Lo sponsor sparisce, Pineau affonda: un film già visto

07.12.2022
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Emanuele Galbusera fu profeta involontario. «La battaglia storica – disse nell’intervista di metà ottobre – è sempre stata quella di patrimonializzare e responsabilizzare le società sportive, perché abbiano più certezze e non dipendano solo dagli sponsor».

L’obiettivo non è stato raggiunto, quantomeno non da tutti. Così nel giro di pochi mesi, il ciclismo professionistico ha visto svanire due squadre che, in rapporto alla loro grandezza, ne hanno fatto la storia recente. La Drone Hopper di Savio e Bellini e da ultimo la B&B Hotels di Jerome Pineau, che la scorsa settimana all’improvviso ha parlato con i suoi corridori per dirgli che erano liberi di trovarsi un’altra squadra per la prossima stagione.

Promesse mancate

Da una parte lo sponsor dei droni: una startup che ha fatto il passo più lungo della gamba e che, a quanto si è capito, potrebbe aver pagato (almeno finché lo ha fatto) con i fondi europei ricevuti per lo sviluppo aziendale. Di mezzo ci sono andati Savio e anche RCS Sport, che a quanto si dice a Drone Hopper avrebbe voluto fare ricorso per progetti legati al Giro.

Sulla sponda francese invece a venir meno sarebbe stato un grosso sponsor da 15 milioni l’anno. I più informati hanno parlato del Gruppo LVMH per gli uomini e di Sephora per le donne, che aveva ingolosito l’ex professionista francese. Pineau aveva messo in tavola un progetto importante, che prevedeva anche la nascita di un team femminile e l’ingaggio di Mark Cavendish come faro, con Maximilian Richeze al suo fianco. Invece alla fine non se ne farà nulla.

Rolland è arrivato nella squadra di Pineau dal 2019 e avrebbe avuto il contratto fino al 2023
Rolland è arrivato nella squadra di Pineau dal 2019 e avrebbe avuto il contratto fino al 2023

La vecchia strada

La stampa francese sta approfondendo, in attesa che Pineau si decida a raccontare la sua versione: cosa che non farà prima di aver presentato all’UCI il dossier completo. Non certo quello che si aspettava di produrre.

Ad attrarre Pineau sarebbero stati stati i suoi rapporti con Didier Quillot, ex direttore generale esecutivo della Professional Football League e responsabile del contratto per i diritti televisivi del gruppo Mediapro. E’ indubbio che con una simile introduzione, si siano aperte tante porte, che però non hanno prodotti gli esiti sperati. L’errore di Pineau, preso da tanta enfasi, è stato anche quello di lasciare la strada vecchia per la nuova. Ha infatti tagliato i ponti con la Regione Bretagna, che aveva sostenuto finanziariamente la sua avventura ciclistica sin dagli esordi, e si è trovato con l’acqua alla gola.

L’ultima vittoria 2022 del team è arrivata alla CRO Race per mano di Laurance, sul nostro Milan
L’ultima vittoria 2022 del team è arrivata alla CRO Race per mano di Laurance, sul nostro Milan

Cosa fa B&B?

Nonostante le difficoltà siano improvvisamente divenute evidenti, i corridori hanno continuato a restare vicino al loro team manager. Pierre Rolland e lo stesso Mozzato, nonostante avessero parecchie richieste, hanno continuato ad avere fiducia, fino a quando è stato evidente che avrebbero fatto meglio a trovarsi una sistemazione

I corridori sotto contratto erano circa una ventina, cui va aggiunto tutto il personale, nel momento della stagione in cui i budget sono ormai tutti assegnati. Pineau starebbe ora cercando di creare una continental, come fatto da Savio, per tornare fra i grandi dal 2024. Ma a questo punto il rischio è che proprio lo sponsor B&B Hotels, che tanto era parso interessato al team femminile, possa decidere di non proseguire, dato che di certo come continental le porte del Tour saranno chiuse.

