Benfatto, tante attività moderne con le giovani del Giorgione

17.01.2025
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Anche per un ex professionista da oltre venti vittorie in carriera come Marco Benfatto, può esserci qualcosa di nuovo nel ciclismo. Il 36enne padovano di Borgoricco quelle novità un po’ le ha portate all’UC Giorgione quando ne è diventato preparatore atletico e diesse, un po’ le ha imparate dalle sue stesse atlete.

Rispetto alle sue stagioni da corridore tra Liquigas, vivaio Astana, Androni, Bardiani e da “coach” alla Gazprom, nella formazione di Castelfranco Veneto l’ex velocista ha dovuto rinfrescare aspetti del suo sport che aveva solo sfiorato. Così come avevamo fatto con Rossato qualche giorno fa per gli U23, abbiamo chiesto a Benfatto della sua esperienza con ragazze giovani. E qualche sorpresa non manca.

Marco come sta andando nel Giorgione?

Va molto bene, per me il 2024 è stato un anno di ascolto e osservazione. Ringrazio ancora Alessandro Ballan (il presidente, ndr) per l’opportunità che mi ha dato l’anno scorso. Lui è stato bravissimo a rianimare una storica società come questa creando un bel gruppo. Personalmente era la prima volta che lavoravo con i giovani e mi sono adattato alle categorie. Abbiamo esordienti e allieve e con loro possiamo ancora interpretare il ciclismo come un gioco. E’ vero che anche nel giovanile ormai si tende ad esasperare ogni cosa, invece noi pensiamo che sia ancora importante divertirsi come aspetto principale.

Però poi, come si dice, si è schiavi dei risultati.

Certo, piace a tutti vincere o raccogliere piazzamenti, ma noi non mettiamo alcun tipo di pressione. Sono contento di far parte del Giorgione perché ho riscoperto aspetti che tra i pro’ o negli U23 non ci sono più o forse non ci sono mai stati. Noi sappiamo bene che le vittorie conquistate ora tra esordienti e allieve vanno prese per quelle che sono. I successi spesso sono altri e ti accorgi che lavorare con i giovani è una gran bella soddisfazione.

Cosa intendi?

Puntiamo molto su attività alternative al ciclismo, specialmente durante il cosiddetto periodo di off-season. Queste ragazze hanno bisogno di fare qualcosa di diverso. Ad esempio abbiamo fatto team building andando a fare paint-ball oppure allenandoci su campi di beach volley. O ancora la settimana prossima andremo tutti assieme a sciare, naturalmente stando tutti attenti. Intanto nel mezzo ci abbiamo inserito anche sedute in palestra, perché è importante non solo nella preparazione.

Anche in questo caso qualcuno ti direbbe che è troppo presto per questi lavori. Cosa ne pensi?

Non bisogna pensare a lavori pesanti come fanno gli atleti di categorie superiori. Noi ogni lunedì andiamo in palestra per fare esercizi a corpo libero. Lo facciamo per prevenire gli infortuni, ma soprattutto per migliorare la coordinazione delle ragazze. Comunque più avanti inizieremo a lavorare con qualche carico, sempre piuttosto leggero.

Hai previsto altro nella preparazione?

I giovani di adesso si muovono sempre meno, anche quelli che fanno sport e devono ritrovare quei movimenti che sarebbero naturali. Facendo sempre un esempio, ci siamo accorti che molte ragazze non sapevano condurre bene la propria bici. Così abbiamo deciso di fargli fare un corso di guida in Mtb e su una pump-track. Abbiamo visto che si sono divertite e ne sono uscite con qualche abilità in più. Insomma, d’accordo pedalare e andare forte, ma è giusto che le ragazze prendano confidenza con tutto ciò che ruota attorno.

Le tue atlete conoscono il passato di Marco Benfatto da corridore? E ti chiedono qualcosa in particolare?

Sia Alessandro (Ballan, ndr) che io essendo stati professionisti veniamo rispettati dalle ragazze. Ci ascoltano volentieri quando hanno dubbi e domande. Ovvio che loro essendo giovani, talvolta perdono l’attenzione in fretta. Quindi dobbiamo essere incisivi, persuasivi e veloci nel dare spiegazioni, cercando di stare attenti alle parole. Non è facile insegnare ciclismo alle ragazze. Non dobbiamo essere troppo pesanti e magari essere più “social”.

Ovvero?

