Ciclismo e territorio: secondo Pozzato un volano turistico

23.01.2023
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Le sfaccettature del ciclismo sono infinite e una di quelle in termini di coinvolgimento sportivo è riposta nella valorizzazione del territorio. E’ un concetto bilaterale, perché sport come quello delle due ruote sono in grado di regalare al territorio valore e interesse proprio come lo stesso fa ricambiando quanto ricevuto. Non è un’equazione esatta, ma rappresenta la giusta direzione da percorrere. Ad accorgersene e a farne un impegno della propria attività sono Filippo Pozzato e la sua PP Sport Events

Da questa visione è nato il progetto Ride the Dreamland, un nome che dice tutto: pedalare nella terra dei sogni, siano essi sportivi, sociali o culturali. La terra prescelta è il Veneto con tutte le sue peculiarità.

Fra le ultime manifestazioni organizzate da Filippo Pozzato c’è il Mondiale Gravel 2022
Fra le ultime manifestazioni organizzate da Filippo Pozzato c’è il Mondiale Gravel 2022

Pianificazione sul territorio

Il tutto si è svolto nell’arco di otto giorni, prima col Mondiale Gravel (8-9 ottobre) e poi le corse di Ride the Dreamland (12-16 ottobre), con un unico comune denominatore: la Regione Veneto. PP Sport Events si è infatti posta l’obiettivo di esaltare quanto più possibile il territorio regionale nella sua totalità. Non è un caso che gli eventi abbiano toccato ben cinque province: Venezia, Padova, Vicenza, Treviso e Rovigo. Il 2022 organizzativo è stato caratterizzato dall’edizione numero uno del Mondiale UCI Gravel, a seguire Giro del Veneto, Serenissima Gravel, Social Ride VENEtoGO e Veneto Classic, ormai riconosciuti come appuntamenti di chiusura della stagione professionistica. 

«I numeri ci confermano – spiega Filippo Pozzato – che la strada intrapresa è quella giusta. Abbiamo dimostrato che il ciclismo è veicolo straordinario per la promozione del territorio, ma questo è solo un punto di partenza, abbiamo ancora tante idee e progetti da portare avanti. Ci piacerebbe confermare sempre di più le nostre corse come appuntamenti chiave del finale di stagione, continuando allo stesso tempo ad investire sul gravel, del quale organizzeremo un nuovo Mondiale UCI nel 2023.

«Inoltre, ci tengo a ribadire che noi non abbiamo il semplice obiettivo di organizzare gare di ciclismo, bensì quello di organizzare eventi ciclistici che, a contorno della gara, offrano al pubblico divertimento, cibo e musica, in un territorio unico come quello veneto».

Unire le corse amatoriali e giovanili è un aspetto interessante per avvicinare gli appassionati ai pro’
Unire le corse amatoriali e giovanili è un aspetto interessante per avvicinare gli appassionati ai pro’

Attrarre persone

Uno dei fattori che servono all’equazione per funzionare e creare eventi appetibili e che apportino un beneficio al territorio sta proprio nel coinvolgere il maggior numero di persone.

«La nostra qualità – dice Pozzato – dev’essere quella di fare qualcosa di diverso dagli altri se vogliamo distinguerci ed emergere. Con la Serenissima e con la Veneto Classic non abbiamo la storicità che si può avere magari con altre corse più blasonate dei nostri competitor. Uno dei nostri obiettivi è appunto quello di rendere il ciclismo più attrattivo per la gente. Questa è una cosa in cui credo molto. 

«Secondo me – prosegue – abbiamo un problema grave. L’utente medio che guarda il ciclismo ha un’età troppo alta. Per avvicinare i giovani dobbiamo fare qualcosa che sia divertente. Non solamente per farli venire a vedere le corse, ma anche per invogliarli a praticare ciclismo. Secondo me bisognerebbe fare squadra tutti quanti insieme su questo, cosa che non si è ancora capita in Italia. Anzi si fa la lotta l’uno con l’altro per fare del male agli altri. E’ una cosa stupida, che lede a tutti i settori. A guadagnarci sarebbe sempre il ciclismo».

