Astoria Wines, fedele sostenitore del ciclismo femminile sin dalle prime edizioni del Giro d’Italia donne, ha confermato la propria partecipazione anche al prestigioso Giro d’Italia Women – che fra oggi e domani sceglierà la sua vincitrice – collaborando attivamente come storico partner di RCS Sport & Events. Con questa presenza, l’azienda completa il suo personale “triplete” ciclistico. Avendo già festeggiato con le sue iconiche bottiglie al Giro d’Italia del campione Tadej Pogacar e al più recente Giro Next Gen dedicato ai giovani talenti emergenti.
Con Astoria ora festeggiano tutti e tre i Giri d’Italia: uomini, under 23 e donneCon Astoria ora festeggiano tutti e tre i Giri d’Italia: uomini, under 23 e donne
Per l’edizione di quest’anno, Astoria Wines ha creato una bottiglia esclusiva, arricchita con una grafica speciale dedicata all’evento, per celebrare le vittorie delle atlete sul podio.
Tuttavia, questo Giro non è solo una celebrazione dello sport, ma anche un’occasione di solidarietà.
«Lo sport è un fondamentale veicolo di promozione e inclusione sociale – ha dichiarato l’amministratore delegato di Astoria Wines Filippo Polegato – tutti obiettivi che condividiamo da sempre. Il ciclismo femminile rappresenta in modo ancor più significativo questi valori, abbattendo pregiudizi e differenze di genere. Quest’anno, grazie alla comune sensibilità e al supporto di RCS Sport e del Giro Women, abbiamo deciso di dedicare un’attenzione particolare all’Associazione di Promozione Sociale Scarpetta Rossa, impegnata nell’aiutare le donne vittime di stalking, abusi e violenze».
Astoria affianca il Giro d’Italia Women anche per combattere la violenza di genereAstoria affianca il Giro d’Italia Women anche per combattere la violenza di genere
Contro la violenza di genere
Durante il Giro Women 2024, le vincitrici di tappa, le Maglie Rosa e tutte le titolari delle maglie di classifica autograferanno una “Mathusalem” da 6 litri di Astoria, personalizzata per l’occasione. Questa bottiglia esclusiva sarà messa all’asta tramite il sito specializzato Match Worn, e l’intero ricavato sarà devoluto all’Associazione Scarpetta Rossa.
«Sono certo – ha aggiunto Filippo Polegato – che il mondo del ciclismo, dello sport e non solo, non mancherà di essere generosamente al fianco delle donne e di quanti, come Scarpetta Rossa, si impegnano quotidianamente nel sociale. Un ringraziamento particolare va a tutte le atlete del Giro Women 2024 per il grande spettacolo sportivo che stanno offrendo a tutti gli appassionati».
L’iniziativa di Astoria Wines rappresenta un esempio significativo di come il mondo dello sport possa contribuire a cause sociali importanti. L’associazione Scarpetta Rossa potrà così ricevere un sostegno concreto nella sua lotta contro la violenza di genere, grazie alla visibilità offerta da un evento di portata internazionale come il Giro Women.
La collaborazione tra Astoria Wines, RCS Sport e le atlete del Giro Women 2024 non solo celebra le imprese sportive, ma anche la solidarietà e l’impegno sociale. Questo evento dimostra come lo sport possa essere un potente strumento di cambiamento e di supporto per cause che vanno oltre la competizione, rafforzando il legame tra atleti, tifosi e comunità.
Il Giro d’Italia Women, organizzato per la prima volta da RCS Sport in partnership con la Federazione Ciclistica Italiana, ha scelto Suzuki quale auto ufficiale della manifestazione.
Questo importante accordo testimonia l’impegno costante di Suzuki verso il sostegno dello sport. Suzuki offre proprio in questi giorni il suo prezioso supporto all’organizzazione attraverso una flotta 100% hybrid composta da S-Cross Hybrid, Swace Hybrid e Across Plug-in. Questi modelli rappresentano bene l’approccio innovativo e sostenibile di Suzuki alla mobilità, ovvero quello di dotare ogni veicolo con il sistema Hybrid più efficiente in base alla tipologia di auto e di utilizzo, per adattarsi alle diverse esigenze dei clienti. Lo staff del Giro d’Italia Women utilizzerà le auto Suzuki per muoversi lungo il tracciato. Garantendo prontezza nelle esigenze logistiche e fornendo il supporto tecnico necessario ai ciclisti in gara.
Ecco il modello realizzato da Suzuki in onore del Giro d’Italia WomenEcco il modello realizzato da Suzuki in onore del Giro d’Italia Women
La passione per lo sport
La consegna della flotta è avvenuta lo scorso sabato 6 luglio a Brescia in occasione della cerimonia di apertura della manifestazione, alla presenza del Presidente di Suzuki Italia Massimo Nalli e di Paolo Bellino, Amministratore Delegato di ECS Sports & Events.
«Il Giro d’Italia Women 2024 – ha dichiarato Massimo Nalli – ha scelto Suzuki, e ne siamo orgogliosissimi. E’ un vero riconoscimento alla passione di Suzuki per lo sport e in particolare per il ciclismo. Inoltre, più della metà dei nostri clienti è rappresentato dalle ragazze: in loro onore, e per celebrare le atlete in gara augurando loro un grande in bocca al lupo, abbiamo realizzato una automobile unica, una Suzuki Swift in onore del Giro Woman del colore più ambito, il rosa che fa sognare».
«Il Giro d’Italia Women – ha ribattuto Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sports & Events – è un evento di livello mondiale che vede al via alcune delle migliori atlete in circolazione. Questa corsa è una delle più importanti del panorama internazionale così come il Giro d’Italia terminato a maggio. A confermarlo non è solo la qualità delle atlete che si daranno battaglia durante le otto tappe in programma ma anche i partner che ci accompagnano in questa nuova avventura, come Suzuki con la loro flotta di auto tutte 100% hybrid. Suzuki è un brand riconosciuto in tutto il mondo proprio come la Corsa Rosa. Insieme garantiremo uno spettacolo ancor più responsabile, sostenibile e con un occhio rivolto al futuro».