Il modo di comunicare dei giovani è cambiato molto e talvolta dobbiamo usare un linguaggio che sia il più comprensibile a loro. In questo senso è stato uno stimolo anche per me perché ho scoperto e capito meglio il significato di alcuni termini come boomer, crash, chill, corsivo o tanti altri (ride, ndr). In compenso le ragazze sono molto più espansive dei ragazzi e ti riconoscono i meriti nel lavoro verso di loro senza problemi. Diventano più responsabili come in certe occasioni.

Spiegaci pure.

Ad esempio nelle riunioni post-gara. Quando non abbiamo corso particolarmente bene, è capitato di riunire la squadra, chiedere cosa non fosse andato bene secondo loro e se avevano un parere. Iniziava a parlare una ragazza esponendo il suo pensiero e le altre intervenivano. Tutto veniva fuori automaticamente e alla fine riuscivano a risolvere le cose da sole, chiedendo il nostro parere finale. Questa è una di quelle vittorie cui facevo riferimento prima. Ed io mi trovo proprio bene a lavorare così.

Azzurra Ballan, crescita costante e obiettivi chiari

22.06.2024
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Quando si guardano le partenti ad una gara o si scorrono gli ordini d’arrivo, il suo nome non può non passare inosservato. Azzurra Ballan è l’ennesima figlia d’arte che si sta ritagliando spazio e considerazione a suon di risultati in vista del 2025.

E’ vero che siamo tra le allieve e non bisogna aggiungere pressioni, ma in un ciclismo che si evolve alla velocità della luce talvolta vale la pena conoscere meglio alcuni di questi giovani protagonisti durante la loro formazione. La veneta classe 2008 dell’U.C. Giorgione, al secondo anno nella categoria, tre giorni fa a Grosseto ha ottenuto il terzo posto nel campionato italiano a cronometro (in apertura con papà Alessandro) e lo scorso weekend aveva chiuso seconda al fotofinish in Puglia nella seconda prova della Coppa Italia per società. La stagione di Azzurra sta entrando nel vivo e lei appare determinata nel cerchiare di rosso gli appuntamenti più importanti.

Azzurra Ballan chiude terza nella crono tricolore di categoria dietro Acuti e Rapporti
Azzurra Ballan chiude terza nella crono tricolore di categoria dietro Acuti e Rapporti

Vista da papà Alessandro

Azzurra deve il suo nome di battesimo ad una maglia – quella della nazionale – che suo padre Alessandro avrebbe dovuto indossare nel 2008 all’Olimpiade di Pechino, prima di essere escluso, e che poi glorificò qualche mese dopo a Varese con quell’allungo iridato che manda ancora tutti in soglia a ripensarci. Nel mezzo Alessandro era riuscito a centrare la tappa di Andorra alla Vuelta dedicandola proprio alla figlia nata ad inizio agosto. Questi però sono ricordi che ritornano nel cassetto, adesso c’è il presente di Azzurra.

Vuelta 2008. Alessandro Ballan, padre di Azzurra da poche settimane, le dedica la vittoria di tappa ad Andorra
Vuelta 2008. Alessandro Ballan, padre di Azzurra da poche settimane, le dedica la vittoria di tappa ad Andorra

«Rispetto a quando ci eravamo sentiti a marzo – spiega Alessandro, riferendosi al suo insediamento come presidente del Giorgione – Azzurra ora mi ascolta di più, anche se devo dire che mi aspettavo che maturasse più in fretta a livello tattico. Si perde in cavolate (dice col sorriso, ndr), come in Puglia che ha preso l’ultima curva prima dell’arrivo in ultima posizione e ha dovuto fare una volata di rimonta perdendo di un niente. Tuttavia penso che serva tutto per crescere. Sta incassando le sconfitte mantenendo il morale alto e sapendo che la vittoria arriverà presto.

«A differenza dell’Alessandro ragazzino, Azzurra è più convinta nell’avvicinamento alla gara. In ogni caso, i miei sono solo consigli da genitore. Lei sa che deve seguire le indicazioni dei nostri diesse. Ad oggi ha diversi contatti per passare juniores, ma sa che può permettersi di valutare bene le proposte visto che i risultati e soprattutto le prestazioni ci sono. Vedremo più avanti cosa sceglierà».

Azzurra sappiamo che sei un po’ timida e rompiamo il ghiaccio. Quali sono le tue caratteristiche? In cosa ti senti forte e dove senti di dover migliorare?

Penso di essere una ciclista abbastanza completa. Mi piacciono tutte le tipologie di gare: da quelle in salita a quelle allo sprint, fino alle crono. Forse quelle che preferisco sono quelle più dure, con dislivelli elevati, perché mi sento forte nella gestione della fatica e nel mantenere un ritmo costante. Per la verità amo anche le discese perché mi piace sentire l’adrenalina che sale mentre affronto ostacoli o curve. Però sono ancora molto giovane e non conosco appieno i miei limiti e le mie capacità.

