Boaro: «Fancellu da noi cerca la spinta per rilanciarsi»

25.04.2025
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MEZZOLOMBARDO – Tirare una riga e ripartire da zero, questo è ciò che ha fatto Alessandro Fancellu con la JCL Team UKYO. La formazione continental giapponese negli ultimi due anni è diventata un nido dal quale alcuni corridori sono stati in grado di rilanciarsi. L’edizione 2025 rappresenta la seconda partecipazione di questa formazione al Tour of the Alps, segno di un calendario di alto livello nonostante i gradi di continental. Il JCL Team UKYO ha preso parte a diverse corse a tappe importanti, con in macchina la figura di Manuele Boaro. Il ruolo da diesse si addice particolarmente al suo carattere, ride e scherza con i ragazzi ma le idee sono chiare. Così come il lavoro da fare. 

Manuele Boaro, a destra in foto, alla partenza della seconda tappa del Tour of the Alps
Manuele Boaro, a destra in foto, alla partenza della seconda tappa del Tour of the Alps

Al posto giusto

Il talento di Fancellu sembrava essere destinato a realtà differenti, con un destino scritto nelle grandi corse a tappe con una carriera tutta da scrivere. Purtroppo alcuni passaggi nel suo percorso sono mancati, dopo gli anni con la Eolo-Kometa, ora Polti VisitMalta, si era pensato che cambiare aria potesse essere utile. L’esperienza alla Q36.5, durata una sola stagione, non ha portato ai risultati sperati. Nonostante l’inizio promettente al Tour of Antalya i risultati poi non sono arrivati.

«Quando vieni da una WorldTour, una professional come nel caso di Fancellu e “cadi” giù capisci che magari è l’ultima spiaggia». Boaro parla dal piccolo piazzale che raccoglie i bus prima della partenza. «Probabilmente lui nel corso della sua carriera è stato anche sfortunato. Qui da noi sa che non c’è quella pressione. Vero che si parte per vincere ma a volte ci si dimentica che i ragazzi giovani vanno ascoltati e seguiti. Nel nostro piccolo lavoriamo bene, come una formazione WorldTour perché a livello di programmazione, nutrizione e allenamenti siamo molto validi. Non mancano nemmeno i risultati. Comunque lo scorso anno avevamo in squadra Malucelli, Carboni e Pesenti. Il primo ora è nel WolrdTour, il secondo in una professional e Pesenti nel devo team della Soudal».

Fancellu è arrivato alla JCL Team UKYO dopo tre stagioni alla Eolo-Kometa e una alla Q36.5 Pro Cycling
Fancellu è arrivato alla JCL Team UKYO dopo tre stagioni alla Eolo-Kometa e una alla Q36.5 Pro Cycling
Chi arriva sa di avere una buona chance per rilanciarsi…

Qualche corridore che pensa di venire qui e di ributtarsi nella mischia. I tre che ho citato prima sono venuti qui motivati e con voglia di fare. Lo stesso Fancellu sta dimostrando di andare bene, anche perché abbiamo costruito un programma adatto alle sue caratteristiche. 

Appena arrivato cosa avete fatto con Fancellu?

Alberto (Volpi, ndr) ci parlava da qualche mese, poi la Q36.5 non lo ha confermato e la cosa si è concretizzata. Da quel momento abbiamo cercato di capire quali fossero le sue esigenze e ambizioni. Lui è uno scalatore, quindi ci siamo concentrati sulle corse vicine alle sue caratteristiche. Come in ogni squadra, capita di chiedere un sacrificio. Ora lui era al Tour of the Alps, arrivava però dal Giro d’Abruzzo e poteva essere stanco. 

Al Giro d’Abruzzo Fancellu ha vestito la maglia di miglior giovane al termine della prima tappa
Al Giro d’Abruzzo Fancellu ha vestito la maglia di miglior giovane al termine della prima tappa
Ha bisogno di serenità dopo qualche stagione complicata?

Tutti gli atleti hanno bisogno di tranquillità. Un corridore ha bisogno anche di garanzie, tante volte vediamo fare delle prestazioni monstre a ragazzi in scadenza di contratto. Si dovrebbe cercare di non aggiungere preoccupazione al lavoro. 

Come vedi questa stagione per Fancellu?

Deve essere un passaggio. Ha i numeri e le caratteristiche per correre in una formazione professional o WorldTour. Da noi deve trovare lo slancio per tornare su. 

Nella prima corsa di stagione Fancellu ha colto un ottimo ottavo posto nella classifica generale del AlUla Tour
Nella prima corsa di stagione Fancellu ha colto un ottimo ottavo posto nella classifica generale del AlUla Tour
Qual è lo step intermedio che può dargli questa squadra?

Quando si tocca il fondo si capisce che dopo questa chance si va a lavorare. Quindi uno arriva a pensare a quello che vuole davvero. Fancellu si sta impegnando e si comporta da vero professionista. Secondo me ha capito cosa deve fare. Magari in altre squadre si era un po’ perso. Ha subito tanto la pressione del dopo Remco (Evenepoel, ndr) perché a quel mondiale juniores aveva fatto terzo. 

La pressione non è facile da gestire. 

Magari l’ha vissuta un po’ male perché anche lui ha aspettative su se stesso. E’ un ragazzo che si butta giù facilmente, la cosa da capire è che nel ciclismo un giorno stai bene e quello dopo può succedere qualcosa. Anche qui al Tour of the Alps sapevamo sarebbe stato difficile visto che arrivava dal Giro d’Abruzzo. Nessuno di noi si aspettava il risultato. 

