Si chiama Buffalo Bike la bici Trek del 2021

16.12.2021
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Trek si conferma sempre più un’azienda con un’anima “nobile”, attenta al mondo che la circonda e di cui vuole essere parte attiva nella sua salvaguardia. Recentemente l’azienda di Waterloo ha presentato il proprio rapporto di sostenibilità 2021. Quest’ultimo ha evidenziato gli importanti passi in avanti fatti in tema di riduzione dell’impatto ambientale dei propri processi produttivi.

Ora arriva una nuova importante iniziativa di natura sociale in collaborazione con World Bicycle Relief, associazione benefica che si prefigge lo scopo di offrire strumenti di crescita a chi non può permetterseli.

La Buffalo Bike di Trek aiuta i ragazzi a superare le grandi distanze che li dividono dalla scuola

Una bici speciale

Nell’ambito della collaborazione con World Bicycle Relief Trek ha deciso di contribuire alla realizzazione del prototipo di una bici speciale, la Buffalo Bike, eleggendola a propria Bici dell’Anno. Si tratta di una bicicletta pensata per affrontare le gravose condizioni stradali e ambientali tipiche dei paesi in via di sviluppo. Proprio per questo deve essere solida, affidabile e facile da riparare.

In queste realtà la bicicletta diventa uno strumento fondamentale per muoversi, sia come mezzo di lavoro che di trasporto. Utilizzano la bici i bambini e i ragazzi per recarsi a scuola, superando la barriera della distanza, spesso elevata, che separa le loro abitazioni dai luoghi di istruzione.

La Buffalo Bike è utile anche per i lavoratori nel rendersi autonomi
La Buffalo Bike è utile anche per i lavoratori nel rendersi autonomi

La bicicletta è spesso anche l’unico mezzo a disposizione degli operatori sanitari per raggiungere i pazienti costretti a casa. La loro lotta quotidiana contro malattie come malaria e Covid-19 è più efficace potendosi muovere più rapidamente per diffondere l’insegnamento delle basi di igiene e nutrizione. Con una bicicletta agricoltori e piccoli imprenditori possono dare nuovo impulso alle proprie attività, trasportando maggiori quantità di prodotti in luoghi più lontani, implementando così i propri guadagni e migliorando le condizioni di vita delle loro famiglie. Le due ruote a pedali sono anche mezzi di emancipazione per le donne, che possono spostarsi liberamente e in sicurezza, accedendo a istruzione, sanità e commercio.

Il contributo di tutti

Il contributo di Trek all’iniziativa messa in atto in collaborazione con World Bicycle Relief non si è limitato alla sola progettazione della Buffalo Bike. L’azienda americana si è infatti fatta promotrice di un invito rivolto a tutti a contribuire all’acquisto delle Buffalo Bike prodotte. Tramite una donazione di 147 euro sarà ad esempio possibile coprire il costo di una bicicletta. Sono naturalmente possibili anche donazioni di importo inferiore. Ma c’è di più: fino al 31 dicembre, Trek corrisponderà una cifra pari a qualsiasi donazione effettuata, contribuendo a raddoppiare il numero di biciclette prodotte. Grazie alle donazioni ricevute, World Bicycle Relief potrà così migliorare la mobilità delle persone che non sono in grado di permettersi un mezzo di locomozione proprio. Per conoscere come poter essere parte attiva dell’iniziativa promossa da Trek basta collegarsi alla pagina dedicata: trekbikes.com/it/it_IT/wbr-donate.

Le Buffalo Bike non saranno disponibili nei rivenditori specializzati Trek. Saranno infatti distribuite da World Bicycle Relief. Chiudiamo con il messaggio lanciato da Trek per promuovere questo bellissimo progetto: «Un dono consapevole che diventa strumento di cambiamento e che può cambiare una vita!».

Trek

Speed Concept da Trek la soluzione per il triathlon

26.11.2021
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Il triathlon è uno sport complesso, dove tutti gli ingranaggi devono combaciare perfettamente ed essere oliati al punto giusto. Ogni singola disciplina deve essere svolta al meglio delle prestazioni: fisiche e mentali. Ma anche la tecnologia vuole la sua parte, un mezzo performante aiuterà gli atleti ad esprimersi al meglio e a guadagnare secondi preziosi.

