Una vittoria, un podio e tanto altro. Il ritorno di Rachele Barbieri

12.04.2022
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Non se lo aspettava nemmeno lei di poter tornare nel giro che conta, quello del WorldTour femminile, e di farlo così bene. Nonostante la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo, gli ultimi due anni sono stati complicati, ma Rachele Barbieri non si è mai persa d’animo. E nell’ultimo mese ha raccolto una serie di buonissimi risultati con la sua Liv Racing Xstra.

Il più importante è il successo conquistato il 5 marzo nella terza tappa dell’EasyToys Bloeizone Fryslan Tour (foto in apertura) davanti a Martina Fidanza ed Elodie Le Bal, all’indomani di un quinto posto. Gli altri invece, sempre in ordine temporale, sono il sesto posto alla Dwars door Vlaanderen vinta da Chiara Consonni ed il terzo ottenuto a Scheldeprijs il 6 aprile dietro a Lorena Wiebes e la stessa Consonni.

Se nelle passate stagioni aveva solo sfiorato il bersaglio grosso, quella realizzata in Frisia dalla 25enne modenese (che già aveva vinto quattro gare open in Italia) è la prima vittoria nel circuito UCI. E’ stata l’occasione quindi per sentirla e conoscere i suoi programmi futuri.

Rachele partiamo dalla vittoria in Olanda dove c’erano nomi importanti. Raccontacela…

Sono contenta, oltre che per il risultato, di aver portato a casa la fiducia della squadra. E’ stato bello che le mie compagne ed il diesse Wim Stroetinga (Giorgia Bronzini quel giorno era alla Strade Bianche, ndr) abbiano creduto in me. Non è stata una volata come le ultime che ho fatto, perché mancavano le migliori velociste. Però quando sei ad una corsa non devi pensare alle assenti, ma a chi è presente. Comunque è arrivata seconda Martina Fidanza che ritengo una velocista molto forte ed in gara c’erano anche Lonneke Uneken, una delle punte della SD Worx, poi Chloe Hosking della Trek-Segafredo, le ragazze della Jumbo-Visma ed altre qua e là. Il livello era valido.

Te lo aspettavi di vincere così presto?

Onestamente no. Erano tre giorni di gara ed ognuna con una storia a sé, come le altre del resto. Questo 2022 lo vedevo più come un anno di esperienza, visto che nelle ultime due stagioni avevo perso un po’ il ritmo e l’abitudine a fare 140-160 chilometri di gara. Distanze che oltretutto negli ultimi tre anni sono cresciute tanto. Invece ho già fatto diversi risultati che mi rendono felice.

Hai fatto un bel terzo posto dietro Wiebes, che sembra imbattibile su certi arrivi.

Sicuramente quello è un podio che mi dà tanto morale. Forse uno dei risultati più importanti della mia carriera. Lei è la più forte ed è supportata anche dalla squadra. Quel giorno a Scheldeprijs sono rimasta sola per una caduta a 5 chilometri dal traguardo che ha tagliato fuori le mie compagne. Ho preso la volata molto indietro, l’ho fatta praticamente in rimonta per 500 metri. Lorena ha vinto nettamente, meritandosela, e probabilmente lo avrebbe fatto lo stesso. Però mi piacerebbe in futuro avere la possibilità di disputare una volata allo stesso livello. Vorrei avere un treno come lei, partendo al suo pari e capire quali possono essere le differenze con lei. Sono fiduciosa nelle mie potenzialità.

Alla Scheldeprijs, Rachele Barbieri ha raccolto un bel 3° posto dietro Lorena Wiebes e Chiara Consonni (foto Instagram)
Alla Scheldeprijs, Rachele Barbieri ha raccolto un bel 3° posto dietro Lorena Wiebes e Chiara Consonni (foto Instagram)
A parte il Trofeo Binda finora hai corso sempre tra Olanda e Belgio. Come hai ritrovato il gruppo?

