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Bahrain-Victorius: la gestione dei carbo nella terza settimana

15.09.2023
5 min
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L’ultima settimana della Vuelta quest’anno è estremamente dura: tanti arrivi in salita e la tappa tremenda di domani. Il recupero è determinante, soprattutto se si considera tutti i chilometri che questi ragazzi hanno già macinato negli ultimi giorni. Con il dottor Nicola Moschetti, nutrizionista del team, scopriamo come viene gestita l’alimentazione in casa Bahrain-Victorious per garantire il recupero anche in queste ultime tappe. In particolare il computo dei carboidrati.

Il nutrizionista Moschetti al centro della foto, con altri ragazzi del personale Bahrain
Il nutrizionista Moschetti al centro della foto, con altri ragazzi del personale Bahrain
Perché è importante curare l’alimentazione in dettaglio?

Durante un grande Giro, gli atleti sono già molto stressati dagli sforzi fisici. È importantissimo fornire all’organismo tutto ciò di cui ha bisogno. Un deficit calorico infatti comporterebbe un calo di peso, che molto probabilmente indurrebbe anche una perdita di potenza. Una volta era normale perdere peso durante i grandi Giri, ma questo spesso compromette la performance, pertanto lo evitiamo.

Come fate a calcolare i fabbisogni di ciascun atleta?

Siamo quattro nutrizionisti in squadra e seguiamo i corridori individualmente per tutta la stagione, quindi per esperienza conosciamo esattamente come varia il loro consumo calorico in relazione alla gara. Per il calcolo del fabbisogno ci basiamo su delle equazioni precise, sulla potenza media registrata durante la tappa e sulla tappa del giorno dopo.

Come verificate che il corridore si sia alimentato a dovere?

Sappiamo che l’atleta inizia il grande Giro al suo peso forma, quindi prendendo il peso quotidianamente, verifichiamo che i calcoli siano giusti. Inoltre al termine di ogni tappa, gli atleti compilano un questionario, molto utile per capire quanto hanno effettivamente mangiato, bevuto e consumato.

Con questa successione di tappe di montagna, i corridori riescono a mangiare a sufficienza?

In linea di massima i nostri corridori riescono a mangiare tutto, anche perché il solo giorno di riposo non basterebbe per colmare il deficit calorico accumulato nei tre giorni precedenti. Abbiamo la fortuna di utilizzare gli integratori di Never Second. Integratori che col tempo sono stati perfezionati, grazie alla continua collaborazione, proprio per fornire soluzioni pratiche, che rendono più facile il raggiungimento della quota di carboidrati all’ora necessaria.

Quando “si fa la tappa” in Bahrain si utilizzano le malto con più carbo, come quelle da 90 grammi in foto
Quando “si fa la tappa” in Bahrain si utilizzano le malto con più carbo, come quelle da 90 grammi in foto
Cosa intendi per soluzioni pratiche?

Intendo contare i carboidrati introdotti. Barrette, gel e maltodestrine forniscono sempre 30 grammi di carboidrati. In più essendo soluzioni isotoniche, non causano problemi gastrointestinali. In Bahrain abbiamo a disposizione anche delle maltodestrine che contengono addirittura 90 grammi di carboidrati. Queste sono molto utili per le tappe più impegnative, in cui i corridori necessitano di tanta energia, ma tra salite dure e discese tecniche, non hanno molte occasioni per rifornirsi. In questi casi, è sufficiente bere una borraccia di malto con 90 grammi di carboidrati isotonici, insieme a un gel, per soddisfare il fabbisogno di carboidrati all’ora, senza rischiare di appesantire lo stomaco.

Ma come varia quindi l’integrazione tra una tappa e l’altra?

Studiamo dei programmi personalizzati per ciascun atleta, perché l’integrazione dipende da diversi fattori: la temperatura, la tipologia di atleta, la tattica di gara, la sua condizione fisica nei giorni precedenti, e quello che lo aspetta il giorno successivo. Un corridore di classifica per esempio può passare da 120 grammi di carbo all’ora in una tappa di montagna, a 70-80 grammi/ora in una tappa di pianura, dove invece risparmia energie. Un corridore che invece va in fuga nella stessa tappa di pianura, avrà un consumo nettamente superiore al corridore di classifica, quindi in base alla tattica di gara, viene fatto anche il programma nutrizionale.

Capita che nella terza settimana venga meno la voglia di mangiare per stanchezza?

Ottima domanda, in effetti nel tempo ci si stufa. Per questo insieme allo chef abbiamo elaborato un menù ricco di ricette alternative a pasta, riso e porridge. Versioni facili da digerire di pasta all’amatriciana, al ragù, al pesto, risotti vari e dessert vengono preparati dallo chef quotidianamente nel nostro grande food track. Spesso quando i corridori non riescono a mangiare tutta la pasta, prendono magari più dessert, così compensano. In gara invece per variare un po’ sapore e consistenza, ci sono sempre banane, ricecakes, paninetti, preparati con ricette per garantire soprattutto una buona quantità di carboidrati.

I carboidrati sono importanti, ma anche le proteine hanno il loro peso
I carboidrati sono importanti, ma anche le proteine hanno il loro peso
Abbiamo parlato dei carboidrati, ma le proteine possono aiutare il recupero?

Generalmente tendiamo a coprire il fabbisogno proteico con lo shake del recupero all’arrivo e il pasto dopo gara. Questo è sempre personalizzato, in base alle preferenze dell’atleta ed è composto da un paio di fonti proteiche alimentari di qualità, come il tonno, il pollo o le uova. In gara invece non c’è la necessità di consumare proteine, quindi la priorità restano i carboidrati.

L’idratazione invece come viene monitorata?

Cerchiamo sempre di ricordare ai corridori di idratarsi durante tutta la giornata, gara compresa. Attraverso i questionari poi calcoliamo quanto si sono idratati in totale e all’ora, e capiamo se il corridore ha bisogno di integrare con dei sali, che magari consuma a cena o a colazione se necessario. È importante partire con il giusto stato di idratazione, per prevenire l’insorgenza di crampi e il calo della performance.

