Ursus Proxima, l’enigma ha un’identità ben precisa

02.04.2025
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Viste qualche mese addietro, sbirciate e spoilerate alla Sanremo, le ruote Ursus che equipaggiano le Lapierre del Team PicNic-PostNL hanno un nome.

Proxima Team Edition diventano il simbolo della ricerca Ursus e dell’importante collaborazione con un team World Tour. Ben quattro i profili disponibili per questa nuova famiglia di ruote: 35 e 40, 50 e 60 millimetri.

Il mozzo delle nuove Proxima
Il mozzo delle nuove Proxima

Affidabilità e nuovo mozzo

Resta uno dei cardini di casa Ursus, nonostante il progetto Proxima punti anche a valori di scorrevolezza, leggerezza ed efficienza aerodinamica. Tutte le versioni portano in dote un cerchio full carbon, ma buona parte del nuovo progetto Ursus Proxima ha come soggetto principale il nuovissimo mozzo U-RS Xeramik.

E’ completamente alluminio/ergal 7075, ha cuscinetti ceramici ed il posteriore è un esempio di semplicità quando viene smontato. Il meccanismo interno che supporta la ruota libera non necessita di attrezzi e chiavi. Significa una manutenzione e pulizia semplificate, aspetto particolarmente apprezzato dai meccanici del team, fattore che influisce in modo positivo sulla scorrevolezza e sulla rapidità d’ingaggio del sistema. La ruota libera è disponibile per Shimano, Sram e Campagnolo. Gli stessi mozzi hanno un fusto oversize (tipico del design Ursus) con flange non eccessivamente pronunciate, il tutto a favore di un comparto estremamente rigido. La sede per i dischi dei freni è CenterLock.

Cerchio in carbonio, naturalmente per tubeless

Quattro le opzioni, come accennato in precedenza, 35 e 40, 50 e 60 millimetri di altezza, per tutti i gusti e necessità. Tutti hanno una larghezza complessiva del cerchio pari a 30 millimetri (ad eccezione della versione da 35 che è largo 29), con il canale interno da 23 (dotato di tape tubeless). Concettualmente il cerchio supporta in modo ottimale pneumatici da 28 in avanti, perfettamente i 30. Il carbonio ha la finitura unidirezionale.

I raggi Sapim sono in acciaio della serie CX, con profilo piatto/aerodinamico. Sono a testa dritta, hanno i nipples esterni e adottano incroci in seconda per entrambe le ruote (anteriore e posteriore).

Per gli amanti dei numeri

Ursus Proxima Team Edition hanno un prezzo di listino davvero interessante, aggressivo: 1.750 euro, non elevato se consideriamo che è un prodotto da WorldTour. I valori dichiarati alla bilancia: 1.350 grammi e 1.410 grammi rispettivamente per le 35 e 40 millimetri. 1.470 e 1.550 grammi per le Proxima 50 e 60.

Ursus

L’occhio clinico di Barbieri sulla Sanremo Women

25.03.2025
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Dando un’occhiata alla lista delle partenti da Genova per la Sanremo Women, erano pochi i nomi importanti che mancavano. E dando poi uno sguardo alla corsa che ne è uscita e alla vittoria allo sprint ristretto di Wiebes, viene da fare un’ultima riflessione prima di archiviare l’argomento e concentrarsi sulle classiche fiamminghe.

Tra le velociste assenti figuravano Charlotte Kool e Rachele Barbieri chiaro segnale che la Picnic-PostNL avesse puntato su altre carte da giocare. Non che sia andata troppo male al traguardo considerato il bel tredicesimo posto di una Marta Cavalli decisamente in crescita, rimasta attaccata al gruppo delle migliori prima di rialzarsi nello sprint finale. E tre posizioni dietro la cremonese è arrivata un po’ più staccata Pfeiffer Georgi, una delle tante papabili per il podio alla vigilia.

Rimane però il dubbio di capire cosa sarebbe stato per il team olandese avere al via anche le sue due ruote più veloci. Di questo e del suo rientro alle gare ne abbiamo parlato con Barbieri, proprio poco prima della partenza per il Belgio.

Al UAE Tour, subito dopo la caduta della prima tappa, Barbieri raggiunge il traguardo spinta da Megan Jastrab
Al UAE Tour, subito dopo la caduta della prima tappa, Barbieri raggiunge il traguardo spinta da Megan Jastrab
Rachele subito una domanda secca. Come mai non hai corso la Sanremo?

Ci sono un paio di motivi. Di base non l’avrei dovuta correre perché non era nei miei piani iniziali, anche se non era definitivo. In secondo luogo è uscita definitivamente dal mio calendario perché mi sono ritrovata a curare una botta al ginocchio patita alla prima tappa del UAE Tour a causa di una caduta. In carriera non ho mai avuto problemi al ginocchio, ma anch’io adesso sono entrata in questo bel club (sorride in modo ironico, ndr).  

Cosa ti eri fatta?

Purtroppo al UAE Tour sono stata sfortunata perché sono rimasta coinvolta anche nella caduta dell’ultima tappa in volata. E questo non ha fatto bene al mio ginocchio. Nei giorni successivi mi dava fastidio a pedalare ed un’ecografia aveva riscontrato un edema osseo. Ho dovuto fare tre settimane di stop con tanta fisioterapia. Sono tornata ad uscire in bici finalmente senza dolori ed in pratica rientro alle corse con un mese di allenamento nelle gambe. Peccato perché avevo iniziato bene alle gare in Australia, raccogliendo due buoni risultati (un terzo ed un quinto posto, ndr) e onestamente sarei stata curiosa di vedere cosa avrei potuto fare alla Sanremo.

