Partono i mondiali e Pontoni vuole fare il colpaccio

31.01.2025
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Iniziano i mondiali, tre giorni di gare a Lievin (FRA) che saranno la summa di una lunga stagione del ciclocross, iniziata a settembre e che in chiave italiana ha già detto molto. La nazionale azzurra si presenta in Francia con molte ambizioni, soprattutto legate alle categorie giovanili e questo è un trend che dura da tempo, in attesa che anche a livello elite (almeno al maschile) si possa recitare una parte importante.

Stefano Viezzi, iridato in carica juniores, cerca il podio al suo esordio nella categoria maggiore
Stefano Viezzi, iridato in carica juniores, cerca il compaccio al suo esordio nella categoria maggiore

Daniele Pontoni è pronto per la nuova avventura, anzi dalle sue parole si sente come ci sia la fremente attesa di cominciare e vedere se le premesse verranno confermate e si potrà aggiungere metallo prezioso al carniere. La spedizione azzurra è composta da 14 elementi, con una presenza in ogni categoria e questo è già un successo.

«I numeri sono quelli ormai soliti – dice il tecnico friulano – sin dalla mia prima edizione abbiamo sempre viaggiato fra i 13 e i 15 elementi, siamo nella media. Abbiamo scelto tutti coloro che lo hanno meritato, ma un accento lo porrei sulla presenza di Eva Lechner: è un tributo alla sua eccezionale carriera, a quel che ha fatto nel mondo dell’off-road, meritava di avere una vetrina simile per salutarla convenientemente, soprattutto ora che è attesa a gravosi compiti dirigenziali nell’Uci».

Per Eva Lechner l’ultima chiamata in nazionale, tributo a una grande carriera con l’argento iridato 2014
Per Eva Lechner l’ultima chiamata in nazionale, tributo a una grande carriera con l’argento iridato 2014
Che percorsi troveranno?

Non è un tracciato piatto, questo è sicuro e la sua interpretazione varia notevolmente in base al meteo, tanto è vero che da una settimana sono appiccicato alle previsioni per capire. C’è un dislivello di 170 metri che non è poco, anche se non c’è una vera e propria salita che fa la differenza, ma è tutto un saliscendi. E’ il tipico percorso francese, quindi con curve larghe e non molto angolate, dove è importante saper rilanciare subito e forte. Un percorso più fisico rispetto a quello degli europei, più impegnativo dove il clima può davvero cambiare tutto.

Hai una preferenza?

I ragazzi sono pronti per affrontare ogni tipo di situazione, percorso e meteo fanno parte del gioco. Siamo arrivati all’appuntamento dei mondiali carichi, con la consapevolezza che non si poteva fare di più. La preparazione, anche grazie al Gruppo Performance, è stata la migliore possibile e i risultati delle ultime prove di Coppa del Mondo sono molto confortanti.

Per Mattia Agostinacchio la delusione di Coppa deve trasformarsi in carica per i mondiali
Per Mattia Agostinacchio la delusione di Coppa deve trasformarsi in carica per i mondiali
Abbiamo una categoria, quella junior maschile, nella quale ci presentiamo con il campione europeo in carica e due atleti saliti sul podio di Coppa o finiti vicino. Quella quindi cui si guarda con maggiore interesse…

E’ stato importante ottenere quei risultati per salire nel ranking e partire più avanti possibile, anche se il percorso dei mondiali di Lievin ha una lunga salita iniziale nella quale anche chi è in seconda o terza fila ha tempo per guadagnare posizioni e ai ragazzi mi sono raccomandato su questo. Agostinacchio parte fra i favoriti, ma anche Pezzo Rosola e Grigolini hanno le loro chance, l’importante è cercare la corsia giusta in avvio ed entrare subito nel vivo della lotta. E’ una gara dove ci saranno tanti atleti che per valore così vicino potranno ambire al podio e i nostri ci sono. Confido molto nella voglia di riscatto di Grigolini, che a Benidorm è stato anche in testa alla gara, e nelle doti di recupero di Pezzo Rosola.

Il podio U23 di Hoogerheide con Del Grosso circondato da Sparfel e Viezzi, rivali anche a Lievin
Il podio U23 di Hoogerheide con Del Grosso circondato da Sparfel e Viezzi, rivali anche a Lievin
Per Mattia Agostinacchio aver perso la Coppa all’ultima gara può aver inciso sul morale?

E’ chiaro che a ogni gara vorresti il massimo, ma ci sono anche le giornate no. Quella di Mattia domenica a Hoogerheide è stata la peggiore in assoluto degli ultimi 3 anni: la classica gara dove tutto gira storto, ma finire secondo in classifica ha pur sempre un valore. Poi uno vuole sempre la parte della torta più grande, ma deve tradurre tutto ciò in voglia di rivalsa.

Al suo primo anno da under 23 Viezzi è già tra i favoriti, ti aspettavi questa crescita?

Sì, perché lo conosco, so quel che vale e poi è proprio la sua generazione che ha un passo in più. Domenica dietro Del Grosso c’erano lui e Sparfel, il suo rivale del mondiale juniores dello scorso anno. Stefano quando sente odore di grande appuntamento si trasforma e so che darà tutto per una medaglia, io dico che ne ha tutte le possibilità. Ma ci giochiamo carte importanti anche con la Pellizotti fra le juniores, dopo una stagione dove i risultati pur buoni non hanno reso giustizia al suo livello e la Casasola fra le elite, unica vera alternativa insieme all’ungherese Vas alle olandesi.

Sara Casasola a Namur. L’azzurra della Crelan Corendon punta al podio contro l’armata olandese
Sara Casasola a Namur. L’azzurra della Crelan Corendon punta al podio contro l’armata landese
Poi c’è la staffetta, tuo vecchio pallino…

E’ lo specchio del valore di un movimento, i ragazzi sanno che per me la prova inaugurale ha un significato speciale. Anche le altre nazioni, quelle che prima la sottovalutavano, ora ci tengono e lo si vede dagli schieramenti. La Francia è la favorita, noi però siamo lì per una medaglia e magari bissare l’oro europeo. L’importante è partire consapevoli di quanto è stato fatto. Abbiamo lavorato a lungo per stabilire la giusta strategia e quindi l’ordine di partenza delle frazioni, se i calcoli sono stati giusti…

Da juniores ai devo team: gli otto volti (+ uno) del ciclismo italiano

17.01.2025
6 min
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Nel 2025 saranno otto gli azzurri che passeranno under 23 in un devo team: Stefano Viezzi, Lorenzo Mark Finn, Andrea Bessega, Davide Stella, Enea Sambinello, David Zanutta, Ludovico Mellano e Luca Attolini. A questi si aggiunge un nono volto, che è quello di Roberto Capello. Quest’ultimo andrà a correre il suo secondo anno da juniores all’estero: al Team Grenke-Auto Eder. Una migrazione massiccia, segno che i nostri ragazzi attraggono lo sguardo delle grandi squadre che su di loro sono pronte a investire. Affrontiamo il discorso con Dino Salvoldi, cittì della nazionale juniores, il quale è rimasto in contatto con loro fino a pochi mesi fa. 