La prima tappa del Giro d’Italia Women è stata vinta da Elisa Longo BorghiniPer la prima volta nella storia la Corsa Rosa al femminile è organizzata da RCS Sports & EventsLa prima tappa del Giro d’Italia Women è stata vinta da Elisa Longo BorghiniPer la prima volta nella storia la Corsa Rosa al femminile è organizzata da RCS Sports & Events
Valori condivisi
Suzuki condivide i più alti valori dello sport, e in particolare la filosofia del ciclismo legata alla passione per l’attività all’aperto e al rispetto dell’ambiente. Il ciclismo rappresenta bene i valori di competizione, resistenza, rispetto delle regole e dell’avversario che hanno caratterizzato la storia ultracentenaria di Suzuki Motor Corporation.
Chi pedala e va in bici rappresenta l’esempio perfetto di quanto sia importante non arrendersi mai, applicandosi con costanza per migliorare i propri limiti e raggiungere i traguardi prefissati, anche i più ambiziosi. «Questo – ha aggiunto Nalli – è lo stesso approccio con cui gli ingegneri Suzuki si dedicano ogni giorno al loro lavoro, determinati a progettare e sviluppare per la clientela auto, moto e motori fuoribordo, prodotti affidabili, prestazionali e rispettosi dell’ambiente».
Tra le squadre escluse dal Giro Next Gen c’è la Solme Olmo, team che nel corso degli anni ha lavorato sempre in maniera ottima, con un percorso di crescita costante. Forse portare alla corsa rosa under 23 una squadra come la loro sarebbe stato un premio e un incentivo a continuare un lavoro metodico. Sulle scelte fatte da RCS ancora ci sono dei dubbi, ma sul metodo di lavoro della Solme Olmo sembrano essercene ben pochi (in apertura, immagine photors.it)
«Per il discorso Giro Next Gen – spiega subito il presidente Gian Pietro Forcolin – dobbiamo chiarire che si parla di business, che non sempre va d’accordo con il merito. Me ne faccio una ragione, anche se è vero che guardando alle squadre scelte si potrebbe aver da ridire. RCS si è trovata in mano l’organizzazione di questa corsa e ha deciso per i propri interessi. Sarebbe stato compito di chi ha lasciato il Giro U23 dare indicazione su come distribuire gli inviti. Il Giro è una corsa della Federazione che è passata nelle mani di RCS, con tutti gli oneri e onori del caso. Quest’ultima ha ragionato da azienda e il dado è tratto».
Gian Pietro Forcolin, presidente della Solme Olmo, alla presentazione della squadra (photors.it)Gian Pietro Forcolin, presidente della Solme Olmo, alla presentazione della squadra (photors.it)
Impegno costante
La Solme Olmo è una squadra abituata a muoversi, viaggiare e correre all’estero. Abitudine rinforzata sicuramente in questi ultimi anni, ma che è diventata subito una parte importante del lavoro di Forcolin e del suo staff.
«Innanzitutto – prosegue il presidente Forcolin – noi corriamo tutto il calendario nazionale e internazionale in Italia. Spesso siamo anche fuori confine tra Slovenia, Ungheria, Croazia, Romania e Polonia. Abbiamo costruito ottimi rapporti con questi territori e ci piace andare alle loro corse. Il 6 e 7 luglio saremo in Slovacchia e Ungheria per due gare. Poi il 4 agosto in Romania per una corsa di un giorno e il 6 saremo al via del Tour of Szeklerland, sempre in Romania.
«Abbiamo iniziato a gettare lo sguardo oltre confine, vista la mancanza di corse a tappe in Italia. Ci siamo arrangiati. All’estero le federazioni nazionali danno spazio alle squadre del Paese con gare adeguate (problema affrontato nell’editoriale di lunedì, ndr). L’estero si è dimostrato un’ottima palestra, lì ci sono tante squadre professional e i corridori sono di buon livello».
La squadra tra luglio e agosto correrà molto all’estero, più precisamente nell’Est Europa (photors.it)La squadra tra luglio e agosto correrà molto all’estero, più precisamente nell’Est Europa (photors.it)
Diversi obiettivi
Investimenti di tempo e denaro hanno portato la squadra di Forcolin a correre fuori dall’Italia. Il calendario del nostro Paese perde corse e tante ne ha perse in passato, e se in quelle poche che si sono vengono preferiti i devo team allora è facile far migrare le squadre verso altri mondi.
«Molti – dice ancora Forcolin – ci considerano una squadra piccola, forse hanno anche ragione. Ma la nostra struttura è solida e di buon livello. La squadra conta su una casa con una dozzina di posti letto, nella quale vive un massaggiatore. Abbiamo quattro diesse, un meccanico fisso e altri due a chiamata. E da quest’anno, per la prima volta abbiamo deciso di avere un preparatore unico per tutta la squadra».
La Solme Olmo ha un bel mix di corridori tra under 23 ed elite (photors.it)In foto Mattias Nordal, elite e vincitore del Trofeo Alessandro Bolis (photors.it)La Solme Olmo ha un bel mix di corridori tra under 23 ed elite (photors.it)In foto Mattias Nordal, elite e vincitore del Trofeo Alessandro Bolis (photors.it)
Un bel mix
«La rosa è composta da 18 ragazzi – continua – con una buona distribuzione tra under 23 ed elite. Per noi è più facile avere corridore elite di qualità che under 23 (questa potrebbe essere l’unico motivo valido all’esclusione della Solme Olmo dal Giro Next Gen, visto che i punti sono stati ottenuti principalmente da corridori elite: Buda, Chiarucci e Nordal, ndr). Gli juniores quando passano preferiscono andare negli squadroni, però poi trovare spazio lì è difficile e il rischio è quello di tirare per il più forte.
«Nel 2023 abbiamo preso Menghini al primo anno juniores, era senza squadra e rischiava di smettere. L’anno scorso ha ottenuto tanti buoni risultati e in inverno è passato alla General Store, squadra continental. Penso che avere buoni corridori elite permetta ai giovani di crescere, migliorare e imparare tanto».
