Magagnotti finora in sordina? No, c’è solo da aspettare…

14.04.2025
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E’ probabilmente il prezzo che si paga ad essere considerato un predestinato: Alessio Magagnotti in questa stagione ha corso 5 volte, centrando una vittoria e due podi, eppure c’è chi considera il suo inizio stagione non pari alle attese, quasi deludente. E’ quasi una contraddizione in termini, ma conoscendo il suo grande valore considerando che il cambio di categoria è ormai alle porte, abbiamo voluto addentrarci nel discorso attraverso chi lo conosce bene e lo segue da tempo: il suo general manager Enrico Mantovanelli.

L’arrivo vittorioso di Magagnotti al Memorial Vangi, primo centro della sua seconda stagione da junior (foto Fruzzetti)
L’arrivo vittorioso di Magagnotti al Memorial Vangi, primo centro della sua seconda stagione da junior (foto Fruzzetti)

«So che c’è chi considera il suo inizio stagione un po’ in sordina – esordisce il responsabile dell’Autozai Contri – ma io non mi sono mai preoccupato. Perché i risultati vanno valutati. Il suo inizio stagione è stato caratterizzato soprattutto dalla sfortuna».

In quale misura?

Alla prima gara, il GP Baronti, alla fine gli ho detto che aveva assommato tutti i problemi meccanici che normalmente si mettono insieme in un anno… Al Giro delle Conche era in fuga con altri due ragazzi ed ero convinto che alla fine avrebbe portato a casa il successo e che ti va a succedere? I tre sbagliano strada e la gara va a farsi benedire. Poi alla Piccola Liegi delle Bregonze cade e gli mettono 5 punti sul mento, eppure il giorno dopo era già in bici. Alla fine la vittoria al Memorial Vangi, al di là del suo valore, è stata una liberazione.

Il podio del Memorial Vangi a Calenzano, con Magagnotti primo davanti a Segatta e Sgherri (foto Fruzzetti)
Il podio del Memorial Vangi a Calenzano, con Magagnotti primo davanti a Segatta e Sgherri (foto Fruzzetti)
Tu che vivi la sua attività da vicino, lo trovi cambiato rispetto allo scorso anno?

Sì, lo trovo più forte, fisicamente ma anche molto cresciuto dal punto di vista mentale. Ma bisogna chiudere la parentesi sfortunata. Noi da questo punto di vista non gli mettiamo pressioni, Alessio è tranquillo e sa che non deve dimostrare nulla. A ben guardare anche nel 2024 iniziò così, abbastanza in sordina e poi sappiamo a fine stagione qual è stato il suo bilancio, con la svolta che arrivò al Giro dell’Abruzzo.

La sua crescita la si vede anche dai numeri?

Certamente, è quello che mi dicono il suo diesse Fausto Boreggio e il preparatore Giacomo Conti. D’altro canto Alessio sta anche lavorando profondamente su se stesso. I watt che produce non sono neanche paragonabili a quelli dello scorso anno e mi dicono che sia molto più reattivo anche in salita.

Enrico Mantovanelli, general manager dell’Autozai Contri (foto Rodella)
Enrico Mantovanelli, general manager dell’Autozai Contri (foto Rodella)
Questa per lui è una stagione importante, per certi versi delicata. Lo scorso anno molti team si erano interessati a lui, sei stato contattato per il suo futuro?

Ha trovato un ottimo procuratore in Manuel Quinziato e ne siamo stati molto contenti perché Manuel sa lavorare bene con i ragazzi più giovani. Non mette pressioni, si muove di pari passo con il team. So che ha avuto molti contatti e che ha già trovato un accordo di massima con un devo team del WorldTour ma vuole che Alessio non ci pensi, che lavori in tranquillità e che soprattutto segua le nostre indicazioni. Noi con Manuel eravamo stati chiari nella libertà di scelta del ragazzo ma anche nella volontà di avere mano libera con lui per quest’anno. E’ stata la scelta migliore.

Il trentino con la maglia iridata vinta lo scorso anno con il quartetto della pista (foto Rodella)
Il trentino con la maglia iridata vinta lo scorso anno con il quartetto della pista (foto Rodella)
Quindi Magagnotti continua ad essere seguito da voi, senza ingerenze da parte del nuovo team…

Assolutamente, su questo avevamo espresso le nostre volontà. In passato c’erano stati casi diversi, ad esempio con Erazem Valjavec, con noi ma già nella sfera della Soudal e non volevamo che si ripetesse. A noi importa farlo crescere con calma, in serenità, senza tirargli il collo. Il fatto di avere già un posto per il prossimo anno è un punto in più per lavorare senza stress.

Continueremo a vederlo su pista?

Sì, è un elemento importante della nazionale di Salvoldi, si è visto lo scorso anno e quei lavori si sono rivelati fondamentali per la sua crescita. Senza contare i risultati conseguiti. Già è stato a Montichiari con altri nostri ragazzi, magari quest’anno ne farà un po’ meno rispetto al 2024 ma per i mondiali di categoria sarà sicuramente a disposizione.

Per Magagnotti la pista resta un riferimento, sarà al via dei mondiali di categoria
Per Magagnotti la pista resta un riferimento, sarà al via dei mondiali di categoria
Finora ha corso abbastanza poco. Quali sono gli appuntamenti ai quali puntate maggiormente?

Alessio ha messo nel mirino due eventi in particolare, il Liberazione e la Coppa Montes, dove lo scorso anno aveva centrato la Top 5 in entrambi dimostrando che sono nelle sue corde. Vuole far meglio, puntiamo alla vittoria, poi vedremo come andranno le corse, ma Alessio sta lavorando per essere al massimo in quelle occasioni. Vorrei però sottolineare un aspetto: l’appoggio incondizionato della famiglia, che lo segue con passione ma che lascia a noi tutte le responsabilità e decisioni. Nel ciclismo di oggi non è una cosa comune…

Magagnotti, sguardo al 2025 rivivendo una stagione d’oro

08.11.2024
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Novembre è tempo di bilanci e, nel caso di Alessio Magagnotti, anche di bilancia per misurare il peso di vittorie e medaglie conquistate. La sua prima stagione da juniores con le maglie della Autozai-Contri e della nazionale ha avuto un crescendo strepitoso.

Il trentino di Avio – che farà diciotto anni il prossimo 27 gennaio – non sembra patire quasi mai il salto di categoria, mantenendo una media “realizzativa” molto alta. Da esordiente ad oggi, con le otto di quest’anno, sono 51 le vittorie totali ottenute su strada. Numeri importanti da prendere sempre con le pinze quando si parla di giovani, soprattutto per non creare aspettative spropositate, però è conclamato l’interesse già piombato su Magagnotti da parte di formazioni pro’. Con lui ci eravamo lasciati prima che iniziasse ad inanellare ori continentali e mondiali in pista col quartetto con tanto di record del mondo, conditi dal bronzo nell’inseguimento individuale.

