Lapierre Xelius SL3, l’abbiamo vista al Tour

17.12.2021
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Lapierre Xelius SL3, ovvero la terza generazione della bicicletta che porta in dote il DNA dell’azienda transalpina. E’ stata protagonista al Tour de France e al mondiale con David Gaudu. La piattaforma Xelius SL3 è stata sviluppata anche grazie ai feedback del Team Groupama-FDJ, che ha richiesto un prodotto guidabile e versatile, leggero e veloce, dando la precedenza alla reattività piuttosto che ad una rigidità estremizzata. Si l’abbiamo vista al Tour de France 2021, alle Olimpiadi e anche al Mondiale in Belgio, ora ve la presentiamo in maniera ufficiale.

Gaudu nella tappa di Malaucene al TDF, sul Mont Ventoux, con la nuova Xelius SL3
Mont Ventoux al TDF, Gaudu e la nuova Xelius SL3

Xelius SL3, come è fatta

Un progetto iconico in termini di design, che mantiene una sorta di fil rouge con il passato, grazie prima di tutto ai due foderi obliqui completamente slegati dal piantone. Questo fattore tecnico non è solo un “vezzo” del designer. Tecnicamente comporta una distribuzione ottimale delle vibrazioni che provengono dal basso, fornisce aiuto nelle fasi di rilancio e alleggerisce la struttura.

Ma andiamo per ordine: Lapierre Xelius SL3 è un frame in carbonio, costruito grazie alla tecnologia monoscocca 3D Tubular. Significa che il telaio è ottenuto abbinando il triangolo principale a quello posteriore. Questo perché nelle due parti e le tubazioni che le compongono, in fase di preparazione nello stampo e di “cottura”, alloggia una sorta di mandrino in PP (polipropilene, anche in questo caso di nuova generazione, resistente e in grado di azzerare le eventuali deformità che si creano dentro i profilati). Lo stesso mandrino viene rimosso prima di abbinare le due sezioni. I vantaggi sono numerosi: una struttura integra e pulita, senza arricciature e materiale in eccesso, fino ad arrivare al perfetto abbinamento tra le differenti tipologie di carbonio. La qualità del prodotto finito è davvero elevata.

Una serie di punti chiave

L’evoluzione della piattaforma Lapierre Xelius e gli approfondimenti legati allo studio dei compositi hanno portato ad utilizzare una costruzione completamente rivoluzionata e anche una combinazione di tessuti compositi mai sperimentata in precedenza, denominata UD-SLI (UniDirectional-Super Light Innovation), comune a tutte le Xelius 2022. Di base il telaio è costruito facendo collimare più tessuti: T800 e HM40j, VHM-YS60 e il T1000. Ognuno di questi è applicato nei punti chiave con inclinazioni ben precise, in base al modulo del frame e alla taglia. Si perché ci sono tre moduli differenti (e anche in questo caso è stato eseguito un lavoro enorme e unico nel suo genere.

Tre moduli di carbonio differenti

  • Le biciclette complete di allestimento, dalla 5.0 fino alla 9.0 hanno il modulo definito standard.
  • Mentre i due kit telaio utilizzano l’alto modulo, con il suffisso LIGHT per le taglie più piccole (XS, S e M), quello STIFF per le due più grandi (L e XL). Non è un dettaglio secondario; i due frame maggiori sono stati rinforzati nei punti di maggiore flessione per garantire una performance strutturale paragonabile alle misure compatte. Una sorta di family feeling? In un certo senso è così.

I numeri della Lapierre Xelius SL3

La taglia M ha un valore alla bilancia (dichiarato) di: 845 grammi nel modulo SLI standard, 725 grammi per la SLI Light e 745 grammi per la SLI Stiff (la M Stiff è disponibile solo come riferimento per il team pro). Soli 20 grammi di differenza, ma una sostanziale diversità in termini prestazionali. La forcella ha un peso di 359 grammi nella versione dedicata al modulo più pregiato, 392 grammi per quello classico. Fondamentale è stato il windtunnel per sviluppare un progetto che è più efficiente nei termini aerodinamici, arrivando fino ad un +8,5% se comparato con il precedente SL2 (nelle tre angolazioni di riferimento, 0°, 10° e 20°, a tre velocità diverse, 40, 50 e 50 kmh). 