Nel 2023 Forcolin e il suo staff hanno rilanciato Alessio Menghini che rischiava di rimanere senza squadra (photors.it)Nel 2023 Forcolin e il suo staff hanno rilanciato Alessio Menghini che rischiava di rimanere senza squadra (photors.it)
Budget
I soldi muovono gran parte dell’attività e degli atleti, c’è poco da girarci intorno. Avere un budget elevato permette di prendere le prime scelte e di avere una rosa più competitiva. Però questo non è sempre detto, soprattutto con i giovani, dove spesso la chiave giusta è la pazienza, arma che non si può comprare.
«Abbiamo un budget inferiore alle continental – continua – e alle altre squadre, ma è anche una scelta. Sembra che tutto si basi sul rimborso ai corridori, noi facciamo fatica a proporre un rimborso sostanzioso. Per questo magari molti corridori non ci pendono in considerazione, ma negli ultimi anni le quote sono cambiate. Abbiamo tanti progetti in testa, non è facile però trovare gli sponsor, noi la struttura l’abbiamo. Chiaro che sarebbe più facile fare una cosa come fanno i Reverberi con professionisti e under 23, così da partecipare alle migliori gare. Se dovesse arrivare lo sponsor giusto non avrei dubbi sul da farsi».
Per il sesto anno consecutivo, Alé conferma la propria collaborazione con il Giro d’Italia dei giovani, rinnovando così l’accordo con RCS Sport per la fornitura delle maglie dei leader di classifica del Giro Next Gen. Questo evento, ormai consolidato e seguito con passione, si svolge sotto l’egida della Federazione Ciclistica Italiana e con il patrocinio del Ministero per lo Sport e i Giovani. Il Giro Next Gen, in pieno svolgimento, rappresenta la più importante corsa a tappe per ciclisti under 23 in Italia.
Il Giro Next Gen quest’anno si concluderà a Forlimpopoli domenica 16 giugno, dopo aver percorso otto tappe per un totale di 1.053 chilometri. Il percorso prevede un dislivello complessivo di oltre 12.000 metri ed una media di 127 chilometri di percorrenza per tappa. La gara attraversa diverse regioni italiane: la Valle d’Aosta, il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Si è partiti da Aosta, mentre l’arrivo sarà come anticipato a Forlimpopoli, in provincia di Forlì-Cesena.
Il rosa sarà il colore del leader della classifica, come tra i pro’Il miglior velocista vestirà la maglia rossaIl blu distinguerà il leader dei GPMBianco per il giovane meglio piazzato in classifica generaleCome lo scorso anno il miglior italiano vestirà una maglia dedicataIl rosa sarà il colore del leader della classifica, come tra i pro’Il miglior velocista vestirà la maglia rossaIl blu distinguerà il leader dei GPMBianco per il giovane meglio piazzato in classifica generaleCome lo scorso anno il miglior italiano vestirà una maglia dedicata
Linea PR-R
Alé così ha disegnato e prodotto le cinque maglie dei leader di classifica, capi di abbigliamento che fanno parte della collezione PR-R: la specifica linea del brand veronese dedicata espressamente alla massima performance. Queste maglie, caratterizzate da tagli, tessuti e tecnologie all’avanguardia, sono progettate per offrire agli atleti massima performance, leggerezza, aerazione e comfort.
Nel dettaglio, le maglie Alé x il Giro Next Gen 2024 sono quella rosa per il leader della classifica generale, che celebra la Giornata Nazionale del Made in Italy, quella rossa per leader della classifica a punti, sponsorizzata da Velux, la maglia azzurra per il migliore scalatore, sponsorizzata da Banca Mediolanum, quella bianca per il primo in graduatoria nella classifica dei giovani, sponsorizzata da Suzuki, e quella tricolore che viene indossata dal miglior italiano in classifica generale, con il supporto di AIDO (l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule).
Alé veste i campioni di domani con la linea PR-RAlé veste i campioni di domani con la linea PR-R
Gioventù e ambizione
«Siamo partner di questa importante gara da sei edizioni – ha dichiarato Alessia Piccolo, amministratrice delegata di A.P.G., l’azienda cui fa capo Alé – e per noi questo è un appuntamento imprescindibile. Nel tempo, l’evento è cresciuto notevolmente ed è diventato un punto di riferimento fondamentale, una gara da non perdere per gli under 23. Per Alé, supportare i giovani è un dovere oltre che un orgoglio: sono il nostro patrimonio, rappresentano il futuro di questo sport. Siamo e saremo sempre al fianco delle giovani promesse del ciclismo».
«Alé è un brand giovane ma già riconosciuto a livello internazionale – ha aggiunto Matteo Mursia, Chief Revenue Manager di RCS Sport – un marchio che, nella propria storia di partnership, ha consolidato posizione e fama, racchiudendo nei suoi capi la qualità del Made in Italy unita alla voglia e all’ambizione di crescere. Il connubio con il Giro Next Gen, rinnovato anche nella seconda edizione targata RCS Sport, si basa proprio su questo. Gioventù e ambizione. Al via da Aosta sono partiti tanti giovani talenti che ci faranno compagnia nei prossimi anni anche nelle altre corse organizzate da RCS Sport, e siamo felici che Alé Cycling abbia deciso di puntare ancora una volta su questo nostro importante evento».
A un certo punto bisogna dire le cose come stanno. E a chi butta fango senza approfondirle, si potrebbe dire che la situazione del ciclismo italiano di base dipende da una multiforme serie di fattori. La gestione federale che ad ora non sta spingendo sull’attività giovanile vera e propria, ma non solo quella. Con il Giro Next Gen appena partito, abbiamo sentito dire che le continental italiane e le vecchie squadre elite/U23 sono piccole realtà asfittiche senza prospettive e questo non ci sembra del tutto giusto.
C’è chi sta in piedi per miracolo, vero, ma anche chi ci riesce in cambio di sacrifici notevoli in un ambiente che da tempo gli ha voltato le spalle. Fanno quello che possono, cercando in molti casi di migliorarsi. Sono espressione di un ciclismo che ha bisogno di rifondarsi e vivono grazie a un volontariato che non sa più quale direzione prendere. Anche perché a livello nazionale nessuno ha ancora avuto la voglia, la lungimiranza e probabilmente la competenza per organizzare loro un calendario all’altezza. Sono quel che abbiamo: siamo certi che tutti lavorino per valorizzarlo?