Infine la caffeina è utilizzata?

La caffeina è utile per ridurre la percezione della fatica sia fisica che mentale, ma proprio per evitare che peggiori la qualità del sonno e del recupero, tendenzialmente viene usata solo quando si punta alla gara o si affronta una fase di gara in cui bisogna essere attenti e reattivi.

Nitrati e vasodilatazione: davvero fanno andare più forte?

15.08.2023
5 min
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Una parola tira l’altra. Così quando qualche giorno fa abbiamo parlato con Laura Martinelli del bicarbonato, l’attenzione è caduta su un altro termine di cui negli ultimi tempi si parla parecchio in gruppo: i nitrati. Le squadre più grandi, che hanno alle spalle delle equipe di ricerca, aprono spesso la strada per le altre, creando delle mode e dei miti che gli anni poi collocano nella giusta dimensione.

Così, allo stesso modo in cui qualche tempo fa si parlava diffusamente dei chetoni, oggi l’attenzione si è spostata sui nitrati. Pare siano un modo naturale per andare più forte e di conseguenza se ne fa un gran parlare. Di cosa si tratta? Lo abbiamo chiesto nuovamente alla nutrizionista del Team Jayco-AlUla, riprendendo il discorso interrotto l’ultima volta.

Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, da quest’anno è alla Bike Exchange
Laura Martinelli, veneta, è da due stagioni nutrizionista al Team Jayco-AlUla
Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, da quest’anno è alla Bike Exchange
Laura Martinelli, veneta, è da due stagioni nutrizionista al Team Jayco-AlUla
Che cosa sono i nitrati?

I nitrati sono dei precursori dell’ossido nitrico, che il nostro corpo produce in maniera autonoma. L’ossido nitrico è fondamentalmente un vasodilatatore di base, che quindi favorisce il flusso di ossigeno. Così da un lato migliora l’ossigenazione a livello muscolare, dall’altro riduce la pressione sanguigna, perché appunto vasodilata. I capillari si ampliano e indirettamente si riduce il consumo di ossigeno durante l’esercizio.

Che cosa vuol dire?

Vuol dire che praticamente per fare la stessa strada o produrre lo stesso lavoro, consumo di meno. Il corpo diventa più efficiente e quindi i vantaggi in uno sport di endurance come il ciclismo sono notevoli. Non sono pratiche antiche come il bicarbonato, però mi sono laureata ormai 15 anni fa e si studiava già il nitrato, ritenuto in classe di evidenza B. Tutti gli integratori sono classificati per classe di evidenza. La A è quella con più evidenza e attualmente sia il bicarbonato sia il nitrato sono in classe di evidenza A: ce ne sono solo sei in quella categoria. Quando studiavo io, il nitrato era in classe evidenza B, per dire che negli ultimi 15 anni si è guadagnato la pole position fra le evidenze. Quindi non è più un… giovanotto neanche il nitrato, tutto sommato.

I nitrati sono presenti anche nel rabarbaro, il cui succo viene usato al pari di quello di barbabietola
I nitrati sono presenti anche nel rabarbaro, il cui succo viene usato al pari di quello di barbabietola
La ricerca ha avuto degli avanzamenti di recente oppure siamo fermi alle conoscenze di 15 anni fa?

Siamo fermi a 15 anni fa, perché si somministra sotto forma di estratto o succo concentrato di barbabietola (foto Salus, in apertura). Perché costa meno rispetto ad altre verdure che contengono nitrato e quindi l’industria ha scelto fondamentalmente la barbabietola o il rabarbaro, perché sono due verdure particolarmente economiche. Però non ci sono stati, come nel caso del bicarbonato, tentativi o reali miglioramenti a livello tecnologico. Cioè gli “shottini” di barbabietola c’erano 15 anni fa e sono gli stessi che ci sono adesso.

Quando nel 2010 arrivò il Team Sky e fece ridere tutti con i suoi succhi, fra cui la barbabietola, in realtà puntavano già a questi vantaggi?

Sì, perché appunto 13 anni fa il Team Sky fu il primo ad avere accesso diretto alla letteratura scientifica, avendo capito i vantaggi dell’innovazione in questo ambito. I primi studi risalgono a una ventina d’anni fa e loro ci sono arrivati subito.

Il Team Sky fu il primo ad aprire la porta sull’uso dei nitrati nei suoi succhi (foto Team Sky)
Il Team Sky fu il primo ad aprire la porta sull’uso dei nitrati nei suoi succhi (foto Team Sky)
I nitrati danno vantaggi durante la quotidianità o vi si fa ricorso anche in gara?

Anche in gara, infatti come dicevo ci sono gli “shottini”, per quanto magari per alcuni siano un po’ scomodi perché sono rigidi. Comunque vengono utilizzati anche in gara, perché anche in questo caso l’effetto dura 2-3 ore, quindi anche se li prendo prima, soprattutto nelle gare maschili, devo prenderli anche a metà.

Funzionano allo stesso modo per tutti?

Dipende, perché bisogna valutare la risposta individuale. Si prendono prima e durante per le gare più importanti. Si fanno anche cicli di 2-3 giorni di carico nel periodo precedente la gara.

Nell’ambito delle tre settimane di un grande Giro, il vantaggio è sensibile? In cosa consiste?

Secondo me, niente fa la differenza da solo. Invece queste piccole cose, se messe assieme, possono dare un reale vantaggio. Quindi mentre il bicarbonato va sicuramente preso nelle tappe chiave, perché ha un effetto in acuto sulla performance, nel caso del nitrato va preso per dare un sostegno quando si è particolarmente stanchi. Quindi magari non nelle tappe cui si punta, ma al contrario nei giorni di maggiore affaticamento, in modo da aumentare il supporto. Premettendo che secondo me tutto va periodizzato, perché se lo prendo tutti i giorni, il corpo si impigrisce e si perde efficacia.

Uno degli esempi di shot di barbabietola presenti sul mercato in boccettine
Uno degli esempi di shot di barbabietola presenti sul mercato in boccettine
Queste sono prassi adottate ormai in tutte le squadre?

