Prezzo super, sfere ceramiche, sono le Mavic Cosmic SLR 45

09.09.2025
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Pochi fronzoli e tanta sostanza, le nuove Mavic Cosmic SLR 45 sono anche questo. Rispetto alla versione precedente c’è il plus delle sfere ceramiche ed un rinnovato blend di carbonio per il cerchio.

Le abbiamo provate in anteprima assoluta ed il risultato è eccellente. Le nuove Cosmic sfruttano come poche altre le potenzialità dello pneumatico da 30 millimetri, sono veloci e rigide, super precise nelle diverse fasi di guida. In discesa sono un binario (a prescindere dal tipo di copertura). Entriamo nel dettaglio delle nuove ruote e della prova.

Nuove Mavic, provate con i tubeless Pirelli
Nuove Mavic, provate con i tubeless Pirelli

Mavic Cosmic SLR 45, come sono fatte

Il cerchio è completamente in carbonio ed utilizza in mix di fibre composite, 3K, T700 e T800 con finitura esterna unidirezionale. La posa delle pelli di carbonio viene categorizzata come “adattiva”, con spessori ed orientamenti specifici a seconda delle zone. Sono alte 45 millimetri, con una larghezza complessiva di 32 ed hanno un canale interno di 23. Quest’ultimo è hook (non è hookless) e non prevede l’utilizzo del nastro tubeless in quanto è presente la parete in carbonio che rende ermetico il cerchio. Come vuole la tradizione Mavic è perfettamente compatibile tubeless, o meglio, nasce per essere tubeless ed è compatibile con la camera d’aria.

I nipples sono esterni e specifici. Hanno una sorta di disegno a stella e sostengono i 20 raggi (per ruota) in acciaio con profilo aero. Adottano un incrocio in seconda su ognuno dei lati e sono innestati nelle flange (poco pronunciate) dei mozzi in alluminio. Questi ultimi si basano sul progetto Infinity Instant Drive. Una serie di mozzi che tende a massimizzare la performance, riducendo al minimo la manutenzione e semplificando la gestione del mozzo stesso. Il corpo della ruota libera è ingaggiato a pressione (è sufficiente un piccolo gesto per estrarlo e/o montarlo sull’asse), nasconde due ruote dentate contrapposte da 40 denti ciascuna con angolo da 9°.

Rispetto al passato sono stati aggiunti i cuscinetti con sfere ceramiche. Il valore alla bilancia dichiarato è di 1.480 grammi (1.380 rilevati senza valvola tubeless) ed il prezzo di listino è di 1.999 euro, molto buono in considerazione del fatto che è un prodotto di qualità elevata e destinato all’agonismo spinto.

Cerchio maggiorato, gomme larghe

Con il passare delle stagioni ci stiamo abituando ai cerchi più grandi, con canali interni dalle dimensioni importanti e alle sezioni degli pneumatici che, sempre di più, si attestano sui 30 millimetri, quasi come uno standard. L’obiettivo è di sfruttare al massimo i diversi fattori legati alla performance pura. Si abbassa la resistenza al rotolamento, l’aerodinamica diventa un aspetto funzionale importante anche per il comfort, si riduce l’impronta a terra degli pneumatici aumentando al tempo stesso la stabilità. Si abbassano le pressioni di gonfiaggio (si sfrutta un volume d’aria maggiore a pressioni ridotte).

Una precisazione, rivolta alla ricerca della prestazione massima ed in ottica agonismo. Durante i test condotti nella galleria del vento di Ginevra, i tecnici Mavic hanno condotto diverse prove su combo diverse (combinazione tra cerchio e sezioni differenti di pneumatici), 28, 30, 32 e oltre. Il binomio più performante è risultato con la gomma da 28.

Tramite il QR presente sulle ruote si accede ad un manuale utile, anche per gestire le pressioni
Tramite il QR presente sulle ruote si accede ad un manuale utile, anche per gestire le pressioni

La nostra prova

Un set Mavic della categoria Cosmic SLR è un prodotto dedicato al professionismo e lo si percepisce in ogni istante, è così da sempre. Le nuove SLR 45 hanno qualcosa in più rispetto alle Cosmic delle generazioni precedenti, perché non si tratta di valutare solo il set ruote, in quanto è il sistema (ruote/gomme/setting) nella sua completezza a fare realmente la differenza. Un cerchio da strada con un canale così ampio da 23 millimetri pretende uno pneumatico adeguato, gonfiato alla pressione giusta, in linea con le caratteristiche dell’utilizzatore e stile di guida. Abbiamo provato le nuove Mavic con due setting diversi (sempre tubeless), prima da 28 e poi 30, la scelta definitiva è ricaduta sui tubeless da 30. Perché?

La sezione da 30 millimetri resta perfettamente in linea con il profilo del cerchio ed il design della gomma stessa non subisce deformazioni una volta che entra in battuta con l’asfalto. Con un canale interno da 23 (molto largo se contestualizzato al settore strada) è da prevedere un naturale spanciamento dello pneumatico, ben sostenuto e tollerato dalla sezione da 30 millimetri (una volta montata e misurata diventa 32). Qualche difficoltà invece con la 28 che tende ad indurirsi eccessivamente, quasi a deformarsi ed assumendo una forma che non le appartiene. La sezione da 30 permette di sfruttare un pò da chiunque il binomio cerchio/gomma anche su asfalti ammalorati, con la gomma da 28 il sistema ruota diventa tanto prestazionale, quanto richiede qualche energia in aggiunta nei segmenti più tecnici.

In base al setting il carattere della ruota varia poco, che si mostra sempre rigida e molto reattiva
In base al setting il carattere della ruota varia poco, che si mostra sempre rigida e molto reattiva

Il comfort di una ruota da gara

C’è naturalmente l’aspetto comfort e non relativo esclusivamente al piacere di guida, ma alla possibilità di sfruttare una ruota rigida e molto reattiva (la nuova Mavic Cosmic SLR 45 lo è) in diverse situazioni, facilitando anche il mantenimento di velocità elevate che vengono percepite quando si butta l’occhio sul computerino. Non di rado sembra di pedalare sul velluto con il fruscio della ruota che la fa da padrone.

