Si riparte. Come ogni anno, da quando Claudio Terenzi ha riannodato i fili di un evento che è incardinato nella storia stessa del ciclismo italiano, il Gran Premio Liberazione. Dal 23 al 25 aprile Roma tornerà ad essere il fulcro dell’attività per un gran numero di categorie, tanto che ormai restano fuori da quello che è un vero festival delle due ruote solamente i professionisti e ogni anno il buon Terenzi si ritrova a ribattere a chi gli chiede quando inserirà anche loro nell’evento.


Un evento in piena metamorfosi
Ragionando con l’organizzatore romano, emerge forte la sensazione che, pur trovandoci di fronte a un evento che si sta rinsaldando nella sua nuova formula, è anche nel pieno di un profondo cambiamento, facendo seguito a quanto il ciclismo stesso sta cambiando.
«Me ne accorgo ogni giorno che passa verificando le richieste di adesione alle gare: la bilancia fra under 23 e juniores che prima era sbilanciata a favore dei primi si sta sempre più equilibrando e credo che presto sarà proprio la gara dei più giovani l’evento centrale. Perché le grandi squadre guardano sempre più a loro, tanto è vero che la prova che fino allo scorso anno aveva una partecipazione di team italiani, quest’anno ospiterà anche 5 importanti club stranieri».


Il peso specifico degli juniores
Terenzi parla anche nella doppia veste di organizzatore e manager, gestendo il Veleka International Team: «Abbiamo corridori australiani e neozelandesi, russi e ucraini e bielorussi, è una bellissima esperienza lavorare con questi ragazzi. Mi accorgo che si sta spostando tutto da quella parte, ad esempio un ragazzo del team dello scorso anno è già approdato al Petrolike, due australiani sono ora nel Pogi Team. I manager e i procuratori guardano quasi esclusivamente a quella categoria e lo dico con un po’ di rammarico perché mi accorgo che per un under 23 già dopo la prima stagione, se non ha trovato un ingaggio in un devo team, sente il terreno mancargli sotto i piedi».
La formula di gara del GP Liberazione resta sempre la stessa, la kermesse su più giri del circuito delle Terme di Caracalla, con un programma decisamente ricco che quest’anno raccoglie anche un altro evento nell’evento: «Inizieremo addirittura con un campionato italiano, quello della cronosquadre per allievi e per noi, al secondo tricolore consecutivo, è un risultato davvero importante, un’attestazione di stima da parte della Federazione che ci inorgoglisce. Il 24 sarà la giornata dedicata alla prova juniores e questa, come anche quella degli U23 ha il numero di partecipanti bloccato a 175 per team di 5 corridori ognuno. Tornando al discorso di prima, anche fra gli juniores ora siamo costretti a dire di no a tanti team che vorrebbero partecipare perché abbiamo raggiunto il tetto massimo e questo mi dà sempre dispiacere».


Agonismo ma non solo
Oltre alla gara degli juniores, il 24 aprile ci saranno anche altre prove in programma: «Oltre a quelle per esordienti e allievi ci sarà però un momento che mi è particolarmente caro, ossia la kermesse per amatori che tengono fortemente ad essere anche loro della partita. La loro presenza accresce il significato dei Lazio Bike Days (questa la dicitura del festival, ndr) arricchendo fino alla fine il programma della vigilia di quello che, complice anche il giorno di festa, resta il momento clou».
Già, il 25 aprile, dove il programma di gare presenta due eventi di primissimo spessore, «ma oltre a loro vorrei ricordare la pedalata solidale Bike4Fun, altro momento per me importantissimo perché è un’autentica emozione vedere tanti ragazzi emodializzati insieme a ciclisti abituali fare un giro nel centro di Roma, chiuso al traffico per l’occasione e vedere la loro gioia e sorpresa nei loro occhi è un’autentica emozione. Sarà un giro simbolico con maglia celebrativa e gadget, con parte dell’iscrizione che andrà in beneficenza».


Montepremi equiparato a quello maschile
La giornata clou inizierà con la prova femminile, alla sua settima edizione e anche questa presenta un importante aspetto nuovo: «La gara cambia infatti di livello, passando alla categoria Uci 1.1. E’ un importante salto di categoria e anche qui riceviamo tante richieste di partecipazione, anche dall’estero. Avremo al via la UAE Team ADQ, altre squadre di livello e so che ne verrebbero altre dal WorldTour, ma siamo nel pieno del periodo delle classiche. Vorrei sottolineare anche che abbiamo deciso di pareggiare il montepremi femminile a quello dei maschi, 21 mila euro a testa, credo che sia un segnale importante ottenuto grazie all’appoggio della Lega Ciclismo che ha inserito la nostra gara nella Coppa Italia delle Regioni».
La prova per U23 ha ormai raggiunto il livello di popolarità e attenzione che aveva nel secolo scorso, quand’era considerata il “mondiale di primavera”? «E’ una domanda che mi rivolgono spesso, ma credo che sia improponibile fare un paragone. I dilettanti erano un passaggio obbligato, l’unica alternativa al professionismo. Ora la situazione è molto più composita. Posso dire che ogni anno ci troviamo a dover rinunciare a tante adesioni, se si pensa che abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni già a dicembre. Ci saranno tutte le continental italiane e ci saranno molti team stranieri, tanto che in totale, fra le varie prove, abbiamo ben 42 nazioni al via».


Che succederà nel futuro?
Proviamo a giocare d’anticipo: Terenzi è pronto a cambiare scenario e puntare sugli juniores? «Staremo a vedere. Certo che quella che una volta era vista come una scorciatoia per pochi, il passaggio da juniores direttamente fra i grandi, ora è diventata un’autostrada. Io credo che presto vedremo cambiamenti regolamentari, magari un riadattamento della categoria U23 in qualcos’altro. Noi stiamo alla finestra e vediamo quel che succede».