Il calendario dello scalatore lombardo è disegnato in base alle sue caratteristiche
Il calendario dello scalatore lombardo è disegnato in base alle sue caratteristiche
Al JCL Team UKYO ha trovato un riferimento come te…

Il primo giorno ho guardato Fancellu e gli ho detto: «Io sono qui». Sono a disposizione tutti i giorni e tutte le ore. Non c’è solo l’allenamento e il lavoro, ma anche il rapporto con il ragazzo. Loro devono aprirsi e sapere che tutto si può risolvere. 

Un fattore più mentale che di prestazione?

Il ciclismo ora è così, sono controllati e seguiti al 100 per cento. Serve però avere il supporto umano, come andare in camera e fare una battuta o anche a tavola. Questo è l’obiettivo di squadra quando si va alle corse, stare lontani da casa è difficile ed è importante avere un ambiente sereno. Lo dicevano a me i miei “vecchietti” e lo dico io a loro: «La carriera passa veloce e quando si scende dalla bici cambia il mondo». Siamo fortunati a fare questo lavoro e dobbiamo farlo durare il più possibile e godercelo.

Ritiro al Tour of the Alps. Il piano B di Tiberi e Bartoli

25.04.2025
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Il secondo giorno al Tour of the Alps, a margine della vittoria di Storer si è registrato il ritiro di Antonio Tiberi per problemi allo stomaco. La squadra sta ancora aspettando l’esito delle analisi, tuttavia il dato da tenere sotto osservazione è che il corridore italiano, che da mesi è in rotta sul Giro, ha perso una settimana di importante lavoro di rifinitura. In che modo questo influirà sulla sua prestazione nella corsa di casa?

Lo abbiamo chiesto al suo preparatore Michele Bartoli, che lo ha seguito per il lavoro in altura delle settimane scorse, apprezzando anche l’ottima condizione di Damiano Caruso, che al Giro ne sarà nuovamente l’angelo custode.

Caruso e Tiberi, coppia forte della Bahrain Victorious verso il Giro. Il siciliano al momento è 6° in classifica
Caruso e Tiberi, coppia forte della Bahrain Victorious verso il Giro. Il siciliano al momento è 6° in classifica
Il 2025 di Tiberi è vissuto su Algarve, Tirreno-Adriatico e la prima tappa al Tour of the Alps. In che modo questo può influire sul rendimento al Giro?

Chiaro che per la prima settimana, un minimo di importanza ce l’ha. Mentre per il Giro in generale, la situazione non mi preoccupa. Certo, Antonio ha corso poco, quindi magari una cosa in meno potrebbe incidere. Eravamo andati a fare il Tour of the Alps perché sapevamo che ci avrebbe fatto bene. Vedremo nei prossimi giorni quello che sarà in grado di fare e come lavorerà.

Fino al momento del ritiro, come stavano andando le cose?

Bene, bene. E’ stato in altura con Damiano, che sta andando forte: era da tempo che non si vedeva un Caruso così.

Al Giro ci si può permettere di crescere con i giorni o servirà essere subito pronti?

La cronometro il secondo giorno rende necessario arrivarci bene, ma è un Giro impegnativo sino alla fine. Per cui potrebbe mancare il lavoro della corsa saltata, ma aspettiamo di vedere se va tutto bene e poi gli faremo fare un mezzo Tour of the Alps a casa. Faremo simulazione di gara, ma prima bisogna che stia bene. Oggi (ieri, ndr) è stato ancora fermo in attesa degli esami. Domani (oggi, ndr) spero possa ripartire a pedalare, magari inizialmente con un girettino. Non puoi chiamarlo allenamento, ma nel giro di un paio di giorni avremo i risultati delle analisi e a quel punto potremo iniziare a fare sul serio.

Prima del Tour of the Alps, Tiberi aveva corso la Tirreno, finendo terzo dietro Ayuso e Ganna
Prima del Tour of the Alps, Tiberi aveva corso la Tirreno, finendo terzo dietro Ayuso e Ganna
Su cosa ha lavorato in altura?

E’ stata una preparazione mirata a un Grande Giro. Quindi tanto dislivello e tanto lavoro aerobico. Poi è chiaro, la percentuale dei lavori cambia un po’. Prima magari per le gare di un giorno, si fa un po’ più di lavoro anaerobico. Per i Grandi Giri è diverso, ma Antonio ha lavorato con i giusti criteri ed è riuscito a farlo.

Trovi differenze fra il Tiberi di oggi e quello dello scorso Giro?

E’ cresciuto fisicamente e anche come consapevolezza. Parte da un livello di sicurezza diverso e già quello ti aiuta tanto anche a migliorare la prestazione. Perciò aspettiamo l’esito delle analisi e poi vedremo il modo migliore per riprendere il terreno perduto.

Tour of the Alps: ecco Arensman, il granatiere fa rotta sul Giro

24.04.2025
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OBERTILLIACH (Austria) – Il Tour of the Alps sconfina nel Tirolo austriaco proponendo una tappa impegnativa e adatta solo a corridori dalle gambe forti. Se a questo aggiungiamo il meteo avverso, con freddo e pioggia a colpire duramente i protagonisti di giornata, il risultato diventa quello che abbiamo sotto gli occhi. Volti scavati dalla fatica, labbra che tremano ancora intorpidite dal freddo e occhi spiritati. Sulla strada l’azione di Thymen Arensman ha scavato solchi profondi in classifica e l’olandese alto e magro dai lineamenti decisi ha preso in un colpo solo la gloria e la maglia verde. 

