Alessio riscopre la bici e va in Germania. L’obiettivo è crescere

12.11.2021
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«Vi sembrerà strano ma negli ultimi due anni ho scoperto la passione per le bici. Da corsa, mountain bike e anche Bmx. Non intese come sport agonistico, ma come attrezzo».

Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che a fare un’affermazione del genere un po’ a sorpresa è Camilla Alessio. Lei è ragazza di vent’anni che corre da quando è G4 e che nel suo palmares giovanile vanta già un mondiale dell’inseguimento a squadre, un secondo posto nella crono individuale e due podi tricolori da junior. E che sarà l’ennesima giovane italiana con la valigia pronta per l’estero. Nel 2022 correrà con la Ceratizit-WNT Pro Cycling, formazione tedesca.

Nel 2020, primo anno da elite, corre il tricolore crono a Bassano. Ha sempre avuto feeling con la bici da crono
Nel 2020, primo anno da elite, corre il tricolore crono a Bassano. Ha sempre avuto feeling con la bici da crono

Azzurra a Trento

Quindi, per la padovana di San Martino di Lupari – nata il 23 luglio 2001 a Cittadella e passata elite l’anno scorso con tante aspettative – che stagioni sono state le ultime due?

Certo, la vicenda del Covid le ha complicato la vita più del dovuto e probabilmente il vero risultato è stato proprio quello che diceva in apertura. Forse quel riscoprire la bicicletta sotto un altro punto di vista ha consentito alla Alessio in questa annata di centrare un bel quinto posto al campionato italiano in linea e di indossare ancora la maglia azzurra agli europei di Trento (conclusi al nono posto lavorando per la sua compagna Zanardi).

Camilla parlaci questi ultimi due anni alla BePink. Come li hai vissuti?

Il mio bilancio è positivo. Prima non facevo caso a certi dettagli. Sono stati importanti la nutrizionista Francesca Tonin e il fisioterapista Wais Baron, che continueranno a seguirmi. Sono cresciuta molto a livello tecnico. E anche dal punto di vista tattico grazie alla BePink, a Walter e Sigrid (rispettivamente Zini e Corneo, team manager e direttore sportivo, ndr) che mi hanno insegnato a “vedere” la gara.

Come hai gestito con loro il tuo passaggio alla Ceratizit-WNT?

Ero tra le confermate per il 2022, poi quando è arrivata questa nuova proposta verso fine stagione ne abbiamo parlato. Io ci vedevo una bella opportunità per crescere ancora e loro hanno accolto in modo favorevole le mie ragioni. Siamo rimasti in buoni rapporti. Credo proprio che siano contenti per la mia scelta e perché mi abbiano cercata dall’estero. In fondo è anche merito loro.

Come sei entrata nei radar della squadra tedesca?

Si sono interessati a me dopo il campionato italiano ed hanno continuato a seguirmi. Ma non lo sapevo, l’ho scoperto solo dopo la fine del Giro d’Italia Donne. Ed è stato meglio così, ho corso senza pressioni e tranquilla. Il contatto definitivo ce l’ho avuto tra fine agosto ed inizio settembre.

In azione al Trofeo Binda: le salite lunghe sono il suo pane e ammette di volerci lavorare
In azione al Trofeo Binda: le salite lunghe sono il suo pane e ammette di volerci lavorare
Con te verrà anche Martina Fidanza. Prosegue l’esodo delle giovani azzurre fuori dall’Italia, cosa ne pensi?

Come per tanti settori, lavorativi e non, l’estero non ha eccellenze ma le promuove. Noi facciamo parte di esse. Dobbiamo anche guardare il lato economico, serve un rientro per chi vuole fare questo di mestiere. Purtroppo in Italia non ci sono tante squadre che se lo possono permettere come quelle straniere, che in più hanno anche un calendario più definito. Poi sono aperta a nuove esperienze, anche di vita. 

Farai parte di una folta colonia italiana. Raggiungerai Magnaldi, Confalonieri e Vieceli. Cosa ti aspetti dalla nuova squadra?

Approdo in una società molto buona, con un budget importante e con corridori molto forti. Spero di trovare un ambiente dove possa regnare la stima reciproca e nel quale possa esprimermi con tranquillità. Senz’altro è un bel salto di qualità.

Ed invece cosa ti aspetti da te?

Ho tanti stimoli e molta voglia di cominciare a lavorare. Dall’anno prossimo cambierò il preparatore. Mi seguirà Paolo Artuso (coach della Bahrain Victorius, ndr) e ringrazio Enrico Licini per averlo fatto in questi anni. L’anno prossimo mi auguro di fare bene e avere risultati. Non tanto per me, quanto per la squadra. Ad esempio sapere che dovrò lavorare per un’atleta come la Brennauer o le altre di grosso calibro mi dà tanta carica e mi responsabilizza. 

Hai già un programma per il 2022? Raduni ed eventuale soggiorno in Germania?

Sì, abbiamo già un po’ di date. Ai primi di dicembre faremo due giorni di foto ufficiali e consegna dei materiali in Austria, poi ci sposteremo in Italia fino al 20, anche se ancora non so dove. A gennaio e febbraio faremo altri due ritiri lunghi a Calpe dove la squadra ha una casetta.

E il resto?

Non andrò a vivere in Germania, farò sempre avanti e indietro per le gare. Perché se è vero che amo le nuove esperienze, mi piace mantenere una piccola comfort zone a casa in cui posso curare gli altri interessi che ho al di fuori della bici. Come l’Università che proseguirò con corsi privati. Studio Lingue, Società e Scienze del Linguaggio. Mi piacerebbe diventare giornalista sportiva o insegnante.

Sei una scalatrice che va forte a crono, quantomeno nelle categorie giovanili. Del programma degli allenamenti ne hai già parlato con loro e col tuo preparatore?

Sì, assolutamente. Mi trovo a mio agio in salite lunghe e cercherò di migliorare ulteriormente. Un’altra cosa bella è che tornerò a lavorare per la cronometro visto negli ultimi due anni le avevo un po’ trascurate. Per la squadra è una specialità importante, che vogliono curare a fondo. Sanno che mi piace e che andavo bene. Anzi a tal proposito vi posso dire che la Gaerne, appena ha saputo della mia firma alla Ceratizit WNT e del programma-crono, ha studiato proprio per me un prototipo di scarpe che al posto del tradizionale “boa” avrà una cerniera per essere ancora più comode e performanti. Mi arriveranno a breve.

Champions League, primo round: sentiamo la Zanardi

09.11.2021
5 min
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Il panorama del ciclismo si è arricchito di una nuovissima competizione. La Champions League della pista. La neonata creatura dell’Uci è iniziata sabato 6 novembre a Palma de Mallorca ed in programma ci saranno altri quattro round fino all’11 dicembre tra i velodromi di Panevezys (Lituania), Londra (due date) e conclusione a Tel Aviv.