Giusto il tempo di riprendere il ritmo di casa dopo le vacanze a Tenerife con la fidanzata Linda Sanarini – altra junior azzurra plurimedagliata – dove hanno incontrato tanti amici-colleghi, che Alessio è pronto a guardare al 2025. Poche parole, pragmatiche e spazio ai fatti.

Magagnotti è rientrato dai mondiali in pista a Luoyang in Cina con un bel bottino e il record del mondo col quartetto (foto Autozai)
Magagnotti è rientrato dai mondiali in pista a Luoyang in Cina con un bel bottino e il record del mondo col quartetto (foto Autozai)
Alessio riavvolgendo il nastro, che annata è stata in generale?

Sono partito in sordina, anzi direi non benissimo. Mi sentivo gli occhi puntati addosso per le stagioni precedenti, però col passare del tempo non ci ho fatto più caso. Sono caduto in qualche gara, poi ad inizio aprile al GP del Perdono mi sono sbloccato cogliendo il secondo posto. Da lì in avanti è andata sempre meglio su strada, lavorando anche per i compagni. Anche in pista è andata bene. All’europeo di Cottbus abbiamo vinto l’oro col quartetto, ci siamo ripetuti ai mondiali in Cina dopo un bel lavoro in altura a Livigno. Alla fine direi che è stata una stagione buona, a parte qualche passaggio a vuoto e che non l’ho finita al meglio.

Per quale motivo?

Sicuramente ho del rammarico per alcune gare. Al campionato italiano a crono speravo di fare meglio dell’ottavo tempo, ma arrivavo da un periodo di stop per recuperare dopo essermi ammalato al Saarland con la nazionale. Anche all’europeo su strada in Limburgo avremmo potuto fare di più. Personalmente la condizione era buona, ma non abbiamo corso al meglio delle nostre possibilità. Infine ho dovuto chiudere la stagione forzatamente a metà settembre dopo una gara nel mantovano in cui si è riacutizzato forte un dolore alla schiena. In pratica ho la zona lombare scalibrata.

A cosa è dovuto?

In una delle prime gare dell’anno nella zona di Vicenza, sono caduto male picchiando la faccia. Da quel giorno in avanti ho sentito subito di non essere più a posto e forse non mi sono mai ripreso del tutto. Forse non ci ho dato troppa importanza perché non tutti i giorni mi faceva male, ho sempre corso sopportando il dolore. Verso la fine della stagione però era troppo forte e non riuscivo più ad esprimermi come volevo. Nei giorni scorsi sono stato in uno studio dentistico per prendere l’impronta per un bite. Portando quello dovrei sistemarmi e ritrovare il giusto bilanciamento.

Come ti sei trovato con gruppo azzurro?

Molto bene. Abbiamo ottenuti grandi risultati, ma altrettanti ci sono sfuggiti. In pista l’anno prossimo praticamente cambierà tutto il gruppo perché ero l’unico del primo anno. Su strada spero che sapremo correre meglio di squadra ed essere quindi più forti. Quando ci ritroveremo vedremo chi ci sarà, ma sono certo che non ci saranno problemi a trovare la giusta amalgama.

L’anno scorso avevi vinto l’argento al Festival Olimpico della Gioventù Europea, ma quest’anno com’è stato l’impatto con una vera esperienza internazionale?

Mi è servita per prendere ancora meglio le misure alla categoria. Tra gli juniores all’estero corrono davvero col coltello fra i denti come dicono tutti. Ho capito subito che gli avversari ti fanno la volata anche per il trentesimo posto.

Da questo primo anno da junior hai tratto altri insegnamenti?

Assolutamente sì. Ho capito che la gara non finisce finché non si taglia il traguardo. Prima davo certe cose per scontate, ma l’ho capito in prima persona. A fine aprile alla gara di San Leolino in Toscana ho ribaltato il risultato. In un tratto di sterrato mi ero staccato, pagando la mia ancora poca destrezza su quel fondo stradale. Ero demoralizzato e forse rassegnato ad un piazzamento, ma grazie agli incitamenti dei miei tecnici e anche un po’ a me stesso, sono riuscito a recuperare le posizioni e vincere la corsa.

Le voci di mercato parlato di te già in orbita WorldTour. Come gestisci questa situazione?

Ho imparato anche a controllare meglio certe pressioni, come ad inizio anno che avevo foga di fare e farmi vedere. E’ vero che ho avuto tante proposte da devo team dei WorldTour, ma non ho ancora firmato nulla e soprattutto devo ancora dimostrare tanto. Quindi sto con i piedi per terra.

Che obiettivi ha Alessio Magagnotti per il 2025?

La speranza è sempre quella di continuare a crescere e vincere. Mi piacerebbe mettere il sigillo alle corse più importanti, ma vorrei anche correre meglio sia individualmente che con la squadra, Autozai e nazionale. Ad oggi sono un passista-veloce che si trova a suo agio su falsopiani o strappi di un chilometro, però vorrei andare più forte su pendenze più dure. La mia volontà è anche quella di andare bene nelle gare del Nord.

Salvoldi fa il bilancio sui mondiali pista e guarda all’europeo

05.09.2024
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PORTOFINO – La mattinata ligure del Giro della Lunigiana inizia con nubi grigie che minacciano tempesta, tanto da portare alla cancellazione della seconda tappa. Alla fine, la pioggia tanto temuta non è arrivata, ma la decisione del Prefetto ormai è presa e bisogna farsene una ragione. Tra i tanti che scrutano l’orizzonte alla ricerca di una risposta sul meteo c’è anche Dino Salvoldi, cittì della nazionale juniores (in apertura foto FCI). Qui al Lunigiana è alla ricerca delle ultime risposte prima di diramare le convocazioni per europei e mondiali.

Salvoldi in questi giorni sta seguendo i ragazzi al Giro della Lunigiana
Salvoldi in questi giorni sta seguendo i ragazzi al Giro della Lunigiana

Pista e record

Ma l’appuntamento che ci interessava affrontare con lui questa mattina era collocato indietro nel tempo. I mondiali juniores su pista hanno portato diverse medaglie, ben 11, e il record del mondo nell’inseguimento a squadre. Risultati che fanno ben sperare per il futuro del movimento legato alla pista.

«Come si suol dire – esordisce Salvoldi – ripetersi è difficile e confermarsi su certi livelli cronometrici lo è ancora di più. Però devo dire che abbiamo fatto tutti insieme un bel percorso di avvicinamento. Ho avuto appoggio e fiducia dai ragazzi, dalle famiglie e dalla Federazione stessa. Quest’ultima mi ha permesso di svolgere appieno il mio lavoro e il programma che è partito da lontano. Era da dicembre che i ragazzi venivano una volta a settimana ad allenarsi, intensificando l’impegno in vista di europei e mondiali.