Jakob Soderqvist ha vinto la crono inaugurale di Aosta: la prima maglia rosa parla svedese (foto Giro Next Gen)Jakob Soderqvist ha vinto la crono inaugurale di Aosta: la prima maglia rosa parla svedese (foto Giro Next Gen)
La WorldTour italiana
Andiamo anche oltre: se non ci fossero schiere di agenti che prendono giovani atleti e li portano all’estero, forse la situazione sarebbe un po’ meno difficile. Nelle squadre italiane correrebbero i migliori italiani e al Giro Next Gen magari farebbero risultato e belle figure. A quel punto, ispirati dai risultati e non dalle promesse, i manager stranieri avrebbero un valido motivo per contattarli.
Volete che non si trovassero poche squadre italiane disposte a far correre Savino, Toneatti, Sambinello, Milan, Belletta e Delle Vedove? Probabilmente li avrebbero messi al centro delle operazioni e qualcosa avrebbero potuto fare, anziché restarsene a casa in attesa del loro turno. Quando si dice che al nostro ciclismo manca la WorldTour italiana, prima di fare spallucce, si tenga conto anche di questo fattore.
Il quarto Consiglio Federale del 2024 ha approvato il bilancio consuntivo 2023, con due voti contrari e un astenuto (foto FCI)Il quarto Consiglio Federale del 2024 ha approvato il bilancio consuntivo 2023, con due voti contrari e un astenuto (foto FCI)
La Ciclismo Cup
Chi all’interno della Federazione si occupa di promuovere il ciclismo in Italia? Come vanno i tesseramenti di allievi e allieve? Dove è finita la Coppa Italia o Ciclismo Cup che dir si voglia? Perché non c’è più la formula che in Francia tiene in piedi l’attività delle squadre cosiddette minori, proponendo loro un calendario ben distribuito per tutto l’arco della stagione?
Le corse muoiono, le società chiudono, i corridori migrano. E la cosa più sensata che si trova da fare è puntare il dito verso le squadre che non fanno un’attività adeguata? Quanto investe la Federazione per riqualificare la loro attività? Qualcuno ha pensato di ridisegnare il modello del ciclismo in questo Paese, studiando, creando sinergie e magari prendendo spunto da altre federazioni (come quella del tennis) che dopo anni di sacrifici e investimenti mirati, sta ora raccogliendo frutti inimmaginabilli?
La Coupe de France è il fiore all’occhiello della Federazione francese e spinge l’attività sul territorio nazionaleLa Coupe de France è il fiore all’occhiello della Federazione francese e spinge l’attività sul territorio nazionale
I soldi dalla base
Leggendo il bilancio FCI appena approvato, si evince che sono stati spesi più di 6 milioni di euro per attività sportiva, riconducibile quasi esclusivamente al funzionamento delle nazionali. Fra le entrate, invece spiccano il contributo di Sport e Salute (intorno ai 10 milioni) e le tasse a carico dei tesserati (poco più di 18 milioni), mentre le entrate per sponsorizzazioni e pubblicità ammontano a poco più di 2 milioni di euro.
E’ un sistema in perdita che si tiene in piedi grazie ai contributi del suo popolo. Sta ai revisori dei conti dire se si debba considerarlo in equilibrio precario o rassicurante, anche se la storia federale non ha mai visto un bilancio rimandato al mittente. Ci si copre e ci si nasconde dietro tolleranze tranquillizzanti. Per cui se anche il risultato economico continua a essere poco esaltante, il fondo di dotazione minimo definito dal CONI è talmente basso da far sembrare ogni disavanzo non troppo grave. Come spiegheranno alla base, che versa così tanti soldi per tesseramento e affiliazioni (da cui vanno scalati i costi assicurativi), che le cose là sotto non vanno poi così bene?
I conti del Giro donne
Di fatto i conti della Federazione hanno subito un duro colpo anche per il pagamento della produzione televisiva del Giro donne (poco più di 700 mila euro), senza la quale sarebbe venuta meno l’inclusione nel WorldTour con il probabile passo indietro di RCS. Per forza alla presentazione del Giro Next Gen l’amministratore Paolo Bellino, con una gaffe un po’ sfrontata, ha ringraziato il presidente Dagnoni per avergli permesso di unificare l’organizzazione dei Giri d’Italia. Gli sono stati serviti su un bel piatto d’argento, senza alcun vincolo tecnico o legato alla promozione del movimento.
Alla presentazione del Giro Next Gen, da sinistra, Vegni, il ministro Abodi, Dagnoni e Paolo BellinoAlla presentazione del Giro Next Gen, da sinistra, Vegni, il ministro Abodi, Dagnoni e Paolo Bellino
Quale prospettiva?
Il trend dei conti federali è in calo. Ricostruendolo dai dati messi insieme di anno in anno, si è passati dall’attivo di 2.650.000 del 2020 (quando l’assenza di attività causa Covid permise di risparmiare parecchio) al passivo di 1.317.000 del 2023.
In tutto questo e consapevoli che non sia per niente facile mandare avanti una simile struttura, quanta fetta del budget spetta ad esempio all’organizzazione di cronometro nelle categorie giovanili, per il supporto dei Comitati regionali, per la creazione di un calendario che sia un senso alla nostra attività di base?
Si parla di 800 mila euro destinati ai Comitati e di 170 mila per l’organizzazione delle prove del Trofeo delle Regioni su Pista 2024. Hanno annunciato quasi 11.000.000 di euro in entrata “per i prossimi sei anni, a partire dal 2024, come minimo garantito per la gestione dei diritti di immagine della FCI, legati in particolare alla visibilità della maglia azzurra”. Aspettiamo la conferenza stampa e i relativi dettagli.
Quello che c’è di certo è che abbiamo una WorldTour, che è l’Italia della pista. Ad essa si destinano le risorse migliori, perché probabilmentelo scintillare di una medaglia d’oro coprirebbe quello che non si vuole mostrare. La sensazione è che si stia sfruttando ancora l’onda lunga del lavoro di Cassani. A lungo andare, questo è il modo giusto perché quelle medaglie continuino ad arrivare con regolarità o non piuttosto una gestione carpe diem, che non si cura troppo del futuro?