Portare il ciclismo nei centri storici è il modo per fare incontrare ciclismo e cultura
Portare il ciclismo nei centri storici è il modo per fare incontrare ciclismo e cultura

Investire sui giovani

Ciò che è il ciclismo oggi può essere stravolto nel giro di pochi anni. La nascita di una disciplina come il gravel ha rappresentato un’opportunità nuova che la PP Sports Events ha saputo cogliere e valorizzare. Avvicinare e abbracciare mondi al di fuori del professionismo è un’altra chiave di lettura che contiene risvolti interessanti. Come la gara degli amatori affiancata a quella dei pro’ durante la corsa iridata gravel.

«Quello è un regolamento UCI – spiega Pozzato – secondo me è molto buono, perché avvicina gente e dà la possibilità all’appassionato praticante di confrontarsi con i professionisti partendo insieme. Una formula vincente copiata dalle maratone. Questo sicuramente è un vantaggio per chi organizza. 

«Per quanto riguarda i giovani – dice – noi cerchiamo sempre di fare qualcosa con le scuole. Molti competitor ci stanno copiando ed è una cosa di cui andiamo fieri e spingiamo, perché si continui in questa direzione. E’ giusto che ci sia concorrenza, noi abbiamo iniziato nel 2020 mettendo i bambini sulle bici e portandoli sulla pump truck, insegnando loro a giocare e divertirsi sulle due ruote. Il tutto coronato da un’ospitality dedicata alle nostre corse per i più piccoli che avevano partecipato alle attività. Crediamo molto nei giovani. E’ vero che organizziamo corse per professionisti e amatori ma se non si investe subito sui giovani tra 10 o 15 anni i numeri saranno sempre minori».

Il gravel è un’occasione per addentrarsi in modo più delicato nel territorio
Il gravel è un’occasione per addentrarsi in modo più delicato nel territorio

Non sempre si è compresi

L’apporto economico totale sul territorio negli otto giorni di ciclismo è stato di circa 9 milioni di euro, con 110 mila spettatori complessivi accorsi lungo le strade per incitare i corridori e 4,2 milioni che invece si sono goduti lo spettacolo da casa. Non sempre però l’opinione pubblica ha supportato quanto fatto da Pippo e la sua organizzazione.

«Sono molto arrabbiato – afferma Pozzato – con alcuni giornali e Tv che si focalizzano sulla polemica generica. Invece di concentrarsi sulla gara in sé e sull’apporto che portiamo al territorio, si preferisce far notare gli eventuali disservizi dovuti alla chiusura della strada per il passaggio di una gara. Gli eventi secondo me devono diventare patrimonio della città, non di Pozzato e la PP Sports Events. 

«Se noi facciamo un evento su Vicenza, dev’essere la città stessa che ne trae beneficio e a sua volta avere riscontri in termini di attrattività. Alcune televisioni locali si focalizzano invece sul creare polemiche sui disagi creati dall’arrivo del Giro del Veneto, senza coglierne le potenzialità. Nonostante ci sia un apporto economico evidente, spesso il ciclismo non viene valorizzato come meriterebbe. Noi però sappiamo che stiamo facendo la cosa giusta e la direzione è vincente. Abbiamo la Regione alle spalle, le istituzioni ci credono e i numeri in crescita stanno avvalorando la nostra visione. Rispetto al 2021 abbiamo migliorato sotto più aspetti e il ritorno è stato significativo in termini di soddisfazioni della gente e partecipazione. Creiamo interesse e sempre più contatti, per questo sono ottimista per il 2023 e il futuro».

Le città e i luoghi toccati dalle gare di PP Sports Events vengono valorizzati con attività oltre lo sport
Le città e i luoghi toccati dalle gare di PP Sports Events vengono valorizzati con attività oltre lo sport

Veneto in poppa

Una certezza ha sempre accompagnato Pozzato e la sua PP Sport Events fin dal suo primo giorno, la Regione Veneto. «Le amministrazioni ci credono molto – puntualizza Pippo – Vicenza che ho citato prima, ha ospitato la partenza del Mondiale Gravel e l’arrivo del Giro del Veneto. La mia critica non è assolutamente rivolta a loro, che sono le prime a mettere a disposizione quanto possono.