Un po’ in stile Mavic, come sempre ruote perfettamente equilibrate e bilanciate
Un po’ in stile Mavic, come sempre ruote perfettamente equilibrate e bilanciate

In conclusione

L’efficienza, la bontà tecnica e costruttiva di Mavic non è mai stata in discussione, anche se negli ultimi anni l’azienda (e di conseguenza il marchio con i suoi prodotti) sono in fase di profondo cambiamento e riposizionamento nel mercato. Le nuove Cosmic SLR 45 vogliono essere uno dei prodotti di punta che segnano un rilancio vero e proprio, sfruttando anche un prezzo di listino (1.999 euro) davvero interessante. Tornando ad alcune fasi della prova, è la prima volta che una ruota da gara, completata con tubeless da 30 millimetri di sezione (Pirelli PZero TLR RS), ci regala un feeling di livello superiore in tutte le situazioni che si possono incontrare quando si pedala.

Una volta di più è necessario sottolineare che, a questi livelli tecnici è fondamentale personalizzare il setting delle gomme (abbiamo usato 5 bar per la posteriore, 4,8 per l’anteriore, preferendo risposte più secche e dirette). Le nuove SLR 45 fanno parte di quella schiera ristrettissima di prodotti in grado di fare la differenza, non tanto quanto le Ultimate, ma sono un gran valore aggiunto per la bici da gara.

Mavic

Provate le Zipp 303 SW: ruote con il sensore per la pressione

01.08.2025
7 min
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Non si tratta solo delle nuove ruote Zipp 303 SW e di ruote che integrano un sensore. Questa è di fatto la nuovissima generazione dei cerchi hookless. Spessori delle pareti completamente rivisti, sensore AXS che comunica con la app Sram e con il computerino. Il futuro del reparto ruote (e degli pneumatici) passa anche da qui.

Come vanno queste nuove Zipp? Come ed in che modo si possono sfruttare le potenzialità di queste ruote che, a nostro parere, hanno un ottimo rapporto tra la qualità, le performance ed il prezzo? 1.900 euro non sono un prezzo super ridotto, anche se è più accessibile rispetto alla categoria NSW. E’ pur necessario sottolineare il fatto che è un set di ruote assolutamente race oriented, tanto sfruttabile ad ampio spettro.

Poco più di 4 millimetri di spessore, aumentato di molto rispetto alla vecchia generazione
Poco più di 4 millimetri di spessore, aumentato di molto rispetto alla vecchia generazione

Altezza ottimale, canale largo

Il sensore può essere rimosso, anche se non ne vediamo la necessità, perché pesa solo 12 grammi, è perfettamente integrato e soprattutto è un valore aggiunto non da poco. Sì perché una volta configurato in modo corretto con la app Sram e con il computerino Hammerhead, permette di tenere sotto controllo (con estrema precisione) la pressione degli pneumatici (anche quando si pedala).

Per quanto riguarda il cerchio, Zipp resta fedele alla tecnologia hookless. Tuttavia rispetto alle generazioni precedenti sono aumentati gli spessori delle pareti (si vede e si sente anche in fatto di rigidità) ed il canale interno è largo ben 25 millimetri, con un’altezza di 40. Significa che lo stesso cerchio è ottimizzato per le gomme con 30 millimetri di larghezza (compatibilità ISO), misura che ad oggi è del tutto sdoganata anche in ambito pro’. L’obiettivo è duplice, ovvero creare il perfetto match cerchio/pneumatico sfruttando al massimo l’aerodinamica, supportare a pieno il concetto hookless anche grazie ad uno pneumatico largo.

Come funziona il sensore?

Semplicissimo, fa tutto da solo, legge la pressione interna e usa una batteria rotonda 2032. Led verde che lampeggia, pressione ottimale che rispetta i parametri impostati tramite la app. Led rosso che lampeggia in modo lento, significa che la pressione interna al tubeless è scesa al di sotto dei parametri impostati. Luce rossa che lampeggia velocemente, la pressione interna è eccessiva.

Il nostro test

Le configurazioni dalle quali siamo partiti sono due, entrambe tubeless, ma su queste ruote Zipp è possibile montare una camera d’aria Zipp in TPU (con gomme che non scendono sotto i 30 millimetri di sezione) apposita. Sulla ruota posteriore sempre un tubeless da 30, sulla ruota anteriore prima uno pneumatico da 28 e poi da 30. Perché questa scelta? Perché arriviamo da diversi bike test dove sono state utilizzate le gomme da 28, quindi si è cercato di creare una sorta di step progressivo verso i tubeless da 30. Dopo la dovuta presa di confidenza, abbiamo usato costantemente dei tubeless da 30 per entrambe le ruote.

La costante legata al 30 posteriore è per sfruttare fin dalle prime pedalate le indicazioni base di Zipp e proprio la compatibilità ISO/TSS. Inoltre, abbiamo usato gli inserti (AirLiner Vittoria) con l’obiettivo di proteggere il cerchio in caso di foratura. Un inserto del genere ha un valore alla bilancia di 20 grammi circa e non influisce sulla scorrevolezza, ma in caso di gomma completamente a terra protegge il carbonio del cerchio.

L’impiego di un inserto può creare qualche difficoltà iniziale al sensore AXS, che tende a schiacciare la valvola. Dopo una fase di assestamento tutto entra nella normalità.

Quali sono i nostri riscontri?

A prescindere dalla configurazione legata ai tubeless, questa nuova generazione di hookless Zipp mostra una rigidità superiore, una super scorrevolezza ed il mozzo posteriore è un ottimo valore aggiunto. Ingaggio immediato, fattore non scontato su ruote che non si posizionano all’apice di un catalogo, supporto adeguato ad una raggiatura ben fatta, “non eccessivamente tirata”, per una ruota tanto prestazionale, quanto sfruttabile da molti.