Nella sezione in bici i chilometri da percorre, in media, sono 40. Per dare un riferimento: il campionato italiano a cronometro quest’anno misurava 45,7 chilometri. Insomma, uno sforzo non indifferente se si considera che dopo bisognava correre una mezza maratona

La sessione di ciclismo è l’unica dove la differenza non la fa solamente la condizione dell’atleta ma anche il mezzo. Per questo Trek ha sviluppato e studiato la Speed Concept, la bici più veloce mai testata nella galleria del vento.

Studiata in galleria del vento la Speed Concept garantisce un risparmio di 16 watt rispetto al modello precedente
La Speed Concept è stata perfezionata e sviluppata nella galleria del vento

Una soluzione completa

E’ risaputo che durante le gare di triathlon, a differenza delle classiche cronometro, l’atleta ha bisogno di idratarsi e mangiare. Proprio per questo sul tubo orizzontale è possibile inserire un contenitore, chiamato Bento Box, nel quale possono essere inseriti fino ad 8 gel.

Insieme alla Bento Box, è disponibile anche la borraccia aero per il tubo obliquo, con una capienza di 700 millilitri. In più c’è anche il kit per le forature perché si sa, nel triathlon non c’è l’ammiraglia…

Così come le altre bici Trek anche la Speed Concept è dotata del sistema IsoSpeed che rende la bici più confortevole del 40 per cento. Mentre l’inclinazione del cannotto dello sterzo è ottimizzata per rendere la bici guidabile e performante nonostante il peso dell’atleta sia molto sbilanciato in avanti.

Facile da personalizzare

Le geometrie e le regolazioni della Speed Concept sono facili da modificare e si adattano perfettamente a quasi tutti gli atleti. La nuova nata in casa Trek è comoda anche da trasportare nei lunghi viaggi. Infatti, il manubrio è facilmente estraibile e la bici non perde le geometrie impostate.

Il risparmio di energie che si riesce ad avere è incredibile, ben 16 watt di vantaggio rispetto al modello precedente.

Per chi fosse interessato è possibile inserire una borraccia tra gli appoggi per i gomiti dalla quale l’atleta può bere tramite una cannuccia. Un posto comodo che non incide sull’aerodinamica, come dimostrato dagli studi in galleria del vento. La borraccia ha una capienza di 700 millilitri ed è venduta separatamente.

La nuova Speed Concept è disponibile in quattro modelli: SLR 9 eTap, SLR 9, SLR 7 eTap e SLR 6 eTap.

Trek

Pirelli e Trek-Segafredo, una partnership da Formula 1!

30.10.2021
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Alla vigilia del Gran Premio di Formula 1 degli Stati Uniti, disputato a Austin lo scorso fine settimana, Pirelli e il team Trek-Segafredo hanno annunciato di aver rafforzato la loro partnership per il 2022. A sancire simbolicamente l’accordo hanno chiamato l’ex campione del mondo Mads Pedersen e la campionessa d’Italia Elisa Longo Borghini. Entrambi hanno avuto l’opportunità di effettuare un giro d’onore sul Circuit of The America, lo stesso che ha visto Max Verstappen trionfare su Lewis Hamilton.

Matteo Barbieri Head of Pirelli Cycling & Roger Gierhart Vice-President of Trek Bicycle
Matteo Barbieri Head of Pirelli Cycling & Roger Gierhart Vice-President of Trek Bicycle

La scelta della location non è stata casuale. Trek e Pirelli hanno infatti voluto sottolineare la matrice racing della loro partnership. Al termine del giro effettuato sul circuito di Austin Elisa Longo Borghini ha sottolineato il proprio orgoglio nel poter contare sul supporto di Pirelli.

La campionessa d’Italia ha così dichiarato: «Siamo orgogliosi di correre e di lavorare con i loro tecnici. Grazie all’uso intensivo ed esteso della tecnologia, che l’azienda mette nei suoi pneumatici da ciclismo, il lavoro di sviluppo è continuo e siamo sempre sicuri di poter contare sul materiale più avanzato. In aggiunta, è emozionante pensare che i nostri pneumatici da ciclismo sono progettati, prodotti e testati con la stessa tecnologia messa a disposizione dei piloti di Formula 1!».