«Partiamo con il dire – ci aggancia Salvoldi – che non conosco le motivazioni di ognuno di loro. Alcuni parlano, chiedono dei consigli, mentre altri vanno per la loro strada. Quello che differenzia l’andare in un devo team, oppure in una formazione come la Vf Group-Bardiani-CSF Faizanè, è la prospettiva che queste realtà offrono a medio termine. Solitamente i ragazzi firmano contratti di quattro anni con la formula “due più due” ovvero: due stagioni nel devo team e due anni già nel WorldTour (la squadra dei Reverberi non ha una formazione di sviluppo, quindi i ragazzi passano subito professionisti, ndr)».

Davide Stella (a sinista) ed Enea Sambinello (a destra) sono passati U23 con il UAE Team Emirates Gen Z
Davide Stella (a sinista) ed Enea Sambinello (a destra) sono passati U23 con il UAE Team Emirates Gen Z

Programmazione

La grande differenza che le formazioni di sviluppo offrono è un calendario di livello e la sicurezza di avere, nella maggior parte dei casi, già degli accordi per passare professionisti. Non è sempre così, e molti ragazzi scelgono comunque di fare il salto tra gli under 23 in un devo team piuttosto che rimanere in Italia. 

«In queste squadre – prosegue Salvoldi – i corridori affrontano un calendario di grande qualità e per lo più internazionale, cosa che una squadra continental italiana fatica a proporre, alcune eccezioni in positivo ci sono. In una squadra development si affronta la stagione con una programmazione diversa. Si corre un po’ meno ma per obiettivi, i ragazzi apprendono delle caratteristiche funzionali al mondo dei professionisti. Non si guarda alla continuità di rendimento ma a una crescita. Sono discorsi che esulano dal “è troppo presto, è troppo tardi”».

Dopo due stagioni alla Borgo Molino Bessega è approdato alla Lidl-Trek Future Racing (foto Lidl-Trek)
Dopo due stagioni alla Borgo Molino Bessega è approdato alla Lidl-Trek Future Racing (foto Lidl-Trek)
Tutti i ragazzi che passano nel 2025 sono pronti?

Penso di sì, tutti con possibilità e caratteristiche differenti. Sono diverse anche le squadre, quindi generalizzare diventa un rischio. 

Ad esempio Lorenzo Finn continua un percorso iniziato nel 2024, quando era ancora juniores. 

Avete detto un nome non a caso. Lui è l’esempio di un corridore che ha le qualità naturali per diventare un professionista che gareggia per i grandi risultati. E’ tutto un altro modo di correre, improntato a vincere. Finn è l’esempio di uno che è pronto subito ad un certo tipo di attività, la stagione scorsa ne è un esempio (in apertura foto Maximilian Fries).

Poi c’è chi si è guadagnato questa occasione a suon di risultati, come Bessega e Sambinello

Questi due si sono guadagnati lo spazio nei rispettivi devo team grazie ai risultati ottenuti da juniores. Magari per il profilo di carriera che potranno fare non sarà di primo livello, cosa paragonabile a chi non ha avuto la stessa occasione. 

Ad esempio?

Andrea Donati e anche suo fratello Davide. Il secondo, che è più grande di un anno, ha fatto la prima stagione da under 23 alla Biesse Carrera e poi è passato al devo team della Red Bull-BORA-hansgrohe. Lo stesso cammino si prospetta per Andrea, il quale correrà con la Biesse nel 2025. 

Stefano Viezzi è approdato alla Alpecin Deceuninck Development, il suo percorso è legato molto alla doppia attività: ciclocross e strada
Stefano Viezzi è approdato alla Alpecin Deceuninck Development, il suo percorso è legato molto alla doppia attività: ciclocross e strada
Andrea Donati non ha ottenuto grandi risultati da juniores…

Non conta solo questo. Chi fa le selezioni all’interno dei team di sviluppo dovrebbe guardare il risultato legato alla prestazione. Un conto è vincere un campionato del mondo alla Lorenzo Finn, un altro è vincere tante gare restando sempre a ruota. Una figura che ha il compito di cercare il talento dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle prestazioni. I risultati contano fino a un certo punto. 

Per chi arriva da squadre juniores italiane un salto del genere rischia di essere troppo grande?

No. Il ciclismo si sta evolvendo e questo processo fa parte di un normale cammino di adattamento che coinvolge anche le squadre juniores. Quello che si faceva fino a un po’ di anni fa ora non basta più. Per i ragazzi approcciarsi a queste realtà nuove e professionali è solamente uno stimolo. Si sentono seguiti, controllati e li domina la curiosità, come giusto che sia nei giovani. Entrano in una routine, è come se fosse un lavoro.

Andrea Donati è rimasto in Italia e correrà alla Biesse Carrera Premac (photors.it)
Andrea Donati è rimasto in Italia e correrà alla Biesse Carrera Premac (photors.it)
Poi ci sono Attolini, Mellano e Zanutta che sono passati con la XDS Astana Development, consideri il loro passaggio più “soft”. 

Se intendete dire che sia meno impattante perché trovano più italiani direi di no. Non so che calendario faranno ma stiamo comunque parlando di una formazione di sviluppo di un team WorldTour.

Cosa pensi di questi tre ragazzi?

A mio avviso Mellano e Sambinello sono equiparabili. Sono i ragazzi che hanno avuto maggiore continuità durante la passata stagione. A livello di piazzamenti non hanno saltato una gara, erano sempre tra i migliori nelle corse più importanti del calendario italiano. Zanutta è un corridore di qualità, lui è un esempio di coloro che sono stati valutati per i numeri e non per i risultati ottenuti, alla pari di quanto fatto dalla UAE Team Gen Z con Davide Stella. 