Lo pneumatico posteriore da 30 gonfiato a 4,5 ed il nostro peso è di 66 chilogrammi, quello anteriore a 4,2. Le preferenze vanno nella direzione di sfruttare una certa immediatezza delle risposte degli pneumatici ed in seconda battuta il comfort (che resta comunque ad un ottimo livello). Da non far passare in secondo piano: con le gomme da 28 il bordo del cerchio è molto esposto, in termini di aerodinamica e di sicurezza non si crea un’interfaccia ottimale. Con gli pneumatici da 30, l’abbinamento è quello giusto, perché il cerchio è giustamente protetto, lo pneumatico mantiene il giusto volume e tutte le regole d’ingaggio sono rispettate (occhio alle pressioni interne).

Vogliamo argomentare la giusta configurazione del binomio ruote/pneumatici, ovvero con i tubeless da 30. Tanto comfort, più stabilità e una elevata qualità della scorrevolezza, anche in situazioni di asfalto ammalorato. Non di rado, a parità di contesto, la velocità è superiore con le gomme da 30 e di fatto sembra di essere più lenti, pur essendo molto più comodi. Si sfrutta di più la ruota Zipp nella sua totalità ed in differenti contesti, non è poca cosa.

In conclusione

Sono ruote veloci in pianura, non sono sprintose e super reattive, molto gestibili da differenti tipologie di utenza. Non sono ruote estreme, buona parte della rigidità arriva dal cerchio, mentre la raggiatura è un buon compromesso tra sostanza e capacità di smorzamento delle vibrazioni. Le Zipp 303 SW hanno una stabilità da primato abbinata ad una elevata capacità di mantenere la velocità.

Le nuove Zipp 303 SW con il sensore sono un set di ruote che merita considerazione. Noi le abbiamo utilizzate con i tubeless da strada, sulla bici road ed il profilo da 40 è adatto a diversi approcci, stili di guida, senza eccessi per chiunque. La realtà è che, se opportunamente configurate, le 303 SW sono perfette per l’utilizzo quotidiano, per le gare e anche in ottica gravel. Ci sono dei limiti? Relativamente all’utilizzo, riteniamo il binomio pneumatico/inserto la soluzione ottimale per l’utilizzatore che spende dei soldi per l’acquisto di un prodotto, una malizia che diventa anche una protezione, salvaguardia ed influisce poco o nulla sulla prestazione. Il fattore principale da tenere ben presente è relativo al saper adeguare/usare il range ottimale di pressioni di esercizio e rispettare i parametri ISO.

Per concludere, a nostro parere Zipp ha fatto un gran lavoro su questa nuova generazione di cerchi, evoluti parallelamente nella sicurezza e nelle prestazioni. Non dimenticano la tecnologia, il sensore AXS ne è l’esempio. 303 SW è una sorta di ruota totale.

Zipp

Schwalbe Pro One Aero, precisione di guida ed aerodinamica

25.07.2025
5 min
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Schwalbe entra dalla porta principale nella categoria degli pneumatici aero concept. Che piaccia oppure no, quando si entra nella categoria top level e performance, confrontarsi con l’aerodinamica (e tutto quello che gli ruota intorno) è un passo obbligato.

I nuovi Schwalbe Pro One Aero TLR fanno parte della linea EVO, famiglia di prodotti sviluppati per il professionismo e per le massime performance, sono tubeless ready differenziati tra anteriore e posteriore. Li abbiamo provati.

Schwalbe Pro One Aero TLR

Siamo all’apice dello sviluppo, ricerca del design, forme e materiali legati alla categoria degli pneumatici. Oggi come oggi non è più sufficiente la qualità della gomma, intesa come accessorio e come punto di primo contatto con l’asfalto. La gomma anteriore è il primo punto di impatto con l’aria, quello posteriore ottimizza i flussi del telaio. Inoltre, tutte le gomme di nuova generazione si confrontano con un settore ruote/cerchi che è cambiato profondamente rispetto al passato, soprattutto nelle forme e nelle larghezze. Schwalbe Pro One Aero seguono questo filone di sviluppo che vede l’aerodinamica tra i soggetti principali.

Sono tubeless ready, hanno una sezione di 28 millimetri (ETRTO 28×622) e sono pneumatici pieghevoli. Hanno una mescola Addix Race, quella sviluppata per l’agonismo ai massimi livelli ed una carcassa EPI 127 (127 fili per pollice quadrato, la stessa carcassa avvolge anche il tallone). La versione è Super Race con inserto centrale Super Race Guard, una bandella protettiva dal peso ridotto. Il design del battistrada riprende il classico intaglio Schwalbe. I nuovi Schwalbe Pro One Aero sono differenziati (nella struttura e per quanto concerne la superficie degli intagli) tra anteriore (front) e posteriore (rear), lo si percepisce anche al tatto. Il prezzo di listino recita 79,90 euro (per singolo pneumatico), non poco, ma perfettamente nella media se consideriamo questa categoria ultra performance di strumenti, perché di questo si tratta.

I nostri feedback

Prima di tutto, sono facili da montare e tallonano in un amen. Ci piace molto questo fattore, perché montare un tubeless deve essere possibile anche tra le mura di casa. Non bisogna essere per forza degli ingegneri, non bisogna essere dei body-builder e deve essere possibile farlo con strumentazioni comuni. Grazie alla costruzione tubeless-easy, che da Schwalbe porta con se da sempre, tutto resta molto semplice. L’anteriore è più morbido e sottile, il posteriore è maggiormente strutturato. Quello davanti ha una sorta di “forma a pera”, più puntuto al centro, mentre quello dietro è più rotondo e anche alla prova del calibro (per la misurazione della larghezza una volta montato sul cerchio) le differenze si vedono. L’anteriore deve fendere l’aria, senza perdere di equilibrio, quello dietro si deve interfacciare con la tubazione del piantone e deve anche essere più comodo, non sacrificare la trazione e la tenuta.

