Il Progetto Colore di Lechler per le nuove Aurum

01.02.2025
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Lo scorso mese di ottobre, esattamente il giorno dopo la quarta vittoria consecutiva al Lombardia da parte di Pogacar, abbiamo avuto l’opportunità di essere ospiti di Lechler, azienda comasca leader nella produzione di prodotti vernicianti. Motivo dell’invito l’ufficializzazione dell’accordo che avrebbe visto Lechler “colorare” anche per il biennio 2025-2026 le biciclette dell’attuale Team Polti-VisitMalta. L’accordo prevedeva anche che il marchio Lechler fosse presente sulle bici Aurum del team, una novità assoluta nel mondo del ciclismo professionistico (foto apertura Maurizio Borserini).

Lechler ha siglato un accordo biennale con il team di Basso e Contador (foto Maurizio Borserini)
Lechler ha siglato un accordo biennale con il team di Basso e Contador (foto Maurizio Borserini)

Colorazione speciale 

In occasione del debutto stagionale del Team Polti VisitMalta, avvenuto lo scorso 24 gennaio in Spagna alla Camp de Morvedre, la formazione voluta da Ivan Basso e Alberto Contador ha gareggiato in sella al modello Magma, il top di gamma di Aurum, che presentava una colorazione speciale. Un mix di estetica e performance frutto del “Progetto Colore” di Lechler.

Alessandra Damaschino, Marketing Communication Manager di Lechler, ha spiegato con queste parole in cosa consista il “Progetto Colore” dell’azienda comasca: «Progettare un colore è diverso da scegliere un colore che già esiste: è un processo di creazione che deve tenere conto del contesto, della storia, della forma dell’oggetto e delle emozioni che esso deve evocare. Lo scorso anno abbiamo accompagnato il team nella colorazione delle biciclette per il Giro d’Italia e per Il Lombardia. Quest’anno coloreremo le biciclette con cui i corridori affronteranno l’intera stagione e sono previste anche delle “special edition”…».

Questa è la Aurum Magma con la quale correranno i corridori della Polti-VisitMalta nel 2025 (foto Maurizio Borserini)
Questa è la Aurum Magma con la quale correranno i corridori della Polti-VisitMalta nel 2025 (foto Maurizio Borserini)

Scopriamo la Magma

La nuova colorazione della Magma per la stagione 2025 del Team Polti-VisitMalta ci offre lo spunto per ricordare alcuni dei suoi punti di forza. Frutto delle idee e dei test dei due fondatori, Ivan Basso e Alberto Contador, presenta un telaio realizzato utilizzando un laminato in carbonio specifico per Aurum con un processo di costruzione chiamato ECT (Experience Carbon Technology, ndr). Il telaio e la forcella della Magma utilizzano il livello ECT-10, il più performante. Da ricordare poi il manubrio integrato e il movimento centrale T47. Tubi e forcella sempre più profondi, triangolo posteriore perfezionato e completa integrazione dei cavi.

Di prestigio anche i partner tecnici presenti sulla bici ufficiale del Team Polti VisitMalta in questa nuova stagione: SRAM per il gruppo, Enve per le ruote, Vittoria per le coperture, Prologo per le selle, Elite per il porta borraccia e Look per i pedali.

Grande novità di quest’anno è la presenza sulla bici del logo Svitol, fornitore dei prodotti per la manutenzione e pulizia delle biciclette.

La nuova livrea per la stagione 2025 ha fatto il suo esordio nelle prime gare in Spagna
La nuova livrea per la stagione 2025 ha fatto il suo esordio nelle prime gare in Spagna

Chiude Fran Contador

Lasciamo a Fran Contador, nella doppia veste di CEO di Aurum e general manager del Team Polti VisitMalta, la chiusura: «Ci auguriamo bei successi in questa quinta stagione del nostro team e delle nostre biciclette tra i professionisti. Ormai tutti conoscete questa generazione di Magma, ancora più bella e confortevole della precedente. Non vediamo l’ora di vederla continuativamente all’opera in gara, forte anche del fantastico lavoro di Lechler!».

Lechner

Le strade della maglia rosa 2025: si decide in Val d’Aosta

13.01.2025
9 min
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ROMA – L’Auditorium Parco della Musica ha accolto la presentazione del Giro d’Italia 2025. Lo scenario è da grande evento e se non fosse per la data decisamente avanzata, da italiani potremmo dire che per questa volta non abbiamo nulla da invidiare ai cugini francesi. Proprio sul ritardo nella presentazione e nella firma del contratto, un sorriso viene strappato dal premier albanese Edi Rama, che ha ironizzato sulla trattativa con Urbano Cairo.

«Consiglio alla Groenlandia – ha sorriso – di ingaggiarlo per la trattativa con Trump».

«Sono 15 anni che partiamo dall’estero – ha replicato Cairo – e indovinate un po’ chi è quello che ha pagato meno!».

«Questo è vero – ha chiuso Rama – ma alla fine chi ci ha guadagnato?».

La serata è ricca di storie e personaggi. Elisa Longo Borghini, la vincitrice uscente, ha tenuto a battesimo il Giro d’Italia Women, accanto alla direttrice Giusy Virelli e a Marta Bastianelli, che si muove col piglio dell’ex campionessa e del tecnico federale in pectore. Poi quando si comincia a parlare del Giro d’Italia degli uomini, salgono sul palco Mauro Vegni assieme a Vincenzo Nibali e Alberto Contador. E’ il giorno del 55° compleanno di Marco Pantani: su quel palco ci sarebbe stato benissimo anche lui. Nell’annunciarlo, Barbara Pedrotti strappa l’applauso più bello: «Speriamo che questi auguri e questo applauso giungano dove devono arrivare».

