Nespoli, l’impresa al Recioto per svoltare la stagione

24.04.2025
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C’è tutto o quasi nell’urlo liberatorio di Lorenzo Nespoli mentre abbraccia il team manager Antonio Bevilacqua subito dopo aver tagliato il traguardo di Negrar. Il Palio del Recioto è suo ed è una vittoria che vale tanto sia per il ventenne di Giussano sia per la MBH Bank Ballan CSB Colpack (in apertura foto Lisa Paletti).

Se la classica internazionale U23 sarà la svolta stagionale di Nespoli lo dirà solo il tempo, di sicuro la prestazione offerta in mezzo ai vitigni della Valpolicella è una gran bella iniezione di fiducia per le gare future. In ordine cronologico – sull’onda dell’ebbrezza di martedì – i prossimi obiettivi nel mirino sono il Liberazione di domani e il Giro della Provincia di Biella di domenica 27 aprile. E allora ne abbiamo approfittato per tastare umore e programmi dello scalatore brianzolo che sta beneficiando della condizione affinata anche nelle gare tra i professionisti.

Lorenzo ci racconti l’impresa del Recioto? Merito della ricognizione di inizio aprile?

No, la recon l’abbiamo fatta per rivedere parte del percorso, ma senza prevedere necessariamente nulla di strategico. Martedì mi sono mosso a 40 chilometri dall’arrivo in uscita dal circuito e spingendo forte sulla salita lunga di Fiamene. Ho guadagnato subito un bel vantaggio e da lì in avanti l’ho poi gestito cercando di recuperare lo sforzo. Nel finale ho scollinato con circa trenta secondi senza rischiare in discesa. Sapevo che Finn e Schrettl stavano tornando sotto, però ormai ero arrivato.

E ti sei lasciato andare ad un’esultanza molto sentita…

Esatto, ma non perché era da due anni che non vincevo a braccia alzate con la maglia della squadra, tralasciando le gare minori in Cina di fine 2024, il campionato italiano di cronosquadre ed una cronoscalata. In realtà la felicità sfogata dopo il traguardo era frustrazione per non aver combinato nulla il giorno prima al Belvedere. Finn e Schrettl avevano attaccato presto ed io avevo perso il momento. Avevo provato a rimediare dopo, ma alla fine non ho centrato nemmeno la top dieci. Al Recioto volevo riscattarmi, dovevo per forza.

Hai corso con la pressione del risultato?

No, non ne avevamo, però avevamo fallito le prime gare internazionali e non vincevamo dalla San Geo di febbraio. Per una squadra come la nostra è un po’ strano. Volevamo assolutamente tornare al successo anche per dedicare la vittoria a Pietro Valoti, il padre di Gianluca che è mancato dieci giorni fa, e ad Antonio Bevilacqua che ha compiuto gli anni la settimana scorsa. Ce l’abbiamo fatta e questa mia vittoria è per loro.

Cosa ti dà il trionfo del Recioto?

Sentivo di stare bene e la prestazione è stata una conseguenza. Sicuramente questo successo mi rende più consapevole dei miei mezzi. Tuttavia sento di dover dimostrare ancora tanto. Ad esempio devo migliorare nelle volate ristrette. Non è che un bel giorno come quello di martedì cambia tutto e improvvisamente diventi forte.

Al Giro NextGen dell’anno scorso avevi vinto la maglia di miglior scalatore. Quest’anno a cosa punti?

Non si conoscono ancora le tappe, ma vediamo cosa combino alla prima vera salita (dice sorridendo, ndr). Capirò se curare la generale o se puntare alle tappe. Per preparare il NextGen abbiamo in programma tre settimane di altura al Sestriere il prossimo mese, però devo anche capire se correrò il Giro di Ungheria che c’è proprio dal 14 al 18 maggio. Ne parlerò con i miei tecnici nei prossimi giorni e decideremo cosa fare.

Tra gli obiettivi del 2025 di Lorenzo Nespoli c’è anche quello di passare pro’ a fine stagione?

No, a quello che non ci sto pensando perché è una cosa che porta stress e quindi diventa controproducente. Certo, le proposte ci sono e si sa che tipo di corridore sono, però a questo pensa il mio procuratore ed io sono tranquillo. Ne riparleremo quando sarà il momento giusto. I miei obiettivi sono solo legati alle gare. Se proprio ne devo battezzare una, allora dico il Piccolo Lombardia, che per me è la corsa di casa. Però diciamo che vorrei vincere ancora, con più continuità.