Ti è costato tanto non farla?

Non ci penso più, penso e spero di correrla l’anno prossimo cercando di arrivarci in forma. Avendo immaginato come poi è finita, sarebbe stato un sogno correrla e magari essere lì nel finale. Anzi, se mi fossi trovata assieme a Charlotte, non avrei esitato a tirarle la volata facendo ciò che ha fatto Kopecky per Wiebes.

Per la Sanremo, il Team PicNic-Post NL ha puntato su Marta Cavalli e Pfeiffer Georgi
Per la Sanremo, il Team PicNic-Post NL ha puntato su Marta Cavalli e Pfeiffer Georgi
Come l’avevi immaginata la gara?

Più o meno com’è andata. Credo fosse una incognita per tutte, però è anche vero che le velociste più forti e più preparate dovevano reggere sforzi brevi in salita. L’unica è la Cipressa, dove si parlava di dodici minuti di salita, che poteva scombinare i piani. Invece la selezione si è fatta più in discesa, come giù dal Poggio. Ormai molte velociste stanno diventando più complete. E credo che questo si stia vedendo sempre di più. Guardate Wiebes, Balsamo o Ruegg come sono state brave a tenere certi ritmi in salita. Secondo me l’anno prossimo vedremo molte più velociste.

Secondo te sulla Cipressa si potevano tagliare fuori le più veloci?

Sì, certo, anche se dipende da come si è corso prima. Ad esempio Magnaldi ha fatto un grandissimo lavoro per Longo Borghini, però forse quando si sono accorte che erano ancora tutte agganciate, non hanno insistito. E a quel punto ha fatto un’andatura più moderata la Lidl-Trek per Balsamo. A mio modo di vedere, la caduta prima del Capo Mele ha tolto dalla contesa molte di quelle atlete che avrebbero potuto tenere alto il ritmo sulla Cipressa, come ad esempio avrebbe potuto essere Gasparrini. Nel 2026 credo che le scalatrici correranno in un altro modo per staccare le velociste.

Alla fine, indipendentemente dal tuo infortunio e visto l’esito finale, perché la Picnic PostNL non ha portato Rachele Barbieri e Charlotte Kool?

Per il motivo cui facevo riferimento prima. Il percorso della Sanremo Women era un’incognita e si pensava fosse più adatto alle scalatrici. Credo che il nostro team abbia puntato su atlete diverse da Charlotte e me e credo comunque che sia stata una buona scelta. Marta è andata fortissimo arrivando davanti e sono molto contenta della gara che ha fatto. Pfeiffer per me è adatta alla Sanremo e viceversa. Non è veloce come Kopecky, ma è quel tipo di corridore, che si trova bene su quei percorsi mossi. Ma sono andate molto bene anche le altre nostre compagne. Speriamo l’anno prossimo di poterci presentare con più soluzioni.

Dopo la lunga sosta per sistemare il ginocchio, Barbieri tornerà in gruppo il 27 marzo a De Panne
Dopo la lunga sosta per sistemare il ginocchio, Barbieri tornerà in gruppo il 27 marzo a De Panne
Anche il finale della Sanremo Women è stato entusiasmante. Ti è piaciuto?

Sì e devo dirvi sinceramente che pensavo che Elisa (Longo Borghini, ndr) vincesse. E’ stata bravissima perché non ha aspettato nemmeno un secondo per scattare a fine discesa. Non poteva fare altro e lo ha fatto alla grande. Purtroppo per lei Kopecky ha fatto un capolavoro riportando sotto Wiebes senza strappare. E Lorena è stata eccezionale perché né in volata né prima ha mai avuto paura di perdere. È sempre stata serena, oltre che presente davanti e lucida.

Mettiamoci alle spalle la Classicissima al femminile. La tua attualità ora cosa prevede?

Riprendo il 27 marzo con De Panne, poi la Gand-Wevelgem il 30 ed infine la Dwars Door Vlaanderen il 2 aprile. Tornerò a casa per qualche giorno e poi salirò al Nord per Scheldeprijs il 9 aprile e la Roubaix il 12.

Quali obiettivi ti sei posta?

L’intento è quello di ritrovare la condizione di inizio stagione. Diciamo che le prossime tre gare le userò per riprendere ritmo. In media saranno giorni da 150 chilometri che aiuteranno a prendere un buon stato di forma. Mi piacerebbe andare bene alla Roubaix. Poi visto che non farò le Ardenne, vedremo se fare il periodo di stacco che era già in programma oppure, visto il mio recente stop, se correre qualche altra corsa. Credo che tutto dipenderà da come andrò in queste prossime settimane.

Ursus con Vitesse per rafforzare la strategia di comunicazione

15.02.2025
3 min
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La stagione 2025 può essere considerata come un anno di svolta per Ursus, la realtà italiana specializzata nella produzione di ruote e componenti per il ciclismo. Lazienda con sede a Rosà, in provincia di Vicenza, ha difatti ufficialmente fatto il proprio ingresso nel WorldTour grazie alla nuova partnership con il Team Picnic PostNL. Quello compiuto è un passo significativo per Ursus, che per la prima volta affianca una squadra appartenente alla massima categoria del ciclismo su strada, consolidando così il proprio posizionamento nel settore delle due ruote ad altissimo livello.