LIVIGNO – Deve essere la vicinanza geografica, in questo secondo riposo del Giro che guarda verso giganti ancora innevati. Così mentre Tadej Pogacar dorme il sonno dei giusti, parliamo del prossimo Giro che attraverserà l’Italia: il Next Gen, quello degli under 23, che si correrà da Aosta a Forlimpopoli dal 9 al 16 giugno (in apertura il vincitore 2023 Staune Mittet e la sua Jumbo-Visma Development).
Lo Stelvio, che domani non si affronterà per la neve, richiama le immagini grottesche dei corridori attaccati alle ammiraglie nel 2023. Si capisce perciò che nell’invitare le squadre per la prossima edizione, in RCS Sport abbiano deciso di lasciare a casa quelle che si macchiarono della colpa. Ci sta ed è giusto, come sarebbe stata auspicabile una sanzione federale verso i tecnici che permisero lo scempio.
Giro Next Gen del 2023: queste le immagini che hanno scatenato il putiferio (foto cyclingpro.net)Giro Next Gen del 2023: queste le immagini che hanno scatenato il putiferio (foto cyclingpro.net)
La selezione delle squadre
Tuttavia nella selezione delle squadre qualcosa non torna oppure è riconducibile a una logica di mercato e non a un ragionamento puramente tecnico. Era prevedibile che si desse la precedenza alle continental, soprattutto ai devo team delle squadre WorldTour. Non stupisce che siano state lasciate a casa alcune squadre dilettantistiche italiane: basta scorrere gli ordini di arrivo per rendersi conto che il loro brillare nel 2024 è circoscritto a piccole corse nazionali o regionali. Eravamo ben consapevoli e lo abbiamo scritto a suo tempo che il passaggio di mano del Giro d’Italia avrebbe determinato una svolta di questo tipo. Allo stesso modo in cui sarà traumatica per le squadre femminili la selezione per il Giro Women, ma di questo parleremo a tempo debito.
La Trinity, invitata al Giro Next Gen, vinse nel 2020 con un giovanissimo Tom PidcockLa Trinity, invitata al Giro Next Gen, vinse nel 2020 con un giovanissimo Tom Pidcock
Tra RCS e FCI
Il Giro Next Gen è stato affidato in appalto totale a RCS Sport dalla Federazione, che ne detiene la titolarità. Visto il bando con cui è stata effettuata l’assegnazione, è stato subito chiaro che soltanto il gruppo milanese avrebbe potuto farsene carico. Lo sbarramento finanziario ha tagliato fuori altri soggetti: semmai sarebbe potuto intervenire qualcuno dall’estero, ma per disinteresse o per un patto di non belligeranza, nessuno si è affacciato ai nostri confini. In ogni caso, RCS ha le capacità e le competenze per organizzare una corsa di quell’importanza. Forse però non ne ha ancora le competenze e magari non condivide del tutto la necessità che certe gare servano anche per promuovere il ciclismo italiano.
Comunque sia, mettendo avanti l’evidenza di una corsa davvero importante, l’organizzatore non ha guardato troppo al panorama italiano e nel fare gli inviti non c’è stata una vera condivisione con la Federazione. La cosa ci stupisce? Un po’, ecco perché.
La Arvedi è una squadra di pistard (qui Lamon, ovviamente elite): saranno accolti in trionfo nella loro Cremona (photors.it)La Arvedi è una squadra di pistard (qui Lamon, ovviamente elite): saranno accolti in trionfo nella loro Cremona (photors.it)
Punti o inviti?
Nelle prime due edizioni sotto la sua guida, Extra Giro impose la selezione dei team italiani in base ai punteggi, riservandosi gli inviti per le straniere. Questo provocò qualche mal di pancia: i corridori italiani arrivavano a giugno piuttosto spremuti per la necessità di fare punti e soccombevano davanti alla freschezza degli stranieri, che potevano invece programmare l’attività. Si passò pertanto agli inviti anche per le squadre italiane, che prevedevano un occhio di riguardo per un certo numero di team.
Si faceva un’analisi attenta fra organizzatori e Struttura tecnica federale e alla fine chi rimaneva fuori difficilmente aveva da lamentarsi. La condizione era che avessero partecipato a gare internazionali, facendo punti con gli atleti under 23 e non con gli elite. Era immediato capire se davvero fare il Giro interessasse per opportunità tecniche o per avere qualcosa da mostrare agli sponsor.
Giro U23 del 2022: Hayter, Gregoire e Van Eetvelt. La Groupama non ci sarà, Hagens Berman e Lotto sì (foto Isola Press)Giro U23 del 2022: Hayter, Gregoire e Van Eetvelt. La Groupama non ci sarà, Hagens Berman e Lotto sì (foto Isola Press)
Le squadre italiane
Guardando l’elenco dei team del prossimo Giro Next Gen, fra le assenze più eclatanti spicca quella della Groupama-FDJ che due anni fa dominò in lungo e in largo, rifiutata e per questi stupita. Fra le squadre italiane non continental sono state inserite la Arvedi, la Campana Imballaggi e la Trevigiani. E se la terza ha in Zamperini un nome di assoluto interesse, la prima e la seconda correranno il Giro grazie a un’apertura di credito e magari per la vicinanza di due tappe alla sede dei loro sponsor.
Fra le continental italiane sono rimaste fuori la Q36.5, la Work Service, la Beltrami e la UM Tools. La prima ha solo atleti U23 e nel ranking UCI è piazzata meglio di altri team invitati (77ª con 167 punti, terza nel ranking italiano). La Work Service in proporzione ha meno punti (109ª a quota 71), ma è più avanti ad esempio delle invitate Zalf, Drali e Mg.K Vis. La Beltrami è tra i fanalini di coda, ma ha comunque 10 punti come la Drali. La quarta non ha i punteggi necessari e sta ottenendo i migliori piazzamenti con atleti elite.
Per fortuna e per dare una possibilità agli atleti rimasti fuori, è stata ammessa la presenza di una nazionale italiana, in cui Marino Amadori potrà convocare i migliori elementi delle squadre rimaste fuori.
