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EDITORIALE / Sullo Stelvio tutti peccatori

19.06.2023
5 min
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Quello che è successo subito dopo la tappa dello Stelvio al Giro Next Gen, con 31 corridori squalificati per traino, fotografa perfettamente una serie di situazioni così emblematiche, che si potrebbe metterle in scena e ricavarne uno spettacolo teatrale.

Quarto giorno, lo Stelvio

Non era mai successo che gli under 23 arrivassero su una salita così importante, per giunta al quarto giorno. Ci fu il Fedaia come ultima tappa nel 2019, ma la Marmolada non è lo Stelvio. Eppure pochi, in sede di presentazione della corsa, si sono allarmati/interrogati sull’opportunità di piazzare un simile “moloch” a metà corsa. Nel folto gruppo degli squalificati non ci sono solo italiani , ma anche 8 stranieri di squadre blasonate. Di solito il primo arrivo in salita serve a scremare la classifica, lo Stelvio l’ha decisa.

Si capisce che se una società riceve l’incarico di organizzare la corsa a metà febbraio e abbia da gestirne contemporaneamente altre tra cui UAE Tour, Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Sanremo e Giro d’Italia, possa metterci mano solo nei ritagli di tempo. Se in questo quadro, trovi la Valtellina che ti… regala lo Stelvio, non ci pensi troppo e metti la firma. I tecnici di RCS Sport hanno fatto un gran lavoro in poco tempo, la politica se ne è preso molto di più per i necessari incastri. A Vegni hanno chiesto di fare il miracolo e tutto sommato c’è riuscito.

Che cosa c’è stato però dietro l’assegnazione del Giro d’Italia U23 e quello 2024 delle donne? Perché scrivere quel bando ha richiesto tempi così lunghi?

Presentazione del Giro Next Gen, con Mauro Vegni, il ministro Abodi, Cordiano Dagnoni e Paolo Bellino
Presentazione del Giro Next Gen, con Mauro Vegni, il ministro Abodi, Cordiano Dagnoni e Paolo Bellino

Le 35 squadre

Con una dichiarazione piuttosto pilatesca, il presidente Dagnoni si è scusato con RCS Sport per avergli chiesto di invitare tutti i team italiani. Perché invece non si è scusato per il calendario italiano degli U23 e la mancanza di progettualità?

Lo Stelvio è stato l’amplificatore di una situazione per niente sconosciuta. Se per Staune Mittet il Giro Next Gen era la quarta corsa a tappe di stagione, per una larga fetta dei nostri si trattava della prima: non per scarsa volontà, ma perché nel calendario U23 italiano non ci sono corse a tappe prima di giugno e si sa che i nostri all’estero non ci vanno. Mancano soldi e volontà, si può ragionare sull’ordine in cui scriverli.

Perché, avendo in mano la gestione del movimento, la FCI non interviene personalmente con le risorse tanto sbandierate (siamo curiosi di conoscere l’esborso per la produzione televisiva del Giro Donne), propiziando la nascita di un calendario migliore? Perché non prendere otto organizzatori di corse di un giorno, unirli e provare a farne gli organizzatori di una corsa a tappe?

Staune-Mittet, corridore norvegese della Jumbo Visma Development, ha conquistato lo Stelvio (foto LaPresse)
Staune-Mittet, corridore norvegese della Jumbo Visma Development, ha conquistato lo Stelvio (foto LaPresse)

Il livello degli atleti

Se non sei in grado di arrivare sullo Stelvio 37 minuti dopo il vincitore (questo il tempo massimo), forse hai sbagliato mestiere. Non è obbligatorio essere corridori, ma se hai direttori sportivi che ti fanno attaccare alla macchina, allora sei spacciato. E’ come il doping, ma senza aghi. Non è obbligatorio neppure essere direttori sportivi.

Non si può pretendere di andare al Giro d’Italia contro certe squadre, allenandosi come dieci anni fa. Non basta dire di essere andati in altura il mese prima, se da febbraio a maggio s’è fatta la caccia alle vittorie del martedì, del sabato e della domenica.

Quando la corsa era in mano a Extra Giro e inizialmente la selezione avveniva per punteggio, si capì che i nostri arrivavano a giugno svuotati di ogni energia, mentre le squadre straniere (invitate) avevano freschezza e forze superiori. Per questo si passò agli inviti.

Busatto che vince la Liegi non è un fenomeno venuto dal nulla. Il corridore, che qui non aveva mai vinto ma era stato cresciuto con lungimiranza, è andato in Belgio e ha cambiato pelle semplicemente per la diversa programmazione. Nella sua squadra questo non sarebbe mai successo e il diesse Rosola ha avuto l’onestà di ammetterlo. E poi ci lamentiamo perché i procuratori li portano via?

Negli ultimi 2,5 chilometri, qualcuno si attaccava e qualcuno faceva immagini (foto cyclingpro.net)
Negli ultimi 2,5 chilometri, qualcuno si attaccava e qualcuno faceva immagini (foto cyclingpro.net)

Guerra fra bande

Si è detto: con RCS certe furbate di attaccarsi alle macchine non si possono più fare. E’ una sciocchezza: la giuria viene inviata dall’UCI, l’organizzatore non c’entra nulla. Ma è vero che sia gli organizzatori, sia i giudici del Giro Next Gen avrebbero fatto volentieri a meno di una simile figuraccia. Come mai non c’erano auto e moto della Giuria in coda al gruppo, mentre i corridori erano attaccati come grappoli? Non esiste alcuna prova, ma la sensazione è che, avendo fiutato l’aria, i giudici siano andati davanti lasciando a quelli dietro la possibilità di arrangiarsi. Hanno pensato che si è sempre fatto e hanno sbagliato: infatti è scoppiata la guerra fra bande.

Imbufaliti per aver portato solo cinque atleti, lasciando così spazio a squadre non all’altezza, i membri di alcuni staff hanno fotografato e filmato lo spettacolo, condividendolo su varie piattaforme. Erano convinti di colpire avversari indegni, ma hanno sporcato inutilmente tutti. Tanto che poi, alla fine delle condivisioni, le immagini sono arrivate alla Giuria, che si è attivata.

Si capisce che trovare alcuni velocisti attaccati alle macchine, immaginandoli poi vincitori nel finale di Giro, possa dare ai nervi, ma la Giuria li avrebbe squalificati anche se il filmato l’avesse ricevuto con maggiore discrezione. Questo non significa che si sarebbe dovuto insabbiare la cosa, ma avrebbero dovuto e potuto gestirla meglio, senza la valanga di fango che ancora una volta è scesa sul ciclismo. Se devi denunciare un furto, lo metti sui social o vai prima dai Carabinieri?