Nespoli in Cina conclude la stagione, ora serve crescere

02.11.2024
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La stagione 2024 di Lorenzo Nespoli si è chiusa in questi giorni con la partecipazione al Tour of Ya’an, una corsa dedicata ad elite e under 23 in Cina. Il corridore della MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb è volato dall’altra parte del mondo quasi per gioco e si è trovato a gareggiare in un mondo completamente nuovo. 

«L’occasione – racconta Nespoli – è nata dopo il campionato nazionale di cronometro a squadre del 12 ottobre. Ero in macchina con Davide Martinelli e lo ha chiamato Nicolas Marini, il quale gli ha detto se fossimo disponibili per andare a fare questa corsa in Cina. Scherzando ho detto che sarei andato io, anche da solo. Alla fine sono partito e sono qui con il team di Marini e Chen FangNing, la FreeNova-UpVine. Non ci sono compagni o staff, solamente io».

Lorenzo Nespoli ha vinto la prima gara del Tour of Ya’an
Lorenzo Nespoli ha vinto la prima gara del Tour of Ya’an

Viaggio di fine stagione

Quella di Lorenzo Nespoli è diventata così un’avventura di fine anno grazie alla quale ha scoperto un Paese che non conosceva e lo ha fatto correndo in bici. Una scelta coraggiosa e dettata dai suoi 20 anni. 

«Ho preso questa cosa – ammette – come un viaggio nel quale scoprire un posto nuovo. Devo ammettere che mi è piaciuto davvero molto venire dall’altra parte del mondo. Siamo nella regione di Sichuan, precisamente a Chengdu: la città del panda gigante. E’ tutto completamente diverso, siamo immersi nella natura, il colore predominante è il verde degli alberi. Solo ogni tanto arriviamo in qualche città che sono però disperse».

Che corsa è stata questo Tour of Ya’an?

Non è una vera e propria corsa a tappe, tanto che non c’è una classifica. Sono diverse gare di un giorno messe tutte una dopo l’altra. Infatti le squadre corrono solo alcuni giorni, poi fanno una pausa e arrivano alla corsa successiva. Anche noi ci siamo fermati prima, mancano ancora tre giorni di gara ma abbiamo preferito smettere perché poi si finiva troppo lontano e tornare diventava difficile. 

Le tappe, se così vogliamo chiamarle, come sono?

Molte piatte, a parte una con l’arrivo in salita. L’organizzazione è davvero super, difficile trovare evento del genere anche in Europa. Qui le strade chiudono per davvero, non gliene frega nulla del traffico bloccato. Con il senno di poi ammetto che è stato un bel modo per chiudere la stagione, tanto che qualche giorno da turista me lo sono anche concesso. 

Nel 2024 Nespoli ha vinto la classifica dedicata ai GPM al Giro Next Gen (foto NB Srl)
Nel 2024 Nespoli ha vinto la classifica dedicata ai GPM al Giro Next Gen (foto NB Srl)
Raccontaci che ciclismo hai scoperto…

Si partiva in un centinaio ogni giorno. Il livello medio è molto più basso però poi ci sono quei dieci, quindici corridori che hanno gareggiato in Europa che vanno forte. Ci sono tanti russi e ucraini molto preparati. Gli hotel sono davvero belli ed è tutto vicino, cosa un po’ strana visto quanto è grande la Cina. Però il trasferimento medio ogni giorno era di 30 minuti. Il cibo, invece, è molto diverso dal nostro e tutto piccante. Dopo qualche giorno ho iniziato a chiedere riso in bianco e uova. 

In gruppo come ti sei trovato?

Si parla inglese, anche qualcuno che mastica l’italiano l’ho trovato (tra i partecipanti c’era anche Eduard Grosu che ha corso diversi anni nel nostro Paese, ndr). Nel team di Nicolas Marini ho trovato due ragazzi che parlano inglese, il resto invece conosce solo il cinese. 

Nel 2025 toccherà a lui raccogliere l’eredità di Kajamini e Meris (foto NB Srl)
Nel 2025 toccherà a lui raccogliere l’eredità di Kajamini e Meris (foto NB Srl)
Un modo particolare di chiudere un 2024 che ti ha visto crescere tanto. 

