E’ ancora forte l’emozione per la notizia di Elia Viviani portabandiera della spedizione italiana alle Olimpiadi di Tokyo. Un momento storico per il ciclismo azzurro. Tuttavia per un po’ certe emozioni vanno “accantonate” perché il Giro d’Italia non dà respiro ed oggi è ancora giorno di gara.
Un giorno che tra l’altro si veste di simbolismi ulteriori per Viviani. La tappa numero 13 infatti arriva nella sua Verona ed è piatta come un biliardo: il palcoscenico ideale per una vittoria dello sprinter della Cofidis.
Che motivazione
E stamattina tra i bus in quel di Ravenna tutto ciò era palpabile. La squadra biancorossa si è raccolta in una lunga riunione: la posta in palio è alta. Quando apre le tendine e scende dal bus il diesse Roberto Damiani torna su quanto accaduto ieri in corsa: l’annuncio del portabandiera in diretta Rai.
«Tutto ciò – dice il lombardo – è totalmente di Elia. Mi fa molto piacere, è una gran cosa per la squadra, ma in questo caso parlo più da italiano che da diesse. Penso che sia meritatissimo questo ruolo di portabandiera ed è bellissimo anche per il ciclismo, perché è la prima volta che succede in Italia».
Concentrazione
Ieri sera in casa Cofidis non ci sono stati però grandi festeggiamenti. Bisognava mantenere la concentrazione alta in vista del (quasi) certo sprint di oggi.
«La notizia l’abbiamo accolta in corsa – spiega Damiani – Eravamo d’accordo con Elia che se fosse arrivata l’ufficialità glielo avrei comunicato subito ed è stata una bella iniezione di fiducia, mentre faceva tutta quella fatica. Dà morale, sia alla persona che all’atleta. E oggi ripartiamo ancora più motivati. Ma posso dire che per questa tappa già lo eravamo molto, credetemi…».
Occasione unica
E come non credere a Damiani. In fin dei conti sin qui le cose al Giro per Viviani non sono andate benissimo (solo due terzi posti) e già questo dovrebbe garantire la voglia di riscatto e le giuste motivazioni. Se poi si pensa che si arriva a casa sua è facile mettere insieme i pezzi.
«E’ una frazione perfetta per Elia – conclude Damiani – è portabandiera e si arriva nella sua Verona: sono stimoli in più. Lui sta bene, ce la giochiamo fino alla fine. E’ qualche giorno che parliamo di questa tappa, gestendo anche le altre proprio in funzione di questo arrivo che Viviani conosce come le sue tasche. Sono strade che ha percorse mille volte. Elia è già il regista del finale, in questo caso lo è ancora di più.
«Chi sono i più pericolosi in un arrivo così? Ci sono cinque velocisti che possono giocarsi la tappa oggi, più gli outsider. Stamattina sul bus abbiamo ripassato ogni dettaglio. Il nostro treno sarà composto da Attilio (Viviani, ndr), Sabatini e Consonni ultimo uomo a lanciare Elia. Io ho detto ai ragazzi di dare tutto oggi, come se domani non ci fossero tappe. Stasera vediamo…».