Tra watt e posizione, nei segreti della crono di Sobrero

19.06.2021
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«Sapevo che nella parte finale della crono avrei dovuto difendermi – ha detto ieri Sobrero dopo aver vinto il tricolore – per non perdere il vantaggio della salita. E per questo abbiamo montato il 58×11. Ho dato tutto e negli ultimi 2 chilometri ho davvero raschiato il fondo del barile».

Barile ancora pieno

Le sensazioni del piemontese, la cui foto sul traguardo racconta veramente di un’immensa fatica, dicono il giusto anche se quel fondo del barile era ancora pieno di energie da grattare, come dimostra la lettura dei dati e come raccontano le parole di Claudio Cucinotta, preparatore dell’Astana-Premier Tech, che ieri era presente a Faenza. Il team kazako, da quest’anno anche un po’ canadese, si è presentato ieri con un grosso camper, Zanini in ammiraglia, Umberto Inselvini per massaggi e assistenza dopo l’arrivo e due atleti: Sobrero e Felline, che ha ottenuto il 5° posto.

«Matteo è uscito bene dal Giro – dice Cucinotta – ha fatto una settimana tranquilla, in cui ha svolto allenamenti di scarico. Quindi è andato allo Slovenia. Si è allenato lì, diciamo, ed è andato molto forte, facendo terzo in classifica e terzo nell’arrivo più duro, dietro Pogacar e Ulissi. Sapevamo che la condizione fosse buona. Anche per questo alla Adriatica Ionica Race abbiamo pensato di farlo fermare dopo la prima tappa, per puntare tutto su questo italiano».

Quarto nella crono finale del Giro, dopo che un’ammiraglia lo ha stretto alle transenne
Quarto nella crono finale del Giro, dopo che un’ammiraglia lo ha stretto alle transenne

Tutto previsto

I dati sono riservati, ma quel poco che ci viene detto conferma che la gestione della tattica è stata praticamente perfetta e poggiava su uno stato di forma davvero eccellente.

«Sobrero è predisposto per la crono – continua Cucinotta – è un ragazzo intelligente e molto preciso e questo aiuta molto. In più il percorso gli si addiceva, con le salite brevi ma molto ripide. Tanto ci hanno messo anche Ivan Velasco, il performance manager del team che ha fatto tutti i calcoli relativi ai wattaggi da tenere nelle varie sezioni, e il suo allenatore in Astana, che è Maurizio Mazzoleni».

Sullo Zoncolan al Giro, chiuso in crescendo con il 4° posto nella crono
Sullo Zoncolan al Giro, chiuso in crescendo con il 4° posto nella crono

Aerodinamica al top

L’allenatore bergamasco ha seguito la gara da casa e il risultato gli è parso in linea con i dati che aveva in mano.

«E’ stato fatto il miglior avvicinamento – spiega Mazzoleni – con il ritiro dopo la prima tappa della Adriatica Ionica per dargli il tempo di recuperare e fare la ricognizione sul percorso. In alternativa a quella tappa avrebbe dovuto fare un allenamento, ma in corsa è meglio. Matteo ha una bella predisposizione per la crono. Ormai il concetto del cronoman grande e grosso non è più la sola opzione: ci sono Ganna e Affini, ma anche Evenepoel e Sobrero. Dipende tutto dal Cda, il coefficiente di penetrazione aerodinamica, che valutiamo a inizio anno con Ivan Velasco. Se è buono e ci sono i giusti wattaggi, si può pensare di costruire l’atleta in questo senso. E Matteo essendo piccolino ha un volume della sezione frontale molto vantaggioso. Così se in salita è avvantaggiato per il buon rapporto potenza/peso, in pianura è tutto un fatto di watt e penetrazione aerodinamica».

Aveva già vinto il tricolore crono U23 nel 2019, su Aleotti e Puppio
Aveva già vinto il tricolore crono U23 nel 2019, su Aleotti e Puppio

Crono in crescendo

Si spiega così, oltre che per le ottime gambe, il finale in crescendo. Sobrero era indietro al primo intermedio (chilometro 17) posto in cima a Rocca di Monte Poggiolo, prima salita di giornata: 4° a 30” da Ganna. Come ha spiegato, sapeva che la prima frazione di gara invitava a spingere, ma lo avrebbe privato di energie dopo la prima salita.

Al secondo intermedio, collocato a San Mamante (chilometro 26,3) in un tratto pianeggiante dopo la seconda salita di Cima Sabbioni, Matteo è invece passato in testa, con 2 secondi di vantaggio.