Per Mozzato potrebbero aprirsi le porte di una WorldTour: si parla dell’interessamento di Trek e Arkea (foto Instagram)
Per Mozzato potrebbero aprirsi le porte di una WorldTour: si parla dell’interessamento di Trek e Arkea (foto Instagram)

Il destino di Mozzato

Quelli che sono riusciti ad accasarsi sono davvero pochi. Koretzky ha firmato con la Bora-Hansgrohe. Bonnamour, rivelazione del Tour 2021 che curiosamente non ha un procuratore, sarebbe vicino alla firma. Laurance, secondo a Plouay, potrebbe approdare alla Soudal-Quick Step, mentre Rolland sarebbe vicino al mentore di sempre, Bernaudeau e al suo sponsor Total Energies. 

Nel mazzo c’è anche Luca Mozzato, che si sta allenando mentre il suo manager è al lavoro per risolvere la situazione. Le voci di mercato, per ora ancora confuse, hanno parlato di interessamenti da parte della Trek-Segafredo e della Arkea-Samsic, che con l’arrivo delle bici Bianchi potrebbe gradire la presenza del terzo miglior italiano del 2022. Ma anche per Mozzato, il finale della storia è ancora tutto da scrivere.

Mozzato: grinta, determinazione ed il primo europeo in azzurro

21.09.2022
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Nella caduta che ha tagliato fuori dal campionato europeo Giacomo Nizzolo era stato coinvolto anche Luca Mozzato. Il corridore della B&B Hotels-KTM però non si è arreso e alla partenza di Monaco di Baviera lui c’era (nella foto di apertura si vedono ancora i segni della caduta in terra francese). Un po’ acciaccato, ma con tanta motivazione e nessuna voglia di rinunciare ad una convocazione più che meritata. Per Mozzato, l’esperienza di Monaco ha rappresentato il momento più importante vissuto in maglia azzurra

«Ho trovato la forza di partire e di mettermi in gioco – racconta – nonostante la caduta, l’ho fatto perché si trattava dell’europeo. Se fosse stata una corsa normale, ci avrei pensato due volte prima di salire in sella. Quella in Germania è stata la corsa di maggior peso rispetto alle altre fatte prima con la nazionale, questo ha decisamente influito nella decisione di correre». 

Mozzato, il secondo da sinistra, alla partenza del Circuite Franco-Belge l’ultima corsa prima dell’europeo (foto Circuite Franco-Belge)
Mozzato, il secondo da sinistra, alla partenza del Circuite Franco-Belge l’ultima corsa prima dell’europeo (foto Circuite Franco-Belge)

Un avvicinamento difficile

La caduta avvenuta al Circuito Franco-Belga quattro giorni prima della gara di Monaco non è stato uno dei migliori avvicinamenti per Mozzato. Il veneto, forte della fiducia riposta in lui da Bennati e del morale alto post Tour de France, ha comunque voluto dare il suo apporto alla spedizione azzurra

«Il percorso al Circuite Franco–Belge – riprende – era caratterizzato da 3-4 strappi in sequenza. A pochi chilometri dal primo, lo stradone scendeva un po’ e le velocità erano elevate per prendere le posizioni migliori. Io rientravo da una foratura e mi trovavo nella seconda metà del gruppo e c’era molta confusione. Il corridore davanti a me si è spostato all’ultimo schivando una buca, non ho fatto in tempo ad evitarla e ci sono entrato in pieno, senza riuscire a controllare la bici. Era una situazione di corsa, tutti volevano stare davanti, si trattava di un momento molto agitato, è andata male, ma non si può mettere in croce l’altro corridore».

Il veneto ha un buono spunto veloce che gli permette di dire la sua anche nelle volate di gruppo
Il veneto ha un buono spunto veloce che gli permette di dire la sua anche nelle volate di gruppo

Il confronto con Bennati

Prima di rinunciare ad un appuntamento così importante un corridore ci pensa più di due volte. Soprattutto se è il debutto in una corsa prestigiosa come il campionato europeo. 

