«Forse la mia soddisfazione maggiore – dice Biagio Conte senza mezza esitazione – sono stati gli anni passati come gavetta alla Marchiol, che era la squadra vivaio della Liquigas. Lì ho avuto modo di crescere ragazzi che poi hanno conosciuto tutti. Viviani, Cimolai, Guarnieri, Sagan. Insomma, ho avuto veramente grossissime soddisfazioni. Come poi il passaggio alla Liquigas. Ricordo la prima gara in ammiraglia, con accanto Mariuzzo che mi faceva da tutor. Il Giro del Friuli del 2010, che si concludeva qui a Sacile. Prima corsa e prima multa. Lui mi strillava di passare, io gli dicevo che c’erano i giudici. E la sera mi ricordo Amadio furibondo, anche perché arrivammo secondi con Guarnieri, dietro a Roberto Ferrari».
Biagio Conte è a casa malato, così ha dovuto prendersi dei giorni di malattia dal suo lavoro nelle macchinette da caffè automatiche. A breve ripartirà anche dall’ammiraglia del Team Padovani, cui ha offerto disponibilità a giornate. Dallo scorso anno, dato che forse a molti è passato inosservato, il suo nome è sparito dall’organico del Team Polti-Visit Malta. C’era arrivato quando si chiamava Eolo-Kometa, lasciando la Work Service di cui era direttore sportivo e in cui aveva ritrovato Davide Rebellin che era stato suo compagno fra i dilettanti. Nonostante il suo ruolo, non aveva saputo resistere alla chiamata di Basso e Zanatta, in una sorta di ricostruzione della vecchia Liquigas. Poi però per motivi economici, così ci racconta, il suo nome è stato tolto dal mazzo. Non gli chiediamo quanto guadagnasse.
Viviani vince il Giro delle Tre Province, sulla sua ammiraglia c’è Biagio Conte, ex pro’ classe 1968Viviani vince il Giro delle Tre Province, sulla sua ammiraglia c’è Biagio Conte, ex pro’ classe 1968
Hai già avuto modo di unirti alla Padovani?
Non ancora. Quando hanno fatto i primi ritiri per le visite, ero a trovare i parenti in Sicilia, ma conto di esserci per il prossimo. Cercherò di essere presente nei weekend, perché con il lavoro non posso prendermi troppi giorni, soprattutto in previsione di eventuali corse a tappe. Lavoro sempre sulle macchinette del caffè, giro tutto il giorno col furgone. Dopo la fine con Polti, mi ha chiamato un amico e mi ha offerto un contratto a tempo indeterminato, che ho accettato subito. Ho bisogno ancora di raggiungere i contributi per la pensione, così quando Ongarato mi ha proposto di unirmi alla Padovani, ho offerto la disponibilità che posso. Dovrebbero mancarmi due anni alla pensione, ma devo verificare bene.
Ti aspettavi che la tua carriera nel professionismo si fermasse così?
So che hanno inserito Gavazzi e che Maini è andato alla MBH Bank, dove magari gli avranno fatto una proposta migliore, perché quella che aveva in Polti era la stessa che io ho rifiutato. Ci sono rimasto abbastanza male, perché eravamo partiti con un progetto cui ho voluto credere e partecipare, ma alla fine mi pare che le cose non stiano andando come si era pensato.
Con Pellizotti e Basso, nel ritiro invernale di Passo San Pellegrino 2009-2010 con la Liquigas: Conte è un diesse al debuttoCon Pellizotti e Basso, nel ritiro invernale di Passo San Pellegrino 2009-2010 con la Liquigas: Conte è un diesse al debutto
Troverai facilmente le motivazioni per ripartire da una continental?
Credo che alla fine se sei appassionato del tuo lavoro, vuoi farlo per bene. Che sia una continental o uno squadrone, ci tieni a portare la tua esperienza, quello che hai imparato in questi anni. Così penso che la motivazione sia al massimo, ne sono certo.
L’obiettivo è tornare nel professionismo?
Onestamente? Non lo so. Mi sono reso conto che il professionismo è una parte importante della mia vita, tutto quello che vuoi, però mi ha portato via anche parte della vita in famiglia. Mi sono reso conto che quest’anno, rimanendo a casa e lavorando, mi sono goduto i weekend con mia moglie. Ho potuto riassaporare la vita familiare. Ma a monte di tutto, l’obiettivo è raggiungere la serenità da pensionato. E poi può darsi che mi venga la voglia di rimanere nell’ambiente e continuare questo tipo di lavoro. Magari per allora avrò anche più tempo e disponibilità, anche se alla Padovani ho detto che farò tutto al 100 per cento. Non faccio mai le cose a caso, mi piace fare tutto bene.
Conte è arrivato alla Padovani per la chiamata di Alberto Ongarato. Affiancherà Dimitry Konychev (photors.it)Conte è arrivato alla Padovani per la chiamata di Alberto Ongarato. Affiancherà Dimitry Konychev (photors.it)
Hai già un calendario per la prossima stagione?
Abbiamo un calendario in generale e naturalmente stiamo aspettando la risposta da parte degli organizzatori. Io ho dato disponibilità i sabati e le domeniche, perché nei giorni feriali sarò a casa a lavorare e magari prenderò le ferie per qualche corsa a tappe cui dovessimo partecipare. Penso alla Coppi e Bartali, al Giro di Sardegna o quello della Magna Grecia. Ci sono tante corse.
Sei stato nel WorldTour, poi nella professional, ora torni in continental: quale può essere il ruolo di queste squadre?