Nulla di programmato

Su questa piccola frazione austriaca, adagiata su una vallata che sembra senza fine, le nuvole grigie e cariche di pioggia nascondono le vette innevate. Quando il corridore della Ineos Grenadiers approccia l’ultima salita la pioggia inizia a picchiettare sul casco, rendendo ancora più complicati i chilometri conclusivi. 

«L’unica cosa pianificata di questa tappa – spiega Arensman – è stato il mio primo attacco. Volevo essere nella fuga. Nella prima discesa il freddo ha lasciato un piccolo gruppo di pretendenti alla vittoria e ci sono stati degli attacchi. Durante le scalate successive ho continuato ad attaccare, volevo mettere fatica nelle gambe dei miei avversari. Quando sono rimasto solo non ho fatto nessun ragionamento, ho spinto fino alla fine cercando di tenere un passo regolare». 

Arensman è sceso dall’altura poco prima del via, la condizione migliora giorno dopo giorno
Arensman è sceso dall’altura poco prima del via, la condizione migliora giorno dopo giorno

La prima tra i granatieri

Nel 2022 Arensman ha lasciato il Team DSM per accasarsi alla Ineos Grenadiers. La vittoria di tappa al Tour de Pologne prima e alla Vuelta poi avevano evidenziato le doti del ragazzo olandese. Il team britannico, che nell’inverno di quella stessa stagione contava su tanti pretendenti ai grandi giri, non ha spinto sull’acceleratore e ha lasciato ad Arensman il tempo di lavorare e imparare. La sua prima vittoria è arrivata oggi sulle strade di questa breve e intensa corsa a tappe ma il cammino era già stato tracciato. 

«Il primo successo in maglia Ineos – dice ancora – è una bellissima sensazione. Sono entrato nella squadra alla fine del 2022, ed era qualcosa di completamente nuovo per me. Ho dovuto imparare a conoscere questo team e ho avuto come insegnanti i migliori compagni che potessi immaginare. Al primo anno sono stato accanto a Geraint Thomas al Giro, facendogli da spalla. Da quell’esperienza ne è scaturito un sesto posto finale, ed è stato fantastico e anche un onore. Durante queste due stagioni la squadra mi ha lasciato lo spazio per provare a fare la corsa e mettermi in mostra per ciò che ero. Dal canto mio sento di essere cresciuto anno dopo anno. Lo staff e i compagni mi hanno dato fiducia e io ne ho acquisita rispetto alle mie qualità. Questa vittoria credo sia il modo migliore per ripagare la squadra e spero ne possano arrivare tante altre». 

Lo spunto rosa

La Ineos Grenadiers torna al Giro d’Italia con un gruppo solido e con Thomas dirottato sul Tour de France si apre lo spazio per vedere di che pasta è fatto Thymen Arensman. Senza dimenticarci di Bernal, sparito dai radar da quasi un mese ma pur sempre al lavoro per il Giro. 

«Gli anni scorsi – conclude Arensman – arrivavo al Giro condividendo il ruolo di capitano con Thomas. A maggio, invece, saremo Egan Bernal ed io a curare la classifica generale. Siamo due corridori completamente diversi, io sono un atleta che fa del passo il suo forte. Inoltre ho ottime doti anche a cronometro. Bernal, invece, è uno scalatore puro. La squadra avrà due carte da giocare. Quando correvo accanto a Thomas l’approccio era più conservativo, visto che abbiamo caratteristiche molto simili. Sono sicuro che Bernal attaccherà su ogni salita, mentre io avrò come focus le cronometro per guadagnare tempo. Poi magari arriveranno giornate buone come quella di oggi. Sono sicuro che avere due approcci diversi alla gara sarà un cambiamento positivo».

Tour of the Alps: la firma di Frigo, sempre più forte e convinto

23.04.2025
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SAN CANDIDO – La calma e la tranquillità del carattere di Marco Frigo rischiano di farci prendere sotto gamba quella che oggi è stata a tutti gli effetti un’impresa. Un’azione alla quale ci hanno abituato nomi ben più importanti e grandi rispetto al giovane veneto, il quale oggi però ha dimostrato di valere tanto. Cinquanta chilometri da solo, salutando la compagnia in cima al Passo Furcia. Poi la vallata con il vento che soffiava in faccia, cattivo e gelido pronto a spingerlo indietro. Invece il passista veneto, appassionato di sci di fondo, lo ha infilato posizionandosi sulla sua bici in maniera aerodinamica e pedalando a fondo. All’arrivo di San Candido le guance sono rosse nel segno di uno sforzo intenso, il Tour of the Alps ha incoronato un giovane promettente che oggi ha avuto il coraggio dei grandi.

«Alla partenza – racconta dietro al palco delle premiazioni – immaginavo potesse essere la giornata giusta per una fuga. Mi sono detto di provarci e così mi sono buttato nel primo tentativo buono. Si è trattato di una vittoria arrivata dalle gambe ma anche con un po’ di fortuna, dietro il gruppo ha lasciato spazio».

Dopo l’arrivo i segni della fatica sul volto di Frigo e anche qualche accenno di crampi
Dopo l’arrivo i segni della fatica sul volto di Frigo e anche qualche accenno di crampi

Prova di forza e carattere

Nel tratto di fondovalle che portava a San Candido si notavano le bandiere che sventolavano nel senso opposto a quello della corsa, con la strada che sale e scende in maniera irregolare. Non è facile in queste situazioni trovare il ritmo giusto che permette di avere la giusta costanza per poi imboccare l’ultima salita con ancora le forze per resistere agli attacchi dei migliori. Nel gruppo dei migliori mancavano forse le forze per imporre un ritmo alto, sottovalutando magari le caratteristiche da cronoman di Frigo.

