Con l’inizio della nuova stagione, Marco Frigo si prepara ad affrontare il suo terzo anno da professionista. Il corridore veneto, classe 2000, veste la maglia della Israel-Premier Tech, una squadra che negli ultimi mesi ha conosciuto un profondo rinnovamento e che punta a consolidare i risultati positivi ottenuti nel 2024.
Ed anche per questo motivo la chiacchierata con Marco ha offerto interessanti spunti sulla sua crescita personale e sulle sue aspettative e quelle della sua squadra. Tra grandi Giri, obiettivi personali e un gruppo sempre più affiatato, Frigo ci è parso avere idee chiare e obiettivi concreti.
Marco partiamo da te: un’altra stagione da professionista si avvicina: come ci arrivi?
Ci arrivo molto bene direi. E lo dico perché ho chiuso lo scorso anno con un buon finale di stagione e questo conta tantissimo per affrontare l’inverno con il giusto approccio. Fino ad ora è stato un inverno solido e sereno, senza intoppi, senza malanni. Credo che la costanza sia la cosa più importante in questa fase: l’essenziale è non fermarsi, mantenere un ritmo regolare. Siamo solo ai primi di gennaio, ma tutto è sotto controllo.
È la tua terza stagione tra i pro’: è tempo di raccogliere qualcosa?
Sì, è ora di fare uno step in avanti. Nei primi due anni ho raggiunto un buon livello, ma adesso voglio essere più competitivo, sia per ottenere risultati personali sia per essere ancora più fondamentale per la squadra. Questo è l’obiettivo principale su cui sto lavorando.
E hai subito toccato un tema interessante: la squadra. La Israel-Premier Tech si è rinnovata molto: che team è oggi?
È una squadra in grande crescita. Il 2024 è stato il nostro miglior anno, tuttavia siamo consapevoli che possiamo fare ancora meglio. Il roster è migliorato tantissimo: abbiamo fatto solo tre cambi (Hirt, Louvel e Lutstenko, più Coté che però veniva dalla devo della Israel, ndr), ma gli innesti sono stati di grande qualità.
Chiaro…
Inoltre, il gruppo si sta ringiovanendo rispetto agli anni passati. Al ritiro di dicembre abbiamo gettato basi solide, sia in termini di preparazione atletica sia come coesione tra i corridori. Questo è fondamentale per affrontare bene la stagione. Abbiamo grandi ambizioni.
Quali saranno i tuoi obiettivi principali per il 2025? E come si colloca Marco Frigo in questa squadra?
Farò parte del gruppo grandi Giri, con un calendario che prevede il Giro d’Italia e la Vuelta. L’obiettivo principale è puntare a una top 5 o al podio: al Giro con Derek Gee, che sarà il nostro leader. Per me sarà la prima volta che affronterò un grande Giro con responsabilità di classifica generale, anche se non sarò il capitano. Questo significa porre attenzione a ogni minimo dettaglio, giorno dopo giorno. In passato ero stato spesso in fuga, quest’anno non credo che sarà lo stesso.
Ne parli con entusiasmo, almeno il tuo tono dice così: ti piace questo nuovo modo di approcciare il Giro?
Molto. È una cosa che non ho mai fatto prima e che mi stimola parecchio, sarà bello anche per imparare e vivere la corsa in un altro modo. Inoltre, il gruppo che si sta creando è davvero motivante: oltre a Derek, ci saranno Jakob Fuglsang (che in pratica non ha smesso proprio su richiesta di Gee, ndr), Hugo Houle e altri compagni con cui costruiremo e stiamo già costruendo un’atmosfera affiatata. L’obiettivo di portare Derek sul podio sarà una sfida importante e stimolante per tutti.
E’ arrivata anche un po’ d’Italia. Uno dei direttori sportivi infatti sarà Francesco Frassi, come è andato questo primo approccio?
Mi ha fatto un’ottima impressione. L’ho conosciuto al ritiro di dicembre: è una persona molto professionale, sempre puntuale e attenta. Ha già dimostrato di essere presente e di voler fare le cose nel migliore dei modi, anche aiutandomi con alcune pratiche di tesseramento. Sono sicuro che avrò modo di conoscerlo ancora meglio durante le gare, sia alla radiolina che al volante dell’ammiraglia. Comunque nel nostro team c’era già un bel po’ d’Italia nello staff!
In conclusione, che atmosfera si respira nella squadra?
C’è tanta consapevolezza e voglia di fare bene. Stiamo crescendo molto come gruppo e siamo pronti a metterci in gioco per obiettivi ambiziosi. Personalmente, sono molto motivato e non vedo l’ora di iniziare questa stagione che promette grandi emozioni. Forse non avremo il super campione…
Scusa l’interruzione: ma quello ce l’hanno tre o quattro squadre…
Esatto, ma il nostro livello medio è molto alto. Oltre ai nomi fatti prima mi vengono in mente Strong, Blackmore, Ackermann e poi i nuovi. Oppure penso a Riley Sheehan, che lo scorso alla prima partecipazione è arrivato tredicesimo al Fiandre.