Per il norvegese, lo Stelvio ha significato maglia rosa, difesa poi agevolmente sino a Trieste (foto LaPresse)
Per il norvegese, lo Stelvio ha significato maglia rosa, difesa poi agevolmente sino a Trieste (foto LaPresse)

La prima pietra

La morte di Gino Mader ha fatto calare il silenzio sul triste spettacolo dello Stelvio. In due giorni il ciclismo è passato dallo squallore al dolore. Pensare che un campione come lo svizzero possa essere accomunato a quei 31 squalificati del Giro Next Gen provoca fastidio. RCS Sport ha messo insieme la solita grande squadra e organizzato una bella corsa, forse con un errore di valutazione di percorso. Per decenza e a meno che non ci siano altri sviluppi, chiudiamo qui la storia, frutto di molteplici peccati. Nessuno ne è stato immune, eppure tanti si sono affrettati a lanciare la prima pietra.

Sono Alé le maglie ufficiali del Giro d’Italia Next Gen

13.06.2023
4 min
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Sono ancora Alé le sei maglie ufficiali indossate dai leader delle diverse classifiche generali al Giro d’Italia Next Gen, il Giro d’Italia dei giovani in corso di svolgimento proprio in questi giorni e quest’anno organizzato da RCS Sport. La partnership tra il brand Alé ed il Giro d’Italia riservato ai corridori under 23 è da considerarsi un vero e proprio “must” per il marchio veronese specializzato nella produzione di abbigliamento per il ciclismo, considerando che il sostegno ed il supporto alla corsa è costante da ben cinque edizioni

La corsa ha preso il via domenica 11 giugno da Agliè, in provincia di Torino, e si concluderà in Friuli Venezia Giulia, nella bellissima Trieste, il 18 giugno (otto  tappe, per un percorso totale di circa 1.000 chilometri, 35 squadre da cinque corridori ciascuna, per un totale di 175 atleti al via).

Sei maglie di classifica

Come anticipato, le maglie indossate dai leader di classifica disegnate e prodotte da Alé sono sei: ovviamente la maglia rosa, riservata al leader della classifica generale; quella ciclamino per il migliore nella classifica a punti; la azzurra per il leader tra gli scalatori; la maglia bianca per il miglior giovane in classifica; la maglia tricolore per il miglior italiano in generale e quella per la combinata che tiene conto della somma dei punti nelle tre classifiche generali.

Le maglie Alé realizzate per il Giro Next Gen rientrano tra quelle incluse nella collezione PR-R, la linea top di gamma che Alé riserva al mondo del ciclismo professionistico: maglie caratterizzate da tagli, tessuti e tecnologie all’avanguardia e progettate per offrire agli atleti massima performance, leggerezza, aerazione e confort. 

Per il quinto anno Alé fornirà le maglie al Giro dedicato agli under 23
Per il quinto anno Alé fornirà le maglie al Giro dedicato agli under 23

Una corsa per il futuro

«E’ sempre un onore mettere la propria esperienza tecnica a disposizione di questa corsa – ha dichiarato Alessia Piccolo, Amministratore Delegato di APG l’azienda a cui Alé fa capo – un evento che anno dopo anno si conferma appuntamento imprescindibile e prestigioso. Vestiremo con maglie Alé il futuro del ciclismo e questo ci rende estremamente orgogliosi. Siamo al fianco di questa gara da cinque edizioni e anche quest’anno, con il cambio di organizzatore, non potevamo far mancare il nostro appoggio. Il Giro Next Gen è un evento che fa bene al movimento, e per questo deve essere supportato, curato, fatto crescere e portato a livelli ancora più alti. Auguro a tutti i giovani atleti dei team in gara un Giro ricco di successi e soddisfazioni».

Alé, Johannes Staune-Mittet, Alessia Piccolo, Giro Next Gen
Alessia Piccolo insieme alla maglia rosa del Giro Next Gen Johannes Staune-Mittet

«Al Giro Next Gen – ha ribattuto Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sport – vedremo all’opera i campioni di domani, quelli che applaudiremo sulle strade delle nostre grandi corse come il Giro d’Italia, la Milano-Sanremo o Il Lombardia. Alé farà parte di questo progetto, e con la qualità dei suoi prodotti ci aiuterà a valorizzare e raccontare al meglio le sei maglie che si contenderanno tutti i protagonisti. Questo per noi è un aspetto molto importante. In ogni grande competizione le maglie hanno un ruolo fondamentale perché sono il sogno di chi corre e perché sono uno dei simboli più riconosciuti della Corsa stessa».

Alé

Giro NextGen, dieci nomi per il successore di Hayter

10.06.2023
8 min
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AGLIE’ – Domani alle 12,50 – col primo corridore che scenderà dalla pedana della crono inaugurale – si accenderanno i riflettori sul Giro NextGen, ovvero il Giro d’Italia U23 targato RCS Sport. Inizio in Piemonte, ad Agliè, con una prova contro il tempo di 9,4 chilometri e finale domenica 18 giugno a Trieste.

Otto tappe ben distribuite dove ogni tipologia di atleta potrà confrontarsi sul proprio terreno preferito che alla fine premierà il più completo (o regolare, se preferite) come successore di Leo Hayter. Tra le 35 formazioni al via (ognuna composta da 5 corridori), abbiamo provato a battezzare dieci nomi che potrebbero fare classifica, pur sapendo che nel mondo dei “dilettanti” la sorpresa – in positivo o in negativo – è sempre dietro l’angolo e che controllare la corsa con così pochi elementi sarà dura per tutti. Si va in caccia del trono di Leo Hayter, che nel 2022 conquistò la maglia rosa davanti a Van Eetvelt e Lenny Martinez (foto di apertura).

Jordan Labrosse ad agosto passerà pro’ nel team WT ma al Giro NextGen vuole lasciare il segno (foto twitter)
Labrosse ad agosto passerà pro’ nel team WT ma al Giro NextGen vuole lasciare il segno (foto twitter)

Jordan Labrosse

Il classe 2002 della AG2R-Citroen U23 è sicuramente un cacciatore di tappe ed uno adatto a gare dure di un giorno, come confermano la vittoria a Terranuova Bracciolini ed il terzo posto al Piccolo Lombardia dell’anno scorso. Tuttavia il ragazzo nativo di Roanne – e che come idolo sportivo guarda caso ha Michael Jordan (nomen omen) – arriva da due buoni piazzamenti nelle due gare a tappe che ha disputato.

Dopo il sesto posto ad aprile al Tour du Loir et Cher (con contenute difficoltà altimetriche), Labrosse due settimane fa ha aggiunto un quinto posto di più pregevole fattura in Polonia all’Orlen Nations Grand Prix, centrando un podio di tappa. Per lui (che ha già in tasca un triennale con la formazione WorldTour a partire da agosto) il Giro NextGen può rappresentare l’ennesimo step nella sua crescita e non ci sarebbe da sorprendersi se chiudesse bene nella top ten.

La Circus ReUz Technord per la generale punterà su Alexy Faure Prost ma attenzione a Busatto
La Circus ReUz Technord per la generale punterà su Alexy Faure Prost ma attenzione a Busatto

Alexy Faure Prost

Tra gli atleti della Circus ReUz Technord vorremmo mettere Francesco Busatto – per risultati ottenuti e non solo per patriottismo – ma proviamo ad indicare il 19enne talento francese così come ci aveva anticipato il loro diesse Claeys a metà maggio. Se il veneto vincitore della Liegi U23 potrebbe sfruttare la sua grande condizione per fare classifica (un po’ come fece Alaphilippe al Tour 2019), Faure Prost nei piani del team belga dovrebbe essere l’uomo deputato a curare la generale.