Sul Passo Furcia per il corridore della Israel Premier Tech le sensazioni erano buone e ha provato l’allungo
Sul Passo Furcia per il corridore della Israel Premier Tech le sensazioni erano buone e ha provato l’allungo
Cosa hai pensato negli ultimi chilometri?

Ero davvero stanco e provato, quei venticinque chilometri nella valle li ho sofferti tanto. Tuttavia quello sforzo mi ha permesso di arrivare all’ultima salita con quasi quattro minuti di vantaggio sul gruppo dei migliori. La dedica va a tutti coloro che mi hanno accompagnato fino ad adesso, è la prima vittoria da professionista e quindi un pensiero a chi c’è sempre stato è giusto. 

Azioni del genere sono sempre più nelle tue corde?

Sento che è il mio modo di provarci e di correre. Nelle scorse tappe ho sofferto le salite brevi e intense dato che arrivavo da un periodo in altura. Oggi mi sono sentito meglio sul passo, la scelta di impostare la gara sul ritmo e non sull’esplosività. 

«Una vittoria – ha detto Frigo – costruita con le doti da cronoman e gestita in salita»
«Una vittoria – ha detto Frigo – costruita con le doti da cronoman e gestita in salita»
Quando hai capito che la tappa era chiusa?

In cima alla salita finale, sapevo che anche scollinando con pochi secondi, sarei comunque riuscito ad arrivare al traguardo. Quando poi ho saputo dell’attacco del mio compagno di squadra Riccitello mi sono sentito sollevato. 

Hai già realizzato di aver raggiunto la prima vittoria da professionista?

Ci penserò. Fa parte del processo di crescita, sono un corridore che non vince molto e devo godermela. Ho un carattere abbastanza freddo, non sono uno che fa festeggiamenti particolari. Me la godrò e si va avanti. Sono andato vicino anche al successo in una tappa di un grande giro, nel 2023 al Giro d’Italia e l’anno scorso alla Vuelta. Anzi, proprio dal secondo posto a Yunquera ho imparato qualcosa

Marco Frigo, Davide Piganzoli, Tour of the Alps 2025
Marco Frigo, Davide Piganzoli, Tour of the Alps 2025
Cioè?

Ho perso quella tappa nello stesso identico modo con il quale oggi ho vinto. O’Connor aveva attaccato da lontano e non lo abbiamo più visto fino all’arrivo. 

Abbiamo visto le tue doti da cronoman, sei andato forte in salita, a quale punto sei arrivato nel processo di crescita?

C’è ancora da lavorare, riesco a esprimere il mio potenziale quando riesco a mettere insieme tutti i mattoncini e credo di esserci riuscito nell’ultimo periodo. La vittoria di oggi ne è una prova e mi dà confidenza nel mettere insieme queste prestazioni.

Frigo questo inverno si allenato spesso con gli sci da fondo
Frigo questo inverno si allenato spesso con gli sci da fondo
Cosa ti manca per tentare di vincere la classifica generale in gare di questo tipo?

E’ un processo sul quale stiamo lavorando insieme al team. Nelle gare principali non ho ancora quel ruolo di capitano, ma la squadra mi sta supportando parecchio per provare a dire la mia in qualche corsa minore e gestire le mie ambizioni personali. Capiterà, penso dopo il Giro, di provare a fare qualcosa in ottica classifica generale in appuntamenti di secondo piano. Cosa manca? Ci stiamo arrivando. Il lavoro è sempre lo stesso, ci si sveglia la mattina per puntare a migliorare sempre.  

Devi tornare qui per festeggiare la vittoria con una bella sciata. 

Vero, sono venuto qui lo scorso inverno ma non ho mai provato i percorsi, tornerò.

Tour of the Alps: è il giorno di Storer che ora sogna in grande

22.04.2025
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VIPITENO – La seconda tappa del Tour of the Alps porta la firma di Michael Storer, l’australiano della Tudor Pro Cycling che da tempo ha abbracciato l’Italia, dove si allena e vive. Il rapporto con il nostro Paese è così forte che Storer ha imparato a masticare la lingua, seppur con la timidezza che chi gli sta vicino gli ha sempre riconosciuto. L’australiano ha lasciato casa a diciannove anni per diventare un corridore professionista, prima trasferendosi a Varese e poi a San Marino.

L’arrivo a Vipiteno coincide anche con il ritiro di Antonio Tiberi il portacolori della Bahrain Victorious lascia la corsa per un problema di salute. Meglio fare un passo indietro ora, riprendersi e mettere sotto la lente i prossimi obiettivi. La gara prosegue e la giornata si incendia presto, con un finale che doveva essere semplice e invece si è aperto alla frecciata di Storer. Tappa e maglia di leader, con un’azione in salita arrivata dopo il lungo lavoro da parte della Decathlon AG2R La Mondiale. I francesi lavorano, l’australiano concretizza. 

«Il pensiero era di attaccare sulla seconda parte della salita – racconta ai microfoni della sala stampa – però prima dovevo capire come stessi. Al primo dei due passaggi ho capito di stare bene, al secondo gli altri hanno attaccato, ma avevo ancora energia. Così ho deciso di provare ed è arrivata questa bellissima vittoria». 