Secondo me, chi prima chi dopo, ci si arriva tutti. Anche se la squadra ha medici e nutrizionisti preparati, ogni volta che un corridore cambia squadra, diffonde le competenze del team da cui proviene. Lui racconta, il nuovo team si informa e alla fine tutti fanno le stesse cose.

Nella tua dimensione di ricercatrice c’è questa voglia di andare a scovare questo tipo di supplementi?

Sicuramente sì, tuttavia serve un contatto col mondo scientifico, nel senso che l’intuizione può arrivare dal campo, perché spesso la pratica arriva prima della teoria, però per comprovare l’intuizione serve il mondo accademico. Un aspetto che secondo me manca tanto nel ciclismo attuale, che invece alcune squadre hanno. L’appoggio del mondo accademico potrebbe essere lo step che ti fa fare il salto di qualità e di farlo prima degli altri.

In un grande Giro i succhi contenenti nitrati si usano prima delle tappe, ma anche durante
In un grande Giro i succhi contenenti nitrati si usano prima delle tappe, ma anche durante
La differenza fra chi innova e chi si allinea, insomma…

Quando 13 anni fa Sky ha iniziato a usare i nitrati, aveva un vantaggio che gli altri ancora non avevano. Poi ci sono arrivati anche gli altri. Noi abbiamo alle spalle l’Università australiana e stiamo lavorando a una collaborazione che ci permetta di avere vantaggi nei prossimi anni. Stiamo cercando di creare una sinergia che al momento è ancora parziale, perché gli australiani sono più concentrati sul ciclismo su pista che sulla strada. Ma questo è un fronte cui Brent Copeland (team manager della Jayco-AlUla, ndr) tiene moltissimo, perché ne ha capito proprio l’importanza.

Abbiamo frugato nelle tasche dei corridori…

01.08.2023
5 min
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Questa volta abbiamo letteralmente frugato nelle tasche dei corridori! Cosa ci mettono prima di partire? Ad offrirci le tasche, appunto, sono stati Cristian Scaroni e Mattia Cattaneo.

Al Tour de Pologne il corridore dell’Astana-Qazaqstan ci ha fatto vedere come si parte prima di una frazione non troppo dura. Nelle sue tasche ci sono tre barrette, un incarto con la stagnola, un gel e chiaramente le borracce, che il massaggiatore sta giusto preparando a ridosso del via.

Cristian Scaroni, prima del via al Giro di Polonia prepara con cura le sue scorte
Cristian Scaroni, prima del via al Giro di Polonia prepara con cura le sue scorte

Parte solida

Con Scaroni partiamo dalla parte solida, che in questo momento, appunto quello che precede il via e la prima metà della corsa, è la parte dominante. Se non altro perché tendenzialmente è la parte che viene consumata per prima.

«La tappa – spiega Scaroni – non è troppo impegnativa e si prevede che non ci sarà un grandissimo dispendio energetico. Il quantitativo dei rifornimenti che avete visto è per le prime due ore, massimo due ore e mezzo. Poi infatti prenderemo il sacchetto».

Le tasche di Scaroni contengono un bel po’ di cibo, specie se si pensa che è “solo” per le prime due ore. Cristian ci spiega come vanno presi i singoli prodotti e soprattutto con quale cadenza.

«Ognuno – dice il bresciano – ha la sua strategia nutrizionale. In previsione di una partenza che in teoria non dovrebbe essere troppo veloce, prenderò una barretta proteica nella prima ora e poi andrò a consumare le altre due prima del rifornimento. E così la rice cake (che era quell’involucro nella carta stagnola di cui vi dicevamo, ndr)».

Resta dunque il gel. Scaroni conferma la nostra ipotesi e cioè che è una sorta di gel di sicurezza. Se si dovesse partire forte e quindi bruciare di più, o se non dovesse prendere il sacchetto al rifornimento, se una parte del contenuto dovesse cadere… un gel in tasca c’è.

«Ma soprattutto – spiega – quel gel fa comodo nel caso in cui la corsa dovesse diventare più dura all’improvviso. A quel punto servirebbero più zuccheri e si farebbe più difficoltà a mangiare cibi solidi».

La parte liquida

Prima Scaroni ha parlato di rifornimento. E lì cosa troverà? Nel sacchetto ci saranno un paio di barrette, ma soprattuto gel, delle più masticabili rice cake e altre borracce con le maltodestrine e la caffeina pensando al finale di corsa. A volte, va detto, il corridore non mangia proprio tutto: qualcosa getta strada facendo.

«Ho una borraccia di sali e una di maltodestrine, integratori che ci fornisce Named – spiega Scaroni – Ognuno di noi identifica col proprio nome la borraccia, perché ognuno ha delle composizioni diverse: c’è chi vuole più malto e chi più fruttosio. Io per questa tappa che, ripeto, è abbastanza facile, non metto troppi zuccheri quindi: faccio due borracce di malto. E queste due vanno bene per tutta la tappa».

Scaroni opta per 40 grammi di malto e 20 di fruttosio. A queste due borracce si aggiunge dell’acqua liscia. Questa entra in scena quando terminerà la prima borraccia.

Cristian prosegue: «La prima borraccia che solitamente assumo è quella dei sali. A quel punto la sostituirò con una di acqua semplice che andrò a prendere all’ammiraglia. Di solito preferisco prendere prima i sali, soprattutto in questo Tour de Pologne in cui non fa molto caldo, ma la cosa è soggettiva».

Tappa più dura?

Tutto quello che ci ha detto Scaroni va bene se la frazione è abbastanza facile. Ma se invece l’altimetria è un po’ più esigente, come si fa? Cosa varia? A spiegarcelo è Mattia Cattaneo. Anche il corridore della Soudal-Quick Step ci apre le sue tasche.

La questione è molto soggettiva, spiegava Scaroni, infatti Cattaneo non prende il sacchetto e parte con le tasche piene per coprire l’intera frazione. Punta molto più sui gel, se ne contano ben tre al via. Ma qualcosa integrerà anche con le borracce che prenderà lungo la strada dai massaggiatori.