Nonostante sia al primo anno nella categoria, il giovane della Circus ha conquistato due successi ad inizio annata e nell’ultima gara disputata si è messo alla prova (ed in luce) tra i pro’ nella selettiva Classic Alpes Maritimes vinta da Carapaz.

Brieuc Rolland può ritagliarsi il giusto spazio tra i vari contendenti alla maglia rosa finale (foto Groupama-Fdj)
Rolland può ritagliarsi il giusto spazio tra i vari contendenti alla maglia rosa finale (foto Groupama-Fdj)

Brieuc Rolland

La rivoluzione generazionale che quest’anno ha vissuto la Groupama-FDJ di riflesso ha toccato anche la sua formazione continental U23. Tutte le loro giovani stelle del 2022 sono passate pro’ e così il vivaio appare meno forte rispetto all’anno scorso ma è giusto tenere la squadra francese in considerazione. Al Giro NextGen la Groupama-FDJ avrà l’età media più bassa di tutti (19 anni e 4 mesi) e il loro leader potrebbe essere Brieuc Rolland.

Il classe 2003 bretone di Rennes ha corso diverse piccole gare a tappe e ultimamente all’Alpes Isere Tour, ha chiuso al sesto posto nella generale, ottenendo lo stesso piazzamento nel tappone finale di 160 chilometri con oltre 4.800 metri di dislivello. Da seguire.

Giulio Pellizzari ha messo nel mirino la generale del Giro NextGen da tanto tempo
Pellizzari ha messo nel mirino la generale del Giro NextGen da tanto tempo

Giulio Pellizzari

Tutti e cinque i corridori della Green Project-Bardiani-Csf-Faizanè sarebbero da considerare per la generale però ne scegliamo uno per una serie di motivi. A più riprese infatti Giulio Pellizzari ha dichiarato di puntare forte sul Giro NextGen sacrificando una sua possibile convocazione in quello dei grandi. Finora in stagione il 19enne scalatore non è riuscito a centrare quella (meritata) vittoria che gli avrebbe dato ulteriore morale ma i risultati e le prestazioni ottenuti dimostrano che ha avuto un avvicinamento mirato alla corsa rosa dei giovani.

Oltre al secondo posto al Recioto o nella generale della Carpathian Couriers Race, è il terzo posto conquistato nella quarta tappa del Tour of the Alps che pone il marchigiano tra i candidati alla vittoria finale.

Santiago Umba finora si è visto pochissimo ma al Giro NextGen potrebbe essere una sorpresa
Umba finora si è visto pochissimo ma al Giro NextGen potrebbe essere una sorpresa

Santiago Umba

Negli ultimi quindici anni è quasi un obbligo inserire un colombiano tra i favoriti del Giro “dilettanti”. Un po’ perché quando la strada sale sanno entusiasmare e scombinare le carte dei rivali, un po’ per tradizione riuscendo talvolta a vincere la corsa o salire sul podio. Fra loro, ci sentiamo di segnalare Santiago Umba della GW Shimano-Sidermec.

Il ventenne scoperto da Gianni Savio tre anni fa, in questa stagione ha giocato un po’ a nascondino correndo prevalentemente in Colombia e riaffacciandosi all’Appennino tra i pro’ la settimana scorsa. Al Giro NextGen Umba ha la possibilità di rinverdire i grandi risultati registrati nel 2021 quando seppe vincere in salita a La Planche des Belles Filles al Tour Alsace o una frazione del Tour Savoie Mont Blanc.

Antonio Morgado al primo anno tra gli U23 vuole stupire anche al Giro NextGen (foto Hagens Berman Axeon)
Morgado al primo anno tra gli U23 vuole stupire anche al Giro NextGen (foto Hagens Berman Axeon)

Antonio Morgado

Il portoghese della Hagens Berman Axeon è un altro atleta al primo anno tra gli U23 che ha già fatto vedere di andare forte vincendo due gare, l’ultima in Polonia all’Orlen Nations Grand Prix. Per la verità il team continental guidato da Axel Merckx per la generale può contare anche sull’irlandese Darren Rafferty ma mettiamo Antonio Morgado sotto la lente di ingrandimento.

A scapito di un aspetto fisico per cui dimostra molto più della sua età, il classe 2004 nelle ultime stagioni è cresciuto in modo esponenziale e l’anno scorso da junior ha saputo prendersi il Lunigiana un po’ a sorpresa. Perché non potrebbe fare (quasi) altrettanto al Giro NextGen?

Tijmen Graat ha vinto il Recioto davanti a Pellizzari e Pinarello. L’olandese può fare classifica al Giro NextGen
Tijmen Graat ha vinto il Recioto davanti a Pellizzari e Pinarello. L’olandese può fare classifica al Giro NextGen

Tijmen Graat

Risultati alla mano, sulla carta la squadra-faro del Giro NextGen è senza dubbio la Jumbo-Visma Development Team, sempre ammesso che non si crei una concorrenza interna. I gialloneri schierano una piccola corazzata dove ognuno di loro potrebbe essere capitano in altre formazioni. I norvegesi Staune-Mittet e Hagenes sono corridori piuttosto completi che non hanno bisogno di presentazioni e che saranno davanti nei momenti decisivi. Loe Van Belle è uno scalatore che si difende a crono, mentre Menno Huising è un uomo da classiche dure.

Noi però, anche per non essere scontati, siamo curiosi di vedere all’opera Tijmen Graat. Il classe 2003 nativo di Boxmeer quest’anno ha conquistato tre gare (tra cui il Recioto) e concluso all’undicesimo posto la Coppi e Bartali. Potrebbe ricoprire lui il ruolo di leader per la generale.

William Junior Lecerf al Giro NextGen vuole migliorare il quarto posto nella generale ottenuto l’anno scorso (foto twitter)
Lecerf al Giro NextGen vuole migliorare il quarto posto nella generale ottenuto l’anno scorso (foto twitter)

William Junior Lecerf

Così come la formazione maggiore, anche la Soudal-QuickStep Devo Team si presenta ai nostri di partenza della corsa rosa di categoria con l’intenzione di centrare il bersaglio grosso. Per farlo punta su William Junior Lecerf, arrivato in inverno dalla attuale Lotto-Dstny U23, cui quest’anno è mancato solo l’acuto pur avendo mostrato una grande crescita anche su lunghe distanze.

Bisogna seguirlo perché l’anno scorso il classe 2002 fiammingo è arrivato ai piedi del podio finale conquistando prima un bel sesto posto nella terribile tappa di Santa Caterina Valfurva (quella con Tonale, Aprica e Mortirolo) e poi una terza piazza di qualità in cima al Colle Fauniera. Insomma, quando la strada si inerpica fin sotto il cielo, lui c’è. E sullo Stelvio alla quarta frazione potrebbe mettere un bel mattoncino per la vittoria del Giro NextGen.

