Quali sono i cinque corridori più seguiti su Instagram?

03.01.2024
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Oggi i social media contano moltissimo. Spesso sembra quasi che una cosa valga la pena farla solo se è “postabile”. Emblematica una foto del capodanno a Parigi, con più gente intenta a riprendere la scena sui Campi Elisi che a godersi il momento. 

Questo però di riflesso ci dice quanto siano importanti i social per i personaggi pubblici e dunque anche per gli atleti. Ormai certi atleti sono “aziende”. Cristiano Ronaldo (616 milioni di follower) ne è l’esempio più calzante. Si stima che un suo post su Instagram, due anni fa, valesse circa 700.000 euro, in termini di ritorno economico per i brand che il portoghese metteva in mostra e il ritorno che ne aveva lui stesso da parte di quei brand.

A Parigi in vista dell’anno olimpico grande festa sotto l’Arco di Trionfo. Uno show vissuto dal monitor dello smartphone
A Parigi in vista dell’anno olimpico grande festa sotto l’Arco di Trionfo. Uno show vissuto dal monitor dello smartphone

Social e ciclismo

E nel ciclismo, il nostro giardino, come siamo messi? Chi sono i cinque corridori più seguiti? Spinti dalla curiosità abbiamo fatto una ricerca e in effetti qualche sorpresa c’è stata. 

Per questa graduatoria abbiamo preso in considerazione i corridori in attività fino al 31 dicembre 2023. Ci siamo basati su Instagram, il social che abbraccia una fascia d’età piuttosto ampia e che più lega con i brand al tempo stesso. Ma in fondo all’articolo vi daremo conto anche degli altri due social maggiori: Twitter e Facebook. 

Twitter, è ormai più un social di “lavoro”, di servizio, che non di intrattenimento. Mentre Facebook forse è quello un pelo più “attempato”. Anche gli atleti non insistono più tantissimo su FB. Senza considerare che bisogna fare distinzioni fra pagine pubbliche e profili privati.

Ma scopriamo chi guida questa classifica su Instagram, appunto il social più rappresentativo in quanto a seguito.

Rigoberto Uran ha chiuso la sua carriera da pro’, ma non è uscito dal ciclismo. Sui social è una “macchina da guerra”
Rigoberto Uran ha chiuso la sua carriera da pro’, ma non è uscito dal ciclismo. Sui social è una “macchina da guerra”

Primo: Re Uran

Vince la classifica Rigoberto Uran. Rispettatissimo in gruppo da tutti i suoi colleghi, stimato da tutti coloro (massaggiatori, manager, direttori sportivi…) che ci hanno lavorato, il colombiano è il corridore più seguito in assoluto.  

Rigoberto è stato tra i primi a capire l’importanza di una certa comunicazione. In Sud America e in Colombia in particolare è una vera forza. El Giro de Rigo è una granfondo che attira migliaia di ciclisti da tutto il mondo. Un evento mediatico dove non mancano molti colleghi pro’. Uran ha dei negozi di bici e anche dei bike cafè. Il solo mercato sudamericano, dove il ciclismo è seguitissimo, lo porta ad avere numeri imponenti.

I suoi numeri su Instagram: 2 milioni 289.713 followers. Solo nell’ultimo anno ne ha guadagnati oltre 700.000. E molto buoni sono anche i “numeri tecnici”. Per ogni suo post seguono mediamente 722 commenti e 68.224 like. L’engagement rate (cioè il rapporto tra numero di follower e interazioni sui post) è del 3,01 per cento.

E’ il 2010 e Peter Sagan diventa sempre “più social”: vittorie di successo e rottura di schemi
E’ il 2010 e Peter Sagan diventa sempre “più social”: vittorie di successo e rottura di schemi

Secondo: Sagan il pioniere

Peter Sagan è stato il primo in assoluto a modificare la comunicazione, andando oltre gli aspetti verbali. Istrionico in corsa e fuori, le bravate, i peli non tagliati fino alla prima vittoria della stagione, le impennate, i brindisi in corsa col pubblico e chiaramente i suoi risultati, lo hanno proiettato ad essere il primo grande fenomeno mediatico di nuova generazione del ciclismo. E forse se il ciclismo si è “svecchiato”, una fetta del merito è proprio sua e del suo staff. Peter ha catturato schiere di giovani. E non solo.