Fondata oltre cinquant’anni fa, e specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione, Ursus ha costruito la propria reputazione producendo bloccaggi, mozzi e cavalletti reggicicli: segmento in cui l’azienda detiene una posizione di leadership mondiale. Con l’avvento della seconda generazione alla guida dell’azienda, agli inizi degli anni 2000, Ursus ha successivamente ampliato il proprio focus investendo nella progettazione e produzione di ruote in carbonio di alta gamma, destinate ai settori corsa, mtb e gravel. Questo processo di evoluzione ha portato l’azienda a distinguersi per l’innovazione e l’elevata qualità dei propri prodotti.

Ursus ha affidato la sua comunicazione all’agenzia Vitesse
Ursus ha affidato la sua comunicazione all’agenzia Vitesse

Innovazione, ricerca e sviluppo

Oltre all’importante ingresso nel World Tour, il 2025 segna per Ursus un ulteriore passo strategico: la scelta dell’agenzia Vitesse come partner per la gestione dell’Ufficio Stampa e delle PR a livello internazionale. Dal mese di gennaio, infatti, la stessa agenzia di comunicazione supporta Ursus nel consolidare la presenza sui media globali, valorizzando i successi aziendali e amplificando il brand a livello internazionale.

Vitesse, attiva dal 1991, è una delle più prestigiose agenzie di comunicazione nel mondo dello sport, specializzata nei settori outdoor, ciclismo e turismo. Con oltre trent’anni di esperienza, l’agenzia vanta collaborazioni con alcuni dei marchi più prestigiosi del settore, tra cui Bianchi e Northwave. La partnership con Ursus si inserisce in un percorso di crescita volto a rafforzare il posizionamento del brand nei mercati chiave del ciclismo internazionale.

L’impegno di Ursus si riflette anche nella moderna sede operativa di Rosà, inaugurata nel 2015 accanto allo storico stabilimento. Qui, l’azienda investe costantemente in ricerca e sviluppo, puntando su innovazione, sostenibilità e benessere delle risorse umane. Certificazioni e riconoscimenti attestano la qualità dei prodotti e l’attenzione ai processi produttivi, elementi che la rendono un marchio sempre più competitivo a livello globale.

Ursus quest’anno fornirà anche le route al team continental SC Padovani Polo Cherry Bank
Ursus quest’anno fornirà anche le route al team continental SC Padovani Polo Cherry Bank

Una storia da raccontare

«Entrare nel WorldTour – ha dichiarato Mirko Ferronato, CEO di Ursus – è la realizzazione di un sogno per noi. Abbiamo lavorato con dedizione per raggiungere questo traguardo, e oggi siamo pronti a competere con i migliori grazie alla qualità e all’affidabilità delle nostre ruote. La collaborazione con il Team Picnic PostNL rappresenta un’opportunità unica per dimostrare il nostro valore, mentre la partnership con Vitesse ci consentirà di raccontare al meglio la nostra storia e i nostri progetti ad un pubblico sempre più ampio».

«Siamo entusiasti di intraprendere questa collaborazione con Ursus – ha aggiunto David Evangelista, Head of Communication di Vitesse – un’azienda che conoscevamo e apprezzavamo già da tempo e che, entrando in contatto diretto, ci sta mostrando ancora di più il suo enorme potenziale. Insieme lavoreremo per valorizzare il brand e comunicare al meglio i prossimi passi di Ursus nel mondo del ciclismo».

Con questa nuova strategia, Ursus si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, portando il proprio brand su scala globale e consolidando la propria reputazione di eccellenza nel settore delle due ruote.

Ursus

Gran colpo di Ursus, al fianco del Team PicNic-PostNL

30.01.2025
4 min
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Ursus, un’altra azienda italiana che entra nel World Tour con il chiaro intento di innovare e sviluppare. Sarà al fianco del Team PicNic-PostNL per almeno due anni.

Enrico Stragliotto, del dipartimento sales di Ursus, ci racconta qualche dettaglio di questa partnership che ha tutte le carte in regola di essere il primo tassello di un percorso più lungo, con uno sguardo ad ampio spettro rivolto al futuro.

Quando nasce e quando ha preso realmente forma la partnership con il team?

L’interesse nasce all’inizio del 2024. Volevamo fare un salto di livello e dopo molti anni nelle squadre professional, come Total Direct Energies, Bardiani, Corratec ed in passato al fianco della CCC, ci sentivamo pronti a fare il grande passo nel WorldTour. A metà 2024 siamo entrati ufficialmente in contatto con il team. Oggi siamo pronti a partire.

E’ possibile conoscere qualche dettaglio che vi lega al team?

Siamo reduci anche noi dai primi ritiri, dove in modo effettivo siamo entrati in contatto con l’intero staff. Nei prossimi mesi potremo fornire maggiori dettagli. Posso dire che la collaborazione vuole essere a lungo termine. Ad oggi abbiamo firmato per 2 anni, ma…

Dopo le prime giornate di test e utilizzo il team ha già avanzato delle richieste?