Mantenuto il GLP Concept

GLP, ovvero Gravity Lower Project, mutuato dalla mtb e che ha caratterizzato anche la Xelius SL2, presente nell’Aircode DRS (quella aerodinamica). Consiste nel collocare le masse verso il basso (cage delle borracce e batteria della trasmissione Shimano Di2), a favore della stabilità e dell’agilità. Anche grazie al GLP si è scelto di mantenere la scatola del movimento centrale PowerBox, asimmetrica e larga 86,5 millimetri con sedi press-fit. Il punto di congiunzione con i due profilati principali, obliqui e verticale, ha il design “Diamond Shape” e riprende fedelmente quello usato per la Aircode DRS. I foderi orizzontali del carro, per spessori e volumi sono stati completamente rivisti. I forcellini del retrotreno e la forcella (quest’ultima sempre full carbon con un’asola di passaggio interno della guaina idraulica) sono di matrice SpeedRelease e supportano il perno passante Mavic di questa natura. Il seat-post è rotondo e con diametro di 27,2 millimetri. L’avantreno ha lo sterzo con sedi da 1,5” e quella superiore ha dei volumi maggiorati. Lapierre Xelius SL3 supporta pneumatici fino a 32 millimetri. 

Più corta, nonostante un reach maggiore

Rispetto alla Xelius SL2 il profilato orizzontale è stato accorciato di 2/4 millimetri, in base alle taglie, ma il reach si è allungato. La bicicletta però, ha uno slooping maggiorato di 3 centimetri. Nel complesso c’é uno spostamento in avanti delle taglie. Un esempio: la M della SL3 corrisponde alla 49 ed in precedenza era la S. 

Gli allestimenti ed i prezzi

Sei i modelli di bici complete: SL 5.0 (2799 euro), SL 6.0 (3299 euro) e 7.0 (quest’ultima disponibile in due varianti cromatiche ad un prezzo di 4399 euro). La Lapierre Xelius SL3 8.0 (5399 euro) e 9.0 (7399 euro). Due invece i framekit (i prezzi verranno comunicati a breve), che comprendono telaio e forcella, perni passanti e serie sterzo, stem in alluminio (lo stesso dell’Aircode) e piega in carbonio, oltre al reggisella full carbon Lapierre zero off-set. Ma non finisce qui, perché nella giornata di Martedì 21 Dicembre, verrà rilasciata un’ulteriore novità, tecnicamente davvero interessante.

Le parole di Jérémy Roy

«Credo sia la Lapierre migliore di sempre, anche se è necessario ricordare che la capostipite di questa nuova famiglia di biciclette è la Aircode DRS. La Xelius SL3 è per certi versi il simbolo di una tecnica costruttiva completamente nuova, al quale si aggiunge un modo di pensare che non considera “solo” le estremizzazioni dei progetti e dei materiali. C’é il comfort e c’é la possibilità, da parte dell’atleta, di sfruttare il mezzo al massimo delle sue potenzialità, a prescindere dall’allestimento».

Jérémy Roy che ha pedalato con noi durante la prima fase della presentazione
Jérémy Roy che ha pedalato con noi durante la prima fase della presentazione

E poi Roy continua dicendo: «Questa Lapierre Xelius SL3 è molto apprezzata anche dai velocisti e dai passisiti, che normalmente “vogliono” le ruote con il profilo alto. Inoltre la SL3 vuole essere versatile e credo che proprio la versatilità sia una buona chiave di lettura in ottica futura». 

S-Phyre RC9S, scarpa speciale per il nuovo Dura Ace

24.11.2021
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Shimano ha lanciato un nuovo paio di scarpe: le S-Phyre RC9S. Sono un’edizione limitata delle S-Phyre RC902, lanciate per celebrare l’uscita del nuovo gruppo Dura Ace 9200. Una delle novità tecniche più attese per la stagione 2021, la curiosità degli appassionati di testarlo su strada cresce sempre di più. Lo potranno fare con una scarpa speciale e dedicata. Il colore delle S-Phyre RC9S è il nero smaltato con il tallone nero lucido ed i rotori in Boa Li2 in alluminio. Questa scelta di colori aggressiva è un netto richiamo al nuovo Dura Ace, a testimonianza di quanto anche la stessa Shimano attendesse questa novità.