Sento di essere andato bene nelle gare che erano adatte alle mie caratteristiche. Al Valle d’Aosta non ero in forma a causa di qualche problema di salute, ma per il resto ho corso al meglio. Anche nel finale di stagione andavo forte e ho conquistato degli ottimi piazzamenti. E’ mancato lo spunto in più per ritenermi totalmente soddisfatto, usando la testa avrei potuto raccogliere di più. 

In che senso?

Mi è mancato un po’ di costanza nei risultati, mi serve maggiore organizzazione personale: come scegliere un obiettivo e arrivarci al meglio. Il 2025 sarà il mio anno, andranno via Kajamini e Meris, così in certe gare toccherà a me e Pavel Novak raccogliere i risultati. Quest’anno ho lavorato tanto per loro e mi è piaciuto. Ma so che nel 2025 tocca a me fare il passo in più.

Nespoli nel finale di stagione ha raccolto piazzamenti importanti, ma ora serve il salto di qualità (foto NB Srl)
Nespoli nel finale di stagione ha raccolto piazzamenti importanti, ma ora serve il salto di qualità (foto NB Srl)
Cosa ti servirà?

Ne parlavano con Kajamini e Meris alla cena di fine stagione, ridendo dicevamo che sarà difficile vincere lo stesso numero di corse internazionali, ma si deve provare. Già dai primi ritiri, e nella fase di preparazione, dovrò concentrarmi bene e capire quali possono essere i miei obiettivi. La programmazione è tutto.

Nespoli: un giovane ambizioso in casa MBH Bank-Colpack

02.07.2024
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Alle spalle di Pavel Novak e Florian Kajamini, alla corte della MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb, sta crescendo il talento di Lorenzo Nespoli. Atleta brianzolo, di Giussano, classe 2004 che al suo secondo anno da U23 ha conquistato la maglia dei GPM al Giro Next Gen (in apertura foto NB Srl). Lo ha fatto all’ultima tappa, quella di Forlimpopoli, che ha incoronato il talento di Widar

«L’idea di guardare alla classifica dei GPM è nata nella tappa di Fosse – racconta lo stesso Nespoli – mi sono trovato in fuga e ho conquistato tanti punti. Me ne mancava però uno per prendere la maglia blu, così nell’ultima tappa sono andato in fuga per conquistare questo importante traguardo personale. La squadra mi ha aiutato parecchio e per questo li ringrazio ancora».

Lorenzo Nespoli al Giro Next Gen ha conquistato la maglia blu della classifica dei GPM (foto NB Srl)
Lorenzo Nespoli al Giro Next Gen ha conquistato la maglia blu della classifica dei GPM (foto NB Srl)

Contro i “big”

La prima esperienza al Giro Next Gen ha permesso a Nespoli di confrontarsi contro i più forti atleti del panorama under 23. Ne è uscito con delle buone risposte ma anche con la certezza che bisogna lavorare ancora tanto. 

«Ne sono uscito stanco – ammette – tanto che in queste settimane mi sono riposato un po’. Come esperienza, quella del Giro Next Gen, la considero positiva. Siamo andati davvero forte per tutte le otto tappe, io ho aiutato Kajamini e Novak. Devo dire che sembrava di correre con i professionisti, cosa che ho fatto alla Coppi e Bartali e al Giro di Ungheria. Anzi, al Giro Next Gen secondo me siamo andati più forte in salita rispetto alla Coppi e Bartali. Durante la corsa rosa tutti abbiamo fatto dei numeri incredibili, i watt medi ogni giorno erano altissimi».

Un fisico particolare per il brianzolo: alto, slanciato ma anche estremamente leggero (foto NB Srl)
Un fisico particolare per il brianzolo: alto, slanciato ma anche estremamente leggero (foto NB Srl)
Questo è il tuo secondo anno alla Colpack, come ti sei trovato?

Mi sto trovando bene. Nel 2023 ho avuto qualche problema fisico, ma è stato risolto facilmente. Quest’anno la preparazione è stata fatta diversamente, curando gara per gara, con obiettivi prefissati. Sono cresciuto tanto, ma ancora c’è tanto da fare.

Con lo staff come va?

Con i preparatori, Antonio Fusi e Dario Giovine, mi trovo molto bene. Ma anche con Gianluca Valoti e Antonio Bevilacqua il rapporto è molto bello, sincero e positivo. Siamo tutti molto uniti, un fattore importante, perché quando siamo in ritiro o alle gare tutto passa in maniera più leggera. 