A parte tuo padre Alessandro, hai qualche atleta attuale di riferimento, maschio o femmina, a cui ti ispiri?

Mi ispiro a moltissimi corridori dai quali mi sforzo di imparare o applicare le loro strategie nelle mie corse. Ammiro molto Van Aert perché riesce a vincere su tutti i terreni, ma mi piace tanto anche Mohoric, che considero il più intelligente e abile del gruppo. E’ grazie a loro che trovo la motivazione per continuare a dare il meglio di me.

Una curiosità veloce. C’è qualche ex compagno o avversario di tuo padre che hai visto sul web, che conosci o che ti ha colpito in modo particolare?

A dire il vero no. Non mi è mai capitato di conoscerli personalmente. Tuttavia, ammiro molto alcuni corridori che hanno condiviso esperienze con lui e che hanno lasciato il segno nel mondo dello sport.

Azzurra preferisce le gare dure in salita, ma sa difendersi bene a crono ed anche allo sprint
Azzurra preferisce le gare dure in salita, ma sa difendersi bene a crono ed anche allo sprint
Sei una delle migliori allieve del panorama nazionale, fin dall’anno scorso. Qual è il tuo metodo per cercare di essere sempre competitivi?

Come accennavo prima, cerco di impegnarmi al massimo in ogni allenamento e in ogni gara, cercando di restare sempre concentrata nel perseguire i miei obiettivi. E poi cerco di imparare da tutte le esperienze positive o negative che siano.

Partire in gara tra le favorite ti pesa o non ci pensi?

Posso dire che inizialmente mi sentivo opprimere dal peso del cognome e di essere costantemente controllata durante le gare, Invece col passare del tempo e con l’aumentare dei piazzamenti ho realizzato che posso ottenere ottimi risultati nonostante questo marcamento stretto. E quindi ora non ci faccio più caso.

Te lo aspettavi di avere una crescita così importante nelle ultime annate? E di conseguenza, quanto ci pensi alla prossima stagione da juniores?

Onestamente no, vedendo come ero partita. Ora sono molto contenta dei risultati che sto ottenendo e fiduciosa per il futuro.

Azzurra Ballan è nata l’11 agosto 2008. Nel 2025 diventerà juniores
Azzurra Ballan è nata l’11 agosto 2008. Nel 2025 diventerà juniores
Giù dalla bici, quali sono i tuoi studi ed interessi?

Oltre al ciclismo non ho grandi interessi. La maggior parte del mio tempo la dedico all’allenamento e allo studio. Attualmente frequento un istituto alberghiero, scuola che mi appassiona molto e che mi permette di conciliare l’educazione e la mia passione

Quali sono gli obiettivi a breve e medio termine per Azzurra Ballan?

Ad oggi i miei obiettivi principali rimangono la vittoria del campionato italiano in linea di quest’anno (il 6 luglio a Capannori, ndr) e della Coppa Rosa (il 7 settembre a Borgo Valsugana, ndr), un sogno che nutro da anni.

Ballan presidente dell’U.C. Giorgione: il progetto tutto femminile

29.03.2024
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L’U.C. Giorgione è la squadra che ha dato il via alla carriera di Alessandro Ballan: la società, la più antica ancora in attività, ha però cambiato pelle. Il team è passato ad avere due formazioni femminili, esordienti e allieve. L’ex campione del mondo ha deciso di rimettersi in gioco, tornare alle origini e diventarne il presidente. 

«Una scelta – spiega Ballan una volta che lo abbiamo raggiunto al telefono – che è nata dopo che il Giorgione era stato in difficoltà per qualche anno. Questa squadra mi ha dato tanto, in primis la passione per il ciclismo. Mi sono sempre sentito in debito verso le persone che hanno lavorato al suo interno, ho voluto così ricambiare gli sforzi e i sacrifici che loro hanno fatto per me. Come? La risposta era davanti ai miei occhi da qualche anno, l’idea di diventarne il presidente non è così nuova».

La presentazione del team U.C Giorgione, due squadre femminili: esordienti e allieve
La presentazione del team U.C Giorgione, due squadre femminili: esordienti e allieve

Insieme ad un amico

Tornare nella società che ha dato il via alla carriera ciclistica è stato un gesto naturale. L’obiettivo però è stato creare una squadra giovanile femminile, composta da uno staff all’altezza e competente.