La suola delle Shimano S-Phyre RC9S è in carbonio, per ottenere il massimo della leggerezza e della performance
Suola in carbonio per le Shimano RC9S

Curata in ogni particolare

Dal punto di vista tecnico la scarpa non cambia dalla versione precedente. La suola è in carbonio, così da garantire rigidità e la giusta leggerezza, per non sprecare nemmeno un watt. La soletta interna è realizzata con la tecnologia Silvadur per prevenire la formazione di batteri e di odori. Questo è possibile grazie alla presenza, dentro la soletta stessa, degli ioni di argento che si attivano quando i piedi iniziano a sudare.

I rotori delle Shimano RC9S sono i Boa Li2 in colorazione alluminio: l’impatto estetico è notevole
I rotori Boa Li2 color alluminio: efficienza ed eleganza

La chiusura superiore delle S-Phyre RC9S ha tiraggio diretto, mentre quella inferiore ha tiraggio incrociato, per offrire una chiusura omogenea e più precisa.

Calzata custom

L’atleta ha la possibilità di scegliere la calzata che più preferisce. Tra una standard, più asciutta e fitting con taglie dalla 36 alla 48, e la possibilità di avere il mezzo punto tra il 39 ed il 47. La seconda calzata è quella più comoda, a pianta larga, le taglie sono da 38 a 48, il mezzo punto è disponibile, anche qui, dal 39 al 47.

Il peso per la taglia 42 è di solamente 240 grammi.

Shimano

CeramicSpeed si aggiorna e migliora la performance

10.11.2021
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Dopo l’attesissimo lancio dello Shimano 9200, CeramicSpeed presenta il proprio sistema di pulegge pensato per il nuovo cambio della casa nipponica.

Il sistema oversized pulley wheel lo avevamo già visto sulle bici Wilier del team Astana nella stagione 2020. Nella stagione appena conclusa ci sono stati altri marchi che hanno deciso di adoperare questo accessorio: Factor e BMC (con il Team Qhubeka, ndr). Un sistema nato dalla necessità di avere un miglior scorrimento della catena si è rivelato molto utile ed efficace. Lo Shimano 9200 ha la novità di avere 12 velocità, un dettaglio non indifferente. CeramicSpeed ha sviluppato e perfezionato il suo sistema adattandolo al nuovo gruppo di casa Shimano.

Un sistema eccellente

Dotato di una torre di arresto integrata, per facilitare l’installazione e prolungarne la durata, il sistema di pulegge di CeramicSpeed è adatto a tutti. I cuscinetti sono installati a mano in ogni puleggia e sono garantiti per 4 anni, la garanzia diventa a vita quando si scelgono i cuscinetti rivestiti. La puleggia superiore ha 13 denti, mentre quella inferiore 19. I tecnici hanno studiato e capito come questo sia il numero ideale di denti per far funzionare al meglio il deragliatore posteriore.

La puleggia inferiore da 19 denti rende la curva della catena più dolce e permette al deragliatore di lavorare al meglio
La puleggia inferiore da 19 denti rende la curva della catena più dolce e permette al deragliatore di lavorare al meglio

Il motivo di questa scelta è legato anche ad un risparmio in termini di watt, grazie alle “curve” più morbide che la catena ha nel passaggio in queste pulegge. Si parla di un guadagno di 5 watt, uno scarto che può sembrare minimo ma che nel ciclismo moderno può davvero fare la differenza. Il sistema vecchio, CeramicSpeed 9100/9150 non è compatibile con il nuovo gruppo Shimano.

Il prezzo per acquistare il nuovo OSPW per Shimano 9200 è di 499 euro.

CeramicSpeed

RC9T di Shimano, aderenti come guanti per volare in pista

09.11.2021
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Ai modelli da strada e quelli per il gravel, Shimano aggiunge ora le RC9T specifiche per il ciclismo su pista, per le prove a cronometro e i criterium. Le nuove calzature ideate per un utilizzo racing sono parte della serie S-PHYRE. Le RC9T fanno del trasferimento di potenza il loro punto forte, a completare un modello interamente orientato alle prestazioni.

Grazie alla tomaia indeformabile sono in grado di fornire un supporto affidabile e performante per accelerazioni intense e frequenze di pedalata elevate. La tomaia “Surround Wrapping” avvolgente a 360° offre una perfetta aderenza per tutti i ciclisti. Leggerezza e stabilità sono garantite dall’intersuola integrata e dalla struttura della tomaia. 