C’è una tensione incredibile ad ogni gara. Bisogna sempre stare concentrati. Si va forte, si inchioda, si riparte accelerando. Poi su quelle strade dove ci sono tanti dissuasori di velocità, le righe in mezzo alla carreggiata che delimitano le due corsie. Diciamo che aver imparato a limare e sgomitare in pista mi ha aiutato molto.

Come proseguirà la tua stagione?

In questi giorni tornerò a correre in pista. Sarò a Gand dal 15 al 17 aprile per l’International Belgian Track Meeting (gara classe 1 UCI, ndr) poi andrò a Glasgow dal 21 al 24 aprile per la prima prova di Nations Cup. Su strada invece mi preparerò per il mio Giro d’Italia Donne. Non ho mai fatto una gara a tappe così lunga, quindi sono molto tesa perché non so cosa aspettarmi. Tuttavia ho visto che ci sono tappe, specie all’inizio, che potrebbero arrivare in volata. Ad una in particolare, la quinta, ho già fatto un cerchiolino rosso. Si parte da Carpi e si arriva a Reggio Emilia (il 5 luglio, 123,4 km di gara). Corro praticamente in casa, sulle mie strade di allenamento. So già che verranno amici, parenti e tifosi a vedermi. Ci tengo a fare bella figura.

Con la nazionale invece che obiettivi hai?

In pista vorrei puntare ai mondiali (si terranno dal 12 al 16 ottobre in Francia al velodromo Saint-Quentin-en-Yvelines, ndr). Su strada so che l’europeo non ha un percorso troppo duro e sarebbe un sogno partecipare anche a quello. Non sarà semplice guadagnarsi un posto perché in nazionale siamo in tante e sempre più forti. Farò il massimo per ottenere la fiducia del cittì Sangalli, col quale ho un buonissimo rapporto fatto di chiarezza e serenità. Così come il clima che ha creato in squadra. Anche se non sono ancora stata in ritiro con loro, per la concomitanza con quelli della mia squadra, è stato lui il primo a parlarmi degli europei.

E con la squadra come ti trovi?

Molto bene, davvero. Innanzitutto sono molto fortunata ad avere due diesse come Wim e Giorgia che hanno corso tanto in pista e quindi mi assecondano nella mia doppia attività. Conoscono i benefici che può darmi la pista in funzione della strada e viceversa. Poi sto bene anche con le compagne. Purtroppo nell’ultimo periodo siamo state decimate dal Covid. Ad esempio, dopo la Dwars door Vlaanderen sarei dovuta rientrare a casa ed invece sono rimasta in Belgio a correre il Fiandre che non era nei miei programmi proprio per sostituire una compagna ed avere il numero minimo per partire. L’ho fatto volentieri, anche se sono arrivata penultima. Sono stata contenta di essere restata su. Ho fatto esperienza, ho capito meglio le gare del Nord. E poi mi sono sentita parte di un gruppo.

Che differenze hai notato tra la Bronzini diesse e corridore?

Beh, adesso in ammiraglia ti fa scoppiare le orecchie quando ti parla alla radio (ride di gusto, ndr). Siamo state compagne di nazionale al mondiale su pista ad Hong Kong nel 2017, quando ho vinto nello scratch. Se da atleta era tranquilla e ti faceva sentire a tuo agio nonostante fosse una grande campionessa, ora ti incita in continuazione, soprattutto nei tratti duri in salita. Non mi era mai successo prima di avere un diesse che mi conoscesse già e così bene. Per me è il massimo e mi farà crescere ancora.

Ragusa forte sul Giro: «Meno classiche, più corse a tappe»

26.01.2022
3 min
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Dopo il secondo posto nel campionato italiano del 2020, Katia Ragusa si era lanciata sul 2021 con le unghie affilate e tanta voglia di lasciare il segno. Eppure c’è voluto qualche mese perché la veneta prendesse il passo e forse proprio grazie al buon finale e all’occhio lucido di Giorgia Bronzini, alla fine per lei è arrivata la chiamata della LIV Racing-Xstra. Per lei che già correva su bici LIV alla Monex di Maurizio Fabbretto.

