Giù il tabù della massaggiatrice. L’esperienza di Laura Doimo

29.12.2022
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Donne e ciclismo, un connubio che fino a qualche anno fa non era così scontato, anzi… Ma qualcosa si muove. Merito dei tempi che cambiano e, nel caso più specifico, dell’avvento del WorldTour femminile che ha dato un grande impulso anche culturale se vogliamo. E così ecco che Fabiana Luperini diventa la prima direttrice sportiva italiana in una squadra maschile, il Team Corratecche ci siano più addette stampa e persino delle massaggiatrici in pianta stabile tra i pro’. Una di queste è Laura Doimo.

E quello della massaggiatrice è il ruolo più delicato. Interfacciarsi con una massaggiatrice donna per molti è più complicato. E anche per questo motivo per loro trovare spazio nei team non è facile. La Doimo però è una di coloro che invece sembra averlo trovato questo spazio. Laura infatti dalla prossima stagione farà parte dello staff della Q36.5

Ad aprire le porte del grande ciclismo alla Doimo è stato Francesco Frassi (alla destra di Laura), ora diesse della Corratec
Ad aprire le porte del grande ciclismo alla Doimo è stato Francesco Frassi (alla destra di Laura), ora diesse della Corratec
Laura sei stata la prima massaggiatrice italiana in una squadra maschile… Tu avevi iniziato con l’Amore e Vita e c’era anche Francesco Frassi, il quale ha oggi richiamato alla Corratec anche la Luperini. Serviva dunque una persona più sensibile per rompere questo tabù?

Sì, fu Frassi a coinvolgermi tra gli uomini. Io ero nel mondo femminile, ma volevo passare a quello maschile. Facemmo una trasferta in Francia. Era una gara di cinque giorni. Erano i tempi dell’Amore e Vita e quella esperienza mi ha praticamente fatto entrare nel mondo maschile. Sei anni fa poi la differenza era molto più marcata, adesso invece tra donne e uomini è tutto molto più simile. A quei tempi una donna ai massaggi faceva paura. Frassi mi disse: “Non ti preoccupare, vieni via con noi, vedrai che non cambia tanto”. Mi piacque tantissimo e mi accorsi subito che era tutta un’altra cosa.

Da lì è iniziato il tutto?

Esatto, perché poi sembra un mondo grande, ma in realtà è piccolissimo. Ti vedono, ti conoscono e ti chiamano. Quest’anno ho lavorato con tante squadre, una diversa dall’altra… anche under 23. Ero al Giro under 23 con l’interregionale.

Laura, raccontaci un po’ la tua storia…

Sono stata insieme ad un corridore per quattro anni. Era un professionista che correva nel WorldTour. Io ero estetista, facevo già i massaggi e avevo fatto dei corsi e degli studi che poi andando avanti ho perfezionato e continuo a fare anche in ambito sportivo. Già all’epoca facevo dei massaggi e spesso li praticavo sul mio compagno. E’ successo che una volta sono andata a vederlo al Tour de France. Sono rimasta con gli altri massaggiatori all’interno del bus e per due giorni ho fatto tutto quello che facevano loro: dagli alberghi a tutto il resto e mi sono innamorata di questo mestiere.

La Doimo ha lottato per ottenere un posto in una squadra maschile. Le prime esperienze risalgono al 2015/2016 con l’Amore e Vita
La Doimo ha lottato per ottenere un posto in una squadra maschile. Le prime esperienze risalgono al 2015/2016 con l’Amore e Vita
E’ comprensibile. E come sei arrivata al ciclismo?

Mi piace muovermi, essere sempre in giro e il mondo dello sport lo adoro. Poi la storia con questo atleta è finita, ho continuato ad avere il mio centro di estetica, ma contestualmente un amico mi ha chiesto se volevo fare la massaggiatrice in una squadra ciclistica femminile. Ho imparato il mestiere anche grazie ad un massaggiatore e fisioterapista della mia zona che lavorava nel ciclismo. Qualche tempo dopo mi hanno proposto di fare questo lavoro a tempo pieno. E così ho mollato il mio centro…

E adesso sei alla Q36.5…

L’anno scorso ho provato a chiedere a tutte le maggiori squadre, soprattutto squadre italiane. Ma queste non vogliono saperne di donne. Alcune squadre straniere sì, anche se non sono entusiaste in prima battuta. Però all’estero è diverso. E’ più accettato questo mio ruolo. Quest’anno ho firmato con la Q36.5. A loro invece piace proprio: vogliono le donne nello staff perché molti di quel gruppo ci si sono trovati bene in passato. 