La tomaia è avvolgente e resistente all’elasticità per ridurre al minimo il movimento del piede
La tomaia è avvolgente e resistente all’elasticità per ridurre al minimo il movimento del piede

Tomaia avvolgente

Le nuovissime RC9T presentano una tomaia avvolgente e resistente all’elasticità per ridurre al minimo il movimento del piede ed enfatizzare il trasferimento di potenza. La talloniera esterna stabilizza efficacemente il tallone per ridurre i movimenti di torsione nella zona del tendine d’Achille e, insieme al montaggio Dynalast, la scarpa posiziona il piede in modo perfetto per le accelerazioni più intense ed elevate frequenze di pedalata.

La suola in carbonio ultra rigida di grado 12/12 permette alle le RC9T di restituire la potenza
La suola in carbonio ultra rigida di grado 12/12 permette alle le RC9T di restituire la potenza

BOA a basso profilo

Un quadrante BOA Li2 a basso profilo con una guida per lacci power boost si occupa di stringere la tomaia attorno al piede. Il cinturino in velcro agevola l’utilizzo dei pedale da pista, così come l’altezza ridotta della suola avvicina il piede al pedale per una maggiore stabilità in tutte le fasi di spinta.

La suola in carbonio ultra rigida di grado 12/12 rende le RC9T perfette per restituire il massimo trasferimento di potenza. Queste calzature presentano un trattamento antibatterico Silvadur della soletta. Trattamento che previene la diffusione di cattivo odore tramite l’azione di ioni d’argento, che si attivano quando i piedi iniziano a sudare.

Taglie e peso

Le nuove S-PHYRE RC9T sono disponibili nel solo colore Bianco, nelle versioni con calzata standard (taglie 36-48, mezze misure da 39-47) o a pianta larga (taglie 38-48, mezze misure da 39-47), con un peso di 235g (taglia 42).

Shimano Italia

Freni a disco e nuovo gruppo, quanto lavoro per la Ineos!

13.10.2021
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Grande lavoro in vista per Matteo Cornacchione e i meccanici della Ineos-Grenadiers. Molto probabilmente, perché l’ufficialità bisogna dirlo non c’è, lo squadrone di Sir Brailsford passerà al freno a disco. E la foto di apertura segna un bel “passaggio di consegne” fra il rim brake e appunto il rotore. Dalla Pinarello Dogma F12 alla Dogma F Disc, della quale abbiamo già potuto ammirare qualche apparizione in questo scorcio finale di stagione.

Matteo adesso si sta godendo i primi giorni di riposo perché a fine novembre, come accennato, è chiamato al blocco più importante di lavoro di tutto l’anno: montare le bici per la stagione a venire.

Ma un conto è partire con il materiale che si è già utilizzato e le sue evoluzioni e un conto è con del materiale nuovo. Per la Ineos infatti si prevede nuova bici e nuovo gruppo, lo Shimano Dura-Ace a 12 velocità.

Matteo Cornacchione in uno dei tre camion-officina della Ineos-Grenadiers
Matteo Cornacchione in uno dei tre camion-officina della Ineos-Grenadiers

Una valanga di bici

«Se ci dicessero che dal 1° gennaio useremo solo bici con freno a disco sarebbe una bella mole di lavoro – dice Cornacchione – Questo inizierebbe sempre a fine novembre, per essere pronti già nel ritiro di dicembre, ma  tutto sarebbe nuovo. L’ordine minimo di telai, crono esclusa, è di 150. Consideriamo 4 bici per corridore e sono 120: una che tengono a casa, poi la bici con la quale gareggiano, la bici che va sulla prima ammiraglia e quella sulla seconda. A questo vanno aggiunti i telai di scorta. Solitamente succede che nel primo ritiro, c’è un corridore che magari è incerto tra due misure: gli si è ordinato una 55, ma magari aveva bisogno di una 54 e se ti chiede quella, devi averla. Quindi ecco che servono altre trenta bici.

«Noi abbiamo tre camion per tre attività diverse che possiamo fare contemporaneamente e su ogni camion ci sono almeno 50 bici e tutte le misure (ipotizzando un cambio di programma dell’ultimo minuto, ndr): dalla 46,5 di Porte alla 59,5 di Ganna».