Roberto Capello sarà il nuovo volto italiano del Team Grenke-Auto Eder, squadra juniores del panorama Red Bull (foto Maximilian Fries)
Roberto Capello sarà il nuovo volto italiano del Team Grenke-Auto Eder, squadra juniores del panorama Red Bull (foto Maximilian Fries)
Rimane Roberto Capello, che prende il posto di Finn alla Grenke-Auto Eder. 

E’ un atleta che in salita ha tantissima qualità, nonostante sia all’inizio del suo secondo anno da juniores. Si tratta di un corridore che è abituato a fare certi volumi di allenamento. Per concretizzare questi numeri in risultati deve migliorare molto tatticamente e nella guida della bici, ma è nel posto giusto. La Grenke-Auto Eder non prende i ragazzi a caso…

Roodhooft su Viezzi: «Grandi potenzialità… anche a crono»

13.12.2024
4 min
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L’argomento Stefano Viezzi resta caldo. E come potrebbe essere diversamente? Siamo in piena stagione di ciclocross, lui è il campione del mondo juniores in carica e, fra tre settimane, Stefano passerà all’Alpecin-Deceuninck, nel Development Team della squadra.

Viezzi è il nostro crossista con più ampie prospettive e, grazie a questo passaggio di squadra, tali opportunità si faranno ancora più concrete. In quel team il ciclocross non è considerato una disciplina secondaria, ma è messo sullo stesso piano della strada. Mathieu Van Der Poel ne è l’esempio massimo.

Di questo passaggio abbiamo parlato direttamente con i vertici della Alpecin-Deceuninck, in particolare con Philip Roodhooft, team manager della squadra belga.

Philip Roodhooft, team manager della Alpecin-Deceuninck
Philip Roodhooft, team manager della Alpecin-Deceuninck

Parla Roodhooft

È noto che i fratelli Roodhooft, Philip e Christoph, gestiscono con grande attenzione la transizione dei talenti dalle categorie giovanili al professionismo. Il loro scouting è sempre molto mirato, con pochi acquisti ma di grande qualità. L’acquisizione di Viezzi rientra nella loro strategia di sviluppo di giovani corridori con potenziale, in questo caso sia nel ciclocross che nelle gare su strada.

«Cosa ci ha convinto a portare Viezzi all’Alpecin? Il fatto che l’anno scorso sia stato così forte in Coppa del Mondo e ai Mondiali – dice Roodhooft. Noi crediamo che Stefano possa essere un atleta di alto livello non solo nel ciclocross, ma anche su strada e nelle cronometro».

Una dichiarazione che evidenzia quanto interesse ci sia attorno al ragazzo e quanto il team sia disposto a investire su di lui. Parlando di cronometro, è significativo sottolineare che in Italia pochi team, anche tra i più importanti, lavorano su questa specialità. Tuttavia, le prove contro il tempo non sono così distanti dal ciclocross in termini di sforzo metabolico, e a Viezzi le cronometro non dispiacciono affatto.

Stefano è molto forte anche su strada anche se quest’anno, in virtù dell’infortunio all’Eroica Juniores, ha faticato un po’ più del previsto (foto Instagram)
Stefano è molto forte anche su strada anche se quest’anno, in virtù dell’infortunio all’Eroica Juniores, ha faticato un po’ più del previsto (foto Instagram)

Primi contatti

Come lo stesso Viezzi ci ha raccontato qualche giorno fa, tra pochi giorni cambieranno molte cose e inizierà a lavorare a stretto contatto con il team. Il momento cruciale sarà in Spagna, dove gli atleti dei Roodhooft parteciperanno a un campo di allenamento specifico in vista dei Mondiali, che quest’anno si terranno proprio in Spagna.

«Viezzi – riprende Roodhooft – sarà con noi da gennaio. Continuerà a vivere in Italia, ma trascorrerà alcuni periodi in Belgio. Per lui ci saranno cambiamenti significativi, soprattutto per quanto riguarda la preparazione: in Belgio si lavora in modo molto diverso rispetto all’Italia. Tuttavia, visto che resterà con la sua squadra attuale fino al 31 dicembre, il vero cambiamento per Stefano arriverà con la stagione 2025-2026».

Sin qui Viezzi ha messo nel sacco 9 gare di cross. E’ al primo anno elite (foto Billiani)
Sin qui Viezzi ha messo nel sacco 9 gare di cross. E’ al primo anno elite (foto Billiani)

Obiettivo integrazione

Philip Roodhooft guarda al futuro con un approccio ponderato, senza fretta. Questo fa ben sperare, suggerendo che il team ha in mente un progetto a lungo termine per Viezzi.

La chiave di questo approdo è il connubio tra ciclocross e strada, una novità per un atleta italiano che punta all’eccellenza in entrambe le discipline. In tempi recenti, ci aveva provato Lorenzo Masciarelli, ma l’abruzzese non ha avuto troppa fortuna.

«Abbiamo già un’idea di come integrare Viezzi – spiega Roodhooft – ma è troppo presto per condividerla nei dettagli. Dobbiamo ancora conoscere meglio Stefano. Seguire il percorso di Van der Poel? Non sarebbe un confronto realistico, ma sarà un successo se Stefano diventerà un buon crossista e un buon stradista. Noi crediamo che sia possibile. Intanto, sapete cosa voglio? Che Stefano lavori sodo per imparare l’inglese, così potrà integrarsi meglio con la nostra struttura. Il resto verrà da sé».

Viezzi a “casa” Van Der Poel: «La scelta giusta per il futuro»

07.12.2024
5 min
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BREMBATE – Il sole cerca di salire alto nel cielo e scaldare le gambe e le guance dei corridori ma non ci riesce. E’ dicembre e al Trofeo Mamma e Papà Guerciotti, corso per la prima volta al Vittoria Park, il tempo è bello e freddo. Una vera giornata di ciclocross. I corridori, giunti in grande numero e chiamati a partecipare dal cittì Pontoni, cercano riparo sotto giacche a maniche lunghe e scaldacollo tirato su fino agli occhi. Si fa quasi fatica a riconoscerli, serve un secondo in più ma alla fine ci si riesce. Nell’arco dell’intera mattinata c’è tempo per girare tra camper e furgoni per parlare con tutti, tra curiosità e saluti ci imbattiamo in una figura alta e slanciata. Si tratta di Stefano Viezzi, campione del mondo juniores di ciclocross e da questo inverno passato under 23. Il talento del friulano ha attirato su di sé gli occhi della Alpecin Deceuninck, e dal 2025 sarà uno dei ragazzi del devo team

«La possibilità di andare a correre con loro – racconta – è arrivata alla fine della scorsa stagione di ciclocross. Tante erano le formazioni interessate ma l’unica, o una delle poche, che poteva offrirmi il binomio strada e cross era la Alpecin».