«Partendo dal quartetto, quest’anno siamo riusciti a trovare per ogni posizione l’interprete migliore, a partire da Costa che è stato l’interprete perfetto per il ruolo di primo uomo. Poi Magagnotti in seconda, Stella in terza e poi la doppia scelta per il quarto posto tra Sporzon e Fantini. La prestazione cronometrica fatta è stata propiziata dalle condizioni ambientali favorevoli, però già prima di partire avevamo avuto riscontri concreti a Montichiari. Pensavamo di essere competitivi, a livello dell’anno precedente. Gli avversari sono migliorati, ma non sono arrivati ancora al nostro pari. Sono tre anni che vinciamo la specialità più complessa e lo facciamo abbassando il record del mondo, è una conferma importante».

Il conto totale per la spedizione mondiale è stato di 11 medaglie (foto FCI)
Il conto totale per la spedizione mondiale è stato di 11 medaglie (foto FCI)
Stella è stato il protagonista di questa spedizione azzurra vincendo tre medaglie…

L’obiettivo è dare continuità di lavoro a questi ragazzi, l’impegno non finisce con il record del mondo. La pista è prima di tutto una scelta, non forzata. E’ bene chiarire che la pista sia un bel mezzo di allenamento per tutti. Essere competitivo e correre in certe manifestazioni non è per tutti, ci vogliono delle qualità. Come le ha Davide Stella, che di questo gruppo è il corridore più duttile.

Lui ha corso in tante discipline diverse, il rischio è di tirarlo da tutte le parti o si riuscirà a lavorare in maniera ottimale?

Sicuramente è adatto anche alle altre discipline, lo ha dimostrato vincendo altre due medaglie oltre a quella del quartetto. Dove correrà dipenderà anche dal calendario perché non puoi far tutto, il livello è alto. Servono i corretti tempi di recupero e la possibilità di esprimersi al meglio dove verrà schierato. In fase di preparazione è chiaro che il quartetto sia la disciplina cardine per la ricerca della condizione, viste le modalità e il coinvolgimento di più soggetti. Un’attività che viene utile anche per le altre specialità.

Per l’aspetto tecnico?

Deve essere curato in modo continuativo, chiaro che però è una cosa che viene fatta a ridosso delle manifestazioni. Partecipare ad alcune gare durante l’anno aiuta a tenere alta la confidenza con la disciplina.

Vedere Stella confrontarsi a livelli internazionali su strada è una bella soddisfazione?

Ci sono un paio di ragazzi del gruppo pista: Stella e Magagnotti, che sono coinvolti nel programma per l’europeo su strada. Durante la stagione ci sono delle priorità e oltre alle qualità atletiche hanno una testa attaccata al corpo alla quale va dato il giusto riposo. Abbiamo aspettato gli ultimi giorni di ritorno dalla Cina per capire quale fosse il percorso migliore per ognuno in vista del campionato europeo. Nelle prossime tappe qui al Lunigiana capiremo bene cosa fare.

Vedere che riescono a fare bene anche su strada però fa capire che il programma sta andando bene…

Certo. La strada rimane l’attività primaria, per scelta stessa dei ragazzi. A questo punto della loro carriera ci sono atleti, i due che abbiamo citato prima, che hanno spiccate doti per entrambe le discipline. Vanno messi nelle condizioni di potersi esprimere al meglio.

Sarà importante mantenere questo equilibrio anche nel cambio di categoria.

Il messaggio che noi cerchiamo di portare avanti è che con il giusto equilibrio si possono fare entrambe le attività. Chiaro che con il cambio di categoria trovano i campioni del mondo dello scorso anno; quindi, il numero di pretendenti alla vittoria aumenta. So per certo che la volontà dei ragazzi è di mantenere strada e pista, dovranno essere bravi a farsi sentire quando servirà.

Garbi, tanti podi da trasformare in vittoria. Ed ora c’è il Lunigiana

02.09.2024
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Ad agosto gli hanno dato i gradi da capitano e lui si è fatto trovare pronto senza sfilarsi dalle responsabilità. Pierluigi Garbi della Autozai-Contri ha vissuto un mese da protagonista in cui gli è mancata solo la vittoria, benché l’annata gli fornirà diverse occasioni per farlo.

Anche settembre lo ha iniziato con lo stesso trend positivo, trovando un bel terzo posto in una gara poco incline alle sue caratteristiche come la Sandrigo-Monte Corno che conferma i podi ottenuti nelle settimane e mesi precedenti. Se ieri nella corsa vicentina Garbi (in apertura col diesse Fausto Boreggio) ha fatto da punto d’appoggio per il successo del compagno Remelli, nella “2 Giorni Internazionale Juniores di Vertova” ha impressionato per regolarità dietro ai grandi nomi stranieri raccogliendo un settimo ed un secondo posto (il quarto stagionale). E non è così scontato quando hai come compagni di squadra due talenti assoluti come Alessio Magagnotti ed Erazem Valjavec. Siamo così andati a conoscere meglio il parmense Garbi (che diventerà maggiorenne il 19 settembre e che nel 2025 passerà U23 nella Beltrami-TSA-Tre Colli) alla vigilia del Giro di Lunigiana che correrà con la rappresentativa dell’Emilia-Romagna.

Garbi è un passista con un buon spunto veloce negli sprint ristretti. Sta lavorando per tenere sulle medie salite
Garbi è un passista con un buon spunto veloce negli sprint ristretti. Sta lavorando per tenere sulle medie salite
Pierluigi ci racconti questo tuo ultimo periodo?

Parto da ieri, dove non avevo molte aspettative. Sto preparando il Lunigiana e non volevo forzare più di tanto, però intorno a metà gara sono andato in fuga con altri ragazzi. Dopo un tratto in cui non avevamo un grande accordo, ho rotto gli indugi e ho affrontato la salita finale praticamente da solo. Dall’ammiraglia mi motivavano a continuare perché il vantaggio era buono, ma a 8 chilometri dalla fine (su una salita che ne misura 18, ndr) mi ha informato che stava arrivando il mio compagno Remelli con un rivale (Enrico Simoni, figlio di Gilberto, ndr). Così l’ho aiutato finché potevo, poi io ho vinto la volatina degli altri scalatori che mi avevano ripreso.

Ci sembra di capire che tu abbia altre caratteristiche.

Esatto, avrete capito che non sono proprio uno scalatore (sorride, ndr). Sono decisamente un passista con un buon spunto veloce negli sprint ristretti e tengo su strappi o salite brevi. Sto però lavorando per tenere meglio su quelle più lunghe. Anche in previsione del passaggio nella categoria successiva, sto facendo un percorso mirato per perdere qualche chilo senza andare ad intaccare le mie peculiarità. Diciamo che negli ultimi anni ho avuto uno scatto di crescita fisica rispetto al passato e questo mi ha permesso di potermi esprimere al meglio.

Restando sempre su di te, quali sono i tuoi inizi ciclistici?