Nel magazzino Ineos alle porte di Gent, dove tra l’altro poco distante c’è quello della Deceuninck, arriva tutto il materiale: telai, gruppi, ruote, gomme, ma anche vestiario, ciò che serve ai massaggiatori, vi rientrano mezzi ed ammiraglie… La gestione di ogni cosa pertanto diventa fondamentale.

«Tolta la bici d’allenamento, noi etichettiamo la prima, la seconda e la terza bici. Affidiamo ad ognuna un codice telaio e potenziometro. La scelta di questa scaletta? Non c’è. I corridori provano la seconda o terza bici solo prima dei grandi Giri, ma non tanto per verificare le misure quanto per vedere che tutto funzioni al meglio: cambio, frenata… magari il freno arriva a fine corsa o al contrario attacca subito. Operazione che con il disco sarà ancora più importante visto che certe regolazioni in corsa sono più complesse. Poi magari si, verificano anche piccole differenze di millimetri, se una sella non è perfettamente in bolla. Ma sono dettagli».

La pinza del freno a disco Shimano Dura-Ace 9200
La pinza del freno a disco Shimano Dura-Ace 9200

Gruppo nuovo

Rispetto agli altri anni quindi Cornacchione e colleghi sono chiamati ad un super lavoro. Un passaggio che altre squadre hanno fatto in modo più graduale in passato. E a metterci il carico è anche il nuovo gruppo. Ma in questo caso potrebbe andare meglio.

«Con il 12 velocità credo che la cassetta 11-32 ormai non la toglieremo più! Sarà più o meno sempre quella. Va detto però che certe scelte spettano al management e non so cosa stiano decidendo, tanto più se si considera che ci sarà anche il set da 54-40. In ogni caso quando si parla di gruppi siamo sui 300, il doppio rispetto alle bici. Noi abbiamo per ogni atleta l’intero set di corone che ci mette a disposizione Shimano: 55, 54, 53, 52, 50 per quella grande. E 46, 44, 42, 39, 36, 34 per quella piccola. Ogni set è numerato per le tre bici di quel corridore che abbiamo in consegna noi tra camion e magazzino. Ogni tanto si provano e magari un ingranaggio va sostituito perché dopo una caduta si è storto un dente».

Una volta in magazzino, quando inizia il montaggio Cornacchione e i nove colleghi meccanici montano una ventina di bici a testa in meno di una settimana.

«Alla fine il grosso si fa lì, ma per la Befana, cioè per il secondo ritiro tutto deve essere pronto. E sì perché da quel momento in poi ci sono le bici per il Belgio. Se il management o Pinarello preparano telai particolari o specifici, manubri nuovi…».

Adam Yates ha fortemente voluto i tubeless (da 28 millimetri) per questo finale di stagione
Adam Yates ha fortemente voluto i tubeless (da 28 millimetri) per questo finale di stagione

Gomme e ruote

Ma forse il lavoro maggiore non è tanto nell’allestire le bici nuove, ma nelle ruote. E sì perché se fino a quest’anno si poteva partire anche con dei set “vecchi”, visto che il gruppo era identico, stavolta è molto probabile che si riparta da zero: gruppo nuovo e anche ruote nuove da parte di Shimano ed ecco altre 300 coppie di ruote minimo, solo per iniziare. Il corridore deve avere a disposizione ogni set, alto, medio o basso profilo che sia. Il tutto senza contare che Ineos ha anche l’opzione Lightweight e Princeton.

«Io credo – conclude Cornacchione – monteremo molti meno tubolari e più tubeless, a prescindere se partiremo o no con i freni a disco. Ormai la tendenza è questa. Ad inizio anno quasi non li volevano, adesso al Lombardia se li litigavano! Adam Yates ha corso con dei tubeless da 28 millimetri all’Emilia, alla Milano-Torino e al Lombardia. Però per noi meccanici va bene. Meglio un po’ di sporco del liquido che il tanto sporco del mastice dei tubolari che poi per toglierlo serve la trielina e a fine giornata sei anche “ubriaco”!».