Finlay Pickering ha cercato di fare classifica al Tour of the Alps in funzione del Giro NextGen (foto Trinity Racing)
Pickering ha cercato di fare classifica al Tour of the Alps in funzione del Giro NextGen (foto Trinity Racing)

Finlay Pickering

Nella Trinity Racing che dominò il Giro U23 nel 2020 con Tom Pidcock ci sono un paio di nomi interessanti (entrambi inglesi classe 2003) da appuntarsi per la vittoria finale. Il primo è Lukas Nerurkar, scalatore cresciuto in Etiopia che vive tra Brighton (in cui è nato) e Girona, che ha vinto una tappa all’Orlen Nations Grand Prix e che a febbraio aveva chiuso sesto nella generale del Gran Camino conquistato da Vingegaard.

Al suo fianco ci sarà Finlay Pickering che al Tour of the Alps stava facendo fondo per il Giro NextGen, così come ci aveva confidato il suo diesse Peter Kennaugh. Pickering finora ha ottenuto piazzamenti nelle brevi corse a tappe ma arriva dalla Groupama-FDJ con cui l’anno scorso aveva vinto il Tour Alsace e la sua volontà è quella di ripetere quelle prestazioni.

Obiettivo classifica. Hannes Wilksch sarà il leader della Tudor U23 al Giro NextGen (foto twitter)
Obiettivo classifica. Hannes Wilksch sarà il leader della Tudor U23 al Giro NextGen (foto twitter)

Hannes Wilksch

La Tudor Pro Cycling Team U23 parte per il Giro NextGen con una squadra ben attrezzata. Se il diciannovenne francese Mathys Rondel può essere considerata la seconda punta, il leader dovrebbe essere Hannes Wilksch, altro atleta che ha cambiato casacca ad inizio stagione ed ultimo in ordine di dorsale della nostra lista di favoriti.

Il classe 2001 tedesco va tenuto sotto osservazione sia per la forte crescita che ha fatto sia per i risultati conquistati. Nel 2022 infatti riuscì a concludere settimo sia al Giro U23 che al Tour de l’Avenir. Partirà con un buon morale: due settimane fa è salito sul podio finale dell’Orlen Nations Grand Prix.

Mobilità e ambiente: il futuro di Lombardo è “green”

01.06.2023
5 min
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«In Lombardo siamo stati tra i primissimi italiani a credere nella bicicletta a pedalata assistita in tempi a dir poco… pioneristici. Possiamo fregiarci di essere stati la prima realtà italiana, nel 2011, ad aver sviluppato un accordo tecnico/commerciale con un’azienda del calibro di Bosch. Oggi le nostre e-bike possono vantare una posizione, nei mercati nazionali e internazionali, solida e con apprezzamento incontrovertibile».

A parlare è Emilio Lombardo, il CEO di Lombardo Bikes, azienda siciliana da più di dieci anni impegnata nel settore dell’elettrico e “fresca” reduce da una partecipazione di successo al Giro-E. Ne abbiamo approfittato per scambiare qualche considerazione e capire i passi che l’azienda stessa ha compiuto negli ultimi anni, per intuirne i passaggi di crescita e gli obiettivi per il futuro…

Giuseppe Bica, events manager e Ambassador Lombardo
Giuseppe Bica, events manager e Ambassador Lombardo
Anche quest’anno Lombardo Bikes ha partecipato in prima linea al Giro-E, quali sono stati i motivi di questa scelta?

Il Giro-E ha l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile e di avvicinare le persone alla e-bike come alternativa alle auto e moto alimentate a combustibili fossili. E’ un’occasione perfetta per far conoscere l’Italia nel mondo e implementare a livello locale soluzioni innovative e meno impattanti sull’ambiente. Proprio per questi motivi abbiamo nuovamente scelto di essere Official Supplier del Giro-E, oltre ad Offical Exhibitor del neonato Green Fun Village. 

In aprile si è corso il Giro di Sicilia, di cui siete stati Official Bike Partner. Eppure si direbbe proprio che la competizione non sia una delle vostre aree di maggiore interesse…

Quando mio padre fondò la nostra azienda nel 1952, il suo progetto ha sempre visto e immaginato la bicicletta come mezzo di trasporto. Ed è su quello che abbiamo continuato a credere, sperimentare e investire in tutti questi anni. Non disdegniamo di certo la competizione, abbiamo un Factory Team che compete a livello internazionale e in generale la nostra è una collezione di biciclette estremamente variegata, in grado di assecondare più necessità e stili di vita o di divertimento. Di base però, ad un agonismo puro ed estremo, al momento, preferiamo una competizione più nobile, per i suoi valori intrinsechi, proprio come quella del Giro-E: caratterizzata da sfide di regolarità, dove la prestazione muscolare deve essere accompagnata dall’ingegno, dalla disciplina, dal calcolo, dal gioco di squadra. Ma che principalmente non è fine a se stessa, ma legata a valori sociali.

Biciclette Lombardo protagoniste al Giro-E
Biciclette Lombardo protagoniste al Giro-E
Cosa sogna Lombardo Bikes e quali sono gli obiettivi da raggiungere per il futuro?

Sogniamo un mondo dove tutti potranno usare la bici elettrica. A partire dalle salite, per i meno allenati, oppure per non inquinare, stare in salute ed apprezzare il contesto che ci circonda. Ma prima ancora la nostra attenzione è focalizzata sull’impatto sociale. Siamo impegnati in un rientro dei cervelli siciliani ad esempio e in altre iniziative per creare e facilitare valori e occasioni nel territorio intorno a noi. Di conseguenza, arrivano poi i risultati anche sui prodotti e sui mercati. Non abbiamo lesinato, per citarne un paio, investimenti in azienda per un asilo/baby school interno, ma anche per una palestra. La nostra più importante risorsa è il capitale umano, e di quello ci prendiamo grande cura.

Il benessere delle persone come punto di partenza?

Il nostro punto di arrivo non è un luogo, un mercato o dei numeri. Abbiamo chiaramente obiettivi specifici, una rotta fissata. Questa però ha il primario obiettivo di migliorare lo stato di salute fisico e psicologico di ogni singolo individuo della società tutta.

Raccontaci qualcosa in più del tuo abituale ruolo in Area52, il reparto creativo e di ricerca e sviluppo di Lombardo Bikes… 

Il Giro-E è un progetto nel quale crediamo fortemente, tanto da aver voluto, sia lo scorso anno che per questo, progettare e realizzare varianti specifiche e a tiratura limitatissima, della nostra e-road bike Mugello. Sono stati infatti 70 gli esemplari dedicati ai 70 anni dell’Azienda, per l’edizione del Giro-E 2022.

Invece quest’anno?

Quest’anno invece sono stati soltanto 20 i gioiellini Lombardo Bikes – tutti ideati e disegnati in sede a Buseto Palizzolo, presso il nostro reparto creativo Area52 – che hanno equipaggiato il Team RCS e dedicati a ciascuna della 20 regioni d’Italia. Ci teniamo particolarmente che gli ospiti speciali, le autorità, gli influencer, gli atleti azzurri che compongono il team, possano vivere un’esperienza nell’esperienza, e insieme poterlo comunicare al meglio per rendere il messaggio quanto più incisivo possibile.

