Vredestein Aventura Seta, quando il gravel è veloce

08.07.2024
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Vredestein torna a spingere forte sui pedali (anche nel gravel) con una serie di pneumatici tubeless di nuova concezione. Il DNA racing del marchio è tangibile e Aventura Seta (specifico per il gravel veloce) ne è un esempio.

Aventura Seta è una sorta di semi-slick adatto a terreni compatti, con una banda centrale completamente liscia e una tassellatura mediana/laterale che cambia forma per ben tre volte (fa parte della tecnologia TriComp per il battistrada). Si tratta di uno pneumatico per un gravel scorrevole, con un accentuato grip laterale. Lo abbiamo provato.

Tubeless per terreni compatti e scorrevoli
Tubeless per terreni compatti e scorrevoli

Tubeless ready di Vredestein

Aventura Seta nasce per essere veloce e decisamente non è un compromesso. E’ un tubeless ready dedicato alla stagione secca e/o a terreni compatti dove è possibile fare velocità. Ha una carcassa da 120 Tpi (fili per pollice), piuttosto morbida e malleabile. E’ uno pneumatico di elevata caratura tecnica, pieghevole e abbastanza facile da tallonare. Il cerchietto è arcigno, ma non è prepotente, significa che ci vuole un po’ di forza in fase di tallonatura, ma una volta ingaggiato è parecchio stabile e decisamente affidabile.

Per intenderci, Aventura Seta non è uno di quei gravel tubeless eccessivamente morbidi che tendono a staccarsi dal cerchio quando perdono pressione ed ha i bordi molto sostanziosi. Inoltre, 444 grammi rilevati nella misura da 38 millimetri lo collocano tra i tubeless leggeri ( considerando la categoria del tubeless con la carcassa sintetica).

Arrotondato ai lati

Le abbiamo provate con un set di ruote Ursus Countach, cerchio hookless con canale interno da 23 millimetri di larghezza (32 millimetri complessivi). Rigide e dalle risposte decise, ruote che non fanno altro che aumentare le caratteristiche di uno pneumatico del genere, a nostro parere tanto scorrevole, quanto corsaiolo. La larghezza del canale interno e quella complessiva del cerchio sono l’interfaccia perfetta per un tubeless con queste dimensioni e con uno shape del genere.

Si tratta della forma che assume il battistrada una volta che la gomma raggiunge la pressione adeguata alla messa su strada. Al centro è “quasi” piatto e sfrutta la battuta a terra della linea continua. Ai lati tende a scendere e curvare, come voler trasmettere un senso di grip costante ogni volta che (tutti) i tasselli vanno in appoggio ed entrano in contatto con il terreno. Inoltre, quelli laterali (più grandi) sono più morbidi. Considerando la tipologia di pneumatico, il range di pressioni è buono. Non siamo scesi al di sotto delle 2 (ruota anteriore) e andati oltre le 3 atmosfere (posteriore) con una preferenza di 2,2 e 2,5 (il nostro peso è di 66 chilogrammi), in modo da sfruttare anche una fase ammortizzante in discesa.

Sezione perfetta sul canale interno da 23
Sezione perfetta sul canale interno da 23

Con l’inserto? Si può fare

Aventura Seta non è il tubeless per le condizioni estreme. Non è lo pneumatico adatto ad affrontare percorsi di roccia con qualche drop e radici esposte, al limite della mtb, per concetto non è la gomma da abbinare ad un inserto run-flat. Eppure, abbiamo provato ad utilizzarla con un Tannus Lite montato sulla ruota posteriore.

E’ un inserto consistente che cambia il carattere dello pneumatico limitando la sua elasticità e deformazione laterale, che al tempo stesso irrobustisce ulteriormente i bordi. Il risultato è stato buono, anche in termini di grip e capacità di copiare il terreno. Quindi è possibile sfruttare il binomio inserto/gomma veloce, adeguando la pressione (che scende leggermente).

In conclusione

Vredestein Aventura Seta è il tubeless perfetto per chi alterna sterrato ed asfalto senza soluzioni di continuità, per chi non affronta percorsi eccessivamente tecnici, con fondo battuto e consistente, rimanendo in un contesto gravel dove è possibile tenere velocità elevate. Non è uno pneumatico da fango e neppure da portare nei sentieri rocciosi e smossi, situazioni dove tende a subire i rigori del terreno, sprofondando e perdendo il grip (ma anche la trazione).

Ci ha sorpreso positivamente la tenuta laterale e l’eccellente guidabilità che mostra anche nelle fasi con velocità elevata, un fattore importante se contestualizzato ad una gara dove l’affidabilità del mezzo e dei suoi componenti fa la differenza. Il prezzo di listino di 55 euro lo rende ancora più interessante.