Lo scorso anno Katia Ragusa ha corso con la A.R. Monex, ugualmente su bici LIV
Lo scorso anno Katia Ragusa ha corso con la A.R. Monex, ugualmente su bici LIV

Ragusa d’attacco

Il ritiro con la nuova squadra le ha restituito sorriso e voglia. I 24 anni sono carichi di energia e freschezza che conoscendola affiorano più dai sorrisi che dalle parole.

«Davvero tantissimo entusiasmo – dice subito – è stato il primo ritiro con le bici dopo quello di gennaio che è servito più come team buiding e con il gruppo, dalle atlete allo staff, si è creata infatti un’ottima sintonia. Sono davvero molto motivata. Non penso che andrò in giro a cercare riscatto, voglio solo ritornare a essere la Katia che prende e va…».

Katia Ragusa è passata dalla A.R. Monex alla LIV Racing-Xstra, team WorldTour (foto Michiel Maas)
Katia Ragusa è passata dalla A.R. Monex alla LIV Racing-Xstra (foto Michiel Maas)
Che cosa te lo ha impedito l’anno scorso?

Un mix di cose che non hanno funzionato e hanno aggravato la situazione. Non voglio tornarci, diciamo che la pagina è stata voltata.

Cosa cambia arrivando in una WorldTour?

Molte cose, anche gli impegni. Ad esempio l’inserimento nell’Adams che è una cosa per me completamente nuova.

L’anno scorso sei partita ambiziosa, quest’anno?

Vediamo come va all’inizio e poi cominceremo a parlare di aspettative. Sono a un buon livello. Lavoro con il preparatore della squadra che ha modificato il mio programma di lavoro, sento di essere sulla strada giusta. Ha cambiato la quantità di lavoro in negativo, mi sta impedendo di allenarmi troppo, come invece ho fatto lo scorso anno. In cambio però abbiamo inserito più lavori di qualità.

Dalla Toscana alla Spagna, il prossimo ritiro della LIV Racing-Xstra si svolgerà nella zona di Valencia (foto Michiel Maas)
Il prossimo ritiro della LIV Racing-Xstra si svolgerà nella zona di Valencia (foto Michiel Maas)
Programma?

Farò sicuramente meno classiche e mi concentrerò sulle gare a tappe.

Che effetto fa pensare che sei finalmente diventata una professionista?

E’ il lavoro che sognavo, quando ci penso mi rendo conto che è una gran bella cosa.

Farai base a casa oppure saranno previsti ritiri permanenti?

Saremo a casa, ma a febbraio ci sarà un altro ritiro in Spagna. Comincerò all’Omloop Van Hageland e poi farò la Strade Bianche. Niente Roubaix e niente Tour, sì il Giro. Ho buone sensazioni, speriamo continui così.

Barbieri, come va la tua nuova LIV Langma Advanced Pro?

24.01.2022
4 min
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La LIV Racing Xstra, come pure la Trek-Segafredo e la SD Worx, porta il nome del suo sponsor tecnico, facendo sì che le atlete del team siano le prime tester per i modelli di produzione. Essendo LIV una linea di bici disegnata appositamente per le donne, l’abbinamento risulta piuttosto interessante.

Quest’anno sulla Langma Advanced Pro Disc della squadra di Giorgia Bronzini correrà anche Rachele Barbieri, che fino al 2021 pedalava su Argon 18 e in quanto velocista ha bisogno di una bici leggera ma soprattutto rigida. La nuova LIV le è arrivata a novembre, perciò la modenese ha avuto il tempo di prenderle le misure.

«Mi trovo molto bene – dice – è una bici reattiva e leggera. E per una come me che in salita fatica sempre, questa è una buona notizia. Per quanto mi riguarda sono una novità anche i freni a disco, con cui ho preso confidenza. La differenza sui percorsi bagnati si sente. E poi è anche una bici molto bella, con grafiche che riprendono quella della maglia. A breve proverò anche il modello da sprinter e poi il quadro sarà completo per ogni tipo di gara…».

Okay i freni a disco, ma le novità non sono finite, giusto?