A Mallorca, Harrie Lavreysen ha vinto le prove di velocità / ©SWpix.com
A Mallorca, Harrie Lavreysen ha vinto le prove di velocità / ©SWpix.com

All Star Game su pista

Un evento internazionale con un format moderno e coreografie spettacolari. Una concezione di ciclismo da puro entertainment in stile All Star Game dell’NBA. Una serata da trascorrere all’interno di un’arena dove in meno di tre ore si concentra uno show con i migliori interpreti della specialità. Un modo per promuovere il ciclismo su pista, avvicinare pubblico, anche quello meno appassionato, e farlo divertire.

Ricapitolando, il programma sarà lo stesso per ogni round, suddiviso in due discipline: sprint ed endurance. Ognuna di queste ha due tipi di gara in cui si prenderanno punti. Velocità e keirin nella prima categoria, eliminazione e scratch nella seconda. Maglia di leader per le quattro specialità. Un totale di 72 corridori tra i migliori al mondo distribuiti equamente tra maschi e femmine. Stesso discorso per i premi, divisi in modo uguale

De Rosa per Zanardi

Una delle protagoniste della Uci Track Champions League è Silvia Zanardi, in gara con il suo sgargiante body – che richiama i colori della nazionale, il logo della BePink e della manifestazione – e in attesa di ricevere per il round del 20 novembre una De Rosa con una livrea ad hoc

Dopo la prima giornata la 21enne piacentina è decima con 11 punti nella classifica guidata a quota 33 dalla fenomenale britannica Katie Archibald, oro europeo nella corsa a punti nel 2020 proprio davanti alla Zanardi.

«E’ una grande soddisfazione far parte di questo gruppo – racconta – sono una delle poche under 23 a gareggiare. Non me lo aspettavo. Prima dei mondiali di Roubaix mi avevano fatto avere un pre-invito, che io avevo accettato ben volentieri. La conferma mi è arrivata qualche giorno dopo».

Com’è andato questo primo round?

Benino, sapevo di non essere al top perché dopo il mondiale avevo staccato per un breve periodo. Ho tempo per recuperare nelle prossime giornate.

Per il primo round della Champions League, ecco la sua De Rosa. Per il prossimo si lavora a una livrea da campione d’Europa
Per il primo round, ecco la sua De Rosa. Per il prossimo si lavora a una livrea da campione d’Europa
Dal punto di vista invece della manifestazione cosa ci dici?

Mi è piaciuta tantissimo. Un bellissimo gioco di luci, spettacolare. L’ho vissuta dal vivo, ma me ne sono resa conto anche meglio riguardandola in tv. Avendo studiato grafica, osservavo tutto con ancora più curiosità. E’ una gara che ha tanti motivi di interesse.

Quali?

Attirare gli spettatori con una formula più semplice da capire, sia per chi corre sia per chi guarda. Infatti lo speaker spiega in modo chiaro le gare sia a noi che al pubblico. Le gare sono ridotte, veloci. Il totale dura come un film al cinema, quindi possono essere una valida alternativa per passare la serata. Poi serve anche per eguagliare i premi tra maschi e femmine, sperando che sempre più gare e organizzatori prendano esempio da questo. Infine è utile per fare ulteriore esperienza per crescere, anche perché qua bisogna sapersi arrangiare.

Spiegaci meglio.

Noi corridori viaggiamo da soli, senza lo staff della squadra o della nazionale. L’organizzazione mette a disposizione due/tre meccanici per tutti per sistemare la bici, però io prima di partire avevo chiesto a Walter (Zini, il suo team manager nella BePink, ndr) di farmi vedere meglio dove mettere le mani. Ho fatto tutto da sola, alla fine è stato piuttosto semplice.

I 72 atleti della Uci Champions League 2021 nel velodromo di Mallorca / ©SWpix.com
I 72 atleti della Uci Champions League 2021 nel velodromo di Mallorca / ©SWpix.com
Aerei, soggiorno e trasferimenti. Come è gestito tutto quanto durante quelle giornate?

Hotel e spostamenti sono a carico degli organizzatori. I voli invece ce li prendiamo noi. Il loro costo va a scalare da un bonus di partecipazione di 1.500 euro a persona che però ci daranno solo alla fine dei sei round. Abbiamo la possibilità di guadagnare punti e denaro, in base ai piazzamenti, durante le varie gare.

Che obiettivo ti sei data in questa manifestazione?

Vorrei riuscire ad entrare nelle prime cinque anche se non sarà semplice. Sono tra le più giovani, ma cercherò di farmi valere in gruppo.

Che effetto ti fa, dopo una stagione che ti ha vista vincitrice di tre titoli europei in pista ed uno su strada, essere stata chiamata per questa manifestazione?

Direi che è stata la classica ciliegina sulla torta. Far parte di questo ristretto gruppo di corridori chiamati mi riempie di orgoglio, anche perché di italiani ci sono solo Michele Scartezzini e Miriam Vece. E’ senza dubbio un bel modo di chiudere il 2021. 

Dopo i complimenti della Corneo, andiamo a conoscere Vitillo

04.11.2021
7 min
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Sigrid Corneo l’ha detto chiaramente. «Le cicliste di oggi vogliono tanto e subito, con poco. Non sono propense alla fatica. Non vale per tutte chiaramente, ma per tantissime la mentalità è questa. Poche si chiedono se abbiano davvero tutto per andare più forte. Quando correvo io, eravamo tutte pronte alla fatica, invece adesso tante arrivano con la cultura errata del risultato pensando di essere tutte campionesse. Una che potrà fare tanto bene è Matilde Vitillo. Fa quello che le si dice, non ha paura di far fatica e di patire un grande mal di gambe».

Investitura importante

Come investitura non è affatto male, soprattutto perché fatta da un tecnico che di fatica e chilometri ne ha macinati tanti. Così in questo giorno di inizio novembre abbiamo deciso di tirarla giù dal letto per farci raccontare come mai il suo direttore sportivo alla BePink si sia spesa così nei suoi confronti e che cosa le sembri del mondo in cui vive sin da piccolina.

Matilde è un volto noto del giro azzurro, con un titolo mondiale junior dell’inseguimento a squadre e uno europeo nella corsa a punti, ma di fatto il 2021 è stato il suo primo vero anno da elite. Ha dovuto mandare giù bocconi amari e ha colto qualche buon segnale, fino alle quattro vittorie di fine stagione: il Trofeo Inalpi a Racconigi, poi due tappe e la classifica al Giro di Campania. In cui c’erano sì poche ragazze al via, ma per vincere e farlo per giunta alla fine di ottobre, oltre alle gambe serve anche una discreta testa.

