Alla Corte Bike Hotel: itinerari, cibo e vino sulle strade dei pro’

21.02.2022
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Bici da corsa, Mtb, gravel, downhill, la lista delle discipline che Alla Corte Bike Hotel mette a disposizione sono infinite. L’elemento comune sono le due ruote anche se spinte da un motore come per le e-bike. L’importante è far condividere la passione o far conoscere questo sport agli ospiti che arrivano alla struttura.

Hotel Alla Corte è situato a Bassano del Grappa, terra di ciclismo e di importanti arrivi di tappe del Giro d’Italia, Gran Fondo ed escursioni famose in tutto il mondo. Qui la bici è di casa, dalla mattina alla sera, dall’allenamento al recupero.

Non solo due ruote ma anche cultura ed enogastronomia pronte ad essere scoperte e apprezzate dai clienti più curiosi.

Legame con il territorio

Il Veneto è terra di ciclismo e ogni sua città spesso ha più di un esperienza che deriva da esso. Alla Corte Bike Hotel mette a disposizione un infinità di itinerari che percorrono tutte le strade che si districano tra le colline adiacenti.

«L’area cosiddetta territori del Brenta – spiega il General Manager Roberto Astuni – è un’area coesa che si propone come 20 comuni. Raggruppa non solo Bassano ma un raggio di 30-35 km. Da nord, provincia di Trento, a sud, il comune di Padova. A est e ovest, il Monte Grappa e poi si arriva fino a Marostica. Un ciclista può fare qualsiasi attività outdoor che comprende tutte le specialità, gravel, strada, Mtb anche downhill». 

Gli itinerari si districano dalla Valle del Brenta, alla pianura del Brenta, ad Asolo, Marostica e l’Altopiano dei Sette Comuni
Gli itinerari si districano dalla Valle del Brenta, alla pianura del Brenta, ad Asolo, Marostica e l’Altopiano dei Sette Comuni

Servizi per le due ruote

La struttura è accogliente per ogni ospite, dal cicloturista che arriva con la sua bici per fare turismo, ai professionisti e ciclisti esigenti. I servizi a disposizione inerenti alle due ruote sono molti. Dal Tyrecheck, la stazione di gonfiaggio, all’angolo per il lavaggio Bike Cleaning e ancora il Bike Doctor che è una cassetta degli attrezzi per qualsiasi tipo di manutenzione.

Per quanto riguarda le e-bike è presente un Charge Point dedicato a queste tipologie di bici. Inoltre è presente anche un distributore automatico dov’è possibile reperire moltissimi accessori per la bici.

Un altro servizio indispensabile e allo stesso tempo molto apprezzato è il noleggio bici, con modelli di tutte le gamme a partire dalla turistica alla bici top. Alla Corte Bike Hotel è un punto di ritiro per quanto riguarda Valsugana Rent Bike, infatti è possibile prenotare la bici e consegnarla in un altro punto magari situato sulla ciclabile che da Venezia arriva a Monaco. 

Le camere della struttura sono 32 di categoria superior
Le camere della struttura sono 32 di categoria superior

Le aziende e i pro’

Oltre a un territorio che parla attraverso i suoi paesaggi, cultura e prodotti tipici, Bassano del Grappa è circondato da aziende che vivono di ciclismo.

«Se si fa un cerchio con un compasso – osserva Roberto Astuni – su una qualsiasi cartina con il fulcro a Bassano, prendendo come riferimento un raggio di 50 chilometri si possono trovare svariate aziende leader nel mercato della bici. Per fare qualche nome: Wilier, Campagnolo, Miche, Sidi e molte altre ancora. La mia idea sarebbe di far conoscere ciò che ci sta intorno e far si che queste aziende aprano le loro porte. Se si pensa ai turisti stranieri, mostrare il nostro Made in Italy sarebbe un valore aggiunto per il nostro territorio».

Oltre al lato aziendale, il ciclismo professionistico è legato a questa struttura. Spesso vengono ospitate le squadre e alcuni pro’.

