Paolo Rosola, Paola Pezzo e due figli in cerca di futuro

18.01.2025
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Nella loro casa, il ciclismo è un affare di famiglia. Per questo quando domenica scorsa Patrick ha conquistato il titolo italiano di ciclocross fra gli juniores, al dodicesimo giorno nella categoria, Paolo Rosola e la sua compagna Paola Pezzo erano al settimo cielo. Dopo un mese di gare in Belgio, il tricolore ha confermato quanto di buono hanno sempre pensato del figlio più piccolo.

La stagione sta cominciando. Kevin si accinge a correre per il secondo anno con la General Store di cui Paolo è il diesse. Il piccolo sta per debuttare fra gli juniores anche su strada con la veronese Assali Stefen. Parlarne con loro padre è il modo per vivere da un lato le sensazioni della famiglia, dall’altro rendersi conto di alcune dinamiche del ciclismo di adesso.

Sul podio tricolore juniores di Faè d’Oderzo, Patrick Pezzo Rosola ha preceduto Fabbro e Grigolini (foto Bicitv)
Sul podio tricolore juniores di Faè d’Oderzo, Patrick Pezzo Rosola ha preceduto Fabbro e Grigolini (foto Bicitv)
E’ arrivata la maglia tricolore, ve la aspettavate?

Patrick sta venendo su piano piano, avendo avuto anche l’esperienza di Kevin. Lui è stato un po’ sfortunato. Sta uscendo adesso, ma ha tempi molto stretti, dato che ha 22 anni. Non ha un procuratore, se vai forte a cosa serve? E poi nemmeno lo guarderebbero più, visto che cercano corridori sempre più giovani.

Come se 22 anni fossero troppi per crederci ancora…

Si trova nella situazione di tanti altri. Parlo anche per loro e purtroppo noto che di tanti preparatori e direttori sportivi italiani che abbiamo nel mondo, non c’è stato mai nessuno che abbia dato una mano a inserire i ragazzi di 22 anni. Vanno forte, magari hanno avuto qualche intoppo eppure sono ancora qui.

Qualche intoppo?

I ragazzi del 2022 hanno uno sviluppo diverso rispetto a quelli di adesso. Tanti non hanno tenuto in considerazione che hanno perso almeno il secondo anno da juniores per il Covid. Oggi le squadre sono alla ricerca dei fenomeni, quelli con la cilindrata potente. Quello che forse abbiamo sbagliato con Kevin è avergli lasciato fare troppo fuoristrada da ragazzino, ma non si pensava mai che si andasse a finire così.

Chiusa la stagione del cross, dal 2 febbraio Patrick Pezzo Rosola si dedicherà alla strada
Chiusa la stagione del cross, dal 2 febbraio Patrick Pezzo Rosola si dedicherà alla strada
Così come?

E’ arrivato su strada dal fuoristrada, senza il secondo anno da junior, in un ciclismo velocissimo. Ha avuto un adattamento più che faticoso. Invece Patrick è partito diversamente. Ha fatto ugualmente il fuoristrada da giovane, però da esordiente ha cominciato a correre anche su strada, ha fatto la multidisciplina.

Senza sbilanciarsi da una parte o l’altra?

Esatto, non si è precluso alcuna possibilità e alla fine ha scelto la strada. Non si limita al ciclocross, però abbiamo dovuto lasciare andare la mountain bike. E’ stata una sua scelta. Anche in famiglia, pur avendo la mamma campionessa olimpica e il sottoscritto che dopo la carriera su strada è passato al fuoristrada, ci siamo resi conto che la mountain bike non ti dà un futuro. Ci sarebbe toccato girare il mondo per ottenere poco. Invece così è a casa, su strada ha fatto i suoi numeri ed è tanto competitivo.

Era nell’aria che potesse vincere il campionato italiano juniores?

Siamo stati un mese in Belgio col camper: Paola, lui ed io. Lassù nel giro di due ore hai tutte le gare che vuoi. Avremmo potuto anche continuare, ci invitavano, ma a un certo punto abbiamo detto basta. Ha corso senza pressione, per capire gli sbagli, leggere i percorsi e imparare come corrono lassù. Abbiamo fatto Namur, ha corso anche la Coppa del mondo con la nazionale, poi ci siamo fermati e siamo rientrati il 31 dicembre.