Sotto il profilo dell’utilizzo il nuovo kit Schwalbe (perché di kit si tratta) è tanta roba ed è anche una sorta di pneumatico Dottor Jekill e Mister Hide. Perché? Perché entrambi gli pneumatici sono velocissimi a prescindere, ma cambiano le risposte in base alla situazione di scorrimento. Più duri e secchi nella parte centrale, velocissimi sul dritto. Pastosi, trasmettono una morbidezza ed elasticità maggiore, con una aderenza eccellente e una buona capacità di smorzamento sui lati, ovvero quando si affrontano curve. Un misto tra una performance legata alla velocità e percezione di scorrevolezza estrema che collima con una tenuta elevata quando si piega la bici, un blend non così comune. Abbiamo trovato ottimale l’impiego di pressioni, 5/5,2 per l’anteriore, 5,4 per il tubeless posteriore. Il nostro peso è di 66 chilogrammi.

Tubeless ready da gara, molto versatili in puro stile Schwalbe
Tubeless ready da gara, molto versatili in puro stile Schwalbe

In conclusione

Il nuovo set di pneumatici Schwalbe Pro One Aero non è un compromesso. Sono un vero e proprio strumento dedicato a chi ricerca la massima tecnicità dei prodotti, a chi sa cogliere anche le più piccole differenze in fatto di performance, un prodotto pensato per conciliare in modo ottimale l’aerodinamica e l’utilizzo quotidiano ed anche con differenti condizioni meteo.

Come vuole la tradizione, uno pneumatico Schwalbe funge bene sull’asciutto e anche sul bagnato, merito della mescola, del design e anche di quegli intagli laterali che donano un grande equilibrio alla gomma. E poi il valore alla bilancia, ottimo e ridotto, quindi un kit tubeless ready dedicata a chi ama questa tipologia di pneumatici e butta sempre un occhio al peso. Anche il prezzo di listino è buono, tenendo ben presente che si argomenta uno pneumatico che entra a fare parte di una fascia alta/altissima, dove tutta la tecnologia sviluppata ha un costo.

Schwalbe

Profilo ondulato da 57 e 62 millimetri, ecco le Fulcrum Sharq 57

21.07.2025
4 min
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Fulcrum ha lanciato in modo ufficiale il nuovo top di gamma del segmento all-road, ovvero Sharq 57, ruote che danno continuità al successo ottenuto dalle Sharq 42 (famiglia molto differente se messa a confronto con la Wind). Profilo ondulato 2-Wave e raggi in acciaio A3r0 a spessori differenziati, mozzi in alluminio con cuscinetti ceramici USB.

Poco più di 1.500 grammi (dichiarati) per un set di ruote che fanno della versatilità e della migliore efficienza aerodinamica i punti di forza, ai quali si unisce la solita tecnica costruttiva (e di assemblaggio) che tutti invidiano all’azienda veneta. Entriamo nel dettaglio.

Concettualmente nascono per le bici aero concept (foto federicovandone)
Concettualmente nascono per le bici aero concept (foto federicovandone)

Sharq 57, come sono fatte

Il cerchio è completamente full carbon (blend di fibre in alto modulo di matrice FF100) ed ha una sorta di doppio profilo/altezza, 57 e 62 millimetri (nel punto in cui si innesta il nipplo del raggio, che è esterno al carbonio). E’ un 2-Way Fit, quindi porta con sé il concetto tubeless ready (con ingaggio mini-hook). In perfetto stile Fulcrum, non prevede un tubeless tape plastico, in quanto il cerchio ha una sorta di schermatura ermetica. Il canale interno è largo 25 millimetri e la larghezza totale del cerchio è di 29,8 millimetri.

I raggi sono 24 per entrambe le ruote e sono con un rapporto 2:1, incrociati in seconda dal lato disco (anteriore) e lato pignoni (ruota dietro). I mozzi sono in alluminio, piuttosto asciutti nelle forme e con flange ribassate. Hanno un valore alla bilancia di 1520 grammi, ridotto che consideriamo la tipologia di prodotto. La sede per i freni a disco è CenterLock. Il corpetto della ruota libera è disponibile per Shimano, Sram XDR e Campagnolo. Il prezzo di listino di 2.560 euro.

Due particolarità da considerare

Il cerchio di carbonio, nei punti in cui si innestano i nipples, adotta la soluzione Undrilled Rim Bed, significa che i fori sono ottenuti direttamente dallo stampo e non è prevista nessuna operazione di perforazione meccanica. I nipples (nello specifico la vite interna di contrasto) sono di natura Momag, con una parte magnetica che facilita eventuali operazioni di manutenzione.

Tutte le finiture del cerchio sono laserate e non sono previste decalcomanie, a tutto vantaggio della longevità, dell’integrità e anche sul risparmio di qualche grammo.

Perché il profilo ondulato?

Il design complessivo dei cerchi è studiato per interfacciarsi al meglio con le coperture da 30 millimetri. Il binomio ha dimostrato, durante i test all’interno della galleria del vento, migliore del 10% rispetto alla Sharq 42 ad una velocità di 45 chilometri orari.

Il disegno ondulato, che usa l’acronimo 2-Wave, mostra un miglioramento della fluidità, maggiore precisione ed intuitività nella guida veloce. Aumenta l’efficienza aerodinamica e la stabilità (anche grazie alle gomme più grandi), vengono ridotte in modo esponenziale le turbolenze. Mettendo insieme molti di questi fattori, uno dei risultati si riferisce anche al comfort, di qualità più elevata anche e soprattutto alle alte velocità.

Fulcrum

Nuove Vision SC 45 e 60 SL, super pesi e super prezzi

09.07.2025
4 min
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Dopo la famiglia Vision Metron SL, si rinnova anche la SC (SC è acronimo di Service Course, ora si fregia anche del suffisso SL grazie al mutuare di alcune soluzioni tecniche). Tiene fede all’ottimale rapporto tra qualità, prezzo e performance che da sempre contraddistingue questa famiglia di ruote.