Anche quest’anno Lombardo Bikes si è affiancato al Giro-E
Anche quest’anno Lombardo Bikes si è affiancato al Giro-E

Ed in sella ad una Lombardo, al Giro-E, è tornato Giuseppe Bica: events manager e Ambassador dell’azienda siciliana, capitano del Team RCS, che nella scorsa edizione 2022 si è calato nelle vesti insolite di un e-rider reporter, raccontando il Giro-E visto dall’interno…

«Sono super entusiasta di essermi rimesso a pedalare con Lombardo lungo le strade di tutto il nostro Bel Paese – ha dichiarato Bica – in quella che per me è stata la terza edizione consecutiva pedalando e… sensibilizzando in direzione di un sempre più importante approccio sostenibile verso il pianeta. Nel Giro-E ho trovato pane per i miei denti, o meglio motori e batteria per la mia energia, potendo così raccontare questa la versione elettrica della corsa rosa. Il Giro-E è un mondo ricco di colori (il verde in primis) che pullula di sorrisi, di buon umore, di good vibes. A me e ai colleghi capitani spetta il compito di convogliarle al meglio e condividerle su strada con gli ospiti». 

Lombardo Bikes

Altri quattro anni: Castelli rinnova con il Giro d’Italia

27.05.2023
3 min
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Il Giro d’Italia e Castelli hanno rinnovato la propria collaborazione per i prossimi quattro anni. L’accordo, ufficializzato nella sede di Milano de La Gazzetta dello Sport, è stato sancito direttamente dal Presidente di RCS MediaGroup, Urbano Cairo, e dall’Amministratore Delegato di MVC Group Alessio Cremonese.

Castelli è stato l’orgoglioso fornitore delle maglie leader nel Giro d’Italia per quasi vent’anni. Negli anni Ottanta, e nei primi anni Novanta, numerosi campioni hanno indossato e vinto con maglie Castelli lasciando il segno nella storia del ciclismo mondiale. Tra questi, ricordiamo Miguel Indurain, che trionfò a Milano nel 1992 indossando l’iconica Castelli maglia rosa. Negli ultimi anni Castelli ha continuato a fornire i campioni della corsa rosa, e lo ha fatto per ben sei anni consecutivi: dal 2018 al 2023. Durante questo periodo, corridori come Chris Froome, Tao Geoghegan Hart ed Egan Bernal hanno conquistato la vittoria “vestiti” Castelli incidendo i loro rispettivi nomi sul meraviglioso “Trofeo Senza Fine”.

La maglia rosa firmata da Castelli insieme al “Trofeo Senza Fine”
La maglia rosa firmata da Castelli insieme al “Trofeo Senza Fine”


Uno sguardo al futuro

«Questo storico e prestigioso marchio italiano, in costante sviluppo – ha dichiarato Urbano Cairo, Presidente di RCS MediaGroup – è tornato da sei anni a produrre le maglie dei leader del Giro dopo l’esperienza a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. In questo lasso di tempo, il mitico logo dello scorpione si è legato a doppio filo con la maglia rosa: due simboli iconici conosciuti in tutto il mondo. Il rinnovo di questa partnership per i prossimi anni è la testimonianza di un connubio di qualità, che dà il giusto lustro ad un’azienda italiana che porta in alto i valori del Made in Italy nel mondo, proprio come il nostro Giro d’Italia».

Per altri quattro anni Castelli disegnerà la maglia rosa
Per altri quattro anni Castelli disegnerà la maglia rosa

«Avere il leggendario logo dello scorpione sulle strade del Giro d’Italia – ha ribattuto Alessio Cremonese, Amministratore Delegato di MVC Group – ci riempie immensamente di orgoglio. Come azienda italiana, collaborare con RCS Sport nella corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo ci rende estremamente felici. Quella rappresentata dal Giro d’Italia è difatti una grande occasione per mostrare i nostri prodotti innovativi, nonchè il nostro impegno verso questo sport, la sua lunga storia e la nostra passione nel cercare costantemente di spingere più in là i confini di ciò che è possibile nel mondo dell’abbigliamento ciclistico performante… E sempre con uno sguardo rivolto al futuro».

Castelli

Giro Next Gen: otto tappe, una crono e lo Stelvio

03.05.2023
7 min
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Si chiamerà Giro Next Gen, con il gusto di mettere l’inglese anche alle radici del ciclismo giovanile italiano. E’ il Giro d’Italia degli U23, assegnato dalla Federazione a RCS Sport in seguito al bando di fine marzo, grazie al quale il prossimo anno lo stesso gruppo organizzerà anche il Giro d’Italia Donne, sempre che questo mantenga il nome attuale. Un bando andato deserto, tranne appunto per la partecipazione di RCS, con relativo disappunto da parte di Infront.

Si correrà dall’11 al 18 giugno ed è stato presentato stamattina a Roma, alla presenza di Mauro Vegni e Paolo Bellino per RCS Sport, Cordiano Dagnoni per la FCI e il ministro dello sport Andrea Abodi.

Questa è l’altimetria generale del prossimo Giro d’Italia U23, ribatezzato Giro Next Gen
Questa è l’altimetria generale del prossimo Giro d’Italia U23, ribatezzato Giro Next Gen

Otto tappe al Nord

Il percorso è in linea con quanto fatto negli ultimi anni da Extra Giro, con 8 tappe, tutte concentrate in poche regioni: questa volta dal Piemonte al Friuli. Al disegno del percorso si è dedicato il gruppo di lavoro del Giro d’Italia nel tempo libero fra la Sanremo, il Giro di Sicilia e la partenza da Pescara, riuscendo anche ad ottenere lo slittamento di un giorno, in modo da occupare due domeniche anziché una soltanto. Alcuni contatti con Marco Selleri erano stati avviati perché si occupasse di una parte dell’organizzazione, poi tutto si è fermato.

«Quest’anno il Giro Next Gen si svolgerà interamente al Nord – ha detto Mauro Vegni – perché con solo otto tappe è impossibile toccare tutto lo Stivale. Nei prossimi anni pensiamo di sviluppare la corsa al Centro e al Sud in modo da portare all’interno di tutti i territori italiani, come già facciamo nelle corse professionistiche, questo evento di altissimo livello per la categoria. Il percorso offre chance a tutti, cronoman, velocisti, finisseurs e scalatori con la ciliegina sulla torta rappresentata dall’arrivo sul Passo dello Stelvio»

La tappa sullo Stelvio era stata già svelata, sia pure sotto traccia, il 19 aprile, nel corso di una conferenza stampa a Sondrio, in cui si raccontavano le iniziative turistiche per l’estate in Valtellina.