Per Viezzi futuro è chiaro: dal 2025 correrà nel devo team della Alpecin Decuninck (foto Billiani)
Per Viezzi futuro è chiaro: dal 2025 correrà nel devo team della Alpecin Decuninck (foto Billiani)

Non mollare il colpo

Sentire la voglia di Stefano Viezzi nel continuare la sua carriera sia su strada che nel ciclocross è una bella notizia. A qualcuno può risultare scontata, ma in questi anni tanti ragazzi hanno preferito smettere per dedicarsi alla strada. Vero che il talento dello spilungone friulano è indiscutibile, ma siamo certi che non tutti lo avrebbero premiato volentieri

«Per me il ciclocross è importante – continua – anche perché ormai lo faccio da un po’ di anni e penso che sia utile. Sia la strada per il ciclocross che viceversa. Sicuramente la Alpecin è un’ottima squadra, una delle top cinque, se non top tre al mondo. E’ un bel passo per la mia carriera e un grande salto di qualità che sicuramente mi aiuterà a crescere nel modo giusto». 

Viezzi al Trofeo Guerciotti ha colto un ottimo terzo posto tra gli elite
Viezzi al Trofeo Guerciotti ha colto un ottimo terzo posto tra gli elite
Correrai nello stesso team di Van Der Poel, anche se tu sarai nella development, che effetto fa?

Penso sia un buon segno perché lui è gestito dalla squadra e quindi anche io lo sarò. Da questo lato mi sento un po’ più sicuro, Van Der Poel è un grande atleta e negli anni hanno saputo come farlo rendere al meglio. Dagli allenamenti a tutto quello che ci sta dietro. 

E cos’è che ci sta dietro?

Delle piccole cose che a un certo livello possono fare la differenza, ad esempio avere la possibilità in inverno di fare dei ritiri in Spagna per farti salire di condizione è già un bel passo in avanti. 

La scelta di correre alla Alpecin Decuninck è dovuta al fatto di voler coltivare la multidisciplina
La scelta di correre alla Alpecin Decuninck è dovuta al fatto di voler coltivare la multidisciplina
Hai già parlato con il team per capire come lavorerai da gennaio? 

Mi faranno gareggiare e fare qualche gara in coppa con gli elite, di confrontarmi con una categoria superiore. Poi di farmi fare le gare più prestigiose e ovviamente c’è anche la questione nazionale. Ma in generale sono felice perché avrò parecchie chance. 

Com’è stato l’approccio con la categoria?

Sempre un po’ delicato perché affronto corridori con i quali non ho mai gareggiato e sono più grandi di me, anche di quattro anni. Un po’ me l’aspettavo, poi sto ancora recuperando dall’infortunio di questa primavera (il riferimento è alla frattura della clavicola all’Eroica Juniores, ndr). 

Viezzi correrà nello stesso team di Van Der Poel, un riferimento per il ciclocross
Viezzi correrà nello stesso team di Van Der Poel, un riferimento per il ciclocross
Quando è che fai il primo ritiro col team?

Prima del campionato mondiale di ciclocross (in programma il 2 febbraio a Liévin in Francia, ndr) in Spagna. Per una questione di allenamento andare al caldo aiuta a fare un carico di lavoro maggiore, sarà bello andare là e allenarmi come si deve. Avrò modo di conoscere la squadra, gli atleti con cui correrò e anche un po’ chi ci sta dietro.

Il primo ritiro con la squadra sarà incentrato sulla strada o sul cross?  

Sicuramente sarà un ritiro più bilanciato sulla parte del ciclocross perché a pochi giorni dal mondiale faremo una rifinitura così da arrivare al meglio. Ci saranno tutti i ragazzi della squadra, con grande probabilità ci divideremo a seconda degli impegni. 

Il friulano continuerà ad allenarsi in vista del mondiale di febbraio, per poi passare alla strada
Il friulano continuerà ad allenarsi in vista del mondiale di febbraio, per poi passare alla strada
Quando inizierai a correre su strada?

Si è parlato di qualche classica in Belgio, non penso di fermarmi ma di sfruttare la condizione fino a metà stagione. Poi inizieranno le gare a tappe. 

Grazie e in bocca al lupo! 

Crepi.

Guerciotti, vince Fontana ma alle sue spalle spunta Viezzi

01.12.2024
5 min
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BREMBATE – Lo scenario nel quale si svolge il 45° Trofeo Mamma e Papà Guerciotti è quello del Vittoria Park, la struttura realizzata dall’azienda bergamasca che ospita per la prima volta questa storica gara di ciclocross. Fettucciati e sterrato che costringono gli atleti a guidare bene la bici per poter fare la differenza. Il gelo nella notte ha ghiacciato il terreno e la paura di tutti i ragazzi, durante la prova del tracciato avvenuta in mattinata, era che potesse cedere e diventare sempre più morbido con il passare delle ore. E’ successo invece che le temperature si sono alzate, ma non così tanto da scaldare l’ambiente. Un tracciato che è rimasto compatto dall’inizio alla fine, sul quale contavano più la tattica e le abilità di guida

Filippo Fontana vince il 45° Trofeo Mamma e Papà Guerciotti in maglia tricolore
Filippo Fontana vince il 45° Trofeo Mamma e Papà Guerciotti in maglia tricolore

Gioia inaspettata

Lo sa bene Filippo Fontana, campione italiano in carica che ha giocato d’astuzia per vincere questa gara ambita e sulla quale gli atleti di spicco del nostro movimento del ciclocross puntano sempre. Il duello testa a testa con l’inglese Thomas Mein si risolve agli ultimi metri. Quando era importante farsi trovare davanti il campione del team CS Carabinieri Cicli Olympia non si è fatto attendere. Conquistando una vittoria che gli dona il giusto morale

«Sono molto felice – racconta ai margini del podio Fontana – alla fine era una vittoria che non mi aspettavo neanche. Quando arrivano successi del genere sono molto graditi. Alla fine direi che è stata una giornata perfetta. Non avevo una grandissima gamba, come è normale che sia visto che non ho una buona preparazione al momento. Tuttavia sono riuscito a limare e ho fatto una gara gestita molto bene. Per quello che erano le mie forze ho sparato la cartuccia all’ultimo giro, sapevo che avrei dovuto giocarmela così».