Qualche regola è cambiata, quindi può darsi che le continental del 2026 possano aspirare a più spazi grazie ai quali contrastare meglio i devo team. Ci sono continental che lavorano bene, come la Padovani e la Colpack che è salita al professionismo con MBH Bank. Dobbiamo fare il massimo perché i ragazzicrescano. Certo non si ha il budget di una WorldTour, però si cerca ugualmente di fare tutto al meglio. E devo dire che mi piace tanto l’idea di farne parte.
La curiosità intorno alla nuova continental italiana – la SC Padovani Polo Cherry Bank – è tanta. Per la squadra guidata da Ongarato e che conta sull’apporto di tante figure di grande esperienza, è tempo di rifinire la condizione in vista dell’esordio stagionale. I ragazzi sono ora in Spagna, e stanno affrontando gli ultimi giorni del loro ritiro. Tra i volti della SC Padovani c’è quello di Mirko Bozzola, uscito dal devo team della Q36.5 Pro Cycling. La formazione di sviluppo è stata chiusa e così molti dei suoi giovani talenti sono andati dispersi. Uno di loro è proprio Bozzola, classe 2004, che si appresta a iniziare il terzo anno nella categoria under 23 (in apertura photors.it).
«Qui si sta bene – racconta dopo il lungo allenamento da cinque ore – la temperatura è perfetta. Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo fatto l’ultima distanza prima dell’esordio stagionale, che sarà il 24 gennaio alla Classica Camp de Morvedre. Una corsa che si snoderà nella provincia di Valencia, con partenza e arrivo dal paesino di Estivella».
Mirko Bozzola inizierà a correre in Spagna il 24 gennaio (photors.it)Mirko Bozzola inizierà a correre in Spagna il 24 gennaio (photors.it)
Partito da lontano
Rispetto alla stagione 2024 Bozzola attaccherà il numero sulla maglia con un mese di anticipo. Lo scorso anno esordì con la maglia del devo team della Q36.5 il 25 febbraio a Misano.
«Non arriverò pronto al 100 per cento – spiega – alla gara di venerdì, ma va bene così. I miei obiettivi in stagione saranno altri. Comunque sento di migliorare, me ne accorgo giorno dopo giorno, quindi credo che la strada sia quella giusta. Quest’anno vorrei andare bene nelle corse internazionali under 23 e al Giro Next Gen, vedremo se quando uscirà il percorso ci sarà qualche tappa intrigante».
I ragazzi della SC Padovani hanno fatto un primo ritiro a dicembre in Veneto, mentre ora sono in Spagna (photors.it)I ragazzi della SC Padovani hanno fatto un primo ritiro a dicembre in Veneto, mentre ora sono in Spagna (photors.it)
Senti di poter fare un passo in più rispetto al 2024?
In realtà anche lo scorso anno ero partito per fare bene nelle gare internazionali, ma poi qualche intoppo di troppo mi ha un po’ condizionato. Non ho avuto una stagione costante. Adesso mi sento meglio, tutto è curato nei dettagli e qui alla SC Padovani non ci manca davvero nulla.
Guidaci in questa nuova squadra.
Arrivare in una formazione appena nata è sempre un’incognita, ma il progetto è davvero molto bello. Esco da un devo team e devo ammettere che non vedo differenze tra il 2024 e il 2025. La squadra è super attrezzata e non ci manca niente.
Bozzola vuole affermarsi nelle gare internazionali under 23 per attirare l’attenzione delle squadre professionistiche (photors.it)Bozzola vuole affermarsi nelle gare internazionali under 23 per attirare l’attenzione delle squadre professionistiche (photors.it)
Che effetto fa viverlo?
E’ positivo perché si capisce quanto sia stato fatto e in quanto poco tempo. La struttura è stata realizzata velocemente e l’organizzazione pure: ritiri, calendario, divise, bici… Già essere in Spagna a gennaio per un ritiro in vista delle gare di inizio stagione non è cosa da poco. Non sono tante le continental che possono permettersi questo.
Con chi ti sei confrontato di interno alla Padovani?
Con tutti: da Ongarato a Petacchi, fino a Konychev. Mi hanno parlato subito di un progetto ambizioso e sono stati onesti. Mi avevano detto che le loro erano idee da concretizzare, ma mi sono fidato e tutt’ora mi fido. Tutte le promesse fatte sono state mantenute e questo non è di poco conto.
Mirko Bozzola correrà la sua terza stagione da under 23 con la SC Padovani Polo Cherry Bank (photors.it)Mirko Bozzola correrà la sua terza stagione da under 23 con la SC Padovani Polo Cherry Bank (photors.it)
C’è mai stata l’occasione di passare professionista con la Q36.5?
No. Nonostante abbia corso con la professional un paio di volte, ho comunque fatto una stagione che non mi ha permesso di guadagnare spazio. Tuttavia non ci sono rimasto male, riparto con la voglia di fare e consapevole di aver imparato tanto.
Cosa?
Dal punto di vista dell’alimentazione in gara e fuori, oppure a leggere la gara e capire come muoversi in gruppo. Correre un anno in un devo team è un’esperienza che consiglio e che serve tanto per maturare.
Il corridore novarese era passato prima alla Zalf (photors.it)Il corridore novarese era passato prima alla Zalf (photors.it)
A livello atletico che passi in avanti senti di aver fatto?
Partivo già con un buono spunto veloce che sento di aver migliorato ulteriormente. Sulle salite da 10 o 12 minuti sento di poter stare con i migliori. In più sono un corridore di passo. Penso che il mio terreno di caccia siano le corse ondulate, con strappi di due o tre chilometri.
Hai provato anche a correre al Nord con i pro’, come è andata?
E’ stata un’esperienza bella, ma che mi ha fatto capire come in quelle corse serva un’altra mentalità. Non ho partecipato a gare facili, nonostante ciò mi sono comportato bene. Ma prima di pensare a quel mondo, meglio fare bene da under 23 nelle gare che avrò a disposizione. L’obiettivo del 2025 è affermarmi e conquistare una chiamata dai professionisti.