Alla presentazione, da sinistra, Mauro Vegni, il ministro Andrea Abodi, Cordiano Dagnoni e Paolo Bellino
Alla presentazione, da sinistra Vegni, il ministro Abodi, Dagnoni e Bellino

Prima il Piemonte

Si comincia con una cronometro ad Aglié, sulla distanza di 9,4 chilometri. Prova veloce e adatta agli specialisti, con lunghi tratti rettilinei raccordati da poche curve. L’unica piccola difficoltà è la rampa finale (4% di pendenza media) che conduce al Castello di Agliè.

La seconda tappa va da San Francesco al Campo a Cherasco, sulla distanza di 151 chilometri. Percorso pianeggiante nella prima parte e poi mosso fino all’arrivo. Si costeggia Torino, toccando Settimo Torinese e Chieri. Si prosegue poi verso sud fino alle colline dell’Albese e qui si scalano La Morra e Novello, prima di giungere al circuito finale di 18 chilometri (un solo giro) che tocca Narzole e il fondovalle del Tanaro. Nel 2010 sullo stesso arrivo Philippe Gilbert conquistò il Gran Piemonte.

Con la terza tappa si va in Lombardia, da Priocca a Magenta, per 146 chilometri. Toccherà ai velocisti mostrare i muscoli, dato il percorso quasi totalmente pianeggiante attraverso le provincie di Alessandria e Pavia. 

Sua maestà lo Stelvio

Della quarta tappa abbiamo fatto cenno: Morbegno-Passo dello Stelvio, 118 chilometri. Si rischia che il Giro finisca lassù: i 22 chilometri finali al 7 per cento di media, con i famosi 30 tornanti che hanno fatto la storia del ciclismo, potrebbero essere per gli U23 uno scalino davvero molto alto.

La tappa successiva, numero cinque da Cesano Maderno a Manerba del Garda misura 154 chilometri. E’ mossa e nervosa, specie nel finale sul Lago di Garda. I primi chilometri attraverseranno comuni milanesi con tutte le insidie del caso in termini di traffico, rotatorie e spartitraffico. Alle porte di Brescia, il gruppo scalerà Passo Tre Termini, la salita di Lumezzane e il Passo Sant’Eusebio, prima di scendere sul lago. Lungo la costa, potrebbe esserci spazio per qualche attacco.

Sesta tappa che parte dal trentino: da Pergine Valsugana a Povegliano, in provincia di Treviso, per 166 chilometri. In partenza subito il Valico della Fricca farà sudare gli uomini veloci, che avranno poi altri 150 chilometri fra discesa e pianura per riprendere fiato e farsi trovare pronti nei due giri del velocissimo circuito finale.

Tappone veneto

La settima e penultima tappa è definita il tappone, anche se le gambe e la classifica avranno ancora memoria dello Stelvio. Si parte dal Tempio del Canova a Possagno e si arriva a Pian di Cansiglio in 175 chilometri. Già dal via si inaugura un percorso di saliscendi che attraversano le zone del Prosecco da Valdobbiadene, Combai e Refrontolo. Dopo Vittorio Veneto, iniziano le salite di San Lorenzo, Passo San Boldo, Valmorel, Nevegal, il duro Malga Cate in Alpago e poi l’accesso a Pian del Cansiglio da Farra con i primi 4 chilometri al 12-13 per cento.

Si chiude in Friuli, con i 131 chilometri che uniscono la Tavagnacco di Enzo Cainero a Trieste. Si passa da Pagnacco, Buja, Tarcento, poi la zona dei vini di Nimis, Attimis, Faedis fino alla piana di Cividale. Da qui in avanti il percorso porta i segni della Grande Guerra, con il Monte San Michele e il sacrario di Redipuglia. La volata finale, se di gruppo o gruppetto, si giocherà davanti a Piazza Unità d’Italia e al Molo Audace.

L’opinione di Amadori

Qual che c’è da attendere ora è l’elenco delle squadre invitate. I gruppi sportivi hanno atteso finora l’annuncio del percorso, avendo comunque previsto di fermare gli atleti più adatti e di mandarli in altura per ricaricarsi e trovare la condizione. Sarà ancora una volta la sfida fra continental straniere e le italiane.

«Mi sembra un Giro bellino – commenta il cittì Amadori – che più dello scorso anno ha la crono, anche se corta. Per il resto, ci sono percorsi per tutti. Sarà nuovamente un’esperienza utile alla crescita dei ragazzi. Ieri peraltro hanno presentato anche il Tour de l’Avenir ed è durissimo, non si sono fatti mancare niente, con l’arrivo al Col de la Loze e anche una cronoscalata. Piuttosto notavo che durante il Giro ci sarà una prova di Nations Cup in Repubblica Ceca, chissà se dall’estero arriveranno tutti i più forti o qualcuno andrà là. Sia quella prova, che la precedente in Polonia servono per qualificare un uomo in più per il mondiale. Noi andremo in Polonia e, se dovesse servire, durante il Giro potrei portare alla Corsa della Pace i giovani che non fanno il Giro o qualche professionista».

Insomma, ora che le carte sono sul tavolo, si può cominciare a lavorare. Sul fronte della logistica non dovrebbero esserci dubbi che RCS saprà mettere in campo le strutture e il personale che da sabato gireranno l’Italia per tre settimane.

Rivolta e quel Giro che non può saltare

18.02.2023
5 min
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«Quest’anno il Giro Donne non può saltare. La Federciclismo non può permetterlo e qualcuno lo organizzerà. Se avranno bisogno di me, io sono pronto, sia che mi chiami Ruini che Vegni».

Partiamo dall’ultima battuta con la quale Giuseppe Rivolta saluta al termine della nostra chiacchierata sull’assegnazione a RCS Sport delle quattro edizioni del Giro Donne a partire dal 2024, congiuntamente alle cinque del Giro U23 da questa stagione in avanti.

Un mese fa avevamo cercato di fare un po’ di luce attorno al buio comunicativo relativamente all’edizione del 2023, i cui diritti organizzativi appartengono a Starlight, ma di novità non ne sono arrivate. Valeva quindi la pena sentire il punto di vista di Rivolta, che del Giro femminile è stato il direttore per 18 anni e ne parla sempre col cuore in mano.

Van Vleuten tra Cavalli (a sx) e Mavi Garcia. Il Giro Donne 2023 ripartirà da questo podio
Van Vleuten tra Cavalli (a sx) e Mavi Garcia. Il Giro Donne 2023 ripartirà da questo podio
Giuseppe qual è la prima cosa che ti è venuta in mente dopo il verdetto del bando organizzativo?

Che mi fa piacere che ci sia tutto questo interesse legato al Giro Donne. In passato ogni anno c’era il bando, ma in pratica non partecipava nessuno e così interpellavano l’organizzatore dell’anno prima. Stavolta credo che sia stato il traino per l’assegnazione anche del Giro U23. Metterli assieme rendeva il pacchetto più allettante per gli organizzatori. Significa che il Giro Donne ha guadagnato prestigio col passare degli anni. E forse significa che è anche un po’ merito mio.

Tu sei stato il patron per tantissimi anni. Cosa rappresenta per te questa corsa?