Nervi e tattica

Il ritmo lo ha impostato il britannico Mein fin da subito, cercando di allungare e scremare il gruppo dei 55 partenti. I due sono andati via con forza da metà gara in poi e si è subito capito che il livello fosse pari. Tra gambe e agilità nel muovere la bici tra curve e contropendenze nessuno dei due è riuscito a fare la differenza. 

«L’idea era di limare il più possibile – prosegue Fontana- almeno per vedere come si sarebbe poi svolta la gara. I primi giri ho lasciato tirare Mein, anche perché eravamo in tanti. Dopo metà gara ho provato ad allungare e siamo rimasti io e lui. Ci siamo dati praticamente cambi regolari fino alla fine della gara. All’ultimo giro mi ha lasciato davanti e ho gestito la cosa a mio favore. Nell’unico rettilineo, nel quale Mein avrebbe potuto passarmi, ho accelerato e sono riuscito a rimanere davanti. Nei tratti guidati, dove non era possibile sorpassare, ho respirato e abbassato leggermente il ritmo. Ho preso lo strappo finale in testa, era fondamentale, visto che negli ultimi cento metri la strada era stretta».

Giovani che scalpitano

Nella parte iniziale di gara alla coppia di testa si è accodato un pimpante Samuele Scappini, ragazzo under 23 che mostra di crescere bene e di essere in grande forma. Sull’ora di gara gli è mancato il ritmo per rimanere con i grandi e provare a vincere. Un problema meccanico gli ha tolto anche la soddisfazione del terzo posto, andato al campione del mondo juniores Stefano Viezzi. Tante attenzioni erano rivolte proprio al classe 2006, al primo approccio con il mondo dei grandi. 

«Non sono partito benissimo – analizza Viezzi – ho avuto un piccolo contatto in partenza che mi ha fatto un po’ indietreggiare. Mi sono trovato intorno alla ventesima posizione con l’obbligo di recuperare. Ho approfittato dei momenti morti davanti, quando si guardavano, per tornare sotto. E’ stato un continuo tira e molla perché appena tornavo sotto i primi ripartivano. Alla fine posso dirmi solo contento del piazzamento».

«L’approccio alla categoria – continua Viezzi, che dal 2025 sarà un corridore del devo team della Alpecin Deceuninck – penso sia buono. Correndo con gli elite posso solo crescere. Oggi, ma comunque in generale nell’ultimo periodo, sento che sto crescendo in vista degli appuntamenti importanti della stagione. Quello di massimo prestigio sarà il mondiale, al quale voglio arrivare alla mia massima condizione. Confrontarsi con questi atleti fa piacere, oltre a essere di calibro internazionale sono anche alla massima maturità. Io sono ancora troppo giovane per capire quale possa essere il mio livello, non mi pongo limiti».

Europei in partenza e Pontoni rilancia Viezzi

30.10.2024
5 min
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Partiranno domani alla volta di Pontevedra in Spagna i 15 azzurri che nel fine settimana prenderanno parte agli europei di ciclocross, facendo finalmente entrare la stagione sui prati nel suo vivo. Il cittì Daniele Pontoni ha preparato tutto, riservando anche una piccola sorpresa finale aggiungendo il nome dell’iridato junior Stefano Viezzi all’elenco inizialmente ufficializzato, spazzando via di fatto qualsiasi strascico polemico. Ora la parola sarà solamente affidata alle gambe dei suoi ragazzi.

Pontoni fra Persico e Arzuffi, sul podio continentale gravel. Un buon auspicio per Pontevedra
Pontoni fra Persico e Arzuffi, sul podio continentale gravel. Un buon auspicio per Pontevedra

Pontoni ha scelto una squadra completa, schierando atleti in ognuna delle 6 categorie individuali e naturalmente nella staffetta del sabato e ha visionato il percorso spagnolo, che peraltro già conosceva: «Ci eravamo stati con gli juniores un paio di anni fa, ma un mese fa ci sono tornato per rivederlo e soprattutto capire quali variazioni sarebbero state apportate. E’ un percorso veloce, tutto all’interno del parco e che alterna asfalto a terra battuta. Ci saranno però alcuni innesti».

Quali nello specifico?

So che gli organizzatori hanno previsto, dopo 600 metri di gara, almeno 50 metri su sabbia riportata. Poi metteranno sul percorso due ponti e uno di questi, abbinato a una rampa già esistente di 14 passi sarà la parte tecnicamente più impegnativa. L’altro ponte con gradini farà anche selezione.

Il dettaglio del tracciato iberico, contraddistinto da una partenza complicata e due ponti
Il dettaglio del tracciato iberico, contraddistinto da una partenza complicata e due ponti
Un percorso che la Casasola ci ha descritto come molto tattico, sentendo proprio le tue parole…

E’ veloce e penso che potrebbe anche svilupparsi in maniera molto strategica, ma ogni gara è a sé. Bisogna vedere come andranno le cose. Importante sarà partire bene e coloro che sono nelle prime due file avranno un indubbio vantaggio, nel caso dei nostri ragazzi da sfruttare, ma attenzione: alla partenza i crossisti si troveranno subito una curva a 90 gradi, lì bisognerà stare attenti a non cadere per non compromettere la gara.

Il percorso di Pontevedra si preannuncia molto veloce e basato sul ritmo gara (foto organizzatori)
Il percorso di Pontevedra si preannuncia molto veloce e basato sul ritmo gara (foto organizzatori)
Quali sono le categorie su cui punti di più?

Io intanto sottolineerei che saremo presenti in tutte le gare e questo è già un segnale. Il fermento c’è e la categoria junior maschile lo dimostra. Lo scorso anno avevamo incluso molti primo anno, ora alcuni di quei ragazzi si sono visti sorpassati da nuove leve come Grigolini e Pezzo, poi insieme a Fabbro c’è Agostinacchio che ha dimostrato di essere molto in forma e ha preparato l’appuntamento con attenzione. Fra le pari età la Pellizotti l’avevo coinvolta già lo scorso anno quand’era ancora allieva e con la Ferri forma una bella coppia d’attacco. Under 23: in campo maschile ritorna Scappini che dopo una stagione in chiaroscuro (ma più in scuro, a essere sinceri…) ho ritrovato brillante, lo vedremo insieme a Cafueri e poi appunto Viezzi, fra le ragazze ci affidiamo alla Bramati che ha già esperienza a questi livelli e alla Papo uscita molto bene dalla stagione su strada. Fra gli Elite tornano Bertolini e Ceolin, poi abbiamo Casasola e Baroni fra le ragazze quindi direi che siamo competitivi dappertutto, almeno per fare bella figura. Infine c’è la staffetta.