«Poi c’è la Regione Veneto, che è sempre stata al nostro fianco. Luca Zaia è da sempre un sostenitore del ciclismo. Con il Giro d’Italia e tutto quello che c’è intorno conosce il potenziale che questo sport ha nei confronti del territorio. Non abbiamo inventato un modo di fare ciclismo. Semplicemente questa è la formula cui tutti aspirano e che provano ad applicare ovunque.

«Non vogliamo fare una corsa di bici per gli appassionati e basta. Il nostro scopo – conclude – rimane fare un evento che porti dell’attività sul territorio e un apporto economico a macchia d’olio. Un altro obiettivo è quello di creare un interesse che invogli a tornare. Un esempio semplice è il tifoso straniero che arriva per seguire il proprio beniamino e decide di tornare, venendo accolto da tutte quelle attività socio-culturali che il Veneto e le sue realtà sono in grado di offrire. Questa è un occasione che non dobbiamo sprecare».

Mondiale gravel, Pozzato: «Abbiamo fatto la storia»

10.10.2022
6 min
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L’esordio del mondiale gravel è alle spalle. l’Italia è stata protagonista della consacrazione iridata di una disciplina nuova che sta attirando sempre di più l’interesse del movimento ciclistico in generale. Filippo Pozzato ha timonato l’organizzazione della sua PP Sport Events sapientemente portando a casa una prima edizione esemplare, ricca di nomi importanti e senza lacune di alcun tipo dal punto di vista del percorso e della sicurezza. 

I mondiali donne e uomini si sono corsi in un territorio che rappresenta un polmone del ciclismo in Italia e non solo. Per il Veneto le due ruote a pedali sono una cosa seria e questa due giorni di corse su sterrato ne è stata la dimostrazione. Il pubblico ha risposto numeroso. L’aria dell’autunno ha dipinto le rive dei canali vicentini per poi addentrarsi accarezzando Padova ed infine con l’arrivo degno di un quadro rinascimentale dentro le mura di Cittadella. Pippo è provato, ma sorridente, il clima è disteso e i calici di prosecco dello staff e dei collaboratori si alzano in un sentimento di soddisfazione e orgoglio per quanto fatto. E’ ora di festeggiare. 

Podi degni dell’iride

Spesso per determinare la valenza di una corsa ci si affida alla lista partenti e all’ordine d’arrivo. Nei mesi che precedevano questa rassegna iridata i dubbi e gli interrogativi non sono mancati. Una disciplina nuova partita da una vena turistica rivolta al viaggio e all’esplorazione che da qualche tempo si sta iniziando a vestire di agonismo. I pro’ hanno spazzato via ogni dubbio rispondendo “presente” a questo mondiale. 

La starting list vedeva nomi come Sagan, Van der Poel, Van Avermaet, Lutsenko, Stybar, Lopez. E poi la nazionale italiana con  il tricolore Zana, Oss, De Marchi, Ballerini, per citarne alcuni. Così come per le donne con Pauline Ferrand Prevot, la fuoriclasse pluriridata nella Mtb cross country, short track e marathon. Le azzurre Bertizzolo, Sanguineti, Guarischi, e le specialiste del cross country Teocchi e Lechner.

«Abbiamo avuto – dice Pozzato – un ottimo campione del mondo come Vermeersch che ha disputato una gara bellissima. Secondo Daniel Oss che è un nome importante per il panorama italiano e non solo. Terzo Van der Poel, quarto Van Avermaet, nomi che danno un segnale chiaro e forte che ci sono corridori importanti che credono in questo e l’hanno dimostrato perché hanno interpretato la corsa dando anche spettacolo, non sono venuti qua per partire e basta. Stesso discorso per le donne con la campionessa Pauline Ferrand Prevot davanti alla Frei e alla nostra Teocchi terza».

Anno zero

Oltre 500 corridori provenienti da 39 nazioni. Un campionato del mondo che ha saputo partire dal suo anno zero con un parterre di tutto rispetto muovendo una mole importante di atleti e addetti ai lavori. Proprio così perché oltre alle categorie elite di donne e uomini anche le categorie amatoriali hanno percorso le stesse strade ghiaiate. 