Due le tipologie di ruote, 45 e 60, numeri che rappresentano anche i profili dei cerchi full carbon. Ci sono i nuovi mozzi Vision V-600 P.R.S. e ci sono i raggi in acciaio. Entriamo nel dettaglio.

I numeri delle nuove Vision SC SL

Profili dei cerchi a parte, vale la pena sottolineare anche attraverso i numeri (molti sono comuni alle due versioni) l’esponenziale crescita tecnica di un prodotto che si posiziona in una fascia medio/alta del mercato. Entrambe le nuove SC SL hanno il cerchio full carbon tubeless ready (non hookless) con il canale interno da 23 millimetri di larghezza ed è previsto un tape-tubeless. L’aumento della larghezza interna (il cerchio precedente aveva un canale da 21) è perfettamente in linea con la tendenza attuale che vede un aumento delle sezioni degli pneumatici. Un canale da 23 offre un’interfaccia ottimale per gomme da 28, 30 millimetri e oltre. Entrambi i profili adottano i medesimi raggi in acciaio (24 per ruota) con nipples esterni al cerchio. L’incrocio dei profilati è 2:1. Cambia leggermente la larghezza totale dei cerchi: 31,1 millimetri per quelli da 45, 33 millimetri per quelli con altezza da 60.

Davvero interessanti i prezzi di listino, 1.645 euro per le 45 e 1.749 per le 60 SC SL, considerando che anche sotto il profilo tecnico, le nuove Vision sono molto più che race ready. I pesi dichiarati: 1.542 grammi per le 45 e 1.642 per le 60.

Un nuovo mozzo con i muscoli

La rinnovata famiglia SC SL eredita il mozzo dalle più alte in gamma Metron ed è il Vision V-600 P.R.S. 54 punti di contatto del meccanismo della ruota libera. E’ una sorta di rachet system evoluto, disegnato per un ingaggio rapido e fluido, per una reattività superiore alla media ed è anche più longevo. Il processo di lavorazione è in CNC e tutto il corpo del mozzo è in alluminio. Adotta un design asimmetrico e flange differenziate tra anteriore e posteriore, tra lato destro e quello sinistro.

L’intero meccanismo interno, corpetto incluso è studiato per semplificare le operazioni di manutenzione, pulizia e sostituzione della ruota libera. Quest’ultima è disponibile per Shimano e Sram. Infine i cuscinetti interni al mozzo, hanno sfere in acciaio e sono sigillati, sono 2 per l’anteriore e 4 per il posteriore. Un altro aspetto interessante è la presenza del QR su ogni mozzo. Il QR code è laserato all’esterno del mozzo, quindi immune a qualsiasi tipologia di incuria e permette un facile accesso (da parte di tutti) ai codici per eventuali pezzi di ricambio in qualsiasi parte del mondo.

Vision

DT Swiss cambia le carte in tavola e rinnova la famiglia ARC

26.06.2025
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La notizia era nell’aria e qualcosa si è visto al Giro del Delfinato, sulle Ridley che equipaggiavano il Team Uno-X Mobility. DT Swiss aggiorna in modo importante il segmento delle ruote ARC, con implementazioni importanti a tutti i livelli, anche per quello che concerne la lenticolare da crono.

Sempre due le categorie di riferimento, 1100 e 1400, entrambe con i mozzi della famiglia Dicut. Ancora una volta viene sottolineate una partnership strettissima con Swiss Side e con Continental. Entriamo nel dettaglio delle nuove DT Swiss ARC di terza generazione.

Forme riviste e tre profili, maggiorati rispetto al passato
Forme riviste e tre profili, maggiorati rispetto al passato

Famiglia DT Swiss al completo (o quasi)

In totale il processo di rinnovamento/aggiornamento riguarda 7 ruote del segmento ARC, quattro che rientrano nella categoria 1100 Dicut DB e tre per la 1400 Dicut DB. 55 e 65, 85 millimetri e lenticolare (la Disc DB), 55, 65 e 85 per le 1400. E qui il primo grande cambiamento, perché aumentano i profili dei cerchi. I numeri sono una sorta di acronimo che identifica anche l’altezza del cerchio.

La sigla 1100 con la bandella rossa sul cerchio, sancisce l’impiego dei cuscinetti con trattamento ceramico, mentre la categoria 1400 monta quelli in acciaio. Tra le due cambiano anche i raggi, DT Swiss Aerolite per le 1100, Aero Comp per le 1400. Nel nuovo lotto mancano le DT Swiss ARC 38, lanciate nel corso del 2024, ma sembra evidente l’obiettivo principale di aggiornare i prodotti aero concept più specifici.

Cosa cambia?

Rispetto alla versione precedente il cerchio fa una cura di muscoli, diventando più panciuto e grande. Viene aumentato il canale interno (a 22 millimetri), in modo da sfruttare meglio le potenzialità del binomio con le gomme dalla sezione allargata. Da notare che, la collaborazione con Swiss Side e Continental ha portato ad una ottimizzazione con l’interfaccia/pneumatico da 29 millimetri di larghezza.

Cambia ovviamente la forma del cerchio, con una sorta di disegno V maggiormente evidente nella sezione mediana e superiore. La forma così concepita, considerando i moderni canoni e l’utilizzo di gomme più grandi rispetto al passato, permette di portare a livelli bassissimi il cosiddetto “steering moment”, ovvero l’influenza negativa che la ruota alta può avere sull’avantreno della bici, quasi come una forzatura. Aumentano i profili dei cerchi, aumentano l’agilità e la facilità di guida del mezzo meccanico. Non in ultimo è stato migliorato il risparmio di watt a pari velocità (facendo un confronto con le ARC 50 della generazione precedente), considerando ogni singolo profilo dei cerchi. In termini di gestione del drag, ogni profilo diventa il riferimento sul mercato.