Per la Casasola impegno solo nella gara individuale, in staffetta correrà la Baroni (foto Mtb Nazgul)
Per la Casasola impegno solo nella gara individuale, in staffetta correrà la Baroni (foto Mtb Nazgul)
Che per te ha un valore particolare…

Ci tengo molto dopo la vittoria mondiale di Fayetteville, eppure agli europei un po’ per sfortuna e un po’ per nostri errori non siamo mai riusciti a emergere. Lo scorso anno sembrava fatta, ma quella medaglia buttata via non l’ho ancora digerita. Io dico che abbiamo tutto per farcela, tra l’altro avremo in gara la Baroni che mi dà affidabilità visto che la Casasola avrà gareggiato sul Koppenberg venerdì. Voglio darle tempo per recuperare per domenica, anche se sappiamo che a questi livelli si è abituati a gareggiare ogni giorno. Un aspetto da considerare, a proposito del team relay, è che è anche propedeutico per la gara individuale, perché permette di abituarsi al percorso.

Veniamo all’argomento Viezzi, inizialmente escluso: perché?

Perché volevo vedere da parte sua una reazione dopo il difficile inizio stagione e tutte le difficoltà attraversate. So che la sua vicenda si è risolta, fino al 31 dicembre correrà per il vecchio team e poi passerà all’Alpecin, a me però interessava vedere una sua reazione tecnica e psicologica. Nel fine settimana ho visto i segnali che volevo, a Salvirola ha anche rischiato di vincere contro gli elite. Mi ha dato le certezze che cercavo.

Per Viezzi futuro più chiaro: dal 2025 correrà nel team di Van der Poel, il suo sogno (foto Billiani)
Per Viezzi futuro più chiaro: dal 2025 correrà nel team di Van der Poel, il suo sogno (foto Billiani)
Con Viezzi e la Casasola diventano tre i corridori italiani che militeranno in team esteri: pensi che sia un fenomeno in espansione?

Io credo di sì, tra l’altro ho avuto ripetute occasioni per confrontarmi con il team manager di Sara per programmare bene la sua stagione, per questo abbiamo deciso di comune accordo di farle saltare la staffetta. Fare attività all’estero significa essere a un altro livello, gareggiare sempre contro i migliori e crescere, posso dirlo per aver sperimentato di persona che cosa significa. Ha anche ragione la Arzuffi: l’adattamento non è semplice, non riesce a tutti e sempre, è l’incognita da mettere in preventivo più che altro perché ci sono lunghi periodi di permanenza in Belgio e Olanda per gare a ripetizione. Se si supera quello scoglio, diventa tutto più semplice.

Parola ad Agostinacchio, lo junior che vince sempre

21.10.2024
5 min
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La stagione di ciclocross appena iniziata ha trovato già un sicuro protagonista nella categoria junior, orfana del campione del mondo Stefano Viezzi salito ai piani superiori. Il personaggio in questione è Mattia Agostinacchio, approdato quest’anno alla Fas Airport Service Guerciotti seguendo le orme di suo fratello Filippo e sabato, sul fango e sotto l’acqua di Jesolo, ha condiviso per la prima volta con suo fratello la gioia della vittoria.

A Jesolo il valdostano ha trovato tanto fango, non le sue condizioni preferite (foto Billiani)
A Jesolo il valdostano ha trovato tanto fango, non le sue condizioni preferite (foto Billiani)

Mattia quest’anno non ha fallito un colpo: due successi al Giro delle Regioni e il sigillo a Jesolo, in una gara difficile non solo per le condizioni climatiche: «Sono partito male, anche peggio del solito e mi sono trovato intruppato nel gruppo. Ho iniziato subito a risalire e nel secondo giro ho provato subito a fare selezione per trasformare la gara in una prova solitaria, come piace a me. Anche perché su quel percorso non c’era da correre rischi».

Come ti trovi a gareggiare in condizioni simili, che tanto amano nell’Europa del Nord?

Non sono propriamente le mie preferite, io gradisco percorsi più tecnici dove la differenza non la fa il fango o il galleggiamento ma la guida, la forza in salita. A Jesolo abbiamo trovato tanto fango soprattutto nelle curve, un fango colloso che si attaccava alle gomme. Non è stata una gara facile, sicuramente è stata la più complicata che ho finora incontrato nella stagione.

E’ una stagione importante per te e per i tuoi compagni di categoria, avete una responsabilità pesante da portarvi dietro considerando che siamo campioni del mondo di categoria…

Lo so bene. E’ una responsabilità che sentiamo molto e proprio per questo sto preparando con grande attenzione l’europeo, perché sarà la prima occasione di confronto con gli stranieri. Ma per allora bisogna lavorare tanto e soprattutto migliorare il proprio ranking in modo da poter partire in prima fila, per questo non salto nessuna prova internazionale del calendario italiano.

In azzurro nella mtb, su  strada e presumibilmente anche nel ciclocross (il fratello Filippo è stato anche ai mondiali gravel), sei espressione pura della nuova generazione legata alla multidisciplina. Hai una preferenza?

Difficile a dirsi, diciamo che mi concentro su quel che faccio al momento. Nel 2023 una caduta in mtb mi aveva portato a stare 15 giorni in ospedale e per riprendermi, viste le troppe vibrazioni sulla mountain bike ho provato la strada. L’anno dopo ero già in nazionale. Non mi pongo domande, dove il mio percorso su due ruote mi porterà, io andrò…

I protagonisti del raduno azzurro a Jesolo, 4 maschi e 4 femmine insieme al cittì Pontoni
I protagonisti del raduno azzurro a Jesolo, 4 maschi e 4 femmine insieme al cittì Pontoni
Intanto eri in nazionale nel raduno che il cittì Pontoni ha fatto a Jesolo. In che cosa è consistito?