La planimetria generale del Giro d’Italia 2025. Dall’Albania in Puglia e poi si inizia la risalita
La planimetria generale del Giro d’Italia 2025. Dall’Albania in Puglia e poi si inizia la risalita

Dopo l’Albania, in Puglia

Il Giro d’Italia 2025 parte dall’Albania, con tre tappe impegnative, compresa una cronometro lungo le strade di Tirana. La prima è impegnativa con arrivo nella Capitale e finale con due salite ravvicinate anche con pendenze in doppia cifra. La prova contro il tempo sarà seguita dalla frazione di Valona con le salite di Qafa e Llogarase, primo punto sopra quota 1.000 metri.

Dopo il primo giorno di riposo, si riparte con tre tappe veloci, ma non necessariamente destinate all’arrivo di gruppo compatto. Dopo la Puglia e la Campania, con l’arrivo di Napoli che sta diventando uno stupendo appuntamento fisso, si risale la penisola l’Italia con il primo arrivo in salita a Tagliacozzo. In realtà il traguardo è posto 3,5 chilometri più in alto, a Marsia: località turistica dismessa, ma salita di tutto rispetto. Poi l’arrivo a Castelraimondo, quindi la Gubbio-Siena, tappa Bartali del Giro 2025, con cinque settori di strade bianche (per circa 30 chilometri) prima dell’arrivo in Piazza del Campo.

Foto di partenza con le autorità: spicca per statura e spirito il premier albanese Edi Rama
Foto di partenza con le autorità: spicca per statura e spirito il premier albanese Edi Rama

Le 21 tappe del Giro 2025

Il Giro d’Italia 2025 parte dall’Albania e si conclude a Roma. Come sempre quando si parte dall’estero, i giorni di riposo sono tre. Due prove a cronometro individuale per un totale di 42,3 km. Sei tappe per velocisti, otto di media montagna e cinque di alta montagna. Saranno circa 38 i km di sterrato: 30 di strade bianche nel finale della tappa di Siena e 8 sul Colle delle Finestre (Cima Coppi del Giro con i suoi 2.178 metri). La Montagna Pantani sarà il Passo del Mortirolo, mentre la Tappa Bartali sarà la Gubbio-Siena, con arrivo in Piazza del Campo.

datatappapartenza-arrivokmdislivello
9/51ª tappaDurazzo-Tirana1641.800
10/52ª tappaTirana-Tirana (crono individuale Tudor)13,7150
11/53ª tappaValona-Valona1602.800
12/51° riposo
13/54ª tappaAlberobello (Pietramadre)-Lecce187800
14/55ª tappaCeglie Messapica-Matera1441.550
15/56ª tappaPotenza-Napoli2262.600
16/57ª tappaCastel di Sangro-Tagliacozzo1683.500
17/58ª tappaGiulianova-Castelraimondo1973.800
18/59ª tappaGubbio-Siena1812.500
19/52° riposo
20/510ª tappaLucca-Pisa (crono individuale Tudor)28,6150
21/511ª tappaViareggio-Castelnovo ne’ Monti1853.850
22/512ª tappaModena-Viadana (Oglio-Po)1721.850
23/513ª tappaRovigo-Vicenza1801.600
24/514ª tappaTreviso-Nova Gorica/Gorizia1861.100
25/515ª tappaFiume Veneto-Asiago2143.900
26/53ª riposo
27/516ª tappaPiazzola sul Brenta-San Valentino (Brentonico)1994.900
28/517ª tappaSan Michele all’Adige-Bormio1543.800
29/518ª tappaMorbegno-Cesano Maderno1441.800
30/519ª tappaBiella-Champoluc1664.950
31/520ª tappaVerres-Sestriere (Vialattea)2034.400
1/621ª tappaRoma-Roma141600
tot. 3.413,3tot. 52.500

Finale da brividi

Dopo il secondo riposo, il Giro 2025 riparte dalla Toscana con la cronometro da Lucca a Pisa. Il giorno successivo è estremamente interessante, con il ritorno al Giro dopo 25 anni di San Pellegrino in Alpe: salita che ha scritto pagine importanti nelle edizioni degli anni 90. Seguono Viadana con arrivo in volata, Vicenza sullo strappo di Monte Berico e Nova Gorica/Gorizia con il circuito transfrontaliero. La settimana si conclude ad Asiago con una tappa molto impegnativa da 3.900 metri di dislivello.

Il tappone trentino, l’indomani del terzo riposo, ha cinque salite dure una dietro l’altra con arrivo a San Valentino sul Monte Baldo che domina il Lago di Garda. Gli arrivi di Bormio – con il Passo del Mortirolo (Montagna Pantani) – e Cesano Maderno precedono le due tappe più terrificanti del Giro. La prima da Biella a Champoluc: breve ma dislivello di 4.950 metri. La seconda da Verrès a Sestrière, è lunga e ripropone l’accoppiata finale Colle delle Finestre e Sestriere, che nel 2005 lanciò la stella effimera ma splendente di Rujano.

Totale di 3.413 i km per 52.500 metri di dislivello: tutte le salite del Giro 2025
Totale di 3.413 i km per 52.500 metri di dislivello: tutte le salite del Giro 2025

L’occhio di Contador

Alberto Contador segue tutto con grande attenzione e parla in quel misto di italiano e spagnolo che ha messo a punto in tanti anni di sfide sulle nostre strade. «Il Giro d’Italia per me è un ricordo speciale – dice – a partire da quando nel 2008 arrivai per la prima volta e all’ultimo momento. Mi sentii benvoluto come se fossi a casa mia. Per questo fra i Grandi Giri, mi sento di dire che il vostro è quello più speciale».

