Italiani ciclocross, Fontana più forte di gelo e avversari

14.01.2024
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CREMONA – Dal freezer del Parco del Po “Maffo Vialli” spuntano nella nebbia alla spicciolata i nuovi campioni italiani di ciclocross. Le temperature non mollano praticamente mai. Gli atleti devono spremere a fondo il proprio motore per non sentire il costante “sottozero” che li accompagna nel fettucciato e sull’argine del Grande Fiume del percorso.

Gli elite maschili vengono anticipati al mattino per esigenze televisive rispetto al programma originario e per qualcuno, paradossalmente, è stato meglio così. La corsa è senza storia. Filippo Fontana (CS Carabinieri Cicli Olympia) bissa il tricolore del 2023 distanziando Jakub Dorigoni (Torpado Kenda Factory) di 1’07”, bravo a sua volta ad anticipare di una manciata di metri Gioele Bertolini (CS Esercito), uno dei favoriti della vigilia.

Fontana ha preso subito il largo e alle sue spalle Dorigoni ha tagliato il traguardo a 1’07” (foto Giorgio De Negri)
Fontana ha preso subito il largo e alle sue spalle Dorigoni ha tagliato il traguardo a 1’07” (foto Giorgio De Negri)

Il giusto assetto

Nel ciclocross una componente importante la ricopre la scelta dell’assetto. Sul tracciato di Cremona bisognava fare tanti pensieri e forse qualche azzardo. Quello delle gomme ha parzialmente influito sull’esito della corsa.

«Ho totalmente sbagliato la scelta dei copertoni – dice Bertolini dopo le premiazioni – e ho pagato strada facendo. Tuttavia devo riconoscere onestamente che non è per quello se non ho vinto e ho chiuso terzo. Oggi Fontana è stato decisamente superiore a tutti».

«Stamattina – spiega qualche minuto dopo Fontana sotto la tenda adibita a spogliatoio – durante le prove avevo deciso per l’asciutto posteriore e il fango anteriore, però c’era troppo ghiaccio. Solo all’ultimo giro, praticamente dieci minuti prima della partenza si stava sciogliendo e così ho optato per fango davanti e dietro. In pratica come avevamo provato ieri durante la ricognizione quasi allo stesso orario».

Per Fontana, la sesta maglia tricolore è un ottimo inizio di 2024. Dietro di lui Dorigoni e Bertolini (foto Giorgio De Negri)
Per Fontana, la sesta maglia tricolore è un ottimo inizio di 2024. Dietro di lui Dorigoni e Bertolini (foto Giorgio De Negri)
Filippo che valore ha questo tricolore?

Riconfermarsi è sempre difficile. L’anno scorso avevo vinto sul filo dei secondi una gara molto tirata. Quest’anno con Gioele (Bertolini, ndr) molto in forma mi aspettavo una gara molto imprevedibile. Ho affrontato un inverno molto buono, sapevo di stare bene e la corsa è andata benissimo.

Questo inverno hai dosato molto le energie. C’è un motivo in particolare?

Noi come Centro Sportivo Carabinieri Cicli Olympia facciamo la stagione completa di Mtb. Quest’anno però le qualificazioni olimpiche sono ad aprile, quindi avevo spostato la stagione col ciclocross in modo da tirare dritto fino alla primavera.

Obiettivo quindi Parigi?

Sarà dura perché ci sono tanti atleti che si stanno giocando i posti. Tuttavia penso e spero di fare la mia piccola parte. Anche se le possibilità sono poche, bisogna giocarsele fino in fondo.

Agostinacchio ha vinto il titolo degli U23, precedendo Barazzuol e Calligaro (foto Giorgio De Negri)
Agostinacchio ha vinto il titolo degli U23, precedendo Barazzuol e Calligaro (foto Giorgio De Negri)
Correre con questo freddo quanto incide sulla prestazione?

Con certe temperature c’è poco da fare, ma vi dirò che è stato meglio aver corso al mattino. Portare avanti una intera giornata con questo freddo sarebbe stato molto più dispendioso. Alla fine mi sono alzato alle 7, ho fatto colazione e alle 9 ho iniziato a provare. A quel punto con tutta l’adrenalina non senti più il freddo. Quindi meglio così, anche perché…

Cosa?

E’ un fattore molto personale, ma bisogna stare molto attenti. Sono tanti anni che corro in bici e ho fatto un po’ di errori prendendo più freddo del dovuto. Usavo abbigliamento sbagliato. Con l’esperienza ho capito come gestirmi. Oggi infatti ero molto vestito con una maglia termica manica lunga, il body lungo e i gambali. Ho preferito stare caldo (sorride, ndr). Anche con l’alimentazione ho imparato cosa mangiare in giornate così fredde, perché cambia veramente tutto. Ovvio che bisogna essere abituati ad allenarsi al freddo.

A livello psicofisico quanto ti dà il ciclocross in funzione della Mtb?

Anche questo è un aspetto personale. Nella Mtb ci sono tanti atleti forti, italiani e non, la cui maggior parte non fa ciclocross in inverno o comunque lo fanno in una quantità minima. Quest’anno non posso dire di averlo fatto ad altissimo livello perché ho partecipato solo a gare nazionali vicino a casa. La mia preparazione è stata fatta come se non ci fossero gare. Come fosse un inverno a casa fatto per la Mtb. Poi alla domenica andavo in gara con l’obiettivo di vincere o fare il miglior risultato. E soprattutto per metterci dentro un po’ di adrenalina. Anche perché se devo stare a casa ad allenarmi col brutto tempo, tanto vale andare a correre e fare un’ora di gara che mi aiuta di più.

Nella gara juniores, prima maglia tricolore per Stefano Viezzi, leader di Coppa del mondo (foto Giorgio De Negri)
Nella gara juniores, prima maglia tricolore per Stefano Viezzi, leader di Coppa del mondo (foto Giorgio De Negri)

Conferme e… riconferme

Nel gelo cremonese, sono stati gli juniores ad aprire la giornata di gara dove il vincitore ha rispettato i pronostici. Stefano Viezzi (DP 66) vince nettamente il titolo, migliorando il secondo posto dell’anno scorso e soprattutto confermando il suo favoloso momento di forma, grazie al quale è leader di Coppa del mondo. Alle spalle di Viezzi chiudono Lorenzo De Longhi (Zanolini Q36.5 Sudtirol) e Mattia Proietti Gagliardoni (Fas Airport Services Guerciotti Premac).

Così come negli elite, anche negli U23 la maglia tricolore non cambia padrone. Filippo Agostinacchio (Beltrami Tsa Tre Colli) vince con circa mezzo minuto di vantaggio su Enrico Barazzuol (Team Bosco di Orsago) e Cristian Calligaro (KTM Alchemist Powered Brenta).


«E’ stata la peggior gara che ho fatto – confida Agostinacchio – perché non riuscivo ad alzare il cuore, anche a causa del freddo. Diciamo che oggi era importante solo il risultato ed andata bene così».