Mi spingo a dire che i primi feedback sono positivi, ovviamente c’è da lavorare. Credo che per quantificare al meglio i dati ed i riscontri maggiori dovremo aspettare dopo gennaio. Siamo in contatto con i tecnici del team ai quali chiediamo aggiornamenti continui. Il team non ha solo le ruote Ursus come materiale nuovo, ma anche le bici Lapierre (rientra nel WorldTour con la nuova Xelius DRS e la Aerostorm per le crono-NDR). Quindi tutto è in divenire.

Charlotte Kool sarà uno dei riferimenti della compagine femminile (foto Pic Nic-PostNL)
Charlotte Kool sarà uno dei riferimenti della compagine femminile (foto Pic Nic-PostNL)
Utilizzerete la compagine World Tour per test e sviluppo dei prodotti futuri?

Per noi questa collaborazione è sicuramente importante. Lo è per la visibilità, ma l’aspetto che più ci interessa è la capacità del team di processare dati e capire insieme come sviluppare i prodotti del futuro. Siamo certi che con le nostre competenze unite a quelle del team, avremo l’opportunità di sviluppare ruote ancora più performanti.

E poi il progetto Enigma. Un’evoluzione Ursus che si spinge in modo deciso verso il WorldTour?

Esatto. Enigma rappresenta un primo passo verso quello che per Ursus è da sempre un punto fisso. Innovazione e qualità. In questa fase dobbiamo tenere ancora la bocca cucita, ma posso anticipare che nei prossimi mesi ci saranno delle sorprese molto interessanti.

Rispetto alle sponsorizzazioni fatte ad oggi, cosa comporta l’impegno World Tour?

Il WorldTour è la F1 della bici. L’impegno è notevole sotto ogni aspetto e all’interno di un’azienda tutti sono coinvolti, direttamente e indirettamente. Ursus è una realtà solida da sempre orientata alla crescita e l’ingresso in questa categoria è parte integrante di un processo di crescita che non è solo di oggi. Di fatto, il legame con una squadra World Tour è la ciliegina sulla torta di un percorso che dura da più stagioni. Ora ci siamo e si ricomincia con altri step dell’evoluzione.

Intanto Ciabocco porta a casa un piccolo titolo

27.01.2025
5 min
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Il primo squillo tutto azzurro della stagione arriva dall’Australia. Qualcuno potrà dire che è uno squillo sommesso, che parliamo solo della vittoria nella classifica per le giovani. Ma se si tratta di una prova del WorldTour, anzi di quella che di fatto lo ha aperto, ha pur sempre un suo valore. Nel Santos Tour Down Under Eleonora Ciabocco ha portato a casa la maglia della migliore nella classifica specifica e questo conta, anche perché la ragazza di Macerata è stata la migliore delle italiane.

Per lei quella agli antipodi non era la prima trasferta così lontano: «In Australia ero già stata ai mondiali di Wollongong e poi lo scorso anno, sempre al Santos Tour Down Under, ma se devo dire questa è stata un’esperienza diversa».

Per Eleonora la vittoria nella classifica dei giovani è un bel viatico verso la nuova stagione
Per Eleonora la vittoria nella classifica dei giovani è un bel viatico verso la nuova stagione
Perché?

Intanto perché mi sono sentita più sicura di me stessa, cresciuta a livello mentale e come coscienza delle mie capacità. Poi perché la squadra mi ha dato una grande responsabilità: ero in pratica la regista in corsa e questo per una ragazza di soli 20 anni non è cosa da poco, significa che hanno grande fiducia nelle mie qualità. Penso che molto dipenda anche da quel che avviene al di fuori delle corse: in quest’anno il mio inglese è migliorato molto, poter comunicare con maggior facilità aiuta. Ora devo dire la verità: mi sto godendo il mio team, il rapporto con le altre molto più di prima.

Che valore ha la tua prestazione?

Io credo che sia un bel segnale, anche perché non l’ho inseguito specificamente, è arrivato un po’ per caso. Io ho continuato a svolgere i miei compiti: non avevamo una capitana che puntava alla classifica, si operava soprattutto per le singole tappe, si cercava di leggere al meglio ogni situazione tattica e il fatto che chiedessero a me che cosa fare credo abbia un valore anche superiore alla classifica finale.

Il team ha ruotato nella corsa australiana intorno a lei, aiutandola nella difficile seconda tappa
Il team ha ruotato nella corsa australiana intorno a lei, aiutandola nella difficile seconda tappa
Che corsa è stata?

Il livello era sicuramente alto e le corse non sono sempre andate com’erano i piani. La prima tappa ad esempio eravamo convinti che sarebbe finita in volata e infatti tutte lavoravamo per Rachele (Barbieri, ndr), cercavamo di tenere chiusa la corsa per favorire lo sprint, invece nel finale molto tecnico è andata via la Hengeveld. La seconda era la più impegnativa, infatti nella prima salita ho perso terreno e faticavo. Lì la squadra si è messa a mia disposizione per farmi superare la crisi e infatti sono rientrata. Le compagne mi portavano ghiaccio e borracce perché soffrivo molto il caldo.

Che ha contraddistinto anche la tappa finale…

Sì e per noi che venivamo dall’Europa il contraccolpo termico c’è stato, alcune lo hanno superato meglio, altre come me no. In certi momenti proprio non si respirava…

E’ stata, quella australiana, una corsa abbastanza sorprendente nel suo epilogo finale, vi aspettavate la vittoria della svizzera Ruegg?