Mandelli

Vredestein Superpasso: tubeless vs copertoncino

01.07.2024
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Abbiamo messo a confronto i due pneumatici top di gamma Vredestein, ma di categorie diverse. Superpasso TLR versus Superpasso copertoncino. Quali sono le grandi differenze? Come sfruttarle e quali sono le peculiarità dei due pneumatici?

A prescindere dalla natura della gomma, entrambi i Vredestein sono comodi e portano in dote una pastosità non comune del battistrada, caratteristica mutuata da entrambi. Tutto il resto cambia, anche la dimensione una volta montati sul cerchio (a parità di canale interno). Entriamo nel dettaglio.

L’intaglio laterale uguale per TLR e copertoncino
L’intaglio laterale uguale per TLR e copertoncino

Vredestein Superpasso, come sono fatti

La versione tubeless ed il copertoncino hanno il medesimo disegno del battistrada. Si basa su una sorta di scanalatura a freccia posizionata al limite del bordo utile che tocca l’asfalto. Entrambi sono direzionali ed hanno una carcassa sintetica da 150 Tpi (fili per pollice quadrato). Tubeless ready e clincher hanno il TWI, ovvero il piccolo incavo che identifica l’usura della gomma.

Abbiamo provato la larghezza da 28 (per entrambi) in modo da creare una sovrapposizione. La sostanza e la robustezza delle gomme cambia completamente (il tubeless è più tosto). Ovviamente il copertoncino è più leggero, ma la differenza non è così accentuata.

La versione TLR è davvero comoda

E’ di sicuro uno dei tubeless ready di alta gamma più comodi ed elastici provati fino ad oggi. E’ molto versatile in fatto di utilizzo, non soffre il cambio di asfalto ed il cambio repentino di temperatura (dall’alto verso il basso). Quando si scende in modo importante non indurisce offrendo dei vantaggi non banali quando si affrontando anche discese alpine con le cime in quota.

Ha un delta di sfruttabilità delle pressioni abbastanza ampio e anche quando si “sale troppo” a livello di bar, tende ad indurire pur mantenendo un elevato grado di pastosità (soprattutto nella porzione centrale). Vredestein Superpasso copertoncino è più “secco” e diretto, ma comunque più comodo rispetto alla media della categoria (clincher di alta gamma) e non è mai eccessivo.

Il copertoncino diventa più grande

La grande differenza, che influisce inevitabilmente sulla performance, è relativa alle dimensioni delle due gomme. Una volta montate e gonfiate alla medesima pressione, con lo stesso canale interno del cerchio (19 millimetri), il tubeless rimane a 28 millimetri, mentre il copertoncino spancia leggermente a 29.

Questa differenza, se pur minima, si nota nella rotondità dello pneumatico: il copertoncino è più rotondo. Ben inteso che Superpasso è uno di quegli pneumatici “rotondi”.

Un range di pressioni molto simile

Se per il TLR è naturale inserire il liquido anti-foratura, per il test del copertoncino abbiamo utilizzato il binomio con le camere d’aria in TPU. Perché questa soluzione? Il copertoncino fa parte della categoria dei leggeri e di conseguenza gli abbiamo dato ulteriore merito utilizzando le camere in poliuretano. Per i maniaci del peso e amanti delle camere d’aria questa soluzione offre qualche vantaggio anche per il risparmio di peso.

Il range di sfruttabilità delle pressioni è compreso tra le 5 e 5,5 atmosfere, interessante sottolineare che anche il copertoncino ha questo delta. Mentre il tubeless ready può scendere anche a 4,4, senza mai accartocciarsi su se stesso, non oltre le 5,6 atomosfere (oltre diventa eccessivamente duro), il copertoncino funziona molto bene anche a 6 bar (onestamente lo abbiamo portato fino a 6,2).

In conclusione

Vredestein Superpasso si dimostra un gran bel prodotto. TLR oppure copertoncino, completo, rubusto e versatile. Si adatta facilmente e conserva costantemente un elevato grado di comodità. Entrambe le versioni si adattano molto bene al cambio repentino delle condizioni climatiche esterne e anche alla variabile legata alla tipologia di asfalto. Riteniamo Vredestein Superpasso uno penumatico adatto a chi pratica endurance, o comunque fa tanti chilometri, ma ama anche spingere sull’acceleratore e al tempo stesso non ama gli pneumatici “troppo secchi”.

Entrambe lo coperture hanno bisogno di un minimo di adattamento e di presa di confidenza, considerando questa sorta di morbidezza non così comune agli pneumatici di alta gamma. I prezzi di listino: Superpasso TLR 65 euro, mentre Vredestein Superpasso copertoncino 59 euro. Un ottimo rapporto tra la qualità ed il prezzo.