I suoi numeri su Instagram: 1 milione 932.949 follower. Rispetto ad Uran, lui nel corso dell’ultimo anno ne ha persi un migliaio. Forse erano tifosi troppo delusi e addolorati dal suo addio alle gare su strada, chissà. La media dei suoi post: 23.893 like, 106 commenti e un engagement rate del 1,24 per cento.

Come Uran, anche Nairo Quintana ha delle granfondo a lui dedicate dove interagisce con i tifosi, una di queste è in Messico
Come Uran, anche Nairo Quintana ha delle granfondo a lui dedicate dove interagisce con i tifosi, una di queste è in Messico

Terzo: Quintana non molla

Le questioni di doping, il non gareggiare per tutto il 2023 non hanno scalfito l’amore dei tifosi nei confronti della maglia rosa 2014. Nairo Quintana, si conferma tra i corridori più amati. Lui è esploso nel boom dei social. E’ partito col botto, accaparrandosi un grossa fetta di ragazzi un decina di anni fa. Un po’ come Uran, anche lui è molto attivo sul fronte del merchandising. Quintana ha una sua linea di abbigliamento, dei bike hotel, due granfondo.

I suoi numeri su Instagram: 1 milione 410.797 follower, dato che nel corso del 2023 è cresciuto di 2.100 unità circa. Ha una media di 7.509 like e 75 commenti per post. Il suo engagement rate è dello 0,58 per cento.

Dopo l’incidente l’amore per Bernal non è diminuito, anzi…
Dopo l’incidente l’amore per Bernal non è diminuito, anzi…

Quarto: Bernal c’è

Ancora Sud America. E stavolta il marketing c’entra poco. Egan Bernal si prende il quarto posto dei più seguiti su Instagram. Il re del Tour 2019 sfrutta la sua grande popolarità non solo nella sua Colombia, ma in tutto il “continente” sudamericano. La vittoria del Tour de France e il successivo suggello al Giro d’Italia gli hanno dato una popolarità pazzesca. E’ stato il primo colombiano ad aver vinto la Grande Boucle. 

I suoi numeri su Instagram: 1 milione 399.496 follower che nel corso del 2023 sono aumentati di circa 2.000 unità. Una media di 22.115 like e 146 commenti per post. Engagement rate dell’1,66 per cento.

Spontaneo, semplice, diretto, campione: Pogacar è colui che cresce di più su Instagram e i social in generale
Spontaneo, semplice, diretto, campione: Pogacar è colui che cresce di più su Instagram e i social in generale

Quinto: Pogacar in rampa

Dite la verità, ve lo aspettavate al primo posto, eh? Anche noi! Tadej Pogacar non poteva non entrare in questa top five. Amato da ogni fascia d’età e ad ogni latitudine, il fuoriclasse sloveno è quello che più è cresciuto negli ultimi anni e in particolare nel 2023. Tadej, ha quasi raddoppiato i suoi seguaci. Segno che le vittorie piacciono, ma le “sconfitte” (serve coraggio a definire sconfitta un secondo posto al Tour) di un campione piacciono ancora di più. In tal senso il duello con Vingegaard ha giocato a suo favore.

I suoi numeri su Instagram: 1 milione 359.500 follower. Ad inizio 2023 erano 755.619. Ogni suo post ha una media di 65.874 like e ben 624 commenti. Elevatissimo il suo engagement rate: 4,89 per cento. E pensate che quelli VdP (10,4%) e Van Aert (10,02%) sono più alti. Segno che i follower di questi fenomeni sono attivi, passionali. Con loro modo spettacolare di correre riescono a smuovere i fans.

Il mondiale del 2011, il record di vittorie al Tour: Mark Cavendish va forte sui social come in volata, soprattutto su Twitter
Il mondiale del 2011, il record di vittorie al Tour: Mark Cavendish va forte sui social come in volata, soprattutto su Twitter

Qualche numero

Come avrete notato, mancano nomi grossi. Tanti dei campioni attuali sono giovani, sono da pochi anni sulla scena e forse hanno bisogno di tempo per crescere ancora. E magari sono più forti su piattaforme come TikTok.

Considerate che nella tabella che segue, l’undicesimo della lista è Remco Evenepoel: con circa 758.000 follower su Instagram, 311.000 su Facebook e 160.000 su Twitter. Il belga è seguito, a non troppa distanza, da Primoz Roglic e Jonas Vingegaard. Per lo sloveno 700.274 follower su Instagram, 20.502 su Twitter e quasi 400.000 su Facebook. Per il danese quasi 682.000 follower su Instagram, 11.000 su Twitter e 39.500 su Facebook.