Poi Alberto sofferma la sua attenzione sulla cronometro di Pisa, che individua come la svolta da cui capire come impostare la corsa che resta. «E’ il momento in cui i corridori di classifica – dice – capiscono quello che hanno da recuperare o il vantaggio che hanno. E poi restano le montagne, in cui si può riprendere tanto terreno. Guardo le altimetrie e ricordo il Colle delle Finestre, quando Aru e Landa mi attaccarono nel 2015 e io mi staccai. Ma avevo ancora 4 minuti di vantaggio e gestii lo sforzo. Quella è una salita da stare attenti. Ricordo bene quando Froome riaprì il Giro e lo tolse dalle mani di Dumoulin».

Lo spirito di Bettini

La presentazione va avanti fino alle 20,30. Sfilano personaggi. Paolo Pacchioni, giornalista di Rtl 102,5 radio ufficiale del Giro, fa le sue interviste dalla platea e coinvolge prima il presidente federale Dagnoni e poi Antonio Tiberi, quindi Paolo Bettini. E il “Betto” mette subito l’etichetta giusta a questo Giro così spettacolare e spigoloso, dall’inizio alla fine, quando le ultime due tappe di montagna saranno il terreno per la resa dei conti.

«Visto che in montagna non ero bravo come Vincenzo e Alberto – dice sorridendo – io avrei cominciato a fare un gran casino sin dalle prime tappe. La gente vuole lo spettacolo, ma anche i corridori quando attaccano il numero, vogliono divertirsi. Qui per fortuna non ci sono i velocisti, loro magari non sarebbero d’accordo».

Nibali gli fa notare che in sala c’è Bennati, commissario tecnico per ora non confermato e domani chissà. Ma Bettini è arguto: «Il Benna non era soltanto un velocista – dice – secondo me anche a lui sarebbe piaciuto combinare qualcosa».

Sono le ultime parole, poco prima di quelle in cui Paolo Bellino svela il sogno di Urbano Cairo di fare del Giro un prodotto superiore al Tour de France. Si respira l’entusiasmo che a volte fa perdere di vista le reali proporzioni, ma non è sera per fare confronti. Abbiamo assistito alla presentazione di un sontuoso Giro d’Italia. Domani ve ne offriremo qualche approfondimento. Ora non resta che scoprire quali campioni, a parte quelli già annunciati, verranno in Italia a prendersi lo scettro di Pogacar.

Bkool e quella sfida rosa fra Contador e Froome

28.11.2024
4 min
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Chris Froome contro Alberto Contador. No, non siamo tornati al Tour, al Delfinato o alla Vuelta. Lo scorso lunedì, i due campionissimi – ricordiamo che Froome è ancora in attività – si sono sfidati nuovamente. Stavolta sul simulatore di ciclismo BKOOL più precisamente sulle strade del Girovirtual, piattaforma che riprende i percorsi del Giro d’Italia 2024.

Chris Froome, 39 anni, corre ancora. Questa dovrebbe essere la sua ultima stagione. Milita nella Israel-Premier Tech e punta ancora una volta al Tour de France. Alberto Contador, invece, ha 41 anni. El Pistolero ha smesso nel 2017. Oggi, con Ivan Basso, dirige la Polti-Kometa e si dedica con passione alle bici Aurum, di cui è produttore. È anche uno dei commentatori di Eurosport, ma nonostante tutto pedala ancora moltissimo.

Una delle tante sfide tra Contador e Froome: qui alla Vuelta del 2016
Una delle tante sfide tra Contador e Froome: qui alla Vuelta del 2016

Come è andata

I due campioni hanno preso parte a una tappa, virtuale chiaramente, del Giro d’Italia. Froome e Contador non erano soli: al loro fianco c’era un gruppo internazionale di centinaia di fan. Durante il riscaldamento, prima della tappa, Froome e Contador si sono scambiati impressioni e qualche aneddoto del passato attraverso una diretta Instagram.

Quando è iniziata la sfida, nei primi chilometri, Contador ha ribadito il suo carattere di attaccante puro. Si è posizionato nel gruppo di testa e ha spinto forte perché la fuga prendesse il largo. Froome, intanto, guardava sornione, commentando: «Alberto sembra particolarmente motivato oggi. Stamattina ho dovuto allenarmi per quattro ore, quindi preferisco sciogliere un po’ le gambe mentre chiacchiero con voi».

Come al Giro

E, in effetti, Contador ha dato spettacolo: ha sviluppato una potenza media di 327 watt, con picchi superiori a 600, mantenendo una velocità media di 42 chilometri orari.
La tappa riproduceva parte della Riccione-Cento dell’ultima corsa rosa, una frazione molto veloce che, nella realtà, ha visto il trionfo di Jonathan Milan. Anche nel virtuale, la media finale è stata piuttosto elevata.

L’atteggiamento sornione di Froome, da scalatore puro, gli ha consentito di nascondersi strategicamente. Insomma, una sfida virtuale, ma dagli enormi risvolti realistici: su certi percorsi, stare a ruota paga sempre!

I due campioni hanno scherzato molto, coinvolgendo parecchio anche gli appassionati che erano con loro
I due campioni hanno scherzato molto, coinvolgendo parecchio anche gli appassionati che erano con loro

Obiettivo raggiunto

Al di là del risultato, l’aspetto più bello è stato vedere centinaia di ciclisti di diverse nazionalità condividere chilometri di allenamento con questi enormi campioni. Ricordiamolo: 15 Grandi Giri vinti in due! Per restare sul Giro, Contador lo ha conquistato nel 2008 e nel 2015, Froome nel 2018. Nella foto di apertura c’è proprio Alberto che lo premia.

«Siamo al Giro d’Italia con BKOOL, pedalando nel gruppo di testa!». Oppure: «Siamo a 360, 380, 420 watt… Non male per la nostra età, no?». E ancora: «Accelero per prendere la ruota del primo!».