Tanti i risultati raggiunti

L’accordo fra Pirelli e Trek-Segafredo ha avuto inizio nel 2020. Da allora sono stati davvero tanti e di prestigio i risultati ottenuti. In sole due stagioni la squadra americana ha riportato diverse vittorie importanti utilizzando i Pirelli P ZERO TM. Tra queste è sicuramente da ricordare la Parigi-Roubaix femminile, al debutto quest’anno e vinta da un’incredibile Lizzie Deignan. Nel successo dell’atleta britannica un ruolo fondamentale l’ha sicuramente avuto la scelta dei pneumatici.

Una sezione dei copertoni P ZERO Race TLR
Una sezione dei copertoni P ZERO Race TLR

Per Pirelli le competizioni rappresentano un vero laboratorio a cielo aperto, dove poter sviluppare i prodotti che saranno poi messi a disposizione dei praticanti. In questo contesto, la partnership con gli atleti del team Trek-Segafredo risulta essere fondamentale, soprattutto per i feedback che ne derivano. Il primo pneumatico tubeless Pirelli per bici da strada, il P ZERO RACE TLR, è infatti il risultato diretto della collaborazione tecnica con la squadra.

Un roseo futuro

Per il 2022 in Pirelli si aspettano nuovi feedback dagli atleti del team Trek-Segafredo. L’obiettivo finale rimane sempre quello di realizzare prodotti in grado di soddisfare al meglio le aspettative dei praticanti.

Matteo Barbieri, responsabile di Pirelli Cycling, ha sottolineato questo aspetto: «La partnership con un’azienda leader come Trek e con gli atleti del team è cruciale per Pirelli. Lavoriamo per alzare ulteriormente il livello tecnologico dei nostri pneumatici cycling, progettati con la qualità e le prestazioni richieste dai professionisti. Con un’occhio di riguardo all’adattabilità e la versatilità necessarie per gli amatori. Ora la collaborazione continua e si amplia, a conferma della reciproca soddisfazione per il percorso fatto assieme finora».

Roger Gierhart, vicepresidente di Trek Bicycle, ha concluso con le seguenti parole: «Pirelli ha una storia pluridecennale nella produzione di pneumatici da competizione, vincenti. Siamo orgogliosi di lavorare con un’azienda che ha giocato un ruolo così importante nella ricca storia del ciclismo. Pirelli è un partner inestimabile per Trek-Segafredo, in particolare per il modo in cui lavora con i nostri corridori e il nostro staff, per realizzare prodotti che eccellono nel World Tour».

A conferma del rafforzamento della partnership con il team Trek-Segafredo, nel 2022 il logo Pirelli apparirà in posizione di rilievo sulle divise ufficiali sia della formazione maschile che di quella femminile.

Pirelli

Trek conferma il proprio impegno per l’ambiente

15.10.2021
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In un nostro precedente articolo di fine 2020 avevamo parlato dell’impegno di Trek nel ridurre l’utilizzo della plastica nella fase di imballaggio bici. Un segno concreto da parte dell’azienda americana, grazie anche ad un programma avviato da anni per intervenire su alcuni processi di produzione e logistica. Nei giorni scorsi Trek ha presentato il proprio rapporto di sostenibilità 2021 che è liberamente consultabile al seguente link: https://view.publitas.com/trek-bicycle/tk21_trek-sustainability-report_it/page/1

Davide Brambilla spiega come Trek abbia modificato la logistica delle sue spedizioni
Davide Brambilla spiega come Trek abbia modificato la logistica delle sue spedizioni

Eliminate tonnellate di plastica

Ad illustrarci il rapporto del 2021 è Davide Brambilla, amministratore delegato di Trek Italia, che ha voluto da subito evidenziare l’importanza di aver ridotto in maniera significativa i rifiuti di plastica: «Nel 2020 abbiamo introdotto un nuovo imballaggio che ha dimezzato i pezzi non riciclabili. Dopo questo primo passo, abbiamo esteso il processo a tutto il nostro packaging di biciclette e accessori, eliminando così oltre 160 tonnellate di plastica in un solo anno».
Un altro fronte estremamente importante sul quale si è lavorato è stato quello della logistica. Per ridurre le emissioni dei trasporti via terra, la sede europea di Trek utilizza una strategia di spedizione in lotti. Essa abbassa il chilometraggio necessario per spostare il prodotto dalla distribuzione ai negozi. Parallelamente l’azienda sta lavorando per diminuire la dipendenza dal trasporto aereo, con l’obiettivo di ridurre il chilometraggio del 75% entro il 2024.