Sinceramente no, ma più che la sua vittoria mi ha colpito quella dell’olandese nella prima che per certi versi mi ha anche fatto piacere. Fino allo scorso anno correvamo insieme, la conosco bene e so che è forte.

La trasferta australiana ora va avanti, che cosa hanno chiesto a te?

Continuerò nel lavoro a favore del team, anche perché alla base del nostro gruppo c’è proprio questa commistione di ruoli. Per noi conta che a vincere sia il team, non il singolo. Ognuna corre per le compagne. Certamente poi se capiterà l’occasione mi farò trovare pronta, intanto quella maglia messa in valigia è sempre un’iniezione di fiducia, anche perché come detto è arrivata per caso, io ho sempre pensato a lavorare per le altre senza guardare la classifica. Infatti nella tappa finale, dopo aver esaurito i miei compiti mi sono lasciata staccare.

La maceratese è alla Picnic DSM dal 2023. Lo scorso anno ha affrontato 46 giorni di corsa
La maceratese è alla Picnic DSM dal 2023. Lo scorso anno ha affrontato 46 giorni di corsa
In che cosa pensi di essere migliorata?

Credo che il mio rendimento in salita sia migliorato, lo dicevano i numeri in allenamento e l’ho constatato anche in corsa. Ma siamo a inizio stagione, è ancora molto presto per dare giudizi. I veri obiettivi credo arriveranno tra maggio e luglio, voglio guadagnarmi la selezione per i grandi giri, poi lì vedremo che cosa fare, magari trovando anche spazio per le mie aspirazioni personali.

Cavalli rinata e i compiti arretrati da recuperare

12.01.2025
7 min
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La senti subito dalla voce che Marta Cavalli è rinata, ripartita. Come un computer che va in tilt per il quale serve il più classico e non meno scontato “spegni e riavvia” staccando brutalmente la spina. Non è un’altra persona perché i modi sono quelli garbati di sempre. Anche di quando stava attraversando il suo periodo più incerto e ai soliti messaggi poteva avere tutto il diritto di rispondere in maniera più spazientita o distaccata.

Le descrizioni di questa nuova fase della sua vita sono precise e particolareggiate come quando ti raccontava una gara. A Marta piace coinvolgerti con un sorriso e con metafore chiare per farti capire come sta la situazione. Prima e anche ora. Tutte qualità umane che non puoi perdere e che, proprio come ci diceva Marta Bastianelli sulle sue vittorie, non possono essere frutto del caso.

La ripartenza agonistica di Cavalli sta avvenendo con i colori della Picnic-PostNL che non ha esitato a farle un contratto triennale. Quella personale invece si è compiuta in autunno per merito del nuovo fidanzato ex ciclista che ha saputo farle riaccendere la scintilla dell’interruttore generale, anche attraverso sfide in cucina. E adesso il passato è passato. Moralmente resta una cicatrice che si sta riassorbendo bene e non c’è più paura di parlarne, nemmeno se la rincroci con un’occhiata. Ora però bisogna pedalare, come ci spiega lei.

Marta ha ritrovato il sorriso. Merito del fidanzato e della nuova squadra che ha creduto in lei con un approccio discreto (foto Picnic)
Marta siete a Calpe per il ritiro. Come sta andando questo e com’è stato quello di dicembre?

Tutto procede al meglio con un clima rilassato in squadra e quello meteorologico ottimale per andare in bici. Il primo ritiro è stato fatto per conoscersi, c’era anche il team maschile. Quella settimana è volata via in fretta. Non conoscevo nessuno e, tempo che avevo iniziato a mettere a fuoco tutti tra compagne e staff, era già ora di rientrare. E’ stata una full immersion tra posizionamenti in bici, materiali e abbigliamento. Mi è servito per ripartire. Questo ritiro invece è focalizzato sui test e sulla preparazione per le prime gare. Prendo i dati come vengono per il momento.

L’ambientamento come va?

Molto bene anche quello. Nel ritiro di dicembre ero in camera con Barale che mi ha aiutato molto ad inserirmi e spiegarmi tutto quello che avviene e perché avviene. In questo sono in camera con Pfeiffer Georgi e mi trovo benissimo anche con lei. Mi sto trovando bene con tutti per la verità. E’ un ambiente ordinato. Mi piace che vengano fatte le cose per un motivo preciso anziché per un altro. Abbiamo tante figure professionali a nostra disposizione, ognuna di esse specializzata nel suo settore. Può sembrare un organico troppo articolato, ma in realtà è un sistema che ci garantisce di essere o arrivare preparati ad un appuntamento, anche solo il semplice allenamento. E’ un sistema che ottimizza tutto per il corridore.

Il ritiro di dicembre è servito a Cavalli per conoscere le nuove compagne, lo staff e i nuovi materiali (foto instagram)
Il ritiro di dicembre è servito a Cavalli per conoscere le nuove compagne, lo staff e i nuovi materiali (foto instagram)
Ti sei già confrontata con i tuoi diesse?

