Savio riparte dalla Colombia, ma il mosaico è incompleto

30.11.2022
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«Siamo rimasti com-ple-ta-men-te spiazzati dalla Drone Hopper». Gianni Savio scandisce bene l’avverbio e in quelle sillabe c’è tutto il suo stupore e la sua delusione se così possiamo dire. Lo storico team manager dell’Androni, ad oggi ancora Drone Hopper-Androni, ci racconta per bene come stanno le cose.

Ieri erano uscite delle sue dichiarazioni, oggi Savio va più in profondità. Trent’anni di ciclismo, di squadre, di emozioni, di cadute e di vittorie non si possono, e non si devono, cancellare così. La startup spagnola dei droni, li ha di fatto lasciati a piedi.

Quest’anno la squadra di Savio ha vinto sei corse. Qui l’ultima di queste: Grosu nella terza tappa del Turul Romaniei
Quest’anno la squadra di Savio ha vinto sei corse. Qui l’ultima: Grosu nella terza tappa del Turul Romaniei

Droni “poco volanti”

«Come dicevo – inizia Savio – non ce lo aspettavamo. Noi pensavamo di fare il salto di qualità, addirittura in Drone Hopper parlavano di WorldTour. Ero io che li frenavo. “Andiamo per gradi”, dicevo. Loro hanno un grande potenziale, ma sono stati superficiali. E mi spiego…

«Un anno fa, inviammo la documentazione all’UCI per avere il via libera ed ottenere la licenza.E infatti come da prassi analizzarono le carte e ci dissero che era tutto okay. Poi ad inizio anno sono iniziati i primi problemi ai quali non hanno saputo far fronte, fino ad arrivare alla totale mancanza di liquidità. 

«Io e Marco Bellini abbiamo fatto i salti mortali per pagare gli stipendi. Grazie alla clausola sul premio di valorizzazione, con le cessioni di Cepeda e Piccolo a luglio siamo riusciti a pagare gli stipendi. I soldi arrivarono in banca il martedì e il mercoledì erano già usciti. E ancora oggi con Marco intendiamo onorare quanto ancora manca ai componenti della squadra».

Piccolo, arrivato a giugno, ha lasciato la Drone Hopper-Androni a luglio (foto Drone Hopper/Sirotti)
Piccolo, arrivato a giugno, ha lasciato la Drone Hopper-Androni a luglio (foto Drone Hopper/Sirotti)

Ed ora?

L’allarme rosso si era acceso già in estate. Pare che sia stato Giovanni Ellena, il primo diesse della squadra, a pretendere chiarezza e da lì si sia aperto ufficialmente lo stato di crisi.

«Cinque mesi fa – va avanti Gianni – ho detto a tutti di ritenersi liberi, in modo che non si arrivasse in autunno e nessuno potesse dire: “Ma se lo avessimo saputo prima”». Una mossa onesta che infatti ha consentito a molti, corridori e staff, di ricollocarsi.

«Ovviamente – continua Savio – non avrei ricominciato una stagione senza garanzie totali. Ho cercato sponsor nell’ultimo momento, fra agosto, settembre e ottobre, ma tra pandemia, guerra e crisi energetica non si è trovata un’azienda disposta a mettere 1,5 milioni di euro per fare il primo sponsor. Quindi ho optato per una continental, ma a due condizioni. Uno: che dietro ci fosse un progetto. Due: che non corressimo più rischi economici».

Savio racconta che, una volta saputo che non avrebbe più fatto la squadra professional, molti team si sono fatti avanti, persino da Australia e Sud Africa. Tra chi si è proposto c’è effettivamente il team colombiano di cui si diceva ieri.

«E questa proposta l’abbiamo accettata, perché rispetta le due condizioni. In questa squadra colombiana ci sono corridori interessanti, giovani con dei bei valori fisici». 

Savio non può dire molto sulla nuova squadra che verrà annunciata a giorni. «E’ anche – spiega – una questione di scaramanzia, visto che c’è un accordo verbale tra gentiluomini, ma nulla di nero su bianco».

Sarà strano non vedere una squadra di Savio al Giro d’Italia. Qui Edoardo Zardini al via da Isernia quest’anno
Sarà strano non vedere una squadra di Savio al Giro d’Italia. Qui Edoardo Zardini al via da Isernia quest’anno

Oltre l’Atlantico

Ma come nasce la “fusione” con la squadra colombiana? A fare da ponte è stato un nostro collega, il giornalista colombiano Hector Urrego, un vero amico di Gianni. Savio è molto popolare in Sud America, amici e conoscenze proprio non gli mancano.

«Hector mi disse: “Guarda Gianni che c’è questo team che è davvero interessante”. Ci sono persone serie, tra cui un direttore sportivo di lungo corso che ben conosco». 

«La squadra avrà sede in Colombia. Il primo sponsor è di lì. Ci saranno dieci corridori colombiani e cinque o sei corridori che erano già con noi. E questi sei sono: Santiago Umba, Didier Merchan, Brandon Rojas, Gabriele Benedetti e Trym Westgaard Holther. Loro avevano un contratto anche per il 2023. Mentre per Riccardo Ciuccarelli (che avevano ingaggiato dagli U23, ndr) vediamo come andranno le cose, se riuscirà ad accasarsi altrove o se resterà con noi (il contratto che aveva firmato con Drone Hopper chiaramente è decaduto, ndr). Insomma stiamo mettendo insieme i tasselli del mosaico».

E fra tasselli del mosaico, da quel che si capisce, c’è anche lo staff tecnico da definire. L’unico diesse certo è quello colombiano che Savio non può rivelare. «E’ anche giusto che essendo loro il primo sponsor questo passaggio spetti a loro».

In tutto ciò resta il fatto che Giovanni Ellena, direttore sportivo di grande spessore (ma alla Drone Hopper-Androni c’erano anche Alessandro Spezialetti, Daniele Righi, Giampaolo Cheula e Leonardo Canciani), non è ancora nel mosaico. Tutto è in divenire. 

Umba è uno dei corridori che dovrebbe restare nella nuova squadra (Santiago aveva un contratto con la Drone Hopper fino al 2024)
Umba è uno dei corridori che dovrebbe restare nella nuova squadra (Santiago aveva un contratto con la Drone Hopper fino al 2024)

Professional nel 2024

Una cosa è certa, la prima condizione di cui parlava Savio era il progetto e questo sembra esserci.

«La parte colombiana – spiega il piemontese – è interessata alla nostra sede europea e alle nostre strutture come ammiraglie, motorhome, bus (e aggiungiamo anche al sapere e all’esperienza, ndr)… E noi ai corridori e allo sponsor». Come si dice: una mano lava l’altra.

«Ma anche noi abbiamo il nostro pacchetto di sponsor. I nostri partner storici ci sono rimasti vicino. Parlo di Androni, Sidermec, Lauretana, Omz. Anche per questo l’obiettivo è di traghettarsi verso il 2024 e fare di nuovo la professional per quella data.

«Da parte mia riparto con lo stesso entusiasmo di sempre e la solita “maledetta” passione. Quella passione che mi porta a superare i problemi».