Imballo usato da Trek che ha eliminato 160 tonnellate di plastica in un solo anno, entro il 2024 ridurranno a zero la quota del materiale di scarto
Imballo usato da Trek che ha eliminato 160 tonnellate di plastica in un solo anno, entro il 2024 ridurranno a zero la quota del materiale di scarto

Obiettivo 2024, zero quota scarti

A fianco di interventi concreti nel settore degli imballaggi e della logistica, Trek sta revisionando anche il processo di produzione. L‘obiettivo è ridurre a zero entro il 2024 la quota di materiale di scarto. Per raggiungere questo traguardo ambizioso, l’azienda sta lavorando all’introduzione di soluzioni tecniche alternative: «Ci impegniamo a usare materiali riciclati, riciclabili, rigenerati o rinnovati, e a progettare, quando possibile, processi produttivi che si basano sulla circolarità – prosegue Brambilla -. Oggi, per esempio, realizziamo 15 prodotti interamente in materiali riciclati e abbiamo in programma di svilupparne molti altri nel prossimo futuro».

Ad oggi Trek realizza 15 prodotti utilizzando materiale riciclato, la svolta green dell’azienda americana è già iniziata!
Ad oggi realizza 15 prodotti utilizzando materiale riciclato, la svolta green dell’azienda americana è già iniziata!

Il contributo del singolo

In Trek sono fortemente convinti che la salvaguardia dell’ambiente debba comunque partire dai comportamenti del singolo individuo. Come l’uso della bicicletta come mezzo di spostamento quotidiano. Filippo Zoboli, marketing manager di Trek Italia, sottolinea con queste parole l’importanza della bicicletta vista come strumento di cambiamento: «Il post pandemia ha dimostrato quanto sia utile, facile, economico e salutare una pedalata, sia per andare a scuola o in ufficio che per benessere fisico».

Trek

Trek Checkpoint, la gravel entra in un’altra dimensione

30.09.2021
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Il lancio è planetario. Totale. Come totale è il terreno di utilizzo della Trek Checkpoint, la nuovissima gravel della casa del Wisconsin. 

La cosa che ci ha colpito? Come siano riusciti a “fondere” il pieno stile Trek da corsa, con una bici che ha tutt’altra vocazione. E questo apre scenari nuovi per la categoria gravel. Associare concetti di aerodinamica all’offroard o il telescopico ad una bici veloce è un qualcosa d’inaspettato e innovativo.

L’abbiamo vista in anteprima nel dietro le quinte del Bike Festival a Rimini. A spiegarcela è stata Francesco Locatelli, del settore warranty di Trek Italia.

Passo lungo

Partiamo dal basso. Nel vero senso della parola. Le gomme che possono essere montate sulla nuova Checkpoint sono da 45 millimetri ed è così per tutti e tre i livelli di questa bici, come vedremo. E questo non è solo un dato “da sensazione”, ma ci dice immediatamente dell’utilizzo pressoché sconfinato, quasi da Mtb, che si può fare con questa gravel. I 45 millimetri corrispondono infatti ad una copertura da 1.8” da Mtb (che diventa 2,2 nel diametro da 27,5).

Passo allungato: grazie alle nuove geometrie, che mirano ad avere maggiore stabilità e comodità, l’interasse tra mozzo e mozzo è di ben 1.041 millimetri (nella taglia media) a fronte dei 995-1.000 (di un pari categoria e misura). Un dato molto significativo. E una differenza importante.

Sempre restando in basso, il fodero orizzontale del carro ha una spezzata. Di per sé questo non è un elemento innovativo, tuttavia tale “curva” è parecchio pronunciata e questo contribuisce ad abbassare il baricentro, ad aumentare il comfort e a limitare i “rimbalzi” sul fondo sconnesso.

Progessive geometry

Passiamo poi alla parte più alta. Apparentemente la Checkpoint, se non ci si lasciasse ingannare dalle “ruotone” potrebbe sembrare una belva pronta per il Giro d’Italia. Poi in realtà le geometrie, anzi la Progessive Geometry, fa fede al dogma dell’andare ovunque. Quindi ecco un avantreno nel complesso più lungo di 2 centimetri, ma che vengono recuperati con attacchi manubrio più corti. Una derivazione diretta della Mtb.  

Sempre in tema di geometrie sono interessanti gli angoli. Soprattutto quello anteriore un po’ più “comodo”, cioè più aperto (nella taglia M, parliamo di 71,8°), mentre quello piantone è già più nella “norma” (73,2°). E non a caso questa Trek scappa via bene anche sull’asfalto. 