Vredestein

Pirelli PZero Race RS: gomma WorldTour Made in Italy

30.06.2024
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Il nuovo top di gamma Pirelli PZero Race RS TLR non è una rivisitazione, ma è uno pneumatico completamente rinnovato nella struttura e nelle performance.

Cosa e come cambia? Come si comporta nelle diverse situazioni che si incontrano su strada? Come deve essere gestito per performare al meglio? Lo abbiamo provato e portato al limite anche sulle discese alpine.

Un tubeless marcatamente racing
Un tubeless marcatamente racing

Il PZero Race RS TLR in test

Abbiamo provato la versione da 28 millimetri, quella che a nostro parere si configura al meglio con le ruote più moderne e con le richieste del mercato attuale. Il test si è sviluppato utilizzando tre tipologie di cerchi differenti. Il primo con un canale interno da 19 millimetri, a nostro parere sottodimensionato rispetto alle caratteristiche del tubeless RS. Gli altri due da 20 e 21 millimetri (entrambi con cerchio wide), perfettamente in linea con la tecnicità della gomma Pirelli.

Con il canale da 20 millimetri la larghezza del tubeless è perfettamente in linea con quella dichiarata (28 millimetri), mentre con il canale da 21 il tubeless da 28 diventa da 29 millimetri.

Rispetto al PZero Race precedente, il nuovo è più leggero a parità di sezione, ma anche più arcigno da tallonare al cerchio. A nostro parere un fattore tecnico da considerare positivamente, nell’ottica della stabilità e tenuta. Il design del battistrada è quello del DNA Pirelli, mentre la carcassa è sintetica con 120 fili per pollice e di natura SpeedCore2. Ci sono più strati sovrapposti ed il cerchietto (pieghevole) è avvolto nella stessa carcassa.

Le pressioni utilizzate

Il nuovo tubeless RS di Pirelli conferma la sua natura di pneumatico tosto, consistente e sostenuto, ma con un range di pressioni molto più gestibile rispetto alla versione precedente con produzione Made in Italy. Il delta completo di sfruttabilità (il nostro peso è di 66 chilogrammi) è compreso tra le 4,4 e 5,4 atmosfere, ottimale quando è interno alle 5/5,2, scendendo a 4,5/4,6 in caso di umido e bagnato.

Durante la prova abbiamo provato ad utilizzare pressioni prossime alle 5,6/5,8 atmosfere, nelle giornate più calde. Lo pneumatico tende a diventare piuttosto duro, ma non perde mai in aderenza e mantiene una buona capacità di copiare il terreno, a conferma di un cambio radicale (positivo). Non rimbalza. Naturalmente abbiamo utilizzato il liquido sigillante al suo interno.

Le sensazioni su strada

Ci è piaciuto definirlo un tubeless rotondo. La sua forma arrotondata porta dei vantaggi non banali in fatto di equilibrio, di possibilità di sfruttare il battistrada anche quando si affrontano i tornanti a velocità elevata e quando il manto stradale non è proprio come biliardo. La gomma è un blocco unico, non ha scalini e differenze tra il battistrada e il bordo, il design è omogeneo.

Al tatto ha una pastosità simile a quella del passato, con una compattezza maggiore, sensazione che a nostro parere assume dei contorni reali quando si deve contare sulla scorrevolezza dello pneumatico. Il nuovo Pirelli è decisamente più scorrevole rispetto al PZero Race del passato. Lo è alle alte e basse andature (ad esempio in salita). Sono molto buone le risposte della carcassa, anche quando è necessario far scendere la pressione in modo importante, perché il sostegno è costante e ottimo, il tubeless non da mai quella sensazione di cedere su se stesso.

In conclusione

Il nuovo Pirelli PZero Race RS è un tubeless di alto livello, uno pneumatico da gara, per chi vuole il tubeless, ma al tempo stesso ama sentire quella “secchezza nelle risposte” tipica dei copertoncini (usati con le camere in TPU). Si tratta di un prodotto da agonista, che mostra dei vantaggi nei termini di sfruttabilità e durata.

I vantaggi principali sono un ampio range di utilizzo in base a condizioni meteo e pressioni di esercizio. Nel secondo caso è giusto sottolineare il sostegno di buon livello che si percepisce anche quando si scende con le pressioni (la gomma non si accartoccia) o quando si esagera con il gonfiaggio (il feeling rimane buono e non saltella). Non in ultimo la durata, eccellente se consideriamo la categoria di appartenenza. Dopo circa 1000 chilometri il battistrada non presenta un’usura eccessiva, tagli e in particolare lo pneumatico posteriore non è spiattellato nella sezione centrale.