«Subito dopo la corsa – dice – ho sentito Bennati per prendere una decisione, dopo la caduta non ero messo bene, ma mancavano ancora quattro giorni all’europeo. Lui stesso mi ha detto di partire comunque per Monaco e poi avremmo visto come sarei stato giorno dopo giorno.  Sicuramente avevo delle grandi abrasioni, ma per fortuna non ho preso grandi botte. Nel momento in cui mi è esploso il copertone, mi sono reso conto e mi sono preparato all’impatto con l’asfalto. Le ferite mi davano fastidio per fare cose normali, ma non per andare in bici e questo mi ha aiutato a prendere la decisione di correre. Nei tre giorni successivi abbiamo tenuto monitorata la situazione. All’europeo dovevo andare per dare una mano e non per finalizzare, quindi nonostante non fossi al cento per cento ho voluto correre lo stesso. A grandi linee, il mio ruolo in corsa non è cambiato alla luce della caduta, la corsa è stata bloccata fino al finale. I nostri uomini chiave sono usciti verso il finale». 

Una delle sue principali caratteristiche è la capacità di guidare bene la bici sul pavé del Nord
Una delle sue principali caratteristiche è la capacità di guidare bene la bici sul pavé del Nord

Tanta determinazione

Nelle parole di Mozzato, cogliamo tanta determinazione, ma allo stesso tempo anche molto realismo. Luca è un corridore che ha imparato a gestire e raccogliere le occasioni che passano. Quando si corre in una squadra più piccola delle altre bisogna saper fare di necessità virtù. 

«Sicuramente la mia determinazione conta tanto – ci spiega – correre con la B&B Hotels mi dà la possibilità di mettermi in mostra e di giocare le mie carte. Allo stesso modo, però, è normale che né io né i miei compagni possiamo contare su un appoggio come quello delle squadre WorldTour. Dal mio punto di vista questa cosa conta relativamente, alla fine che tu sia in una grande squadra o una piccola la cosa importante è arrivare alle corse determinato e preparato. La determinazione è scontato che sia un elemento fondamentale nello sport, al Tour, per esempio, non puoi perdere nemmeno un momento, tutti gli istanti contano. E’ facile essere determinati e pronti quando si sta bene o quando il percorso è favorevole, la vera sfida è esserlo quando affronti le tappe dure e il tuo unico scopo è portare la bici al traguardo entro il tempo massimo. Sono quelli i momenti che contano davvero, dove la testa conta ancora di più».

Mozzato Belgio 2022
Quest’anno Mozzato ha ottenuto ben 19 Top 10 in 71 giorni di corsa
Mozzato Belgio 2022
Quest’anno Mozzato ha ottenuto ben 19 Top 10 in 71 giorni di corsa

Numerosi piazzamenti

Se guardiamo alla stagione di Mozzato, notiamo la grande moltitudine di piazzamenti. Una bella statistica, anche se non è ancora apparso il numero 1. La strada è lunga ma la volontà non manca, non può mancare. 

«Il mio compito – chiude Mozzato – è destreggiarmi e raccogliere le occasioni che mi si presentano. Non sono un velocista puro, e mi manca anche un qualcosa di resistenza nelle tappe più mosse. Per me anche un piazzamento ha un certo valore. Ovvio che se parlassimo di un corridore abituato a vincere tutti quei piazzamenti non avrebbero lo stesso significato. Uno degli obiettivi che ho è specializzarmi, puntando o sull’esplosività oppure sulla resistenza. Sarà uno degli obiettivi del prossimo anno».

Mozzato, la prima convocazione dopo un Tour di spessore

13.08.2022
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Il grande momento si avvicina, quello degli europei di Monaco e Luca Mozzato avrebbe voluto una vigilia più tranquilla da molti punti di vista. La caduta al Circuit Franco-Belge ha lasciato strascichi fisici, ma ancor più malumore con Giacomo Nizzolo, suo avversario in quest’occasione e suo compagno fra qualche ora. I due si sono spiegati, ma sinceramente sarebbe stato meglio un avvicinamento più soft per una gara già di per sé complicata. Anche perché, dopo l’allenamento di ieri con gli azzurri, Nizzolo è stato costretto ad alzare bandiera bianca, lasciando il posto a Viviani.