Ho iniziato a correre da giovanissimo nell’Eiffel Fontanellato, la squadra del mio comune, anche se io abito in una frazione. Da esordiente e allievo ho corso col Torrile ed infine gli ultimi due anni li ho fatti qua all’Autozai-Contri, dove trovo benissimo. Quando ho cominciato ad andare in bici il mio idolo era Sagan mentre ora è Evenepoel, ma quello che ammiro più di tutti è Victor Campenaerts (dice con un pizzico di stupore, ndr). Lo so, non è il primo nome che fa uno della mia età, ma mi piace tantissimo il suo modo di correre. Sempre all’attacco e quando sta bene non si risparmia mai. Mi ci rivedo in lui per tanti aspetti.

Torniamo all’inizio. Sei stato davanti in tante corse. E’ cambiato qualcosa in particolare?

Direi di no, se non che ho avuto più carta bianca da parte della squadra col fatto che Magagnotti era via con la nazionale e che Valjavec aveva un periodo di tranquillità. Il mio diesse ha voluto investire su Remelli e me come capitani alternati nelle varie gare. E ne abbiamo approfittato, anche se io sto girando attorno alla vittoria (sorride, ndr). Devo dire però che prima di adesso ho sempre lavorato volentieri per i compagni. Ad esempio Magagnotti è un fenomeno ed è un piacere portarlo fino alla fine perché sai che vince e perché sai che vieni ripagato per il lavoro svolto. Vince lui, ma vinciamo un po’ anche noi. Tuttavia ho ancora qualche pecca da sistemare.

Quali?

La prima che mi viene in mente è che ho notato che nelle gare internazionali vado meglio e faccio meno fatica rispetto alle gare regionali. Ci arrivo sempre preparato mentalmente e credo sia proprio una questione di approccio. Nelle internazionali sei stimolato a dare il meglio contro i più forti del mondo. Cerchi di capire a che livello sei. Devo fare altrettanto anche nel resto delle gare perché altrimenti diventa un limite. Ci sto lavorando e sento di migliorare.

In generale come sono andati queste due stagioni tra gli juniores?

Il primo anno non è stato facile, specie in inverno. Ci trovavamo tre volte alla settimana per allenarci, ma arrivavamo alle gare molto preparati atleticamente. Il 2023 mi è servito per capire la categoria, imparando come muovermi. Ho fatto fatica fisicamente, ma mi sono sempre salvato perché vedo abbastanza bene la gara. E ho imparato tanto anche lavorando per la squadra. Quest’anno invece sto raccogliendo ciò che ho seminato grazie al programma del mio allenatore e della squadra.

Questo ultimo periodo cosa ha detto a Pierluigi Garbi?

Tutti questi risultati mi hanno dato tanto morale. E’ arrivata la consapevolezza dei propri mezzi che può fare la differenza. Adesso vado alle gare credendoci un po’ più di prima. Mi piacerebbe centrare una vittoria non solo per me, ma anche per i miei compagni e per la mia squadra, proprio per ricambiare la loro fiducia in me. In ogni caso l’importante era fare bene in queste corse.

Uno degli obiettivi di Garbi è campionato italiano cronosquadre con la Autozai. Qui la vittoria al Giro del Veneto (foto RIccardo Scanferla)
Uno degli obiettivi di Garbi è campionato italiano cronosquadre con la Autozai. Qui la vittoria al Giro del Veneto (foto RIccardo Scanferla)
Quali sono gli obiettivi del finale?

Quello dietro l’angolo è il Giro di Lunigiana (dal 4 al 7 settembre, ndr). Vado per puntare alle tappe più adatte a me, cercando il meglio possibile. Vincere è sempre difficile, ma ci proverò di sicuro. E lo farò anche al Trofeo Buffoni che c’è l’8 settembre ed ha un percorso per le mie caratteristiche. Ho un obiettivo anche con la Autozai che è il campionato italiano cronosquadre ad ottobre. Abbiamo dimostrato finora di essere una delle migliori formazioni in questa specialità e vogliamo vincere quel tricolore.

L’esplosione di Magagnotti. Ora lo vedremo anche su pista

12.06.2024
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Dall’inizio stagione della sua prima stagione da junior, Alessio Magagnotti ha già conquistato 8 vittorie e non consideriamo neanche i suoi piazzamenti. Ha vinto in Italia e all’estero, trionfa nelle corse in linea ma anche a cronometro. Si ha un bel dire che uno junior al primo anno va lasciato tranquillo, lontano dai riflettori, ma quando hai un simile ruolino di marcia è fatale che l’attenzione si posi su di te…

Per Magagnotti finora 8 vittorie condite da ben 12 presenze nei primi 10 (foto LSV Saarland Trofeo)
Per Magagnotti finora 8 vittorie condite da ben 12 presenze nei primi 10 (foto LSV Saarland Trofeo)

Che fossimo di fronte a un talento era chiaro sin dallo scorso anno, dai suoi tanti successi fra gli allievi (seppur soppesati considerando la categoria) e dallo squillo internazionale agli Eyof con la medaglia d’argento. In tanti avevano bussato alla sua porta per passare di categoria con il loro team e alla fine Magagnotti aveva scelto l’Autozai Contri.

Questo suo folgorante inizio ha sorpreso i vertici del team? A rispondere è il suo General Manager Enrico Mantovanelli: «Noi siamo sempre stati convinti del suo valore, ma si sa che il passaggio di categoria è sempre un’incognita. Certamente però non ci aspettavamo un’esplosione simile. Noi eravamo pronti a fargli vivere una prima stagione di approccio per poi esplodere nella seconda, ma lui ha preso tutti in contropiede. Le prime 4 corse sono state quelle dell’apprendistato, anche con un po’ di sfortuna, poi è uscito tutto il suo potenziale».

Enrico Mantovanelli, general manager del team veneto crede molto nel giovane talento
Enrico Mantovanelli, general manager del team veneto crede molto nel giovane talento
Come pensate di gestirlo ora?

E’ nostro primario interesse proteggerlo, per certi versi anche limitarlo perché deve ancora crescere, soprattutto nell’aspetto mentale, non deve consumarsi, parliamo sempre di un ragazzo di 17 anni. In questo periodo sta lavorando su pista insieme al gruppo della nazionale.

Questa è una novità: siete in contatto con Salvoldi?

Sì, Alessio fa parte del gruppo azzurro tanto per la strada quanto per la pista. Il cittì ci tiene che lui come gli altri lavori molto sull’anello per migliorare potenza e resistenza, ma so che è anche in cantiere il suo utilizzo per europei e mondiali su pista, è nel gruppo dell’inseguimento, poi naturalmente starà a Salvoldi decidere le modalità del suo impiego.

Magagnotti ha trovato nel team Autozai Contri l’ambiente giusto per crescere
Magagnotti ha trovato nel team Autozai Contri l’ambiente giusto per crescere
Guardando le sue gare e parlando anche delle sue ultime vittorie con il suo compagno di nazionale Montagner, Magagnotti viene evidenziato come un velocista puro. E’ davvero tale?