Ma il vero capolavoro, dando davvero tutto e spingendo il 58×11, lo ha fatto nel tratto conclusivo. Sul traguardo, dopo 45,7 chilometri, il suo vantaggio su Affini è stato di 25”400.

Questi i dati del cronometro. Poi ci sono quelli del misuratore di potenza, cui però si può attingere con moderazione e limitatamente a quello che ci è stato concesso dall’Astana. 

Per scalare la prima salita (Rocca Monte Poggiolo, lunghezza 1,5 km) Sobrero ha impiegato 3’55” a 22,600 km/h e 421 watt medi.

Nel finale, dove più che raschiare il fondo del bicchiere ha prodotto uno sforzo eccezionale, Sobrero ha percorso gli ultimi 560 metri in 36” a 55,600 km/h e 475 watt medi, concludendo la crono in crescendo.

Finale in crescendo a Faenza, rettilineo finale a 475 watt medi
Finale in crescendo a Faenza, rettilineo finale a 475 watt medi

Adesso la salita

«La prima cosa che ho fatto al ritiro di inizio stagione – prosegue Mazzoleni – è stato il paragone con quello che nel 2020 fece Rohan Dennis sullo Stelvio, di cui tutti si sono stupiti. Ma se noi replichiamo in una salita regolare di 35 minuti i numeri di cui siamo capaci nella crono, possiamo ottenere delle buone prestazioni e tutto sommato ci è già visto nella tappa dura del Giro di Slovenia. Matteo ha margini molto ampi. E’ solo al secondo anno da professionista e il primo è stato quello del Covid, con tutte le sue limitazioni. Questa è stata la prima stagione in cui abbiamo potuto programmare e lavorare secondo il nostro metodo di lavoro e finalmente ha potuto scoprire il suo livello. Io ero sicuro, vedendo i suoi dati, che ci saremmo arrivati».

Questa maglia gli permetterà di spostare più in alto i suoi limiti
Questa maglia gli permetterà di spostare più in alto i suoi limiti

Sa ascoltare

Prima di andare via, l’ultima parola della serata l’abbiamo lasciata a Stefano Zanini, quello che al netto dei numeri e dei watt è stato capace di guardare negli occhi Sobrero e dirgli le giuste parole prima del via e durante la crono.

«Me la sentivo – ha detto Zazà – ci credevamo e sarebbe stato così anche senza i risultati delle ultime settimane. Matteo è un bravissimo ragazzo, ha alle spalle una buona famiglia che ho conosciuto e non poteva essere diversamente. Ma sapete qual è la sua dote più importante? Che ascolta. Matteo è un ragazzo che ascolta…».

La terza maglia piemontese sfugge a Ganna: trionfo di Sobrero

18.06.2021
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Terzo tricolore che parla piemontese, dopo Longo Borghini e Barale, ma questo se possibile è il meno atteso. Matteo Sobrero, cognato di Filippo Ganna, molla una spallata inattesa ad Affini e Cattaneo, spingendo Pippo addirittura giù dal podio. Il gigante iridato alla fine non era troppo contento e c’è da capirlo, dato che la crono di Tokyo sarà più dura di quella di Faenza. Come attenuante c’è il fatto che nei giorni scorsi Ganna ha lavorato sodo per la pista, compresi dei giorni sullo Stelvio. E come al Romandia pagò le dure sessioni in pista, qui potrebbe aver pagato i carichi degli ultimi giorni. Era forse impossibile pretendere che vincesse oggi, ma a Tokyo c’è da scommettere che Pippo ci sarà.

Ganna è partito senza grandi sensazioni, poi ha pagato il caldo
Ganna è partito senza grandi sensazioni, poi ha pagato il caldo

«Ho subito il caldo – dice – come a ogni italiano. Oggi è andata male. Non riuscivo a spingere. Sapevo che sto facendo una preparazione abbastanza mirata in pista, devo metabolizzare i lavori. Ci vuole tempo. All’inizio la velocità riuscivo a tenerla, avevo un buon intertempo, ma sulle salite non riuscivo a spingere. Se il limite è il peso, le Olimpiadi sono così. Per cui dobbiamo prepararci, altrimenti siamo indietro…».

Pippo non è imbattibile

Per un Ganna che si allontana sconsolato, mentre i suoi genitori si fanno un selfie con Sobrero e contano di mandarglielo per strappargli un sorriso (foto di apertura), il vincitore continua a passarsi le mani sulla maglia tricolore della crono che conquistò già da under 23, quando vestiva la maglia della Dimension Data for Qhubeka.

