, quello imprescindibile che, oggi più che mai, deve essere garantito con i più alti standard qualitativi.

Il tricolore Nalini per ACSI

Per questo speciale circuito Gran Fondo, Nalini ha sviluppato un’esclusiva collezione d’abbigliamento tecnico realizzata con i migliori tessuti in circolazione, caratterizzata graficamente dal logo dell’evento, e destinata agli abbonati della challenge.

Emiliano Borgna con Irene Lucchi alla Gran Fondo 10 Colli-Basso
Emiliano Borgna con Irene Lucchi alla Gran Fondo 10 Colli-Basso

E per ACSI Ciclismo Nalini ha inoltre firmato quest’anno anche tutte le maglie dei vincitori dei diversi campioni italiani di categoria (foto apertura). Un brand importante per una maglia importantissima, da indossare orgogliosamente per tutto l’anno! Dai professionisti e fino agli amatori, trasferendo tutta l’esperienza, la passione e il “knowhow” costruiti negli anni: Nalini è sinonimo di amore e passione per il ciclismo.

ACSI

Nalini si prepara all’autunno con la giacca New Carena

07.10.2021
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L’autunno entra nel vivo. Le temperature si abbassano e aumenta il rischio di incontrare condizioni meteo poco favorevoli durante le nostre uscite in bicicletta. Per affrontare al meglio freddo e cattivo tempo, Nalini propone la giacca New Carena destinata a diventare fin da subito un capo di abbigliamento che non può mancare nel guardaroba di chi ama uscire in bici anche in autunno.

Più visibilità

La nuova giacca appartiene alla linea top di gamma ERGO di Nalini ed è stata rinnovata con l’inserimento di loghi rifrangenti e nuove colorazioni bicolori sulle maniche. Essendo un capo destinato ad essere indossato anche in
condizioni meteo non ottimali o più in generale in giornate con scarsa visibilità
, la presenza di loghi rifrangenti consente di essere sempre ben visibili agli occhi degli automobilisti. Un aspetto questo tutt’altro che da trascurare.

Nei giorni di pioggia l’acqua scivola tramite lo scarico posto nelle tasche posteriori
Nei giorni di pioggia l’acqua scivola tramite lo scarico posto nelle tasche posteriori

Per basse temperature

La realizzazione della New Carena merita sicuramente un approfondimento. La giacca è composta da due strati: uno interno garzato e uno esterno dotato di una membrana antivento e antipioggia.

Lo strato interno è estremamente importante in quanto permette alla New Carena di garantire protezione perfetta a fronte di temperature dai 10 ai 2 gradi. Nella parte posteriore troviamo 3 tasche con inserto in rete 3D per favorire lo scarico della pioggia. Si tratta di un’altra accortezza che ci conferma come la New Carena sia il capo perfetto per uscite con le condizioni più dure.

La nuova giacca Carena di Nalini è un prodotto ideale per le uscite autunnali
La nuova giacca Carena di Nalini è un prodotto ideale per le uscite autunnali

Comfort garantito

Il comfort è uno dei punti di forza della New Carena grazie anche alla presenza di un elastico grippante inserito sul fondo giacca che tende a stabilizzare il capo evitando spostamenti. Meritano una menzione speciale i polsini realizzati in tessuto spalmato antimacchia. Ultimo dettaglio, la lampo nascosta YKK con flap antivento.

La New Carena è disponibile in tre colorazioni diverse ed è proposta nelle seguenti misure: S, XL, XXL e tripla XL. Il prezzo consigliato al pubblico è di 198 euro.

Nalini

Tutto a rotoli dall’Australia: Damiani spiega Viviani

12.08.2021
5 min
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Roberto Damiani è al Tour de Pologne con cinque corridori soltanto. Due infatti si sono ammalati e dovendo sottostare alla sequela di controlli anti Covid, per la Cofidis non c’è stato più il tempo per sostituirli. Viviani è appena tornato dalle Olimpiadi, il mercato ha confermato l’ingaggio di Bryan Cocquard e un altro grande velocista sarebbe in arrivo. Ci sarà ancora posto per il bronzo olimpico dell’omnium? Si è parlato per settimane di Deceuninck-Quick Step ed Eolo, ma ieri in un’intervista realizzata in Polonia dal nostro Simone Carpanini, Attilio ha fatto capire che la porta della Cofidis non sia ancora chiusa. Come vanno le cose tra il veronese e il team francese?