Io penso che sia una visione riduttiva del suo talento. Alessio è sicuramente molto veloce, ma è anche uno che tiene molto bene sulle salite non troppo lunghe. Faccio un esempio: il 25 aprile ha corso la Coppa Montes che è una delle classiche più dure del calendario italiano di categoria. Eppure lui ha chiuso 3°, è stato tra i più attivi in salita. Io credo, ma questo è un mio pensiero personale, che passando tra i pro’ continuando a crescere così, diventerà uno di quegli sprinter che faranno sì le volate di gruppo, ma potrà anche competere per le classiche impegnative, quelle belghe. Io vedo per lui un futuro davvero roseo. Ma deve crescere con calma, senza fretta.

Questi risultati non cambiano però le prospettive, rendono più vicino, anche troppo, un passaggio di categoria anticipato?

Io so che Alessio è un ragazzo con la testa sulle spalle. Come detto le incognite al passaggio di categoria, in un mondo nuovo, avendo libertà nell’utilizzo dei rapporti, erano tante. Noi vogliamo che continui a crescere con calma, facendo le sue esperienze e valutando con attenzione ogni mossa.

Per Alessio due vittorie all’LSV Saarland Trofeo che lo hanno messo in luce anche all’estero (foto organizzatori)
Per Alessio due vittorie all’LSV Saarland Trofeo che lo hanno messo in luce anche all’estero (foto organizzatori)
E’ chiaro però che ii suoi successi gli avranno attirato l’attenzione di tanti team…

Era così anche lo scorso anno, ora ci sono alla porta tanti team appartenenti alla filiera del WorldTour e chiaramente vorrebbero portarlo da loro, magari fargli anche saltare il secondo anno ma Alessio si è affidato come procuratore all’esperienza di Manuel Quinziato, che è stato a lungo corridore prima che manager e sa quel che è meglio per lui. Noi ci sentiamo con Manuel molto spesso, apprezza come stiamo lavorando con il ragazzo, soprattutto quel che stanno facendo nello staff, dal diesse Emiliano Donadello al preparatore Davide Bastianello. Inoltre Alessio viene da una famiglia equilibrata, che lo supporta nella maniera giusta. Le condizioni per far sempre meglio ci sono tutte, andando però con calma.

Magagnotti ha destato molta curiosità in Germania, anche da parte del pubblico locale (foto LSV Saarland Trofeo)
Magagnotti ha destato molta curiosità in Germania, anche da parte del pubblico locale (foto LSV Saarland Trofeo)
Alessio è ancora in una fase di sviluppo fisiologico molto importante e anche questo è un fattore da considerare.

Magagnotti ha già un fisico molto sviluppato, ma chiaramente è in crescita. Quel che mi impressiona è il suo grandissimo motore, unito a una testa, una concentrazione che fai fatica a trovare anche in corridori molto più grandi. Alessio sa cosa deve fare e la vicinanza di Manuel è una garanzia.

L’anno prossimo quindi dove lo vedremo?

Ancora con noi, per affrontare la seconda annata da junior con tanta esperienza in più e un fisico ancora più definito. Se tanto mi dà tanto…

Due vittorie in Germania, Montagner non smette di crescere

08.06.2024
5 min
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Nuova tappa della Nations Cup juniores. Quelle precedenti avevano visto la nazionale italiana faticare tantissimo, soprattutto a causa delle cronometro se prendiamo questo particolare (e conseguentemente quello della classifica generale) il divario con gli altri resta. All’LVM Saarland Trofeo però qualcosa è cambiato: gli azzurri sono tornati a casa con ben 4 vittorie di tappa, equamente divise fra Alessio Magagnotti e Andrea Montagner.

Prima frazione e subito un successo, finalizzando la fuga a 4 (foto
LVM Saarland)
Prima frazione e subito un successo, finalizzando la fuga a 4 (foto
LVM Saarland)

Se per il talentuoso portacolori dell’Autozai Contri, al suo primo anno da junior, questi sono i primi squilli esteri nella nuova categoria, Montagner mette da parte una doppietta che serve a rinfrancare il morale. Due vittorie per certi versi diverse fra loro, anche se entrambe mettono in luce le caratteristiche principali del corridore friulano.

«La prima tappa con arrivo a Fuhrpach era una frazione molto nervosa – racconta il corridore della Borgo Molino – un continuo su e giù con due salite nel tratto finale, una proprio sotto l’arrivo dove in 4 siamo riusciti ad avvantaggiarci sul gruppo e io ho avuto gioco facile nell’aggiudicarmi la tappa. L’ultima tappa invece era un percorso a saliscendi con una salita di 2 chilometri con tratti al 7 per cento. C’era però un grande controllo da parte delle squadre che puntavano alla classifica così c’è stato uno sprint di gruppo dove noi ce la siamo cavata alla grande, con me primo e Alessio terzo».

La vittoria nella tappa finale davanti al gruppo compatto, a riprova delle doti del friulano allo sprint (foto
LVM Saarland)
La vittoria nella tappa finale davanti al gruppo compatto, a riprova delle doti del friulano allo sprint (foto
LVM Saarland)
Con quale strategia avete affrontato questa prova tedesca?

Sapevamo di non essere tra le squadre favorite e quindi cercavamo di anticipare le mosse dei più forti correndo sempre all’attacco. Alla fine la tattica ha funzionato, il bottino è stato cospicuo considerando anche la doppietta nella classifica a punti con Magagnotti primo ed io secondo.

Come ti sei trovato nel gruppo? Salvoldi a inizio stagione era stato molto chiaro, confidando anche su di te reduce dal titolo europeo nel team relay per fare gruppo e introdurre i nuovi…

Lo so e ho cercato di rispondere alle sue aspettative anche in tal senso. Devo dire che in nazionale si è formato un bel gruppo, grazie anche ai molti ritiri effettuati. Veniamo da squadre diverse e quando corriamo in Italia siamo tutti avversari, ma vestendo la maglia della nazionale facciamo fronte comune e lottiamo per l’interesse generale.

Oltre al friulano e Magagnotti, l’Italia comprendeva Mellano, Consolidani, Agostinacchio e Nembrini (foto
LVM Saarland)
Oltre al friulano e Magagnotti, l’Italia comprendeva Mellano, Consolidani, Agostinacchio e Nembrini (foto
LVM Saarland)
La prova tedesca ha fatto emergere te e Magagnotti un po’ come i leader non solo della squadra ma della vostra generazione. Che differenze ci sono fra voi?

Si potrebbe pensare che abbiamo le stesse caratteristiche, ma non è così. Alessio ha qualcosa in più in termini di velocità pura, è un vero sprinter. Io credo di essere più adatto alle gare sul passo, un vero passista veloce con una certa predilezione per le cronometro.

La cronometro in terra tedesca ha confermato però le difficoltà dell’intero movimento italiano…

Sapevamo che la prova contro il tempo sarebbe stata decisiva per la classifica ed è stato così, almeno per noi in senso negativo. Non possiamo negare che c’è una certa differenza di rendimento data dall’abitudine al gesto, noi in Italia ne affrontiamo poche. Io personalmente vorrei farne di più, non abbiamo la stessa propensione che hanno i nostri coetanei.