Nel 2024 Bozzola ha corso con il devo team della Q36.5 nel quale dice di aver imparato moltoNel 2024 Bozzola ha corso con il devo team della Q36.5 nel quale dice di aver imparato molto
Come arrivi all’inizio della stagione?
Fiducioso, ancora di più rispetto al 2024. So che posso arrivare a un buon livello. Nei miei tre anni da under 23 sono sempre stato in squadre che mi hanno dato la possibilità di crescere. Alla Q36.5 ho imparato ad allenarmi con un preparatore, a stare con i professionisti. Ho capito cosa vuol dire fare il corridore.
Il riposo dopo una gara oppure un allenamento è un momento cruciale per il recupero fisico e mentale di ogni atleta. La SC Padovani-Polo-Cherry Bank, consapevole di questa necessità, si avvale quest’anno di un alleato d’eccezione: Dopogara. Il noto brand, specializzato nella creazione di abbigliamento sportivo dedicato al relax e fondato da Daniele Zanatta, ha difatti rinnovato la propria partnership con la storica società bianco-verde anche per la stagione 2025, offrendo capi che uniscono comfort e stile sia per gli atleti che per lo staff.
Dopogara, riconosciuto per la qualità e l’attenzione ai dettagli, fornisce una linea completa di abbigliamento studiata per il recupero e il tempo libero. Tra i capi proposti si evidenziano i giubbini invernali, gli smanicati, le tute, i cappellini e le polo personalizzate: ideali per accompagnare la squadra nei momenti di pausa. Una dotazione che non solo supporta il recupero fisico, ma contribuisce anche a rafforzare lo spirito di squadra.
Nei momenti di pausa i corridori della SC Padovani Polo Cherry Bank vestiranno Dopogara (photors.it)Capi d’abbigliamento comodi e pensati per il miglior recupero possibile (photors.it)Nei momenti di pausa i corridori della SC Padovani Polo Cherry Bank vestiranno Dopogara (photors.it)Capi d’abbigliamento comodi e pensati per il miglior recupero possibile (photors.it)
Binomio di successo
«Il riposo è un aspetto fondamentale per il rendimento della squadra – ha commentato il vice presidente della SC Padovani Alberto Ongarato – in quanto aiuta gli atleti a recuperare le energie e a rafforzare l’intesa del gruppo. Grazie alla collaborazione con Dopogara, possiamo offrire ai nostri ragazzi capi confortevoli, progettati appositamente per le loro esigenze. Questa attenzione al dettaglio è parte del nostro impegno verso una stagione che si preannuncia a dir poco entusiasmante».
«La SC Padovani rappresenta una realtà storica e importante – ha aggiunto Daniele Zanatta, il fondatore e CEO di Dopogara – ed è per noi un vero onore poterla affiancare anche quest’anno con capi personalizzati che esaltano lo stile e l’identità del team. Siamo certi che il nostro abbigliamento accompagnerà gli atleti e lo staff in tutte le sfide che li attendono, garantendo il massimo comfort e qualità».
I ragazzi della formazione continental ora si trovano in ritiri in Spagna per ultimare la preparazione (photors.it)I ragazzi della formazione continental ora si trovano in ritiri in Spagna per ultimare la preparazione (photors.it)
Immagine di squadra
Il rinnovo di questa collaborazione segna un ulteriore passo avanti nel percorso di crescita della SC Padovani, che punta a consolidare il proprio successo anche grazie al supporto di partner prestigiosi. Dopogara, già affermato nel panorama professionistico e a livello continental, vede in questa sinergia un’opportunità per ampliare ulteriormente la propria visibilità sul piano internazionale.
Questa partnership consolida il ruolo di Dopogara come punto di riferimento nell’abbigliamento sportivo da riposo, contribuendo al benessere degli atleti e rafforzando l’immagine di una squadra che affronta il futuro con ambizione e professionalità. La collaborazione dimostra come attenzione ai dettagli, cura per le esigenze degli atleti e spirito di innovazione possano fare la differenza in un contesto sportivo sempre più competitivo.
La stagione delle feste porta con sé un regalo speciale per la SC Padovani Polo Cherry Bank. Giordana, storico partner tecnico della squadra, ha difatti presentato ufficialmente il nuovo team kit 2025, pronto ad accompagnare il ritorno della formazione bianco-verde nel panorama ciclistico internazionale con licenza UCI Continental (in apertura photors.it).
Il design della nuova maglia e dei nuovi pantaloncini richiamano le radici della SC Padovani, una delle squadre più prestigiose del ciclismo italiano. Linee classiche e dettagli raffinati si combinano con materiali di ultima generazione, esaltando la tradizione e l’innovazione. La maglia bianca, arricchita dall’iconica fascia verde smeraldo, si abbina ai pantaloncini neri, creando un’estetica che omaggia i gloriosi 115 anni di storia della squadra. Un palmarès impressionante, con 11 medaglie olimpiche, 15 titoli mondiali e 55 titoli nazionali, rende questo omaggio ancora più significativo.
Con un calendario internazionale ricco di appuntamenti, il team della SC Padovani Polo Cherry Bank si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua gloriosa storia, portando con sé l’orgoglio di una tradizione centenaria e l’ambizione di nuovi successi.
La divisa della SC Padovani Polo Cherry Bank del 2025 è disegnata da Giordana (photors.it)Tanti i nomi, anche di spicco, che affiancheranno la neonata continental (photors.it)La divisa della SC Padovani Polo Cherry Bank del 2025 è disegnata da Giordana (photors.it)Tanti i nomi, anche di spicco, che affiancheranno la neonata continental (photors.it)
Una storia lunga 115 anni
Il presidente Galdino Peruzzo, insieme ai vice-presidenti Martino Scarso e Alberto Ongarato, ha lavorato a stretto contatto con Giordana per creare un kit che rappresentasse al meglio l’identità del team.