Secondo te che cosa voleva dire Sigrid in quell’intervista?

E’ vero che ci sono tante ragazze che vogliono tutto e subito. A volte non è nemmeno colpa loro. Seguendo mia sorella Vittoria, che ha 10 anni e corre tra i giovanissimi, ci sono tantissimi genitori che mettono nei piccolini una mentalità secondo me sbagliata. Li fanno allenare troppo, così magari raggiungono pure dei bei risultati, ma non crescono. E quando i loro coetanei cominciano ad aumentare i carichi di lavoro, loro capiscono di non avere più margine oppure smettono di vincere facilmente come prima e si fermano. Ho visto dei miei coetanei fortissimi da piccoli che ormai hanno smesso da un pezzo per questo motivo.

Se è vero che non ti fa paura la fatica, come è stato questo primo anno nella BePink?

Decisamente tosto. Sapevo che sarebbe stato un salto bello grande, per cui mentalmente ero preparata. Il primo anno da elite l’ho fatto a Racconigi, ma un po’ per il Covid e un po’ per crescere con calma, ho fatto davvero poche corse. L’esperienza vera ho cominciato a farla quest’anno.

Dove hai visto la differenza maggiore?

La salita ha avuto una gran parte. Io poi mi reputo una scalatrice e mentre le altre andavano, io restavo là. Al Giro posso anche capire, quando davanti restava la Van der Breggen. Anche quella è stata esperienza. Ho imparato soprattutto a battermela con me stessa, con limiti che si possono superare. Poi ci sono state le corse del Nord, che all’inizio mi hanno messo in difficoltà, perché andavano davvero come treni. Però ho stretto i denti e alla fine ho imparato a muovermi anche su quei percorsi.

Ai mondiali di Harrogate nel 2019, qui con Camilla Alessio, chiude a 30″ dalla vincitrice Jastrab
Ai mondiali di Harrogate nel 2019, qui con Camilla Alessio, chiude a 30″ dalla vincitrice Jastrab
Vincere a fine stagione se non altro ti ha mandato al riposo con buone sensazioni?

Decisamente sì. In Campania non eravamo tante, giusto una trentina, ma qualcuna comunque doveva vincere e sono contenta di averlo fatto io.

Ti reputi scalatrice, ma hai vinto in pista…

E poi mi piacciono le crono e in teoria anche le volate, ma a volte le gestisco male. Da junior si riesce a fare un po’ di tutto. In realtà la pista quest’anno non l’ho allenata tanto e lì non ti inventi niente. Comunque dal 25 al 28 saremo con la squadra al velodromo di Ginevra per correre. Vediamo come va.

Cosa dici della squadra?

Mi sono trovata benissimo, con lo staff e le ragazze. Le conoscevo tutte, perché più o meno abbiamo seguito lo stesso percorso anche in nazionale. Si crea un bel gruppo quando capisci che siamo tutte compagne di fatica. E poi sono molto amica della Zanardi e mi è piaciuto sentire di averla aiutata. Silvia ha un anno più di me, sembra poco, ma come esperienza è davvero tanto.

E di Sigrid Corneo cosa dici?

E’ super brava, lei e Zini formano una grande squadra. Sanno capirci sul piano personale e vedono benissimo la gara. Al Giro, nella tappa di Carugate, c’era appena stata una menata tremenda, il gruppo si è allargato e mi hanno detto di partire. Io ero morta, non ci avrei mai creduto, invece l’ho fatto e voltandomi mi sono resa conto che non mi seguiva nessuno. Questo mi ha veramente spiazzato.

Hai 20 anni, si può pensare di diventare una professionista e fare carriera?

Si può cominciare, sì. Fino allo scorso anno, mi piacevano il ciclismo come sport, il semplice farlo, l’adrenalina. Ora posso puntare a farne un lavoro, con uno stipendio che mi permetta di viverci. Le ragazze del WorldTour sono viste in modo diverso, arrivaci è l’obiettivo di tutte.

Fra 20 giorni di nuovo in gara, si parlerà di un inverno cortissimo. Giusto così?

E’ come se facessimo due stagioni attaccate, con un mese fra l’ultima gara e la successiva. Ho staccato una settimana, ma tutto sommato ci si può stare, perché non perdiamo gamba e concentrazione. E poi a febbraio dal ritiro in Spagna si comincerà a pensare al 2022. Spero di salire un altro gradino, che venga qualche piccolo risultato per capire che sono sulla strada giusta.

Abbiamo un po’ spiato il tuo account Instagram, hai tre fratelli?

Esatto. Niccolò, il più grande, ha 22 anni. Tommaso ne ha 18. Vittoria ne ha 10. I maschi hanno corso in bici e smesso, Tommaso l’ha appena fatto. Doveva passare U23, ma ha capito che forse il gioco non sarebbe valso la candela e ha preferito dare più spazio alla scuola e all’università.

La famiglia Vitillo al gran completo alla comunione di Vittoria in ottobre. Da sinistra mamma Paola, Nicolò, Tommaso, Matilde e papà Luca
Famiglia al gran completo alla comunione di Vittoria. Da sinistra mamma Paola, Nicolò, Tommaso, Matilde e papà Luca
Che cosa ti pare della tua vita da atleta?

Mi piace. Quest’anno sono stata più in ritiro che a casa, sarò tornata a dir tanto per tre settimane. Però è bello anche così. La sensazione che hai una vita tua da gestire, il viaggiare e scoprire nuovi posti...

Vita da zingara?

Via da zingara (ride, ndr), proprio così.

E i tuoi cosa dicono di questa figlia zingara?

Sono contenti, mi hanno sempre seguito ovunque. Al Giro sono venuti a ogni tappa, li trovavo lungo il percorso con le borracce. Mi ha fatto super piacere, non capita spesso, soprattutto pensando che hanno altri tre figli cui badare. E’ una vita diversa, che quando stai troppo tempo nello stesso posto, inizi a guardarti intorno e chiederti dove sia la valigia…

Faccia a faccia con la Corneo, sergente di ferro della BePink

30.10.2021
6 min
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Sigrid Corneo, diesse della BePink, la intercettiamo mentre sta lavando le bici della squadra. Neanche il tempo di finire l’attuale stagione che già è ora di ripartire con quella nuova. Ormai il ciclismo moderno non conosce soste o periodi di stacco, né per le atlete né tantomeno per i dirigenti. Ma questo è tuttavia un ottimo momento per sentire le loro voci, tracciare qualche bilancio e fare qualche chiacchiera più informale del solito.

«Non preoccupatevi – ride – ho gli auricolari così ho le mani libere per continuare con la pulizia dei mezzi. Qua bisogna saper far tutto. Ed essere organizzati sempre di più».