Pirelli

Inserto Tannus Lite, protegge la ruota e cambia la guida

24.06.2024
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Abbiamo provato Tannus Lite, ovvero l’inserto con dimensioni ridotte (rispetto a quelli specifici per la mtb) dedicato ai tubeless gravel (e anche road), che fa parte di un pacchetto modulare, l’unico a proporre questo concetto.

Il suo disegno influisce in modo importante sul comportamento dello pneumatico durante l’utilizzo, perché irrobustisce, mette gomma e cerchio al riparo da colpi proibiti e se utilizzato con cerchi hookless aumenta la protezione in caso di foratura e run-flat (quando si pedala con la gomma a terra).

La struttura interna, tutto l’inserto ha una consistenza omogenea
La struttura interna, tutto l’inserto ha una consistenza omogenea

Tannus Lite, una sorta di memory foam

L’inserto Tannus Lite è molto consistente e compatto, ma ha una grande capacità di adattamento, soprattutto nella porzione inferiore dove sono presenti le scanalature. Ricorda il memory foam di alcuni prodotti, si adatta alle pressioni esercitate, senza mai collassare.

E’ un fattore tecnico di prima importanza che conferma anche una certa longevità dell’inserto. Si adatta, ma non si plasma ed è un prodotto arcigno non facile da inserire all’interno del tubeless. O meglio, tende a far irrigidire il tallone del tubeless e di conseguenza tutte le operazioni di tallonatura diventano più complesse. Servono forza, malizia e un po’ di olio di gomito. In questi casi è sempre utile un velo di acqua e sapone sul tallone della gomma, in modo da facilitare lo scivolamento dello pneumatico sul carbonio.

Binomio perfetto con cerchio hookless

Abbiamo provato l’inserto Lite con un cerchio hookless ed uno pneumatico gravel da 38 millimetri di sezione. Partendo dal presupposto che è fondamentale inserire il liquido sigillante (e/o lattice anti-foratura), proprio l’abbinamento hookless/inserto è a nostro parere perfetto. La zigrinatura del Tannus blocca il tallone dello pneumatico che diventa una cosa sola con i bordi del cerchio.

Se i vantaggi sono meno tangibili quando le pressioni di esercizio sono ottimali, in caso di abbassamento repentino della pressione e/o di foratura si può continuare a pedalare senza il rischio di stallonare e di far saltare lo pneumatico fuori dalla sede. Il cerchio è salvo e ringrazia, i bordi hookless sono fuori pericolo e considerando il costo medio di una buona ruota con cerchio in carbonio non è cosa di poco conto.

Un occhio al riciclo non guasta mai
Un occhio al riciclo non guasta mai

Calibrare l’utilizzo dell’inserto

La consistenza dell’inserto è quella che sentiamo tra le mani. Inevitabilmente modifica il comportamento della gomma tubeless ed in parte anche lo stile di guida, spingendosi anche verso un’aggressività aumentata. Al tempo stesso aumenta la durezza della porzione laterale dello pneumatico, un vantaggio quando si parla di protezione ed aumento della resistenza contro oggetti esterni che possono tagliare la gomma. L’inserto protegge e attutisce i colpi che arrivano dal basso, smorza le vibrazioni (in particolare modo quando si percorrono tratti sassosi golenali). Al tempo stesso cambia e fa diminuire il potere elastico e di deformazione della gomma, che diventa “più tosta e dura”, limitando quell’effetto scivolamento che si percepisce quando si va in appoggio in curva sullo sterrato.

Ci siamo trovati a nostro agio con l’utilizzo dell’inserto (in ambito gravel competitivo) montato solo sulla ruota posteriore. Di certo una scelta ai limiti della soggettività, una soluzione che non ha influito in modo esponenziale sullo stile di guida (abbiamo abbassato di 0,2 bar la pressione, rispetto al setting standard) e ci ha permesso di sfruttare a pieno la fase ammortizzante della ruota anteriore.

In conclusione

Tannus Lite fa parte di un percorso evolutivo dei tubeless, del gravel e ovviamente degli inserti. Questi ultimi se utilizzati in modo corretto offrono una protezione maggiore per il tubeless e per il cerchio (hook e hookless), mettendo l’utilizzatore al riparo da eventuali rischi di rottura, ma portando anche una maggiore sicurezza nelle fasi di guida più aggressive.

Riteniamo un inserto come Tannus un prodotto molto tecnico e come tale deve essere utilizzato, provato e testato a lungo per capirne le reali potenzialità. Un inserto del genere è una sorta di customizzazione della ruota e proprio per questo motivo deve essere cucito addosso ai diversi stili di guida. Tannus Lite è uno solo, ma il delta di personalizzazioni di ruote/pneumatici è ampio. Ad ognuno il suo.

Tannus

Lubrificazione e manutenzione della bici, ci pensa WAG

20.06.2024
6 min
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La lubrificazione, il controllo della bici in genere ed una corretta manutezione rendono la bicicletta più efficiente. Le bici moderne sono più veloci e performanti, ma necessitano anche di una cura mirata.