«Penso – racconta Pozzato – che abbiamo scritto una pagina di storia del ciclismo. Non noi, non io, ma tutti quanti insieme. Intendo addetti ai lavori, giornalisti, l’UCI, noi che abbiamo organizzato e non per ultimi i corridori che hanno partecipato. Sicuramente è un punto di partenza importante, secondo me storico, che darà il via con le prossime edizioni ad un movimento importante e del tutto nuovo con dinamiche proprie. Già al primo anno aver portato a termine una corsa con questi risultati è un qualcosa che dà un segno».

Obiettivo raggiunto

Il gravel è una disciplina nuova che, come detto, si sta approcciando ad un movimento sempre più rivolto alle gare agonistiche. L’UCI quest’anno ha stilato un programma di competizioni a cui atleti presi in prestito da altre discipline si sono approcciati e di conseguenza hanno conquistato la qualificazione per questa prova. Di pari passo alle dinamiche di corsa nuove per tutti ci va il saper organizzare e mettere in sicurezza una competizione di questa caratura. 

«E’ andata bene – spiega Pippo – senza ombra di dubbio. Ieri e oggi c’era grande entusiasmo. I corridori si sono divertiti. Il pubblico era contento. Diciamo che l’obiettivo nostro era questo: fare divertire la gente e far divertire i corridori. E’ andato tutto liscio, l’UCI è stata molto contenta, la corsa l’abbiamo portata a casa, l’obiettivo l’abbiamo raggiunto

«Era difficile da chiudere il percorso – dice – come le corse su strada tra polizia e tutto, ma alla fine siamo riusciti nel nostro intento garantendo la sicurezza in tutte le corse senza incidenti o imprevisti. Per noi la tutela dei corridori è la cosa più importante».

Gravel anche in futuro

Un anno fa la Serenissima Gravel vinta da Alexey Lutsenko ci ha fatto capire che questo tipo di corse se organizzate con un obiettivo chiaro possono avere un palcoscenico internazionale. Pippo ha saputo fin da subito carpire ciò che questa specialità delle due ruote potesse regalare agli atleti e agli appassionati e si è messo in gioco dando il via ad un movimento che ha raggiunto già un primo picco con questo mondiale.

«Con la Serenissima Gravel – conclude Pozzato – siamo stati i primi a far la corsa per i pro’. Oggi siamo stati i primi a fare il mondiale e adesso faremo sicuramente la Serenissima (in programma il 14 ottobre, ndr) con il campione del mondo e con Van der Poel, quindi diciamo che siamo veramente contenti di questo perché era quello che volevamo fare». 

Oss nel retro podio ci ha confidato che questo format gli piace e che il gravel può diventare un obiettivo per il futuro. L’anno zero è alle spalle, l’alba della nuova disciplina è sorta, il gravel è realtà. 

Weider conquista il mondiale gravel

27.09.2022
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Il marchio di integratori Weider prosegue spedito nel suo cammino iniziato qualche mese fa in Italia e finalizzato a farsi sempre più conoscere fra gli appassionati di ciclismo. 

A luglio abbiamo avuto modo di dare l’annuncio della partnership con Ride The Dreamland, la quattro giorni di gare organizzate a ottobre da Filippo Pozzato. Pochi giorni fa ecco arrivare una nuova notizia che conferma ancora di più come Weider creda fortemente nel ciclismo ed in particolare nel gravel. Il marchio di integratori nordamericano sarà infatti tra gli sponsor della prima edizione dell’UCI Gravel World Championship. Stiamo parlando dei campionati del mondo gravel in programma sabato 8 e domenica 9 tra le provincie di Vicenza e Padova. Una prima edizione che farà sicuramente parlare di sé. 

Così come avvenuto per Ride The Dreamland, la regia organizzativa sarà a cura di Filippo Pozzato e della sua PP Sport Events

Partneship di prestigio

Per farci raccontare qualcosa di più su questa partnership prestigiosa abbiamo deciso di sentire Marco Bettazzi, Sales & Marketing Manager di Bf Pharma, azienda che si occupa della distribuzione di Weider per il mercato italiano.

«La sponsorizzazione della prima edizione dei campionati del mondo gravel – esordisce – in un certo senso “chiude il cerchio” di una collaborazione iniziata qualche mese fa con Filippo Pozzato, quando ci siamo legati alle gare di Ride The Dreamland. Il mondiale è naturalmente qualcosa di più importante. Per Weider sarà sicuramente un appuntamento di grande prestigio».