Dieci anni di BePink, ma la storia di Sigrid Corneo e Walter Zini è ben più lunga
Dieci anni di BePink, ma la storia di Sigrid Corneo e Walter Zini è ben più lunga

Dieci anni di BePink

Fra qualche settimana saranno dieci anni di BePink. A metà novembre del 2011, infatti, nasceva la formazione di Walter Zini con l’ex ciclista italo-slovena da sempre al suo fianco (sono anche compagni di vita), fin da quando ancora correva. Sfruttando proprio l’esperienza della Corneo da corridore e da direttore sportivo, cerchiamo di fare un confronto sul ciclismo femminile. Oltre a chiederle un riassunto sulla loro ultima annata, impreziosita dal bellissimo oro europeo under 23 su strada di Silvia Zanardi (e dagli altri suoi tre in pista nella rassegna continentale).

Silvia Zanardi è stata l’atleta più rappresentativa della BePink nel 2021. Rimarrà anche il prossimo anno
Silvia Zanardi è stata l’atleta più rappresentativa della BePink nel 2021. Rimarrà anche il prossimo anno
Sigrid iniziamo dalla differenza che c’è nel ciclismo femminile tra quando correvi tu ed oggi?

Ci sono pro e contro. Oggi c’è più professionalità, le ragazze sono molto più preparate, sanno già tante cose. E hanno attorno tante figure come il nutrizionista, preparatore personale, mental coach. E’ senz’altro un bene che può diventare un male, perché possono creare molta confusione. Senza contare poi che le ragazze ora tendono ad ascoltare poco la squadra. Hanno genitori, parenti, fidanzati, procuratori che le dicono cosa fare. Non è un aspetto positivo, ma non è l’unica cosa che non va…

Cos’altro c’è?

Le cicliste di oggi vogliono tanto e subito, con poco. Non sono propense alla fatica. Non vale per tutte chiaramente, ma per tantissime la mentalità è questa. Poche si chiedono: «Ho fatto davvero tutto per andare più forte?». Quando correvo io, eravamo tutte pronte alla fatica, invece adesso tante arrivano con la cultura errata del risultato pensando di essere tutte campionesse. Ad esempio, quando mi è capitato di spiegare ad alcune come si allenano Van Vleuten, Van der Breggen o altre, mi hanno risposto che non sono matte per farlo anche loro. Certo, le mie sono giovani e non bisogna sovraccaricarle ed alcune sono state ben dotate da madre natura, ma anche chi ha talento deve metterci tanto impegno e sacrificio. Questi sono due fondamenti che non sono cambiati nel ciclismo per andare forte o fare bene il mestiere.

Silvia Valsecchi ha chiuso la carriera proprio quest’anno, vincendo una corsa
Silvia Valsecchi ha chiuso la carriera proprio quest’anno, vincendo una corsa
Sigrid prima di parlare del vostro 2021 ci giochiamo subito il carico pesante e non ci pensiamo più. La Zanardi l’anno prossimo che fa? Eravamo rimasti a qualche contatto con team WorldTour…

Dobbiamo ancora renderlo ufficiale, ma Silvia nel 2022 sarà ancora con noi. E’ vero, abbiamo avuto diversi contatti con diverse formazioni WorldTour, di cui una italiana (senza dirlo è chiaro il riferimento alla Alè Btc Ljubljana, ormai acquisita dal UAE Team Emirates, ndr), ma la ragazza ha capito che ha ancora bisogno di imparare e crescere. E’ ancora giovane, ha ventuno anni e stare con noi può farle bene. Perché, lei lo sa, è ancora molto incostante. Poi a fine dell’anno prossimo vedremo come saranno andate le cose.

Quindi potrebbe partire a fine 2022? 

Quest’anno sarà più osservata del solito dagli altri team. Certo, per noi è sempre un orgoglio far crescere delle atlete e poi vederle nel WorldTour. Attenzione però, l’importante è che passino al momento giusto e che di là si facciano valere. Perché poi sembra che siamo noi squadre più piccole a mandarle fra le grandi senza aver insegnato nulla. 

Indubbiamente la Zanardi quest’anno vi ha regalato grandi gioie ed emozioni. Per il resto che stagione è stata per voi?

Siamo contenti e lo sono anche gli sponsor per i nostri risultati. All’inizio siamo partiti maluccio, perché non riuscivamo a concretizzare il gran lavoro fatto. A parte l’europeo di Trento con Silvia, abbiamo totalizzato sei vittorie, anche se sono tutte in gare open. Una di Crestanello, una di Zanardi e quattro di Vitillo, bravissima proprio pochi giorni fa ad aver conquistato le due tappe e la generale del Giro di Campania (23-24 ottobre, ndr). Poi la Valsecchi ha vinto il criterium post campionato Italiano in Puglia.

Cosa significa avere in squadra la campionessa d’Europa U23?

Fa tanto, anche se poi è una maglia che non indosserà. Ed è molto soddisfatto e contento di noi anche Cristiano De Rosa, che ci fornisce le bici e che proprio in questi giorni ne sta ultimando una con colorazioni ad hoc per la Zanardi impegnata nella Champions League della pista (in programma tra l’1 novembre e l’11 dicembre tra Spagna, Francia, Lituania, Regno Unito e Israele, ndr).

Nel 2022 non ci sarà più Silvia Valsecchi che si è ritirata. Qualcuno prenderà il suo posto di veterana? Che squadra avrete e sarete?

Vi posso anticipare che abbiamo preso Valentina Basilico, junior che arriva dal Racconigi Cycling Team. Il resto delle conferme e dei nuovi arrivi lo annunceremo a breve.

Ai mondiali del 1994, la prima da sinistra è proprio Sigrid, poi Cappellotto, Zocca, Rizzi e Bonanomi
Ai mondiali del 1994, la prima da sinistra è proprio Sigrid, poi Cappellotto, Zocca, Rizzi e Bonanomi
Da chi ti aspetti un salto di qualità l’anno prossimo?

Una che potrà fare tanto bene è Matilde Vitillo. Fa quello che le si dice e per tornare al discorso che facevamo prima, non ha paura di far fatica e di patire un grande mal di gambe. Lei può fare un ulteriore step. Mi aspetto qualcosa di più anche da Nadia Quagliotto che è una bravissima ragazza. Ha le carte in regola per fare la regista e tante altre potenzialità per andare forte. Sono già sei anni che è elite e la sprono sempre ad osare di più altrimenti il tempo passa.

Per chiudere, hai corso nelle elite da inizio anni ’90 fino al 2010, vincendo diverse gare. Hai disputato mondiali in maglia azzurra e u’ Olimpiade a Pechino con quella slovena. Sigrid Corneo come si troverebbe in gruppo oggi?