«Parto – dice Mattia – con tre gel da 45 grammi di carbo l’uno e due caramelline che ne contano quasi 30. A questo aggiungo una borraccia da 90 grammi da un’ora e mezza. Ma nelle tappe più esigenti aumento un po’ i carbo. Quindi una borraccia l’ora da 60 grammi di carbo per arrivare ai 110 grammi l’ora con il gel o la mezza barretta. Ma personalmente mi aiuto molto con le caramelle che si deglutiscono facilmente».

Cattaneo parla poi del rifornimento. Non lo prende quasi mai perché lo ritiene pericoloso, specie nel ciclismo moderno. Senza contare che si va spesso forte.

«Preferisco partire con tutto il necessario nelle tasche. Il rifornimento è sempre un momento delicato. Alla fine con tre barrette in più sei apposto per tutta la tappa. Eccetto alla Sanremo… in cui dovresti partire con lo zainetto!».

L’integrazione di Tadej: carbo, caffeina e succo di barbabietola

18.07.2023
4 min
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SAINT GERVAIS MONT BLANC – La cronometro individuale di oggi, come ci ha detto ieri Adriano Malori, potrebbe essere decisiva. Va preparata a puntino sotto ogni aspetto. Da quello tecnico a quello alimentare e dell’integrazione. Lo staff di Tadej Pogacar ieri era a pieno regime in tal senso. I meccanici erano sulle bici e i nutrizionisti già pensavano al piano alimentare per oggi.

Gorka Prieto-Bellver è appunto il nutrizionista della UAE Emirates e sa bene che in tutto ciò gioca un ruolo centrale l’integrazione. Il loro partner ufficiale è Enervit. Prieto-Bellver ci mostra come e quali sono gli integratori principali che entrano in gioco oggi pomeriggio e come questi si conciliano con l’alimentazione.

Ricordiamo che è una crono particolare: viene dopo il giorno di riposo, è esplosiva ma non si può andare a tutta dall’inizio alla fine. Ed in più il caldo si fa sentire anche a queste latitudini. Non è insopportabile, ma c’è. Senza contare che è elevato il tasso di umidità.

Gorka Prieto-Bellver, nutrizionista della UAE Emirates, team che lavora con Enervit
Gorka, come si prepara a livello di alimentazione e integrazione questa cronometro?

Iniziamo alla mattina. Gli prepariamo un succo di barbabietole che contiene un’alta quantità di nitrati. Questi aumentano il flusso sanguigno e sono ideali per una crono così corta ed esplosiva. Poi fanno una colazione un po’ diversa.

Cosa intendi?

Sostanzialmente che è minore per quantità. Mangiano le stesse cose degli altri giorni (cerali, omelette…, ndr) ma di meno proprio perché ci sono da fare meno ore. E la stessa cosa a pranzo (riso e piccolissime dosi di proteine, ndr). A quel punto prendiamo Enervit Isocarb.

Quando lo prendono di preciso?

All’inizio del riscaldamento. Noi glielo prepariamo con del ghiaccio, come fosse una granita, anche per rinfrescare i ragazzi. Assumono una borraccia preparata con 50-60 grammi di carboidrati in rapporto 2:1, glucosio e fruttosio. Successivamente prendono anche la caffeina durante il riscaldamento. Pronti per spingere meglio poi durante la gara.

E’ noto che lo sloveno soffre il caldo, l’integrazione dei sali minerali è importantissima per lui
E’ noto che lo sloveno soffre il caldo, l’integrazione dei sali minerali è importantissima per lui
Anche per la caffeina: quando e quanta ne prendono?

La assumono 45′-50′ prima dello sforzo e la prendono in base al peso del corridore. Noi ci regoliamo sui 3 milligrammi per chilo.

Questa Gorka è senza dubbio una crono particolare. Ieri in conferenza stampa Pogacar stesso ha detto che si aspetta una durata di circa 25′ quindi è corta, ma non cortissima, in più viene dopo il giorno di riposo. Cosa cambia per il nutrizionista in tal senso?

Alla fine cambia poco, cambiano solo le quantità di cibo. Abbiamo aggiustato le grammature di cibo per ognuno dei nostri atleti sempre in base al peso e quanto hanno fatto oggi (ieri per chi legge, ndr), vale a dire una pedalata di circa un’ora e mezza.

E dopo la crono come si rientegra?

Prima utilizziamo gli integratori, quindi maltodestrine e proteine, e poi integriamo con il cibo che normalmente c’è a tavola, le cui quantità variano in base alla tappa fatta.

Durante il riscaldamento pre-crono, l’integrazione vive un passaggio fondamentale (foto Instagram)
Durante il riscaldamento pre-crono, l’integrazione vive un passaggio fondamentale (foto Instagram)
Invece alla vigilia per quanto riguarda l’integrazione cosa hanno preso?

Il magnesio di Enervit, un ottimo prodotto. Ed è una cosa che facciamo sempre, non solo per la crono, anche perché questo li aiuta a rilassare il muscolo.

Per quanto riguarda l’idratazione cosa vedremo? Avranno la borraccia?

E’ da valutare. In teoria fino a 40′-45′ non hanno bisogno d’integrazione, anche perché già partono col pieno. Ma dipende anche da cosa dice il biomeccanico: serve o no, in base anche a chi fa la crono forte, se serve ridurre il peso oppure no. Ma in quel caso mettiamo dell’acqua o al massimo un po’ di Isocarb. Ma, ripeto, se questa crono è inferiore ai 45′ non serve prendere carboidrati.

Contro il caldo arrivano le SuperHydro Tabs

15.07.2023
3 min
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L’estate, ma soprattutto il caldo, ci costringono ad una maggiore cura dell’alimentazione e dell’integrazione una volta in bici. Allenarsi ad alte temperature diventa complicato ed il corpo ha bisogno di un maggior sostegno. Generalmente in questo periodo dell’anno si preferisce accantonare i cibi solide a favore dell’integrazione liquida. EthicSport porta il suo supporto anche a questo campo, grazie alle SuperHydro Tabs. 