Abbiamo lavorato molto su tutto quel che circonda una gara di ciclocross: l’alimentazione, il riscaldamento, l’approccio tattico ma anche mentale. Sono stati tre giorni intensi dove ho imparato molto, culminati con le gare. Pontoni non ci ha dato veri e propri consigli, era quasi un professore che ci ha insegnato come avvicinarci alle gare che contano e ora stanno arrivando quelle importanti.

A cominciare dall’europeo. Che cosa ti aspetti?

Non mi pongo particolari obiettivi se non quello di partire davanti e poi capire qual è il mio reale valore rispetto agli altri. Poi da lì inizierà la vera e propria stagione internazionale, gareggiando con il team azzurro o con il mio. Io spero solo di trovare i percorsi giusti che mi facciano emergere, che esaltino le mie qualità.

Su strada una stagione positva per Mattia, vincitore anche del GP BCC a Cantù (foto Rodella)
Su strada una stagione positva per Mattia, vincitore anche del GP BCC a Cantù (foto Rodella)
Sei al secondo anno di categoria. Secondo te il livello generale in Italia, rispetto a un anno fa quando c’era anche l’annata di Viezzi e compagnia, è molto diverso?

No, siamo alla pari secondo me. E’ chiaro che con un anno in più, con l’esperienza dalla mia parte le cose almeno per me sono cambiate, ma anche chi lotta con me, Grigolini e Serangeli in primis, è di alto livello. Per questo la sfida europea di inizio novembre è così importante, capiremo davvero a che punto siamo nella gerarchia continentale.

Viezzi al palo, con grandi progetti in tasca

14.10.2024
6 min
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Terza tappa del Giro delle Regioni a Osoppo, ma il più atteso non c’era. Stefano Viezzi, campione del mondo juniores, ha saltato l’appuntamento e non si sa quando tornerà alle gare. Un guaio fisico? No, c’è da risolvere una questione delicata, legata al suo cambio di squadra.

Che ci fosse qualche problema lo avevamo capito in settimana, quando sul profilo Instagram di bici.PRO il Fan Page Viezziofficial aveva commentato la story dell’articolo su Salvoldi e i suoi ragazzi: “In primo piano il campione del mondo Viezzi. In questi giorni boicottato dalla sua squadra DP66. Incredibile storia tutta italiana”.

Per Viezzi la maglia iridata resta ben custodita nel cassetto. Da U23 tutto ricomincia
Per Viezzi la maglia iridata resta ben custodita nel cassetto. Da U23 tutto ricomincia, ma con grandi ambizioni

Era importante saperne di più e Viezzi non si è tirato indietro, spiegando con garbo la situazione: «Domenica scorsa a Tarvisio era andato tutto bene, ma la società non voleva che gareggiassi con le mie nuove bici. Il team utilizza le Dynatek, ma io sono passato alla Canyon. Con il team ci siamo chiariti, ma a Osoppo non mi hanno iscritto. Ora aspetto il loro nullaosta, essendo fino a fine dicembre ancora junior per la Federazione anche se nel ciclocross gareggio già da U23. Poi potrò cambiare squadra».

Dopo la vittoria del titolo mondiale ti sono arrivate proposte, anche da team stranieri?

Molte, da valutare bene considerando anche il mio futuro su strada.

Viezzi in gara a Tarvisio. Da notare il telaio coperto dall’adesivo del team (foto Billiani)
Viezzi in gara a Tarvisio. Da notare il telaio coperto dall’adesivo del team (foto Billiani)
D’altronde il tuo profilo corrisponde in maniera pressoché perfetta a quelli che cerca l’Alpecin Deceuninck. E’ quella la tua destinazione? Il marchio delle bici è più che un indizio…

Non ci sono solo loro che fra i team WorldTour o altri permettono la doppia attività. Attendiamo che la situazione si sblocchi e poi potrò annunciare il passaggio alla nuova squadra.

La prima tua apparizione da under 23 com’era andata?

Non era stata propriamente semplice, considerando che sono dovuto partire quasi dal fondo e che in partenza ho subìto qualche intoppo. Poi però mi sono trovato bene, anche oltre le mie aspettative considerando che per la prima volta affrontavo una gara da un’ora, quando da junior si arrivava a 40 minuti. Sicuramente la condizione acquisita su strada mi ha dato una mano. Mi aspettavo dei disagi che invece non ci sono stati.

Per l’iridato del cross subito una vittoria su strada, alla Coppa Palazzolo con 2’40” sul gruppo
Per l’iridato del cross subito una vittoria su strada, alla Coppa Palazzolo con 2’40” sul gruppo
Della delicata situazione contrattuale hai parlato anche con il cittì Pontoni, che è legato al tuo vecchio team?

Sì, ma giustamente non vuole entrare nello specifico. Mi ha detto comunque che vorrebbe che gareggiassi il più possibile anche perché l’approccio con la nuova categoria è delicato e già a novembre ci sono obiettivi importanti come l’europeo.

La stagione su strada com’è stata nel suo complesso?

Un po’ strana a dir la verità. Ero partito bene con una vittoria alla Coppa Palazzolo il 1° aprile, ci tenevo a far bene all’Eroica e la prima tappa avevamo già conquistato un bel terzo posto nella cronosquadre, ma il giorno dopo sono caduto fratturandomi una clavicola. La ripresa è stata più lunga del previsto, anche perché la frattura era nella parte esterna vicino alla spalla, quella dove porto la bici nel ciclocross. Ho fatto una lunga riabilitazione, alla fine sono tornato a gareggiare a fine agosto.

In 600 in gara a Osoppo nella terza tappa del Giro delle Regioni, che tornerà il 3 novembre (foto BIlliani)
In 600 in gara a Osoppo nella terza tappa del Giro delle Regioni, che tornerà il 3 novembre (foto Billiani)
Da lì le cose come sono andate?

Non ho avuto molto tempo per ritrovare il giusto colpo di pedale in gara, ma alla fine ho trovato un paio di buoni piazzamenti al Lunigiana che mi hanno dato fiducia, permettendomi anche di chiudere 7° in classifica. Io comunque a settembre ero già mentalmente proiettato verso la stagione del ciclocross, ma posso dire che quella è stata la gara dove mi sono trovato meglio. Ci tengo a far bene nel mio approccio con la nuova categoria, prima nel ciclocross e poi su strada.

Cominci a sentirti anche stradista oltre che crossista?