«La SC Padovani è una delle poche società sportive al mondo con 115 anni di vita – ha affermato Galdino Peruzzo – e per noi è un onore aggiungere nuove pagine alla storia di questa autentica leggenda sportiva. Il 2025 sarà una stagione straordinaria: torniamo a gareggiare in una categoria che ha portato grandi soddisfazioni alla nostra città. Non potevamo rinunciare ai colori che hanno reso celebre questa società».
«Siamo al fianco della SC Padovani da anni – ha ribattuto Giorgio Andretta, Founder & CEO di Giordana – e abbiamo scelto di sostenere subito il progetto per il team 2025. Questa squadra vanta radici solide e un impegno costante per la crescita dei giovani talenti. Siamo orgogliosi di fornire capi tecnici che garantiscano prestazioni eccellenti in ogni più specifica condizione».
I ragazzi di Ongarato sono pronti per iniziare questo 2025 che li vedrà impegnati in giro per l’Europa (photors.it)I ragazzi di Ongarato sono pronti per iniziare questo 2025 che li vedrà impegnati in giro per l’Europa (photors.it)
Anche i Vice-Presidenti hanno espresso il loro grande ed appassionato entusiasmo: «Giordana è un partner fondamentale – hanno ribadito all’unisono Alberto Ongarato e Martino Scarso – non a caso, i loro tessuti performanti assicurano massimo comfort e perfetta affidabilità, permettendo agli atleti di esprimersi al meglio. Dopo anni di lavoro nelle categorie giovanili, vedere concretizzarsi questo progetto è per noi un’emozione unica. Questi colori rappresentano i nostri sogni, e speriamo di festeggiare tanti nuovi traguardi con queste maglie».
PADOVA – L’appuntamento con Alberto Ongarato è nell’Eroica Caffè che ci è parso il luogo perfetto in cui parlare di ciclismo. La città è semi paralizzata dai lavori del tram, il traffico sembra impazzito. L’ex professionista padovano è qui per raccontarci la sua Padovani e fare il punto rispetto al primo contatto di fine agosto. Nel frattempo il progetto si è gonfiato, il budget è salito, Konychev è salito sull’ammiraglia, sono arrivate le bici Guerciotti e la squadra si è riunita nel ritiro di Abano Terme. Con la Zalf Fior e il CTF Friuli che chiudono, la nascita di una continental è una notizia.
«La Padovani ha un presidente che si chiama Galdino Peruzzo – riassume Ongarato – un grande appassionato, proprietario di Polo Ristorazione SPA che si occupa di servizi per la ristorazione. E’ subentrato a un altro presidente nel 2013 e io, fatalità, avevo da poco smesso di correre. Sapevo che Peruzzo fosse un grande appassionato e l’ho coinvolto nell’anno in cui la società stava organizzando una delle ultime edizioni del Giro del Veneto, quello a Prato della Valle. Volevano portare un personaggio di spicco per incrementare l’importanza dell’evento, visto che le corse stavano già cambiando. C’erano le WorldTour, non c’erano tantissime squadre importanti e io lo misi in contatto con Cipollini».
Alberto Ongarato, classe 1975, è stato professionista dal 1998 al 2011Alberto Ongarato, classe 1975, è stato professionista dal 1998 al 2011
Non aveva già smesso anche lui?
Esattamente, però bisognava riconoscergli un gettone di presenza e per questo ci serviva una sponsorizzazione. Così entrai in contatto con Galdino Peruzzo e da lì siamo sempre rimasti in contatto. E quando gli hanno proposto di diventare presidente, ha chiesto la mia collaborazione.
Lo sbocco più naturale, in fondo…
Io avevo appena smesso e per i primi due anni non ho più toccato la bicicletta. Mi sono buttato a capofitto nel lavoro nell’azienda di famiglia, mentre adesso sono per conto mio e ho un’azienda – Alabastro Italiano – in cui facciamo illuminazione su misura. Quando mi hanno chiesto di entrare, ho pensato che mio nonno era stato in Padovani, mio padre anche e così pure mio zio. A casa mia, quando si parlava di ciclismo, si parlava di Padovani. Però quando sono entrato, non avevamo niente, neanche un’idea di cosa fare.
E come è andata?
Assieme a me è subentrato Martino Scarso. Noi oggi siamo i vicepresidenti e poi c’è Galdino Peruzzo, presidente e sponsor principale, e da lì siamo partiti. Abbiamo organizzato un Giro del Veneto a fine agosto 2012, che al tempo si fece insieme alla Coppa Placci, con l’arrivo a Imola per stare vicini all’Emilia colpita dal terremoto. Ma fu un’edizione un po’ balorda…
Il primo ritiro si è tenuto all’Hotel Serenissima Terme di Abano Terme (photors.it)Il primo ritiro si è tenuto all’Hotel Serenissima Terme di Abano Terme (photors.it)
Perché?
Perché il calendario era infelice e le squadre erano in giro per l’Europa. Dopo quella volta pensai che avremmo dovuto cambiare rotta e tornare a fare squadre. Investire su una corsa professionistica è impegnativo a livello economico e non rende niente. Per questo partimmo con gli juniores.
Hai raccontato di aver lasciato gli juniores quest’anno per passare alla continental perché vedevi comportamenti che non ti piacevano nei ragazzi e nelle loro famiglie.