Quanto tempo abbiamo? Perché a questa domanda potrei rispondere con un monologo (sorride, ndr). Ricordo ancora che il primo maggio del 2002 era un mercoledì quando la FCI mi chiese la disponibilità di allestire la gara. L’allora Giro Rosa l’ho trattato subito come se fosse una figlia. Ogni anno vedevo la gara crescere e facevo il possibile per farlo al meglio. Solo nel 2006 ho dovuta dare questa… creatura in affido…

Giro Donne 1998. Luperini (a destra) vinse un’edizione con 13 tappe, da Cagliari a Vittorio Veneto
Giro Donne 1998. Luperini (a destra) vinse un’edizione con 13 tappe, da Cagliari a Vittorio Veneto
Continua pure…

Quell’anno venne eletto Di Rocco, che non mi conosceva e lo diede a Carmine Castellano, l’ex direttore del Giro d’Italia, e alla sua Egidio Event. Mi misi da parte con un po’ di dispiacere, ma restai a disposizione con i nuovi organizzatori per eventuali consigli. Nel 2007 Di Rocco mi chiamò, era un mercoledì anche quella volta, per riassegnarmi l’allestimento. Gli avevano chiesto tutti che tornassi io a farlo.

Cosa pensasti?

Per me fu un grande motivo di orgoglio. Insomma ritrovavo la corsa figlia mia e non poteva essere altrimenti. Fino al 2020, quando è diventata maggiorenne, ho pensato io a lei. Nel 2021 è arrivato Roberto Ruini con la Starlight che ha saputo mettere in piedi due bellissime edizioni. E dall’anno prossimo con RCS Sport sarà in ottime mani. Loro sono quelli più preparati, lo dicono i fatti, non solo io. Ora posso sentirmi sereno perché il Giro Donne può camminare con le proprie gambe.

Il Giro Donne può godere di scorci incantevoli come il passaggio nel 2022 sul lago di Molveno
Il Giro Donne può godere di scorci incantevoli come il passaggio nel 2022 sul lago di Molveno
Del tracciato di quest’anno però non si conosce nulla tranne qualche indiscrezione. Cosa sa Giuseppe Rivolta del prossimo Giro Donne?

Più o meno quello che avete scritto voi, anche se alcune informazioni sulle tappe voglio tenermele per me. Posso dirvi che l’anno scorso avevo iniziato a fare i sopralluoghi per fine febbraio, quindi per adesso siamo ancora sulla stessa tabella di marcia. Sto aspettando che mi dicano quando partire. Tuttavia capisco che le squadre, le atlete e il pubblico vogliano sapere il percorso. Ripeto: significa che c’è davvero tanto interesse e questa è davvero un’ottima cosa.

Secondo te nel frattempo non si sarebbe potuto fare un comunicato ufficiale su ciò che c’era di confermato?

Personalmente, sulla base di quello che facevamo noi in passato, lo avrei fatto anche solo per smorzare questo momento di silenzio. Noi giocavamo d’anticipo. A dicembre solitamente presentavo le sedi di inizio e fine Giro. Poi dicevamo indicativamente che regioni avremmo toccato. E per la Festa della Donna (8 marzo, ndr) cercavamo spesso di presentare tutto il percorso. Ma questo adesso rimane un parere mio. Se Starlight ha deciso diversamente, ha certamente avuto i suoi buoni motivi. In ogni caso il Giro dell’anno scorso lo abbiamo conosciuto il 10 marzo, pertanto anche in questo caso siamo ancora nei tempi.

Il presidente Fci Dagnoni, Cividini (direttrice Marketing e Comunicazione), Ruini (attuale patron del Giro Donne) e Giuseppe Rivolta
Ginevra Cividini, direttrice Marketing e Comunicazione, e Roberto Ruini, patron del Giro Donne
Sulla durata del Giro Donne tu che idea hai?

Le 10 tappe attuali vanno molto bene, ma io lo allungherei gradualmente. Magari aggiungendo una frazione ogni due anni fino ad arrivare a due settimane. Da domenica a domenica, con due giorni di riposo in mezzo, succedeva a cavallo del 2000. Spero che RCS lo possa fare. Per me il Giro Donne ha le potenzialità per superare il Tour Femmes.

Alla fine quest’anno la gara si farà?

Vi do la risposta che per me forse è ciò che più conta di tutta questa nostra telefonata: «Quest’anno il Giro Donne non può saltare…».

Non solo Giro Donne. I progetti in rosa di Rcs Sport

15.02.2023
4 min
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La notizia è delle ultime ore: Rcs Sport che organizza il Giro d’Italia per i professionisti ha preso in carico anche il Giro Under 23, sin da quest’anno per un quinquennio e il Giro Donne, dalla prossima stagione fino al 2027. La società di Urbano Cairo si è aggiudicata il bando della Federazione (al quale a dir la verità è stata la sola a partecipare) allargando così la gestione di eventi di ciclismo femminile che già contemplano la Strade Bianche e anche eventi all’estero, come l’Uae Tour da quest’anno nel WorldTour e monopolizzato dalle cicliste italiane.

Il Giro donne passerà in mano alla Rcs Sport dal 2024. Quest’anno toccherà ancora alla PMG Starlight Ssd
Il Giro donne passerà in mano alla Rcs Sport dal 2024. Quest’anno toccherà ancora alla PMG Starlight Ssd

Appena diffusa la notizia dell’acquisizione dei nuovi eventi, molti si sono chiesti perché questa differenza, perché non iniziare subito. La risposta è molto semplice: non era possibile, come spiega l’amministratore delegato di Rcs Sport Paolo Bellino, dirigente con un fulgido passato da specialista dei 400 ostacoli nell’atletica: «Per il 2023 c’è un contratto in essere con la società che lo ha allestito negli ultimi anni, quindi l’organizzazione di questa edizione non era in discussione, ma non nascondo che questo è stato anche un motivo per presentare la nostra proposta».

Perché?

Perché l’allestimento del Giro Donne è un progetto che abbiamo sì da anni, che non nasce dall’oggi al domani. Un simile impegno va studiato, ponderato. C’è bisogno di tempo e sicuramente non potevamo affrontarlo in pochi mesi. Posso dire che per noi allestire l’edizione 2023 non sarebbe stato possibile. Oltretutto entriamo in corso d’opera nella storia del Giro U23, non si può certo far tutto e soprattutto farlo bene come vogliamo noi.

Da sinistra Mauro Vegni, direttore organizzativo e Paolo Bellino, AD di Rcs Sport
Da sinistra Mauro Vegni, direttore organizzativo e Paolo Bellino, AD di Rcs Sport
Che cosa rappresenta questo passo nella vostra politica organizzativa riguardante il ciclismo femminile?

Un ulteriore impegno in suo favore. Il prestigio acclarato della Strade Bianche, i riscontri avuti proprio pochissimi giorni fa con l’Uae Tour al femminile ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta, ma la presa in carico della corsa rosa è solo un passaggio, i nostri progetti vanno anche più avanti. Intanto ora, con l’attribuzione della gara a tappe per 4 anni, possiamo mettere sul tavolo tutte le nostre idee per poterne fare un grandissimo evento, un richiamo per tutto il movimento femminile.