L’essere già partner di Ride The Dreamland ha in qualche modo facilitato la conclusione dell’accordo di sponsorizzazione. Tuttavia non è stato semplice siglarlo, come ci racconta lo stesso Marco Bettazzi. 

«I tempi erano strettissimi e dovevamo anche interfacciarci con l’UCI, cosa non semplice. Alla fine siamo riusciti a chiudere il nostro accordo e ora siamo davvero contenti e orgogliosi. La stessa filiale spagnola di Weider, che funge da casa madre in Europa per i settori endurance e food, ci ha fornito il suo importante supporto e sarà presente all’evento».

Grande visibilità

In questi giorni lo staff di Weider sta lavorando intensamente per organizzare al meglio la propria presenza all’evento. A Vicenza, nell’area riservata al briefing pre-gara e al ritiro dei pettorali, saranno installati dei gonfiabili ed esposti degli striscioni brandizzati Weider. Sarà inoltre allestito uno spazio riservato alla vendita degli stessi integratori. In fase di partenza sarà messo a disposizione un desk dove i professionisti potranno prendere gratuitamente degli integratori da utilizzare poi in gara. La filiale italiana di Weider in questi giorni si sta inoltre attivando per riuscire ad inserire nei pacchi gara di tutti gli iscritti, quindi anche per i non professionisti, un kit con i loro prodotti.

Weider è all’avanguardia per la produzione e lo studio degli alimenti per attività sportiva
Weider è all’avanguardia per la produzione e lo studio degli alimenti per attività sportiva

Ecco il programma

La prima edizione dei campionati del mondo gravel vedrà sfidarsi atleti professionisti assieme ai migliori ciclisti amatoriali qualificatisi durante le 11 tappe dell’UCI World Series.

Le gare partiranno da Vicenza e termineranno a Cittadella dopo avere lambito la città di Padova. Tre i percorsi. Uno da 194 chilometri(riservato alla categoria uomini elite). Uno da 166 chilometri (per le categorie uomini 19-34; uomini 35-39; uomini 40-44; uomini 45-49). Uno da 140 chilometri (per le categorie Élite femminile; donne 19-34; donne 35-39; donne 40-44; donne 45-50; donne 50+ e uomini 50+). Per disegnare i percorsi PP Sport Events si è affidata all’esperienza di Angelo Furlan e Marco Menin. 

La chiusura finale la lasciamo alle parole di Marco Bettazzi: «Il gravel è una disciplina che sta prendendo sempre più piede e la prima edizione dei campionati mondiali rappresenta uno step importantissimo in questo percorso di crescita. Siamo orgogliosi di essere partner del primo mondiale UCI gravel, e felici di proseguire nella collaborazione con PP Sport Events, società giovane e intraprendente, decisa a trasmettere un approccio innovativo al ciclismo nel quale noi ci rispecchiamo pienamente».

Weider

Ristori, assistenza e percorso: il mondiale gravel con Furlan

19.09.2022
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Non si è ancora sopito l’entusiasmo per il campionato italiano gravel che si è concluso ieri ad Argenta, che è già tempo di spostare lo sguardo verso il nuovo obiettivo: il mondiale. Sempre gravel, sempre il primo della storia.

L’appetito vien mangiando si dice. E forse, visti i volti dei corridori ieri all’arrivo, è così anche per loro. Lentamente l’interesse cresce. E, a dispetto di come dice qualcuno, non è solo questione di marketing.

Filippo Pozzato (a destra) e Angelo Furlan che ha disegnato il percorso iridato
Filippo Pozzato (a destra) e Angelo Furlan che ha disegnato il percorso iridato

Agli albori…

Ovviamente c’è ancora molto da mettere a punto. Bisogna capire bene la deriva che deve prendere il gravel. C’è chi dice che i percorsi devono essere filanti e il più possibile con bici sì gravel, ma di filosofia stradistica. E chi invece sostiene che dovrebbero essere più tecnici. Chi dice che bisogna affrontarlo in autonomia totale e chi invece con più assistenza.