Non mi piace fare paragoni, specialmente quando parlo con le mie atlete, però a volte penso di essere nata nell’epoca sbagliata. Se avessi corso in questi ultimi anni probabilmente mi sarei tolta le stesse soddisfazioni, ma mi sarei sentita più adatta. Caratterialmente mi sento più grintosa di tante atlete che hanno la mia stessa età di allora.

Silvia Zanardi lancia la volata lunga verso Parigi

20.09.2021
4 min
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Nelle rispettive giovani storie, Silvia Zanardi entrò nelle pagine di bici.PRO lo scorso 12 ottobre, pochi giorni prima dell’effettiva messa online del sito, per la vittoria agli europei under 23 della corsa a punti a Fiorenzuola. Rimanemmo colpiti quando ci raccontò che alla fine del lockdown, per celebrare quell’insolito ritorno alla vita, prese la bici e partì dalla casa del ragazzo in cui aveva trascorso la clausura e se ne tornò verso Piacenza pedalando. C’era da approfondire e così, durante il ritiro della nazionale sull’Etna a gennaio, raccontammo un’altra interessante fetta della sua storia. A distanza di otto mesi, Silvia è diventata campionessa europea delle under 23 e quel suo urlo sul traguardo di Trento ha mostrato una grinta spesso nascosta dietro il suo sorriso.

«Ho urlato – ride – perché non ero affatto sicura di riuscire a vincere. Blanka Vas mi aveva già battuto, per cui ho lasciato che fosse lei a lanciare la volata dal davanti. Io mi sono messa dietro, sapendo che ho una bella rimonta. E quando effettivamente ci sono riuscita e lei si è piantata, allora ho urlato davvero forte».

L’inizio di stagione non era stato dei migliori, ma assieme al suo allenatore Walter Zini, Silvia è ripartita alla grande
L’inizio di stagione non era stato dei migliori, ma assieme al suo allenatore Walter Zini, Silvia è ripartita alla grande

Fino a ieri, l’atleta della Bepink era a Barcellona per delle gare su pista. E se pure il 26 correrà su strada in Italia, nel suo mirino ora ci sono gli europei elite su pista, cui è certa di partecipare.

Ti aspettavi una stagione così buona?

La verità? No. Non era cominciata benissimo, avevo qualche chiletto di troppo. Poi con il mio preparatore abbiamo fissato degli obiettivi, che erano vincere qualcosa agli europei in pista, a quelli su strada e vincere finalmente una classica su strada. Prima degli europei in pista ho cominciato ad avvertire buone sensazioni. E alla fine gli obiettivi li ho centrati tutti.

Hai detto che l’europeo di Trento vale più di quello su pista.

Perché non avevo mai vinto una grande classica su strada ed era importante dimostrare di poterlo fare. Per me la strada vale più della pista, ma non ho mai avuto un riferimento, qualcuno da seguire. Ero vicina alla Bronzini, che mi ha sempre dato una mano. Seguivo i suoi allenamenti e una volta mi portò dal suo preparatore. Per il resto mi piace Sagan, ma perché è veloce come me.

Foto di gruppo al belvedere di Taormina durante il ritiro azzurro di gennaio. Silvia Zanardi è la prima in basso a sinistra
Foto al belvedere di Taormina durante il ritiro di gennaio. Silvia Zanardi è la prima in basso a sinistra
Qual è il bello di uscire in bici?

Il fatto di poter stare da sola e pensare. Mi aiuta a sfogare il mio stress, che è tanto e pesante. Non si può essere sempre al top, mantenere sempre le aspettative. Io poi mi faccio condizionare molto…

Da cosa?

Dal giudizio della gente. Ci resto male se arriva una critica. Sul momento sembra che non ci faccia caso, invece mi metto a rimuginarci sopra. Per fortuna non sono una grande fan dei social. Leggo e rispondo a chi mi scrive, ma meglio se c’è da commentare una vittoria.

Quanto cambia la tua dimensione dopo la vittoria negli europei?

Direi di nulla, salvo per il fatto che ho più consapevolezza di me stessa. Ora so di essere all’altezza di certi appuntamenti.

Hai mai riguardato il finale degli europei di Trento?

Mi capita spesso e ogni volta mi viene la pelle d’oca. Sul traguardo c’era tutta la mia famiglia, ci tenevo a dimostrare.

Zanardi Pordenone 2021
La vittoria di Silvia Zanardi al Giro Provincia di Pordenone, che l’ha finalmente sbloccata (foto Ossola)
Zanardi Pordenone 2021
La vittoria di Silvia Zanardi al Giro Provincia di Pordenone, che l’ha finalmente sbloccata (foto Ossola)
Ti è dispiaciuto non andare a Tokyo?

Certo, ma ero consapevole che ci fossero delle altre ragazze forti. Adesso voglio andare a Parigi, per cui parteciperò agli europei su pista di Grenchen e poi spero di conquistarmi una convocazione per i mondiali di Roubaix.

Di recente abbiamo dedicato spazio al mondo juniores maschile, ma veniamo tirati da più parti per ficcare il naso nel femminile…

C’è un po’ la tendenza a esagerare. In nazionale pretendono tanto perché abbiamo un potenziale importante, ma non si deve strafare. Lo dico sempre alle ragazze della mia squadra, bisogna crescere senza saltare gli step.

E tu con quella maglia addosso, sei pronta per il WorldTour?

Ancora non so niente, ma certo che mi piacerebbe. Qualcuno mi ha cercato, ma la stagione è ancora lunga.

Zanardi Europei pista 2021

Gli Europei d’oro della Zanardi, dall’Olanda verso il mondo

21.08.2021
5 min
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Quando corre su pista, Silvia Zanardi è una ragazza che pedala ad alte percentuali. Ad Apeldoorn, in Olanda, in questi giorni durante gli Europei U23 su pista la ventunenne ha fatto filotto di medaglie d’oro nelle tre specialità a cui ha partecipato tra il 17 ed il 20 agosto: inseguimento individuale, a squadre e corsa a punti.

E nelle altre competizioni internazionali ha sempre ottenuto grandi risultati: nel 2018 ad Aigle due ori nell’inseguimento a squadre e corsa a punti prima ai Mondiali junior, poi un oro (ed un ottavo posto) nelle stesse discipline agli Europei junior, nel 2020 nella sua Fiorenzuola d’Arda oro nella corsa a punti (e quarto posto nell’inseguimento individuale) agli Europei U23 ed infine a Plovdiv, in Bulgaria, argento nella medesima specialità agli Europei elite. Una garanzia.

Intercettiamo al telefono la piacentina in forza alla BePink la sera della sua ultima medaglia mentre fuori dal velodromo Omnisport sta per prendere il pullmino per tornare in hotel. Si merita una buona cena ed una bella dormita, nel mezzo invece ci sarà spazio per i festeggiamenti.