Dicono che ci sia tanta professionalità, ma sono chiacchiere. Il ragazzino di 17 anni ha la testa di un ragazzino di 17 anni, altro che passare professionista. E appresso ha una schiera di familiari che mette bocca. Noi avevamo fatto tutto in maniera molto seria, ma non ne valeva la pena. Per questo abbiamo pensato di fare una continental.
Non una piccola differenza…
Al contrario, il passo è stato notevole perché noi vivevamo con i nostri sponsor, principalmente grazie a Polo e non potevamo chiedergli di più. Per cui abbiamo studiato per 7-8 mesi, finché abbiamo trovato un accordo con l’attuale direttore sportivo Franco Lampugnani, che ci ha presentato Renato Marini della Coppi Gazzera. Gli abbiamo presentato il progetto e lui ha risposto che se avessimo fatto una squadra dilettantistica, ci avrebbe dato una mano. E così siamo partiti.
Konychev, nella foto c’è anche Ongarato, si è unito alla squadra per ultimo e ha guidato il ritiro ad Abano Terme (photors.it)Konychev, nella foto anche Ongarato, si è unito per ultimo e ha guidato il ritiro ad Abano Terme (photors.it)
In che modo?
Abbiamo presentato il progetto a Peruzzo, che lo ha autorizzato il 5 agosto. Alessandro Petacchi ha accettato di fare il team manager e non credevo che ci si sarebbe buttato con tanto impegno. Chiama i corridori, partecipa. Voleva fare un progetto giovani in Toscana, invece ha accettato di venire qui. Avevamo e abbiamo bisogno di un team manager che segua la squadra, perché abbiamo tutti i nostri lavori ed è necessario dividerci gli impegni.
Come lo hai convinto?
Nel ciclismo italiano, tolti i Reverberi che hanno una professional e Basso che sembra più una squadra spagnola, ci sono solo le continental. Forse è brutto da dire, ma la realtà è questa. Quindi, secondo me, serve che i campioni di una volta diventino punti di riferimento per i ragazzi, lo staff, il personale e gli sponsor. Questo serve.
Petacchi ha accettato subito?
Mi ha detto subito di sì. Gli ho tirato per sei anni le volate, gli ho tirato anche l’ultima per entrare in questa società. Lui ci conosceva già, perché era già stato per un paio di volte alla Gran Fondo di Padova. Conosceva il presidente, conosceva tutto il personale e di là siamo partiti il 5 di agosto con l’accordo con la Coppi Gazzera. Abbiamo creato un business plan per andare in cerca di sponsor. Avevamo dei contatti e alla fine sono entrati nuovi sponsor importanti.
La squadra sarà vestita da Giordana, marchio della grande tradizione italiana (photors.it)La squadra sarà vestita da Giordana, marchio della grande tradizione italiana (photors.it)
Nello staff ci sono anche Slongo, Guardascione, Konychev…
E ci sono anche Simone Marini, mental coach dell’Astana, e anche Luca Simoni, perché avevamo bisogno di un nutrizionista. Lui lavora all’Università di Padova, è un ricercatore biologo ben conosciuto nell’ambiente. Attualmente lavora con l’Astana e sta seguendo i nostri ragazzi.
Avete già un’idea di calendario, a parte gli inviti?
Ne abbiamo richiesti molti. Mandiamo una mail di presentazione. Scriviamo che ci sono Petacchi e Konychev. Citiamo la storicità della squadra. E adesso dobbiamo solo aspettare le risposte. Intanto abbiamo fatto il ritiro dal 10 al 20 dicembre ad Abano Terme, all’Hotel La Serenissima Terme, che è nostro sponsor. Poi ne faremo un altro più breve il 2-3 gennaio per foto e altre attività. Dal 12 al 26 partiremo per la Spagna e chiuderemo il ritiro con una corsa il 24 a Valencia. Poi tramite Garzelli, potremmo partecipare alla prima corsa per professionisti. A quel punto inizieremo col calendario italiano a fine febbraio e faremo un altro ritiro alla metà del mese. Abbiamo chiesto di andare a Besseges, ma al momento non arrivano risposte.
Tanto estero?
Faremo un calendario internazionale. Abbiamo fatto richieste in Romania, Olanda, Belgio, Francia. Faremo il calendario più importante in Italia. Abbiamo già formalizzato la richiesta di invito alla Coppi e Bartali e tutte le prove che si possono fare. Mi auguro che ci invitino in più corse possibili fra i professionisti. Vorremmo farle tutte, vediamo se ci vogliono. Bisognerebbe favorire certe esperienze, soprattutto se l’attività in Italia è portata avanti da queste squadre.
La Sc Padovani Polo Cherry Bank ha 8 elite e 5 under 23 (photors.it)La Sc Padovani Polo Cherry Bank ha 8 elite e 5 under 23 (photors.it)
Qual è il vostro obiettivo?
Fare sì che la Padovani torni ad avere una squadra importante. Non come negli anni 60 perché è cambiato il mondo ed è cambiato il ciclismo. Eppure per come siamo organizzati, con la tecnologia e le organizzazioni che abbiamo messo in piedi, con lo staff e i corridori, abbiamo 250 punti, che non sono pochi. Nel frattempo, nell’ultimo anno, abbiamo studiato le altre continental. Ci sono quelle serie e quelle che lo sono solo di nome. Secondo me, noi partiamo da un livello molto alto, ma l’obiettivo è crescere. E non vorrei dire altro, perché per ora siamo giusti così.
Una continental è a suo modo un’azienda?
Decisamente. I budget sono importanti, stiamo lavorando bene sotto l’aspetto marketing e social. Con gli sponsor abbiamo in progetto nei prossimi sei mesi di portare a bordo dei nomi importanti. Lavorando bene, se le cose si incastrano con un po’ di fortuna, possiamo anche pensare di fare il salto di qualità. Ma per adesso stiamo bene qua.