Sul traguardo, il piemontese dell’Astana è arrivato sfinito: «Ho raschiato il fondo»
Sul traguardo, il piemontese dell’Astana è arrivato sfinito: «Ho raschiato il fondo»

«Ero uno di quelli che pensava che Pippo fosse imbattibile – racconta – lo avevo anche chiamato ieri per dirgli che avrei corso per arrivare secondo. Invece probabilmente sono arrivato con una condizione superiore, il caldo mi ha aiutato e lui ha altri obiettivi che potrebbero averlo condizionato. E’ stata una crono pesante, fisicamente e mentalmente. Ho dovuto gestirla. Sapevo che i primi chilometri inducevano a spingere, ma sarei arrivato alle salite senza avere più nulla da dare. Non aveva senso insomma partire troppo forte».

Tattiche di gara

Ma la crono non la inventi. E se ti metti a studiare un percorso e capisci che l’inizio può fregarti, mentre in salita puoi accumulare vantaggio, allora devi capire anche che nel finale veloce, quelli grossi e forti come Ganna e Affini possono piombarti addosso e prendersi la tua corsa. Nelle squadre ci sono dei tecnici che studiano esattamente questi aspetti: quello dell’Astana, che ha studiato nei dettagli la tattica e i wattaggi da tenere, si chiama Ivan Velasco.

Terzo sul podio finale, Mattia Cattaneo torna ad alti livelli: e ora il Tour
Terzo sul podio finale, Mattia Cattaneo torna ad alti livelli: e ora il Tour

«Sapevo che nella parte finale avrei dovuto difendermi – sorride – per non perdere il vantaggio della salita. E per questo abbiamo montato il 58×11. Ho dato tutto e negli ultimi 2 chilometri ho davvero raschiato il fondo del barile. Ma sono arrivato con una grande condizione. Il quarto posto nell’ultima crono del Giro mi ha dato tanta fiducia e ho cercato di non pensare alle ammiraglie che mi hanno chiuso sulle transenne. Perciò sull’ultima salita ho cercato di dare tutto. Sapevo che mi stavo giocando la maglia tricolore».

Piccoli passi

La sua è una storia di piccoli passi. Under 23 per quattro stagioni, prima alla Viris, poi alla Colpck e alla fine due stagioni in continental sotto la guida di Francesco Chicchi, in quella fantastica incubatrice di talenti che fu la Dimension Data di Sobrero, appunto, Battistella, Konychev e Mozzato.

Ma la prova di Ganna è stata falsata dai carichi pesanti fatti per la pista
Ma la prova di Ganna è stata falsata dai carichi pesanti fatti per la pista

«Sto raccogliendo i primi risultati – commenta Sobrero – sono al secondo anno da professionista e non ho mai avuto fretta. Ho fatto quattro anni da under 23, non credo che questo risultato sarebbe potuto arrivare prima, ma di certo la maglia tricolore è quello che sogna ogni italiano che inizia a correre. Sto provando le stesse emozioni di quel giorno del 2019, ma fra gli elite la gioia è ancora più grande. Ora però si stacca un po’. Non sono mai stato così magro, è da un pezzo che sono sulla corda. Credo sia arrivato il tempo di andare al mare».

Sobrero, piemontese di Alba, centra con il tricolore la prima vittoria da professionista
Sobrero, piemontese di Alba, centra con il tricolore la prima vittoria da professionista

Trionfo piemontese

Zanini e Cucinotta se lo mangiano con lo sguardo, Umberto Inselvini che di corridori ne ha visto più di qualcuno lo aiuta a togliere gli scarpini e i copriscarpe e gli passa le scarpe da tennis, con cui caminerà fino all’antidoping, poi questo primo giorno tricolore in Romagna sarà concluso. Con tre tricolori piemontesi. Quello di Elisa Longo Borghini. Quello di Francesca Barale. E l’ultimo, il più atteso, per il quale si era tutti pronti a scommettere su Ganna, finito sulle spalle promettenti di Matteo Sobrero. Che la festa sabauda abbia inizio…

Il Giro ha cambiato le carte di Sobrero

14.02.2021
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Investire sui giovani era una delle direttive e delle indicazioni che Giuseppe Martinelli aveva dato alla sua squadra e, come sempre, il diesse bresciano ha tenuto fede alle sue parole. L’Astana Premier Tech si è assicurata Samuele Battistella, Andrea Piccolo e Matteo Sobrero. “Martino” li ha presi subito sotto la sua ala. Sobrero fra i tre è il più “anziano” con le virgolette grosse così! Di certo dopo il Giro 2020 è divenuto il più esperto.