Inaugurato il “mobility hub” di Shimano Italia

23.09.2021
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Shimano Italia, la filiale diretta del colosso industriale giapponese attiva e operativa nel nostro paese, ha definitivamente ultimato il trasferimento nella propria nuova e bellissima sede. E proprio in occasione dell’apertura dei nuovi uffici di Pero (a pochi chilometri da Milano), Shimano Italia si è resa attiva promotrice di un deciso miglioramento della sua mobilità aziendale realizzando un vero e proprio “mobility hub”. Uno spazio esclusivamente dedicato al concetto di “bike to work” a sostegno delle scelte dei dipendenti, dei collaboratori oppure dei partner che decidessero di spostarsi presso i nuovi uffici in bicicletta. Questa bella iniziativa intende creare un vero e proprio impatto positivo sulla società in linea con quella che da sempre (da un secolo, Shimano festeggia proprio quest’anno il centenario dalla fondazione…) è la filosofia dell’azienda.

Ovvero quella di incoraggiare l’impiego della bicicletta come strumento di responsabilità sociale. Una filosofia ben espressa dalla “mission” aziendale di Shimano. “Closer to People, Closer to Nature”.

“Vicini alle persone, vicini alla natura”

“Promuovere la salute e la felicità attraverso il godimento della natura e del mondo che ci circonda”. L’attenzione all’ambiente è una tematica sempre più importante e attuale. Ed è proprio per questo motivo che anche Shimano, così come molte altre aziende nei settori più diversi, include sempre più il concetto di sostenibilità nelle proprie scelte. Dopo essere intervenuti nella gestione della raccolta differenziata, nella scelta di utilizzare confezioni 100% riciclabili per la mensa aziendale e di eliminare le bottiglie di plastica. Shimano Italia punta su un piano che possa agevolare la mobilità aziendale.

Promuovendo e premiando l’atteggiamento positivo di chi sceglie la bicicletta per dare risposta alle proprie esigenze di mobilità. In particolare, il mobility hub è costituito da un parcheggio bici a disposizione di dipendenti e ospiti, dotato di rastrelliere e lucchetti per custodire il proprio mezzo in piena sicurezza. Una postazione officina attrezzata a disposizione di tutti gli utilizzatori dell’area. Una stazione di ricarica per e-bike, di armadietti individuali. Sono presenti anche bagni/docce con locale spogliatoio a uso esclusivo di chi praticherà il “bike to work”. La realizzazione del “mobility hub” è stata curata dalla società milanese Bikenomist. Essa ha elaborato un progetto “ad hoc” sulla base di una valutazione della domanda di mobilità del corpo dipendente Shimano Italia.

Ecco Ilaria Deidda, Marketing Manager Shimano Italia
Ecco Ilaria Deidda, Marketing Manager Shimano Italia

Ilaria Deidda, Marketing Manager

«Shimano è un’azienda leader del settore della mobilità – ha dichiarato Ilaria Deidda, Marketing Manager Shimano Italia – e in quanto tale siamo felici di annunciare di aver realizzato questo ulteriore passo nell’avvicinare i nostri dipendenti ai valori che ci contraddistinguono da ben 100 anni. Da oggi diamo la possibilità ai dipendenti, ai partner e a tutti i collaboratori di vivere appieno la propria esperienza in sella alla propria bicicletta. Grazie a uno spazio appositamente attrezzato per soddisfarne tutte le esigenze».

shimano.com

Van Aert e il misterioso prototipo di scarpa “visto” ai mondiali

22.09.2021
4 min
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Hanno destato non poca curiosità le misteriose scarpe che Wout Van Aert ha utilizzato nella cronometro iridata di Flanders 2021. Ad accorgersene, come noi stessi abbiamo scritto, è stato proprio Filippo Ganna. Il campione del mondo aveva visto una sporgenza sui talloni del belga pochi istanti prima del via. Ma non si vedeva nulla di più, in quanto tutto era coperto dal copriscarpa. Che si trattasse di un prototipo?

Soluzione da triatleti

Cerchiamo di fare chiarezza. La scarpa per la cronometro che sta utilizzando Van Aert è una soluzione inedita per l’asso belga, ma non assoluta. E’ qualcosa che deriva dal triathlon. Tra i primi a proporla ci fu Lake, brand dell’Illinois, almeno cinque anni fa ed è poi stata ripresa anche da altri marchi, tra cui Specialized. Una sola motivazione: facilitare la calzata. In pratica con l’apertura posteriore era più agevole infilare il piede (per di più inumidito dalla prova del nuoto).. Nel caso di Van Aert invece la motivazione è principalmente aerodinamica. Ma non solo (forse).