Queste sono alcune delle frasi, tra motivazione e puro divertimento, che i due hanno rivolto alla community impegnata nella sfida.

«Vedere Froome e Contador pedalare insieme su BKOOL – ha detto Angel Luis Fernández, direttore marketing di BKOOL – chiacchierare in diretta tra loro e condividere gli allenamenti con i nostri utenti è un sogno che diventa realtà. Questo evento è la ricompensa per molti anni di duro lavoro. Un momento storico per il ciclismo virtuale».

E non finisce qui. Tra due settimane, alla sfida con l’inglese e lo spagnolo si aggiungerà il campione olimpico e mondiale Remco Evenepoel. Il Giro d’Italia Virtual pubblicherà una nuova tappa ogni 15 giorni fino al prossimo maggio.

Aurum con Bike Division: c’è l’accordo di partnership

16.11.2024
3 min
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Il tour operator specializzato Bike Division ha recentemente ufficializzato la definizione di una rilevante partnership di collaborazione con Aurum, marchio produttore di biciclette spagnolo fondato da Alberto Contador e Ivan Basso. Questo sodalizio nasce dalla volontà di unire le elevate prestazioni delle biciclette Aurum con l’esperienza di Bike Division nell’organizzazione di viaggi in bici esclusivi e indimenticabili. 

«Questa collaborazione – ha dichiarato Javier Pastor, responsabile marketing di Aurum – rappresenta l’unione perfetta tra il massimo delle prestazioni su due ruote e l’esperienza unica dei tour organizzati da Bike Division. Tutti i partecipanti ai viaggi Bike Division avranno la possibilità di conoscere e testare dal vivo le nostre biciclette, progettate per offrire performance di altissimo livello sui percorsi più stimolanti. Nei prossimi mesi saranno svelati ulteriori dettagli su come scoprire da vicino il mondo di Aurum e saranno proposte promozioni esclusive per coloro che viaggeranno con Bike Division».

«Siamo entusiasti di questo accordo – ha ribattuto Andrea Tonti, ex ciclista professionista e co-fondatore di Bike Division – e sono sicuro che questa sinergia eleverà ulteriormente l’esperienza di viaggio dei nostri ciclisti, rendendola davvero esclusiva».

Le biciclette Aurum accompagneranno Andrea Tonti e i suoi viaggiatori per tutto il mondo
Le biciclette Aurum accompagneranno Andrea Tonti e i suoi viaggiatori per tutto il mondo

Nuovo standard qualitativo

Aurum rappresenta molto più di un marchio: è l’incarnazione della dedizione e della passione di Contador e Basso per il ciclismo. Fondato dopo il ritiro dei due campioni dalle competizioni, Aurum nasce dal desiderio di creare la bicicletta ideale, una bici che rispecchi il loro rigore, la loro esperienza e la loro visione di performance e qualità. La vittoria in un Grand Tour, infatti, non è soltanto una questione di talento: richiede disciplina, determinazione e una dedizione incrollabile, valori che hanno permesso a Contador e Basso di distinguersi e vincere più Grandi Giri. È questa stessa mentalità vincente che hanno trasferito nel progetto Aurum, creando biciclette concepite per raggiungere risultati d’eccellenza.

Il desiderio comune è di creare nuovi standard sia per il mondo del ciclismo che per quello dei tour operator
Il desiderio comune è di creare nuovi standard sia per il mondo del ciclismo che per quello dei tour operator

Il nome stesso del marchio non è casuale: significa “oro” in latino, un richiamo simbolico al successo, alla vittoria e al gradino più alto del podio. La scelta di un nome latino evoca anche il legame tra Spagna e Italia, le terre d’origine di Contador e Basso. Aurum rappresenta il loro sogno comune e il desiderio di stabilire un nuovo standard nel mondo delle biciclette da strada di alta gamma. Con la loro esperienza, Contador e Basso puntano a fare di Aurum un marchio iconico per chi cerca eccellenza, stile e passione per la velocità. Grazie alla collaborazione con Bike Division, gli appassionati potranno vivere in prima persona l’essenza di Aurum in ogni singola pedalata!

Aurum

Bike Division

EDITORIALE / Contador e Sinner, storie diverse di numeri uno

09.09.2024
4 min
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Jannick Sinner si conferma numero uno al mondo vincendo gli US Open, primo italiano della storia, sottolineando come questa vittoria sia venuta in un momento molto difficile della sua carriera (in apertura foto Facebook/FITP). Come avrà fatto a tenere botta in uno sport che vive sulla concentrazione estrema, sapendo quello che rischia?

Ricordiamo lo stupore nell’assistere alla vittoria di Contador al Giro d’Italia del 2011, quello dell’Etna. Come faceva a correre e sopportare quella fatica così dolorosa, con una bomba a orologeria sul capo? Sulla sua testa pendeva infatti un’accusa di doping per 50 picogrammi di clenbuterolo rintracciati nelle sue urine (0,0000000000005 grammi per millilitro). La federazione spagnola lo assolse così come la FITP del presidente Binaghi si è schierata con Sinner. UCI e Wada però fecero ricorso e alla fine lo spagnolo fu squalificato per due anni.