Le Tabs di EthicSport aiutano l’atleta a reintegrare i liquidi e gli elettroliti dopo sforzi ad alta intensità
Le Tabs di EthicSport aiutano l’atleta a reintegrare i liquidi e gli elettroliti dopo sforzi ad alta intensità

Idratazione

Bere diventa importante durante gli allenamenti, ma non basta solamente l’acqua, si deve passare anche attraverso degli integratori. Le SuperHydro Tabs di EthicSport sotto questo aspetto sono un ottimo prodotto. Si tratta di un integratore idrosalino in compresse, che non contiene zuccheri aggiunti. La loro formulazione speciale consente un’ottima idratazione, aumentando l’assorbimento di acqua durante l’allenamento, anche ad alta intensità. 

Il corretto bilanciamento tra sodio, potassio, magnesio, calcio e cloro permette di avere una soluzione che apporta 487 milligrammi di elettroliti, per compressa. Mentre, le vitamine B1, B2 e B6 contribuiscono a ridurre il senso di affaticamento e aiutano a mantenere il normale livello di metabolismo energetico.

Ogni Tabs apporta 487 milligrammi di elettroliti
Ogni Tabs apporta 487 milligrammi di elettroliti

Utilizzo e dati

Le SuperHydro Tabs sono un prodotto indicato per chi svolge attività fisica ad alta intensità e per un periodo prolungato. La loro funzione principale viene svolta durante l’attività, aiutando l’atleta a reintegrare liquidi ed elettroliti. La vitamina B1 contribuisce anche alla normale funzione cardiaca, mentre la B6 aiuta alla normale formazione di globuli rossi. 

EthicSport consiglia di sciogliere una SuperHydro Tabs in circa 500 millilitri d’acqua e di assumere il prodotto ad intervalli regolari di 15-20 minuti.

L’integrazione delle SuperHydro Tabs diventa fondamentale per farsi trovare pronti nel finale della corsa (foto Rodella)
L’integrazione delle SuperHydro Tabs diventa fondamentale per farsi trovare pronti nel finale della corsa (foto Rodella)

L’esperienza di Villa

Giacomo Villa, atleta della Biesse Carrera utilizza i prodotti di EthicSport durante le gare e gli allenamenti (nella foto di apertura Villa durante il GP Capodarco).

«Le SuperHydro Tabs ci vengono fornite quando inizia a fare caldo – racconta – personalmente le utilizzo sia prima della gara che durante. Nel tratto di trasferimento che dall’hotel ci porta alla partenza sciolgo una Tabs in una borraccia. Questo mi aiuta ad idratarmi al meglio prima della partenza. Una volta in gara, invece, utilizzo questo prodotto in abbinamento con le maltodestrine. Sono un ottimo supporto, soprattutto nella parte finale della corsa. Aiuta a prevenire i crampi e senti il muscolo che rimane sciolto, non si contrae. Altra cosa fondamentale: è un prodotto che si riesce a gestire bene, le dosi sono già pronte nelle Tabs ed in più il gusto è piacevole».

EthicSport

Giro Next Gen, i rifornimenti della Biesse-Carrera

13.06.2023
5 min
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AGLIE’ – Nel parcheggio ai piedi di questo paesino non troppo lontano da Ivrea è iniziato il Giro Next Gen. Una cronometro che ha portato la prima maglia rosa sulle spalle di un solido Alec Segaert. L’asfalto scotta ed i bus delle squadre, più o meno grandi, più o meno capienti, creano zone d’ombra che diventano oasi in questo deserto di cemento. La Biesse-Carrera ha un camper, i ragazzi arrivano alla spicciolata e si mettono a far girare le gambe sui rulli. Tutto intorno è pieno di prodotti EthicSport pronti per l’uso.

Una panoramica sui prodotti di EthicSport utilizzati dalla Biesse-Carrera
Una panoramica sui prodotti di EthicSport utilizzati dalla Biesse-Carrera

Il supporto di EthicSport

In giornate così calde, dove tutto si concentra in uno sforzo massimale racchiuso tra gli undici e i dodici minuti, ogni dettaglio è estremamente importante. L’alimentazione e l’integrazione giocano un ruolo importante, perché i ragazzi oggi devono avere le batterie cariche.

EthicSport affianca gli atleti della Biesse-Carrera dallo scorso anno, una collaborazione che si fonda su solide basi. D’Amato (foto di apertura) scende gli scalini e si mette sulla bici, una sacchetta con del ghiaccio sulle spalle e parla. La cronometro è il punto di partenza, ma i corridori sono attesi a prove ben più impegnative, che richiedono altri rifornimenti e una diversa supplementazione.

Durante il lungo settimanale D’Amato simula anche l’alimentazione gara, per allenare lo stomaco (foto Biesse-Carrera)
Durante il lungo settimanale D’Amato simula anche l’alimentazione gara, per allenare lo stomaco (foto Biesse-Carrera)
Intanto prima di una cronometro corta come questa (9,4 chilometri) che prodotti utilizzi?

Durante il riscaldamento, che oggi dura circa 45 minuti, consumo una borraccia con Super Dextrin. L’apporto è di una sessantina di grammi di carboidrati, considerando anche una buona colazione prima. Poi prendo un paio di gel: il primo è il Super Dextrin senza caffeina e poi uno di Energia Rapida questa volta con caffeina, 100 milligrammi.  

Invece quando sei in una corsa in linea?

Nella borraccia metto sempre una dose di Super Dextrin, ora con il caldo nell’altra metto un po’ di sali, generalmente una tabs di Super Hydro. Nelle prime due ore di corsa mangio qualche barretta Energy, che danno un apporto di 25 grammi di carboidrati l’una. In quelle che sono le prime fasi di corsa consumo 100 grammi di carboidrati l’ora. Una borraccia di Super Dextrin che porta 50 grammi di carboidrati e due barrette per completare. 

Nelle fasi conclusive?

Quando la corsa si accende, parliamo ovviamente di gare in linea e non di crono, passo ai gel. Le nostre gare durano mediamente sulle quattro ore, dalla seconda in avanti preferisco l’integrazione liquida. Nel conto delle due ore finali di gara prendo quattro gel Super Dextrin senza caffeina, che apportano 27 grammi di zuccheri ciascuno. Ad essi aggiungo uno, massimo due gel Energia Rapida, che invece hanno caffeina. 