A definire il tutto sarà il tempo, ma noi intanto ci rivolgiamo ad Angelo Furlan, braccio di destro di Filippo Pozzato nell’organizzazione del mondiale gravel di Cittadella del prossimo 8-9 ottobre. 

La volta scorsa proprio con Pippo e Furlan eravamo andati alla scoperta del percorso che appunto assegnerà la prima maglia iridata di questa specialità. Stavolta torniamo sì ad analizzare il tracciato, ma con un occhio lungo anche sulla questione dell’assistenza e delle feed zone.

Uno dei primi single track in discesa nella zona dei Colli Berici
Uno dei primi single track in discesa nella zona dei Colli Berici

La creatura di Furlan

Il percorso, tutto sommato veloce, da Vicenza porta a Cittadella, toccando prima i Colli Berici, per un totale di 194 chilometri.

«Questa – racconta Furlan, ex pro’ e anche ex praticante di bmx e mtb – è la mia creatura e lo dico con orgoglio. Alle spalle ci sono state 800 ore di lavoro per tracciarlo. Ma ogni volta era un’emozione. Sono le mie strade, quelle di casa. Quelle che battevo sin da quando ero un corridore.

«In qualche modo, non me ne vogliano i puristi, ma io il gravel lo facevo già 15 anni fa. A metà stagione iniziavo ad annoiarmi e così per trovare stimoli montavo cerchi a basso profilo, copertoni un po’ più larghi e mi buttavo con la bici da strada sugli sterrati.

«Quando Pippo (Pozzato, ndr) mi ha detto di questa opportunità non ci ho pensato due volte e mi sono subito messo a lavoro. E’ il nostro territorio e abbiamo l’opportunità di mostrarlo al mondo».

E il risultato si è visto e si vedrà. Il fatto che a disegnare il percorso sia stato uno stradista che però aveva l’offroad dentro è significativo. Il tasso tecnico, specie nella parte iniziale, 15-20 chilometri, verso i Colli Berici non manca. Nulla d’impossibile chiaramente, ma si parla pur sempre di single track. Di sentieri più stretti. 

«Tra Vicenza, Padova e Cittadella trovare certe strade non è stato facile. Non siamo nel deserto dell’Arizona, è un’area fortemente urbanizzata. Però alla fine abbiamo il 70% del percorso su sterrato. Ma per me è di più questa percentuale, in quanto l’UCI considera i tratti cementati o di stradine rovinate come asfalto. Vi assicuro che si fanno sentire anche quelle, pertanto è oltre l’80-85%».

Per Furlan il fondo della Foresta di Arenberg alla Roubaix (viste anche le alte velocità) è più sconnesso di molti tratti tecnici del mondiale
Per Furlan il fondo della Foresta di Arenberg alla Roubaix è più sconnesso di molti tratti tecnici del mondiale

Corsa dura

Sentieri che tra l’altro arrivando all’inizio potranno subito incidere sull’andamento tattico della corsa e spezzettare il gruppo.

«Chiaro – riprende Furlan – che rispetto al ciclocross o alla mtb ci sono meno curve e parecchi drittoni, ma il gravel è questo, è anche un viaggio. E’ un’altra cosa. Però io sono convinto che uscirà ugualmente una corsa molto dura. Guardate ieri ad Argenta: il quarto ha preso quasi dieci minuti e il settimo un quarto d’ora. Anche per questo il tracciato che inizialmente doveva misurare 220 chilometri è stato accorciato un po’.

«Potranno emergere corridori con diverse caratteristiche metaboliche e questo è un aspetto curioso. Noi in Italia siamo legati alla figura dello scalatore e pensiamo che per fare una corsa dura bisogna mettere salite. In realtà non è solo così.

«Qui conta la resistenza: potrebbe vincere un uomo del Nord, per esempio una Foresta di Areneberg è ben più sconnessa dei tratti sterrati che s’incontreranno al mondiale, oppure un uomo da grandi Giri. Un cronoman che sa tenere alti wattaggi per lungo tempo. Se mi chiedeste su chi punterei tra un biker e uno stradista, risponderei sullo stradista».