Montagner, pur essendo specialista a cronometro, ha pagato dazio nei confronti dei rivali stranieri (foto
LVM Saarland)
Montagner, pur essendo specialista a cronometro, ha pagato dazio nei confronti dei rivali stranieri (foto
LVM Saarland)
Tu però sei pur sempre campione europeo nel team relay, da che cosa era scaturita quella vittoria?

Per certi versi è la conferma di quel che dico. Per preparare quella gara abbiamo effettuato molti lavori specifici, concentrandoci sugli allenamenti già da un mese prima. Io credo che se il calendario ci verrà incontro proponendoci più gare contro il tempo, il gap verrà presto colmato.

Com’è stata la tua stagione fino alla trasferta tedesca?

Ho avuto molti problemi fisici, ho anche saltato un paio di gare importanti e anche all’Eroica Juniores ero ammalato, infatti i risultati non sono stati all’altezza. Le sensazioni però erano abbastanza positive, infatti a inizio maggio sono arrivati due successi incoraggianti e da lì penso di essermi sbloccato.

Il friulano con Magagnotti. Due corridori molto veloci ma diversi (foto
LVM Saarland)
Il friulano con Magagnotti. Due corridori molto veloci ma diversi (foto
LVM Saarland)
Tu avevi vinto lo scorso anno il trofeo Liberazione, impressionando per la tua maturità pur essendo un primo anno. Da allora che cosa è cambiato?

Io penso di essere cresciuto molto, non solo fisicamente ma anche come consapevolezza dei miei mezzi. Ho capito molte cose in quest’anno, ora affronto le gare in modo diverso, guardo gli stessi avversari con più attenzione pensando a come controbattere ognuno e poter far emergere le mie caratteristiche.

Tu prediligi le cronometro, in salita te la cavi, pensi di poter diventare un corridore da corse a tappe?

Mai dire mai, ma per ora mi sento un ciclista da prove d’un giorno o da tappe singole, non per la classifica.

Il podio finale con il belga Schoofs vincitore su Barry (USA) e sul norvegese Orn-Kristoff (foto
LVM Saarland)
Il podio finale con il belga Schoofs vincitore su Barry (USA) e sul norvegese Orn-Kristoff (foto
LVM Saarland)
E ora?

Ora si va avanti con la 2 Giorni di Solighetto e poi fari puntati sulle prove tricolori dove voglio il titolo contro il tempo. Dopo si vedrà, l’importante è continuare a darmi da fare anche per solleticare l’attenzione dei team più grandi. Un’esperienza in un devo team non mi dispiacerebbe per nulla…

Giro d’Abruzzo juniores. Successo oltre le previsioni

18.04.2024
5 min
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Era alla sua prima edizione e, svolgendosi praticamente in contemporanea con l’omonima gara riservata ai professionisti, è rimasto forse un po’ schiacciato nell’attenzione generale, ma il Giro dell’Abruzzo per juniores è stato un vero successo. Ha radunato praticamente tutti i migliori nomi del panorama nazionale della categoria e dato una scossa a tutto l’ambiente, perché finalmente anche i nostri ragazzi hanno potuto affrontare una corsa a tappe primaverile.

Tre erano le frazioni previste. Nella prima a Cepagatti c’è stato lo squillo di Alessio Magagnotti (Autozai Contri) che al primo anno poi si è ripetuto nella terza tappa dimostrando di essersi già più che ambientato nella nuova categoria. Nella seconda successo per Ludovico Mellano (Team Giorgi) che tutti alla vigilia dell’ultima tappa davano per vincitore finale, ma alla fine il gioco dei punti (la classifica vede addirittura 49 corridori accreditati tutti dello stesso tempo) ha premiato Diego Nembrini (Sc Cene), corridore di secondo anno che nelle corse a tappe sembra essere molto a suo agio, come gestione della fatica e della strategia su più giornate di gara.

Il podio finale, con Diego Nembrini fra Mellano e Montagner, tutti nel giro azzurro
Il podio finale, con Diego Nembrini fra Mellano e Montagner, tutti nel giro azzurro

La carenza di corse a tappe

Il Giro dell’Abruzzo era nato con l’intento di dare un’occasione ai corridori su più giornate, iniziare a metterli alla prova nell’ambito degli sforzi ripetuti. Pasquale Parmegiani della Parmegiani Management (che ha affiancato la Vomano Bike nell’allestimento della manifestazione) ha colto subito la palla al balzo per fornire loro la corsa ideale.

«Lo scorso anno il Settore tecnico della Federazione aveva sottolineato l’esigenza di aumentare le gare a tappe. Bisognava mettere i corridori italiani a livello di competitività più vicino a quelli stranieri, che svolgono gran parte della loro stagione proprio su queste prove. Era una bella opportunità così ci siamo fatti avanti. Poi nelle ultime settimane è saltata fuori la gara professionistica, nata in sostituzione del Giro di Sicilia. Così si è creata questa singolare concomitanza con addirittura la loro tappa finale contemporanea con la nostra iniziale, ma questo non ha inficiato la riuscita dell’evento».

Dopo il 2° posto al GP del Perdono, Magagnotti non ha perso tempo: 2 vittorie in Abruzzo…
Dopo il 2° posto al GP del Perdono, Magagnotti non ha perso tempo: 2 vittorie in Abruzzo…
Una gara che nasceva dal nulla, su che cosa avete puntato?

Noi ci siamo affidati prima di tutto sull’esperienza che abbiamo accumulato negli anni, poi abbiamo deciso di guardare non solamente all’aspetto tecnico, ma anche a una struttura organizzativa snella e che desse ai ragazzi la possibilità di guardare a questa gara anche come un’occasione per viverla insieme. Non è un caso se abbiamo scelto un’ampia location a Roseto degli Abruzzi dove tutti, fra corridori, staff dei team, giudici, organizzatori, si mangiava insieme, si socializzava e lo stesso dicasi per gli alberghi tutti in zona. E’ diventato così un vero happening che ha permesso a molti ragazzi di entrare ancor più nel vivo dell’attività.

Che impressione hai avuto del livello di gara?

Mi ha davvero colpito. Io un po’ di esperienza nel campo ce l’ho, sono stato a lungo diesse della Vini Fantini, ho occhio e la cosa che mi ha più sorpreso è che vanno forte tutti. Erano presenti team da ogni regione e sinceramente io ho visto tanta qualità sparsa un po’ dappertutto, dal Piemonte alla Sicilia. Questo è confortante, è un livello generale che fa ben sperare e fa capire che la strada intrapresa è quella giusta. Bisogna andare avanti con gare come la nostra.

Mellano con la vittoria del secondo giorno sembrava aver chiuso i giochi, poi è arrivata la beffa
Mellano con la vittoria del secondo giorno sembrava aver chiuso i giochi, poi è arrivata la beffa
Avete trovato pubblico?