Zanardi Apeldoorn 2021
Tre vittorie agli Europei U23 per Silvia Zanardi: possibile poker in vista con la madison?
Zanardi Apeldoorn 2021
Tre vittorie agli Europei U23 per Silvia Zanardi: possibile poker in vista con la madison?
Silvia congratulazioni per questo 3 su 3 incredibile. Un flash sul tuo stato d’animo.

Sono davvero contentissima. Ci tenevo tanto a fare bene in ogni specialità, forse non mi aspettavo tre ori però ero fiduciosa perché sapevo che avevo preparato molto bene questi Europei insieme al mio allenatore (e team manager della BePink, ndr) Walter Zini.

Partiamo dal primo oro, quello dell’inseguimento individuale dove hai battuto l’irlandese Lara Gillespie. In pratica una novità per te. Come l’hai preparata?

Sì giusto. Mi avevano quasi obbligata a farla l’anno scorso, dove avevo chiuso quarta. Mi era rimasto un po’ sul gozzo quel piazzamento e volevo riscattarmi, almeno ottenere una medaglia. Ho avuto buone sensazioni nelle qualificazioni e durante la finale sono rimasta sempre in tabella. Per la verità non ci avevo lavorato molto perché lo abbiamo saputo circa due settimane fa però con Walter ci siamo allenati bene.

L’inseguimento a squadre lo avevi già vinto in passato. In questo caso avete battuto le temibili britanniche.

Esatto, bella prova. Siamo state forti e ringrazio le mie compagne (Chiara Consonni, Martina Fidanza ed Eleonora Camilla Gasparrini, ndr). Il merito lo divido molto volentieri con loro.

Zanardi quartetto 2021
Silvia in mezzo alle ragazze junior della velocità in gara ad Apeldoorn: Alessia Paccalini, la Zanardi, Sara Fiorin e Gaia Bolognesi
Zanardi quartetto 2021
Silvia in mezzo alle ragazze junior della velocità in gara ad Apeldoorn: Alessia Paccalini, la Zanardi, Sara Fiorin e Gaia Bolognesi
Nella corsa a punti quest’anno come l’anno scorso hai battuto la belga Bossuyt, che era già arrivata terza ai Mondiali junior nel 2018. Questa è la tua gara per eccellenza in cui c’è sempre un tuo marchio di fabbrica.

È vero, in effetti guadagnare il giro è una mia specialità. In questa corsa volevo riconfermare la vittoria dell’anno scorso ma non è mai facile, perché è sempre aperta. Avevo studiato la tattica col cittì (Dino Salvoldi, ndr), ovvero provare ad attaccare per guadagnare il giro e sfruttare il mio spunto veloce negli altri sprint. Ci sono riuscita, la mia avversaria principale no e a quel punto ho gestito il resto della gara, controllando anche le altre rivali.

E con la gestione della pressione invece come va? Ci ricordavamo che solitamente sapevi convivere piuttosto bene con la tensione pre-gara.

Eh insomma, vi dirò che nella corsa a punti avvertivo un po’ di ansia ma ci ha pensato la mia compagna Martina Fidanza a sdrammatizzare, a farmi rilassare e non farmici pensare. Mi è servito molto. Nelle altre due prove, nei giorni precedenti, invece ero più tranquilla.

Questi tre ori a chi li dedichi?

Senz’altro a Walter Zini e poi a tutta la Nazionale che mi ha dato la possibilità di partecipare.

Zanardi Pordenone 2021
La vittoria della Zanardi al Giro Provincia di Pordenone, che l’ha finalmente sbloccata (foto Ossola)
Zanardi Pordenone 2021
La vittoria della Zanardi al Giro Provincia di Pordenone, che l’ha finalmente sbloccata (foto Ossola)
In questa stagione sei andata un po’ a corrente alternata poi l’8 agosto a San Vito del Tagliamento hai vinto su strada piuttosto bene una gara open, il Giro della Provincia di Pordenone. Quel successo ti ha sbloccata?

Assolutamente sì, ci voleva, mi ha dato morale. In realtà tutte le mie annate sono così come questa. Ad inizio stagione sono un po’ indietro, faccio un po’ fatica a trovare la giusta condizione anche perché ho sempre qualche chiletto di troppo che faccio fatica a perdere. Poi arriva il caldo, trovo il giusto ritmo, entro in condizione e inizio a fare qualche risultato in più. Ma questa vittoria mi serviva tanto.

E Zini che dice? Non si lamenta se tutte le stagioni vanno così?

Sì (ride, ndr), me lo dice sempre che dobbiamo svegliarci un po’ prima. Si arrabbia ed ha ragione, cerco di accontentarlo nel limare il peso. Diciamo che con questi tre ori magari si scioglie un po’ e mi faccio perdonare.

Ti è dispiaciuto non essere entrata nel gruppo per Tokyo? Le Olimpiadi di Parigi non sono lontane, sono un obiettivo.

All’inizio dell’anno ero stata in ritiro con la Nazionale in Sicilia ma avevo saputo da subito che sarei stata riserva in patria. A quel punto mi sono concentrata solo sulla strada ma in Giappone ci sono andate quelle che andavano più forte e che se lo meritavano di più. Giusto così. Ovviamente punto ad andare alle Olimpiadi del 2024.

Consonni Apeldoorn 2021
Dopo 4 giornate il bottino europeo azzurro porta 6 ori, 3 argenti e 4 bronzi. Qui la Consonni prima nello scratch U23
Consonni Apeldoorn 2021
Dopo 4 giornate il bottino europeo azzurro porta 6 ori, 3 argenti e 4 bronzi. Qui la Consonni prima nello scratch U23
Ed invece ragionando nel breve termine ci sono gli Europei U23 su strada a Trento dove c’è un percorso molto adatto alle tue caratteristiche. Sei tra le papabili? Con che ruolo ti ci vedi? Anche da capitana?

Non so se il cittì mi chiamerà ma naturalmente ci spero. Se sarò convocata sarò a disposizione della squadra e delle compagne e per tutto quello che mi verrà chiesto. Se si farà la corsa per me? Sarebbe un onore e mi farebbe piacere, non avrei problemi. Di sicuro mi farò trovare pronta per l’eventuale chiamata.

Chiudendo, è tempo di ciclomercato. Guazzini, tua coetanea, lascerà la Valcar e anche Balsamo dovrebbe andare in un team WorldTour. Insomma, tante giovani azzurre sono richieste dall’estero. Silvia Zanardi dopo questi tre ori che farà nel 2022?