Ma la guida è la cosa principale di una bici simile e allora il manubrio (Bontrager GR Elite) prevede un’angolo della curva verso l’esterno di 13°, il che consente una base di appoggio maggiorata e una grande manualità nei tracciati più tecnici.

Il reggisella è da 27,2 millimetri, quindi leggermente più “flessibile” (con tutte le virgolette del caso). E poi è davvero azzeccata la scelta delle ruote. Quelle “gommone” sono davvero ben ammortizzanti e allora perché non sfruttare un moderno cerchio in carbonio a medio profilo? Ecco quindi le Bontrager Aeolus Pro 3V (canale interno da 25 millimetri e peso del ciclista illimitato) che riprendono molti aspetti delle “sorelle” super aero, le RSL.

Una bici, tre livelli

La Trek Checkpoint è disponibile in otto modelli e due kit telai. Questi si ripartiscono in tre livelli: SLR, SL e ALR. 

La versione SLR è la bici gravel più “spinta”, quella più leggera e veloce. Il telaio è in carbonio OCLV 700 Series, con tubi dal profilo aerodinamico ispirati al modello Emonda, al quale somiglia moltissimo. Prevede il classico sistema IsoSpeed di Trek, all’incrocio tra piantone e tubo orizzontale. Un sistema ammortizzante strutturale che si ritrova anche sulle Mtb della casa americana. Questa bici è dotata anche di vano portaoggetti interno, nel tubo obliquo.

La Checkpoint SL è rivolta agli amanti dell’avventura, come dicono in Trek stessa. Stesse geometrie e stessi tubi, ma con il carbonio OCLV 500 Series. Mantiene il sistema IsoSpeed ed in più è compatibile con il reggisella telescopico. Andiamo quindi nel mondo dell’offroad più spinto.

La versione ALR è invece un po’ la “entry level” (anche se questa dicitura forse non è pienamente corretta trattandosi di una gravel) della Checkpoint. Il suo telaio è in alluminio Alpha 300 Series. Anche questa versione prevede anche molti attacchi per parafanghi, borse e portapacchi.

A dir poco ampia la fascia dei prezzi. Per le bici complete si va dagli 11.999 euro della Checkpoint SLR 9 eTap ai 2.449 euro della ALR 5. Mentre i due kit telaio costano: 2.299 euro per l’SL e 1.049 per l’ALR. In listino non c’è un kit telaio SLR.

Trek

Trek presenta Boone 6 disc, leggera e scorrevole più che mai

16.09.2021
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Trek lancia la nuova Boone 6 2022 ideata per il ciclocross. Leggerezza e agilità sono le parole d’ordine della nuova creazione dell’azienda statunitense. La concezione della Boone si è incentrata nell’ideare un modello specifico e unico nel suo genere, con un campo d’azione esclusivo per il CX. Pulita e raffinata, l’ultima arrivata in casa Trek è stata progettata sulla base dei suggerimenti dei migliori atleti del ciclocross, tra i quali il campione del mondo Sven Nys e la campionessa statunitense Katie Compton.

Il telaio è il più leggero, secondo solo alla Emonda, con 850 grammi
Il telaio è il più leggero, secondo solo alla Emonda, con 850 grammi

Leggerezza

La Boone 6 vanta il secondo telaio più leggero subito dopo la Emonda, con 850 grammi. Struttura full carbon, nello specifico OCLV 600 Series ad alto modulo, è stata concepita per valorizzare le sue caratteristiche di rigidità e resistenza. Grazie anche alla tecnologia IsoSpeed, presente solo al posteriore (tubo sella e montante) per alleggerire il telaio, offre scorrevolezza e velocità sui terreni fangosi e accidentati del ciclocross. Il sistema è in grado di ammortizzare la risalita in sella e di assorbire i sobbalzi.

Aerodinamica

La leggerezza non è l’unica caratteristica presa in prestito dalla Emonda. Come il passaggio cavi quasi invisibile che permette di avere linee pulite e funzionali per le transizioni con la bici in spalla oltre che avere meno parti esposte. I tubi Aero oltre ad essere accattivanti tagliano il vento per essere il più performanti possibili nei tratti rettilinei.