Sì e apprezzo il loro modo di fare. Con loro avevo iniziato già da qualche mese. Stavo quasi per abbandonare la scialuppa, ma i tecnici della Picnic mi hanno ripreso a bordo. Si sono approcciati in maniera giusta, molto discreta, senza essere invadenti o insistenti. Mi hanno detto: «Se te la senti e quando te la senti, noi ti aspettiamo e ti riportiamo dentro al tuo ambiente». Questo ha inciso molto sulla mia decisione.

Quanto sei stata vicina a chiudere col ciclismo?

Moltissimo. Però poi la Picnic mi ha offerto una possibilità e ho pensato che mi sarebbe dispiaciuto molto abbandonare l’attività con un brutto ricordo. Avevo il rigetto del ciclismo per come lo interpretavo, non come sport perché mi piace andare in bici. Parlando con Mirko (Remondini, il suo fidanzato che ha corso fino agli juniores, ndr) ci siamo detti che non avevo nulla da perdere. Tanto il punto più basso l’avevo già toccato e non potevo che risalire.

Cosa è cambiato in Marta Cavalli grazie a lui?

Mirko mi ha aiutato a capire i problemi rispettando i miei tempi e le mie paure. E pensate al paradosso di un piacentino che ha aiutato una cremonese (ride Marta riferendosi alla storica rivalità campanilistica tra le due province confinanti, ndr). Sotto sotto però in modo delicato mi ha sempre spronato a riprendere in mano la bici per correre. Ho sempre pedalato in modo continuativo, ma senza più seguire tabelle. Spesso uscivamo in bici senza avere un’idea di cosa volessimo fare. Durante le sue ferie partivamo per fare giri corti e sciogligambe, invece ci ritrovavamo ad aver fatto quattro ore con del dislivello stando fuori più di mezza giornata. A quel punto abbiamo pensato di ripartire con l’idea di vedere come sarebbe andata.

L’hobby preferito di Marta è cucinare. E’ stato un ottimo diversivo per non pensare al passato e ripartire in bici (foto instagram)
L’hobby preferito di Marta è cucinare. E’ stato un ottimo diversivo per non pensare al passato e ripartire in bici (foto instagram)
E adesso come ti senti a livello atletico?

Diciamo che un anno senza gare si sente (solo cinque giorni di corse nel 2024 tra metà marzo e inizio maggio, ndr). So che sono indietro, ma so anche che posso solo migliorare. Sono consapevole che i primi sei mesi del 2025 saranno difficili per tanti motivi. Sono in una squadra nuova e devo capire come si corre qua o cosa devo fare. Mi mancano il ritmo gara e l’atmosfera che la circonda. I miei diesse mi hanno detto che sono disposti a sacrificare almeno metà stagione per farmi ritornare come prima. Di sicuro sento di avere un approccio diverso e questo mi dà serenità e motivazione.

Avverti la sensazione di ricominciare daccapo?

Mi sembra di essere tornata elite al primo anno quando fino a giugno/luglio hai la maturità (sorride, ndr). Mi sembra in effetti di avvicinarmi ad un nuovo sport, come se scoprissi qualcosa di diverso. Il 2024 è stato un anno difficile, però ho avuto la possibilità di guardare oltre, di togliermi il paraocchi. Prima sentivo che dovevo fare le cose per forza per poter correre. Quasi più per altri che per me. Ora mi gusto di più le situazioni e sono meno rigida con me stessa.

Brava Marta, non è da tutti saper fronteggiare una esperienza simile. Te ne rendi conto di questo?

Certo e sono tranquilla. Non mi imputo più la colpa di non essere forte come prima. Anzi sono contenta per quello che ho fatto per uscire da questa situazione. Ho dovuto resettare tutto, ma ne è valsa la pena. Ad esempio, mi piace quell’ordine di certi aspetti che mi ha dato la mia nuova squadra di cui vi parlavo prima. Sono sempre stata una molto metodica, ma adesso non lo vivo più come prima.

A Calpe si sfrutta il bel tempo per preparare le prime gare. Cavalli debutterà alla Setmana Valenciana (foto Picnic-PostNL)
A Calpe si sfrutta il bel tempo per preparare le prime gare. Cavalli debutterà alla Setmana Valenciana (foto Picnic-PostNL)
Nella Picnic-PostNL hai trovato Barale, Barbieri e Ciabocco. Le avevi sentite prima di firmare?

Ricordo che era fine estate quando ero entrata in contatto con i dirigenti ed in procinto di chiudere il contratto. Però non ho voluto chiamare nessuna di loro tre perché non volevo essere condizionata nella mia decisione. Sono sicura che mi avrebbero parlato bene della squadra, come è in realtà, e che mi avrebbero aiutata a dire di sì, come poi è successo. Volevo convincermi da sola di quello che stavo facendo, con piena responsabilità. Alla fine sono molto contenta di come sono andate le cose. Credo che sia stata una sorpresa per le mie compagne quando il diesse sulla chat della squadra mi ha inserito dandomi il benvenuto.

Visto quello che ci hai detto, ti sei prefissata ugualmente dei piccoli obiettivi?

Andrò per gradi, vivendo alla giornata. Ho dei compiti arretrati da recuperare (dice sorridendo, ndr). Dovrei esordire alla Setmana Valenciana (dal 13 al 16 febbraio, ndr) poi vedremo gara dopo gara. Ogni occasione sarà buona per vedere a che punto sono e cosa potrò fare. Marta Bastianelli l’ho sentita parecchio in questi mesi e mi ha fatto piacere. Vi ha detto che il mondiale è adatto a me. So che è duro, ma è molto in là col tempo ed io non ci penso adesso anche se è uno stimolo. Prima vediamo come vado che è quello più importante.

