Stupore, campioni e tanta gente: il Giro è sbarcato in Albania

07.05.2025
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TIRANA (Albania) – «Ho saputo che venivo al Giro dopo la tappa più dura del Catalunya – sorride monello Pellizzari – quando mi hanno detto che non sarei andato al Giro dei Paesi Baschi».

La sfilata dei team davanti ai microfoni precede la presentazione vera e propria delle squadre. I corridori hanno lasciato le bici fuori, hanno posato per le foto ufficiali e mentre i più rappresentativi sfilano davanti ai microfoni, gli altri si guardano intorno e parlano fra loro. E’ davvero il villaggio che si ricompone e ci si racconta quel che si è fatto nelle ultime settimane, dall’ultima corsa in cui ci si è visti.

Van Aert è uno dei più gettonati e dice che è una vergogna debuttare al Giro soltanto quest’anno. Pare che negli ultimi giorni non sia stato benissimo, ma la pressione dei media lo vorrebbe dichiarare la prima maglia rosa. Lui non abbocca e sorride, cedendo volentieri il posto a Primoz Roglic con cui ha condiviso trionfi, cadute e risalite.

Van Aert sembra sereno e motivato: di certo la voglia di rifarsi non gli mancherà
Van Aert sembra sereno e motivato: di certo la voglia di rifarsi non gli mancherà

Tanta Italia

Il cielo è limpido, la serata sta rinfrescando. I palazzi attorno sono scintillanti e nuovi. La città ci ha accolto con due facce diverse e siamo qui da troppo poco per poter dire altro. Annotiamo l’imbarazzo per il clima da mercato all’uscita dall’aeroporto, in fase di imponente ristrutturazione, con gli autonoleggi come bancarelle ai bordi di una piazza piena di gente. Annotiamo però anche il volto inatteso della grande capitale: Tirana è bella. La gente per le strade è bella. I taxi sono elettrici. I locali invitano a sedersi e se non avessimo avuto da scrivere questa storia, lo avremmo già fatto.

E’ evidente la spinta verso la crescita, nella forma di cantieri, negozi occidentali e supermercati di gusto italiano. C’è tanta Italia e c’è tanto verde. Ma c’è anche un traffico da Palermo nei giorni più caotici e abitudini di guida da studiare prima di gettarsi nella mischia. Il Giro d’Italia è presente nelle bandiere e nelle transenne che lasciano intuire un evento in arrivo, ma per averne esattamente il polso bisognerà attendere la prima tappa.

La cultura albanese è antica e nobile: il Giro toccherà località di grande storia
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Il caso White

Direttori sportivi giovani fanno capannello davanti alla porta. Pellizotti parla con Cataldo, al primo Giro da tecnico. Sull’ammiraglia della Lidl-Trek ci sarà anche Paolo Sangalli, al debutto dopo gli anni da tecnico delle donne. Chissà se ha incontrato Marco Velo, che lo ha sostituito nell’incarico federale ed è qui come direttore di corsa, mentre le ragazze sono alla Vuelta.

Quando arriva Piva con la Jayco-AlUla, non può sottrarsi alla battuta sull’aver lasciato a casa De Marchi dall’ultimo Giro della carriera. E se la motivazione della scelta è stata quella di preferire i corridori australiani, suona singolare il tweet delle 15,42 con cui la squadra (con singolare scelta di tempo) annuncia la fine della collaborazione con l’australiano Matthew White. Il responsabile del performance group potrebbe aver spinto per non portare il friulano. Negli anni del Covid sono state fatte sostituzioni anche il giorno prima, ma sembra difficile che la squadra ci ripensi: lasciamo a Zana e De Pretto il compito di far sventolare il tricolore. Sarebbe bello svegliarci con la notizia dell’arrivo del Rosso di Buja.

Battute e abbracci fra il dottor Daniele e Ciccone
Battute e abbracci fra il dottor Daniele e Ciccone

Il sorriso di Ulissi

I corridori che passano alla spicciolata si fermano a salutare. Ciccone posa per una foto con il dottor Daniele, che poi chiede di mandargliela. Cattaneo e Garofoli parlano italiano. Il bergamasco conferma che per lui ci sarà anche il Tour, il marchigiano sorride al pensiero che domani arriverà in Albania anche suo padre.

Landa parla con Pellizotti, con cui ha corso e da cui è stato guidato. Bardet è sempre più magro. Bernal sfoggia una maglia da campione colombiano stupenda e quando lo fermiamo per un breve video, veniamo inceneriti dallo sguardo dell’addetto stampa sudafricano. Lui fa il suo lavoro, noi facciamo con orgoglio il nostro.