Ieri all’italiano gravel Fontana (in foto) e altri sono partiti con le tasche piene per affrontare l’intero tracciato (foto @mario.pierguidi)
Ieri all’italiano gravel Fontana (in foto) e altri sono partiti con le tasche piene per affrontare l’intero tracciato (foto @mario.pierguidi)

Discorso ristori

Prima Furlan ha parlato di viaggio. In effetti il gravel nasce come avventura, come viaggio. Non è un caso che sulle bici ci siano le predisposizioni per l’alloggiamento delle borse. In questo caso è una gara e le borse non servono. Però resta centrale il discorso sull’autonomia. O semi-autonomia che si riscontra negli eventi gravel agonistici. Anche alla Monsterrato, unica prova di qualificazione per l’Italia, erano presenti dei punti di ristoro.

Il tutto legato ad un regolamento che si sta scrivendo (nel vero senso della parola) e che si dovrà definire col tempo a “suon d’esperienza”, se così possiamo dire.

«Il discorso dell’assistenza – dice Furlan – è in via di definizione. E’ una pagina bianca se vogliamo, perché l’UCI sta scrivendo il regolamento in questi giorni. Posso dire che di tanto in tanto (all’italiano era massimo ogni 25 chilometri, ndr) ci saranno delle zone di ristoro e di assistenza (feed zone). Ma di base i corridori dovranno essere autonomi. Pertanto dovranno partire con il necessario per i rifornimenti e il necessario per una prima assistenza tecnica».

«In più noi dell’organizzazione metteremo a disposizione delle moto e ci stiamo mettendo d’accordo con l’UCI per stabilirne il numero e le modalità. In apertura ci sarà invece un quad. Non ci potranno essere moto delle nazionali. Mentre è da definire chi allestirà il “tavolo” del ristoro, se l’organizzazione o la nazionale stessa». 

Ancora da definire nei dettagli, ma al mondiale saranno presenti delle moto assistenza. Qui la Serenissima Gravel dello scorso anno
Ancora da definire nei dettagli, ma al mondiale saranno presenti delle moto assistenza. Qui la Serenissima Gravel dello scorso anno

La sicurezza

Un aspetto che non è affatto secondario in questo mondiale gravel è la sicurezza. Sulla falsariga di quel che accade nel cross country e ancora di più nella downhill, tutto il percorso dovrà essere a vista d’occhio, almeno nei passaggi più tecnici o “pericolosi” come un single track, o il transito vicino ad un fiume.

«In pratica – spiega Furlan – dove finisce il campo visivo di un assistente del percorso, deve iniziare quello dell’assistente successivo. Questo implica un grande dispiegamento di forze, molto più di una gara su strada. In questo modo i ciclisti non sono mai da soli e l’assistente può intervenire in caso di caduta.

«E poi presumo ci sarà da “fermare” tutti gli utenti che nel weekend sono abituali fruitori delle ciclabili e dei lungo fiume per passeggiare. E non sarà così facile!». 

Pozzato fa squadra con ExtraGiro e lancia la gravel

26.04.2021
4 min
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Fare squadra è uno dei tanti obiettivi di ExtraGiro. Nei giorni scorsi Marco Pavarini, co-direttore generale insieme a Marco Selleri, ci aveva detto che Filippo Pozzato è uno di quegli organizzatori che più si avvicinano alla loro mentalità moderna di allestire e gestire manifestazioni. L’ex pro’ di Sandrigo, ora manager della PP Sport Events, ha già testato la sua organizzazione lo scorso agosto con i campionati italiani a crono e in linea e recentemente lo abbiamo incontrato a Mondaino.

Pippo sei stato alla Strade Bianche di Romagna, ospite di ExtraGiro. E’ stata un’occasione per parlare di collaborazioni e organizzazioni future?

Ci eravamo già visti a metà aprile con Marco Pavarini per diverse cose. Lui mi ha portato ad un appuntamento e io qui ho ricambiato portandogli un potenziale sponsor che già lavora con me. Non mi rende geloso, perché so come lavora ExtraGiro. Diciamo che condividiamo molto, forse siamo gli unici che riescono a dialogare, facendo anche un po’ di sinergia che è la cosa più importante. A parte Rcs Sport non ci sono tante strutture organizzative, noi altri siamo tutti piuttosto piccoli e secondo me è abbastanza stupido farsi la guerra l’uno con l’altro. Se invece si riesce a fare un po’ di squadra, penso si possa sfruttare e ottimizzare su costi e tutto il resto.