La manutenzione è un argomento ampio, che tocca componenti diversi tra loro. Entriamo nel dettaglio della lubrificazione e della corretta gestione dei tubeless grazie al contributo di Nicolò Fossati, purchasing manager di RMS e con le nostre considerazioni relative all’utilizzo di alcuni prodotti della linea WAG.

Maglia per maglia, pin dopo pin per una corretta e completa lubrificazione
Maglia per maglia, pin dopo pin per una corretta e completa lubrificazione

Lubrificazione e quei gesti che fanno bene alla bici

La pulizia della catena e la sua corretta lubrificazione. L’utilizzo di un liquido antiforatura adeguato, di buona qualità, inserito nel modo giusto all’interno del tubeless. Sono solo alcune operazioni che si possono fare a casa, parallele alla cura del mezzo, richiedono pochi minuti e ci mettono al riparo da spiacevoli situazioni che si possono verificare durante un’uscita in bicicletta. Prima di entrare nelle specificità di alcuni prodotti WAG abbiamo posto alcuni quesiti a Nicolò Fossati di RMS.

Quanto liquido anti-foratura è necessario inserire in un tubeless road? La quantità cambia a seconda delle dimensioni dello pneumatico?

Il range ottimale si aggira intorno ai 40/50 millilitri per le coperture 700×25 e 700×28. Non c’è una regola precisa e di fatto, più se ne mette e più la protezione aumenta, in caso di foratura o danno provocato da un oggetto esterno. C’è da considerare un aggravio di peso e non tutti sono disposti ad accettarlo. A prescindere da questo, la quantità di liquido tra cerchio e tubeless, dovrebbe aumentare man mano che la sezione dello pneumatico diventa più grande.

Con quale frequenza è necessario controllare la “vivacità” del liquido?

Il lasso di tempo ottimale sarebbe ogni 15 giorni. E’ da considerare un eventuale rabbocco del liquido.

I sigillanti WAG non contengono ammoniaca e la versione High Viscosity non è schiumoso
I sigillanti WAG non contengono ammoniaca e la versione High Viscosity non è schiumoso
Il sigillante WAG contiene ammoniaca?

No, non contiene ammoniaca. In gamma ne abbiamo uno più viscoso e uno schiumogeno, ntrambi piuttosto versatili in termini di utilizzo. L’assenza di ammoniaca è un vantaggio per il cerchio e per lo pnuematico, ma anche per l’ambiente.

Passando alla lubrificazione. Quali sono le indicazioni per applicare in modo corretto il lubrificante universale a goccia?

Dopo aver sgrassato la catena, applicare una goccia su ogni rullo della catena. Solitamente si tiene fermo il flacone e si fa girare la catena. Diventa fondamentale anche rimuovere lubrificante in eccesso, per evitare che coli a terra, o sulla bici, evitando che accumuli detriti quando siamo in movimento.

Usato anche sulle pulegge funge “quasi” da schermo
Usato anche sulle pulegge funge “quasi” da schermo
Quest’ultimo è indicato solo per la catena, o per un utilizzo trasversale?

E’ indicato e specifico per la catena, ma nulla vieta di usarlo per la lubrificazione di altre parti meccaniche.

Il binomio ottimale si ottiene con il Lavacatena WAG?

Si, perché il nostro Lavacatena ha un potere decisamente elevato in qualità di sgrassante e di rimozione dei detrititi. In alternativa a questo si può usare lo Sgrassante Ultra. Entrambi sono particolarmente adatti a rimuovere lo sporco e gli accumuli che si generano invetabilmente dopo diverse ore di utilizzo.

Prima di tutto il Lavacatena su catena e pignoni
Prima di tutto il Lavacatena su catena e pignoni

Lavacatene spray, prima della lubrificazione

Un prodotto eccellente, per efficacia e per il rapporto tra la qualità ed il prezzo (a nostro parere uno dei punti di forza della linea WAG). Ha una doppia azione: è un pulente che prima di tutto agisce con un lavaggio approfondito delle maglie, ma anche di alcune parti del bilanciere posteriore e del deragliatore, oltre a sgrassare in modo profondo (anche i pignoni).

Noi l’abbiamo applicato su tutte le parti coinvolte nella trasmisione (ad eccezione degli shifters), prima di lavare la bici e l’abbiamo lasciato agire per un paio di minuti. Il risultato è la rimozione facile dello sporco accumulato durante le uscite nelle giornate invernali, dove le strade sono particolarmente viscide. Non è stato necessario grattare e/o agire con forza. Una semplice spazzolata e la spugna (con un po’ di acqua e detergente) sono stati più che sufficienti per portare lucentezza alla catena. In aggiunta abbiamo eseguito un secondo passaggio esclusivamente sulla catena con un getto diretto, in modo da far scorrere via eventuali detriti bloccati tra una maglia e quella successiva.