Tutto ciò però non ha scalfito la soddisfazione di Mozzato per la sua prima maglia azzurra “da grande”, dopo averla vestita più volte nelle categorie inferiori e anche da pro’, in qualche gara del calendario italiano dov’era possibile presentare anche la squadra nazionale (come nella foto di apertura alla Tre Valli Varesine del 2017). Una convocazione figlia di un Tour de France, il suo primo, vissuto da protagonista, con molti piazzamenti.

«E’ stato un bellissimo viaggio – racconta – anche se davvero duro, era la mia prima esperienza e mi sono portato dietro tante soddisfazioni. E mancata solo la ciliegina sulla torta, ossia un podio di tappa».

Mozzato Tour 2022
Un Tour di valore per Mozzato con 4 presenze in top 10, sfiorata anche nella tappa finale di Parigi
Mozzato Tour 2022
Un Tour di valore per Mozzato con 4 presenze in top 10, sfiorata anche nella tappa finale di Parigi
Era il tuo primo grande Giro?

Sì, la grande incognita era conoscere il mio rendimento nell’arco di tre settimane. Non sapevo come avrei reagito, se avrei tenuto la condizioni, se andavo in crescita o in calo. Devo dire che alla fine le sensazioni sono state positive, ancora nell’ultima tappa degli Champs Elysees ero lì a giocarmi un piazzamento. Ero stanco, ma mai scarico.

In un grande Giro non ci sono solo le tappe per velocisti, quelle dove essere protagonista. Come hai vissuto quelle di montagna, dove era d’obbligo sopravvivere?

Sono sempre stato tranquillo, non ho mai rischiato e questo mi ha dato ottime sensazioni. Anche nelle tappe più dure non ero mai nell’ultimo gruppetto e questo è importante perché ti dà sicurezza. Sai che hai dietro gente e che c’è come una rete di salvataggio alle tue spalle. Oltretutto ciò significa che puoi affrontare l’ultima salita senza dover spingere a tutta, salvi la gamba e puoi salire in tranquillità. Devo dire che alcune ascese me le sono anche godute, soprattutto per la gente intorno.

Mozzato Beghelli
Il vicentino ai maglia azzurra al Trofeo Beghelli. Bennati ce l’ha da tempo sul suo taccuino
Mozzato Beghelli
Il vicentino ai maglia azzurra al Trofeo Beghelli. Bennati ce l’ha da tempo sul suo taccuino
Che ricordi hai delle tue precedenti esperienze azzurre?

Devo dire che da quando ero junior ho sempre ricevuto chiamate, anche se poi l’unica volta che ho gareggiato è stato a Doha, ai mondiali del 2016 quando finii ai piedi del podio. E se ci ripenso mi fa ancora male. Ma questa ha un sapore diverso, è la prima da “adulto”.

Si dice spesso che nel ciclismo, Olimpiadi a parte, il secondo e terzo posto in un mondiale o in un europeo non contano. Le tue parole a proposito di Doha dimostrano il contrario…

Magari può essere trascurabile per un grande campione, ma per chi è giovane o per chi si guadagna la pagnotta ogni giorno, quella medaglia ha un bel sapore, lo posso assicurare proprio per il fatto che non ce l’ho. All’inizio, quel quarto posto fu un brutto colpo, ripensandoci a mente fredda non fu tutto da buttare.

Mozzato Doha 2016
La sfortunata volata mondiale 2016, chiusa al 4° posto quando vinse il danese Egholm
Mozzato Doha 2016
La sfortunata volata mondiale 2016, chiusa al 4° posto quando vinse il danese Egholm
Che cosa rappresenta per te vestire quella maglia domenica a Monaco?

E’ innanzitutto un grande onore perché quando indossi quel simbolo sai che rappresenti la tua Nazione. E’ anche una responsabilità, perché devi svolgere un compito e devi farlo al meglio possibile proprio perché stai rappresentando il tuo Paese. Non bisogna sbagliare nulla.