A Loenhout per Patrick il secondo posto a 5″ dal ceko Krystof Bazant (foto Exact Cross)
A Loenhout per Patrick il secondo posto a 5″ dal ceko Krystof Bazant (foto Exact Cross)
E una volta a casa?

Prima è andato in ritiro con la squadra della strada. Si è fatto un po’ di chilometri senza pensare al campionato italiano e poi siamo andati a correre. Forse non eravamo certi che avrebbe vinto, ma al podio si puntava. E adesso dopo il mondiale si chiude col cross e si cambiano gli scenari.

E’ davvero così determinato?

Non sta subendo la pressione dei genitori. Va a scuola, è un ragazzo normale, non pensa solo alla bici, ma quando serve è concentrato. Ha il carattere di sua mamma, sto rivedendo Paola.

E’ stato allievo con l’Ausonia Pescantina e ora correrà con la Assali?

Esatto, sono di Verona e ci viene comodo perché è vicino casa. Ha avuto richieste da altre squadre, ma abbiamo preferito così per conciliare meglio tutti i nostri impegni. Però lo seguono il suo preparatore e il fratello che lo consiglia su tutto. Ci ha chiesto Patrick di avere un preparatore e adesso lavora con Riccardo Bernabè che è con noi alla General Store. Prima non sapeva nemmeno cosa fosse un cardio, oggi invece devi saper usare gli strumenti, perché fanno parte del lavoro.

Kevin Pezzo Rosola ha vinto la Coppa della Pace, una delle internazionali più severe dell’estate
Kevin Pezzo Rosola ha vinto la Coppa della Pace, una delle internazionali più severe dell’estate
Cosa si può dire di Kevin?

Penso che abbia i numeri, negli ultimi tempi è cresciuto molto tanto da aver fatto bei piazzamenti e vinto la Coppa della Pace. Ha perso il secondo anno da junior e ha faticato per trovare la sua dimensione. Il preparatore dice che i test sono buoni, ma l’ho offerto a tante squadre e nessuno me l’ha preso.

Per quali motivazioni?

Mi sono sentito dire cose di cui avrei fatto a meno. Il sistema è cambiato. Se vuoi un lavoro, devi passare attraverso le agenzie e difficilmente arrivi a chi il lavoro deve dartelo davvero. Questo è il mondo. Una volta c’era il padrone e parlavi direttamente con lui, adesso ci sono dei filtri. Per le grandi squadre è diventato più facile, non devono neanche andarli a cercare, perché glieli portano. Non è un sistema perfetto, però bisogna dire che funziona. 

E’ difficile fare il direttore sportivo di tuo figlio?

Molto, perché devi mandare giù certe cose e anche certe scelte della società. Quando parli con i ragazzi, lui è sempre quello che viene messo in discussione. E questa è una cosa che non succederà se dovessi ritrovarmi anche con Patrick. O smetto di fare il direttore sportivo, oppure vado in un’altra squadra. Patrick sarà molto più libero, voglio che faccia le sue scelte.

Kevin Pezzo Rosola ha chiuso la stagione al Giro del Veneto e alla Veneto Classic
Kevin Pezzo Rosola ha chiuso la stagione al Giro del Veneto e alla Veneto Classic
In tutto questo mamma Paola cosa fa?

E’ una che ha vinto due Olimpiadi, il carattere non le manca. Fa la mamma, li consiglia, li aiuta, magari non nella preparazione della gara, ma in tutto il resto. Più Patrick che Kevin, perché lui ormai convive con la sua compagna.

Dicevi di Patrick che è un ragazzo normale che va a scuola.

Fa una scuola alternativa al lavoro che dura tre anni, così se dall’anno prossimo diventerà un corridore, sarà libero di farlo a tempo pieno. Se poi vorrà continuare a studiare, potrà comunque farlo. Nell’ultimo periodo del ciclocross, andava a lavorare. Faceva le otto ore da elettricista, veniva a casa, andava in bici e via. A volte la scuola gli ha lasciato un giorno o due per potersi allenare, ma fra ottobre e novembre ha sempre lavorato eppure in gara andava bene. Questo significa che il ragazzo c’è e ha passione. Il mio sogno sarebbe vederli correre nella stessa squadra, chissà che non ci si possa riuscire…