Allestimento

Per un modello top di gamma ci vogliono componenti premium, la Boone 6 monta infatti il gruppo Shimano GRX RX810. Monocorona 40 denti con cassetta 11v Ultegra 11-34 che, grazie alla frizione presente sul deragliatore posteriore, permette di assorbire le vibrazioni e i rimbalzi della catena senza rinunciare a precisione e affidabilità.

Ruote e impianto frenante

Il modello è equipaggiato con ruote Bontrager Paradigm Comp 25, tubeless ready, con canale interno che può montare un copertone con sezione fino a 38mm. Il limite Uci però si pone a 33mm, perciò la bici viene venduta con copertoni Bontrager CX3 Team Issue da 32mm. L’impianto frenante è lo Shimano MT800 da 160mm su entrambi gli assi, potente e studiato appositamente per il fuoristrada.

Prezzo e accessori

Il nuovo gioiello firmato Trek è in vendita al prezzo di euro 3.599 nella versione presentata. Disponibile anche il telaio a euro 2.599 in due colori Carbon Smoke/Lithium Grey/Trek Blacke e Radioactive Red to Navy to Teal Fade. Gli accessori compatibili si limitano ai soli due portaborracce in quanto il suo raggio di utilizzo è mirato al CX.


trekbikes.com

Trek pensa al gravel con il manubrio GR Elite

29.07.2021
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Attraverso il suo marchio Bontrager, Trek cerca il modo migliore per ottimizzare la guidabilità delle bici gravel e lo trova presentando la novità GR Elite. Questo nuovo manubrio è realizzato con il migliore alluminio 6061-T6, leggero e affidabile. Fin da subito è possibile notare che lo spessore varia nella parte centrale. Presenta inoltre delle comode imbottiture (sostituibili) in EVA IsoZone che hanno il compito prezioso di disperdere le vibrazioni per migliorare il comfort e ridurre di conseguenza l’affaticamento muscolare. Il nuovo GR Elite dispone di porte Di2 integrate che consentono il passaggio interno dei cavi, aspetto che migliora tra le altre cose anche l’estetica del GR Elite. Degna di nota risulta essere anche la leggerezza della stessa piega. Quest’ultima pesa appena 306 grammi, prendendo in considerazione la misura da 38 millimetri.

Impugnatura confortevole che fa risparmiare energie
Impugnatura confortevole che fa risparmiare energie

Comandi raggiungibili

A rendere ancora più speciale il GR Elite ci pensa la nuova geometria Adventure Fit che offre la possibilità di accedere facilmente ai comandi dei freni e della trasmissione da qualsiasi posizione. Grazie ad una svasatura di 13 gradi e il drop da 128 millimetri è più agevole la presa bassa, decisamente più comoda e sicura. Il reach da 75 millimetri infine permette di adattarsi ai telai più lunghi tipici delle ultime novità in tema di bici da gravel.

Compatibilità importanti

Trek ha pensato bene di prevedere alcune compatibilità nella progettazione del nuovo GR Elite, come ad esempio
con l’appendice Shimano EW-RS910 Junction-A che garantisce un passaggio cavi Di2 più pulito ed efficiente,
ma anche con prolunghe aerodinamiche a clip
. Ricordiamo che il prodotto è disponibile nelle misure da 38, 40, 42 e 44 centimetri tramite la rete italiana di rivenditori Trek. Il prezzo consigliato al pubblico è di 79,99 euro.

trekbikes.com

Ryan Mullen Criterium du Dauphiné Trek Speed Concept

E’ arrivata la nuova Trek Speed Concept con i freni a disco e non solo

07.06.2021
3 min
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Dopo aver lanciato la nuova Emonda lo scorso anno e avere aggiornato la Madone con l’utilizzo del nuovo carbonio OCLV 800, è apparsa al Critérium du Dauphiné (nella foto di apertura), la nuova bicicletta da cronometro di Trek, la Speed Concept. Facciamo una prima analisi del nuovo mezzo del marchio americano.

Nuova versione con i dischi

L’arrivo della nuova Speed Concept era atteso da qualche mese, infatti non era un segreto che Trek stesse lavorando alla nuova versione della sua bicicletta da cronometro con il freno a disco, in modo da portarsi alla pari degli altri team World Tour che già sono equipaggiati in questo senso. Ma se la nuova Speed Concept ha avuto il battesimo sulle strade francesi del Delfinato, da Trek non si hanno ancora notizie sulle specifiche tecniche. Proviamo a fare una prima analisi guardando le immagini dei corridori del Team Trek-Segafredo che l’hanno utilizzata e facciamo un confronto con la versione ancora presente nella gamma Trek.