«Per fare un esempio, Quintana e la Movistar ci hanno fatto visita. Loro ci hanno scelto non tanto perché abbiamo questi servizi, ma per il concetto di Bike Hotel in quanto tale. Ammetto che dopo aver visto il loro camion officina mi sono fatto una risata insieme ai loro meccanici. Loro sono autonomi, ma ci scelgono perché parliamo la stessa lingua attraverso la stessa passione».

Recupero per mente e corpo

Il concetto di sport lo si carpisce da ogni particolare. Come per la Sportactive Spa. «In seguito al premio conquistato nel 2018 – conclude Roberto Astuni – come miglior Bike Hotel del Nord, ci siamo chiesti come potessimo migliorare. Così è nata la Spa per atleti. Non c’è l’idromassaggio, ma ci sono il bagno turco, la sauna, la doccia emozionale, la fontana del ghiaccio e l’area relax. Ci sono anche vasche dove si immergono le gambe, e viene stimolata la circolazione degli arto inferiori, per velocizzare il recupero».

Oltre al fisico però, anche il gusto vuole la sua parte. Grazie al Ristorante Sant’Eusebio e alla Piwiteca più grande d’Italia è possibile gustare un menu dedicato agli atleti e sorseggiare i particolari vini PIWI derivati da viti completamente naturali prive di qualsiasi trattamento. 

AllaCorteBikeHotel

Battistella profeta in patria: presa la Veneto Classic

17.10.2021
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Non poteva esserci modo migliore per finire l’anno. Da solo, su un traguardo vicino casa, con i tifosi che oltre le transenne avevano il suo accento. Così Samuele Battistella si è portato a casa la Veneto Classic, la corsa che nelle intenzioni dell’organizzatore Pozzato potrebbe diventare una classica WorldTour.

«E’ stata dura impestata – dice il trevigiano dell’Astana – con Trentin siamo andati sempre fortissimo, a tutta sin dalle prime salite. Tanto che a un certo punto ho deciso di anticipare, sperando che dietro non trovassero l’accordo. E così è stato».

Sul muro della Tisa, il forcing di Trentin ha fatto male, ma il trentino è caduto ai meno 21. Sfortuna nera…
Sul muro della Tisa, il forcing di Trentin ha fatto male, ma il trentino è caduto ai meno 21. Sfortuna nera…

La scelta di Martino

In squadra si erano accorti che finalmente per Battistella la ruota avesse preso a girare come doveva e come tutti si aspettavano già da qualche tempo. 

«Nei giorni scorsi – racconta – ho tirato per Lutsenko e quando passavo davanti, il gruppo si spaccava e rimanevamo in pochi. Così oggi Martinelli ha deciso di dami fiducia. Era nell’aria, insomma, e per questa volta Lutsenko è stato tenuto come alternativa. Sta andando così forte che sarebbe stato una garanzia. E devo dire che la squadra mi ha sostenuto davvero bene».

Caduto Trentin, Battistella ha proseguito da solo ed è arrivato al traguardo con 6″ su Hirschi
Caduto Trentin, Battistella ha proseguito da solo ed è arrivato al traguardo con 6″ su Hirschi

Due mesi asciutti

Il suo approdo all’Astana era stato un colpo inatteso dello scorso fine stagione, quando la Ntt lasciò tutti liberi prima dell’arrivo di Assos e alcuni corridori andarono via. All’Astana arrivarono Battistella e Sobrero, che nella continental del team sudafricano avevano svolto la carriera da U23. Con Samuele iridato degli under 23 ad Harrogate come ciliegina sulla torta. E proprio l’iride era stato la sua ultima vittoria fino ad oggi. Il 27 settembre del 2019.

«Non mi ricordavo cosa si provasse a vincere – sorride mentre tutti lo cercano – e forse non me ne rendo ancora conto. Perciò potrei dire che mi sento normale, ma in realtà non credo di essere completamente consapevole. Ho capito cosa stava per succedere solo all’ultimo chilometro. In salita mi avevano quasi preso, ma non ci hanno creduto abbastanza».