La Campana Imballaggi, squadra trentina, sarà al Giro con un organico giovanissimoLa Campana Imballaggi, squadra trentina, sarà al Giro con un organico giovanissimo
L’assenza di un criterio
Quello che resta è l’assenza di un criterio e di una voce federale. Si sceglie per i punti? Ottimo, è la via migliore. Si procede per inviti? Occorre frequentare le corse ogni settimana e parlare con le società prima che la stagione abbia inizio. Probabilmente si sarebbe arrivati alla stessa selezione riconoscendo alla FCI una sorta di partnership nella scelta, ammesso che la stessa Federazione abbia avuto interesse o voglia di prendervi parte. Sarebbe stato necessario a tutela di un movimento che in questo modo subisce spallate decise senza una regia che favorisca la transizione verso un’altra forma di ciclismo. Unendo tutto ciò alle debolezze dell’attività di base, scusateci se iniziamo a essere più preoccupati del solito.
Paolo Sangalli è il nuovo tecnico della nazionale donne su strada: juniores ed elite. Le sue idee e il suo metodo di lavoro. Nel mirino europei e mondiali
Ritorna dopo 17 anni il Giro d’Abruzzo, RCS Sport lo ha inserito nel calendario al posto del Giro di Sicilia. Una corsa a tappe breve, di quattro giorni, che attraversa l’intera regione: il via domani, la fine venerdì. L’Abruzzo torna ad avere una corsa importante, oltre al Trofeo Matteotti, e questo accade perché l’investimento nel ciclismo è stato importante. La regione ha ospitato la cronometro di apertura del Giro d’Italia 2023 e prima ancora ha lavorato ad una rete ciclabile proprio sulla Costa dei Trabocchi.
Il Giro d’Italia 2023 è partito con una crono individuale dalla ciclabile della Costa dei TrabocchiLo scenario offerto è stato spettacolare, il Giro d’Abruzzo 2024 partirà dagli stessi postiIl Giro d’Italia 2023 è partito con una crono individuale dalla ciclabile della Costa dei TrabocchiLo scenario offerto è stato spettacolare, il Giro d’Abruzzo 2024 partirà dagli stessi posti
Il ciclismo cresce
Uno che il Giro d’Abruzzo lo ha respirato e vissuto, e che in questa terra ha legato il suo amore per il ciclismo, è Stefano Giuliani. Quando gli abbiamo chiesto di parlare della sua regione, la voce si è accesa e le parole sono uscite come un fiume in piena.
«Sono felice perché sono il mio sport e la mia regione – dice – da qualche tempo siamo diventati il centro del ciclismo italiano. Prima la partenza del Giro, nel 2029 avremo gli europei su strada. Si è spostato il baricentro da nord a sud. Per fare un bel ciclismo ci vogliono tanta passione e grinta, che a noi non mancano, ma anche tanti soldi. Fortunatamente abbiamo dei politici che credono nel ciclismo e ci investono molto. Alla fine il nostro è uno sport che fa scoprire il territorio, basta guardare nelle località sciistiche: c’è più gente che va in bici rispetto a quella che scia. E’ il momento giusto per investire sulla bici».
Si attraverseranno paesini tipici abruzzesi, come Rocca San Giovanni (foto: Camillo Masciarelli)Si attraverseranno paesini tipici abruzzesi, come Rocca San Giovanni (foto: Camillo Masciarelli)
Come hai preso la notizia del ritorno della corsa?
E’ stata una bellissima sorpresa, ma pensate che ansia da prestazione che mi ha messo addosso. Io che sono anche diesse (del team continental Vini Monzon-Savini Due-OMZ, ndr) arriverò alla prima tappa con un fremito addosso. Mi spiace un po’ perché avrei voluto una squadra con cui provare a vincere, ma ho tanti ragazzi giovani che in questo mondo devono imparare tanto.
Ci saranno i top team.
Per essere competitivo ora bisogna avere una grande motivazione, ma non basta, servono una struttura solida e un programma delineato di lavoro. Anche al Trofeo Matteotti, che aiuto a organizzare, ora vengono a correre i campioni. Fa piacere, perché è un bel messaggio, ma per le squadre piccole diventa tutto difficile.
Nella seconda tappa si passa da Celano, dove sorge un bellissimo castelloGli atleti avranno poco tempo per godersi lo spettacolo, il pubblico, invece, potrà ammirare la fortezza che si erge sopra il paeseNella seconda tappa si passa da Celano, dove sorge un bellissimo castelloGli atleti avranno poco tempo per la fortezza che si erge sopra il paese
Cosa ci racconti del percorso?
Le prime due tappe sembrano essere abbordabili, si dovrà stare attenti alle fughe, ma con il controllo che c’è ora in gruppo la volata dovrebbe essere scontata. L’arrivo di Pescara è veloce, prima ci sono dei sali e scendi nella zona di Ortona, ma non credo possano fare male ai velocisti moderni.
La prima tappa inizia da Vasto…
Si partirà da lì, e si vedranno gli stessi territori che ha attraversato il Giro d’Italia lo scorso anno. La corsa rosa ha aiutato a far scoprire dei bellissimi paesaggi e sono sicuro che tanta gente verrà a vederli. Per arrivare a Pescara, città dello sport a 360 gradi, si passerà da una zona ricca di vigneti, dove nascono tante cantine, come la Vini Fantini Farnese.
La seconda frazione sembra più mossa.
Si parte da Alanno, dove da bambino andavo in bici, si attraverseranno tante zone di collina, con salite anche medio lunghe. Ma anche in questo caso i velocisti moderni possono reggere tranquillamente la fatica a mio modo di vedere. La parte impegnativa, che da altimetria non si vede, è quella di Celano, che è un continuo sali e scendi. C’è un castello molto bello e lì vicino ci sono le gole che prendono il nome dal paese.
Nel 2023 la seconda tappa del Giro è partita da TeramoLa terza tappa del Giro d’Abruzzo terminerà a Prati di Tivo, famosa località sciisticaNel 2023 la seconda tappa del Giro è partita da TeramoLa terza tappa del Giro d’Abruzzo terminerà a Prati di Tivo, famosa località sciistica
Dalla terza tappa Iniziano le montagne?