L’organico non è molto sbilanciato verso gli under 23.
Abbiamo 5 ragazzi elite e 8 under. Abbiamo iniziato a cercare i corridori il 5 agosto, abbiamo dovuto formare da subito l’ossatura della squadra, per cui faremo le corse più impegnative con gli elite. Siamo anche convinti che l’under 23 non sia pronto per il professionismo, malgrado qualcuno sostenga che a 20 anni si debba passare per forza. E’ lo sbaglio più grande. Per stare di là bisogna avere una certa esperienza, una certa resistenza, una certa testa. Però faremo anche attività con gli under 23. Abbiamo due ragazzi che secondo me possono tranquillamente puntare a passare professionisti e secondo me non ci vanno lontano.
Dal 2006 al 2008 Ongarato ha corso con Petacchi alla Milram: nel treno c’erano anche Velo e SacchiDal 2006 al 2008 Ongarato ha corso con Petacchi alla Milram: nel treno c’erano anche Velo e Sacchi
E tu nel frattempo hai ricominciato ad andare in bicicletta?
Dopo quei due anni famosi, Fondriest mi invitò a fare una randonnée a Reggio Emilia. Non avevo la bici e neanche il casco e gli scarpini. E lui mi disse che mi avrebbe fatto trovare tutto in albergo. Arrivai alle dieci di sera e quando entrai nella stanza e vidi la bici, fu una folgorazione. Si è accesa la luce. Il giorno dopo ho fatto quei 40 chilometri, ma mi sono portato via la bicicletta e ho ricominciato a uscire. Piano piano, ma con regolarità.
Due parole con Massimo Levorato, Presidente della Work Service. I suoi trascorsi in sella, poi la voglia di costruire una squadra che sia palestra di vita
Guerciotti allarga ancora di più il suo sguardo sui team giovanili arrivando a fornire le biciclette per la stagione 2025 anche alla SC Padovani Polo Cherry Bank, neonata formazione continental veneta. Anche i ragazzi guidati dal presidente Galdino Peruzzo, affiancato da Scarso e Ongarato con Alessandro Petacchi come team manager, correranno con l’iconico modello dell’azienda milanese: la Eclipse S. Per i corridori della SC Padovani però, Guerciotti ha deciso di fare le cose in grande, con una bicicletta in edizione limitata e impreziosita da una livrea unica e affascinante (in apertura photors.it).
Livrea speciale realizzata da Guerciotti per la Eclipse S della SC Padovani Polo Cherry Bank (photors.it)Livrea speciale realizzata da Guerciotti per la Eclipse S della SC Padovani Polo Cherry Bank (photors.it)
L’allestimento
Guerciotti, in occasione della stagione 2025 ha messo mano al modello Eclipse S, perfezionandolo e rendendolo ancora più iconico e performante. La fibra di carbonio è cambiata e si è passati alla Mitsubishi T65. Il peso del telaio è di soli 730 grammi, ma la sua resistenza alle pressioni è aumentata.
Le Guerciotti Eclipse S, utilizzate dai corridori della SC Padvani Polo Cherry Bank, tra cui spiccano il velocista Lorenzo Ursella e il giovane pistard Ares Costa, montano un gruppo Shimano Ultegra con guarniture Dura Ace. La sella e il nastro manubrio sono forniti da Prologo, mentre le borracce e portaborracce da Elite. Le bici saranno completate dalla gamma di ruote Ursus con coperture Vittoria.
«La collaborazione con la Sc Padovani Polo Cherry Bank è per noi molto stimolante – ha detto Alessandro Guerciotti – perché si tratta di un team di alto livello sempre alla ricerca dei migliori prodotti presenti sul mercato. Siamo certi che in sella alle nostre Eclipse S gli atleti avranno la possibilità di esprimere al meglio tutto il proprio potenziale».
La Eclipse S è realizzata con una nuova fibra di carbonio, che porta il peso del telaio a soli 730 grammi (photors.it)Il manubrio è fornito da QTC, mentre il nastro è Prologo (photors.it)La Eclipse S è realizzata con una nuova fibra di carbonio, che porta il peso del telaio a soli 730 grammi (photors.it)Il manubrio è fornito da QTC, mentre il nastro è Prologo (photors.it)
Pronti? Via!
I 14 atleti che compongono il roster della SC Padovani Polo Cherry Bank in questi giorni si sono trovati ad Abano Terme, in provincia di Padova, per dare inizio alla stagione 2025. Pedaleranno e testeranno le loro Eclipse S sulle strade dei Colli Euganei in un primo ritiro in preparazione agli impegni del nuovo anno.
«Guerciotti è un partner fondamentale per il nostro team: abbiamo a disposizione una bicicletta molto performante a cui abbiamo abbinato una verniciatura in edizione limitata che darà un tocco di fascino in più al nostro ritorno in gruppo – ha sottolineato il vice presidente del team Martino Scarso – gli atleti si sono rivelati subito entusiasti di questa bella novità e sono certo che anche ai tanti appassionati che ci seguono e ci sostengono piaceranno molto le nostre nuove bici con cui puntiamo ad essere protagonisti da subito».
Gaia Tormena fa un altro passo vero la multidiciplina e dopo la pista prova la crono. Lo fa con una bici Guerciotti. Obiettivo: il tricolore di specialità
Il panorama delle squadre under 23 ed elite italiano si allarga, è notizia di questi giorni che la SC Padovani tornerà a formare una squadra nella categoria che tanti successi ha regalato in passato. Dopo 40 anni il team riprende il filo con l’ultima categoria del ciclismo dilettantistico e lo fa con un progetto giovane ma che ha al suo interno dei mix diversi di esperienza e conoscenze tecniche. Si legge, infatti, sul comunicato divulgato, che il team manager sarà Alessandro Petacchi (in apertura con Ongarato e il presidente Peruzzo, photors.it) mentre nello staff tecnico entrano figure come Paolo Slongo e Carlo Guardascione.