Solidità 

Il Tour of the Alps 2025 per il momento raccoglie ambizioni e speranze degli atleti che hanno lavorato in ottica Giro d’Italia. E’ sempre stato così, il percorso che dal Garda porterà il gruppo in Austria si presta agli scalatori, anzi ci sorride proprio. I sogni Storer sono passati da qui anche lo scorso anno, quando al Giro colse un ottimo decimo posto finale con una solidità da non sottovalutare. 

«Ho un bel legame con questa gara – prosegue Storer – perché nel 2022 ero arrivato secondo nella classifica generale, mentre nel 2024 ho sfiorato la vittoria. Per quest’anno mi sono detto che avrei potuto fare qualcosa in più e direi che ho iniziato bene facendomi vedere. Ci sono tanti fattori grazie ai quali sono riuscito a fare un ulteriore step che mi ha portato a vincere già due gare in questa stagione. Devo ringraziare la squadra per il supporto e per la fiducia nei miei confronti. Sono felice di lavorare con loro e di avere un allenatore come Sebastian Deckert. Ancora più importante per me è il sostegno di mia moglie e della mia famiglia in Australia, la quale nonostante il fuso orario non si perde mai una corsa. 

Oggi è arrivata un’altra grande prova di Seixas che ha anticipato Bardet e Piganzoli nella volata del secondo posto
Oggi è arrivata un’altra grande prova di Seixas che ha anticipato Bardet e Piganzoli nella volata del secondo posto
La passata stagione è stata positiva ma il 2025 è iniziato con un altro passo, in cosa può essere migliore?

Il primo obiettivo, il mio sogno è il Giro d’Italia: in questa stagione voglio fare ancora meglio. 

Stai dimostrando di essere un ottimo scalatore, dove ti posizioni nel confronto con gli altri? 

Con la forma e la condizione sono sempre più vicino ai migliori, ci sono alcuni atleti fuori dalla mia portata al momento come Pogacar e Vingegaard. Però sto bene, sento di avere la giusta fiducia in me stesso e credo di poter seguire i più forti in salita e perché no batterli, come successo oggi oppure alla Parigi-Nizza. 

Su cosa hai lavorato durante la preparazione, ti sei concentrato su qualcosa in particolare?

E’ stato un ottimo inverno, che mi ha permesso di iniziare bene la stagione e per questo devo ringraziare di nuovo il mio allenatore. Ci conosciamo da diverso tempo, siamo stati insieme tre anni al Team DSM. Mi conosce perfettamente e questo credo sia il punto fondamentale della mia crescita. 

Hai messo nel mirino la classifica generale al Giro, ti senti pronto per tre settimane di gara?

Il primo tentativo di fare un risultato in una grande corsa a tappe risale al 2018 e con più convinzione al 2022, entrambe le volte ero alla Vuelta. Non è sempre andata bene, però posso dire che questi tentativi legati alla mia esperienza possono tornarmi utili. Tutto quello che ho fatto è arrivato con costanza e una crescita graduale, con il supporto della squadra sto riuscendo a fare ancora più mio questo ruolo. 

Tiberi ha alzato bandiera bianca, costretto al ritiro a causa di un fastidio intestinale
Tiberi ha alzato bandiera bianca, costretto al ritiro a causa di un fastidio intestinale
Hai parlato tanto della squadra, cosa ti ha dato la Tudor per migliorare e avere questa sicurezza nei nei tuoi mezzi?

E’ l’insieme di tutte le cose, dai compagni allo staff. Tutti sono delle ottime persone che mi danno fiducia e a volte serve solamente che qualcuno che creda in te. Diciamo che se quel qualcuno è il tuo allenatore allora tanto meglio perché il supporto diventa totale, anche mentale. Con la Tudor mi sembra più facile fare dei risultati, perché so di non essere mai solo. 

Per portare questa maglia fino alla fine cosa serve?

Attenzione. Tutti quelli che si trovano nella top 10 sono avversari pericolosi e temibili. Tutti i team vorranno attaccarci e prendere il simbolo del primato, questo renderà la corsa molto interessante. Sono pronto ad affrontarla, ed è sempre meglio farlo con quarantuno secondi di vantaggio. Per me sarebbe già un ottimo risultato lottare per vincere questa corsa.

Tour of the Alps, Ciccone vince la prima con lo sguardo al Giro

21.04.2025
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SAN LORENZO DORSINO – Il paese che ospita la partenza e l’arrivo della prima tappa del Tour of the Alps è adagiato sul verde del Parco Adamello Brenta, circondato da nuvole che accarezzano le cime delle montagne. La notizia della morte di Papa Francesco arriva quando la carovana è già allineata per dare il via a questi primi chilometri di gara. Il gruppo si toglie il casco in segno di rispetto e viene osservato un minuto di silenzio. L’applauso che accompagna l’ultimo saluto al Santo Padre diventa quello che saluta la partenza del 48° Tour of the Alps. Durante lo scorrere delle ore le nuvole grigie vengono soffiate via dolcemente da un vento lieve che apre il cielo ai raggi caldi del sole. Come un ultimo saluto di chi ci ha accompagnato con la sua presenza per tanti anni dando allo sport un valore di condivisione e unioneA donare un valore aggiunto a questa giornata ci pensa Giulio Ciccone, il quale dopo una tappa corsa con pazienza incorona il lavoro della Lidl-Trek con una vittoria che mancava da tanto tempo.