La settimana tipo… in Australia. Cosa fa Rachele Barbieri?

11.01.2025
5 min
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Rachele Barbieri ci racconta come sta trascorrendo i suoi giorni in Australia, dove si trova dal periodo di Natale insieme al suo fidanzato Manlio Moro. I due atleti sono ad Adelaide dal 27 dicembre e soggiornano presso alcuni parenti del friulano.

«Dopo molti anni – racconta Rachele – Manlio ha potuto riabbracciare i suoi zii. Anche grazie a questa opportunità ho chiesto al mio team (Picnic – PostNL) di poter partecipare al Tour Down Under. Già l’anno scorso ci avevo provato, ma non fu possibile. Stavolta mi sono mossa con maggiore anticipo. Ci siamo organizzati per tempo e il 26 dicembre siamo partiti dall’Italia. Qui il caldo è piacevole, non eccessivo, almeno per ora».

Rachele e Manlio: i due atleti hanno approfittato della presenza dei parenti di Moro in Australia per partire con largo anticipo
Rachele e Manlio: i due atleti hanno approfittato della presenza dei parenti di Moro in Australia per partire con largo anticipo
Come organizzi la tua settimana tipo?

Non ho una settimana standard. Di solito alterno tre giorni di carico a uno di scarico. Qui in Australia queste cadenze sono più regolari rispetto all’Italia, perché non devo adattare gli allenamenti al meteo. Inoltre, il caldo non è troppo intenso e l’adattamento al fuso orario è stato rapido: in un paio di giorni eravamo già in ritmo.

A che ora ti svegli?

Mi piace dormire, quindi non prima delle 9 o 9,30. In ogni caso, per le 11 sono in bici.

Come si svolge il primo giorno di carico?

Faccio un’uscita di circa 4 ore con lavori impegnativi. A volte li svolgo nella prima parte dell’allenamento, con gamba fresca, altre volte nella seconda parte, con gamba stanca. Questi lavori sono intensi e mirati alle volate. Alla fine percorro circa 110-120 chilometri. La media generale non è alta, perché i recuperi tra una ripetuta e l’altra sono molto tranquilli.

Cosa fai nel secondo giorno di carico?

E’ la giornata del doppio allenamento. Al mattino faccio due ore in bici con richiami di esplosività e accelerazioni in progressione. Nel pomeriggio vado in palestra, dove mi dedico a lavori su forza e potenza.

E il terzo giorno di carico?

Distanza pura: 5 ore, inserendo qualche salitella per spezzare la monotonia. Anche se qui non ci si annoia mai: tra i paesaggi, i koala e i canguri, c’è sempre qualcosa da osservare. Le salite non sono lunghe, al massimo 5-6 chilometri, e sono pedalabili, con continui saliscendi.

A che intensità lavori?

Principalmente in zona 1 (Z1), ogni tanto in zona 2 (Z2), a seconda del periodo. Ora che si avvicinano le gare, l’intensità è leggermente diminuita.

Come gestisci il giorno di scarico?

A volte riposo completamente, altre faccio un’uscita leggera di circa un’ora, in piena libertà.

Cambia qualcosa quando riprendi i giorni di carico?

Sì, inverto il primo e il terzo giorno.

Hai modificato la preparazione per adattarti al clima australiano?

Non per quanto riguarda le temperature, perché sto facendo un adattamento graduale. Però ho modulato i carichi in vista delle gare. A casa, con il freddo, non riuscivo a lavorare bene. Qui invece posso farlo. In caso di temperature troppo alte, tipo i 40 e passa gradi, avremmo apportato ulteriori modifiche, ma finora il clima è stato ideale.

Sarà che laggiù è estate, ma a detta di Rachele le verdure sono buonissime e ne mangia molte
Sarà che laggiù è estate, ma a detta di Rachele le verdure sono buonissime e ne mangia molte
L’alimentazione è cambiata?

In generale no, anche se alcuni alimenti, come il parmigiano, sono più difficili da trovare. Ho introdotto più porridge a colazione, grazie alla cugina di Manlio che lo fa molto buono e con tanta frutta fresca, ottima per queste temperature.

Cosa mangi quindi a colazione?

Porridge con frutta e cereali.

E a pranzo?

Carboidrati e una fonte proteica. Quindi riso o pasta abbinati a uova, carne, pesce o legumi. Sto aumentando il consumo di legumi nella mia dieta.

Cosa prevede la cena?

Una fonte proteica diversa da quella del pranzo, accompagnata da carboidrati come pane o patate, e tante verdure. Qui sono molto saporite e i parenti di Manlio hanno un orto. Frutta come mango e avocado non mancano mai.

Rachele Barbieri in azione: lo scorso anno non prese parte al Tour Down Under, ci torna dopo sei anni
Rachele Barbieri in azione: lo scorso anno non prese parte al Tour Down Under, ci torna dopo sei anni
C’è un dolce tipico che mangi?

Non molto a dire il vero, ma vicino a casa c’è una yogurteria dove puoi personalizzare lo yogurt con cereali, frutta e pistacchi. Quello è il nostro piccolo “sgarro”.

Come ti alimenti in bici?