Per l’allenamento, quando fai lungo simuli la gara anche per l’alimentazione?

Devo tenere allenato anche lo stomaco, per il consumo di carboidrati, quindi sto sempre sui 60-70 grammi l’ora. Un po’ meno di quanto faccio in gara, ma sempre una buona quantità. Anche in questo caso prendo i vari gel, sempre nelle solite quantità.

E nei giorni di scarico?

I miei allenamenti di scarico rimangono sull’ora e mezza, massimo due. Mi porto dietro una o due barrette da consumare all’occorrenza, per mantenere sempre un buon livello di integrazione. 

Quando l’allenamento è più breve ma intenso?

In quel caso vado con gel, non appesantiscono lo stomaco e simulo la fase finale di una gara. 

Il recupero post gara?

Qui al Giro recupereremo con proteine e aminoacidi, come prodotti utilizziamo il Recupero Extreme e le proteine isolate di XTR. Il primo per dose cioè 50 grammi, ha 36 grammi di carboidrati di cui 25 grammi di zuccheri. L’XTR, invece, per una dose, che corrisponde a 30 grammi dà 22 grammi di proteine.

Laura Martinelli: «Una crono da fare… a secco»

14.05.2023
4 min
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E’ oggi il grande giorno della crono di Cesena che potrebbe essere addirittura decisiva per il Giro d’Italia. Di certo dopo questa tappa avremmo la classifica con la quale si determinerà l’andamento tattico del resto della corsa rosa. E una tappa così importante va preparata al meglio in ogni suo aspetto, tra questi l’alimentazione.

Laura Martinelli, nutrizionista della Jayco-AlUla, lo scorso hanno ci ha spiegato nel dettaglio il pre-crono. Come ci si alimenta, quanto, quando… E abbiamo imparato l’importanza di tenere a bada il peso soprattutto con la gestione di carboidrati e fibre. Va tenuta sotto controllo la ritenzione idrica. Pertanto poche verdure e i carboidrati quelli giusti al momento più opportuno. Ma nel durante? Cosa mangia un corridore in quei circa 40′ di sforzo?

Per darvi una piccola anticipazione vi consigliamo di notare la foto di apertura. Nell’immagine Eddie Dunbar, uomo di classifica della Jayco, è senza borraccia nella crono dei Trabocchi.

Una crono da fare “a secco”. Oggi pomeriggio probabilmente non vedremo le borracce per De Marchi e compagni
Una crono da fare “a secco”. Oggi pomeriggio probabilmente non vedremo le borracce per De Marchi e compagni
Laura, la crono da Savignano sul Rubicone a Cesena è tutta piatta e misura 35 chilometri. Come si alimenteranno i tuoi atleti?

Ci sono diverse scuole di pensiero per una crono di questa durata: alimentarsi o non farlo. Io ovviamente riporto quanto facciamo noi in Jayco-AlUla. E i nostri atleti per una crono così non mangeranno, né berranno nulla. In teoria la durata, sulla carta, potrebbe prevedere un’idratazione ma le temperature non sono così elevate, quindi si può fare anche senza.

Addirittura una crono così senza bere…

Può capitare di doverlo fare, ma in una crono più calda. Ed è già capitato in prove di simile lunghezza, ma con altre temperature. Però non è questo il caso di oggi (tra l’altro dovrebbe piovere, ndr). Il progetto è quello di non assumere nulla e massimizzare al massimo la prestazione (sia aero che metabolica, ndr). E si può fare perché se anche il corridore arrivasse in uno stato di lieve disidratazione, avremmo comunque tantissimo tempo per recuperare in vista della tappa successiva.

Tanto più che subito dopo c’è il giorno di riposo…

Esatto. Ma comunque in 40 minuti di sforzo il corridore non potrà mai disidratarsi così tanto, soprattutto se l’avvicinamento è stato fatto bene.

La crono Savignano sul Rubicone-Cesena (Technogym Village) misura 35 km
La crono Savignano sul Rubicone-Cesena (Technogym Village) misura 35 km
Immaginiamo che a questo punto il pre-crono assuma maggior importanza…

Esatto, bisogna impostare un pre-gara sapendo che in corsa non si dovrà né bere, né mangiare.

E quindi come ci si comporta?

Il pre-crono alimentare varia ed è più rinforzato: sia sotto l’aspetto dei carboidrati che dei liquidi – sali minerali e acqua – mentre il timing è sempre lo stesso. Di fatto aumentano le porzioni.

E di quanto aumentano queste quantità?

Del 20-30 per cento, un bel po’.

Come mai così tanto visto che comunque parliamo di uno sforzo di 40′-45′?

Proprio perché ce la giochiamo al limite. Andiamo senza mangiare e senza bere, dobbiamo essere pronti fisicamente. Ma in qualche modo andiamo ad “ingannare “ anche il cervello: lo possiamo fare perché si ha la certezza di non raschiare il barile in quanto la durata dello sforzo è limitata. Quando c’è una rapida diminuzione delle scorte di glicogeno il cervello invia un segnale di allarme al corpo, come se gli dicesse: “Vai più piano, perché l’energia non basta”. Pertanto l’obiettivo è proprio quello di partire con la gamba pienissima.

Alla Vuelta 2022 la crono di Alicante era di 31 km, con temperature più alte. I corridori (qui Sivakov) utilizzavano le borracce e le malto
Alla Vuelta 2022 la crono di Alicante era di 31 km, con temperature più alte. I corridori (qui Sivakov) utilizzavano borracce e malto
Chiaro…

In questo modo anche se c’è una riduzione rapida delle scorte di carboidrati a livello cerebrale, non arriva questo segnale di allarme, che inconsciamente farebbe rallentare il corridore, perché c’è molta più scorta. Sia chiaro: non è una teoria scientifica, ma si tratta di tante esperienze raccolte sul campo nel corso degli anni.

E chi invece appartiene all’altra scuola? Quella dell’alimentazione durante questa crono?