Ciccone vince la prima tappa del Tour of the Alps con un’azione da finisseur
Ciccone vince la prima tappa del Tour of the Alps con un’azione da finisseur

Un altro paio di occhiali

Così “Cicco” torna a regalare, o meglio lanciare, i suoi occhiali al pubblico con una forza e un ghigno di soddisfazione che fanno capire quanto mancassero queste emozioni. Ciccone ha il fuoco dentro, un animo pronto ad accendersi e incendiare qualsiasi corsa e il primo passo mosso al Tour of the Alps dona un’ulteriore scarica di adrenalina.

«Avevo messo un segno rosso su questa tappa – racconta l’abruzzese – e fin da ieri sera avevamo pensato a una tattica. La squadra è stata fantastica nel metterla in atto, per questo li ringrazio. Sono contento di rientrare alle corse dopo un periodo di ritiro in altura e trovare subito la vittoria. Mi serviva, soprattutto per il morale, perché l’anno scorso è stato un po’ difficile. Nonostante un’operazione a inizio stagione (al soprasella, ndr) e una condizione costruita non perfettamente ero comunque riuscito a fare bene, ma non a vincere».

L’anno giusto?

Per lo scalatore della Lidl-Trek la breve corsa a tappe dell’Euregio rappresenta il ritorno in gara. L’ultima volta che lo avevamo visto con il numero sulla schiena è stato alla Milano-Sanremo, poi da lì un periodo di stacco e un volo che lo ha portato in cima al Teide per preparare il grande obiettivo di stagione. Bisogna capire con quali ambizioni arriverà alla partenza di Durres, in Albania, tappe o classifica generale?

«L’ultima volta che ho corso il Giro d’Italia era il 2022 – racconta ancora in conferenza stampa Ciccone – tornerò alla corsa rosa dopo tre anni. E’ la mia gara preferita, quella che da bambino guardavo in televisione e grazie alla quale mi sono innamorato di questo sport. Per me correre il Giro d’Italia è già qualcosa di unico. Come ho detto negli ultimi anni, il mio obiettivo è quello di avere una stagione in cui arrivo alla partenza del Giro consapevole di aver fatto tutto al meglio e di stare bene. Nelle ultime stagioni ci sono stati diversi problemi e non ho mai avuto questa possibilità. Ora non voglio dirlo perché non voglio dirlo, però quest’anno le cose stanno andando nel verso giusto, non manca tantissimo ma manca ancora un po’ alla partenza. Non voglio sbilanciarmi o fantasticare troppo, l’unica cosa che chiedo è tranquillità e arrivare alla partenza consapevole di essere al 100 per cento».

Il cronometro come giudice

Nel 2024 un guaio fisico ha impedito a Ciccone di tornare al Giro. Nonostante una stagione di rincorsa il Tour de France ci aveva consegnato un corridore maturo e in grado di lottare per un posto nei dieci alla Grande Boucle. Il podio al Lombardia ci aveva lasciati con la curiosità di vedere l’abruzzese al suo meglio, ora questa chance si fa sempre più concreta.

«Riconosco – conclude Ciccone – che il mio problema principale è sempre stata la cronometro. Lo scorso anno ho perso la top 10 al Tour proprio nella tappa di Nizza. Ho cercato di lavorare su questo aspetto e di migliorare. Ne ho già corse due e le sensazioni sono state positive con dei risultati che mi hanno lasciato soddisfatto. Questo era il mio obiettivo principale durante l’inverno in vista di curare maggiormente la classifica generale o comunque in ottica delle corse a tappe».

Suzuki si conferma auto ufficiale del Tour of the Alps 2025

17.04.2025
3 min
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Dal 21 al 25 aprile prossimi, Suzuki sarà protagonista sulle strade del Tour of the Alps, affermandosi come auto ufficiale della celebre corsa a tappe euro-regionale. L’evento, valido per il calendario UCI Pro Series, attraverserà gli spettacolari paesaggi alpini di Tirolo, Alto Adige e Trentino, offrendo un palcoscenico unico dove sport, natura e innovazione si incontrano. 

Per accompagnare lo staff organizzativo lungo il percorso, Suzuki fornirà una flotta di veicoli completamente ibridi, composta dai modelli Swace Hybrid e S-Cross Hybrid. Il rinnovo di questa partnership con il Gruppo Sportivo Alto Garda, ente organizzatore della manifestazione, rappresenta dunque un importante connubio tra mobilità sostenibile e sport ad alte prestazioni.

Tra pochi giorni, il 21 aprile, inizierà il 48° Tour of the Alps
Tra pochi giorni, il 21 aprile, inizierà il 48° Tour of the Alps

Mobilità intelligente e un evento “green”

La flotta Suzuki sarà il cuore pulsante della logistica del Tour of the Alps, supportando le operazioni quotidiane e garantendo assistenza tempestiva durante tutte le fasi della gara. Le auto Suzuki saranno al fianco dei ciclisti, pronti a intervenire in caso di necessità tecnica o organizzativa.

Suzuki Swace Hybrid è una station wagon elegante e funzionale, pensata per chi desidera un’auto confortevole ma efficiente. Grazie alla tecnologia ibrida “full-hybrid”, Swace assicura consumi contenuti, emissioni ridotte e un’esperienza di guida fluida e intelligente. Suzuki S-Cross Hybrid, invece, è un SUV versatile e robusto, perfetto per affrontare ogni tipo di terreno grazie alla trazione integrale 4×4 ALLGRIP. La sua anima “green” si combina con un design moderno, connettività avanzata e una ricca dotazione di serie, ideale per chi cerca libertà, sicurezza e sostenibilità.