Pozzato (nella foto) e Johnny Moletta hanno portato a casa una settimana di ottimo ciclismo
Pozzato (nella foto) e Johnny Moletta hanno portato a casa una settimana di ottimo ciclismo

Problemi risolti

Bello sentirlo così motivato, bello che si sia lasciato dietro il brutto del Giro d’Italia, quando la dannata gastrite continuava a tormentarlo senza che riuscisse a venirne a capo. Stava bene nelle prime due ore, poi qualsiasi cosa ingerisse, gli dava mal di stomaco. Come fai ad essere brillante in una corsa di tre settimane se non puoi mangiare? Eppure proprio alla fine della corsa, il sesto posto di Stradella aveva dato il segnale della ripresa. Mentre le prove dell’estate hanno mostrato la fiducia rinovata.

«Non è stato semplice – spiega – ma alla fine abbiamo capito che la gastrite derivava da alcune intolleranze. Con gli allenatori e con la nutrizionista, Erica Lombardi, abbiamo fatto un lavorone e alla fine anche il peso è tornato a scendere rispetto al Giro d’Italia e adesso sto davvero bene».

Con il Ponte degli Alpini sullo sfondo, la prima vittoria di Battistella. Poi Hirschi e Restrepo
Con il Ponte degli Alpini sullo sfondo, la prima vittoria di Battistella. Poi Hirschi e Restrepo

Un buon sapore

Chi va al riposo dopo una vittoria, vive sicuramente un inverno migliore e getta basi più solide per la stagione successiva. Battistella, il cui tempo con noi sta per scadere, se ne rende conto benissimo.

«Questa vittoria è un po’ una rinascita – dice – a inizio stagione ho avuto problemi di salute per cui sono stato fuori forma per un po’. Sono riuscito a ritrovare la condizione solo a fine Giro d’Italia, quindi è anche un riscatto per una stagione andata male all’inizio, ma finita molto bene. Sono motivato e contento. Vado in vacanza con un ottimo sapore in bocca. Ci voleva proprio…».

Alle sue spalle uno dei podi più belli dell’anno, con Bassano e il suo Ponte degli Alpini sullo sfondo. Il tributo che Pozzato ha voluto riconoscere alla città in cui vive e che sancisce anche l’ottima riuscita del progetto Ride the Dreamland. Pippo e Johnny Moletta hanno portato a casa un trittico di corse molto belle, con vincitori di spessore e una partecipazione che andrà sicuramente a migliorare.

Viene da pensare che se collocate in un’altra parte del calendario, queste corse potrebbero davvero spaccare. Perché in qualche modo, sia pure alla metà di ottobre, hanno spaccato ugualmente. 

La Liv di Katia Ragusa e una diversa idea di bici

27.03.2021
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Ci sono due squadre nel grande giro ad utilizzare biciclette Liv: quella ufficiale nel WorldTour, in cui corrono Sofia Bertizzolo e Soraya Paladin, e la Monex Pro Cycling di Katia Ragusa e patron Maurizio Fabretto. Eppure non tragga in inganno il fatto che tali bici siano in mano ad autentiche guerriere, perché nella filosofia Liv le gare sono l’ultimo dei pensieri.

«La mia Liv Langma è una signora bici – commenta una Katia Ragusa sorridente all’alba delle gare in Belgio – che ho in mano da un paio di mesi e con cui mi trovo benissimo. Prima volta con i freni a disco e una geometria particolare. Devo ancora trovare il giusto assetto, ma quando scatto, la sento che mi segue. Non è un peso da portare via. Va bene in pianura e anche in salita».

Giorno di quasi primavera a Bassano del Grappa, davanti al Bike Hotel Alla Corte che gentilmente ha acconsentito a fare da set a questo incontro tecnico con la ragazza vicentina.

Katia Ragusa ci ha raggiunti a Bassano del Grappa per questo test
Katia Ragusa ci ha raggunti a Bassano del Grappa per questo test

Filosofia Liv

Ne parliamo da un po’ con Marta Villa, di Liv Italia, quando ci rendiamo conto che lo scopo del settore femminile di Giant è quello di diffondere l’uso della bici piuttosto che creare schiere di nuove atlete con il numero sulla schiena.