Un’enormità, un bagno di folla assolutamente inatteso. Ad esempio a Cepagatti le scuole avevano chiuso prima per vedere il passaggio dei corridori. Certo, quello è un luogo dove il ciclismo ha una grande tradizione (è sede del Trofeo Matteotti, ndr), ma parliamo pur sempre di juniores, eppure c’era un calore popolare incredibile. Teniamo presente che il ciclismo crea sempre disagi a una città, per la circolazione urbana che giocoforza è interrotta a lungo, ma la cittadinanza di quei luoghi non si è minimamente lamentata.

Rivedresti qualcosa sul percorso?

Difficile a dirsi, credo che proprio il disegno del tracciato abbia favorito l’incertezza. Parliamoci chiaro, prima dell’ultima tappa erano almeno 50 quelli che potevano vincere il Giro. E’ vero, i profili erano abbastanza facili, ma la fatica c’è sempre. La selezione soprattutto nelle giovani categorie c’è comunque. Tanti in tutte e tre le tappe previste hanno provato azioni, è proprio che il livello era mediamente molto alto. Avevamo anche valutato di mettere gli abbuoni, ma alla fine incidono fino a un certo punto, sono i corridori che fanno la gara…

Il Giro d’Abruzzo ha mostrato un ottimo livello medio della categoria, ma anche poca selezione
Il Giro d’Abruzzo ha mostrato un ottimo livello medio della categoria, ma anche poca selezione
E ora?

Adesso siamo già al lavoro per riprogrammare la corsa nel 2025 e già abbiamo non solo le date, che verranno ufficializzate dalla Federazione, ma sappiamo già che aumenteremo di un giorno, portando la prova ad avere 4 tappe. Poi ci sarà anche un’altra sorpresa che stiamo già allestendo, per dare a questa categoria sempre di più. La strada intrapresa è quella giusta…

Ricordate Magagnotti? E’ già pronto a graffiare fra gli juniores

08.04.2024
5 min
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Quando arrivi fra juniores con le stimmate del campione per quanto fatto da allievo, è chiaro che ogni battito di ciglia ha il suo peso. Per questo non aver visto il nome di Alessio Magagnotti negli ordini d’arrivo delle prime prove della stagione aveva sorpreso più di qualcuno. La medaglia d’argento degli Eyof ha però risposto da par suo, cogliendo la seconda piazza al GP Festa del Perdono, non una classica qualsiasi visto che per correrla sono arrivati anche dall’estero, seguita poi dal 4° posto nel Trofeo Ristorante alla Colombera.

Per Magagnotti questo podio è stato un po’ una liberazione: «La prima soddisfazione dell’anno, che ha cancellato un inizio davvero sfortunato. Sono caduto alla prima e alla terza gara e questo mi aveva un po’ imballato. Ne avevo bisogno per ritrovare spinta».

Lo sprint per il secondo posto a Melegnano, con Magagnotti che beffa Fietzke (foto Instagram)
Lo sprint per il secondo posto a Melegnano, con Magagnotti che beffa Fietzke (foto Instagram)
Che cambiamenti hai trovato salendo di categoria?

E’ un altro mondo. Si vede quanto conta l’organizzazione dei team, quanto è importante nella gestione di certe corse. L’ho capito proprio al GP del Perdono, perché nelle gare internazionali si va sempre a tutta mentre in quelle prettamente nostrane si lavora in maniera diversa nella prima e nella seconda parte, quando ci si muove davvero.

Com’era stata la preparazione invernale, diversa da quella tua solita?

Abbastanza. Intanto ho iniziato molto prima, io che ero abituato a fare le cose sul serio da inizio dicembre ho invece cominciato ad allenarmi già un mese prima e poi a dicembre c’è stato il ritiro in Spagna. Io non ero mai stato all’estero, ad allenarmi così lontano da casa. E’ stata anche quella un’esperienza nuova. I carichi di lavoro sono diventati più intensi rispetto a un anno fa e soprattutto più frequenti.

Magagnotti è nato nel 2007 a Vo’ Sinistro (TN), sta mostrando grandi progressi. Ora correrà al Giro dell’Abruzzo
Magagnotti è nato nel 2007 a Vo’ Sinistro (TN), sta mostrando grandi progressi. Ora correrà al Giro dell’Abruzzo
Fisicamente sei cambiato?

Non mi controllo molto allo specchio, non so se ad esempio sono cresciuto in altezza. Ho messo un po’ più di muscoli grazie al lavoro in palestra che prima non era contemplato e devo dire che dei miglioramenti li ho notati soprattutto nella mia resistenza e potenza sulle salite lunghe.

Passando di categoria, è chiaro che molti si sono soffermati su di te visto il tuo curriculum da allievo. Senti questa pressione?

Un po’ sì, soprattutto nelle primissime corse avevo l’impressione che tutti si aspettassero da me qualcosa e quelle cadute avevano lasciato deluso me in prima persona. Poi ho cercato di vivere la mia attività con un po’ più di tranquillità e subito ho visto che andavo meglio, questo mi ha incoraggiato e il podio è stato anche figlio di questo nuovo atteggiamento.

Il team Autozai Contri quest’anno ha fatto grandi acquisti, con Contri anche Valjavec, 2° alla Roubaix di categoria
Il team Autozai Contri quest’anno ha fatto grandi acquisti, con Contri anche Valjavec, 2° alla Roubaix di categoria
Com’è l’atmosfera nel tuo nuovo team, l’Autozai Contri?

Molto positiva, il ritiro invernale è stato importante anche per stringere legami fra noi. Si è creato un bel clima e in gara si vede, ognuno sa quel che deve fare e punta alla vittoria di squadra. Finora sono arrivati tre podi, sono convinto che presto verrà anche il nostro momento di gioire per il risultato pieno.

Torniamo un attimo alla classica di Melegnano, che impressione hai avuto dal confronto con il Team Grenke Auto Eder, considerato da tutti un riferimento nella categoria?

Ho notato che hanno una straordinaria resistenza, partono cattivi e arrivano ancora più cattivi, agonisticamente parlando. In gara guardano tutti a loro e non si lasciano intimidire, tengono le redini della corsa. In salita hanno fatto selezione riducendo il gruppo a una ventina di unità con me che avevo già speso un po’ di energie per rientrare dopo una caduta. L’azione decisiva l’ha promossa il danese Clemmensen, io l’ho seguito, poi su di noi sono rientrati il tedesco Fietzke e Bosio, ma i tedeschi potevano far valere la superiorità numerica e infatti alla fine Clemmensen ha piazzato la botta a 3 chilometri dall’arrivo. Io sapevo che in quella situazione sarebbe stato molto difficile vincere, sono stato contento della mia piazza d’onore.

Il podio del GP Festa del Perdono con il trentino al fianco di Clemmensen (foto team)
Il podio del GP Festa del Perdono con il trentino al fianco di Clemmensen (foto team)
Con il cittì Salvoldi ti sei già sentito?

Sì, mi ha promesso che più avanti nella stagione mi chiamerà per qualche corsa internazionale, voglio farmi trovare pronto quando sarà il momento perché so che quelle prove sono un momento importante nella mia crescita.

Ora che cosa ti aspetta?