RCS sembra aver tenuto il format del Giro di Sicilia: due tappe veloci, una terza più dura e l’ultima di vera montagna. Si sono invertite un po’ le cose perché nella terza frazione del Giro d’Abruzzo si arriva a Prati di Tivo. Salita famosissima e altrettanto rinomata località sciistica. Si parte da Pratola Peligna, vicino a Sulmona, zona conosciuta per i confetti. Si procede verso Rocca di Mezzo, città famosa grazie al Giro.
Ultimo giorno, con arrivo a L’Aquila…
Con partenza da Montorio al Vomano, i corridori passeranno dal Parco Nazionale del Gran Sasso, diretti verso L’Aquila. L’arrivo immagino sarà lungo lo strappo che porta in città. Se si pensa a L’Aquila ancora si ritorna al Giro, con la famosa tappa di pioggia e freddo.
Nel 2010 il Giro torna a L’Aquila, terra ancora ferita dal terremoto, anche oggi le cose non sono cambiateNel 2010 il Giro torna a L’Aquila, terra ancora ferita dal terremoto, anche oggi le cose non sono cambiate
Ci sono zone dove si possono giocare dei trabocchetti?
Nella seconda tappa, quando si attraverserà Fucino, in quell’area c’è sempre vento, ma è difficile determinare da che parte tira. Anche se, con gli strumenti moderni, ti alzi al mattino e sai tutto. Riesci a sapere se il vento cambia anche quando sei in corsa.
Intanto l’appuntamento è per il 9 aprile…
Vi aspetto, teniamo da parte qualche arrosticino anche per voi.
Il legame che unisce il marchio Continental alle grandi corse che si svolgono in Italia si arricchisce oggi di un nuovo capitolo. Il brand tedesco è infatti Official Supplier delle grandi Classiche del ciclismo italiano firmate RCS Sport. Stiamo parlando della Strade Bianche, vinta, anzi stravinta da Pogacar, della Tirreno–Adriatico che ha visto il trionfo di Vingegaard, della Milano – Torino di ieri con la vittoria di Alberto Bettiol.
Quest’ultima corsa ha rappresentato una sorta di “antipasto” per la Milano–Sanremo di sabato prossimo. Dopo l’estate, il calendario delle corse che vedranno protagonista Continental come Official Supplier si chiuderà con il Gran Piemonte e Il Lombardia, rispettivamente il 10 e il 12 ottobre.
Continental fornisce gli pneumatici alle macchine di RCS Sport al seguito delle corseContinental fornisce gli pneumatici alle macchine di RCS Sport al seguito delle corse
In mezzo al Giro
Fra Milano-Sanremo e Il Lombardia, le due Classiche che aprono e chiudono il calendario delle corse “Monumento”, ci sarà il Giro d’Italia che vedrà Continental ancora grande protagonista questa volta nel ruolo di Top Sponsor della Corsa Rosa.
Il brand tedesco avrà un ruolo di rilievo anche al Giro-E come sponsor di maglia e con un proprio team che potrà contare su un capitano davvero speciale. Stiamo parlando di Damiano Cunego che nella sua carriera è stato capace di vincere un Giro d’Italia e ben tre Lombardia.
In occasione di tutte le Classiche firmate RCS Sport, la flotta ufficiale delle vetture Toyota sarà equipaggiata con l’AllSeasonContact 2. Si tratta di un prodotto di ultima generazione in grado di garantire elevate percorrenze e una guida sicura in tutte le condizioni atmosferiche. L’ultima generazione del prodotto all-season di Continental è infatti dotata delle più recenti tecnologie che garantiscono una resa chilometrica senza precedenti e di assoluto rilievo nella categoria dei prodotti 4 stagioni.
Oltre a questo, AllSeasonContact 2 è perfetto anche per i veicoli elettrici, come certificato dalla marcatura EV sul fianco. Assicura inoltre un comfort di guida ottimizzato, una ridotta rumorosità e un disegno del battistrada innovativo che permette un ottimale drenaggio dell’acqua e un’aderenza eccezionale su ogni superficie.
Damiano Cunego sarà capitano del team Continental al Giro-E (foto RCS Sport)Damiano Cunego sarà capitano del team Continental al Giro-E (foto RCS Sport)
Numeri importanti
Oggi Continental è presente in 57 Paesi in tutto il mondo. La divisione Pneumatici conta 20 siti di produzione e 16 di sviluppo. Con i suoi 57.000 dipendenti, Continental si colloca tra i leader delle tecnologie di produzione di pneumatici con un’ampia gamma di prodotti per autovetture, veicoli commerciali e due ruote. Tutto ciò è reso possibile a continui investimenti in ricerca e sviluppo. Continental garantisce un importante contributo alla mobilità sicura, economica ed ecologicamente efficiente.
Dal UAE Tour Women (nella foto di apertura) alla Milano-Sanremo, ripartono le corse di RCS Sport. Per Mauro Vegni e il suo staff c’è dunque subito un bel tour de force. Tra le due gare infatti ci sono anche il UAE Tour, che si sta correndo proprio in questi giorni, Strade Bianche, per uomini e donne, la Tirreno-Adriatico e la Milano-Torino.
Vegni non è negli Emirati Arabi Uniti, ma si trova a Milano. Il direttore del ciclismo di RCS Sport ha il suo bel da fare. Anche perché poi la lista degli eventi non si esaurisce con la Classicissima. Nonostante sia saltato il Giro di Sicilia, all’orizzonte c’è già il Giro d’Italia, seguito dal Giro Next Gen e il Giro Donne. E ci fermiamo qui, senza andare oltre.
Mauro Vegni (classe 1959) è il direttore del ciclismo di RCS SportMauro Vegni (classe 1959) è il direttore del ciclismo di RCS Sport
Signor Vegni dunque, s’inizia con un gran filotto…
Ormai è da qualche anno che abbiamo questo tour de force ad inizio stagione. Ci stiamo abituando ad un numero sempre maggiore di gare, ma ci stiamo anche dotando per poterle fare al meglio.