Chi ti segue, Fusi o Giovine?

Entrambi. Abito vicino a Fusi e quando sono a casa mi segue spesso lui. Le tabelle, invece, me le fa Giovine ed è con lui che mi confronto in ritiro. Rispetto al 2023 abbiamo fatto un bel lavoro, preparando bene gli appuntamenti. Ad esempio per il Giro Next Gen siamo stati tre settimane a Sestriere. 

Ora arriva il Giro della Valle d’Aosta…

Sarà un bell’appuntamento. Anche in questo caso le nostre punte saranno Kajamini e Novak, ma anche io potrò dire la mia. Spero di allenarmi al meglio in queste settimane, ma la salita metterà tutti al loro posto. Penso di poter far bene in Valle d’Aosta, sarà una corsa importante per me. 

Hai un fisico particolare, sei tanto alto: 185 centimetri, ma anche leggero, appena 65 chilogrammi. 

Una caratteristica che mi ha sempre accompagnato, fin da quando ho iniziato ad andare in bici da piccolo. Ora credo di essere un passista-scalatore. Rispetto agli scalatori puri, in salita pago qualcosa, ma in pianura ho un passo migliore, cosa che mi accompagna anche a cronometro. Anche da junior, ho vinto poco, ma ero sempre piazzato e due delle quattro vittorie che ho ottenuto sono state due cronoscalate. 

Per fare il passo definitivo cosa ti manca?

In salita penso che manchi poco per essere competitivo, ma in generale c’è tanto da fare. In pianura vado forte e rispetto ai corridori più leggeri reggo meglio ritmi elevati. Nell’arco degli otto giorni al Giro Next Gen stavo bene anche nelle tappe finali, questo è un buon segnale. 

Un gruppo con il quale riesce a lavorare bene e in simbiosi, sia tra compagni che con lo staff (foto NB Srl)
Un gruppo con il quale riesce a lavorare bene e in simbiosi, sia tra compagni che con lo staff (foto NB Srl)
Quindi pensi di poter diventare un corridore da corse a tappe?

Dipende da cosa si decide insieme alla squadra. Mi sono reso conto alla Coppi e Bartali, dove ho fatto gruppetto per due tappe, che i giorni dopo stavo davvero bene. Quindi gli obiettivi possono essere diversi, magari risparmiare energie per poi puntare tutto su una tappa. Oppure distribuire le forze per essere competitivo nelle altre classifiche, come fatto al Giro Next Gen. Forse potrei anche provare a mettermi alla prova in una corsa a tappe di minore importanza per vedere se posso curare la generale. 

Magari dal prossimo anno si apriranno finestre diverse… 

Il 2025 sarà importante. Penso che le corse con i pro’ siano più adatte alle mie caratteristiche. Preferisco avere ritmi elevati, con meno scatti, la regolarità è il mio forte.

Arriva Nespoli: il nuovo Team Colpack che vince

15.04.2023
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In un periodo decisamente ricco di classiche per gli under 23, la vittoria di Lorenzo Nespoli alla Coppa Caduti di Reda ha un valore particolare per molti aspetti: innanzitutto perché è uno dei primi segni positivi per il nuovo gruppo della Colpack Ballan, profondamente rinnovato proprio per dare nuova linfa al team. Poi perché la concorrenza non era certamente trascurabile: basti pensare che secondo è arrivato il russo Roman Ermakov, oggi al team sloveno Meblo Jogi Pro-Concrete ma fino allo scorso anno punta di diamante del Cannibal Team, una delle multinazionali più accreditate nel panorama juniores.

Nespoli è la perfetta immagine del nuovo Team Colpack. Lombardo classe 2004, si è subito ritagliato uno spazio importante nel gruppo: «Ma più che di un gruppo parlerei di famiglia, perché è questa che si è creata fra noi e non parlo solo dei ragazzi, ma con lo staff tecnico, i meccanici. Ci capiamo subito e ogni trasferta è un vero piacere».

La volata vincente di Nespoli a Reda. Nella classica faentina succede a Francesco Di Felice (foto Italiaciclismo)
La volata vincente di Nespoli a Reda. Nella classica faentina succede a Francesco Di Felice (foto Italiaciclismo)
Il gruppo si è formato subito?

