A colazione con Puccio, fra il Giro e il mondo Ineos

02.05.2021
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«Lo scorso anno – ride Puccio – ho beccato tre fughe, come non succedeva da 15 anni. Ma quest’anno credo che lo spazio extra sarà per Gianni o Filippo, il mio ruolo nella Ineos del Giro tornerà a essere quello di stare vicino al leader. A Egan. Loro sono più vincenti, hanno intrapreso subito la via giusta. Prima invece arrivavi e per i primi tempi dovevi metterti a disposizione…».

Il Giro d’Italia 2013 si aprì con una cronosquadre a Ischia: vinse Sky, maglia rosa a Puccio
Il Giro d’Italia 2013 si aprì con una cronosquadre a Ischia: vinse Sky, maglia rosa a Puccio

Predestinati e non

“Salva” parla e in queste poche parole su Moscon e Ganna riassume il cambiamento del ciclismo. Se uno come lui passasse oggi, con il Giro delle Fiandre e altre quattro vittorie di peso al terzo anno da U23, lo metterebbero subito nella colonna dei vincenti e come tale lo farebbero crescere.

Nel 2012 invece, inserito nel primo Team Sky di Wiggins e del nascente Froome, gli spiegarono le regole, gli lasciarono appena un po’ di spazio, poi la sua carriera decollò nel segno della generosità e della dedizione. Quando c’è da fare gruppo, tirare e dare la scossa, Puccio c’è. L’anno scorso nel Giro di Tao e delle mille fughe targate Ineos, Salvatore è stato l’elemento d’ordine. In precedenza aveva tirato per Wiggins quando il baronetto si intestardì a rincorrere il Giro. E ha scortato Froome verso la maglia rosa. Però non l’hanno mai portato al Tour, ad esempio, neppure nei primi anni: un tipo di esperienza che lo avrebbe fatto sicuramente crescere. Non si vuole dire che lo diano per scontato, ci mancherebbe, il suo ruolo è super apprezzato. Ma forse, così almeno appare dall’esterno, si dà per scontata la sua disponibilità.

Inizia il Colle delle Finestre al Giro del 2018: si prepara l’attacco di Froome
Inizia il Colle delle Finestre al Giro del 2018: si prepara l’attacco di Froome

Tutti per Egan

Mercoledì Salvatore Puccio da Menfi, professionista classe 1989, partirà per il suo ottavo Giro d’Italia. Lo farà da vincitore uscente, anche se per l’occasione il team Ineos Grenadiers ha rimescolato le carte. Tao Geoghegan Hart ha scelto la strada del Tour, assieme a Geraint Thomas, Richard Carapaz, Richie Porte e Adam Yates. Al Giro vedremo Egan Bernal con accanto il vice Sivakov e poi gli italiani più forti, con Moscon, Ganna e Puccio guidati da Tosatto e Cioni. Pare che la scelta di correre il Giro l’abbia imposta Bernal in persona, deluso dopo averlo saltato per caduta lo scorso anno, e che la squadra sia stata ridisegnata di conseguenza.

«In partenza correremo per lui – conferma Salvatore – e non come l’anno scorso, in cui la tattica fu obbligata dall’uscita di scena di Thomas. Egan parte da favorito. Qualche giorno fa siamo usciti in bici insieme, ma pioveva ed era freddo, così siamo stati fuori solo due ore e mezzo. L’ho visto magro e motivato. Mi ha confermato di essersi allenato bene, tiene tanto al Giro».

Salvatore Puccio e Filippo Ganna dopo la fuga vincente di Pippo all’Etoile de Besseges
Puccio e Ganna dopo la vittoria di Pippo all’Etoile de Besseges

Il mistero della Liegi

A ben guardare, l’unico italiano del team Ineos che in epoca recente sia stato portato al Tour è Moscon, ma anche per lui è scattato il piano Giro, con la difficoltà di capire se il Tour venga considerato meta per atleti eletti e il resto del calendario venga completato di conseguenza. Cogliere dall’esterno il modo di pensare dello squadrone britannico è diventato sempre più complesso. Come per la Liegi, ad esempio.

«Dovevo andarci anche io – conferma Puccio – dopo il Tour of the Alps, poi la squadra non è stata chiara. Siamo in 32, ma c’è sempre chi sta male e alla fine ci troviamo senza corridori per partire. C’è stata una corsa in Belgio in cui s’è fatta fatica a trovare il quarto, altrimenti non si partiva. Sembra una barzelletta. Fra gli ostacoli per la Liegi alla fine è saltato fuori che non c’era più il volo il venerdì sera. Per cui si sarebbe trattato di partire il sabato. Ma se viaggi alla vigilia della corsa senza un allenamento per smaltire le fatiche del Tour of the Alps… Alla fine forse è andata anche bene. Qualche jet privato ancora si vede, ma per i corridori di Andorra».

In questa foto, la svolta del Giro 2020 per la Ineos. Thomas arranca sull’Etna, si volta pagina
La svolta del Giro 2020 della Ineos. Thomas arranca sull’Etna, si volta pagina

Fra Yates e Remco

Così si pensa al Giro, manca ormai poco, con il grosso punto interrogativo del meteo che non volge al bello.

«Non vedo l’ora di partire – ammette Salvatore – perché anche qui a Monaco non è bruttino e fa freddo. Anche quest’anno credo che sarà decisiva la seconda settimana, perché uno come Yates arriverà fortissimo e nei primi giorni li farà fuori tutti, con il grosso punto di domanda se reggerà sino in fondo. Non è facile contrastarlo quando attacca a quel modo, per cui nelle prime due settimane si proverà a contrastarlo e nella terza dovremo staccarlo. E poi ci sono gli altri, con l’incognita Evenepoel. Se andrà forte al punto di vincerlo, bisognerà rivedere tutti gli schemi. Non corre da nove mesi. Già è difficile trovare la forma correndo, figurarsi stando tanto tempo ad allenarsi. Sono curioso».

Tao Geoghegan Hart, Ineos Grenadiers, Giro d'Italia 2020
Sul podio di Milano nel 2020, podio tutto Ineos, festeggiando la maglia rosa di Tao Geoghegan Hart
Tao Geoghegan Hart, Ineos Grenadiers, Giro d'Italia 2020
Milano nel 2020, festeggiando con Tao Geoghegan Hart

Stanze singole

«Tao poteva tornare al Giro? Il Tour per lui è un investimento, ma è caduto alla Parigi-Nizza e spero che il ginocchio sia a posto. Senza pressioni va forte, Tosatto l’anno scorso l’aveva capito e l’ha gestito di conseguenza. Al Tour si troverà davanti tanti di quei leader, che potrà restare tranquillo. Ma adesso pensiamo al Giro. Mercoledì sera sarò a Torino. Ancora una volta si dovrebbe dormire tutti in singola per il Covid, ma non so se tutti gli alberghi saranno attrezzati. In camera si sta poco, in realtà. A volte fa piacere sparare due cavolate prima di addormentarsi, altre volte si sta meglio da soli. Dipende molto dalle abitudini dei singoli. Se ti piace svegliarti molto presto e non puoi fare rumore. Se ti capita quello che russa… Per questo ogni inizio anno compiliamo un questionario interno in cui indichiamo anche questo tipo di preferenze. E poi c’è da correre. E’ il Giro d’Italia, ragazzi, proprio non vedo l’ora che inizi».