I valori alla bilancia dichiarati. 1.471, 1.511 e 1.669 grammi, rispettivamente per le 55, 65 e 85 ARC 1100 (senza pneumatici). 1.549, 1.619 e 1.772 grammi, rispettivamente per le ARC 1400 55, 65 e 85 millimetri.

Il disegno dei raggi per la versione 1100
Il disegno dei raggi per la versione 1100

ARC 1100 Dicut DB

Fanno parte della classe ASTM 1, quella sviluppata per ottenere le prestazioni più elevate. Volendo fare un ulteriore accostamento, le ERC sono di classe 2. Il cerchio è full carbon con predisposizione tubeless e tape interno (non è hookless). Portano in dote i mozzi Dicut 180 con il meccanismo interno Rachet EXP. I raggi sono in acciaio con incrocio in seconda per entrambe le ruote ed a prescindere dal profilo. Il numero dei profilati è differenziato, 20 per la ruota davanti, 24 per la posteriore.

La ruota libera è per Shimano oppure Sram XDR (non è prevista Campagnolo). I prezzi di listino sono: 2.699,80 euro senza coperture, 2.799,80 con le gomme Continental, Aero111 anteriore, GP5000 tubeless la posteriore (montate con camere in TPU).

DT Swiss 1400 Dicut DB

Sotto il profilo dell’impatto estetico non cambia nulla, se non la forma dei raggi. Stesse altezze e medesimi cerchi, uguale la tecnica di raggiatura con nipples interni e mozzi Dicut 240 che hanno lo stesso disegno dei 180. Stessa classe 1 di appartenenza, ma scendono i prezzi. 2.149,80 per le sole ruote, 2.249,80 per il sistema ruota/pneumatico.

Casper Von Folsach (a destra della foto) agli europei 2018
Casper Von Folsach (a destra della foto) agli europei 2018

Parola di Performance Manager

Per meglio contestualizzare le nuove DT Swiss, ecco alcune considerazioni di Casper Von Folsach, fortissimo ex pistard della nazionale danese e ora responsabile dei materiali al Team Uno-X Mobility.

«Non è stato facile migliorare un prodotto già performante -dice Von Folsach- perché la generazione precedente delle DT Swiss ARC ha fatto segnare un livello molto elevato di tecnologia applicata e di prestazioni. Eppure siamo riusciti a migliorare ulteriormente. C’è un cerchio diverso con un canale interno più largo che permette di sfruttare meglio le gomme più larghe. Le nuove ruote sono più leggere: fattore che conta. E poi c’è la qualità della guida, aumentata con una facilità di gestione che diventa un esempio. Il corridore – conclude Von Folsach – non deve pensare a come si comportano le ruote e come gestire le diverse fasi di guida, può concentrarsi sulla resa atletica».

Uno sguardo alla lenticolare

E’ una ruota con le due pannellature in carbonio, è tubeless ready (non hookless) e prevede una sorta di foam interno con densità e spessori ottimizzati. Il canale tubeless interno è largo 20 millimetri. La Disc si basa sul mozzo Dicut 180 con Rachet EXP 36. Anche in questo caso è possibile la doppia scelta, con o senza pneumatico (Continental GP5000s TR), rispettivamente a 2.399,90 e 2.449,90 euro.

DT Swiss

Michelin Pro5 tubeless ready, super scorrevole e immediato

23.05.2025
5 min
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Abbiamo provato il nuovo tubeless ready Michelin Pro5, ovvero l’ultima evoluzione del tubeless più versatile dell’azienda francese. Rispetto alla versione precedente è migliorato (è cambiato completamente) nelle differenti sfaccettature tecniche.

E’ più scorrevole e veloce, lo si percepisce fin dalle prime pedalate. E’ più comodo, un comfort che arriva principalmente dalla capacità di adattarsi alle differenti tipologie di asfalto.

Il test completo del tubeless ready Michelin Pro5
Il test completo del tubeless ready Michelin Pro5

I punti chiave del nuovo Michelin Pro5

Adotta la mescola Michelin Gum-X, opportunamente riprogettata per adeguarsi al meglio ed essere ancora più efficace nel contesto tubeless ready road. Ha una carcassa da 3×120 Tpi, una sorta di scheletro con 3 strati diversi e 120 fili di nylon per pollice quadrato.

Michelin Pro5 è pieghevole. Risponde perfettamente alle nuove richieste dello standard ETRTO in merito alla compatibilità con cerchi hook e hookless (fattore dimostrato anche dal design squadrato del tallone, che si ancora perfettamente sui cerchi senza uncino). Sono cinque le larghezze disponibili: 28 e 30, 32 e 35 millimetri. Il prezzo di listino è di 64 euro, a nostro parere ottimo.

Pneumatico tubeless tanto veloce

Fin dai primi chilometri emerge un carattere brioso, diretto e perentorio nelle risposte. A tratti sembra un tubeless ready da crono montato con la camera d’aria in TPU. E’ un lato della performance non comune nella categoria dei tubeless ready sviluppati per il mondo road/training che, a nostro parere, contestualizza il nuovo Michelin Pro5 in un segmento racing dove però è necessario avere uno pneumatico robusto.

Competizione, ma anche endurance e questo secondo aspetto è da interpretare come longevità tecnica dello pneumatico. Pro5 tubeless ready fa parte del segmento Competition Line di Michelin (non un dettaglio).

Pressioni di esercizio da gestire

L’estrema reattività di questo tubeless comporta anche una gestione oculata delle pressioni di esercizio, il tutto per sfruttare le caratteristiche tecniche del binomio pneumatico/ruota. Non solo, perché il Pro5 ha una struttura compatta, sostenuta e robusta e necessita di un range ottimale di pressioni per dare modo alla stessa gomma di lavorare in maniera corretta.