Bevo di più, ma per il resto non è variato nulla. Una particolarità dell’Australia è che non ci sono fontanelle, quindi riempiamo le borracce nei bar, dove sono molto accoglienti e spesso ti chiedono loro se hai bisogno di acqua. Lì prendo anche qualcosa da mangiare per il resto dell’uscita.

E nel tempo libero? Fate i turisti?

Non troppo. Tra svegliarci tardi e allenarci, resta poco tempo. Abbiamo fatto stretching e anche dei massaggi presso una massaggiatrice della nazionale australiana che conosceva Manlio. Durante un giorno di riposo, siamo andati a fare una passeggiata nel centro di Adelaide: molto bello!

Hai avuto modo di visionare il percorso di gara?

No, perché la gara si svolge relativamente lontano da qui. Però, grazie a VeloViewer e al fatto che spesso ci sono circuiti, vedremo tutto nei prossimi giorni. La squadra è arrivata ieri, mentre si inizia a correre il 17 gennaio.

Per i prossimi tre anni Nalini vestirà la PicNic Post NL

10.01.2025
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Alla vigilia dell’ultimo Lombardia vinto da Pogacar, Nalini e il team Dsm Firmenich-PostNL avevano ufficializzato il proseguimento della loro collaborazione tecnica iniziata nel 2023. Nei giorni scorsi l’azienda di Castel d’Ario ci ha fornito qualche informazione in più sull’accordo con il team. Abbiamo infatti scoperto che avrà la durata di tre anni, a conferma di una collaborazione sempre più solida fra l’azienda della famiglia Mantovani e la formazione olandese. L’accordo interesserà la squadra maschile, quella femminile della nostra Marta Cavalli e il devo team.

Nalini vestirà tutte e tre le squadre della Picnic PostNL
Nalini vestirà tutte e tre le squadre della Picnic PostNL

Nuovo nome

Dai giorni del Lombardia molte cose sono cambiate, a cominciare dal nome del team olandese che ora si chiama PicNic PostNL. Nuova è anche la divisa in cui è il blu a farla da padrone e con in evidenza i loghi dei due sponsor principali che danno il nome alla squadra.

Stiamo parlando della catena di supermercati online PicNic, operativa in Olanda, Francia e Germania. L’altro sponsor principale è PostNL, la società di spedizioni postali e di e-commerce olandese, incaricato ufficiale dal Governo dei Paesi Bassi, operante anche in Germania, Belgio, Lussemburgo e Regno Unito.

La partnership tra Nalini e il team WT olandese è stata prolungata di altri tre anni
La partnership tra Nalini e il team WT olandese è stata prolungata di altri tre anni

Una stagione da ricordare

In attesa di riprendere le gare, il team PicNic Post NL può sicuramente ritenersi soddisfatto per i risultati raggiunti nel 2024. Sono infatti arrivate ben 22 vittorie che hanno reso quella appena trascorsa come la stagione migliore dal 2015. Va poi sottolineato che ben 18 successi sono arrivati da atleti provenienti dal devo team, a conferma dell’ottimo lavoro svolto dallo staff tecnico della squadra nella crescita dei giovani talenti.

Se c’è però un giorno da ricordare nel 2024, quello non può che essere legato alla prima tappa del Tour de France con l’arrivo in parata a Rimini di Romain Bardet e Frank Van de Broek, e con lo stesso Bardet capace di indossare la prima maglia gialla di quel Tour.

Un’altra maglia gialla è arrivata qualche settimana dopo al Tour de France Femmes con Charlotte Kool vincitrice della prima tappa e quindi della prima maglia gialla. Questi risultati hanno fatto sì che la squadra olandese sia entrata di diritto nella storia come il primo team capace di vincere nella stessa stagione la tappa di apertura del Tour de France maschile e femminile.

La squadra dal 1° gennaio 2025 ha cambiato nome passando da DSM-firmenich PostNL a Picnic PostNL
La squadra dal 1° gennaio 2025 ha cambiato nome passando da DSM-firmenich PostNL a Picnic PostNL

Parola all’azienda

La conferma per altri tre anni della collaborazione tecnica con il team PicNic PostNL rientra per Nalini in un disegno aziendale più ampio. Il focus è stato posto sul potenziamento della ricerca e dello sviluppo di soluzioni e di prodotti finalizzati alle più alte prestazioni. A confermarlo è Giuseppe Bovo, direttore generale Nalini: 

«Siamo orgogliosi che il rapporto fra Nalini e Picnic PostNL, consolidato ormai da anni di intensa collaborazione, prosegua per il prossimo triennio. I team World Tour, maschili e femminili, oggi più che mai, sono alla ricerca di un partner affidabile, focalizzato sullo sviluppo di soluzioni tecnologiche che rispondano alle specifiche esigenze della squadra stessa, talvolta anticipandole. Il reparto di ricerca Nalini si è posto come obiettivo il potenziamento delle proprietà aerodinamiche dei capi sviluppati ad hoc per questa squadra. In taluni casi, come nella messa a punto del tessuto con struttura 3D SKINSPEED, abbiamo voluto inserire in collezione le soluzioni più innovative e rivoluzionarie per renderle accessibili agli amatori che cercano la prestazione. Per la primavera-estate Nalini 2025 ci saranno un body e una maglia progettati con questa tecnologia».

Nalini