La saggezza (e l’astuzia) di Majka al servizio di Pogacar

25.06.2021
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Rafal Majka è tornato nei panni del gregario di lusso, dopo aver corso per sé a fasi alterne con la Bora-Hansgrohe. La notizia della firma con il Uae Team Emirates venne fuori lo scorso anno durante i giorni del Giro, ma s’era già in ottobre. Gianetti cercava un uomo di sostanza per correre in appoggio di Pogacar e, seppure lontane di quattro anni, le sue prestazioni al fianco di Alberto Contador non erano state dimenticate. E così il polacco, che ha sempre saputo fare bene i suoi conti, ha riposto le velleità personali accettando l’offerta dello squadrone arabo.

Al Tour del 2015, Majka al fianco di Contador: i due hanno corso insieme per 5 anni
Al Tour del 2015, Majka al fianco di Contador: i due hanno corso insieme per 5 anni

Polacco d’Italia

Majka si sa è pure mezzo italiano, per aver corso da under 23 al Gragnano, poi alla Petroli Firenze e alla fine, prima di passare professionista nel 2011 con la Saxo Bank, anche alla Trevigiani. La sua fortuna fu di approdare nella squadra del miglior Alberto Contador, per cui i suoi primi passi nel professionismo furono all’ombra di uno dei più grandi. Aiutò. Studiò da leader. Vinse le sue corse. E quando la squadra, nel frattempo diventata Tinkoff, chiuse i battenti, si accasò con Sagan alla Bora.

«Se penso ora a Contador – riflette – e poi guardo Pogacar, vedo due corridori forti soprattutto nella testa e nella loro convinzione. Tadej non è mai stressato, lo trovo incredibile. Alberto al confronto era più concentrato, ma era già più avanti nella carriera. Questa calma è un grande vantaggio, per entrambi. Me ne sono reso conto quando è toccato a me essere leader e vi giuro che non ero neanche lontanamente calmo come loro».

La collaborazione fra Majka e Pogacar ha già dato ottimi frutti già al Uae Tour
La collaborazione fra Majka e Pogacar ha già dato ottimi frutti al Uae Tour

Addio stress

Con il Tour che parte domani, il suo sorriso la dice lunga sulle differenze fra l’avviarsi a una Boucle da leader e farlo da gregario, sia pure di lusso. E tutto sommato, essendo ormai arrivato a 31 anni ed essendosi giocato le sue carte al massimo, essere nuovamente l’ultimo uomo di uno dei più forti è un ripiego molto più che onorevole.

«Ho molto meno stress – ammette – non sono nervoso come prima, al momento prevale soprattutto l’eccitazione per la sfida. Sarà diverso, senza avere tutta la responsabilità e dover prestare attenzione a ogni dettaglio come se fosse vitale. Certo non dico di essere venuto a fare una gita. Quando dovremo tenere Tadej davanti, sarà comunque difficile, però sul piano personale cambia molto».

Al Tour, Majka avrà accanto anche Formolo: Pogacar ha buone spalle
Al Tour, Majka avrà accanto anche Formolo: Pogacar ha buone spalle

Inizio e fine

Un colpo al cerchio e uno alla botte, ti aspetteresti che anche il gregario più forte sia concentrato come un ninja alla vigilia dello scontro, ma forse ha ragiona Rafal a prenderla con filosofia, avendo capito da tempo che rodersi di attese e domande non porta lontano.

«Lo scopo infatti – spiega – è cercare di salvare energie fisiche e mentali, anche se riuscire a risparmiarsi al Tour de France è abbastanza impossibile. Ho guardato il percorso. La prima settimana sarà da mal di testa, fra vento, strade strette, rischio di cadute. Da domani vivremo sette giorni di grande stress e sarà davvero la parte più difficile di questo Tour. La seconda settimana sarà tutto sommato normale, mentre la terza sarà decisiva. Molto dura. Ci saranno grandi montagne, salite da un’ora e se sarò stato bravo, ci arriverò ancora con buone gambe. Capito perché è necessario stare calmi adesso?».