Giacomo Nizzolo, campionato italiano 2020
Giacomo Nizzolo campione italiano 2020 sul percorso disegnato da Pozzato
Giacomo Nizzolo, campionato italiano 2020
Giacomo Nizzolo campione italiano 2020 sul percorso disegnato da Pozzato
Sia per giovani che pro’, giusto?

Sì, l’idea mia è fare qualcosa per i giovani, perché sono loro la linfa per arrivare ai professionisti. Dobbiamo pensare di animare e far crescere la categoria. ExtraGiro lo sta già facendo molto bene, sono andato volentieri alla Strade Bianche di Romagna per vedere la loro struttura. Con loro c’è un rapporto sia di amicizia sia di stima reciproca, ma anche uno scambio di idee e spunti. Credo siano aspetti fondamentali e anche belli, se vogliamo.

Quindi anche tu Pippo, insieme alla tua società, vuoi essere portavoce di questo nuovo pensiero di collaborazioni sempre di più trasversali? Secondo te è molto difficile farlo capire agli altri organizzatori?

Penso di sì, perché c’è proprio un problema culturale a livello generazionale ed è un po’ la mentalità italiana. Lo vedo in Veneto dove tutti ci tengono ad avere il proprio orticello, guai a chi glielo tocca. Mentre io invece penso sia meglio aiutarsi per ottimizzare i costi e fare qualcosa di più bello ancora. Se tutti alziamo il livello, tutti ne guadagniamo. Farsi la guerra è la cosa più stupida che ci sia, anche se so che è molto difficile da mettere in pratica.

Il vicentino, in una foto presa dal suo profilo Instagram, al lavoro su molti fronti
Il vicentino, in una foto presa dal suo profilo Instagram, al lavoro su molti fronti

Cosa c’è in comune con gli amici di ExtraGiro?

Le generazioni più giovani sono un po’ più aperte e riescono a vedere oltre. Con Pavarini ho in comune che non guardo all’uovo oggi e magari neanche alla gallina, piuttosto direttamente a un pollaio domani. Penso che serva una visione a lungo termine perché adesso ci sono delle opportunità e prima si fa squadra meglio è.

Le organizzazioni 2021 della PP Sport Events cosa prevedono?

Abbiamo in programma 4 giorni di corse, tutte ad ottobre: Giro del Veneto mercoledì 13, una gara gravel per professionisti ancora da fissare, una Gran Fondo sabato 16 e la Veneto Classic domenica 17. Avrei preferito farle a settembre, ma le uniche finestre libere del calendario Uci erano ottobre o luglio e non volevo andare in competizione col Tour de France.

Una gara gravel? Sembra interessante, com’è nata questa idea?

E’ la moda del momento, quasi tutte le case costruttrici di bici ne hanno un modello e sicuramente è una cosa molto importante. Questa gara sarà un esperimento, stiamo cercando di capire come poterlo realizzare visto che ad oggi non c’è ancora un regolamento vero e proprio e l’Uci non sa come farlo. Stiamo lavorando insieme a loro e anche al settore fuoristrada Fci per crearlo. L’idea è quella di partire da Jesolo e arrivare a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova.

Lachlan Morton, Alex Howes, foto Fsa, Dirty Kanza
Lachlan Morton e Alex Howes impegnati su bici gravel nella Dirty Kanza in Kansas (foto Fsa)
Lachlan Morton, Alex Howes, foto Fsa, Dirty Kanza
Morton e Howes su gravel alla Dirty Kanza in Kansas (foto Fsa)
Vuoi dare qualche dettaglio in più sulle altre gare?

Il Giro del Veneto partirà da Padova, toccando le province di Vicenza, Verona e stiamo pensando ancora al traguardo. La Veneto Classic dovrebbe partire da Venezia e finire a Bassano passando da Treviso e Vicenza.

E immagino siano in cantiere anche gare giovanili.

Stiamo già parlando con ExtraGiro per fare squadra assieme perché ci sono opportunità interessanti da cogliere, però non voglio anticipare nulla. Ve ne parlerò non appena avrò qualcosa di concreto in mano.