E’ fuori dalla classifica dei top cinque di Instagram, ma è fortissimo Mark Cavendish. Guardate com’è messo nella tabella che segue! Tra le altre cose, questi dati ci dicono anche quanto incidano la tradizione ciclistica nel Paese di provenienza del corridore e il social utilizzato in una determinata aerea linguistica.

ATLETAINSTAGRAMFACEBOOKTWITTERTOTALE
1Rigoberto Uran2 .289.7131.144.2901.487.2414.921.244
2Peter Sagan1.932.9491.591.485934.1884.458.622
3Nairo Quintana1.410.7971.222.3751 .293.7503 926.922
4Chris Froome1.113.344594.7261.504.8223.212.892
5Mark Cavendish814.934556.4091.329.1332.700.476
6Egan Bernal1.399.49610.288461.3751.871.132
7Richard Carapaz753.690742.800315.9721.812.462
8Mathieu Van der Poel1.115.088390.285220.5701.725.943
9Tadej Pogacar1.359.50095.818 250.9521.706.270
10Wout Van Aert1.071.020165.725292.8231.529.568
Dati aggiornati al 2 gennaio 2024 (chiaramente possono esserci piccole oscillazioni quotidiane) riferiti alle pagine pubbliche dei corridori. In neretto i migliori dati per social.

In Italia il ciclista più seguito è Vincenzo Nibali. Nonostante abbia smesso da un anno, il siciliano conta circa 450.000 follower su Instagram. Mentre Filippo Ganna con i suoi 334.000 follower è di gran lunga il primo tra gli italiani in attività.

Altra curiosità: tra coloro che sono super seguiti ma non sono più in attività da molto tempo, ci sono Lance Armstrong, che su Facebook batterebbe tutti, e Alberto Contador. Lo spagnolo balla sul milione di seguaci sia su Facebook che su Instagram.

Le difficoltà di ripetersi dopo un exploit: ce ne parla Cunego

24.02.2022
5 min
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Appena dopo un exploit le aspettative si alzano e la domanda che tutti si pongono è: riuscirà a mantenerle con gli occhi di tutti puntati addosso? Gli sguardi pesano e quando corri in bici, dove la leggerezza (in tutti i sensi) la fa da padrona, si sentono. Ti curvano la schiena, ti riempiono la mente di domande e a volte rischi di dubitare anche delle tue qualità. E se gli sguardi pesano, le parole di più e anche quelle possono far male. Ne parliamo con Damiano Cunego, uno che di aspettative se ne intende. Gli chiediamo come faranno Colbrelli e Caruso a lavorare serenamente cercando di ripetere la stagione passata.

Caruso e Colbrelli saranno chiamati al difficile compito di ripetere gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 (foto Instagram)
Caruso e Colbrelli saranno chiamati al difficile compito di ripetere gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 (foto Instagram)

Il rapporto con se stessi e gli altri

«La prima cosa che cambia – incalza Damiano Cunego – e che il corridore nota, è la preparazione. L’anno precedente si ha avuto modo di poterla fare con calma preparando gli appuntamenti che più si desideravano. Ora, invece, viene il bello. Forte e consapevole dei risultati fatti il corridore alza l’asticella. Sei tu per primo che hai aspettative più alte su te stesso e quello che hai fatto l’anno precedente lo consideri la base dalla quale ripartire. Poi si aggiungono le aspettative e le pressioni di sponsor e tifosi, alla fine ci sono due ipotesi…».

Caruso ha fatto il suo esordio stagionale alla Vuelta Ciclista a Andalucia (foto Team Bahrain Victorious)
Caruso ha fatto il suo esordio stagionale alla Vuelta Ciclista a Andalucia (foto Team Bahrain Victorious)
Quali?

La prima è quella che anche lavorando bene, con delle ottime sensazioni a livello di numeri, poi arrivi in gara e ti accorgi che ti manca la sicurezza. Non riesci a rendere come l’anno precedente e fai fatica, è la testa che pesa, piena di pensieri. Il cervello lavora il doppio e alla fine la paghi.

La seconda?

E’ quella secondo la quale anche con le pressioni che ti circondano rimani lucido e concentrato. C’è da aggiungere un particolare importante, questa piccola percentuale di corridori che non soffre le pressioni entra nella categoria dei campioni. Che è quella in cui spero rientrino Sonny e Damiano.