«Le ragazze del team WorldTour – dice – sono il modo per Giant di tenere un piede nell’agonismo di alto livello, non avendo più la squadra maschile. Inoltre le squadre sono un faro per far vedere in giro il prodotto e per il suo sviluppo, anche se Liv non è orientata sulla performance. Sono bici sviluppate da ragazze per ragazze, ma senza nessuna velleità agonistica. Se gli uomini che comprano la bici da corsa sognano di emulare Nibali e Van der Poel, le nostre clienti vogliono andare in bici per stare bene. Tanto che quando uscì il modello Langma, prevedemmo anche una versione super top di gamma da quasi 9.000 euro, che però non fu confermata, visto che non si vendeva».

I numeri del boom

Come tutte le aziende inserite nella nostra inchiesta di mercato (Giant non è stata interpellata soltanto perché non fornisce più le bici a team WorldTour, ma ne avrebbe pieno diritto), anche per Liv la riapertura delle porte dopo il lockdown di marzo 2020 ha significato un aumento consistente delle vendite e di riflesso l’insorgere di problemi legati alle consegne, in linea con quelli degli altri.

«Dati alla mano – prosegue Marta Villa – c’è stato un incremento delle vendite soprattutto con l’elettrico e in una fascia di donne sopra i 35 anni che magari non aveva mai praticato ciclismo o al massimo usava la bici in modo non così assiduo. E poi è anche aumentata la richiesta di gravel, con il nostro modello Devote, che sta andando benissimo».

Langma Disc

Il modello Langma che Katia Ragusa ci sta illustrando è davvero una signora bici, come una signora atleta è la ragazza di Breganze, che lo scorso anno è arrivata seconda al campionato italiano vinto da Elisa Longo Borghini.

Il telaio è compatto e realizzato con tubazioni Advanced-Grade Composite. I tubi hanno diametri esigui e la rigidità viene ottimizzata da geometrie studiate accuratamente. La singolarità del triangolo principale, che forse risponde alle esigenze di comfort più che alla ricerca della prestazione, è l’altezza del tubo di sterzo. Al punto da consigliare quasi una misura più piccola (se non fosse per il successivo problema di lunghezza) per riuscire ad abbassarsi al massimo come vuole di solito chi corre. La sagomatura dei tubi e il fatto di non ricorrere a diametri tondi fa sì che la bici sia anche piuttosto aerodinamica e rigida, grazie al movimento centrale PowerCore che conferisce grande rigidità nella zona della scatola.

Ecco la visione d’insieme della Langma Disc
Ecco la visione d’insieme della Langma Disc

«La vera sorpresa – spiega Ragusa – sono i freni a disco. Mi rendo conto di quanto si stacchi meglio in discesa, sono un bel vantaggio. La geometria è particolare, per cui mi trovo benissimo, ma devo anche entrarci in totale confidenza. Ad esempio, penso che per trovare la posizione perfetta e scendere come piace a me, metterò un attacco manubrio negativo.».

Non solo Langma

Le bici alla Monex Pro Cycling sono arrivate per l’intercessione della filiale messicana di Liv, dato che il team ha affiliazione proprio laggiù. Le ragazze di Fabretto hanno quasi tutte il modello Langma, ma le più veloci sono state dotate dell’Enviliv Advanced, che magari pesa di più in salita, ma nelle corse veloci è davvero un’arma vincente.

«Fra le caratteristiche di Langma – spiega ancora Marta Villa – c’è quella di disporre di telai moto piccoli, XS o addirittura XXS e la Monex ci ha chiesto proprio un paio di bici così piccoline».

Katia Ragusa a Cittiglio, domani correrà la Gand-Wevelgem
Katia Ragusa a Cittiglio, domani correrà la Gand-Wevelgem

Le bici del team di Fabretto sono montate con lo Shimano Ultegra e quasi tutti componenti Giant. La sella invece è Prologo Dimension 143.

Domani Katia Ragusa e la sua Liv Langma saranno impegnate nella Gand-Wevelgem: 143 chilometri da Ieper (in realtà) fino allo stesso traguardo degli uomini.