Bauke Mollema con la “vecchia” Speed Concept nella cronometro di Torino
Bauke Mollema con la "vecchia" Speed Concept nella cronometro di Torino
Bauke Mollema impegnato nella cronometro di Torino al Giro d’Italia con la “vecchia” Speed Concept

Carro posteriore tutto nuovo

Per prima cosa, la nuova Speed Concept ha il sistema di frenata con i dischi, il che la rende in linea con le ultime tendenze tecniche. A prima vista il grande cambiamento è stato fatto nel carro posteriore, con i foderi obliqui che si innestano in maniera orizzontale nel tubo piantone a differenza del modello precedente dove si innestavano in maniera obliqua, più classica. Questo cambiamento ha portato anche a una forma completamente diversa del carro posteriore, con gli stessi foderi obliqui che si innestano in maniera verticale sui foderi orizzontali.

Sterzo e manubrio moderni

Altro grande cambiamento è nel tubo sterzo, che sembra essere stato abbassato. Anche il manubrio è tutto nuovo e rimane orizzontale rispetto al tubo orizzontale. Ora anche questa zona della bici risulta più in linea con le tendenze tecniche moderne, permettendo di usare due staffe verticali sulle quali inserire i due poggia gomiti con le due protesi per le cronometro. La differenza si nota molto bene rispetto alla posizione che adottava Mollema, con un attacco manubrio con un’inclinazione positiva accentuata per trovare la posizione corretta.

Alex Kirsch con la nuova Speed Concept al Tour de Suisse
Alex Kirsch con la nuova Speed Concept al Tour de Suisse
Alex Kirsch con la nuova Speed Concept al Tour de Suisse
Alex Kirsch con la nuova Speed Concept impegnato nella cronometro di apertura del Tour de Suisse

Assetto più basso

Il tubo orizzontale risulta più muscoloso soprattutto nella zona dove si innesta nel tubo sterzo e anche il tubo obliquo sembra più basso e molto vicino alla ruota anteriore. Una scelta che denota la ricerca della massima aerodinamica e un assetto più basso della bicicletta, che dovrebbe aiutare la stabilità alle alte velocità.

Cambiamenti si vedono anche nella forcella, che è stata progettata per sostenere le forze maggiori della frenata con i dischi. A prima vista si nota una certa somiglianza con la forcella della Madone, soprattutto nella forma della parte finale dove si innesta il perno passante.

Quale carbonio?

Nel complesso la nuova Speed Concept ha una linea più moderna e armoniosa rispetto al modello precedente. Le numerose novità in termini tecnici si trovano soprattutto nella forma dei tubi e nel nuovo manubrio. Non sappiamo se è stato utilizzato un nuovo tipo di carbonio o si è rimasti sul collaudato OCLV 800 già presente sui modelli di punta del marchio statunitense. Di conseguenza non ci è possibile sapere nulla sul peso. Per saperne di più non ci resta che attendere qualche settimana.

Paola Pezzo Olimpiadi Sidney 2000

La multidisciplinarietà secondo Paola Pezzo

25.05.2021
4 min
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Le Olimpiadi di Tokyo sono sempre più vicine e gli atleti si stanno preparando nonostante le difficoltà dovute al Covid-19. Difficoltà che non ha dovuto affrontare Paola Pezzo nei suoi successi di Atlanta 1996 e Sidney 2000. Abbiamo incontrato la due volte campionessa olimpica in occasione della Gran Fondo Squali-Trek, visto che è anche Ambassador di lusso del marchio americano. La nostra curiosità ha spaziato oltre le Olimpiadi e le risposte di Paola Pezzo sono state molto interessanti.

Paola Pezzo con Letizia Paternoster alla Gran Fondo Squali Trek
Paola Pezzo, a sinistra, con Letizia Paternoster
Paola Pezzo con Letizia Paternoster alla Gran Fondo Squali Trek
Paola Pezzo, a sinistra, con Letizia Paternoster alla partenza della Gran Fondo Squali-Trek
Siamo nell’anno dei Giochi Olimpici di Tokyo. Cosa ti suscitano le Olimpiadi, quando le rivedi a distanza di anni?