Considerando le tue caratteristiche, potresti avere un ruolo importante a Monaco, quello del guastafeste in caso di fuga…

Con Bennati dobbiamo ancora parlare, ma non mi dispiacerebbe, considerando che avere un uomo veloce davanti consentirebbe ai miei compagni di lasciare agli altri l’onere dell’inseguimento, d’altronde credo che ormai anche gli altri sappiano che in volata non sono propriamente fermo…

Mozzato Kint 2022
L’ultimo podio di Mozzato, 2° alla Marcel Kint Classic dietro De Lie (BEL)
Mozzato Kint 2022
L’ultimo podio di Mozzato, 2° alla Marcel Kint Classic dietro De Lie (BEL)
Che cosa ti resta di quelle tre settimane di corsa?

Il Tour è qualcosa di unico: me ne sono accorto dopo, vengo riconosciuto molto di più perché tanta gente lo guarda e magari prima non seguiva il ciclismo. Ha una risonanza speciale, in Francia in quei giorni non si parla d’altro.

Che cosa ti aspetta dopo Monaco?

Ci saranno un po’ di impegni in Francia, fino al GP Plouay, poi vedremo se tirare dritto o prendere qualche giorno di stacco per il finale di stagione. Vivo comunque questo periodo con grande tranquillità, anche perché ho ancora tre stagioni di contratto con la B&B Hotels-Ktm e questo mi dà una grande sicurezza.

Il Tour di Mozzato, tra volate e pavé. Ma che paura le Alpi…

02.07.2022
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Sul treno del Tour partito ieri da Copenhagen e atteso oggi alla prima tappa in linea, è salito per la prima volta Luca Mozzato, vicentino di 24 anni (nella foto di apertura al cospetto della Sirenetta di Andersen a Copenhagen). Il battesimo nella crono lo ha visto penultimo, a 2’34” da Lampaert, ma dato lo stato delle strade quando è partito, è andata bene così.

Lo avevamo lasciato prima del Delfinato quando ancora sperava nella convocazione per la Boucle. E adesso che il sogno s’è avverato, è interessante sentire come si sia rimboccato le maniche e stia dando concretezza ai suoi sogni di ragazzino, passato presto nella B&B Hotels-Ktm e cresciuto un po’ ogni anno.

«Ma qui stavolta è tutto grande – dice – non come le altre corse. Avevo la percezione che fare il Tour per una squadra francese fosse importante, ma vedere con quanta grinta abbiamo corso per guadagnarci la wild card fa capire che sia davvero qualcosa di particolare. Immagino che lo vedrò anche meglio nei prossimi giorni».

Sul palco nel Tivoli Park di Copenhagen, un Mozzato emozionato per il debutto
Sul palco nel Tivoli Park di Copenhagen, un Mozzato emozionato per il debutto
Alla fine però ce l’hai fatta e ti hanno portato…

A un certo punto ho cominciato a sentirmela. Avevo fatto piazzamenti nelle corse alla mia portata, però inserite in un calendario più importante, con la Parigi-Nizza e le classiche. Dopo la Roubaix ho staccato ed ero nella lista dei 12 che si sarebbero giocati un posto e ho fatto tutta la preparazione come per venire al Tour.

Come è stato questo avvicinamento?

Un primo ritiro in altura sul Pordoi, vicino casa. Prima 12 giorni, poi altri sette dopo il Delfinato. Ricognizioni della tappa di Calais, poi quella del pavé a vedere i vari settori e quella del giorno dopo a Longwy. E intanto ci speravo. Sono andato bene nel weekend bretone e la squadra ha capito che in montagna avevo lavorato nel modo giusto e mi hanno convocato per il Delfinato.  Ma la certezza di venire è arrivata solo la settimana scorsa. Per le corse importanti aspettano sino all’ultimo. E altre volte è capitato che fossi certo di farne una e il giorno prima mi cambiassero Perciò, prima di crederci davvero, ho aspettato di vedere il nome sulla lista.

Squadra francese, un leader come Rolland, con quali obiettivi si correrà?