«Sono voluto tornare nel mondo del ciclismo giovanile – continua Ballan – perché lavorare con loro non è facile, pochi sono in grado di fare una bella attività. Questo ciclismo, quello dei bambini e dei ragazzi, è in difficoltà da anni. Sono morte tante società e non volevo che questa cosa accadesse anche all’U.C. Giorgione. Insieme ad un amico, Enrico Bonsembiante, ci siamo guardati e abbiamo colto al volo la sfida. Scegliere il ciclismo femminile è stata una scelta un po’ indirizzata anche dal fatto che a Castelfranco ci sia già una società giovanile maschile. Invece, all’interno della regione, il ciclismo femminile ha necessità di crescere ed evolversi».

Le allieve hanno esordito al trofeo “Terre Gaie” in provincia di Padova
Le allieve hanno esordito al trofeo “Terre Gaie” in provincia di Padova
Lo staff come si compone?

Ci tengo a precisare che la nostra società vuole mettere le ragazze in bici partendo però dalle basi, da quella che è una scuola di ciclismo. L’idea è di fare un percorso completo nel quale si insegna loro ad andare in strada in sicurezza. L’allenamento e la prestazione arrivano dopo. Per lo staff abbiamo selezionato due figure giovani e competenti, che sono Marco Benfatto e Alice Favarin. Entrambi copriranno il ruolo di diesse.

Una squadra giovane, nello staff e nelle atlete…

Volevamo trovare gente competente con la voglia di mettersi in gioco. Il ciclismo richiede tanti sacrifici ed è difficile avere una vita al di fuori di questo. Sia Benfatto che Favarin potranno gestirsi gli impegni e qualche volta scambiarsi o sostituirsi. Il ciclismo è sempre stato frequentato da gente più anziana, soprattutto negli anni passati, scegliere i giovani permette di avere una visione diversa, improntata al futuro

Avete un calendario sufficiente?

Siamo obbligati dalla Federazione, come tutti, a correre nel Triveneto (Trentino Alto-Adige, Veneto e Friuli Venezia Giuali, ndr). Possiamo uscire solo quando mancano le gare. Per fortuna l’80 per cento dell’attività la svolgeremo vicino casa. Andremo anche a tre prove di Coppa Italia, in Puglia, a Bergamo, una in Veneto. Poi ci saranno i campionati nazionali in Toscana. 

Al “Tre Terre” ha vinto Azzurra Ballan, figlia di Alessandro, dopo una corsa da protagonista
Al “Tre Terre” ha vinto Azzurra Ballan, figlia di Alessandro, dopo una corsa da protagonista
Intanto le gare sono già partite e in cima all’ordine d’arrivo si è letto il cognome Ballan, ma questa volta era tua figlia Azzurra. 

Mi posso considerare felice per la vittoria, perché un successo alla prima gara, dopo un inverno di rincorse per creare il team, dà tanta soddisfazione. Poi mi considero doppiamente felice perché è stata Azzurra a vincere. 

Da padre, vederla vincere cosa ti ha fatto provare?

Una soddisfazione unica, meglio di vincere un mondiale. Da genitore vederla impostare la gara, fare selezione e poi vincere allo sprint mi ha regalato un’emozione che è arrivata dal profondo del cuore. 

Che rapporto avete?

Bello e strano allo stesso tempo. Pedaliamo e parliamo spesso insieme, ma difficilmente mi ascolta e fa quello che dico. Ora ha capito che anche io ne capisco qualcosa di ciclismo (ride, ndr). Qualche volta le dico che se da giovane avessi avuto un padre campione del mondo, avrei vinto molto di più. Lei mi risponde che ho solo avuto due giornate fortunate in carriera, il Fiandre e il mondiale (ride ancora, ndr).

La vittoria di una figlia? Meglio di un mondiale, parola di Alessandro Ballan
La vittoria di una figlia? Meglio di un mondiale, parola di Alessandro Ballan
Come squadra avete già obiettivi futuri?

Vorremo provare ad aggiungere la categoria juniores, sempre femminile. E’ una cosa che semmai arriverà il prossimo anno, ma bisogna capire se riusciamo ad avere la struttura adeguata. Sarebbe importante, perché le società ci sono, vero, ma richiedono spostamenti importanti. Si tratta di fare anche due ore di macchina per allenarsi e farlo tutti i giorni diventa pensante. Le ragazze hanno la scuola e togliere tempo allo studio non fa bene. Vedremo in estate se riusciremo a organizzarci.

Allora ci sentiremo, intanto in bocca al lupo.

Viva il lupo!