Secondo il Tas, che nel 2012 comminò la squalifica, era probabile che la positività di Contador fosse stata causata dall’assunzione di un integratore alimentare contaminato, ma di fronte all’oggettività del test positivo, allo spagnolo fu imputato tuttavia di aver agito con negligenza. Una superficialità, chiamiamola così, che gli costò due anni e la sottrazione dei titoli, fra cui il Tour del 2010 e il Tour del 2011. Parve a tutti eccessivo, ma si trattava di un ciclista, quindi…

E’ il 5 febbraio 2012, Contador corre a Mallorca. Dopo 2 giorni, arriverà la squalifica per due anni
E’ il 5 febbraio 2012, Contador corre a Mallorca. Dopo 2 giorni, arriverà la squalifica per due anni

La pomata e la feritina

Saremmo francamente stupiti se la Wada e il Nado decidessero di non procedere contro Sinner, ma ne saremmo anche sollevati. Da un lato significherebbe che la parola dell’atleta vale ancora qualcosa, assestando un bel colpo alla presunzione di colpevolezza che vige nell’ordinamento sportivo. Dall’altro però si verrebbe a creare un precedente, come quello di aver aggirato la normativa nazionale antidoping, per il quale sarà difficile d’ora in avanti prendere provvedimenti per chiunque incappi in simili valori infinitesimali.

Cambia il punto di vista. Per Sinner si è detto (e potrebbe essere accettato) che la pomata usata incautamente dal fisioterapista sia entrata nella feritina durante il massaggio. Per Contador gli accusatori sostennero che il quantitativo assunto fosse ben più massiccio e che l’organismo fosse riuscito a smaltirlo tutto ad eccezione di quella minima parte… traditrice. Come fai a stabilirlo? E come fai a non imputare a Sinner la stessa negligenza di Contador?

Giacomo Naldi, il fisioterapista che, al pari dell’allenatore, ha fatto le spese della positività di Sinner (foto Instagram/Giacomo Naldi)
Giacomo Naldi, il fisioterapista che, al pari dell’allenatore, ha fatto le spese della positività di Sinner (foto Instagram/Giacomo Naldi)

Il silenzio dei media

Quello che colpisce in realtà non è tanto la difesa del tennista, dovuta e ben architettata, quanto il silenzio di chi sul doping s’è costruito una carriera. Si scrivono fiumi di parole su Pogacar che respirerebbe il monossido di carbonio, adombrando chissà quali strategie, mentre si resta di colpo in silenzio davanti a una doppia positività?

Dopo le bordate iniziali, infatti, che hanno costretto lo staff di Sinner ad allontanare il preparatore atletico Umberto Ferrara e il fisioterapista Giacomo Naldi (in apparenza vittime sacrificali), sulla vicenda è sceso il silenzio.

Intendiamoci, sappiamo benissimo che qualcuno in alto ha deciso che va bene così. Però allora, forti di questa esperienza, non sarebbe bene usare lo stesso metro per tutti, senza sfogare la propria voglia di trasparenza contro chi non gode di particolari protezioni?

E’ il 25 luglio 1999, Armstrong vince il primo Tour
E’ il 25 luglio 1999, Armstrong vince il primo Tour

La ricetta perfetta

Ci fu un corridore americano che al via del Tour del 1999 risultò positivo per una pomata al cortisone, ma non venne sanzionato. L’UCI accettò la ricetta retrodatata in cui la squadra sosteneva l’uso di una pomata contro le abrasioni della sella. Se sta bene al massimo organismo dello sport, perché qualcuno dovrebbe dubitarne?

Salvo un paio di giornalisti dotati di una visione più nitida, nessuno si mise contro il sopravvissuto al cancro. Servono tanti ingredienti per la ricetta perfetta. Tanti ingredienti e qualcuno che la faccia andar bene: ci sono interessi davanti ai quali le domande si fermano. E’ così che va lo sport, è così che va la vita.

Raccagni chiude il cerchio con la Polti: da U23 a professionista

31.08.2024
5 min
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Il segno della continuità in casa Polti-Kometa porta il nome di Gabriele Raccagni, il corridore classe 2003 ha firmato un contratto di due anni con il team professional di Ivan Basso e Alberto Contador. Un cerchio che si chiude visto che il bresciano è passato under 23 proprio con il team di sviluppo nel 2022, ai tempi ancora Eolo-Kometa. Nonostante siano cambiati gli sponsor e di conseguenza il nome, Raccagni è rimasto continuando il suo percorso di crescita. Un cammino che lo ha portato ad un periodo da stagista, iniziato in Francia al Tour du Limousin, e proseguito con il contratto da professionista per le prossime due stagioni. 

Gabriele Raccagni (in foto a destra) ha esordito tra i professionisti al Tour du Limousin
Gabriele Raccagni (in foto a destra) ha esordito tra i professionisti al Tour du Limousin

Esordio tosto

Un primo assaggio del mondo che lo aspetta lì alla finestra, sul quale è bene prendere le prime misure per non arrivare impreparato. Il livello non era altissimo, visto che si trattava di una corsa di categoria 2.1, tuttavia sono stati quattro giorni davvero importanti per Raccagni

«Non nascondo – spiega subito – che alla vigilia ero parecchio nervoso riguardo al mio esordio con i professionisti. Per fortuna ho avuto al mio fianco dei compagni forti e in particolar modo empatici che mi hanno messo a mio agio e scortato passo dopo passo. Il Tour du Limousin è stata la prima gara ma ce ne saranno delle altre da qui a fine stagione. Mi sono sentito subito parte del gruppo, un fattore che ha contribuito a far sentire meno la fatica in gara, anche se di chilometri ne abbiamo fatti».

I ritmi alti in corsa e il tanto lavoro lo hanno messo subito “vento in faccia”
I ritmi alti in corsa e il tanto lavoro lo hanno messo subito “vento in faccia”
Arrivi dal team di sviluppo della Polti-Kometa con il quale hai corso spesso tra Spagna e Italia. Com’è andata in un ambiente diverso come la Francia?

Ci sono delle differenze rispetto alle corse in Spagna, innanzitutto tra i professionisti si “lima” di più. Complice anche il percorso diverso, nervoso e con tanti sali e scendi. In Spagna le gare hanno tutte le stesse caratteristiche più o meno, ovvero salite lunghe sulle quali si fa la differenza. Quelle spagnole sono competizioni lontane però dalle mie caratteristiche. 