Un esempio: siamo partiti da pressioni di 5,2 e 5,5, rispettivamente per anteriore e posteriore, trovando in 4,6 e 5 bar il setting ottimale (il nostro peso è di 66 chilogrammi e lo stile di guida è aggressivo), nell’ottica di sfruttare una buona scorrevolezza abbinata ad un buon grado di comfort. Queste pressioni ci hanno permesso di avere a disposizione un tubeless molto preciso anche in curva e su asfalti con consistenza differente. Il range consigliato da Michelin, considerando il nostro peso corporeo ed il canale da 21 millimetri, è 4,4/4,6 atmosfere.

In conclusione

Michelin torna a proporre un tubeless ready completo, prestazionale sotto diversi punti di vista e per differenti tipologie di utenza/interpretazione. Ad un eccellente blend di caratteristiche tecniche (nell’ottica della performance) viene abbinata una durata non secondaria dello pneumatico. E poi non costa una follia, il che permette di sfruttare un tubeless vantaggioso anche per il rapporto qualità/prezzo/longevità.

Michelin Pro5 è molto più che un tubeless da allenamento, è uno pneumatico che si spinge ad uno step successivo, in termini di resa tecnica, affidabilità e piena sfruttabilità del prodotto.

Michelin

Arrivano (ufficialmente) i tubeless Cadex Aero Cotton

16.05.2025
3 min
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Li avevamo “beccati” a Pavia allo start della Sanremo 2025, ora gli pneumatici Cadex vengono ufficializzati ed entrano in gamma.

Cadex Aero Cotton nascono come tubeless e sono compatibili con i cerchi hookless, sono di fatto dei copertocnini tubeless ready con carcassa in cotone, sono di altissima gamma e caratura tecnica. Hanno un battistrada con mescola di silice con acronimo RR-S2, super efficiente e ultra veloce. Entriamo nel dettaglio.

Cadex con la carcassa in cotone

Aero Cotton è il primo pneumatico Cadex che adotta la costruzione della carcassa in cotone. E’ leggero ed elastico, sviluppato per essere veloce in diverse situazioni, ma anche confortevole, con tanto grip. La sua costruzione racchiude un blend di tecnologie di ultima generazione.

La carcassa è in cotone da 320 Tpi (320 fili per pollice quadrato). Nella sezione centrale è inserito uno strato protettivo anti-foratura, una sorta di bandella resistente che prende il nome di Race Shiled Protection (con struttura portante in Kevlar). Quest’ultima influisce anche sul mantenimento ottimale della forma. La carcassa avvolge i due cerchietti (pieghevoli) Carbon-Zylon, una struttura mista tra filamenti di carbonio e nylon. Sono super resistenti ed elastici al tempo stesso e permettono di plasmarsi perfettamente anche sui bordi dei cerchi hookless. Sopra c’è il battistrada con mescola a base di silice, con i ribs laterali (gli intagli) che partono dalla sezione mediana, allargandosi man mano che arrivano al limite del bordo. Il disegno dei ribs è differenziato.

Slick al centro, con intagli differenziati ai lati e nella sezione mediana
Slick al centro, con intagli differenziati ai lati e nella sezione mediana

I punti chiave degli pneumatici

Prima di tutto la forma, con pareti laterali alte e una forma ovale. Nel complesso è una soluzione voluta, per aumentare l’efficienza aerodinamica senza sacrificare la tenuta, la scorrevolezza, il grip. Ovviamente la carcassa in cotone, che aumenta comfort e maneggevolezza. La mescola RR-S2 che ha permesso di ridurre la resistenza al rotolamento del 30%, rispetto alla versione precedente RR-A.

Il disegno del battistrada, liscio al centro e con i ribs laterali dedicati, tanto grip laterale, ma anche uno pneumatico che diventa sfruttabile anche nei contesti più veloci e nel triathlon. E poi i due cerchietti che mostrano una grande resistenza all’allungamento, per un fit perfetto su diverse tipologie di cerchi.

In dotazione ai corridori Jayco-ALUla (foto Cadex)
In dotazione ai corridori Jayco-ALUla (foto Cadex)

I numeri di Cadex Aero Cotton

Il nuovo pneumatico è disponibile in due larghezze, 28 e 30 millimetri, con dei pesi (dichiarati) di 278 e 305 grammi. In entrambi i casi il tubeless Cadex rispetta lo standard ETRTO 622 (non un dettaglio anche in ottica hookless). La pressione massima consentita è di 5 bar. Il prezzo di listino è di quelli importanti, 99,99 euro per pneumatico.

Cadex

Lidl-Trek con tubeless da 28 mm: le ragioni della scelta

11.05.2025
6 min
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TIRANA (Albania) – Lo avevamo notato sul camion dei meccanici mentre Ciccone metteva a posto le misure della sua bici, così dopo la prima tappa del Giro siamo tornati in casa Lidl-Trek per fare il punto sulle gomme. Ci aveva colpito la scelta di tenere per l’Albania e poi per le strade bianche di Siena le ruote delle classiche. Così abbiamo chiesto di parlarne con Glen Leven, che per la squadra americana è il responsabile dei materiali. E’ lui a trattare con gli sponsor e a fare il punto con i corridori sulle scelte tecniche. In che modo si scelgono le gomme in questo ciclismo così veloce? E perché corrono solo con tubeless da 28 mm? La sensazione ormai è che l’unica corsa che imponga di cambiare qualcosa sia la Roubaix, ma forse è sbagliato pensare che per il resto tutto rimanga uguale. Ad esempio si lavora sulle pressioni e le sezioni, da quando il tubeless ha riscritto le abitudini e le tecnologie.

«Se guardiamo a 10 anni fa – spiega il lussemburghese che è stato corridore – io usavo i tubolari. Avevo una misura unica, la gonfiavano la mattina prima di partire e tutti avevamo la stessa pressione. Il ciclismo moderno è cambiato. Non guardiamo solo al peso del corridore, guardiamo anche all’aerodinamica, alla resistenza al rotolamento e al peso. La sezione degli pneumatici ha un impatto importante in questo momento, sia in termini di aerodinamica che di resistenza al rotolamento. Gli pneumatici sono la prima parte della bici a colpire il vento. Quindi sono i primi a dover indirizzare il vento nella giusta direzione».