Con la propria presenza al Tour of the Alps, Suzuki conferma l’impegno concreto verso la mobilità sostenibile e la promozione di eventi sportivi di valore. L’adozione di tecnologie ibride al servizio della logistica e il supporto a una disciplina come il ciclismo – emblema di tenacia e rispetto per la natura – rafforzano il ruolo dell’azienda come punto di riferimento per chi cerca innovazione, ecologia e passione autentica.

Suzuki affiancherà il Tota con la sua gamma Hybrid
Suzuki affiancherà il Tota con la sua gamma Hybrid

Una passione condivisa

La scelta di Suzuki come partner ufficiale del Tour of the Alps non è casuale: riflette una visione comune fondata sui valori dello sport, del rispetto per l’ambiente e della determinazione nel superare i propri limiti.

Suzuki è già attiva nel mondo del ciclismo con il Suzuki Bike Day, un evento simbolo della mobilità dolce e sostenibile, che nel 2025 giunge alla sua quinta edizione. L’appuntamento è per il 14 giugno all’Autodromo Nazionale di Monza, dove appassionati e famiglie potranno vivere una giornata all’insegna del benessere, dello sport e del rispetto per l’ambiente.

«Dove passione, sport e natura si incontrano – ha dichiarato il presidente di Suzuki Italia Massimo Nalli – ci sentiamo a casa. Siamo orgogliosi che il Tour of the Alps abbia scelto la nostra gamma Hybrid per supportare un evento che rappresenta al meglio i valori in cui crediamo: competizione leale, resilienza, rispetto per l’ambiente e per l’avversario. Questi sono i principi che guidano Suzuki da oltre un secolo nella progettazione di auto, moto e motori fuoribordo affidabili e sostenibili. Sostenere il ciclismo significa per noi promuovere uno stile di vita sano, responsabile e appassionato».

Suzuki

SPORTLER ti veste da leader del Tour of the Alps

01.04.2025
3 min
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La marcia di avvicinamento al Tour of the Alps prosegue spedita. Fra tre settimane i grandi campioni del ciclismo si daranno appuntamento sulle strade del Trentino, dell’Alto Adige e del Tirolo. Tutti pronti per conquistare la maglia verde di leader di una delle corse a tappe di maggiore prestigio del calendario ciclistico internazionale. Se il traguardo finale di Lienz premierà un solo vincitore, per tutti gli appassionati di ciclismo sarà comunque possibile emulare il trionfatore del Tour of the Alps 2025 indossando la maglia replica realizzata da Alé Cycling in collaborazione con SPORTLER.

Ecco la replica della maglia verde del Tour of the Alps nello store di Bolzano
Ecco la replica della maglia verde del Tour of the Alps nello store di Bolzano

A casa SPORTLER

La maglia replica è stata presentata ufficialmente lo scorso 22 marzo presso lo SPORTLER Bike di Bolzano, il più grande punto vendita dedicato solo al comparto bike presente in Italia. 

La scelta della location non è stata affatto casuale dal momento che anche nel 2025 SPORTLER sarà partner ufficiale del Tour of the Alps

In occasione della presentazione della maglia replica è stata organizzata una community ride che ha visto come ospite speciale Mattia Stenico, giovane neoprofessionista trentino del Team VF Group – Bardiani CSF-Faizanè.

La maglia replica e la community ride sono parte integrante di una collaborazione, quella fra Tour of the Alps e SPORTLER, consolidatasi edizione dopo edizione. Frutto del comune legame con il territorio e naturalmente con lo sport e i suoi praticanti. Per questi ultimi SPORTLER è oggi un assoluto punto di riferimento con i suoi 27 punti vendita in Alto Adige, dove il brand ha le sue radici, e in tutto l’ambito alpino. A questi va ad aggiungersi il nuovo store inaugurato lo scorso anno a Carugate, alle porte di Milano.

Mattia Stenico con Maurizio Evangeslista, General Manager TotA e Sebastian Bordiga, Sponsoring manager SPORTLER
Mattia Stenico con Maurizio Evangeslista, General Manager TotA e Sebastian Bordiga, Sponsoring manager SPORTLER

Scopriamo la maglia

Il kit replica Tour of the Alps by SPORTLER è ispirato, nei colori e nelle grafiche, proprio alla maglia verde di leader della classifica generale, presentata come le altre divise ufficiali del Tour of the Alps 2025 lo scorso 20 marzo alla Casa della Pesa, sede istituzionale dell’Euregio a Bolzano. Alla maglia, caratterizzata dal classico verde e dai brand Tour of the Alps, SPORTLER e Alé, si abbina il bibshort, nero con fondo verde e grafica in coordinato con il disegno complessivo.

Ricordiamo la maglia replica e il relativo pantaloncino sono già in vendita nei punti vendita SPORTLER e online sul sito ufficiale dell’azienda. L’azienda altoatesina sarà inoltre presente sulle strade del Tour of the Alps, in particolare a Vipiteno in occasione della seconda e terza tappa della corsa.

SPORTLER

Infront e il TotA: sponsor e territorio attraverso l’evento

19.12.2024
5 min
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L’ingresso di Infront all’interno dell’organizzazione del Tour of the Alps è una delle novità che la corsa dell’Euregio ha apportato nel 2024. Un prima edizione “combinata”, quella che si è svolta lo scorso aprile, che ha portato una crescita esponenziale dei numeri della breve corsa a tappe. Ma chi è Infront e di cosa si occupa? Ne parliamo direttamente con Stefano Deantoni Marketing Director di Infront Italy.

