Letizia Paternoster

Letizia come stai? «Non ho più paura…»

30.09.2020
3 min
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E se tutti i sorrisi, i social e le sfilate fossero lo schermo dietro cui Letizia Paternoster si nasconde quando è giù dalla bici? Parliamo con la ragazza della Trek-Segafredo mentre sta camminando nei dintorni di casa, a Riva del Garda. Non ha obiettivi puntati addosso, attraverso il telefono si percepiscono forte il rumore dei passi e l’abbaiare di un cane.

«Adesso va tutto bene – dice – sto recuperando bene. Non mi sbilancio, ho paura di farlo. L’idea di tornare a correre al Lotto Belgium Tour è diventato un’ottima motivazione, ma arrivarci non è stato per niente facile…».

Letizia_Paternoster_Dino_Salvoldi
Ad Apeldoorn nel 2019, Letizia Paternoster si confronta con il cittì azzurro Dino Salvoldi
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Ad Apeldoorn nel 2019, Letizia Paternoster si confronta con il cittì azzurro Dino Salvoldi

Il ginocchio fa male

Era la fine di maggio quando la trentina è stata costretta a fermarsi per un problema di cartilagine al ginocchio sinistro. Uno di quei malanni da curare con il tempo e il riposo, mentre il mondo del ciclismo intorno usciva dal lockdown e si cominciava a ragionare sulle prime corse.

«Tutti ripartivano – ammette – io ero ferma. Capirai, sono iperattiva, cerco sempre cose da fare e invece ho dovuto stare ferma. E’ stato uno dei periodi più brutti della mia carriera, con mille paranoie. Tornerò più come prima? E c’è poco da fare. Devi guardarti dentro, farti aiutare, ma alla fine devi cavartela da sola».

In quello stesso periodo, il suo profilo Instagram mostrava foto d’autore, sorrisi da perdere la testa e soltanto da qualche fugace commento sulla voglia di tornare in bici si intuiva l’incertezza del momento. Lo schermo le permetteva di non mostrare la paura.

Verso Tokyo a testa bassa

«Adesso si ricomincia – spiega – con la testa sull’obiettivo di Tokyo. Avendo saltato tutte le corse di quest’anno, ho perso una bella occasione di fare esperienza e crescere, anche fisicamente. Perciò si torna su strada a macinare chilometri e solo più avanti salirò in pista per la preparazione specifica».

Le Olimpiadi sono un sogno, gli atleti usano sempre le stesse parole e non si può certo dargli torto. Da più parti, nelle parole di Marina Romoli e di Giorgia Bronzini, la consapevolezza che Letizia Paternoster sia una garanzia per la pista sono foriere di fiducia.

«Esatto – sorride – ogni tanto provo a immaginare l’emozione di quando sarò lì e trovo la forza per lavorare sodo e stringere i denti. Non mi è ancora capitato di parlarne con chi le ha già fatte. Ho erò conosciuto Michela Mojoli, che le ha vinte nello snowboard. Si è creato un bel rapporto e mi ritrovo tanto in quello che mi dice».

Limiti tutti da scoprire

Dice che le fa piacere sentire le parole di stima, perché le danno morale.

«Accetterò ogni lezione di Giorgia – dice – e cercherò di starci. Non so dove potrò arrivare, non mi pongo dei limiti perché non mi conosco al 100 per cento. Ma adesso non vedo l’ora di ricominciare. Andare a vedere i mondiali di Imola è stato un’esperienza bellissima, che mi ha aiutato a superare il momentaccio. Devo ammettere che anche per la miglior Letizia sarebbe stato un percorso troppo duro».