Matteo Sobrero (23 anni) è passato da bici Bmc a Wilier
Matteo Sobrero (23 anni) è passato da bici Bmc a Wilier

A lezione da Pozzo e Gaspa

Durante il tempo libero, Matteo ama stare a casa sua. Ma soprattutto stare in famiglia e tra le vigne. Dà una mano nell’azienda agricola di casa: imbottiglia, lavora sul trattore, va con il papà per gli affari. «Purché siano lavori manuali o all’aria aperta: mi rilassano».

«Veniamo da un anno molto difficile per tutti – commenta Sobrero – da quando c’è stato il lockdown l’obiettivo era rientrare e magari fare una grande corsa a tappe. Quando poi mi hanno detto: ci piacerebbe farti fare il Giro, è stata una bella news. Ho pensato che se ci fossi riuscito avrei messo un bel tassello alla mia esperienza e soprattutto avrei dato un senso alla stagione. E così è andata: il Giro d’Italia ha sistemato tutto.

«E’ stato comunque un anno importante, non solo al Giro. Ero il giovane in squadra e avevo molto da imparare da gente come Pozzovivo, Gasparotto, Kreuziger, Nizzolo… Loro mi hanno dato una grossa mano. Da ognuno ho appreso qualcosa. Giacomo per esempio mi diceva come limare, come muovermi in gruppo: consigli da velocista.

«Domenico, con cui ho condiviso la camera al Giro, mi fatto capire come bisogna gestirsi in generale. Campenaerts invece mi ha detto molte cose sulla crono: i materiali, le posizioni, la gestione dello sforzo. Anche Gasparotto mi dava dritte su come stare in gruppo e anche su come allenarmi… Insomma, in tanti mi hanno dato tanto. Io ho imparato ad autogestirmi, ad ascoltare il mio corpo. L’anno scorso non correndo spesso non sapevi mai davvero a che punto eri ed è stato importante conoscersi meglio».

Matteo_Sobrero_Giro2020
L’anno scorso il piemontese ha totalizzato 44 giorni di corsa
Matteo_Sobrero_Giro2020
L’anno scorso ha totalizzato 44 giorni di corsa

Sintonia con Martinelli

Come detto all’inizio, Martinelli ha voluto fortemente questi ragazzi, italiani e giovani. Martino sa come valorizzarli, farli crescere e magari anche vincere. Con Sobrero si sente tutte le settimane.

«Io parlai con lui al Giro d’Italia. La squadra, la NTT, ci disse che non sapeva se avrebbe continuato e pertanto ci saremmo potuti ritenere liberi di cercare. Essendo neopro’ avevo ancora un altro anno di contratto, ma mi sono guardato intorno lo stesso. Cosa lo avrà colpito di me? Dovreste chiederlo a lui! Magari perché mi sono messo in mostra a crono o per l’aiuto dato a Pozzovivo. Con Martinelli comunque mi sono trovato subito.

«L’approccio tra le squadre professionistiche, soprattutto WorldTour, è più o meno lo stesso un po’ per tutte, però l’Astana è una famiglia, c’è molta Italia. Anche il preparatore è italiano: Maurizio Mazzoleni».

Sobrero va bene a cronometro e se la cava in salita. Tuttavia non si ritiene né un cronoman puro, né uno scalatore… puro.

«Non so neanche io che tipo di corridore possa essere, lo scoprirò con il tempo. E magari anche Martinelli vorrà vedere le prime gare, per capire qualcosa di più».

Sobrero impegnato nel mondiale a crono U23 del 2018, chiuso al nono posto
Mondiale U23 a crono del 2018: 9° posto

Emozioni rosa

Sobrero ha vissuto momenti importanti durante la corsa rosa che, come detto, ha dato un senso alla sua stagione e ha anche indirizzato la sua carriera, se non altro per l’approdo al nuovo team.

«La mia foto del Giro è senza dubbio la partenza da Alba, a un passo da casa mia: Montelupo Albese. C’era tutta la mia famiglia. Eravamo a fine Giro ma dopo il via non sentivo la stanchezza».