Ehm scusa, devo andare a cena che mi aspettano (ride, ndr). So che qualche team si è interessato a me e ovviamente mi fa piacere ma io nella mia squadra ci sto davvero molto bene. Quindi ci penserò solo quando e se sarà il momento. Ora scappo a mangiare.

Crestanello 2021

Da Vicenza arriva Lara Crestanello, sprinter del futuro

21.08.2021
4 min
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Piccoli talenti crescono. Dietro le grandi del ciclismo femminile iniziano a farsi vedere forze nuove e Lara Crestanello è una di queste. Diciannove anni, nata a Meda di Velo d’Astico, nel Vicentino, Lara si è messa in evidenza domenica in Francia, nella seconda prova del weekend, la Picto Charentaise vinta in volata dalla polacca Marta Lach su un’altra Marta ben più nota, la Bastianelli che aveva trionfato il giorno prima alla Perigord Ladies. Nello sprint Lara ha chiuso settima e ai più attenti non è sfuggita la sua presenza in un ordine d’arrivo ricco di campionesse e vecchie volpone.

La particolarità di Lara, a detta di chi la conosce, è che unisce in sé due anime profondamente diverse: quella della ragazza di 19 anni molto social, estremamente comunicativa, si abbina perfettamente a una concentrazione massima sul mestiere, che non ti aspetteresti in una ragazza della sua età, ancora alle prime armi.

Crestanello ciclocross 2016
Anche la Crestanello ha radici in più discipline: qui (a sinistra) è terza ai Tricolori esordienti di ciclocross 2016
Crestanello ciclocross 2016
Anche la Crestanello ha radici in più discipline: qui (a sinistra) è terza ai Tricolori esordienti di ciclocross 2016

«La bicicletta è la mia passione – tende quasi a giustificarsi – ma la vivo molto seriamente. So che se vuoi emergere devi dedicarle tempo, non pensare se ti alleni per mestiere o nel tempo libero, ti alleni e basta. Se per ottenere qualche risultato bisogna rinunciare a qualche uscita serale (qualche, non tutte…) si fa».

Che cosa hanno detto al tuo team (la Bepink di Walter Zini) del tuo risultato?

Sono rimasti molto contenti anche se è solo un piazzamento, ma sapevamo che in quelle gare ci sarebbero state grandi atlete e essere riuscite prima a piazzare Nadia Quagliotto sul podio al sabato e poi io nella Top 10 alla domenica è un grande bottino. Io sapevo che quel percorso mi si poteva adattare perché era molto piatto, con un circuito finale da coprire 5 volte: in gara ho detto che sentivo le gambe buone e quindi la volata l’avremo fatta io e la neozelandese Drummond. Nello sprint c’è stata una caduta dall’altra parte della strada, io ero lanciata e sono riuscita a evitare l’incidente, trovando un bel risultato che rimette un po’ le cose a posto.

Crestanello Bepink 2021
Con i suoi 19 anni la Crestanello è stata la più giovane classificata nella Top 10 della gara francese (foto Ossola)
Crestanello Bepink 2021
Con i suoi 19 anni la Crestanello è stata la più giovane classificata nella Top 10 della gara francese (foto Ossola)
Perché?

Non è stato un anno facile. Innanzitutto a inizio stagione ho preso il Covid e ho visto vanificare tutto il lavoro fatto in precedenza. Poi in primavera ho dovuto preparare la maturità (è diplomata al liceo scientifico con indirizzo sportivo, ndr) quindi solo ora comincio ad andare come voglio. Diciamo che per me è un punto di partenza.

Tu hai solo 19 anni ma ti trovi a correre con atlete Elite, molto più grandi e smaliziate. E’ vero che c’è molto da imparare, ma non sarebbe meglio alla tua età trovare una categoria di mezzo?

Sicuramente, il passaggio di categoria si sente tantissimo, troppo secondo me. I primi anni si soffre, devi avere grande carattere e determinazione per tirare avanti e avere pazienza, molte ragazze tendono a smettere. Poter gareggiare solo con le Under 23 sarebbe un grande aiuto per poter crescere più gradatamente.

Crestanello basilico 2020
Insieme alla Basilico ha conquistato il bronzo agli Eurojuniores 2020, oltre ad altre 2 medaglie
Crestanello basilico 2020
Insieme alla Basilico ha conquistato il bronzo agli Eurojuniores 2020, oltre ad altre 2 medaglie
Tu sei una velocista pura, come non ce ne sono molte nel panorama nazionale e hai già un buon passato su pista con tre medaglie europee junior. Continuerai a frequentare i velodromi?

La mia intenzione è quella, ma quest’anno non è stato possibile per tante ragioni. Avendo un solo velodromo a disposizione ed essendo nell’anno olimpico era quasi sempre occupato e non c’erano molte occasioni per potersi allenare. Comunque a Fiorenzuola per la 6 Giorni c’ero e conto di non trascurarla negli anni a venire, ho visto quanto possa essere utile.

C’è fra i tuoi sogni qualche gara speciale che vorresti vincere?

Devo ancora crescere tanto e non voglio apparire montata. Certo gare come il Fiandre o la Roubaix sono qualcosa di eccezionale, quel che resta però è quando vinci un titolo, perché non te lo toglie nessuno…

C’è un’atleta alla quale ti ispiri?

Per il mio modo di correre il modello è Marianne Vos, velocissima ma capace di vincere dappertutto. Anche se il mio mito è un ciclista che aveva caratteristiche completamente diverse da me ma mi faceva impazzire per il suo modo di correre. Chi è? Marco Pantani….

Silvia Zanardi

Neon Road, occhi ben protetti e visibilità ottima

01.04.2021
3 min
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Neon è un marchio nato nel 2013 ad Arona sulle sponde del Lago Maggiore, che produce caschi e maschere da sci, caschi da bici e occhiali da ciclismo. Proprio su quest’ultimi poniamo la nostra attenzione, in particolare sul modello Road, che da quest’anno utilizza anche la BePink. Per capire meglio come è fatto abbiamo parlato con Silvia Zanardi, nella foto di apertura (Credit Flaviano Ossola), l’atleta piacentina in forze alla formazione di Walter Zini.

Sempre in posizione

Da quest’anno le ragazze della BePink possono contare sul supporto degli occhiali Neon Road, che per l’occasione sono stati realizzati con una montatura blu e una lente magenta che si intonano alla perfezione con la divisa della squadra.

I Neon Road sono realizzati utilizzando materiali di alta qualità come il TR-90 per il telaio, che lo rende leggero e allo stesso tempo flessibile, adattandosi alla perfezione alla forma del viso. Il nasello in megol conferisce un ottimo grip sul naso anche in caso di alta sudorazione.
«Devo dire che mi trovo molto bene, hanno una vestibilità ottima – ci conferma Silvia Zanardi – una cosa che apprezzo molto è che non scendono, anche se non hanno l’inserto in gomma all’interno delle aste, rimangono in posizione ben saldi al viso».