Boaro, ti diverti in questo ciclismo folle? Da matti…

31.01.2021
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«Alla Zalf – sorride Boaro – se avevi la barba troppo lunga, c’era la multa. Insomma, alla fine l’ho tagliata. Era cresciuta durante il lockdown perché non avevo voglia di tagliarla, ma di recente c’è stato da fare le foto della squadra e bisognava essere presentabili. Però va riconosciuto che con il freddo riparava parecchio il viso».

Boaro ama le crono. Nel 2011 arriva 2° ai tricolori dietro Malori, terzo si piazza Marangoni
Nel 2011, Boaro è 2° ai tricolori crono dietro Malori

Riserva

Pomeriggio domestico per il veneto dell’Astana, in uno di quei giorni tutti uguali di inizio stagione in cui normalmente ci saremmo incontrati in Australia o Colombia o chissà dove ci avrebbero condotto le rotte del ciclismo. Invece siamo di nuovo a rimescolare carte e programmi, sperando che almeno a marzo in Italia si riesca a partire nel modo giusto.

«I miei compagni che dovevano iniziare dalla Spagna – dice – sono sul Teide. Sarei andato volentieri, mi piace fare le cose per bene. Poi sarei dovuto partire al Tour de la Provence, ma per fare posto a quelli più importanti, mi hanno messo di riserva. Per cui se tutto va bene, comincerò dallo Uae Tour. E intanto sto a casa, a godermi le bimbe, a capire tante cose che altrimenti mi sarei perso».

Nel 2014 fa parte della guardia italiana per Contador, con Tosatto e Bennati
Nel 2014 accanto a Cntador, con Tosatto e Bennati

La verità

Manuele sta per compiere 34 anni, debuttò a 23 nella Saxo Bank di Contador, Tosatto, Majka e Porte, ma soprattutto di Bjarne Riis che lo ha guidato per i primi sei anni. Quella che va iniziando è la sua 11ª stagione da professionista, a capo di un breve inverno di buon lavoro, con i preparatori che a gennaio in ritiro si sono detti contenti della condizione e i mille dubbi per il rischio di un contagio non voluto o quarantene a sorpresa. E’ la vita al tempo del Covid, dovremmo esserci abituati, ma evidentemente non è così.

«Basta che cominciamo – dice – senza troppe storie. Rcs si sta dando un gran da fare per partire bene in Uae, ma già sento gente scontenta per la logistica. Piove e ci si lamenta perché piove. C’è il sole e ci si lamenta perché è caldo. Organizzano un charter solo per noi e non va bene. Ragazzi, qua bisogna piantarla. Al Giro ho parlato spesso con Vegni, continuava a chiedere che facessimo fronte comune per arrivare a Milano. E nel giorno dello sciopero cosa si fa? Ci si attacca al meteo. Sarebbe stato meglio dire la verità, anche Salvato al Processo con la De Stefano. Io non c’ero, sono caduto il giorno prima. Era da inizio Giro che ci si lamentava per la tappa troppo lunga. Ma per lamentarsi e non dire la verità, abbiamo fatto una bella figura di… ».

Nel 2015 si corre per Sagan capitano, al primo iride
Nel 2015 si corre per Sagan capitano, al primo iride
Cosa ti pare di questo ciclismo?

E’ molto cambiato. Con Riis si stava benissimo. A volte ho invidia di squadre come la Ineos che hanno tutto organizzato, perché credo che ancora si debba cambiare per portare più spettacolo. Il fatto è che ci sono team con tanto budget e altre che ce l’hanno risicato. La CCC sembrava dovesse fare chissà cosa e si è fermata. La McLaren doveva essere la nuova Sky e dopo un anno è sparita. In più ci sono questi giovani…

Fanno paura?

Sono il futuro, noi vecchi possiamo essere un riferimento. Vogliono vincere subito, non stanno ai classici tempi di crescita. Non si fanno problemi. Quando passavo vicino a Cancellara, giravo alla larga per paura di ostacolarlo. Questi vanno dritti, non si frena più. Vittorie e anche subito. Glielo mettono in testa manager e procuratori. Sono tutti della loro età, si trovano facilmente. E a 30 anni ti viene da pensare che sei vecchio. E’ un ciclismo difficile.

La stagione di Boaro era iniziata al Tour Down Under a gennaio e si è chiusa a fine ottobre col Giro
La stagione di Boaro era iniziata al Tour Down Under
Non solo atleticamente, quindi?