Paolo Slongo sarà consulente per quanto riguarda allenamenti e testCarlo Guardascione, medico del team Jayco-AlUla nel 2025 sarà anche il medico sociale della Sc PadovaniPaolo Slongo sarà consulente per quanto riguarda allenamenti e testCarlo Guardascione, medico del team Jayco-AlUla nel 2025 sarà anche il medico sociale della Sc Padovani
Ritorno alle origini
Alberto Ongarato, ex corridore professionista e ora figura di riferimento per la SC Padovani, tanto da ricoprire il ruolo di vice presidente, racconta di un progetto nato anni fa ma con un obiettivo unico, concretizzato proprio in questi giorni.
«Era da quando sono entrato a far parte del team – racconta Ongarato – nel 2012 che ragioniamo insieme a Martino Scarso (anche lui ricopre il ruolo di vice presidente, ndr) su come rendere concreta l’idea di formare una formazione under 23 ed elite. Abbiamo sempre svolto attività nel miglior modo, dapprima organizzando la Gran Fondo di Padova e poi lavorando con i più giovani. Fino a quest’anno abbiamo avuto una formazione juniores, che cesserà di esistere. L’idea è stata, fin dai primi giorni del 2012, di ambire a creare un team per la categoria massima del ciclismo italiano, chiederemo infatti l’affiliazione come continental. Il ciclismo è cambiato e si è evoluto e avere un team continental è il massimo a cui si riesce ad ambire ora. In Italia abbiamo delle formazioni professional ma sono poche, quindi le continental acquistano sempre più spazio».
La SC Padovani è la società più longeva nel mondo del ciclismo (foto Facebook)La SC Padovani è la società più longeva nel mondo del ciclismo (foto Facebook)
Le figure coinvolte fanno capire l’importanza che si vuole dare al progetto, come saranno coinvolte?
Alessandro Petacchi sarà il nostro team manager e curerà i rapporti tra i vari componenti del team: ragazzi, staff, presidente, ecc. Sarà anche l’uomo immagine e seguirà gli atleti in qualche trasferta, compatibilmente ai suoi impegni in RAI. Posso dire di averlo visto molto motivato. Credo che per un ex corridore come lui sia stimolante entrare in un team come il nostro.
Poi ci sono i membri dello staff tecnico come Slongo e Guardascione.
La loro presenza è arrivata grazie a diverse conoscenze. Il nostro sponsor principale in questa avventura con la Padovani: Polo Ristorazione Spa, è stata accanto al team Bahrain anni fa. Una serie di conoscenze che ci hanno permesso di entrare in contatto, senza considerare il fatto che anche io sono stato professionista dal 1998 al 2011. Guardascione uguale, lo conosciamo da anni e quando gli abbiamo parlato si è dimostrato subito interessato.
Tra le sue fila sono nati tanti campioni, qui Alberto Dainese in forza alla Padovani nel 2016 (photors.it)Tra le sue fila sono nati tanti campioni, qui Alberto Dainese in forza alla Padovani nel 2016 (photors.it)
Due figure importanti da inserire in un team under 23 ed elite.
Vero, ma dobbiamo considerare che se vogliamo fare una formazione continental l’idea è di confrontarsi con l’estero. E al di fuori dell’Italia ci sono le squadre di sviluppo delle formazioni WorldTour che lavorano con lo stesso staff dei grandi. Avere delle figure di grande conoscenza è fondamentale per crescere.
Lo staff come sarà formato?
Avremo tre diesse e uno di questi è una figura importante nel mondo dilettantistico come Lampugnani. Ci saranno anche cinque accompagnatori e dei meccanici. Alcuni membri del personale mancano ancora ma stiamo valutando tanti profili, per scegliere al meglio. La Padovani comunque parte da una base solida, in questi anni ha avuto una formazione juniores.
I primi contatti con Petacchi sono arrivati al Giro d’Italia nella tappa di PadovaI primi contatti con Petacchi sono arrivati al Giro d’Italia nella tappa di Padova
A proposito, il team juniores non rimarrà, perché?
No. Abbiamo deciso di toglierlo. La scelta è legata anche a diverse problematiche nate con i genitori dei ragazzi. A 17 e 18 anni i genitori sono coinvolti, ma quando sono eccessivamente presenti non è facile. Ci siamo anche resi conto che un lavoro come il nostro fosse bello a livello di formazione dei ragazzi che però poi venivano attratti anche da altri team juniores e perdevamo il lavoro fatto.
Però in Italia ci sono 13 formazioni continental, non si rischia di entrare in un mercato già saturo?
Le voci dicono che qualche squadra si sta ridimensionando. Il rischio di non correre certe gare o di non ricevere gli inviti c’è, ma dobbiamo lavorare bene e meritarceli. All’estero ci sono tante occasioni, chiaro che vanno meritate anche quelle. Per il numero di squadre penso che sia meglio avere abbondanza, i ragazzi che vogliono correre in bici ci sono.
Polo Ristorazione Spa sarà lo sponsor principale per la stagione 2025 (foto Facebook)Polo Ristorazione Spa sarà lo sponsor principale per la stagione 2025 (foto Facebook)
Quanti atleti avrete?
12 o 13 in tutto. Siamo già a un buon 70 per cento di posti presi, ne avanzano cinque. Da quando è uscita la notizia siamo stati bombardati di telefonate e richieste da procuratori e atleti. Anche il fatto di avere gli elite è in funzione del ciclismo italiano. A 21 o 22 anni i ragazzi vengono considerati maturi, ma non è detto. Serve equilibrio. La nostra idea è di fare attività doppia concedendo a tutti le giuste occasioni in base alle qualità e agli impegni.