C’è Oldani che finalmente s’è ripreso dalle brutte fratture della prima corsa e solo adesso rivede la luce. C’è la XDS Astana, che ha trovato nella crisi nera le motivazioni per risalire la china. Ulissi sorride sornione: l’anno scorso gli toccò saltare il Giro per cedere il passo a Pogacar e per farlo ancora ha scelto di passare nella squadra kazaka. Se fosse rimasto alla UAE Emirates, non l’avrebbe fatto nemmeno quest’anno: solo Baroncini nel loro organico, sebbene Covi stia andando benissimo.

Bernal torna al Giro dalla sola volta in cui l’ha corso in precedenza, vincendolo…
Bernal torna al Giro dalla sola volta in cui l’ha corso in precedenza, vincendolo…

Pazzi per Van Aert e Roglic

Per la presentazione delle squadre è stata scelta Piazza Skanderbeg, la più popolare della città. E’ dedicata a Gjergj Kastrioti, un nobile albanese che guidò la rivolta contro l’Impero Ottomano liberando dai turchi questa parte di mondo. Ai piedi del palco ci sono tifosi italiani, ma l’interesse del pubblico albanese ci sorprende.

Il boato per i grossi nomi non manca. Per Van Aert, come pure per Roglic. Leggermente più timida l’accoglienza per Ayuso, che è giovane e deve fare breccia nei cuori. Però intanto annuncia che il Giro comincia venerdì e nessuno si sogni di poter stare alla finestra. Ciccone ammette che la tappa che preferisce è quella del Colle delle Finestre, ma la sensazione è che questa serata sia riservata alla festa e ai saluti, perché poi per parlare di tappe e strategie ci saranno tre settimane di fuoco.

Un’osservazione è sacrosanta: visto che il solo modo di vincere è evitare Pogacar, nelle corse in cui lui non c’è, le squadre arrivano col meglio. La Red Bull-Bora ha due vincitori di Giro e quello che è arrivato secondo lo scorso anno: il livello è altissimo.

Roglic ha vinto il Giro nel 2023, punta decisamente al bis
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Ancora un giorno al via

I corridori si allenano da due giorni fra Durazzo e Tirana. I report sulla presenza di cani randagi e sullo stato delle strade si ferma sulle rassicurazioni di Marco Della Vedova, ispettore di percorso, che garantisce che le strade di gara saranno perfette. Il resto potrebbe lasciare a desiderare, ma la Polizia è vigile e presente e stamattina si è prestata per scortare la Lidl-Trek su strade più tranquille.

Quando si va in posti così diversi dal solito, si deve avere capacità di adattamento e fiducia nella divina provvidenza. E’ lo stesso Della Vedova a raccontarci che al Giro d’Abruzzo, visto che il problema del randagismo non è solo albanese, avevano previsto un furgone in testa alla corsa deputato al controllo della presenza dei poveri animali. Nessuno fra quelli con cui abbiamo parlato è mai stato in Albania prima d’ora. In attesa che il Giro cominci, forse l’idea di farci una vacanza non sarebbe tanto peregrina.

Le squadre e il Castello. Sanremo 2023, primo atto

17.03.2023
6 min
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Scherzando ma neanche tanto, Daniele Bennati dice che il suo favorito per domani alla Sanremo è Laporte. Immagina botte da orbi fra i soliti noti tra Cipressa e Poggio e alla fine la volata del francese, che nessuno immagina, sul gruppetto rimasto.

Abbiategrasso accoglie la Sanremo con un pubblico interessato e moderatamente chiassoso. Lo spostamento della partenza ha portato con sé anche quello di tutte le operazioni preliminari, cui si è aggiunta la presentazione delle squadre nella piazza del Castello Visconteo. Il paese è ormai una città, ma nel cuore ha un gioiello che per molti rappresenta una novità.

Pogacar è visto come il nemico pubblico numero uno; la UAE ha quasi solo scalatori, più Trentin
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La presentazione

I corridori sfilano sul palco e alcuni, i più richiesti, passano poi nella mix zone per le interviste. E mentre Tratnik e Van Aert stazionano davanti ai microfoni, Edoardo Affini riprende la via del pullman, fermato di tanto in tanto per autografi e foto. Che sia per Laporte oppure Van Aert, sulle spalle del mantovano poggia già la consapevolezza del lavoro da fare.