E’ presumibile che metta delle maltodestrine da sorseggiare nella borraccia o possa prendere anche un gel. Di certo non c’è bisogno, né spazio per un’alimentazione solida. 

E in questo caso l’alimentazione pre-crono com’è?

Più lineare. Il corridore resterà più leggero nel suo avvicinamento. Farà un avvicinamento standard perché compenserà il dispendio energetico e idrico durante prova.

Dal Romandia a Pescara, la settimana di Zana

06.05.2023
4 min
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Come ci si alimenta tra Romandia e Giro d’Italia? A guidarci in questo “viaggio” è Filippo Zana (in apertura foto Pizzorni, ndr) che ci parla della sua esperienza. Il corridore della Jayco-AlUla da quest’anno lavora con Laura Martinelli, nutrizionista che spesso chiamiamo in causa.

Il campione italiano si appresta dunque ad affrontare il Giro. La settimana che precede una grande corsa a tappe è sempre particolare, dal punto di vista sia della preparazione che dell’alimentazione. C’è chi è ancora un po’ indietro col peso, chi non è la top con la forma. Ma di base quel che è fatto è fatto e quindi non si possono improvvisare né diete, né chissà quali allenamenti.

Il campione italiano in azione al Romandia. Per lui, che veniva direttamente dall’altura, un buon 17° posto
Il campione italiano in azione al Romandia. Per lui, che veniva direttamente dall’altura, un buon 17° posto
Filippo, raccontaci come è andata e come sta andando questa settimana dal punto di vista alimentare. Cosa hai mangiato subito dopo il Romandia?

Domenica sera sono tornato a casa, tra l’altro all’una di notte perché dopo la tappa sono rientrato da Ginevra al Veneto in macchina. Quindi ho mangiato sul bus la pasta che aveva preparato la squadra, poi strada facendo mi sono fermato a prendere un panino. Non il massimo, ma era chiaramente una necessità.

Dal lunedì come hai iniziato a regolarti?

Ho cercato di tenermi basso con le calorie e con i carboidrati soprattutto. Quindi ho dovuto mangiare poco.

Problemi di peso?

No, no… perché facendo poco bisognava mangiare poco. Ho cercato di aumentare un po’ le proteine e di affiancarci delle verdure. Però i carboidrati non li ho tolti del tutto perché bisognava anche recuperare tra una corsa a tappe ed l’altra. E non è facile, perché dopo una gara si ha sempre fame, ma bisogna mantenere il buon peso raggiunto.

Quindi rispetto alla tua colazione standard, per dire, cosa è cambiato?

A colazione direi non molto, semmai a pranzo. Come ho detto ho ridotto i carboidrati. Quindi ho tolto un po’ di pasta ed eliminato il pane.

Soprattutto nella prima parte della settimana, Zana ha aumentato l’introito di verdure
Soprattutto nella prima parte della settimana, Zana ha aumentato l’introito di verdure
Pasta in bianco o condita?

Con pomodoro semplice.

E in bici cosa hai fatto?

Lunedì ho fatto un’ora e mezza, super tranquilla. Martedì invece riposo totale. E per questo ho cercato di mangiare ancora un po’ meno. Mercoledì ho fatto due ore e mezza e poi sono partito per il Giro. A pranzo ho mangiato del salmone e delle gallette e anche in serata mi sono concesso un secondo.

E a quel punto dal giovedì ti sei affidato alle cure del team, sia per gli allenamenti che per il il cibo…

Esatto. E abbiamo ripreso a mangiare anche dei carboidrati. In pratica, fino al mercoledì c’è stato uno scarico di carboidrati, mentre da giovedì si è invertita la rotta. Anche perché giovedì abbiamo fatto tre ore abbondanti con dei piccoli lavori sui 5′ più intensi. Giusto per risvegliare l’organismo dopo tre giorni tranquilli.

Come è stato  questo aumento di carboidrati?

E’ un po’ particolare in questo caso perché il ritorno in corsa è una crono e alla fine si tratta di uno sforzo sì intenso, ma anche breve. Non è che si spreca chissà quanto. E anche le prime tappe non sono difficili e non essendoci un consumo esagerato non si esagera poi tanto con i carboidrati.

Zana e i suoi compagni quando prendono la pasta dal buffet della squadra la pesano già cotta
Zana e i suoi compagni quando prendono la pasta dal buffet della squadra la pesano già cotta
Facciamo allora un esempio concreto. Se di solito mangi 120 grammi di pasta, in questi casi quanta ne mangi?

Di solito per il peso quando siamo in squadra ci basiamo sulla pasta già cotta, perché quando ci arriva sul buffet chiaramente la troviamo così. Quindi prendo circa 300 grammi… e spero che non sia condita così significa che è di più!

Quanto varia questo apporto di carboidrati, tra la fase di scarico e quella di carico e ancora nei giorni in cui si inizia a correre?

Nella fase di scarico l’apporto dei carbo si riduce di un terzo (cosa che ribadisce anche la nutrizionista Martinelli, ndr). Durante le tappe molto dipende dalla lunghezza e dalla durezza della tappa. Perché anche se è corta ma ci sono 4.500 metri di dislivello è chiaro che il dispendio energetico varia. Per questo è difficile stabilire una quantità precisa. Bisogna mangiare per recuperare bene. L’obiettivo è avere le energie per il giorno successivo.

A livello di integratori invece, questa settimana come è stata gestita?

Classici aminoacidi e proteine e anche vitamina C e multivitaminici che vanno sempre bene.

Se quindi dovessi dire una cosa differente di questa particolare settimana pre-Giro d’Italia, che cosa diresti?

Che ho mangiato poco! E’ stata duretta, ma ho visto che in generale questi sacrifici fatti ne sono valsi la pena. L’ho visto anche in altura. Ho ottenuto dei miglioramenti. Quindi sono contento e lo faccio volentieri.