Appunto, dotando: come è distribuita la squadra di RCS Sport tra le corse in Asia e quelle in Italia?
Bisogna considerare che negli Emirati c’è una società che porta avanti il lavoro per nostro conto e provvede all’organizzazione. Poi ci siamo noi, circa 60-70 persone tra motociclisti, autisti, parte mediatica…. che arriviamo e facciamo il resto.
Le persone di RCS che ora sono negli Emirati, sono le stesse che poi vedremo a Siena per la Strade Bianche?
Sì, tornano domenica e avranno cinque giorni di riposo per recarsi venerdì a Siena. RCS ha vari modi di lavorare. Ci sono settori che vengono chiamati all’uopo (come nel caso del UAE Tour, ndr) per le singole manifestazioni, chi viene chiamato all’occorrenza da RCS e chi invece è con noi tutto l’anno. C’è chi cura la parte sportiva e commerciale, chi quella mediatica e dei social. Poi c’è la squadra del Giro-E e quella della carovana, direi che fisse alla fine ci sono circa 50 persone, più qualcuno a chiamata durante gli eventi.
Prima abbiamo snocciolato molte corse, e all’appello ne mancherà una: il Giro di Sicilia. Come mai è saltato? Come sono andate le cose?
Noi avevamo un accordo con loro per tre anni, poi è cambiato l’assetto regionale e cambiando i personaggi è cambiato anche l’interesse verso il Giro di Sicilia. E’ saltato il nome Giro di Sicilia, ma stiamo provvedendo a mettere in piedi un’altra corsa in un’altra regione.
Il Giro di Sicilia 2021 attraversa i templi di Agrigento. Questa gara non si disputerà piùIl Giro di Sicilia 2021 attraversa i templi di Agrigento. Questa gara non si disputerà più
Ci può dire di quale regione si tratti?
Eh no! Anche perché poi alcuni aspetti devono ancora essere definiti.
Ci dica almeno se è sempre una regione del Sud?
Diciamo del Centro-Sud. Si tratta di una corsa a tappe, sempre di tre o quattro frazioni. Quelle date in calendario comunque sono e restano nostre. Non le possono prendere altri. Quindi le vogliamo riempire.
A scanso di equivoci, signor Vegni, quando dice che è cambiato l’assetto regionale si riferisce alla politica chiaramente…
Certo, se c’è la volontà politica si fa, altrimenti no. E io non discuto. Magari chi c’era prima era appassionato di ciclismo o vedeva delle potenzialità nell’evento, era più favorevole verso il ciclismo. Chi è arrivato adesso ha altre idee per la promozione turistica. E le rispettiamo.
Giro Next Gen: quando sarà presentato? Cosa ci può dire?
Sarà presentato a metà aprile. E’ quasi completato. Aspettiamo un paio di decisioni finali per altrettante tappe, ma siamo a buon punto. Ci lavoriamo da tempo.
Giro Next e Giro Donne: quanto è stato importante organizzarli l’anno scorso? Quanto vi può aiutare l’esperienza di averli presi per mano direttamente?
Per il Giro Next Gen sicuramente è stato utile, soprattutto per capire i valori tecnici in campo: c’è chi è più avanti di parecchio e chi è più indietro. Che poi, in parte, è quel che succede con le donne. Ci sono alcune atlete come per esempio Van Vleuten o Kopecky che hanno performance diverse dal 90 per cento del gruppo. E lo scorso anno al Giro dei ragazzi si è vista la stessa cosa: chi ha vinto (Staune Mittet, ndr) aveva già in mano un contratto con la Visma-Lease a Bike WorldTour. Un bel gap rispetto a molti altri ragazzi.
Staune-Mittet in azione sullo Stelvio la scorsa estate al Giro Next Gen (foto LaPresse)Staune-Mittet in azione sullo Stelvio la scorsa estate al Giro Next Gen (foto LaPresse)
Bisogna trovare il modo di fare tappe mosse e poi inserire anche una tappa con arrivo in salita che determini in qualche modo la classifica generale. Il format che vedrete dunque sarà molto simile a quello dell’anno passato.
Il baricentro del percorso è sempre al Nord o si cambia?
Diciamo che da Nord va un po’ verso Sud, ma essendo solo otto tappe non scenderemo di molto.
Cambiamo argomento. Si avvicina la Strade Bianche, classica amatissima in tutto il mondo, diventerà mai un monumento? A volte c’è stata qualche voce in merito…
Ci penso… Io credo che monumento sia soprattutto un appellativo. La Strade Bianche ha una risonanza tale che già ora la si potrebbe definire un monumento. Però prendiamo la Sanremo: ha 116 anni di età, quasi cento in più della Strade Bianche. E cosa significa? Che okay essere una bella corsa, ma la storia è la storia. Io posso dire che ci stiamo lavorando. Non è un discorso che riguarda solo l’Italia ma il ciclismo internazionale. Ogni Nazione vorrebbe avere almeno un monumento e non è facile. Le qualità per esserlo la Strade Bianche ce le ha, ma credo che per il momento ci sia da aspettare un po’.
Ultimo argomento: l’annoso ed eterno tema delle squadre italiane al Giro d’Italia. Quest’anno sembra, e ribadiamo il sembra, che ci sia stata meno polemica che in passato…
Io questa cosa non la capisco, così dicendo sembra che le altre corse di RCS che non sono il Giro d’Italia siano corse di scarso valore. Chi non fa il Giro fa tutte le altre nostre gare e parlo di Strade Bianche, UAE Tour, Tirreno… non gare piccole. Se è così, allora non faccio più fare le gare WorldTour alle italiane. Ogni anno lascio a casa tra le 8 e le 10 professional dalla Tirreno-Adriatico per dare spazio anche alle squadre italiane. Che iniziassero piuttosto ad avere corridori di livello. Lo scorso anno, gli amici della Corratec sono stati invitati e non avevano un grande valore tecnico. Ho visto che quest’anno hanno più corridori di spessore: bene, che continuino così. Quello che voglio dire è che essere italiani non è sufficiente per fare certe corse. Bisogna essere italiani… e con gli attributi giusti.