Guardate Dumoulin, che penso avesse un contratto buono, no? Questa vita sta diventando uno stress. Un ritiro dietro l’altro. La super preparazione. La super alimentazione. Le squadre hanno bisogno di portare a casa i risultati e spremono i corridori. Io non credo che questi ragazzi arriveranno in bici ai miei 34 anni. Rischiano di smettere a 28, quando sono ancora nel pieno delle forze. Ne parlo con Tosatto. Alla Ineos cercano di tutelarli, ma se ti trovi senza Froome e Thomas cade il terzo giorno, poi tocca ai ragazzi.

Loro hanno tanti possibili vincitori.

Ma il modo di correre sta cambiando. Ineos ha vinto il Giro e un terzo delle tappe, mandando Ganna in fuga e tirando sullo Stelvio con Dennis. La Deceuninck ha tirato per tre settimane e ha avuto la maglia rosa tanto a lungo, pur non essendo una squadra da corse a teppe. Avrei voluto vedere con Evenepoel, poteva andare anche più forte. E’ stato un Giro strano.

Voi avreste dovuto avere Lopez e Vlasov.

Con loro poteva cambiare qualcosa. Dopo la caduta di Thomas, Fuglsang aveva preso morale. Poi c’era Nibali, che pareva dovesse vincere facile. Non si aspettavano quello che stava per succedere. Siamo andati fortissimo, anche perché era ottobre e tanti erano ancora in cerca di contratto.

Boaro in testa per Fuglsang verso Roccaraso. Lopez e Vlasov sono già a casa
Boaro in testa per Fuglsang verso Roccaraso
Ti diverti ancora?

Mi diverto tanto, anche se è pesante. Ormai si ragiona per file, di allenamento e di corsa. Sei seguito quando lavori a casa, sei analizzato dopo gli arrivi.

C’è ancora posto per gli uomini?

Ho un ruolo e devo rispettarlo. Sono un gregario. Al Giro ero in fuga e sono stato fermato perché il mio capitano poteva aver bisogno. Non avrei vinto, sarei arrivato quarto, ma per me un quarto posto significava morale. Mi chiedono perché non faccio più le crono. Perché devo tirare e devo farle piano, certo che mi piacerebbe. Ero in scadenza di contratto, aspettare troppo sarebbe stato un rischio ed è giusto non guardare solo i soldi.

Hai avuto offerte?

Fa piacere che altre squadre mi cerchino, ma non valeva la pena inseguire 20 mila euro in più per ritrovarsi in una squadra che dopo un anno mi avrebbe lasciato a piedi perché non convinta. Io sono cresciuto accanto a Contador, a Basso e Sagan. Sono stato fortunato. Grazie a loro e grazie a Riis sono diventato quello che sono. Tanti mi chiedono cosa farò dopo aver smesso, ma preferisco non pensarci.

Boaro e il gruppo in decollo dalla base di Rivolto: si arriva a Piancavallo, il Giro sta per svoltare
Boaro in decollo: si sale a Piancavallo
Perché no?

Non voglio fare come Luis Leon Sanchez, che ha 38 anni e ogni volta a fine stagione dice che smette, poi lo rivedi in ritiro e dice che semmai va avanti ancora un paio d’anni. Dillo che vuoi arrivare a 40 anni, se ne hai le forze! Lo capisci subito se testa e corpo dicono basta. Io allora corro e mi coltivo buoni rapporti, poi si vedrà.

Buoni rapporti con chi?

Con tutti. Mi piace parlare con gli sponsor, ma senza secondi fini. Parlo con Wilier, ma anche con Limar che ci dà i caschi. Mi piace tessere una rete, così quando sentirò che è arrivato il momento, non mi ritroverò da solo. Ma adesso sono corridore e voglio cominciare a correre, non è facile giocare con la condizione. Dopo Uae, programma italiano fino alla Sanremo e poi ci sarà da capire se Giro oppure Tour. Sono sempre pronto, non dico mai di no. Sanno che possono chiamarmi all’ultimo momento, ho la valigia sempre pronta.