Sì, a novembre abbiamo effettuato un primo ritiro per conoscerci, ma poi nella preparazione svolta in Spagna abbiamo subito legato. Non siamo solo compagni di squadra, è nata un’amicizia fra noi che si traduce anche in grande collaborazione in gara fra tutti.

Il team ha avuto molti nuovi innesti, ma resta anche uno zoccolo duro di corridori più grandi…

Loro fanno un po’ da “chioccia”, i vari Persico, Della Lunga, Romele non sono solo le punte della squadra, quelli per i quali spesso lavoriamo ma anche coloro che ci guidano, che ci spiegano come comportarci in gara. Ci aiutano ad assuefarci alla nuova categoria, il salto non è di poco conto.

Il lombardo ha trovato nel Team Colpack un ambiente ideale per emergere, vincendo al suo esordio
Il lombardo ha trovato nel Team Colpack un ambiente ideale per emergere, vincendo al suo esordio
Che differenze hai riscontrato?

Si va più forte, questo è certo. Soprattutto in salita sono tutti a un alto livello, non credevo che ci sarebbe stato un tale cambio. Anche in pianura si va più forte, ma la differenza principale è che c’è più organizzazione, qualcosa di più vicino a quello che si vede fra i professionisti.

E personalmente hai riscontrato cambiamenti?

Diciamo che sono riuscito ad adeguarmi abbastanza presto. Mi sento più a mio agio, soprattutto in pianura, sul passo. Le mie prestazioni sono già salite di livello e non era scontato in così poco tempo. Anche in salita vado più forte e credo che la vittoria di Reda sia un po’ la summa di tutti questi cambiamenti.

Lorenzo Nespoli è nato il 30 settembre 2004 a Giussano (MI). Lo scorso anno ha vinto 4 corse
Lorenzo Nespoli è nato il 30 settembre 2004 a Giussano (MI). Lo scorso anno ha vinto 4 corse
Veniamo proprio alla gara vinta…

E’ stata dura, devo ammetterlo. Erano 147 chilometri con ben sette strappi, ma la prima e l’ultima parte erano in pianura e si è subito fatto gran ritmo. Molte strade erano strette, le salite erano diverse ma più erano corte, più avevano pendenze pronunciate, anche superiori al 10 per cento. Fino alla penultima salita c’è stato un certo ordine, si procedeva abbastanza compatti tenendo a bada le fughe di giornata, io tenevo sempre le prime posizioni, poi Faresin ed Ermakov hanno guadagnato terreno, sull’ultima salita io e Ansaloni siamo andati all’inseguimento riagganciandoli a 4 chilometri dall’arrivo e in volata l’ho avuta vinta.

Sei veloce?

A dir la verità non molto. Lì ho vinto perché eravamo tutti stanchi, non contava più chi era il velocista più forte, ha vinto chi ne aveva di più. Io preferisco arrivare da solo, fare la differenza, lo scorso anno ad esempio non ho mai vinto.

Questo successo quindi è la dimostrazione che qualcosa è cambiato…

Sto imparando, è dalle piccole cose che si vede il miglioramento. Ad esempio seguo molto di più le tattiche che si sviluppano in corsa, cerco di non sprecare energie, di rimanere in gruppo e sfruttare anche il lavoro dei compagni che a Reda sono stati eccezionali. Quel capitale di energie è stato decisivo per vincere.

Il podio di Reda, con Nespoli fra il russo Ermakov e Faresin
Il podio di Reda, con Nespoli fra il russo Ermakov e Faresin
Hai mai gareggiato all’estero?

Finora no e la cosa mi incuriosisce alquanto, perché è in quelle occasioni che capisci qual è il tuo reale valore. Non so ancora quando capiterà, il programma viene sviluppato piano piano proprio perché nello staff vogliono farci crescere con calma e io mi fido pienamente di loro.

Secondo te c’è davvero così tanta differenza con gli stranieri come si è visto lo scorso anno? In occasione della tua vittoria c’erano tre squadre di notevole livello, come l’AG2R U23

Dipende molto dal modo di correre, ma per dare un giudizio dovrei affrontare gare all’estero. So però che squadre come quella francese sono diretta evoluzione del team WorldTour e si allenano come i professionisti, questo la differenza la fa. Ma io sono convinto che anche noi siamo forti e possiamo giocarcela. Batterli non è impossibile, io l’ho dimostrato.