Non resta che augurarvi buona fortuna e aspettare i primi riscontri.
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Pochi giorni fa ci è arrivato un comunicato stampa che annunciava la nascita del Giro del Veneto juniores (presentato pochi giorni fa con la presenza di Dagnoni, foto apertura Alessandro Billiani). Una notizia molto importante, da approfondire assolutamente, tra le parole ed i nomi di quelle poche righe spunta quello di Alberto Ongarato (il secondo da sinistra in apertura). L’ex corridore professionista è diventato da una decina di anni uno dei vicepresidenti della SC Padovani. Una società ciclistica pluricentenaria, nonché la più longeva d’Italia, che negli anni ha organizzato tanti eventi.
Ongarato è stato professionista dal 1998 al 2011 ha chiuso la sua carriera in VacansoleilOngarato è stato professionista dal 1998 al 2011 ha chiuso la sua carriera in Vacansoleil
Il cambio di pelle
La SC Padovani è una delle colonne portanti del ciclismo italiano, dalle sue squadre sono usciti campioni di ogni genere, l’ultimo in ordine temporale è Alberto Dainese. Quella della società veneta è una storia a 360 gradi nel mondo del ciclismo.
«Agli inizi, nel 1909 – racconta Ongarato, professionista dal 1998 al 2011 – la Padovani ha organizzato una tappa del primo Giro d’Italia. L’arrivo era a Prato della Valle, sede di partenza di questo primo Giro del Veneto juniores. Negli anni la società ha cambiato pelle molte volte e, dieci anni fa, su richiesta del Presidente Galdino Peruzzo, ho preso la carica di vicepresidente. Dal 2014 abbiamo creato le squadre giovanili: dagli esordienti agli juniores, collaboriamo anche con una società di Padova che ha i giovanissimi. Dallo stesso anno la Padovani ha organizzato anche la Gran Fondo Città di Padova. Il Covid, poi, ha stravolto questo mondo ed abbiamo deciso di cambiare e organizzare una gara per gli juniores, la categoria più importante a livello giovanile».
In Italia ci sono quattro corse a tapper per gli juniores, di cui due di livello internazionale, una di queste è il Giro della LunigianaIn Italia ci sono quattro corse a tapper per gli juniores, di cui due di livello internazionale, una di queste è il Giro della Lunigiana
Una gara a tappe per questa categoria è una grande novità.
Quella di avere una corsa a tappe, addirittura di quattro giorni, è una necessità che in questa categoria si sente molto. Viene gestita in maniera estremamente professionale e così tutto intorno deve seguire il passo. Il ciclismo è in grande evoluzione, guardate al mondo del professionismo com’è cambiato in pochi anni. In Italia ce ne stiamo accorgendo con un po’ di ritardo, ma la strada è ormai delineata, tocca a noi seguirla.
Avete avuto una pronta risposta?
Abbiamo aperto le iscrizioni a novembre e dopo venti giorni avevamo già raggiunto il numero massimo di squadre: 30! Nei mesi successivi ci sono arrivate altre richieste, ora siamo a quota 33 team. In poco tempo tutti i diesse ci hanno richiamato per confermare la loro partecipazione. Dovremo dire dei no, e siamo solo al primo anno di questa corsa.
Di corse a tappe per juniores in Italia ce ne sono poche, solo quattro.
E’ un’esigenza che si sente, parlando con vari diesse ed addetti ai lavori. Fare una corsa a tappe permette di crescere e maturare molto, sia dal punto di vista tecnico che fisico. All’estero i ragazzi ne fanno molte di più e la differenza si vede, i nostri ragazzi quando si confrontano a livello internazionale fanno fatica.
La SC Padovani negli ultimi anni ha organizzato la Gran Fondo Città di Padova (foto Facebook)La SC Padovani negli ultimi anni ha organizzato la Gran Fondo Città di Padova (foto Facebook)
Si tratta di una gara nazionale?
Sì, è una 2.14, questo vuol dire che le squadre partecipanti saranno praticamente tutte italiane. C’è spazio per invitare tre team stranieri, nei giorni scorsi è arrivata anche la richiesta dal Cannibal Team (la squadra Development della Bahrain Victorious, ndr).
Vi prospettate di crescere?
L’obiettivo è quello, vogliamo fare le cose al meglio. Per la prima edizione è importante che si riesca a lanciare l’evento, ma non nascondo che vogliamo arrivare allo status di corsa internazionale.
Arrivate dalle Gran Fondo, cambiare pelle è stato difficile?
No, organizzare una Gran Fondo è molto più impegnativo a livello logistico. Le strade devono rimanere chiuse per più tempo, in una corsa in linea dopo una decina di minuti dal passaggio dei corridori le strade vengono subito riaperte.
Dal 2014 la storica società veneta ha dato vita alle due squadre giovanili (foto Alessandro Billiani)Dal 2014 la storica società veneta ha dato vita alle due squadre giovanili (foto Alessandro Billiani)
E dal punto di vista di staff e personale?
Per organizzare la Gran Fondo Città di Padova venivano impiegate 500 persone tra chiusura strade, staff e tutto il resto.
L’organizzazione come procede?
Spedita! Siamo a buon punto, abbiamo già definito tutte gli arrivi di tappa e le partenze, ne manca solo una. Anche i vari percorsi sono già praticamente pronti, a breve saranno anche pubblicati sul sito, che tra pochi giorni verrà messo online.
Per il pernottamento dei team?
Anche in questo caso è tutto a posto, probabilmente riusciremo a mettere tutte le squadre in un hotel unico.