Silvia Zanardi Neon
Silvia Zanardi in azione con gli occhiali Neon Road (Credit Flaviano Ossola)
Silvia Zanardi Neon
Silvia Zanardi con i Road con i colori personalizzati per la BePink (Credit Flaviano Ossola)

Lente grande

Oltre alla vestibilità un punto importante degli occhiali è la qualità visiva. Nel caso dei Neon Road hanno una lente realizzata in Policarbonato Base 5,5 cilindrica che è resistente agli urti e ai graffi. Inoltre, fornisce protezione dai raggi UV400.

«Mi trovo bene anche come visibilità, infatti la lente protegge bene anche nelle giornate piene di sole senza avere riflessi fastidiosi. Inoltre, la lente è grande e non mi da fastidio la montatura nella parte alta, che a volte quando si è a testa bassa toglie un po’ di visibilità».

Occhiali Neon Road
Lente ampia con i fori dell’aria nella parte superiore
Occhiali Neon Road
I Neon Road hanno una lente ampia dotata di fori ampi nella parte alta

Non si appannano

Il fattore meteorologico è determinante per la visibilità.
«Con i Neon Road si possono cambiare le lenti – ci spiega la Zanardi – infatti ne ho una seconda chiara che uso in caso di brutto tempo».

Con il brutto tempo o le temperature basse, infatti, può succedere che gli occhiali si appannino. Per prevenire questo inconveniente i tecnici di Neon hanno ideato un sistema di aerazione innovativo formato da piccoli fori nella parte alta della lente funzionando come anti-fog.

«Ho notato che anche con le temperature un po’ basse non si appannano. Questa è una qualità che per me è molto importante. Quando invece fa caldo e si suda molto, capita che qualche gocciolina cade sulla lente, ma questi occhiali rimangono sempre puliti. Come se le goccioline non si vedessero».

Occhiali Neon Road
Il telaio è in TR-90 un materiale leggero e flessibile
Occhiali Neon Road
Il telaio è in materiale TR-90 molto leggero e anche flessibile

Protezione dal vento

Infine, c’è un aspetto che fa la differenza alle alte velocità soprattutto in discesa.
«Stando molto attaccati al volto non mi entra l’aria negli occhi quando sono in discesa – e poi sottolinea – per me è molto importante perché porto le lenti a contatto e sono più sensibile. Sono molto contenta della protezione che mi danno i Road».

Re Artù, alla BePink materiali di valore assoluto

25.03.2021
5 min
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Re Artù è un’azienda italiana che ha voglia di crescere. Fra un tessuto e l’altro, il marchio si sta facendo spazio, nel mondo del ciclismo, grazie ai suoi materiali innovativi e sempre più riconoscibili. Vista la foto di apertura? Sono le ragazze della BePink che di Re Artù sono vestite.

«Mi trovo molto bene – ci ha detto Silvia Valsecchi, al nono anno nel team di Walter Zini – sono capi che rispettano in pieno le aspettative di un’atleta. Ora c’è sempre più innovazione e non bisogna rimanere indietro. E fra le novità c’è l’elasticità del capo, utile non solo per la comodità, ma in generale ti fa respirare meglio. Il completo da gara, infatti, deve assicurare innanzitutto la traspirazione. Se ci si sente soffocati non è il massimo. Si suda molto in bici e non bisogna esagerare nel coprirsi».

Silvia Valsecchi, nostro interlocutore, sulle strade del Nord
Silvia Valsecchi, nostro interlocutore, sulle strade del Nord

Leggere e performanti

La collezione estiva propone materiali esclusivi composti da tessuti di alta qualità: la maglia All Starz ne è un esempio. E’ realizzata con un filato in bioceramica sul davanti e sul dietro, mentre i fianchi sono realizzati in rete traforata per garantire una maggiore traspirabilità. Le maniche sono in tessuto indemagliabile tagliato a vivo, per ottenere una maggiore aderenza sulla pelle. Sulla vita è presente il classico materiale accoppiato in fibra di carbonio per garantire la posizione giusta della maglia. I calzoncini invece hanno una struttura a compressione muscolare, che fascia perfettamente la gamba e controlla l’umidità senza compromettere la libertà di movimento.

Contro il freddo

Uno dei punti di forza della collezione è sicuramente il giubbotto Droptex Onde. Composto con il tessuto omonimo, è in grado di mantenere stabile la temperatura corporea anche con le condizioni meteorologiche più fredde. Infatti grazie all’imbottitura interna è in grado di resistere a pioggia e vento. Non è di meno la calzamaglia Superroubaix: composta con tessuto idrorepellente che riesce a contrastare la penetrazione dell’acqua.

Al Trofeo Binda, oltre a Valsecchi ecco Camilla Alessio
Al Trofeo Binda, oltre a Valsecchi ecco Camilla Alessio

Contro la pioggia

Non potevano mancare tra i materiali invernali i capi d’abbigliamento pensati per contrastare la pioggia: La Gaba Y rappresenta al meglio la filosofia del marchio Re Artù che grazie alla sua aerodinamica riesce a garantire una prestazione ottimale. Il suo tessuto leggero e antivento infatti resiste perfettamente all’acqua rimanendo aderente alla pelle.

Droptex Onde nero: resistente alla pioggia e al vento
Droptex Onde nero: resistente alla pioggia e al vento

Nuovi materiali

Silvia Valsecchi, proprio in virtù della lunga militanza nel club in rosa, può spiegarci anche le evoluzioni dei materiali.

«C’è stata un’evoluzione di alcuni capi – dice – il completino estivo ha le maniche allungate. Più in generale i materiali sono cambiati, soprattutto per corse dove si affronta il maltempo. Ora si utilizzano dei prodotti idrorepellenti quando piove, per garantire, quanto possibile, una certa impermeabilità. L’abbigliamento estivo a sua volta deve garantire una leggerezza che possa contrastare le eccessive temperature. Non è sempre facile, ad esempio con le maglie ReArtù mi trovo molto bene sotto questo punto di vista».

Gli accessori

Per i corridori è molto importante avere la borsa del freddo a disposizione, da cosa è composta quella di Valsecchi?

«E’ molto importante che sia ben dotata e noi sotto questo punto di vista siamo ben rifornite. Re Artù infatti ci fornisce manicotti, gambali, copri scarpini, guanti, l’immancabile mantellina e un paio di scarpe di riserva. Quando piove in partenza, preferisco indossare il giacchetto antipioggia anziché la mantellina, perché mi riscalda di più ed è più impermeabile. Non utilizzo i gambali dato che si inzuppano di pioggia e mi raffreddano le gambe».