Eppure la tappa che ha rivelato il piemontese al grande pubblico è stata la crono di Monreale, la prima frazione. Nella velocissima planata verso Palermo Sobrero finì al settimo posto, ma non fu facile. O quantomeno gli ostacoli non erano solo il vento e cronometro.

«Non me lo aspettavo – conclude Sobrero – per me era importante iniziare perché la tensione era alle stelle. Pensavo che una volta partito sarebbe finito tutto. Facevo avanti e dietro nella zona del bus. Quasi ho vomitato dalla tensione. Il dottore mi diceva di stare tranquillo. Poi quando sono partito ho pensato solo a dare tutto, a sfogarmi. Non so perché fossi così nervoso: forse perché ero un giovane, ero al primo Giro. E’ stata una sensazione strana. Io sono cresciuto guardando la corsa rosa e la sentivo tanto. Stavo vivendo il mio sogno. Insomma ero emozionatissimo e ancora non so spiegarmelo. Ho fatto anche i mondiali da U23 e junior ma non ero così teso».

Matteo Sobrero 2020

Mazzoleni e tre diamanti da tagliare

11.12.2020
4 min
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Maurizio Mazzoleni ha in mano il futuro (italiano) dell’Astana. La scelta del team di puntare sui giovani ha amplificato un orientamento già tipico della gestione di Giuseppe Martinelli che, proprio assieme al preparatore bergamasco, negli ultimi anni ha valorizzato i talenti di Aru, Landa e Lopez. Oggi il futuro porta i nomi di Battistella, Sobrero (nella foto di paertura) e Piccolo, che si aggiungono ad altri ragazzi di valore come il sudafricano De Bod.

Intercettiamo Mazzoleni a Bilbao, nei Paesi Baschi, dove è volato per fare il test di inizio stagione a Pello Bilbao. E non è un gioco di parole.

«Per il prossimo anno – conferma Mazzoleni – abbiamo ricevuto questo imprinting che amplificherà una nostra qualità di sempre. Servono metodo, allenamenti di qualità, la giusta dose di altura e il tempo di crescere. In pratica continueremo a fare quel che abbiamo sempre fatto. I tre ragazzi di cui parliamo li avevamo da tempo sott’occhio. Sono molto curioso di scoprire Battistella, che a parte il mondiale U23 e il Tour de l’Avenir del 2019 in cui rimase in classifica fino all’ultima tappa, ha già fatto vedere belle cose. Sobrero lo seguivo ai tempi in cui correva alla Colpack. Mentre Piccolo lo abbiamo avvicinato sin da junior, ma lui è il più giovane e deve crescere davvero tanto. E comunque ha centrato il podio ai tricolori crono e ha fatto un bell’Emilia, che è già tanto…».

Samuele Battistella, 2020
Samuele Battistella, all’Astana dalla Ntt Pro Cycling
Samuele Battistella, 2020
Battistella ha debuttato con la Ntt Pro Cycling
Quali obiettivi avete per loro?

Farli crescere nel migliore dei modi, rispolverando concetti come sacrificio, determinazione e professionalità. Alla fine la maturazione passa per il lavoro. Se tutto funziona, prima o poi arriva anche il risultato. Anche chi vince subito, penso a un Evenepoel, continua il suo processo di crescita. Come diceva sempre Nibali, al primo Giro arrivò 19°, al secondo 11°, poi è salito sul primo podio e non ne è mai sceso, vincendone due. Il percorso di crescita è individuale e ha velocità diverse.

Crescere gradualmente senza perdere di vista la capacità di vincere?

La filosofia di fare programmi per i giovani più promettenti è proprio quella di proporgli corse a tappe magari di seconda fascia in cui possano essere competitivi, per coltivare la mentalità vincente. Anche perché negli ultimi anni passano professionisti soltanto quelli che hanno vinto tanto e quando non riescono a mantenere certi risultati rischiano di perdersi. Anche perché non tutti sono in grado di fare lo switch da vincente a gregario.

Andrea Piccolo
Andrea Piccolo ha corso alla Colpack e fa il grande salto nel WorldTour
Andrea Piccolo
Piccolo pronto per il WorldTour
L’avvento delle continental fa arrivare più qualità?

La qualità magari resta la stessa, quella che aumenta è l’esperienza internazionale, che alza lo standard. Il movimento U23 italiano è assolutamente di alto livello.

Quanto tempo serve secondo Mazzoleni per dire di conoscere bene un corridore?