A proposito di altri progetti, ormai il ciclismo femminile, rispetto a quello dei maschi, presenta due sole “lacune”: la Milano-Sanremo e il Giro di Lombardia, uniche classiche Monumento che non hanno un corrispettivo fra le donne. Vi impegnate anche in queste?

Bisogna fare un doveroso distinguo. Per la Milano-Sanremo c’è un progetto che va avanti da molto tempo e credo di poter dire che non è lontanissimo il momento che anche fra le donne ci sarà la Classicissima. Per il Lombardia i tempi sono più allungati. Si tratta di eventi molto complicati da pensare, allestire, calibrare anche in base al movimento rosa.

L’arrivo di Mohoric all’ultima Sanremo. Presto ci sarà anche una versione femminile, un po’ diversa
L’arrivo di Mohoric all’ultima Sanremo. Presto ci sarà anche una versione femminile, un po’ diversa
Quali sono le difficoltà principali nell’allestimento della Milano-Sanremo?

Tante, a cominciare dalla data. Il calendario femminile è complicato da gestire, soprattutto se vogliamo tenere fede – e lo vogliamo – alla concomitanza delle date fra uomini e donne. Ma le difficoltà non si esauriscono qui: c’è anche un importante aspetto tecnico da considerare, dobbiamo strutturare la gara su strade diverse, capire come gestire la loro chiusura. Non sarà certamente lo stesso percorso degli uomini.

D’altronde in quel caso parliamo di una gara di quasi 300 chilometri…

Appunto, dobbiamo pensare a qualcosa di completamente diverso, non è come per le altre classiche, anche quelle del Nord. Stiamo pensando a un percorso tutto ligure, un’idea in ballo è quella di Arenzano come località di partenza in modo da avere un chilometraggio congruo, ma è tutto in divenire. Quel che è certo è che con pazienza e con professionalità, la Milano-Sanremo per donne sarà presto cosa fatta.

Dal 2020 anche la Parigi-Roubaix ha una prova femminile. Per Sanremo e Lombardia c’è da attendere
Dal 2020 anche la Parigi-Roubaix ha una prova femminile. Per Sanremo e Lombardia c’è da attendere
E per il Giro di Lombardia?

In questo caso ci sarà da aspettare di più. Non dico che il progetto è in un cassetto, lo stiamo vagliando ma come detto dobbiamo procedere per gradi anche in base alle forze a disposizione, alle idee realizzabili. E’ un discorso complicato, bisogna pensare a un tracciato point to point, con località di partenza e arrivo. Non possiamo fare tutto, bisogna costruire un percorso di lavoro. D’altro canto mi pare che di carne al fuoco ce ne sia tanta, da far tremare i polsi…

EDITORIALE / Perché il Giro donne fa gola a RCS?

31.10.2022
4 min
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Nel 2022 che si sta per concludere, ASO ha organizzato 19 corse e 2 criterium. Quelli in Oriente che si stanno svolgendo proprio in questi giorni. Per RCS Sport il conto è circa della metà. Le differenze sono anche altre. Non è leggenda, ad esempio, che se un’azienda si avvicina al Tour e loro sono al corrente di una necessità da parte di formazioni francesi, al nuovo sponsor viene proposto di affiancare la squadra. La sponsorizzazione di certo arricchisce il Tour, ma sostiene uno degli attori del movimento.

Total Energies è uno degli sponsor transitati da ASO e in questo caso andato alla squadra di Bernaudeau
Total Energies è uno degli sponsor transitati da ASO e in questo caso andato alla squadra di Bernaudeau

Tutto doppio

Abbiamo già raccontato il lento processo che ha portato ASO a ripartire con il Tour Femmes. Così la settimana scorsa a Parigi oltre a quello degli uomini, ha visto la luce l’edizione per le donne. Peraltro, i francesi si sono premurati di affiancare l’edizione al femminile alla Vuelta, la Liegi, la Freccia Vallone e, ultima arrivata, persino la Roubaix.

La sensazione è che nel mondo ASO il ciclismo viva perché chi lo gestisce cura il proprio interesse, ma anche quello dell’ecosistema in cui si muove.

Giovedì scorso, oltre al Tour de France, sono state svelate da Marion Rousse le 8 tappe del Tour Femmes
Giovedì scorso, oltre al Tour de France, sono state svelate da Marion Rousse le 8 tappe del Tour Femmes

Affari italiani

E’ storia recente la disputa sul Giro d’Italia U23 e quello delle donne, sovrapponibili al Tour de l’Avenir e al Tour Femmes. Anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali , non è mistero che ai vertici di RCS Sport farebbe gola soprattutto la corsa delle donne. Quello che viene spontaneo chiedersi è se al centro del mirino ci sia anche l’interesse del ciclismo o soltanto quello dell’azienda. La quale in Italia fa la voce del padrone, forte degli accordi per il Giro. Andando così a recuperare risorse dovunque ce ne siano, per esempio in Sicilia e lasciando ben poco agli altri organizzatori. L’elezione recentemente invalidata di Mauro Vegni alla presidenza della Lega avrebbe probabilmente chiuso il cerchio.

Il podio del Giro Donne 2022. Van Vleuten tra Marta Cavalli e Mavi Garcia, a destra
Il podio del Giro Donne 2022. Van Vleuten tra Marta Cavalli e Mavi Garcia, a destra

Donne e U23

Di certo il Giro Donne potrebbe rappresentare un’ulteriore fonte di risorse, mentre quello degli Under 23 sarebbe un tributo per avere dalla Fci il pacchetto completo. Sa bene Marco Selleri quanto costi e quanto sia impegnativo organizzarlo. E sappiamo bene tutti che abbassare l’asticella significa svilirlo tecnicamente, privando l’Italia di un importante momento di verifica tecnica.

Se, come speriamo, a RCS Sport sta a cuore la forza del ciclismo, ci aspettiamo presto anche l’edizione al femminile per la Sanremo e il Lombardia, come è stato già fatto con la Strade Bianche.

Alle spalle di Nibali che saluta al Lombardia, la scritta Drone Hopper, come negli altri eventi RCS del 2022
Alle spalle di Nibali che saluta al Lombardia, la scritta Drone Hopper, come negli altri eventi RCS del 2022

Il caso Drone Hopper

Ed è un’altra a ben guardare la differenza fra Italia e Francia. Conoscendo le drammatiche vicende finanziarie del team di Gianni Savio, lascia l’amaro in bocca leggere nei pannelli del Lombardia, il nome Drone Hopper. E’ prassi abbastanza diffusa che uno sponsor investa anche sugli organizzatori, vedi Cofidis che riempie dei suoi cartelloni la Vuelta. Succede così anche da noi, con Eolo ad esempio e anche con altri. E così Savio e Bellini avranno notato con sentimenti contrastanti il nome del loro sponsor su quei pannelli. E anche se i droni spagnoli probabilmente non avranno rispettato neppure gli impegni con RCS, i piemontesi si saranno chiesti se quei soldi non gli avrebbero permesso di trascorrere un’estate migliore.