In Francia invece hai trovato un ambiente più familiare?

Sono un corridore abbastanza veloce, quindi da under 23 mi sono trovato spesso a lavorare per i miei compagni, in particolare per i velocisti. Tra under e pro’ il ritmo gara è totalmente differente, nel primo caso si va a tutta dall’inizio alla fine. Nel secondo caso, invece, siamo davanti a una condizione di gara lineare: la fuga va via, viene ripresa e poi si va in crescendo. 

Qui alle spalle dei compagni di squadra che gli hanno insegnato a muoversi in gruppo
Qui alle spalle dei compagni di squadra che gli hanno insegnato a muoversi in gruppo
Quali sono le tue caratteristiche ideali di percorso?

Salite corte ed esplosive, strappi da fare a tutta dove si fa man mano la differenza. Penso di poter diventare sempre più competitivo, chiaro che serve lavorare e allenarsi con costanza. 

Che livello hai visto al Tour du Limousin?

Alto, nonostante non fosse una corsa di primo livello. E’ stato bello confrontarsi con corridori e squadre che solitamente ho visto solo in televisione. Sicuramente si va forte, ma non è nulla di irraggiungibile, tanto che insieme Samuel Marangoni stiamo lavorando già sui miei punti deboli. 

Quali?

Tenere sulle salite più lunghe e imparare a pedalare in agilità. Ho il vizio di indurire troppo il rapporto e Marangoni mi sta facendo fare tanti allenamenti ad alte cadenze.

Raccagni è nel team sviluppo dal 2022 e nel 2025 passerà ufficialmente professionista (foto Instagram)
Raccagni è nel team sviluppo dal 2022 e nel 2025 passerà ufficialmente professionista (foto Instagram)
Quanto è importante avere una continuità di progetto come nel tuo caso?

Tanto. Sono arrivato qui nel 2022 e in tre stagioni sono cresciuto molto. Ad esempio Marangoni mi segue dallo scorso anno, la fortuna è che mi seguirà anche da professionista. Mi conosce, sa come lavoro e non dover trovare un nuovo equilibrio è sicuramente un vantaggio. In generale con lo staff sarà così, l’unico che non so se ritroverò è il diesse, vista la chiusura del team U23 (in favore dell’apertura di una formazione juniores, ndr). 

In gruppo come ti sei comportato, qual è stato il tuo ruolo?

Prendere vento in faccia. L’ho fatto per anni con gli under 23 e lo farò anche con i professionisti al momento. Il mio caposaldo in Francia è stato Maestri, un ragazzo gentilissimo che mi ha aiutato a capire come muovermi in gruppo. Spesso, quando ero in testa a tirare, mi diceva di rallentare e controllare lo sforzo visto che nei giorni successivi avrei dovuto fare la stessa cosa. Avere accanto qualcuno così è un bel vantaggio. Voglio farvi un altro esempio sulla continuità.

Dicci.

Arrivare da una squadra di sviluppo ha fatto sì che il mio lavoro di supporto ai compagni fosse riconosciuto e valorizzato. La Polti-Kometa ha ripagato i miei sforzi e la mia dedizione, per questo li ringrazio. Ora non so bene il programma ma se tutto andrà per il meglio dovrei fare la Bernocchi e il Gran Piemonte. 

EDITORIALE / Sinner, le regole saltate e i santi in paradiso

26.08.2024
4 min
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E’ colpa di Sinner oppure no? Aver licenziato preparatore e fisioterapista ha un senso oppure no? E’ giusto che l’altoatesino (foto FITP in apertura) continui a giocare con la spada di Damocle di una squalifica sulla testa? E perché per coprire la sua situazione ed evitare di finire nello stesso meccanismo che ha… ammazzato sportivamente fior di ciclisti, si sia scelto di non applicare le regole?

Lo ha spiegato bene Angelo Francini, decenni di vita federale sulle spalle, in un post su Facebook. E’ spiegato tutto con una chiarezza così lampante, che basterebbe per convocare la Federtennis e anche il CONI per chiedergliene ragione.

Fabio Pigozzi è il presidente di NADO Italia (foto La Repubblica)
Fabio Pigozzi è il presidente di NADO Italia (foto La Repubblica)

Le regole violate

Nel 2007 – spiega Francini – lo Stato italiano ha istituito il NADO ITALIA, in ambito Coni. Un organo competente a giudicare in via esclusiva tutti casi di doping dei tesserati dello sport italiano. Dal 2016 Nado Italia è diventato un organismo indipendente”. Essendo legge dello Stato, tutti gli Statuti federali impongono la sua indicazione come unico organismo antidoping. Pertanto anche la FITP, la Federtennis, lo ha inserito all’articolo 50 del proprio Statuto, senza alcun riferimento alla ITIA.

Di cosa si tratta? Si tratta della International Tennis Integrity Agency. Un soggetto apparso nel 2021 nel mondo tennistico internazionale, che però non può avere alcuna giurisdizione per i casi di doping ricadenti sui tesserati alla stessa Federtennis. Di quelli si deve occupare Nado Italia attraverso la Procura Nazionale e il Tribunale Nazionale Antidoping. L’unico organismo superiore cui ci si può rivolgere in caso di controversia è il TAS di Losanna. Invece per Sinner ci si è rivolti ad essa.

Per quale motivo non è stata effettuata l’obbligatoria segnalazione (in quanto prevista dalla Statuto della Federtennis) del caso Sinner a NADO ITALIA da parte del CONI e della FITP, che sicuramente erano stati informati dalla Federtennis internazionale? Per quale motivo i vertici di Coni e FITP hanno violato apertamente una norma dello Stato? Sono queste gravi irregolarità a sporcare il caso Sinner. Lui può essere anche in buona fede, come lo erano Agostini e Contador. Solo che mentre i due ciclisti furono lasciati soli, su Sinner è stato gettato un mantello di protezione ormai scoperto.

