Tubeless e non solo, ficchiamo il naso nel camion Intermarché

04.05.2022
6 min
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Una foratura. Una vite spezzata. Una perdita d’aria. Sono gli incubi di qualsiasi ciclista e meccanico che lotta tutti i giorni con la cura del dettaglio per conquistare la vittoria. Un caos di variabili che trovano la soluzione nel perfetto equilibrio della prevenzione tecnica. Effetto Mariposa e Intermarché-Wanty-Gobert consolidano la partnership tecnica per il 2022 e proseguono il cammino iniziato un anno fa. 

Inconvenienti che non hanno ostacolato Girmay alla Gand-Wevelgem o impedito il secondo posto di Hermans a Liegi. Una buona dose di fortuna, certo. Ma dietro alla dea bendata c’è sempre una preparazione solida e basata sulla qualità. Ed è proprio nel dettaglio del piccolo componente, come fosse un battito d’ali di farfalla, che l’azienda svizzera cura i prodotti e fornisce il materiale tecnico alla squadra World Tour belga. Scopriamo questo rapporto insieme ad Alberto De Gioannini, Presidente e titolare di Effetto Mariposa.

Invisibili ma determinanti

I prodotti che Effetto Mariposa fornisce al team belga sono la valvola Caffélatex Tubeless Valve per la conversione tubeless, il sigillante Caffélatex e il sigillante Végétalex. Infine il Caffélatex Tubeless Strip, un nastro para-nipples tubeless molto leggero, che rende le conversioni tubeless rapide e facili. I meccanici utilizzano anche Giustaforza, la prima chiave dinamometrica sviluppata espressamente per il ciclismo, un’icona per il marchio svizzero, ideata e progettata proprio da De Gioannini. 

Prodotti che si celano nei camion officina, oppure all’interno delle ruote in mezzo al gruppo. Per questo sono nati sull’input dell’Intermarché gli adesivi da posizionare in corrispondenza delle valvole.

«Ci hanno detto – racconta De Gioannini – che è un peccato che i nostri prodotti per loro natura si nascondano, perché essendo dentro le ruote non si vedono. Così proprio il team ci ha richiesto gli adesivi e abbiamo deciso di crearli per avere un ulteriore elemento di visibilità. Una cosa più unica che rara che un team ti dia questa possibilità». 

I prodotti di Effetto Mariposa hanno uno scomparto nel camion officina della Intermarché-Wanty
I prodotti di Effetto Mariposa hanno uno scomparto nel camion officina della Intermarché-Wanty

L’importanza del WorldTour

Comunicare la qualità dei prodotti attraverso canali social e pubblicità non è cosa semplice. Inoltre la partnership tra Effetto Mariposa e Intermarché-Wanty-Gobert è nata in modo spontaneo dopo una richiesta esplicita del team. 

Da queste comunicazioni e prestazioni si è trovato un punto di incontro di cui hanno beneficiato entrambe le parti, come spiega De Gioannini:« E’ un’ottima legittimazione della qualità del prodotto. E’ chiaro che in gara i prodotti vengono portati al limite dell’utilizzo. Per cui se funzionano bene per un professionista, a maggior ragione non avranno problemi nell’utilizzo pratico per un appassionato. 

«Contrariamente a quanto succede nel Motorsport – prosegue – quando il marchio si legittima, i prodotti utilizzati a livello agonistico non sono gli stessi che vengono commercializzati per gli appassionati. Nel caso della bicicletta invece no. Il prodotto che noi forniamo al team è di serie e di produzione ed è quello che gli utenti possono comprare. Chiaramente se il team chiede qualcosa di più, siamo ben contenti di fornirlo e di passarlo il prima possibile alla produzione».

I meccanici collaborano con i loro feedback. Lui è Siemons Kobe, nelle Ardenne con Mario Ghyselinck
I meccanici collaborano con i loro feedback. Lui è Siemons Kobe, nelle Ardenne con Mario Ghyselinck

L’importanza dei feedback

Tra i benefici che si hanno nel supportare tecnicamente un team WorldTour ci sono sicuramente i feedback che i professionisti della bici e della brugola sono in grado di dare testando i materiali. 

«Mikey Von Kruiningen – prosegue De Gioannini – è il responsabile dei meccanici ed è contento e soddisfatto. Ci hanno detto che Caffélatex per loro è una garanzia per arrivare al traguardo. Metà del successo e dell’affidabilità deriva anche dallo strip per conversione tubeless. Non ci hanno segnalato problemi. Hanno iniziato a testare e utilizzare il Végétalex, per il momento non in corsa perché preferiscono testarlo ulteriormente. Ci sono stati commenti positivi».

Ci sono altri team che bussano alla porta? «Ad alcuni – prosegue – vendiamo sigillanti. Ovviamente non diciamo nulla perché hanno contratti con case di pneumatici e dovrebbero servirsi dei loro prodotti. E perché, non essendo loro partner tecnici, è bene mantenere rispettosamente l’anonimato. Per quanto riguarda i team ufficiali, l’unica squadra è Intermarché e siamo felici così, perché i feedback che ci offrono sono sufficienti per lo sviluppo dei prodotti».

Tubeless sulle ruote di tutti

Una delle svolte tecniche che sta coprendo a macchia d’olio il panorama dei pro’ è l’avvento dei tubeless per le bici da strada. Sulla bocca di tutti rimbalza questa parola in lungo e in largo. Cosa pensa De Gioannini di questo avvento tecnico, lui che è stato il precursore del primo lattice sintetico (Caffélatex) per uso ciclistico sul mercato?

«Il tubeless stradale per molti anni è stato in animazione sospesa – risponde – perché c’era la tecnologia, però non utilizzandolo a livello professionistico non ha mai preso piede. Gli appassionati tendono a copiare le scelte tecniche, giustamente, dei corridori di alto livello. L’altro limite era che correndo con sezione di pneumatici ridotti intorno ai 25 millimetri, effettivamente il tubeless non offriva vantaggi, a causa del ridotto volume d’aria. Non c’era un interesse a gonfiare a pressioni più basse. Ora che si utilizzano sempre di più gli pneumatici da 28 millimetri o anche di più a seconda del tipo di terreno e di gara, è chiaro che il tubeless ha molto di più da offrire sotto moltissimi aspetti. Oltretutto con i dati che sono usciti alla resistenza al rotolamento, il tubeless sembra offrire quello che una volta era ad appannaggio del tubolare».