Colbrelli farà il suo esordio stagione alla Omloop Het Nieuwsblad sabato 26 febbraio
Colbrelli farà il suo esordio stagione alla Omloop Het Nieuwsblad sabato 26 febbraio
Caruso cambia obiettivo, dal Giro al Tour, mentalmente potrebbe essere come ripartire da zero?

Ripartire nella stagione nuova con un nuovo obiettivo aiuta a resettare mentalmente, questa è una giusta chiave di lettura. Alla fine fare una competizione nuova potrebbe porlo ancora in una situazione di vantaggio, nessuno sa cosa aspettarsi da lui lì. E’ anche vero che la squadra gli ha alzato l’asticella, questo vuol dire che crede nelle sue potenzialità. Vedremo cosa succederà.

Al contrario di Sonny che torna subito dove ha vinto, in Belgio.

Per lui non c’erano molte scelte viste anche le sue caratteristiche.

La differenza è anche che lui ha vinto, deve difendere il titolo…

Nelle corse di un giorno hai anche un “obbligo” verso i tifosi, l’organizzazione e gli sponsor. In più una volta vinta hai anche voglia di dimostrare che non lo hai fatto per caso, poi dipende anche dalla mentalità dei corridori. C’è anche chi si sente più sereno e la vittoria non la vede come una pressione ma una carica in più, pensa: «Ho dimostrato di poter vincere una volta, lo posso fare ancora».

Colbrelli Caruso 2021
Colbrelli e Caruso, il loro 2022 culminerà in estate col Tour, in base alle esigenze di squadra
Colbrelli Caruso 2021
Per Caruso e Colbrelli due approcci differenti alla nuova stagione
Di sicuro in gruppo non passano inosservati.

Lo senti che in corsa hai gli occhi tutti su di te, sia del pubblico che degli avversari. Cambia anche il modo di correre, non puoi nasconderti o tentare di anticipare perchè ora sanno tutti della tua forza e non ti lasciano libertà di azione.

Colbrelli e Caruso hanno avuto questo exploit rispettivamente a 31 e 34 anni che è diverso rispetto ad averlo da giovani.

Mentalmente sono più maturi e questo li potrebbe aiutare. Si dice che superati i 30-32 anni si abbia un calo fisiologico, si ha meno esplosività ma più fondo e scaltrezza. Sai correre meglio e posizionarti nei posti giusti senza sprecare energie.

I social hanno cambiato il rapporto con il pubblico, ora i corridori sono sempre sotto la lente d’ingrandimento
I social hanno cambiato il rapporto con il pubblico, ora i corridori sono sempre sotto la lente d’ingrandimento
Una cosa che è cambiata è anche il rapporto con i tifosi, ora ci sono i social, prima i corridori li vedevi solo alle gare ora sai sempre cosa fanno.

Sei alla mercé di tutti i tifosi: buoni o cattivi, gentili o maleducati. I commenti negativi si cerca di non leggerli ma alla fine quasi ci inciampi. Quelli positivi possono darti più motivazione e alzare il morale oppure metterti ancora più pressione, non è un mondo facile.

Anche la squadra deve cambiare modo di correre?

Sì, anche la squadra deve trovare un modo differente di correre, più di controllo e di presenza. Devi avere i compagni giusti al tuo fianco, soprattutto nei momenti cruciali altrimenti gli avversari ti mettono in mezzo. E’ capitato tante volte che il corridore dovesse vincere la grande corsa ma la squadra non lo ha supportato a dovere.

Letizia Paternoster, europei Apeldoorn 2019

Paternoster? Non solo social. Parla la psicologa

28.09.2020
4 min
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Anche se Letizia Paternoster appare sempre sorridente, cosa passa nella testa di un’atleta infortunata che ha l’obiettivo delle Olimpiadi? La trentina si è fermata per un problema ad un ginocchio. Un problema rimediato durante il lockdown, sembra per colpa di esercizi eseguiti con carichi sbagliati. Ne abbiamo parlato con Elisabetta Borgia, psicologa dello sport, consulente della Trek-Segafredo, team della Paternoster.