Stefano Agostini, classe 1989, venne squalificato per due anni nel 2013 per la stessa positività di Sinner
Stefano Agostini, classe 1989, venne squalificato per due anni nel 2013 per la stessa positività di Sinner

La rabbia di Agostini

Chi è Agostini? Stefano Agostini, giusto. Abbiamo rivissuto il dramma del veneto, talento brillante del ciclismo italiano che nel 2013 incappò nella positività al Clostebol, lo stesso prodotto di Sinner. In realtà (soprattutto) il dramma l’ha rivissuto lui, mentre tanti altri se ne sono accorti leggendo un suo post su Facebook e dando il via a una litania di sensazionalismo di facciata. Perché non fecero lo stesso baccano quando Stefano fu licenziato dalla Liquigas, con tanto di contributo fattivo del medico sociale?

In nessun modo la squadra e la Federazione provarono a sostenere che fosse innocente. Ci provò da solo, dicendo che quella pomata gliel’avesse data sua madre per lenire le scottature del sole. Pensarono alle solite scuse, come il massaggio e la feritina, e lo squalificarono per due anni. Se fosse stato colpevole, magari sarebbe anche tornato. Invece preferì lasciar perdere e cambiò vita.

Giro d’Italia 1999, Marco Pantani lascia il Giro senza positività né santi in paradiso
Giro d’Italia 1999, Marco Pantani lascia il Giro senza positività né santi in paradiso

Figli e figliastri

Certo ci rendiamo conto che sia molto più necessario difendere il campione che ha sulle spalle il tennis nazionale. L’eroe di Torino e della Davis. Il numero uno al mondo. La gallina dalle uova d’oro. Il prodotto di una Federazione da record che si è risollevata quasi dall’indigenza. L’ispirazione per i bambini. Il figlio che ogni madre vorrebbe avere.

Ce ne rendiamo conto e lo gridammo forte anche nel 1999 quando un campione di altrettanta potenza, sportiva e mediatica, fu condannato a morte senza che ci fosse stata una positività: né analisi né controanalisi. Inutile quasi che facciamo il nome, non ce ne voglia Stefano Agostini. Si chiamava Marco Pantani e fu gettato in pasto agli squali. Con tutto il rispetto, Sinner non ha nulla più di Marco, se non migliori avvocati e gente ai piani alti disposta a metterci la faccia.

Contador a Vingegaard: bene i programmi, ma ascolta l’istinto

17.07.2024
4 min
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GRUISSAN (FRANCIA) – Alberto Contador segue il Tour con Eurosport, che si è accaparrata le sue osservazioni sempre attente e in certi giorni pungenti. A vedere ragazzi come Pogacar e Vingegaard spianare le sue salite, il Pistolero prova sicuramente qualche moto interiore, che si guarda bene dall’ammettere. Però dal tono di voce capisci che se ne morirebbe di avere qualche anno in meno per metterci becco. Ma il tempo è passato e quel che resta è la grande esperienza.

Domenica s’è parlato tanto di Pantani, si è continuato a farlo anche ieri. E Alberto che col mito del Pirata è cresciuto e che nel giorno del Barbotto si è fermato in mezzo ai suoi tifosi rimanendo incantato dalla loro fede, torna sulla sfida fra Pogacar e Vingegaard e i record che ancora cadranno.

Alberto Contador sta seguendo il Tour con Eurosport, di cui è opinionista
Alberto Contador sta seguendo il Tour con Eurosport, di cui è opinionista
Cosa ne pensi di questo Tour e del loro duello?

Penso che stiamo assistendo ad un Tour molto bello. Penso che nonostante la caduta avvenuta al Giro dei Paesi Baschi, Vingegaard sia di nuovo competitivo, quindi penso che valga la pena festeggiare. Altrimenti vivremmo qualcosa di simile al Giro d’Italia. In questo momento c’è emozione, anche se tre minuti sono comunque tanti da recuperare.

Secondo te questo Pogacar è tanto superiore a quello del Giro oppure i due livelli si equivalgono?

Secondo me è migliore, ha tenuto il meglio per il Tour. I suoi sono tutti d’accordo che si trovi nel momento migliore della sua vita e si vede che è più forte. Inoltre penso che Vingegaard stia ottenendo i migliori numeri anche in salita, quindi penso che sia una questione di preparazione. Non credo che lui sia al suo meglio.

Pogacar in salita: che corridore vedi?

E’ un bravo scalatore, ma per me non ha il fisico dello scalatore puro. Penso che abbia così tanto motore, così tanto talento e così tanta classe, che messi tutti insieme gli permettono di scalare i passi più difficili del mondo più velocemente di altri corridori che sono degli scalatori puri. Come Vingegaard, ad esempio, che ha più capacità da scalatore. Jonas ha anche il fisico più adatto, ma qui il discorso si sposta sui watt e in questo momento Pogacar ne ha di più.

Pogacar attende le Alpi con calma serafica, forte dei tre minuti di vantaggio
Pogacar attende le Alpi con calma serafica, forte dei tre minuti di vantaggio
Si è parlato del record di Plateau de Beille: quanto incidono su questo le attuali tecnologie?

E’ incalcolabile, una autentica barbaridad. Anche la strada, anche l’asfalto non c’entra niente con quello del 1998. E poi bisogna tenere conto che la salita a Plateau de Beille era perfetta per fare una cronometro. Ha iniziato la Visma. Jorgenson è salito molto, molto veloce. E poi il miglior corridore del mondo per le corse a tappe ha tirato per 6 chilometri con Pogacar alla sua ruota e alla fine Tadej ha continuato. E’ stata una cronosquadre in salita, normale che abbiano battuto il record.