L’uso del tubeless e le pressioni più basse consentono una tenuta di strada superiore. Qui Ciccone nella 1ª tappa
L’uso del tubeless e le pressioni più basse consentono una tenuta di strada superiore. Qui Ciccone nella 1ª tappa
Questo orienta nella scelta degli pneumatici?

Sì, per questo usiamo pneumatici da 28 millimetri sulle nostre ruote. Sono il compromesso migliore fra 28 e 30. Sul piano del rotolamento non c’è una grande differenza, mentre è notevole in termini di aerodinamica. Per questo scegliamo quelli da 28.

Hai parlato di pressioni uguali per tutti 10 anni fa.

E’ chiaro che la direzione intrapresa in passato, con un corridore di 90 chili e uno di 45 “gonfiati” alla stessa pressione, fosse sbagliata e la realtà lo dimostra. Quindi insieme a Pirelli abbiamo fatto molti test negli ultimi anni per personalizzare la pressione in intervalli di 5 chili per ciascun punto di pressione. Questo è il valore ottimale per ottenere il miglior rotolamento e la miglior superficie di appoggio sulla strada per ogni corridore.

Gli atleti non hanno voce in capitolo in queste scelte?

Siamo una squadra aperta, ma ci piace istruire i nostri corridori. Per questo mostriamo loro i dati e tutto quello che ci ha spinto a fare le scelte e difficilmente chiedono cose diverse. Nelle classiche, studiamo il percorso e cerchiamo soluzioni che diano più resistenza alle forature, più comfort e quello che serve. Nelle corse su strada siamo convinti e anche tutti i nostri corridori sono convinti che il 28 sia la miglior opzione.

Le ruote delle classiche con tubeless da 30 mm portate al Giro in previsioni di strade dissestate e per la tappa sterrata di Siena
Le ruote delle classiche con tubeless da 30 mm portate al Giro in previsioni di strade dissestate e per la tappa sterrata di Siena
Il tubeless ha cambiato di tanto le cose?

E’ stato una rivoluzione. Il tubolare era la scelta dei corridori della vecchia generazione e per loro, soprattutto mentalmente, è stato un passaggio difficile passare dalle 8,5 atmosfere alle 5 del tubeless. Ci è voluto un po’ per convincerli ad accettare questa pressione così bassa, ma ora penso che tutti ne siano contenti.

E’ stato difficile convincerli?

E’ stata una sfida. Devi mostrargli i dati. Devi passare del tempo con loro in modo che possano provarlo e convincersene. Non importa cosa fai oggi, è importante cosa farai domani. I ciclisti di nuova generazione sono cresciuti con il tubeless e non torneranno mai al tubolare. Ma con i ciclisti della vecchia generazione, abbiamo avuto molti problemi. Inoltre il tubolare era completamente libero, poteva muoversi in tutte le direzioni, al punto che il copertoncino teneva di più. Tutto questo, messo insieme, ci ha permesso di convincerli.

Che tipo di collaborazione avete con gli sponsor alla luce di tutto questo?

Tra noi e Pirelli per questo c’è un rapporto molto stretto. Ascoltano le nostre esigenze e noi ascoltiamo la loro esperienza, perché ne hanno una notevole nel motociclismo. Sviluppiamo insieme gli pneumatici, in base alle esigenze dei corridori e in questo modo cresciamo entrambi.

Sul camion dei meccanici, oltre alle ruote montate, un cassetto contiene i tubeless di scorta
Sul camion dei meccanici, oltre alle ruote montate, un cassetto contiene i tubeless di scorta
Come è stata fatta la valutazione fra il 28 e il 30?

Li abbiamo testati in galleria del vento, per ottenere il dato più preciso. Li abbiamo testati in velodromo e poi all’aperto con il nostro Aerosensor, dove abbiamo potuto avere il riscontro per l’osservazione più scientifica. Nella galleria del vento, la resistenza ha una sola direzione. Nella vita reale ce ne sono almeno cinque. Da tutto questo, abbiamo concluso che il pneumatico da 28 è migliore di quello da 30 per una sola questione aerodinamica.

Nelle cronometro funziona allo stesso modo o il discorso è diverso?

Le cronometro sono un ciclismo completamente diverso, l’aerodinamica sta arrivando a livelli ancora più estremi. Abbiamo fatto molti test e concluso che anche lì il 28 è la scelta migliore, perché la forma del cerchio è la stessa. La vera differenza rispetto al ciclismo su strada è che, fatta questa valutazione, la bici da crono – il carro e la forcella – è stata sviluppata per pneumatici da 28.

La bici disegnata in base alla misura delle gomme?

Il discorso è davvero globale, non si tratta semplicemente di scegliere quale pneumatico montare. L’opzione più veloce sarebbe comprare un set di ruote standard e montarci uno pneumatico da 28 mm. Ma dipende anche dalla forma del telaio, dagli spazi tra ruota e pneumatico. Per questo serve ragionare sul pacchetto completo.

Nei giorni di Tirana, la Lidl-Trek ha alloggiato in un hotel accanto all’aeroporto, con Ineos e Team Polti
Nei giorni di Tirana, la Lidl-Trek ha alloggiato in un hotel accanto all’aeroporto, con Ineos e Team Polti
Parlavamo di 10 anni fa e quando pioveva, dovevi abbassare la pressione. E’ lo stesso anche adesso, nonostante queste sezioni così grandi?

Sì, è ancora così. Abbassando la pressione aumenta la superficie di contatto, che riduce le possibilità di scivolare. Anche se hai pneumatici più grandi.

Ultima cosa, avete valutato di usare cerchi e pneumatici hookless?

Ne abbiamo testati alcuni in galleria del vento e abbiamo fatto dei test di guida con i piloti. Ma la sicurezza è la prima cosa, soprattutto per noi che siamo un team americano. Quindi la discussione sull’hookless è sempre aperta, può essere un’apertura possibile, ma al momento per noi è fuori discussione.