La strategia alimentare per le cotes della Doyenne

22.04.2023
5 min
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Liegi-Bastogne-Liegi: 258 chilometri e 4.450 metri di dislivello, la classica Monumento più dura. Tutto deve essere preparato a puntino e per correrla bene dal primo all’ultimo chilometro è importante attuare una valida strategia alimentare. Bisogna considerare gli strappi in successione, le pendenze a doppia cifra, le curve… In questa gara non è “facile” mangiare come in una Sanremo o anche in una Roubaix che, per quanto stressante, presenta stradoni larghi e piatti tra un settore e l’altro.

Strategia per la Doyenne, la decana delle classiche così è chiamata anche la Liegi, che noi chiediamo di illustrarci a Nicola Moschetti, nutrizionista in forza alla Bahrain-Victorious (in apertura @charlylopezph).

L’altimetria della Liegi: 258 km e tante cotes, concentrate soprattutto nella seconda metà quando si decidono i giochi
L’altimetria della Liegi: 258 km e tante cotes, concentrate soprattutto nella seconda metà quando si decidono i giochi
Nicola, la strategia alimentare per la Liegi…

Direi che parte già dal giorno prima con un apporto maggiore di carboidrati nell’arco dei tre pasti principali. Già a colazione si vanno a caricare i carbo. L’obiettivo è quello di completare le riserve di glicogeno, affinché si sia pronti per il giorno dopo. Quindi se a colazione un corridore solitamente manda giù 120 grammi di carboidrati, alla vigilia della Liegi ne prenderà 160-180. Poi dipende anche dal tipo di corridore, dall’obiettivo, dal suo ruolo… ma di base la regola è questa. Che poi soprattutto con le corse di un giorno e in Belgio, se si aumenta un filo di peso (i carbo possono dare ritenzione idrica, ndr) non è un problema. Guardate Pogacar che ha detto di correre queste prove con un chilo e mezzo in più!

A pranzo e a cena?

La stessa cosa: più carboidrati, cercando però di limare un po’ i grassi, ma non le proteine che aiuteranno il muscolo a non andare in sofferenza il giorno dopo. Quindi porzioni maggiori di riso o pasta. Un altro accorgimento è il “low fiber”, vale a dire quello di ridurre o addirittura eliminare le verdure, per agevolare l’assorbimento dei carboidrati.

Passiamo quindi alla corsa. Altimetria alla mano cosa consigli ai tuoi ragazzi?

Come accennavate anche voi, non è facile alimentarsi in una corsa del genere. Almeno non con i cibi solidi, come barrette, banane o rice cake. I cibi solidi, a seconda dei tratti e delle andature, non sono facili né da ingerire, né da digerire e quindi si tende a scegliere fortemente le maltodestrine disciolte nelle borracce. E anche i gel. Noi in Bahrain-Victorious per esempio usiamo le malto C90 della Neversecond, in cui C90 sta per 90 grammi di carboidrati. Vale a dire che in una borraccia ci sono disciolti 90 grammi di carboidrati.

Le malto Neresecond di cui parlava Moschetti. Ogni pack va disciolto in 500 ml di acqua, in pratica in una borraccia
Le malto Neresecond di cui parlava Moschetti. Ogni pack va disciolto in 500 ml di acqua, in pratica in una borraccia
E come vanno prese?

L’ideale è una borraccia l’ora, quindi 90 grammi di carbo, accompagnata da un gel o una rice cake, che ne contengono altri 30, per arrivare così ai 110-120 grammi l’ora di carboidrati che sono l’obiettivo. Va da sé che raggiungere 120 grammi con i cibi solidi sarebbe difficile: bisognerebbe prendere il corrispettivo di quattro barrette o rice cake l’ora. E anche se si deglutiscono bene, alla lunga è più complesso digerirle. Poi è chiaro che se si va piano, e quindi si spende meno, si può anche scendere al di sotto dei 120 grammi di carbo l’ora.

E immaginiamo cambino anche i tempi di assorbimento. I liquidi dovrebbero essere più rapidi…

Esatto e infatti non bisogna guardare troppo avanti: bisogna pensare che quel che serve è ora. Il problema è che spesso i corridori sono presi dalla gara e non è così scontato che mangino con costanza. Pertanto alla base serve la consapevolezza da parte loro. Devono avere una certa educazione alimentare. E questo vale soprattutto per i cibi solidi: che li mangino quando è possibile.

L’ultima “abbuffata” eventualmente di cibi solidi è prima della Redoute, quindi nell’ultima ora e mezza, ora e 20′ di corsa?

Sì, ma un gel dovrebbero prenderlo anche dopo. L‘obiettivo è quello di non arrivare scarichi di carbo nell’ultima ora. Pertanto l’assunzione di quei famosi 120 grammi è ancora più importante nell’ultima ora. E qui è importante che anche l’ammiraglia glielo ricordi. Di certo non devono prendere cibi solidi. In questa fase due gel e mezza borraccia vanno bene. Magari un gel può essere alla caffeina.

Roche aux Faucons è l’ultima cotes della Liegi. Potrebbe essere un momento chiave. Non bisogna arrivarci senza carboidrati in circolo
Evenepoel sulla Roche aux Faucons nel 2022: potrebbe essere un momento chiave. Non bisogna arrivarci senza carboidrati in circolo
La caffeina è usata in modo sempre più ponderato.

Riduce il senso di stanchezza. Ma è importante prenderla al momento giusto. Quando si assume questo gel bisogna farlo sapendo che il picco della caffeina arriva 40′-45′ dopo, quindi bisogna farsi i calcoli. Se il mio punto “X” è la Roche aux Faucons devo prendere quel gel alla caffeina 40′ prima che ci arrivi.

Nella strategia alimentare rientra anche l’idratazione. Hai parlato di malto e con l’acqua invece come la mettiamo?

Quando si prendono le maltodestrine nelle borracce, l’acqua è compresa e paradossalmente non serve. I corridori la cercano per variare un po’ il gusto. Quindi meglio semmai l’acqua nella prima parte accompagnata magari da qualche boccone solido.

La “lista della spesa” per la strategia per Liegi perciò prevede…

Sono circa sei ore di gara, quindi 5-6 borracce di malto, 3 rice cake, 6 gel (1-2 dei quali alla caffeina).