La classifica neanche col binocolo, non sarebbe realistico. Dovremmo lottare per un ventesimo posto, ma non avrebbe senso. Si prova a fare bene nelle tappe adatte. Per me fare bene significa essere protagonista. Non ho particolare pressione.

Eppure per le squadre francesi, il Tour è il Tour…

Si fa tutto per questa corsa. L’invito non era scontato. All’inizio dell’anno, mentre noi delle classiche andavamo abbastanza bene, il gruppo francese faceva fatica. Così il team manager Pineau ha fatto una serie di dichiarazioni in cui tirava le orecchie alla squadra, perché rischiavamo di restare fuori dal Tour. A marzo e aprile si correva per farsi vedere. Alle corse non sono stati portati i giovani, ma i corridori più solidi perché si facessero vedere e facessero risultato. La wild card al primo anno fu certamente un attestato del buon lavoro, ma niente affatto dovuta.

Sei nato nell’anno del Tour di Pantani, qual è la prima edizione di cui hai memoria?

Forse quella del 2011, quando Hoogerland finì nel filo spinato, buttato giù da un’auto. Oppure l’arrivo sul Tourmalet di Andy Schleck e Contador nella nebbia dell’anno prima.

A Montichiari, Mozzato durante il suo primo anno da pro’
A Montichiari, Mozzato durante il suo primo anno da pro’
Un paio di giorni fa, Fedeli ha parlato di quanto sia stato faticoso i primi tempi da neopro’ correre in una squadra francese, per calendario e aerei da prendere…

Dipende da come la vivi. Io sono contento di correre in Francia. Venire qua è stata la migliore opportunità per crescere. In una WorldTour avrei rischiato di fare due anni e poi tornare indietro. Forse non avrei neppure adesso la solidità che serve. Invece mi accorgo che qui ogni anno mi guadagno un pezzetto di fiducia in più. Faccio i miei piazzamenti nelle corse più piccole in cui acquisisco sicurezza e da quest’anno mi metto alla prova anche in quelle grandi.

L’obiettivo al Tour è essere protagonista, ma anche finirlo?

Vedendo le fatiche del Delfinato, non do niente per scontato. Ma forse qui ci sono più velocisti e ci si organizzerà meglio. Se capita la giornata storta, magari ci sarà un gruppetto in cui rifugiarsi.

Mozzato ha chiuso la crono del Tour in 175ª posizione, a 2’34” da Lampaert
Mozzato ha chiuso la crono del Tour in 175ª posizione, a 2’34” da Lampaert
A casa come l’hanno presa questa convocazione?

Da quando sono passato professionista, hanno iniziato a seguire di più anche loro e potrei dire che adesso sono più contenti di me. Ma è solo l’inizio. Spero di fare un buon lavoro e di sopravvivere. Sono un po’ preoccupato per la seconda settimana. La prima è abbastanza facile, se non altro come altimetrie. La seconda ha solo montagne e le Alpi sono molto dure. La terza con i Pirenei sembra più abbordabile. E’ il Tour, insomma. Se fosse facile perché staremmo qui a parlarne?

Mozzato riparte dopo il Covid: quest’anno l’obiettivo è vincere

01.03.2022
4 min
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Formichina Mozzato alle 11,50 sarà al via de Le Samyn, la più fiamminga delle classiche valloni, come recita lo slogan sul sito ufficiale. Corsa belga del livello della Kuurne-Bruxelles-Kuurne, 209 chilometri e una bella serie di muri, che vedrà al via fra gli altri “bestiacce da Nord” come Merlier, Jakobsen, Pasqualon, Gilbert, Moschetti e Trentin

Il padovano sta venendo su un passo alla volta, con una bella fede nei suoi mezzi e la B&B Hotels-Ktm che lo supporta bene. Lo avevamo incontrato l’anno scorso a Montichiari, reduce da un intervento di ernia che aveva un po’ frenato il suo inverno. Poi avevamo raccontato le ottime prestazioni nelle classiche di aprile. E a fine stagione, incuriositi, avevamo approfondito il suo essere stato il terzo italiano nel velodromo di Roubaix, dopo Colbrelli e Moscon.