«La porta non è chiusa – sorride Damiani – e non è nemmeno aperta. Il suo procuratore Giovanni Lombardi e Vasseur (Cedric, team manager della squadra, ndr) si sono lasciati dopo il Giro d’Italia rimandando tutto a dopo Tokyo. Consonni aveva firmato durante il Giro, con Elia il problema sarà trovare un accordo economico e di gestione. Ieri abbiamo avuto una riunione con Vasseur e si diceva che vorrebbe arrivare a 28-30 corridori. Quindi non ci sarebbe problema di posto, ma Viviani non è un corridore qualunque e merita rispetto. Ma probabilmente si dovrà ragionare sulle sue pretese».

Secondo Damiani perché questa storia non ha funzionato?

Andrebbe fatta un’analisi approfondita, ma la prima cosa è che le Olimpiadi preparate e poi rimandate hanno portato via tanta concentrazione. Poi c’è stata la mancanza di risultati che non l’ha reso leader in Cofidis. La caduta in Australia ha inciso moltissimo. Poi siamo tornati in Europa e il Covid ci ha ribaltato la vita. Il Tour è stato durissimo, moralmente e come percorso, anche per l’esclusione di Sabatini. E anche il Giro è stato un continuo rincorrere. Al goleador si chiedono i goal. Se anche corre tanto e non segna, ha un problema. Ed Elia semplicemente non ha vinto.

Cosa cambiava senza la caduta australiana?

Veniva a casa con la prima vittoria Cofidis, era una frittata girata. Non cambiava niente sul suo valore, ma saremmo andati al lockdown con tanta più fiducia. Come non ha cambiato niente la vittoria di Cholet ad aprile, quando abbiamo ripreso in mano il programma concordato con lui e lo abbiamo mandato in Francia al posto della Gand. Per provare a vincere serviva un bagno di umiltà. A un atleta per cui le mancate vittorie sono frustate sull’anima.

Elia ha detto che queste prestazioni su pista potrebbero ridargli lo smalto anche su strada.

Sono state dette e scritte tante cose sui social, che magari amplificano le parole. Elia rifletta sul fatto che si senta a casa solo in nazionale. Mi è dispiaciuto leggere le parole di Villa, secondo cui dopo due anni negativi alla Cofidis, adesso è stato bene. Se c’è una squadra che non ha mai influito sul programma di Viviani e di Consonni, è proprio la nostra. Potevamo impuntarci e dire che avremmo fatto noi la Adriatica Ionica Race e la Sardegna. Sono certo di poter dire che abbiamo mantenuto ogni parola data a Villa, con il piccolo dettaglio che nel frattempo i corridori li pagavamo noi. Se avessimo mandato Consonni solo due settimane prima, quel record del mondo forse non lo avrebbero fatto.

C’è un po’ di risentimento?

No, l’esatto contrario. Sono felice per le due medaglie dei nostri atleti, sono felice per lo spirito di appartenenza alla nazionale, ma mi piacerebbe che venisse riconosciuto anche il nostro ruolo. E’ dalla prima corsa in Australia che ripeto a Elia di non dimenticare di divertirsi, adesso prendo atto che glielo ha detto Villa e ha funzionato.

Credi che queste voci siano arrivate anche a Vasseur?

Gli sono arrivate di certo, è sempre molto attento ai social, ma non siamo ragazzini e non saranno certo i post sui social a determinare l’esito della trattativa. Però sono discorsi che competono al team manager e al procuratore di Elia. Io ci tengo a sottolineare che per il corridore ho tantissima stima e mi piace lavorarci insieme. Forse l’indecisione del calendario ha inciso su di lui che è molto metodico, più che sugli altri. Non ci resta che aspettare. E concentrarci su suo fratello per l’ultima tappa del Polonia, il giorno di Ferragosto.

Cofidis e Tour de Pologne, partnership perfetta!

09.08.2021
3 min
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Il Tour de Pologne si conferma sempre più un appuntamento di prestigio nel panorama ciclistico mondiale. Sotto la gestione del team che fa riferimento all’ex professionista Czeslaw Lang, la corsa a tappe polacca è diventata una vetrina di riferimento per aziende di valore internazionale, come testimonia il recente accordo raggiunto con Cofidis, realtà leader nella finanza al consumo e nome molto conosciuto dagli appassionati di ciclismo. Si tratta di un accordo che rafforza ulteriormente le sinergie tra eventi e marchi per la promozione dello sport. 