«Noi siamo parte di un gruppo internazionale – dice – che ha come suo core business il marketing sportivo. Ci occupiamo dei servizi legati allo sport, a 360 gradi, per far sì che un evento possa essere fruito da diversi stakeholder. In primis lavoriamo sui diritti televisivi, passiamo da intermediario tra chi ha un diritto, che può essere una federazione o un organizzatore, e chi ha interesse ad usufruire di quel diritto, in questo caso un broadcast che trasmette le immagini».

Stefano Deantoni Marketing Director di Infront Italy
Stefano Deantoni Marketing Director di Infront Italy.

Marketing

Gli eventi sportivi e le gare di ciclismo non contemplano più solamente il vedere la corsa, ma c’è anche un contesto di interessi legati a sponsorizzazioni di aziende o del territorio stesso. Ogni soggetto chiamato in causa ha come scopo quello di entrare in una macchina che funziona e in grado di mettere sotto la lente di ingrandimento tutti gli attori presenti. 

«Naturalmente – continua Stefano Deantoni – passiamo anche alle sponsorizzazioni, quindi accordi commerciali. In questo caso dall’altra parte c’è un’azienda che utilizza lo sport come mezzo di comunicazione. Ci occupiamo di creare contenuti originali, ovvero del dietro le quinte o di curiosità. Con l’intento di dare molto più risalto a quello che è il solo evento televisivo e per dare più contenuti per tutti i media. Infine cerchiamo di rendere esclusiva l’esperienza dell’evento, questo avviene attraverso le aree hospitality. Vogliamo dare qualcosa che non si può comprare, quello che i nostri colleghi svizzeri chiamano “money can buy opportunity. Un qualcosa che solo tu che possiedi il diritto puoi offrire». 

Il ciclismo e i valori aggiunti

Fornire dei servizi al fine di aumentare il valore finale del prodotto offerto. Infront si inserisce a metà tra chi possiede un diritto, un organizzatore di un evento, e coloro che ne usufruiscono per promuoversi. 

«Il fine di tutto questo – spiega il marketing director – è di aumentare il posizionamento sul mercato, la notorietà, la riconoscibilità di un evento. Il Tour of the Alps si inserisce in un contesto più ampio del portafoglio di Infront. Noi facciamo parte di un gruppo internazionale che ha visto come il ciclismo possa rientrare nelle nostre strategie di sviluppo. Infront lavorava già con soggetti importanti come il Giro delle Fiandre, il Tour de Suisse e l’Amstel Gold Race. Noi della filiale italiana di Infront dovevamo allinearci alle strategie di gruppo, abbiamo cercato di capire quali eventi ciclistici erano approcciabili. Siamo arrivati al Tour of the Alps, gara di elevato livello tecnico e utilizzata in preparazione al massimo evento del ciclismo italiano: il Giro d’Italia». 

«Come detto non guardiamo solo al lato sportivo – prosegue – il TotA si corre in regioni interessanti per noi: il Trentino, Tirolo e Alto Adige. Abbiamo visto che c’era anche la possibilità di lavorare con i territori e di sviluppare anche questa parte di movimento».

La scelta di passare da determinati comuni o territori è legata alla promozione turistica di queste aree
La scelta di passare da determinati comuni o territori è legata alla promozione turistica di queste aree

Crescita a tutto tondo 

Il Tour of the Alps era in momento di svolta del proprio percorso di crescita, nel cercare di affermarsi ancora di più come gara importante del calendario internazionale ha trovato in Infront il partner giusto per lavorare

«L’edizione del 2024 – dice Stefano Deantoni – è stata fatta con tutti i crismi, collaborando a braccetto. Noi ci siamo occupati in prima battuta di dare maggiore visibilità all’evento nazionale facendo leva sul prodotto ciclismo. Il product manager del ciclismo in Svizzera, che è il nostro headquarter, ha già diversi contatti in giro per il mondo ai quali vende i suoi prodotti. Ha aggiunto il TotA al suo portafogli facilitando il lavoro. Ci siamo occupati anche di fare attività per le aziende, nel tentativo di dare slancio al prodotto. Abbiamo creato una Bike Experience, dove gli sponsor hanno avuto modo di pedalare sul territorio che ospita la corsa. Il giorno successivo, invece, li abbiamo portati sul traguardo a vedere la tappa all’interno della nostra area hospitality. 

Infront ha la capacità di proporre l’evento a diversi Paesi, quasi 300, la potenza di fuoco è elevatissima
Infront ha la capacità di proporre l’evento a diversi Paesi, quasi 300, la potenza di fuoco è elevatissima

L’immagine

Presentare un prodotto che possa raccogliere l’attenzione di chi ne usufruisce, come per esempio il pubblico, è importante. Ma lo è altrettanto proporre a sponsor e aziende qualcosa che possano comprare e che sia tangibile

«Noi ci inseriamo in continuità – ci spiega ancora Stefano Deantoni – con l’attività già esistente e cerchiamo di capire dove si può migliorare in base anche alle esigenze del cliente. Quindi ci chiediamo: come lavoriamo per migliorare la qualità della produzione televisiva? Oppure, in che modo il Tour of the Alps può diventare una piattaforma di comunicazione per gli sponsor? O ancora, lavoriamo in modo che il percorso tocchi delle località che si ha intenzione di promuovere. I territori sono uno stakeholder molto importante di questo evento quindi dobbiamo avere cura anche di loro. Infront offre molte risorse e permette di avere uno sviluppo e una dimensione più internazionale. La crescita del Tour of the Alps, rispetto all’edizione del 2023, è stata 35 per cento a livello mediatico. Chiaramente l’anno uno il salto è elevato, poi bisogna lavorare per mantenere alta la qualità e i numeri».