Il Giro dell’Abruzzo di categoria, per me sarà il primo impegno in assoluto in una corsa a tappe. Io spero che sia abbastanza duro e che ci siano occasioni per farmi vedere, ho visto il disegno delle tappe e sono con le caratteristiche giuste per me, ma quel che conta sarà il risultato del team, speriamo davvero di centrare il nostro primo successo. Se sarò io a farlo, tanto di guadagnato…

Nel mondo degli allievi non c’è solo Magagnotti

04.12.2023
5 min
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Che stagione è stata quella degli allievi? Qual è lo stato di salute dei più giovani italiani in bici, alle porte della categoria juniores e di un vero salto di qualità nella gestione stessa dell’attività? Trattare l’argomento è sempre delicato. Rischiamo di scivolare nella spasmodica ricerca del risultato a tutti i costi, elevando l’aspetto agonistico oltre il dovuto visto che parliamo ancora di ragazzini. A parte il fatto che l’attività a quel livello deve mantenere ancora un aspetto ludico, c’è da mettere in conto che siamo di fronte a fisici completamente in costruzione. Quindi quel che vale oggi a 15 anni potrà essere completamente stravolto anche solo due-tre anni dopo.

E’ anche vero però che uno sguardo d’insieme si può dare, ma lo facciamo in maniera diversa rispetto ai vari procuratori. Essi ormai guardano verso gli allievi con attenzione sempre crescente, alla ricerca di talenti prematuri. La stagione ha già messo in grande evidenza Alessio Magagnotti: tutti ne hanno parlato (anche noi…) viste le sue imprese in Italia con la conquista della Coppa d’Oro (foto di apertura) in mezzo a oltre 10 affermazioni in totale, ma anche all’estero con la piazza d’onore agli Eyof.

Dietro il talentuoso trentino c’è comunque un movimento davvero valido. Abbiamo analizzato tutti gli ordini d’arrivo della stagione, notando che ci sono ben 523 corridori che hanno centrato almeno una top 10. Un numero enorme, anche abbastanza sparso geograficamente. Fra loro in 15 si sono ripetuti almeno 20 volte, ben 114 ne hanno ottenute almeno 10. Confrontando questo numero con il totale, ci accorgiamo che siamo di fronte a un movimento dove c’è indubbiamente qualità. Bisognerà solamente saper lavorare di cesello negli anni a venire, soprattutto per mantenere alta la passione, la voglia di cimentarsi nel ciclismo su strada e non solo.

Edoardo Augusto Caresia, laureatosi quest’anno campione italiano allievi (foto Italiaciclismo)
Edoardo Augusto Caresia, laureatosi quest’anno campione italiano allievi (foto Italiaciclismo)

Tutti amanti della multidisciplina

Questo è un aspetto importante. Molti di quelli che hanno brillato durante la stagione su strada, li abbiamo già ritrovati nel cross, a battagliare al Giro d’Italia e non solo. Giacomo Serangeli, compagno di squadra alla DP66 di quello Stefano Viezzi che sta riportando in auge il ciclocross italiano all’estero, lo ha degnamente sostituito sul trono rosa, ma fa parte anche di quella ristretta elite con oltre 20 piazzamenti. Lo stesso dicasi per Mattia Agostinacchio, Mattia Proietti Gagliardoni, Francesco Baruzzi. Tutti ragazzi passati di categoria e che vogliono dimostrare nel 2024 di essere in grado di continuare a crescere.

La multidisciplina per questi ragazzi è un principio fondamentale. Lo stesso Viezzi nelle sue interviste ha spesso detto di non voler essere chiamato a scegliere. Più che i ragazzi, saranno forse i dirigenti dei club a doversi adeguare alla nuova cultura e questo sarebbe un bene.

Dopo tanti buoni risultati su strada, Giacomo Serangeli sta emergendo anche da junior nel ciclocross (foto Billiani)
Dopo tanti buoni risultati su strada, Giacomo Serangeli sta emergendo anche da junior nel ciclocross (foto Billiani)

I problemi del Sud Italia

Guardando alla stagione, ci sono anche altri spunti che meritano una riflessione. Parlavamo prima della diffusione geografica, pressoché totale ma è anche vero che continua ad esserci una sproporzione nell’attività fra Nord e Sud. La situazione nel Meridione merita una riflessione: in regioni come Sicilia e Sardegna il calendario è piuttosto ricco. Forse anche oltre le effettive possibilità del movimento regionale, tanto è vero che non di rado capitano gare con meno di 10 arrivati. In altre regioni (Calabria e Basilicata in particolare, ma stupisce anche la Puglia che pure nelle categorie maggiori è più presente) l’attività è davvero carente. Ci sono pochissime occasioni di confronto e questo penalizza la passione di chi vuol crederci davvero in quest’attività.

Un altro aspetto da considerare è quello degli spostamenti, con ragazzini e società del Sud che si spostano spesso verso le regioni centrali e oltre. Possiamo solo immaginare quanto ciò costi in termini economici e di tempo (parliamo sempre di ragazzi fortemente impegnati negli studi). Un esempio balzato agli occhi è quello di Michele Pascarella, ragazzino campano del Team Cesaro. Lo abbiamo visto comparire negli ordini d’arrivo un po’ in tutta Italia, con qualche vittoria a corollario. A parte il talento, non si può negare che ci sia tanta voglia di emergere, pur venendo da una regione che non ha una tradizione così forte e recente.

Michele Pascarella vittorioso al GP Fabbi di Imola. Il campano ha girato tutta Italia per correre (foto Italiaciclismo)
Michele Pascarella vittorioso al GP Fabbi di Imola. Il campano ha girato tutta Italia per correre (foto Italiaciclismo)

Una spalla per Magagnotti

Un altro nome che ricorre negli ordini d’arrivo degli allievi è quello di Melsan Idrizi, corridore che alla cittadinanza italiana unisce quella macedone e che ha militato nel CC Forti e Veloci risultando una splendida spalla per Magagnotti, che seguirà nel 2024 nel primo anno da junior al Team Autozai Petrucci Contri.

Loro, ma non solo loro. Tanti sono infatti i ragazzi che hanno collezionato molteplici vittorie, solo il tempo dirà se riusciranno a confermarsi, ma le stesse probabilità le hanno anche coloro che sono comparsi sporadicamente negli ordini di arrivo. Tutto dipende dalla crescita fisica e dalla passione.

Sara Tola, ragazzina sarda che ha spesso messo in fila i suoi coetanei (foto Nuova Sardegna)
Sara Tola, ragazzina sarda che ha spesso messo in fila i suoi coetanei (foto Nuova Sardegna)

Un nome da tenere a mente c’è…

Un nome però in conclusione vogliamo farlo, perché il fatto che una ragazzina si piazzi più volte in mezzo ai maschi è degno di menzione. Anche perché Sara Tola, la ciclista in questione viene dalla Sardegna, è una realtà in evoluzione. Il suo nome, per le capacità mostrate in un contesto così particolare, merita di essere annotato sul nostro taccuino.