Giusto, sto usando per la prima volta anche i tubeless e questa per me è un’altra grossa novità. Ero abituata a gonfiare tantissimo i tubolari, mentre adesso non è necessario. Il mio preparatore ne sa più di me e mi ha fatto un corso accelerato, spiegandomi i vantaggi in termini di aerodinamica e scorrevolezza. Finora li ho usati anche in allenamento e ho lavorato per trovare le pressioni adatte per ogni tipo di situazione. Gonfio al massimo a 6-6,5 bar cercando di stare il più bassa possibile. E mi rendo conto che in curva e in discesa la tenuta è molto superiore.

Anche sulla Argon 18 usavi lo Sram Red, giusto?

Quando due anni fa lo montarono, pensavo che fosse rotto. Ammetto che all’inizio non è stato facile abituarsi, mentre adesso mi trovo davvero bene. Anche i rapporti sono una novità.

«La bici è leggera – sottolinea Barbieri – e per una velocista come me è molto importante» (foto Michiel Maas)
«La bici è leggera – sottolinea Barbieri – e per una velocista come me è molto importante» (foto Michiel Maas)
Cioè?

Cioè ho il 35-48 davanti e il 10-30 dietro. Essendo una pistard faccio le volate sempre con rapporti più agili. Sono più scattante e riesco a raggiungere più rapidamente la velocità massima.

Hai parlato dei tubeless, ma sono nuove anche le ruote Cadex, no?

Con cui mi trovo benissimo, anche grazie ai tanti profili che abbiamo a disposizione. Hanno 24 raggi dietro e 21 davanti, sono anche molto rigide.

La sella?

La grande fortuna al riguardo è la vasta scelta di modelli. Non siamo tutte uguali e poter scegliere è un bel punto di partenza.

E la bici da crono?

Sono appena arrivate, non vedo l’ora di riceverla. Ma per ora diciamo che la lista delle cose da provare è bella lunga, non credo proprio che mi annoierò…

Si lavora, si scherza, non si dorme: Bronzini e la sua LIV Racing

20.01.2022
4 min
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Le parole di Elisa Longo Borghini hanno continuato a risuonarci nella testa fino al momento di parlare con Giorgia Bronzini, per capire in che modo stia lavorando nella nuova squadra: la LIV Racing Xstra.

«Mi dispiace molto che sia andata via – aveva detto a dicembre la campionessa italiana – ma sono convinta che alla Liv troverà il suo ambiente. Lei è capace di dare grinta e far crescere le giovani. Qui si è trovata in difficoltà in una organizzazione con parecchi schemi. Sono sicura che farà un gran lavoro».

Il pane nel vino

Giorgia è agli ultimi giorni di ritiro con la squadra a Cecina, prima di cambiare le valigie e iniziarne uno nuovo in Spagna nell’imminenza del debutto stagionale. Tanto è gasata la voce, quando il viso trasmette stanchezza. Lanciare un team non è semplice, se poi al mattino ti alleni con le tue atlete, allora la fatica cresce.

La squadra si era già radunata una prima volta a dicembre per un team building (foto Facebook)
La squadra si era già radunata una prima volta a dicembre per un team building (foto Facebook)

«Negli ultimi giorni – sorride confermando la sensazione – sono andata in bici molto più di sempre. Mai oltre le due ore al giorno, questo è il mio limite, però dopo aver fatto il ritiro di team building a dicembre, riuscire a fare due chiacchiere con loro pedalando è molto utile. Abbiamo appena ricevuto le divise, stiamo facendo i salti mortali. Noi direttori abbiamo fatto di tutto, dal tagliare il pane a preparare la logistica della stagione. E’ quello che più desideravo. Tirare tardi con i miei colleghi. Arrivare a sera stanchi morti a intingere il pane nel vino. Credo che il clima giusto si crei così…».

100 per cento Giorgia

Se l’ambiente non l’ha trovato, insomma, di certo lo sta costruendo, mediante la fusione dell’anima nordica del gruppo olandese con l’estro e la sana follia di una ragazza che è stata geniale da atleta e si sta trasformando in un grande tecnico.