Prototipo Shimano?

Il corridore della Jumbo-Visma aveva già utilizzato questa scarpa alle Olimpiadi di Tokyo, almeno così ci avevano detto. In realtà, abbiamo verificato, le ha usate anche prima. Ce le aveva già nella prima crono del Tour de France. In effetti ci sembrava strano che sperimentasse qualcosa di nuovo ai Giochi.

Wout utilizza scarpe Shimano e da quel che ci dicono i tecnici, a realizzare questa scarpa misteriosa è Shimano stessa. Solo che che non viene mostrata in quanto sarebbe un prototipo. Marco Cittadini, di Shimano Italia, ci ha confidato che non sarebbe la prima volta che il brand giapponese porta avanti dei progetti in gran segreto a stretto contato con gli atleti. Era già successo per esempio nella Mtb con Van der Poel, che utilizzava le ultime scarpe di Shimano (le S-Phyre) già da un anno.

Scarpa full carbon

La scarpa di Van Aert in ogni caso è una scarpa super performante, ma la cui calzata dovrebbe ricalcare quella da strada, almeno da una rapida analisi del posizionamento delle tacchette (non troppo arretrata come si usa fare a crono adesso). Dovrebbe essere tutta in carbonio, molto simile a quella in foto, che ci è arrivata dallo staff della Jumbo-Visma, ma ripetiamo sempre “made in Shimano”. Una scarpa “molto” da pista. E infatti l’hanno utilizzata diversi pistard anche a Tokyo.

Si tratta di una scarpa che massimizza la spinta, essendo super rigida, e che bada poco all’areazione, visto che al massimo l’atleta ci deve pedalare per 50′. Migliora anche l’aerodinamica, ma parliamo davvero di poco. Siamo in pieno “regno” dei marginal gains.

Eclipse S ed Escape, la risposta di Guerciotti ai cambiamenti

10.09.2021
3 min
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Guerciotti, azienda milanese da quasi 50 anni nel mondo del ciclismo, coglie al volo i cambiamenti imposti dalle nuove tendenze e lancia due nuovi modelli: Escape, per il gravel e Eclipse S per la strada. Abbiamo visto queste bici brillare sotto il sole di Rimini all’Italian Bike Festival, preso d’assalto nella sua prima giornata di questa edizione 2021.

L’Eclipse è un monoscocca in carbonio. Può essere equipaggiato con i gruppi top di gamma di Sram, Shimano e Campagnolo
Il telaio della Eclipse è un monoscocca in carbonio. Può essere equipaggiato con i gruppi top di gamma di Sram, Shimano e Campagnolo

Peso piuma Eclipse

Il modello Eclipse S è lo sviluppo del vecchio telaio già utilizzato dalla Caja Rural in questa stagione. È stata resa più leggera e scattante per essere ancora più performante su tutti i tipi di terreno. Il peso del telaio scende sotto i 900 grammi, 890 per la precisione. E’ realizzato in carbonio monoscocca, con possibilità di dotazione di tutti i gruppi top di gamma di Sram, Shimano e Campagnolo.

Passaggio dei cavi totalmente integrato per rendere la nuova Eclipse S ancora più aerodinamica e pulita nel suo design. Il carro posteriore è studiato dal reparto G-Lab e rende la bici scattante e rigida, viene aumentato il grip al terreno senza però inficiare sul comfort.

Il manubrio della Escape è integrato ed è studiato per le esigenze del gravel
Il manubrio della Escape è integrato ed è studiato per le esigenze del gravel


Escape, l’evasione sullo sterrato

Escape è, invece, la nuova arrivata per il mondo gravel con delle novità molto interessanti. Il telaio è lo stesso della versione ciclocross, ma con geometrie sviluppate per essere performante nel mondo delle strade bianche. Il marchio milanese ha pensato ad una bici duttile per poterla utilizzare anche su strada, il telaio infatti, ha una risposta pronta sul rilancio della pedalata. Il manubrio è integrato QTC è studiato per il mondo gravel.

La Escape è in dotazione con due gruppi in versione monocorona e due con la doppia corona. Per il monocorona è disponibile in versione: Sram Force Axs con corone da 48 e 33, e Shimano Grx 812 con corone da 46 e 30.