WAG Lubrificante

E’ un lubrificante universale a goccia, indicato per la catena, ma adatto anche alla lubrificazione di parti meccaniche. E’ quasi impalpabile, con una densità ridotta ed è trasparente. Si applica facilmente e grazie al suo stato non eccessivamente denso, penetra immediatamente tra le magli e nall zona del pin. Il fattore densità che abbiamo descritto obbliga ad un controllo quotidiano dello stato della catena, ma è particolarmente vantaggioso perché limita l’accumulo di sporco. In effetti, la catena rimane pulita per lungo tempo. WAG Lubrificante è facile da rimuovere quando giunge il momento di fare “il bagno” alla bicicletta (e alla catena).

Sigillante antiforatura

La linea WAG ne propone di due diverse tipologie, entrambi molto versatili ed efficienti, per il settore strada e gravel (off-road in genere). Il primo è quello ad elevata viscosità, ricco di materiale sigillante al suo interno, quasi a renderlo grumoso e denso al tatto, adatto a riparare in fretta anche fori di grandi dimensioni. Il secondo è di matrice schiumosa e si presenta con una forma più liquida, rispetto al precedente. Si attiva nell’immediato quando è agitato (o in fse di rotazione quando è all’interno dello pneumatico), diventando schiuso e formando una sorta di pellicola/schermo). E’ particolarmente adatto ai tubeless da strada. Rimane “vivo” per un lungo periodo e quando le pressioni di esercizio si alzano e si abbina in modo ottimale al Gonfia&Ripara (adottano la stessa formula).

Una menzione di merito alla versione High Viscosity, a nostro parere efficiente anche in ambito road e durante le uscite invernali, quando le strade sono ricche di detriti e di sassi taglienti mescolati al sale, elementi dannosi per il battistrada dello pneumatico. Un sigillante come questo può diventare realmente un “salva uscita” in caso di foratura.

WAG

Hutchinson Blackbird, fatto a mano in Francia nel Racing Lab

04.04.2024
3 min
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Sviluppare e produrre uno pneumatico che potesse diventare l’Hutchinson più veloce e performante di sempre: Blackbird TLR (tubeless) nasce con questo obiettivo.

Si posiziona al vertice del listino e di fatto rappresenta una ulteriore evoluzione del segmento tubeless da strada, per quanto riguarda le tecnologie dei materiali. Entriamo nel dettaglio.

Il design del battistrada con gli intagli laterali
Il design del battistrada con gli intagli laterali

Hutchinson Mach Tread 3.0

Quando si spiegano le tecnologie, il riferimento è rivolto anche alle mescole, al battistrada e a tutto quello che riguarda la struttura della gomma. Partendo proprio dalla nuova mescola, Mach Tread 3.0 è stata definita come la più scorrevole mai creata: scorrevolezza che si traduce anche in un ritorno di energia quando entra in contatto con l’asfalto.

Volendo fare un confronto, il rotolamento è stato migliorato del 10% rispetto allo pneumatico Fusion 5 con mescola 11Storm. E poi la durata, perché la Mach Tread 3.0 è resistente agli strappi (nelle fasi di test il battistrada ha superato i 4.000 chilometri).

Dove nasce la mescola della nuova gomma
Dove nasce la mescola della nuova gomma

Una gomma più larga

Ma non è solo una questione di mescola e battistrada, perché anche la forma ed il disegno si devono adeguare alle ruote di ultima generazione. Queste sono più larghe (anche in ottica hookless), rigide ed aerodinamiche, con dei canali interni allargati e sempre più tubeless-hookless oriented. Hutchinson Blackbird è uno pneumatico con un battistrada più largo (vistosamente ad U). La carcassa prevede 127 TPI (fili per pollice quadrato), con lo scheletro che avvolge anche il tallone attraverso un rinnovato processo di disposizione dei tessuti.

La parte centrale dello pneumatico ha uno strato di poliammide incollato e non sovrapposto. Cambiano così anche gli strati di tessuto nelle diverse zone della gomma, 3 ai lati e 2 al centro. Gli strati devono essere sovrapposti nel modo corretto e con tessuti adeguati, una soluzione che va a vantaggio della durata, della protezione e di uno pneumatico che tende a non deformarsi nel corso del tempo.

Come è fatto il Blackbird
Come è fatto il Blackbird

I numeri di Hutchinson Blackbird

E’ uno pneumatico da competizione, disponibile nelle larghezze da 26, 28 e 30 millimetri (28 e 30 tubeless ready sono perfettamente compatibili con la soluzione hookless). E’ inoltre disponibile nella versione tube type per camera d’aria. Il valore alla bilancia dichiarato è compreso tra i 225 e 310 grammi in base alle sezioni. Il prezzo di listino è di 69,99 euro.