Un passo indietro…

«Con Letizia, ma anche con le altre ragazze c’è un lavoro che parte dallo scorso inverno. Bisognava fare squadra, ma visto il livello delle atlete non ho scelto la formula tipo “giochi senza frontiere”. Ho preferito un lavoro più profondo sui valori e gli obiettivi di squadra, di conoscenza delle ragazze e dello staff. Un qualcosa che permettesse di conoscersi meglio, di confrontarsi e di aprirsi in maniera autentica. Abbiamo insistito molto sulle emozioni e sulle strategie migliori per gestirle. L’obiettivo era di creare empatia».

«Quando tutte, sedute in cerchio, hanno espresso il loro punto di vista rispetto ai punti di forza e alle aree da migliorare, sono emersi spunti importanti sui quali si è lavorato. Un esempio? Lo stesso stile comunicativo non è adatto a tutte le atlete. Non è detto che se mi inciti alzando la voce per radio mi dai carica, magari mi innervosisci o mi metti ansia. Un qualcosa di banale, ma che può fare la differenza nei momenti clou».

Elisabetta Borgia
Elisabetta Borgia (33 anni) psicologa dello sport
Elisabetta Borgia
Elisabetta Borgia (33 anni) psicologa dello sport, in passato ha corso nel cross e nella Mtb

Quella sana incoscienza

Partnoster adesso sta lavorando a pieno regime per il recupero. E’ anche rientrata in corsa. Il problema al ginocchio era serio, tuttavia con la determinazione che la contraddistingue sembra averlo superato.

«Dalla sua Letizia ha il fatto che è molto giovane. Ha un suo modo di vedere le cose. Probabilmente questa sua gioventù non le ha ancora permesso di capire l’importanza che ha all’interno del gruppo e della nazionale. Quanto investimento ci sia su di lei. Senza contare che le ruotano intorno molte persone a cui lei stessa fa comodo. Da questo punto di vista a mio avviso va tutelata e protetta.

«Questa sua inconsapevolezza per altri aspetti è un punto di forza, è ancora nella fase della carriera di forte crescita, tutto le viene semplice senza pensarci troppo e va bene così. Pensiamo a Van der Poel: arriva e vince. Dà spettacolo in Mtb, attacca su strada… Però, adesso che inizia a capire quanto sia importante fa più fatica».

Più l’immagine o l’atleta?

In tanti accusano Paternoster di esagerare nei social, spesso extraciclistici. Una distrazione per un’atleta di vertice.

«I social sono un problema reale, ma non solo per Letizia. Molte atlete iniziano a stancarsi dei post pubblicati perché devono. Sono vetrine che ad alcune piacciono e ad altre no. In generale obbligano ad esporsi e quindi per certi temperamenti sono una forzatura. A Letizia piacciono.

«Non dimentichiamo però che sui social puoi mostrare quello che vuoi. Tu puoi fare 6 ore di bici, farti un mazzo così e quando torni a casa mettere foto in cui mandi bacetti. Oppure puoi pubblicare delle stories delle salite affrontate in allenamento,o dei cereali che mangi. Hai fatto la stessa cosa ma il messaggio è totalmente diverso. Pertanto i social mi preoccupano fino a un certo punto. L’importante è che rimanga focalizzata e motivata su obiettivi sportivi e non si lasci ingolosire dal successo mediatico che porta lontano dalla massima prestazione».

Letizia Paternoster, mondiali Apeldoorn 2020
Letizia Paternoster ai campionati europei di Apeldoorn 2019
Letizia Paternoster, mondiali Apeldoorn 2020
Letizia Paternoster ai campionati europei di Apeldoorn 2019

Letizia motivata e grintosa

«Alle Olimpiadi ci crede. Letizia è un’agonista vera, ha la giusta cattiveria. E’ capace di far a spallate per entrare prima nel bagno. Ha il piglio dell’atleta. Bisogna però mantenere questo stile di vita anche quando non si è in pista. Le gare non si vincono il giorno della corsa. Detto ciò, lei è un vero fenomeno. Si allena seriamente e su questo ci metto la mano sul fuoco».

L’importanza delle veterane

Nella Trek Segafredo il livello delle ragazze è altissimo. Ci sono cicliste con palmares e personalità importanti. Come è accolto il personaggio, la bellezza e l’atleta Paternoster?

«Per lei quel team è terapeutico. Ci sono ragazze più esperte e titolate di lei. A volte sono proprio loro che la richiamano o che la “prendono in giro” e la riportano alla realtà. Una Longo Borghini o una Deignan che ti riprendono, magari scherzando, sono modelli perfetti per Letizia».