Invece, le due possibilità di scelta tra la versione mono corona sono: Campagnolo Ekar con corona da 42 e
Sram Rival Explorer sempre con corona da 42.

Guerciotti

Wilier omaggia i 100 anni di Shimano con un telaio Unico

06.09.2021
4 min
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Saranno solo 200 gli esemplari Wilier Filante SLR Unico, tutti rigorosamente numerati e decorati dal noto artista giapponese Jun Inoue. Duecento esemplari creati appositamente per rendere omaggio ai primi 100 anni di storia che Shimano festeggia proprio quest’anno.

Jue Inoue al lavoro per Wilier
Jue Inoue al lavoro per Wilier

Jun Inoue e Filante SLR

Da un secolo esatto il colosso giapponese, leader mondiale per la produzione di componenti ed accessori per il ciclismo, rappresenta una perfetta sintesi di tecnologia, rigore e affidabilità: proprio come la profonda essenza del Giappone. E per celebrare al meglio questa straordinaria ricorrenza di Shimano, Wilier Triestina ha voluto affidare a Jun Inoue l’interpretazione di un telaio della serie Unico che potesse evocare al meglio l’intimo spirito nipponico.

Il risultato finale del lavoro dell’artista racchiude in un’unica opera sia l’antichissima arte calligrafica del paese del Sol Levante – denominata Shodo – quanto gli spunti di arte contemporanea che emergono dalle megalopoli di Tokyo e Osaka. Il telaio aerodinamico Wilier Filante SLR della serie Unico omaggia così chi, in un secolo, partendo dalla tradizione, ha radicalmente modificato – innovandola – la tecnologia della bicicletta.

Il connubio Shimano e Wilier con l’aggiunta dell’arte ha portato al telaio Unico
Il connubio Shimano e Wilier con l’aggiunta dell’arte ha portato al telaio Unico

Arte e bicicletta

Performance sportiva ed arte possono sembrare due mondi contrapposti. Da una parte fisicità, sudore e agonismo. Dall’altra estro, creatività, introspezione e spesso un pizzico di follia. C’è qualcosa di molto forte però che sta alla base di due discipline così diverse: la dedizione totale. Atleta ed artista condividono passione, impegno, costanza nel tempo. Senza questi ingredienti di base non esisterebbero né sport di alto livello, quanto arte degna di nota. E proprio per questo motivo Wilier Triestina ha provato a far dialogare sport ed arte. E la serie Unico ne testimonia il perfetto risultato.

Per Wilier, Unico è il luogo in cui s’incontrano arte e bicicletta. Alle volte però ciò che concerne la bicicletta è già di per sé arte e il creatore un artista. Nel 1921 Shozaburo Shimano non sapeva di esserlo. È stato il passare del tempo a consacrarlo tra coloro che meglio hanno coniugato la pura tecnica della bicicletta con un importante concetto estetico. D’altro canto il Giappone è il luogo ideale in cui perseguire oltre che la perfezione tecnica anche un naturale progetto di bellezza estetica. Il sud del Giappone, poi, possedeva altre fondamentali qualità. Sakai, dove venne fondata la Shimano Iron Works, dista meno di dieci miglia dal fulcro dei rapporti commerciali creati nel 1868 tra Occidente e Giappone: il porto di Osaka. La bicicletta è stata una delle novità sbarcate dall’Europa sui docks giapponesi della Baia di Osaka all’inizio del XX secolo.

E’ l’anno del Dura-Ace

Nel 1973 Dura-Ace ha attraversato in senso contrario l’Oceano ed è entrato nel mondo del ciclismo professionistico europeo, imponendo Shimano come il più importante partner per ciò che riguarda i componenti della trasmissione. E Dura–Ace è il simbolo della famiglia Shimano, da Shozaburo al figlio Shozo e poi sino a Yoshizo.

Per celebrare nel modo migliore i cento anni dalla fondazione di Shimano Iron Works, Wilier Triestina ha così creato un telaio Unico, affidandolo alla maestria di un artista che ben interpreta in chiave moderna le secolari tradizioni giapponesi. Passato e presente del Giappone vengono celebrati dall’arte di Jun Inoue e da Wilier Triestina con un’opera artistica esclusiva per Filante SLR, replicata in duecento esemplari: tutti veri e propri pezzi unici creati per festeggiare la storia centenaria di Shimano e tutto quanto la grande arte giapponese continua a rappresentare.

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