E le biciclette?

Ci stavo arrivando. Tutto questo unito al fatto che le biciclette di oggi sono più veloci e avanzano meglio anche in salita, hanno meno attriti… E’ normale che i record cadano, è qualcosa di naturale.

Pogacar ha 3 minuti di vantaggio ed è convinto che Vingegaard cercherà un solo giorno in cui attaccare a fondo. Mettiti nei suoi panni: cosa faresti?

Attaccherei ogni giorno, ogni occasione e ogni momento. E bisogna lasciarsi guidare anche dall’istinto. Non puoi fare un programma di tre giorni, devi anche vedere come ti alzi la mattina. E il giorno in cui lo vedi meno forte, attacchi.

Contador entrò nella 17ª tappa della Vuelta 2012 secondo a 28″ da Rodriguez. Ne uscì primo con 1’52” di vantaggio. Fu l’impresa di Fuente De
Contador entrò nella 17ª tappa della Vuelta 2012 secondo a 28″ da Rodriguez. Ne uscì primo con 1’52” di vantaggio. Fu l’impresa di Fuente De

Lo dice col gesto della mano che scivola in avanti. Chissà se osservando e commentando le fasi di corsa si sia trovato a pensare cosa farebbe lui nelle varie situazioni. Alberto riaprì più di qualche corsa compromessa, ma i tempi sono diversi e la capacità di improvvisare che prima era una dote adesso rischia di ritorcersi contro. Oggi intanto si corre per 177 chilometri fino a Superdevoluy, con tre salite nel finale e un costante crescendo di quota che porta sull’uscio delle grandi salite alpine. E poi non ci sarà più troppo tempo per grandi ragionamenti.

AURUM in Italia: si avvia una precisa strategia di crescita 

09.07.2024
4 min
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Il marchio spagnolo di biciclette AURUM, fondato dagli ex campioni Alberto Contador e Ivan Basso, sta guadagnando una notevole popolarità in Italia. Questo successo è testimoniato non solo dall’adozione delle biciclette AURUM da parte del team Polti Kometa, ma anche dalle recenti iniziative di espansione commerciale del brand. In particolare, AURUM ha lanciato una versione completamente in italiano del proprio sito web, rendendo i propri prodotti e servizi ancora più accessibili ai ciclisti “di casa nostra”.

Per consolidare ulteriormente la propria presenza nel mercato italiano, AURUM ha deciso di partecipare all’edizione 2024 dell’Italian Bike Festival. Questa prestigiosa manifestazione, che si terrà dal 13 al 15 settembre al Misano World Circuit di Misano Adriatico, offre agli appassionati di ciclismo l’opportunità di esplorare le ultime innovazioni del settore. AURUM non solo esporrà le proprie biciclette, ma permetterà anche di testare su strada la nuova Magma, il modello di punta della collezione.

E’ stata avviata una strategia per ampliare il proprio mercato, compresa anche l’Italia
E’ stata avviata una strategia per ampliare il proprio mercato, compresa anche l’Italia

La Nuova Magma

«La nuova Magma è ancora più veloce, aerodinamica e integrata – dichiarano dal dipartimento R&D di AURUM – un modello che rappresenta l’apice di anni di esperienza accumulata da Contador e Basso nelle competizioni professionistiche, combinata con l’avanzata ricerca e sviluppo del brand nel campo del design e della produzione in fibra di carbonio. La nuova Magma non è solo il risultato di prove su strada e feedback ricevuti dai ciclisti di tutto il mondo, ma anche di un continuo miglioramento basato sulle prestazioni della prima generazione del modello.

La Magma è progettata per essere una bicicletta ad alte prestazioni, adatta a qualsiasi tipo di percorso e capace di eccellere in salita, in discesa e sul piano. Con un telaio che pesa appena 780 grammi nella taglia 54, AURUM è in grado di assemblare una bicicletta completa dal peso di appena 6,5 chilogrammi. Questo equilibrio tra rigidità, comfort, leggerezza, controllo e aerodinamica rende la Magma una scelta perfetta per tutti i ciclisti che lo desidereranno».

Produzione artigianale e personalizzazione

Un aspetto distintivo delle biciclette AURUM è il loro processo di produzione artigianale. Ogni telaio subisce una pulizia approfondita e una levigatura precisa prima dell’applicazione di un “primer” e uno strato di base specificamente formulato per la fibra di carbonio. Successivamente, si applicano gli adesivi personalizzati e la verniciatura finale, eseguita a mano da tecnici esperti.

Nel quartier generale di AURUM a Pinto, vicino Madrid, ogni telaio destinato all’area di assemblaggio porta il nome del cliente finale, permettendo ai montatori di adattare le misure e le caratteristiche di ogni bicicletta alle esigenze specifiche dell’utente. Questo livello di attenzione e personalizzazione garantisce un prodotto esclusivo e di alta qualità. Le biciclette AURUM vengono poi assemblate individualmente, evitando catene di montaggio, e imballate in modo sostenibile considerando la destinazione finale.

Ivan Basso e Alberto Contador, fondatori e proprietari di AURUM
Ivan Basso e Alberto Contador, fondatori e proprietari di AURUM

Il mercato italiano, e di conseguenza la partecipazione all’Italian Bike Festival, rappresentano un’opportunità unica per AURUM di dimostrare l’eccellenza dei propri prodotti e di rafforzare il proprio legame con gli appassionati. Con la nuova Magma, AURUM continua a innovare e a elevare gli standard nel mondo del ciclismo, offrendo biciclette che combinano prestazioni di livello con una cura artigianale a dir poco maniacale.

Aurum