BeltramiTSA

Vittoria RideArmor, il tubeless da strada che resiste a tutto

02.03.2024
3 min
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Vittoria RideArmor è il nuovo pneumatico dell’azienda bergamasca. E’ pensato, sviluppato e costruito per essere longevo, resistente e per garantire un grip ottimale anche nelle condizioni più difficili.

Il nuovo RideArmor è disponibile in un’unica soluzione, perfettamente compatibile tubeless, tubeless ready, con camera d’aria e anche hookless (a partire dalla sezione da 28 millimetri).

Il nuovo RideArmor si presenta così (foto Vittoria)
Il nuovo RideArmor si presenta così (foto Vittoria)

Vittoria RideArmor, il tuttofare

Dal punto di vista dell’utilizzo è un vero e proprio pneumatico all-round. E’ rinforzato, ma è anche disponibile con larghezze che arrivano fino a 38 millimetri (26, 28 e 30, 32 e 34, 36 e 38), del tutto configurabile e sfruttabile anche da chi approccia strade bianche e tratti di gravel leggero percorribili con la bici da strada. Per quanto concerne il posizionamento nel mercato, RideArmor è al pari del Continental Gatorskin.

Come è fatto

Ha una carcassa in multistrato in nylon da 100 TPI (fili per pollice quadrato). Gli strati totali sono sei, con quello centrale, che abbraccia i cerchietti di tallonamento. Questa soluzione, oltre ad aumentare la protezione in un punto delicato, compatta l’intera struttura dello pneumatico. Sempre in questa sezione, c’è un ulteriore rinforzo che protegge la gomma dalla pareti del cerchio, soluzione particolarmente utile in caso di perdita di pressione; il cerchio non taglia il bordo del tubeless. I cerchietti sono in Aramide. I lati hanno una caratteristica colorazione rossa e una sorta di intreccio a vista del tessuto ArmorSkin, efficiente contro le abrasioni e danni provocati da oggetti esterni.

La mescola è un blend di Graphene e Silica, l’ultima evoluzione presente anche su Corsa Pro e N.EXT, particolarmente longeva. Il battistrada ha delle scanalature laterali allungate, con un design proprio e direzionale (non è differenziato tra anteriore e posteriore). Vittoria RideArmor è uno pneumatico pieghevole.

Ha un valore alla bilancia compreso tra i 355 e 475 grammi (sono 375 per la larghezza da 28 millimetri). Interessante il prezzo di listino di 59,95 euro. Anche RideArmor è perfettamente compatibile con l’inserto road Vittoria AirLiner.

Vittoria

Maxxis High Road TR, un vero tubeless ready top di gamma

23.12.2023
5 min
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High Road è lo pneumatico all’apice del catalogo road di Maxxis. Lo è per le performance, lo è perché integra diverse tecnologie applicate agli pneumatici, una su tutte il cerchietto in fibra di carbonio (completamente ricoperto).

Si dimostra un prodotto estremamente versatile e robusto al tempo stesso, scorrevole e in grado di sostenere un ampio range di pressioni. Lo abbiamo provato nella sezione da 28.

Oltre 500 chilometri “invernali”, nessuna foratura
Oltre 500 chilometri “invernali”, nessuna foratura

High Road TR, tutto nuovo

Tutto nuovo, nella struttura portante e nel disegno, ma anche in quel concetto che ha l’obiettivo di far collimare alcune soluzioni tecniche di altissimo livello. Ne sono una dimostrazione la carcassa da 170Tpi (170 fili per pollice quadrato) che include anche uno strato centrale antiforatura. E’ una vera e propria bandella di rinforzo che aumenta la protezione e al tempo stesso influisce in maniera positiva sul mantenimento della forma dello pneumatico.

La mescola è del tipo HYPR. E’ “single compound”, ma è completamente in silice (specifica per le gomme road), una vera particolarità in questa categoria di prodotti. Significa che la gomma ha un margine ampio di adattabilità, con climi e asfalti bollenti, ma anche in caso di un calo drastico delle temperature. Il battistrada presenta dei disegni laterali con ampi spazi tra l’uno ed il successivo. E’ poroso il giusto. Maxxis High Road non è un tubeless mono-direzionale, tant’è vero che lo abbiamo testato con un orientamento invertito tra anteriore e posteriore.