«Se tutto va come da programma – dice – dovrei entrare in azione fra tra i Capi e la Cipressa. Vediamo un po’ come si mette la corsa, se c’è da qualche imprevisto o altro. E’ una vigilia tranquilla, il percorso è quello. Le condizioni meteo sembrano buone, quindi siamo abbastanza rilassati. Faremo la riunione prima di cena, vedremo che cosa vuole fare la squadra. Guarderemo gli avversari, ma non più di tanto. Servirà per capire come potrebbero correre le loro squadre. Non sarebbe male condividere il peso della corsa, già l’anno scorso il mio compagno Van der Sande ha tirato da solo per 240 chilometri, sarebbe bello che domani anche gli altri facessero qualcosa. Anche solo per condividere la fatica…».

Ganna se la ride. Pippo è il leader della Ineos Grenadiers dopo l’uscita di scena di Pidcock
Ganna se la ride. Pippo è il leader della Ineos Grenadiers dopo l’uscita di scena di Pidcock

Sagan, quasi un addio

Sul palco si fanno onori per tutti i campioni. Onori per Alaphilippe e Pogacar, ma un abbraccio particolarmente affettuoso, il pubblico italiano lo riserva a Peter Sagan, che ringrazia dopo la proiezione di un video, in quello che a tutti gli effetti sembra un addio. Peter potrebbe anche tornare per qualche gara di gravel, ma la Sanremo potrebbe essere la sua ultima corsa vera in Italia. E poi viene a salutare, appare rilassato. Scherza sull’essersi commosso e poi passa, accompagnato da Daniel Oss, che per seguirlo in quest’ultima avventura avrebbe rinunciato a tre anni di contratto in una grande squadra.

Il peso della corsa

Affini prosegue. E’ innegabile che dopo una partenza di stagione così prepotente, la Jumbo Visma rischi di ritrovarsi con la corsa tutta sulle spalle. Loro lo sanno e sono abbastanza solidi da non farsene un problema.

«Penso che abbiamo dimostrato – dice il mantovano – che non ci tiriamo mai indietro quando c’è da prendersi la piena responsabilità della corsa. Non abbiamo paura. Abbiamo lavorato con l’idea di partire bene, poi ovvio che tra il dire e il fare c’è differenza. L’Opening Weekend in Belgio è stato trionfale. Siamo andati molto bene alla Tirreno, dove Primoz (Roglic, ndr) ha fatto un ottimo rientro. Bene alla Parigi-Nizza, anche se abbiamo trovato un Pogacar in forma stellare. Bene anche alla Strade Bianche. Siamo sempre nel vivo della corsa e cerchiamo di portare a casa il massimo risultato».

Nuovo taglio di capelli e monocorona: la Sanremo di Van Aert è piena di novità
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Van Aert col monocorona

Arriva Van Aert, che domani correrà con il suo nuovo casco Red Bull e dice di esserne molto orgoglioso. Poco fa ha raccontato la sua vigilia., dicendo di essere andato anche dal parrucchiere per rifarsi un po’ il look. E poi ha aggiunto che domani correrà con una sola corona anteriore (dettaglio che verificheremo alla partenza).

«Non ho bisogno della seconda corona – dice – è una scelta di aerodinamica e leggerezza. E’ un piccolo guadagno che cerchiamo di ottenere. La Milano-Sanremo spesso si decide negli ultimi due o tre chilometri e Pogacar è il favorito in assoluto. E’ venuto qui solo con scalatori e questo significa che vuole fare la corsa dura. L’anno scorso ho sbagliato a seguire tutti i suoi attacchi, ma non avevo scelta, altrimenti sarebbe andato via. Quest’anno ho chiesto di avere aiuto sul Poggio, per cui con Tratnik, Van Hooydock e Laporte saremo un quartetto pronti a ogni evenienza. Anche perché oltre a Pogacar, mi aspetto Alaphilippe. Lui la Sanremo l’ha già vinta e sa benissimo come… maneggiare il Poggio».

Van Aert mette Alaphilippe tra i più pericolosi: sa come si vince la Sanremo
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La parte di Affini

Affini lo sentirà parlare più tardi in albergo, quando si riuniranno per guardarsi negli occhi. Il capitano sembra in forma, anche se non è parso straripante come quando la vinse nel 2020, ma la squadra è tutta attorno a lui. Il tempo di salutarsi e vediamo arrivare Ganna. Senza Pidcock, ma con l’aiuto di Kwiatkowski appena diventato padre, anche Pippo domani sarà uno di quelli da osservare con attenzione.

«Domani mi toccherà fare la mia parte – saluta Affini – sono abituato a questi incarichi. Però è ovvio che quando inizierà la lotta per la posizioni, la corsa diventerà più stressante. Man mano che ti avvicini, cominci a entrare nelle fasi veramente calde della corsa. Quindi c’è più adrenalina, c’è più voglia di fare, c’è un po’ più guerra. Quando il gruppo è aperto eppure tutti stanno spingendo, capisci che è il momento di cominciare. E allora si comincerà davvero».