La presentazione della Het Nieuwsblad ha stupito Mozzato, che non si aspettava un simile show
La presentazione della Het Nieuwsblad ha stupito Mozzato, che non si aspettava un simile show

Frenato dal Covid

Il weekend di apertura ha avuto luci e ombre. Dopo il 26° posto alla Het Nieuwsblad, a Kuurne ha sofferto più del previsto. E la squadra, che aveva inizialmente valutato di portarlo alla Parigi-Nizza, ha disegnato un altro programma. Eredità del Covid, che anche lui ha preso nelle ultime settimane.

«Domenica ho faticato più del previsto – spiega – e la squadra ha bisogno di fare un po’ di risultati, perché non siamo partiti proprio benissimo. Quindi ci hanno detto che, visto il livello, alla Parigi-Nizza andranno i più in forma. E per me hanno rispolverato il calendario degli ultimi due anni qua in Belgio, sperando che venga fuori qualche risultato».

Lui ha capito e si è rimboccato le maniche. Il programma alternativo prevede appunto Le Samyn, poi il Gp Monseré e la Danilith Nokere Koerse in cui lo scorso anno centrò il terzo posto.

Alla Roubaix del 2021 è stato il terzo italiano all’arrivo, dopo Colbrelli e Moscon
Alla Roubaix del 2021 è stato il terzo italiano all’arrivo, dopo Colbrelli e Moscon
L’altro giorno alla partenza della Het Nieuwsblad avevi gli occhi stralunati…

Diciamo che da quando sono diventato professionista, di presentazioni così ne abbiamo fatte poche. E quella è stata veramente caratteristica, anche perché entrare dentro il velodromo così pieno di persone è stato molto particolare e mi ha toccato particolarmente. A dirla tutta, non sapevo neanche che si facesse lì dentro e trovare le luci e il parterre pieno di persone è stato speciale.

All’inizio del 2021 l’obiettivo era provare ad arrivare davanti.

Quest’anno speriamo di fare uno step in più. L’idea è quella di alzare le braccia. Abbiamo lavorato bene l’inverno, ma il mese scorso come tanti altri ho preso il Covid. Quindi sono stato un po’ rallentato. Vediamo come procedono le cose. L’obiettivo sicuramente è quello di provare a vincere qualcosa, non importa dove. Magari nelle corse dove il livello è un po’ più alto, sarebbe buono già essere nel primo gruppo.

Anche questa è scuola…

Arrivare davanti e poi provare a giocarsi le proprie carte. Siamo qua soprattutto per imparare, vedere come va e come si fa per rimanere davanti.

L’inverno di Mozzato è filato liscio: nel 2021 si era dovuto operare e questo lo aveva rallentato (foto B&B Hotels-Ktm)
L’inverno di Mozzato è filato liscio: nel 2021 si era dovuto operare e questo lo aveva rallentato (foto B&B Hotels-Ktm)
Che cosa significa aver passato un bell’inverno?

Siamo andati avanti senza particolari intoppi. Sono riuscito a lavorare tutti i giorni senza problemi, anche con dei ritiri al caldo, a differenza dell’anno prima in cui ho avuto dei problemini e sono dovuto andare sotto i ferri. Questa volta non ci sono stati problemi e adesso vediamo di concretizzare qualcosa.

Il Covid ti ha solo fatto perdere dei giorni di lavoro o ti è rimasto addosso con qualche tipo di condizionamento?

No, nessuna conseguenza, solo i giorni che ho perso. Non è stato facile rimanere chiusi in casa soprattutto per la preparazione. Poi io personalmente, come tanti altri con cui ho parlato, sono stato male solo 2-3 giorni, giusto un po’ di mal di testa e mal di gola, niente di particolare. Ma ho dovuto farmi i miei 10 giorni di isolamento. Poteva starci che le sensazioni al rientro non fossero eccezionali e così è andata. Ma non mi fascio la testa, gli obiettivi non cambiano. La stagione sarà lunghissima…