Resta difficile trovare squadra?

C’è molta difficoltà. Ho avuto delle belle soddisfazioni. Molti ragazzi si sono trovati veramente bene con me, e io con loro. Per assurdo è più facile rispetto al mondo delle donne che è più particolare.

Laura ha collaborato anche con squadre femminile, tra queste la Valcar
La massaggiatrice ha collaborato anche con squadre femminile, tra queste la Valcar
C’è una sorta di pudore da parte dei corridori verso la massaggiatrice donna, pensando che devono spogliarsi durante il massaggio? 

Pudore… io lo vedo dalla parte della donna, perché magari un massaggiatore uomo queste cose non le nota. Diciamo che siamo in un mondo dove gli ormoni sono molto alti, sia nei ragazzi che nello staff. Ma forse, anzi senza forse, gli atleti sono molto più tranquilli. Sì, può succedere a volte che un corridore ci provi, però non ci sono problemi. So io come fare. Il peggio è il resto dello staff. Molti quando vedono una donna, magari anche piacevole, dopo un po’ di giorni che magari si è in trasferta cominciano a fare gli “sciocchi”. Quindi se tu donna sei una persona un po’ debole…

Ci “caschi”….

Esatto. Succede il caos e ti rovini la reputazione, il rapporto di lavoro. Io l’ho sempre detto a me stessa dal primo momento che sono entrata nelle squadre maschili: “Non devo fare la scema”. Non mi è difficile, non ho più vent’anni, quindi so gestire la mia vita. Però è già successo che ragazze più giovani di me siano rimaste coinvolte in alcune storie e si siano bruciate. E tutto sommato posso anche capirlo: ragazzo e ragazza giovani, carini…  Però bisogna ricordarsi che si è sul posto di lavoro. Devi essere professionale e rigare dritta. Perché se sbagli una volta sei segnata per sempre. 

Per molti anni il ciclismo è stato un tabù per le donne anche negli staff. Adesso le cose stanno cambiando
Per molti anni il ciclismo è stato un tabù per le donne anche negli staff. Adesso le cose stanno cambiando
Nel mondo femminile gli staff sono dominati dalle “quote rosa”: è più facile?

Il mondo femminile è completamente un’altra cosa. Là tutto è concesso e non ci sono certi problemi. Però a me piace essere seria: fuori dal lavoro ho la mia vita, all’interno del lavoro ne ho un’altra. Nel mondo femminile è più facile chiaramente. Negli ultimi due anni soprattutto stanno proprio cercando donne per gli staff. E vogliono donne che abbiano potere come le diesse, o che guidino i bus, che facciano i massaggi e persino il meccanico… anche se quest’ultima figura è un po’ più difficile da trovare al femminile. In questi anni ho avuto richieste di continuo dal mondo femminile.

E tu? Prima hai detto che è anche più particolare…

Ci ho già lavorato per quattro anni e posso dire che con le ragazze non è facile. Soprattutto da un punto di vista psicologico. Da donna ammetto che caratterialmente siamo più difficili da gestire. Spesso le atlete se non c’è un problema se lo inventano. E devi avere tanta, tanta pazienza. L’anno scorso ho lavorato con le ragazze dell’Alé e mi son trovata bene con tutte, però è un continuo lavoro psicologico. Vedendola da terapeuta, i ragazzi combattono un po’ di più.

Adesso quante massaggiatrici siete più o meno tra professionisti e professioniste?

Non saprei dire un numero, ma ne vedo sempre di più. Addette stampa ce ne sono parecchie… Comunque i team WorldTour che hanno sia la squadra femminile che quella maschile hanno un numero maggiori di massaggiatrici. Hanno ormai lo staff unico e se lo scambiano. Perciò capita spesso che le donne che sono con le donne magari vadano anche con la squadra maschile. Anche diversi medici sono donne.