E’ sempre una grande emozione perché è il sogno di ogni atleta. Quando ti dedichi tanto allo sport che è la tua vita, il sogno è sempre quello di arrivare alle Olimpiadi, è l’evento più importante. Non è facile perché richiede tanto lavoro, tanto impegno. Preparare un’Olimpiade non si improvvisa, ma ci vogliono anni. Però devo dire che quando si raggiungono i risultati e si va a podio o addirittura si arriva alla medaglia d’oro, come è successo a me, si viene ripagati di tutti i sacrifici e le fatiche fatte.

Hai toccato un punto interessante che è quello della preparazione. Cosa pensi della multidisciplinarietà nel ciclismo. Tu sei stata una delle prime a seguire questa strada. Cosa è cambiato oggi rispetto agli anni 90?

Diciamo che oggi c’è molta tecnologia, c’è più scienza. Ai miei tempi invece si andava più a sensazione, che non era neanche male, perché poi quando vai in salita capire le proprie sensazioni non guardando sempre questi strumenti della scienza non è un male.

Saresti favorevole a meno tecnologia?

Ormai l’evoluzione è questa, però devo dire che sarei d’accordo nel tornare un po’ indietro perché quando c’eravamo noi si alternava. Si faceva ciclismo, ma quando arrivava novembre ci si riposava e poi si ricominciava con altri sport, soprattutto lo sci di fondo. Non era male perché comunque mantenevi sempre un buon fiato con allenamenti in cui si facevano 1.700/1.800 metri di dislivello.

Staccare e cambiare sport ti serviva a livello mentale?

Si, perché quando ricominciavo e dovevo andare in bici avevo proprio la voglia di ritornare, invece i corridori di oggi sono quasi tutto l’anno in bicicletta.

Paola Pezzo impegnata nei mondiali a cronometro del 1999
Paola Pezzo impegnata nei mondiali a cronometro del 1999
Paola Pezzo impegnata nei mondiali a cronometro del 1999
Paola Pezzo impegnata nei mondiali a cronometro del 1999
Oggi vediamo i successi di Van der Poel e Van Aert su tutti, che comunque corrono tutto l’anno in bici fra ciclocross, strada e anche mountain bike.

E’ vero, infatti dico che i ragazzini, fra cui anche mio figlio, devono puntare tanto sulla multidisciplinarietà, perché ti dà quelle abilità tecniche che servono in pista, in strada e fuori strada, basta vedere Van der Poel. Pensate anche a Sagan che arriva dalla mountain bike, e ai tanti atleti che arrivano da discipline diverse. E’ importante soprattutto farlo capire ai giovani e non iniziare solo con la strada. Bisogna dare l’opportunità ai ragazzi di acquisire tutte le abilità tecniche che un domani gli saranno utili.

Tu sei anche istruttrice di mountain bike. Ci puoi dire come instradare bene i giovani?

E’ un impegno perché ci vorrebbero tante biciclette in ogni famiglia, però basta mettersi d’accordo con le varie società. Magari la società della pista mette a disposizione le sue bici per quel determinato giorno che si va in pista e dopo si scambia. Magari la volta dopo loro vengono a fare mountain bike e si cerca di aiutarli. Trovare anche delle aziende che aiutano questi progetti con una serie di biciclette da mettere a disposizione dei ragazzi non sarebbe male, così si aiutano i genitori anche a livello economico.

La Pezzo in azione con la maglia di campionessa del mondo
La Pezzo in azione con la maglia di campionessa del mondo
La Pezzo in azione con la maglia di campionessa del mondo nel 1998 a Milano
La Pezzo in azione a Milano con la maglia di campionessa del mondo Mtb nel 1998
Parlando di ragazzini viene spontaneo chiederti il tuo pensiero sulla sicurezza stradale, visto che sei anche mamma di un corridore.

Mountain bike, pista e bmx sono un ambiente sicuro e i genitori li mandano più volentieri. Quando si va in strada è più problematico. Alcune società hanno i circuiti chiusi e sono fortunate. Pensare a degli esordienti che devono uscire su strada desta molta preoccupazione. Bisogna trovare la società che ha delle persone che hanno tempo con una moto per stargli vicino. Però mandarli da soli sulla strada è molto difficile perché hanno tutti una guida molto distratta.

Il problema è anche culturale e di educazione?

Bisognerebbe fare tanto sia nella scuola per educare i giovani e sia quando si prende la patente di guida per insegnargli che quando c’è un ciclista bisogna mantenere la distanza. Direi di puntare sull’educazione.