Sono due cose molto diverse. Nell’attività invernale la preparazione è diversa ma anche gli spazi tra una gara e l’altra. Almeno da junior su strada avevamo praticamente gare nel weekend e il resto allenamento, nel ciclocross ci sono eventi a getto più continuo. Ma io credo che se vuoi fare questo mestiere ti abitui a qualsiasi siano le necessità.

Avresti problemi a trasferirti in un team estero?

Penso che nel ciclismo d’oggi, problemi non li abbia nessuno, anzi se hai ambizione lo metti in preventivo. L’importante è l’organizzazione che trovi e, per me, la possibilità di seguire entrambe le discipline.

Come ti sei trovato al tuo approccio con una gara diversa da quelle già affrontate sui prati come a Tarvisio, lunghezza a parte?

Era tutto abbastanza nuovo, soprattutto gli avversari, gente che calca quei palcoscenici anche da una decina d’anni. Per me imparare a conoscerli è importante in questa fase. So che nell’ambiente tutti mi stanno con gli occhi addosso come se la maglia iridata ce l’avessi sempre indosso, anche se non posso indossarla. Ma io sono tranquillo, quel che dovevo dimostrare l’ho fatto vedere nella passata stagione, ora affronto le gare sicuro di me, anche se ognuna sarà una scoperta. Ma non nego che ho grandi ambizioni, l’importante è sbrogliare la situazione quanto prima.

Giro delle Regioni, Bertolini torna nel suo mondo

07.10.2024
5 min
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Una vittoria con dedica speciale. La seconda tappa del Giro delle Regioni di ciclocross ospitata a Tarvisio va in archivio nel segno di Gioele Bertolini, il cui primo pensiero a fine gara è stato dedicare il suo successo a Vito Di Tano, l’ex diesse della Fas Airport Service Guerciotti (ma soprattutto ex campione del mondo) chiamato a 70 anni ad affrontare una dura sfida contro un tumore, per la quale anche noi facciamo un tifo sfrenato per lui…

Bertolini era al suo esordio stagionale e sul fango di Tarvisio, in una gara da vero ciclocross, ha ripreso il feeling con la vittoria ripartendo da quanto fatto durante l’anno in Mtb: «La stagione è stata positiva, sono tornato ad esprimermi ad un buon livello: la vittoria di due circuiti e di 3 corse internazionali credo siano un buon bottino e certamente devo ringraziare anche il Centro Sportivo Esercito che mi aiuta e supporta sempre. Nel ciclocross siamo solo agli inizi, mi sono presentato in una buona condizione, ma credo che c’è ancora molto da lavorare e la brillantezza arriverà più avanti».

Bertolini davanti a Ceolin. Già a Tarvisio il “Bullo” ha mostrato un’ottima condizione (foto Paletti)
Bertolini davanti a Ceolin. Già a Tarvisio il “Bullo” ha mostrato un’ottima condizione (foto Paletti)

I giovani col fiato sul collo…

La vittoria di Bertolini è arrivata al termine di una bella sfida con il vincitore di Corridonia Samuele Scappini: «La mia condizione è buona ma sto svolgendo dei lavori in palestra che non mi consentono di esprimermi come vorrei e poi ho trovato un avversario molto ostico come l’umbro, che mi ha tenuto il fiato sul collo per tutta la corsa».

Dietro, esordio tutto sommato positivo per il campione del mondo junior Stefano Viezzi, passato di categoria e capace di rimontare molte posizioni partendo da dietro, fino alla quinta: «Ero curioso di vedere come si esprimeva nella maggior categoria – afferma Bertolini – e devo dire che è già partito molto forte. E’ un ragazzo molto intelligente ed ha affianco a sé una dei corridori che hanno fatto la storia di questo sport, nonché nostro cittì, e saprà cogliere il meglio dei consigli che gli darà per esprimersi al meglio alle corse».

Sul traguardo Bertolini ha preceduto Scappini, Ceolin, Folcarelli e Viezzi (foto Paletti)
Sul traguardo Bertolini ha preceduto Scappini, Ceolin, Folcarelli e Viezzi (foto Paletti)

Splendido bis per Borello

Se in campo maschile c’è stato subito un cambio nelle gerarchie, fra le donne seconda vittoria consecutiva per Carlotta Borello (Team Cingolani), ma questa volta con molto maggior margine rispetto a Corridonia: «Era un percorso più esigente – racconta la vincitrice che ha preceduto la rientrante Rebecca Gariboldi, assente a Corridonia perché convolata a nozze – con un’altimetria non indifferente, il fango lo ha reso ancora più duro. A Tarvisio sono andata molto meglio della settimana prima, dopo metà del primo giro avevo già fatto la differenza».

La Borello, che seguirà tutto lo sviluppo del Giro puntando al successo finale, viene da una buona stagione alla BTC City Liubljana: «Ho lavorato molto per le compagne, più che risultati ho accumulato chilometri. Io mi sento più una ciclocrossista prestata alla strada (che pure mi piace), infatti ad agosto e settembre corro soprattutto per trovare la condizione in vista dell’inverno».

Ciclismo, ma anche ginnastica…

D’altronde non potrebbe essere altrimenti abbinando la sua attività ciclistica con quella lavorativa: «Mi sono laureata in Scienze Motorie lo scorso anno e da allora lavoro in alcune palestre tutti i pomeriggi insegnando ginnastica artistica, altro sport praticato da piccola. Dopo le imprese azzurre a Parigi, che non mi sono persa neanche per un minuto, c’è stato un autentico boom di richieste».

Il lavoro comunque non le impedisce di ambire a qualcosa d’importante anche nel ciclocross: «E’ chiaro che a una maglia azzurra ci spero come ci sperano tutti, ma passando Elite è più difficile, ci sono meno posti anche perché la concorrenza estera è molto maggiore e più forte. Non mi pongo obiettivi per non restare delusa, vedremo se i risultati mi porteranno anche a qualcosa d’importante».

Lampi fra gli juniores

Capitolo juniores: se in campo femminile si conferma Giorgia Pellizotti (Sanfiorese), fra i ragazzi c’è stata una piccola impresa per Mattia Agostinacchio (Fas Airport Service Guerciotti), che dopo essere andato in fuga e aver forato, vedendo il leader di classifica Filippo Grigolini (Team Cingolani) sfilargli davanti, è rimontato in sella facendo di nuovo la differenza. Un bel segnale non solo per il prosieguo del Giro delle Regioni, che fa rotta verso Osoppo per la terza tappa di domenica prossima, ma anche per la stagione internazionale.