Qualche mese, perché i dati dei test non bastano, anche se li abbiamo completi. Quel che conta è starci insieme, per questo non fare il ritiro di dicembre sarà un danno soprattutto sul piano della conoscenza. Certe camminate fatte individualmente prima di colazione con Lopez, ad esempio, mi hanno fatto capire di lui più di tante misurazioni. Serve empatia, che negli anni e in questi tempi soprattutto si sta perdendo. Stare vicini nei ritiri è il solo modo di capire. In questo, Slongo con Nibali è stato maestro.

Quanto vale Battistella?

Ha tanto talento, ma bisogna capire su quale terreno si possa applicare al meglio. Potenzialmente ancora ha tutte le porte aperte.

Sobrero?

Ha fatto delle belle crono anche da professionista, che può replicare. Il cronoman può esportare certe prestazioni anche in montagna e le azioni che hanno fatto Ganna a Camigliatello Silano e Rohan Dennis sullo Stelvio ne sono la dimostrazione. Sobrero è un ragazzo metodico e abituato al lavoro.

Mentre Piccolo?

Lo è di nome e di fatto, è un passo indietro rispetto agli altri due. E’ un grande talento del nostro ciclismo, ma servirà davvero tanta pazienza nel corso degli anni per farlo uscire come merita. Quando lavori con corridori già formati, il margine è minore e la bravura del tecnico sta proprio nell’incidere in quello spazio così ridotto. Con un giovane invece è come avere davanti una pagina bianca, il terreno ideale per un tecnico. Ed è questa la sfida che ci attende.

Matteo_Sobrero_crono_Palermo_Giro2020

Palermo, Sobrero settimo con paura

04.10.2020
2 min
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Sobrero settimo nella prima crono del Giro. Cosa c’è di strano, verrebbe da chiedersi? Il ragazzo è stato campione italiano di specialità fra gli under 23 e al campionato italiano di Cittadella è arrivato quinto. Ma non è tutto così facile. Perché Sobrero una crono così difficile e veloce non l’aveva mai fatta. E quando al mattino è andato a provare il percorso, gli è venuta addosso una paura tremenda.

Sopralluogo ad alta tensione

«Ero veramente spaventato – dice – quella velocità in discesa su una bici da crono non l’avevo mai fatta. Poi mi sono detto che toccava a tutti, perciò mi sono messo davanti alla televisione a guardare come guidavano gli altri. E quando è toccato a me, ho impostato le traiettorie come quelli prima di me».

Matteo_Sobrero_Giro2020
Matteo Sobrero, primo anno da professionista e primo Giro d’Italia
Matteo_Sobrero_Giro2020
Matteo Sobrero, primo anno da professionista e primo Giro d’Italia

Senza squadra per il 2021

Sobrero non ha squadra per il 2020, almeno non l’aveva al momento della prima crono. La Ntt ha ammesso di non avere sponsor e di fatto ha lasciato tutti liberi. Proprio in avvio del Giro è trapelato che Battistella, iridato U23 del 2019, sarebbe in procinto di passare all’Astana. E Sobrero, che pure avrebbe il contratto anche per il 2021, si è imposto di vivere alla giornata. Questo è il suo primo Giro d’Italia al primo anno da professionista. Meglio non pensare ad altro.

Il Giro, il suo sogno

«Sono venuto per fare esperienza – dice – provare qualche fuga. Un settimo posto nella crono di apertura dà morale. Era nei patti dall’inizio che avrei fatto il Giro, poi il Covid ha fermato tutto. E quando la squadra ha rimesso mano ai programmi, mi hanno chiesto se mi andasse bene confermare la corsa rosa. E io ho detto di sì. Era un sogno che si avverava. E anche adesso che in teoria sono senza squadra, penso sia meglio fare il massimo, perché poi magari qualcosa si trova».

Fare il massimo, pur essendo un cronoman, mettendo però le mani avanti dopo aver visto il percorso di Palermo.

«Vedendo il percorso – sorride – e le sue caratteristiche, ho subito detto ai direttori che non sarei mai arrivato davanti. Perso 63 chili, 20 meno di Ganna che l’ha vinta, e di fatto pensavo fosse una crono adatta a ragazzi più pesanti di me. Ma sto bene. Dopo l’italiano, ho fatto il Coppi e Bartali e non stavo benissimo. Poi sono andato in altura con Ganna e Gasparotto e ho fatto un ottimo lavoro per il Giro. E adesso che è appena iniziato, proviamo a portare a casa il meglio che si possa».