Czeslaw Lang e sua figlia Agata, anche lei parte attiva nell’organizzazione del Polonia
Czeslaw Lang e sua figlia Agata, anche lei parte attiva nell’organizzazione del Polonia

Cofidis: il ciclismo e il futuro

Il gruppo Cofidis oggi è presente in nove Paesi europei con ben 30 milioni di clienti in Europa. Opera sul mercato polacco dal 2016, proponendo alla propria clientela soluzioni nel campo del finanziamento auto, leasing e prestiti in contanti. Già affermato sulla scena ciclistica internazionale da oltre vent’anni, il marchio ha scelto di partecipare attivamente a diverse importanti competizioni World Tour, dimostrando una particolare sensibilità verso la promozione del ciclismo come sport in grado di valorizzare il lavoro di squadra. 

Czeslaw Lang, punto di riferimento del Tour de Pologne, ha voluto così sottolineare l’importanza della nuova partnership: «Sono davvero felice di accogliere Cofidis come partner. Sono un nome noto nel ciclismo e questo è un ottimo legame tra il marchio e l’organizzazione e un buon punto di partenza per creare una relazione proficua e duratura che ci aiuterà a costruire un futuro su misura per le ambizioni dei giovani». 

La squadra francese sarà al Polonia sotto la guida di Vasseur
La squadra francese sarà al Polonia sotto la guida di Vasseur

Il ciclismo per Cofidis

Alle parole di Lang si sono aggiunte quelle di Nuno de Oliveira, CEO Cofidis Polonia: «Il nostro amore per il ciclismo non è certo un mistero. Dal 1997 abbiamo una squadra professionista che partecipa alle più importanti gare del circuito World Tour e, negli ultimi anni, abbiamo stretto molte partnership con le corse per sottolineare il nostro impegno attivo nella promozione di uno sport che merita più spazio.

«Siamo felici di far parte ora del Tour de Pologne, perché è una corsa storica che riesce a guardare costantemente al futuro, ispirando nuovi talenti polacchi e promuovendo la cultura del ciclismo in tutto il paese. L’innovazione e lo sviluppo sono tra i valori fondamentali della nostra azienda e condividiamo pienamente la filosofia di Czeslaw Lang e della sua organizzazione». 

Cofidis non sarà solo un partner commerciale del Tour de Pologne, ma avrà anche un ruolo attivo durante la competizione con la partecipazione del proprio team guidato in ammiraglia dall’ex professionista Cedric Vasseur. Il Tour de Pologne scatta oggi (lunedì 9 agosto) da Lublino e termina a Cracovia domenica 15.

Cofidis

Tour de Pologne

Consonni affranto, Viviani manda giù e rilancia. Podio lontano

07.08.2021
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Il caldo gioca un brutto scherzo a Simone Consonni e le speranze azzurre di medaglia nella madison naufragano già prima di cominciare. E’ affranto il ventisettenne bergamasco perché ci teneva a concludere in bellezza quest’Olimpiade che soltanto mercoledì scorso l’aveva portato in orbita con l’oro stratosferico nell’inseguimento a squadre. La sua strada e quella di Elia Viviani si separeranno al di fuori dalla pista e così Simone sperava di chiudere il cerchio con un podio insieme al portabandiera azzurro. All’arrivo era sconsolato.

«Credo di aver avuto un calo di pressione – dice – forse perché dentro questo velodromo fa troppo caldo. Ho sempre i battiti alti, soffro abbastanza. Oggi ci credevamo a una medaglia, ma io non avevo le gambe dei giorni migliori e si è visto. Mi dispiace per Elia che era in palla, vorrà dire che ci riproveremo».

Gradino più alto del podio, oro per Morkov, a sinistra, e Norman Lasse Hans
Gradino più alto del podio, oro per Morkov, a sinistra, e Norman Lasse Hans

Sorpresa spagnola

Ci hanno provato, infatti, a seguire l’attacco della Spagna a 33 giri dalla fine, per recuperare terreno in classifica, ma le gambe alla fine non li hanno assistiti, relegandoli al decimo posto ben lontani dal podio. A festeggiare è stata la favoritissima Danimarca di Michael Morkov e Lasse Norman Hansen, con la Gran Bretagna che ha conquistato proprio all’ultimo sprint ai danni della Francia (bronzo). Laconico capitan Viviani.