Top di gamma, durata al top

Non è un peso piuma con i suoi 367 grammi rilevati per ogni gomma, anche se una voltato montato e gonfiato nel modo corretto, la stessa gomma mostra un’ottima scorrevolezza e un’eccellente fluidità di marcia. E’ uno pneumatico consistente e tutto d’un pezzo, è morbido nella zona dei talloni (una volta montato tallona e aderisce in un amen, senza far tribolare), molto compatto in tutta la parte del battistrada. Ha un prezzo di listino di 72,40 euro, in linea con la categoria.

Le sensazioni durante il test

Un tubeless da competizione. A nostro parere il Maxxis High Road TR è uno pneumatico che trova il suo contesto ideale quando le temperature si alzano e di conseguenza l’asfalto si scalda. Il battistrada lavora meglio, diventa quasi pastoso, ma al tempo stesso conserva quella scorrevolezza che è uno dei punti chiave di questo tubeless. La sua forma tondeggiante permette alla gomma di essere facile da guidare, aiuta a mantenere la traiettoria impostata e al tempo stesso di cambiare direzione in maniera repentina.

High Road è uno pneumatico con una struttura bella “tosta”, fattore che implica una conoscenza approfondita della gomma stessa, soprattutto per quello che concerne le pressioni di esercizio. Sono ovviamente da considerare lo stile di guida e le soggettività, la tipologia di ruota (e la larghezza del canale interno) dove è montato e le condizioni ambientali, ma è pur vero che a parità di prodotto, un Maxxis High Road può essere sfruttato al pieno delle sue potenzialità con una pressione di esercizio inferiore di 0,2/0,3 bar.

Abbiamo trovato un range ottimale di sfrutabilità, tra le 4,8 e 5,3 atmosfere, su una ruota con un profilo da 42 millimetri (la nuova Fulcrum Wind) e un canale interno da 23. Nonostante un canale interno abbondante, Maxxis High Road ha spanciato solo di 0,5 millimetri (si è allargato a 28,5), segno di una tenuta eccellente della carcassa e di un’ottima fattura. Può sostenere senza problemi pressioni di esercizio prossime alle 4 atmosfere (su strada lo abbiamo portato anche a 3,8), oppure salire fino a 6.

Sulla ruota davanti preferiamo usarlo con questa direzionalità
Sulla ruota davanti preferiamo usarlo con questa direzionalità

Un battistrada sfruttabile

Dopo le prime uscite (invernali) con temperature rigide, strade peggiorate dall’inverno, abbiamo provato la soluzione di un montaggio differenziato degli pneumatici. Significa che abbiamo utilizzato una sorta di “controdirezionale” per quello anteriore, con la parte più ampia delle scanalature girata in avanti. Perché? Per fare lavorare in modo maggiore la gomma anteriore attraverso il movimento degli intagli che contribuiscono a scaldare la mescola quando si è nella fase di rotolomento e grip laterale.

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Challenge Criterium RS, ci sono le nuove misure

29.09.2023
3 min
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MISANO ADRIATICO – Le Challenge Criterium RS diventano più grandi. Tubeless, ma anche una versione tubolare: gli pneumatici top di gamma di Challenge diventano ancora più moderni grazie ad un ampliamento delle sezioni: 28 e 30, per i tubeless e anche per la versione tubolare. Rimane il medesimo design e la stessa costruzione. Entriamo nel dettaglio.

Bianco o nero, 28 e 30 millimetri
Bianco o nero, 28 e 30 millimetri

Carcassa unica nel suo genere

Anche per i nuovi Criterium RS 28 e 30 tubeless ready è stata utilizzata una carcassa in cotone Corespun con 350 Tpi (fili per pollice quadrato), una struttura unica nel suo genere. Questo permette allo pneumatico di essere elastico, confortevole e di distribuire al meglio le vibrazioni, così come di adattarsi al terreno e alle temperature esterne. A prescindere dalla pressione di gonfiaggio, la gomma non risulterà mai eccessivamente dura.

E’ uno pneumatico fatto a mano, che integra anche una bandella protettiva che adotta l’acronimo PPS, inserita tra il battistrada e la carcassa.

Il design differenziato

Nella parte centrale è slick, con una struttura compatta e resistente. La volontà è quella di massimizzare la scorrevolezza. Ai lati è un vero e proprio puntinato, con i piccoli tasselli che cambiano diametro tra i bordi e la zona più vicina al centro della gomma. Questa soluzione ha una validità non secondaria in fatto di tenuta della forma da parte dello pneumatico, che non spancia e non si “spiattella” neppure dopo tanti, tanti chilometri. I Challenge Criterium RS TLR, da 28 e 30 hanno un prezzo di listino di 84,90 euro.

E poi la versione tubolare, un must di Challenge, anche e non solo per la costruzione in cotone (350 Tpi). Il Criterium RS diventa grande anche in questa versione, con larghezze uguali a quelle proposte per il TLR. Il prezzo di listino è di 99,90 euro.

Challenge