Performance: la forza della mente, il potere dell’inconscio

02.01.2025
5 min
Salva

FONDI – La performance, in ogni ambito della vita, non è mai il frutto di un solo elemento né tantomeno nel ciclismo. Allenamento, materiali, alimentazione, idratazione, tattica e team sono tutti fattori cruciali per raggiungere il massimo livello. Tuttavia, esiste un altro elemento che spesso viene trascurato, ma che può fare la differenza tra una buona prestazione e un risultato straordinario: la mente.

È qui che entra in gioco il metodo Brain Reset del dottor Ken West, un approccio rivoluzionario, che va oltre la psicologia, per liberare il potenziale umano attraverso il superamento dei blocchi mentali e il ripristino della consapevolezza razionale. Lo abbiamo incontrato durante un evento offroad e il suo metodo ci è parso davvero interessante, curioso e soprattutto valido.

West, laureatosi alla Oxford University, ha un curriculum gigantesco. Di base è un ottico, ma proprio con lo studio super approfondito della sua materia e tanta, tanta ricerca scientifica si è reso conto che dagli occhi non solo arriva la maggior parte delle informazioni per il cervello, ma che queste informazioni hanno delle strette relazioni con l’inconscio, la parte del cervello che non controlliamo.

L’incontro con il dottor West. Oggi lo scienziato collabora con l’Academy di Pirazzoli. Viaggia continuamente per il mondo
L’incontro con il dottor West. Oggi lo scienziato collabora con l’Academy di Pirazzoli. Viaggia continuamente per il mondo

Performance, equilibrio complesso

Ma restiamo nel nostro mondo e in questo caso partiamo dalla performance. Nel ciclismo agonistico, la performance è un “pacchetto” che richiede l’equilibrio perfetto tra diverse componenti. L’allenamento fisico fornisce la base, i materiali tecnologici ottimizzano l’efficienza, l’alimentazione e l’idratazione garantiscono energia e resistenza. Ma quando tutte queste variabili sono al massimo, è spesso la mente a determinare il risultato finale. A dare quel qualcosa in più.

Elisabetta Borgia, mental coach di atleti professionisti, ci ha spiegato più volte come il controllo della mente possa trasformare una prestazione. Giovanni Ellena, direttore sportivo di lungo corso, ha evidenziato come l’aspetto mentale abbia un impatto decisivo, tanto da spingerlo a studiare sempre più a fondo questo ambito.

Quando ci convinciamo di non poter affrontare un ritmo o un percorso, il nostro corpo risponde di conseguenza, limitando il potenziale. La sfida sta nel trasformare quelle convinzioni limitanti in opportunità per superare i nostri limiti.

Un passaggio tecnico o giudicato da noi stessi pericoloso si può risolvere agendo sull’incoscio
Un passaggio tecnico o giudicato da noi stessi pericoloso si può risolvere agendo sull’incoscio

Riprogrammare l’inconscio

Il dottor Ken West, con oltre 40 anni di esperienza nel campo della performance umana, ha individuato nell’inconscio il più grande ostacolo al miglioramento. L’inconscio, che controlla il 95 per cento delle nostre esperienze, è spesso influenzato da paure irrazionali e modelli di pensiero autodistruttivi che limitano la nostra capacità di agire. Il metodo Zero Reset, sviluppato dal dottor West, si basa sull’uso di strumenti ottici per eliminare questi blocchi e ripristinare la mente subconscia in uno stato di pensiero razionale. Proviamo a spiegare meglio…

Un aspetto centrale del metodo è l’utilizzo di immagini geometriche, che agiscono come chiavi per “sbloccare” il subconscio. Queste immagini aiutano a riconoscere e dissolvere paure profonde, come l’ansia da prestazione o il timore del fallimento. Il tutto, dura pochi minuti. Si tratta di vedere delle immagini particolari, appunto delle figure geometriche, su uno schermo. Non ha nulla a che fare sull’ipnosi, che agisce più sulla mente: qui l’occhio resta centrale.

Secondo il dottor West, affrontare queste emozioni attraverso un approccio strutturato è fondamentale per liberare il potenziale nascosto.

«Quando eliminiamo i blocchi – afferma West – troviamo una versione di noi stessi più libera e più capace. Più efficiente». Questo processo non è solo teorico, ma viene validato dai risultati ottenuti con atleti, artisti e imprenditori di successo in tutto il mondo. Pensate che West ha lavorato, e lavora, con atleti di oltre 40 discipline differenti. Atleti di vertice. Non ultimo un nuotatore italiano che veniva da un periodo di scarso rendimento e scarsa fiducia, ai recenti mondiali in vasca corta ha riportato ottime prestazioni. E in passato sempre West ha lavorato con ciclisti di vertice: Miguel Martinez, nella mtb che non lo ha mai nascosto, ma anche squadre che per anni hanno dominato il Tour de France tanto per capirci.

A volte basta pochissimo per superare i limiti della mente
A volte basta pochissimo per superare i limiti della mente

Oltre i limiti

Una volta compreso il funzionamento del metodo Zero Reset, l’applicazione pratica è sorprendentemente semplice. Gli strumenti energetici e le tecniche proposte dal dottor West aiutano gli individui a riconoscere i propri blocchi mentali e a superarli. Ad esempio, molti ciclisti si trovano paralizzati davanti a percorsi particolarmente impegnativi. Noi abbiamo visto dal vivo tutto ciò in un ambito legato alla mtb: questi ostacoli erano per esempi single track tecnici e ripidi, o drop alti… e la paura, ancor prima che l’incapacità tecnica di affrontarli, come era successo a chi veniva dopo una caduta per esempio. O la stessa voglia di uscire in bici dopo un brutto incidente. Ebbene, dopo aver eseguito lo sblocco mentale, gli interessati riuscivano ad affrontare questi tracciati con una nuova leggerezza e sicurezza. O tornavano ad avere voglia di pedalare. Con la performance ovviamente non basta dire: «Da domani reggo le ruote di Pogacar» e ci si riesce.

Questo approccio non si limita al superamento di ostacoli fisici. Nella vita quotidiana, lo Zero Reset aiuta le persone a gestire lo stress, risolvere conflitti e prendere decisioni con maggiore lucidità. In ambito sportivo, il metodo può rappresentare la svolta per chi si sente bloccato da convinzioni limitanti, come la paura di non riuscire a mantenere un certo ritmo o la convinzione di non essere all’altezza delle aspettative. Non è così, ma senza dubbio cambia l’approccio verso questo gap, questo limite. E magari una cosa che prima pareva impossibile, diventa potenzialmente possibile. Insomma la mente, o meglio, l’inconscio non dice “no” a priori (anche se magari noi non pensiamo che lo dica).

Liberarsi dai propri blocchi significa non solo migliorare la performance, ma anche accrescere il benessere personale. Il metodo Zero Reset ci ricorda che la mente è il nostro strumento più potente e che, se ben allenata, può portarci ovunque desideriamo. Per chiunque cerchi di migliorarsi, nel ciclismo o nella vita, questo potrebbe essere il primo passo verso una nuova consapevolezza e un successo senza precedenti.