«Non è andata oggi – commenta – avevamo pensato di partire un po’ sulle ruote e prendere qualche punticino facile e l’abbiamo preso, però poi nel momento clou quando gli altri ci sono scappati di una quindicina o ventina di punti, bisognava pensare a un attacco. Abbiamo visto che gli spagnoli si erano tenuti, avevamo puntato loro e ci sono scappati proprio nel momento che sono andati. Abbiamo provato a inseguirli subito, ma l’attacco non è andato e nel finale abbiamo sofferto».

Consonni provato da un abbassamento di pressione prima del via
Consonni provato da un abbassamento di pressione prima del via

Onore a Morkov

Poi fa i complimenti al corridore che potrebbe trovarsi di nuovo come compagno in caso di ritorno alla Deuceuninck-Quick Step.

«Sono felice per Morkov – dice – perché lo inseguiva da tanti anni l’oro, dopo il podio (argento, ndr) del 2008 nel quartetto. Lo merita per tutto il lavoro che fa su strada ed è l’uomo dei desideri di tutti i velocisti».

Dopo il finale in crescendo dell’omnium, al via grandi attese per Viviani nella madison. Il podio era un obiettivo
Dopo il finale in crescendo dell’omnium, attese da podio per Viviani nella madison

Parigi è vicina

Il bicchiere per Elia è mezzo pieno: «Tokyo 2020 per me resterà indelebile – spiega – Rio per un motivo (l’oro nell’omnium, ndr), Tokyo per la Cerimonia d’apertura, per l’oro del quartetto, per il mio bronzo insperato. Poi per la spedizione fantastica, battuto ogni record, le medaglie d’oro e le medaglie di “nicchia” come l’atletica (sorride vista la battuta, ndr). Sono veramente orgoglioso di essere stato il portabandiera insieme a Jessica (Rossi, ndr) di una spedizione italiana da record, ma non sarò geloso se alla prossima ne vinceremo di più. Domani festeggeremo, poi da martedì torneremo in Italia e penseremo alle prossime, perché Parigi sarà più vicina rispetto al solito, continueremo a lavorare con le tappe intermedie di europei e mondiali».

I fiori e le medaglie al podio li porta il presidente dell’Uci Lappartient
I fiori e le medaglie al podio li porta il presidente dell’Uci Lappartient

Poco ritmo

Qualche dubbio però rimane sull’avvicinamento, con la partenza anticipata per il Giappone per essere protagonista nella Cerimonia d’apertura.

«Abbiamo fatto alcune valutazioni in questi giorni – ammette – dopo la mia partenza non buona nell’omnium. Più che pesarmi i 14 giorni qui, mi ha pesato non fare una gara prima dell’omnium per rompere il ghiaccio, non ce n’era la possibilità. Probabilmente un turno nel quartetto mi avrebbe aiutato a rodare le gambe. E’ stato valutato nei giorni prima, ma non era possibile perché le sfide erano troppo vicine con gli avversari e il rischio di cambiare gli equilibri del quartetto erano troppo alti. Non c’è da recriminare niente, ho pagato un po’ di tensione nell’omnium alla partenza della giornata. Probabilmente con un Walls così, la medaglia d’argento era il miglior risultato possibile. Comunque, avevo bisogno di una medaglia e un argento o un bronzo non cambia. Cercherò ora di tornare ad alti livelli anche su strada».

L’oro della madison va dunque alla Danimarca che precede Gran Bretagna e Francia
L’oro della madison va dunque alla Danimarca che precede Gran Bretagna e Francia

Non si molla

L’idea del doppio impegno tra strada e pista resta il leit motiv per il veronese, con qualche aggiustamento: «Ho dimostrato che la pista mi fa bene, per cui come si fa a lasciare una nazionale così? Dovremo lavorare sicuramente di più sull’americana perché i lavori per il quartetto sono tanto specifici e lavoriamo tanto su quello. Io mi stacco ogni tanto per prepararmi sul mio omnium, però l’americana non si improvvisa e l’han dimostrato le coppie che sono davanti. Dovremo lavorare di più per raccogliere anche nella madison, così come nelle altre due specialità».