Dividerà l’ammiraglia con Wil Stroetinga: «E’ come se uscissimo – scherza – dallo stesso circo!»
Dividerà l’ammiraglia con Wil Stroetinga: «E’ come se uscissimo dallo stesso circo!»

«Non ho nulla da rimpiangere degli anni alla Trek – dice – anzi sono stati una scuola importante. Tutto il lavoro di planning che sto facendo qui in questi giorni nasce da quelle esperienze. Mi hanno insegnato un certo modo di lavorare che ho portato con me. Ma per il resto, ci metto del mio. Qua c’è Giorgia al 100 per cento. A volte mi dimentico le cose e le atlete si mettono le mani nei capelli. Scherzo. Mi arrabbio. E’ la mia squadra e di Wim Stroetinga. Ricordate che parlammo di quanto fosse difficile avere due direttori donna? Un uomo e una donna funzionano meglio. Con Wim le cose vanno alla grande. Lo conoscevo dai velodromi, ma non avevamo mai collaborato. Sembriamo usciti dallo stesso circo, ci compensiamo e le cose funzionano».

Dirigere e scoprire

A scorrere l’organico, si capisce che la squadra abbia la missione di rilanciare ragazze di buon nome che negli ultimi tempi hanno avuto qualche esitazione, fatta salva probabilmente Rachele Barbieri che si è conquistata il posto a suon di risultati.

Al ritiro di Cecinda della LIV Racing Xstra c’erano anche le bici (foto Michiel Maas)
Al ritiro di Cecinda della LIV Racing Xstra c’erano anche le bici (foto Michiel Maas)

«E’ un gruppo omogeneo – conferma Bronzini – che ha bisogno di una spinta per uscire fuori. Ho avuto modo di valutare le loro qualità e credo che per i primi tempi saremo una sorta di scuola di ciclismo. Sabrina Stultyens la conosciamo, deve ritrovarsi. Rachele deve scavarsi il suo posto e lo stesso Katia (Ragusa, ndr). Silke Smulders è una ragazzina di vent’anni che l’anno scorso, senza quasi rendersene conto ha lottato per la maglia bianca del Giro e magari potrebbe puntare più su. Personaggi che dobbiamo dirigere e scoprire. Una sfida che mi incuriosisce e mi carica a mille».

Tutto sul Giro

Una sorta di cantiere aperto, quello che serve per dare la forma che più si vuole, con atlete disposte anche ad ascoltare e imparare. E davanti sfide che invece sono sempre più grandi.

Alla LIV Racing Xstra anche Chiara Rozzini, ex atleta e massaggiatore, qui con Bronzini e Longo Borghini (foto Instagram)
Alla LIV anche Chiara Rozzini, massaggiatore, qui con Giorgia e Longo Borghini (foto Instagram)

«E’ un team più piccolino – dice – ci sarà da darsi una mano in tante cose. Ho voluto uno staff di cui mi fido. E’ arrivata Chiara Rozzini come massaggiatore e accanto avrà Anna Plichta, che si è ritirata l’anno scorso ed è stata mia atleta alla Trek. Quanto al calendario, sono molto italiana, per cui faremo certamente il Tour, ma non è che l’idea mi faccia impazzire. Invece spero che si possa disputare un bel Giro d’Italia e che le mie ragazze facciano bella figura. Ecco, il Giro sarà un momento importante della stagione».

Barbieri, per quest’anno via dal fango: «Tutto sulla strada»

06.01.2022
5 min
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L’anno scorso di questi tempi, Rachele Barbieri aveva il fango nei capelli. Nella sua agenda c’erano infatti il ciclocross in preparazione alla pista (più che alla strada) e una gran voglia di ripagare gli sponsor che l’avevano aiutata a costruire la squadra per inseguire il sogno olimpico. E se oggi il fango è un ricordo (che l’emiliana vive con una punta di nostalgia), è anche perché quel cammino l’ha portata dove voleva. Sono venute le vittorie. Sono venute le Olimpiadi. E alla fine è saltato fuori anche il contratto in una squadra WorldTour, il team Liv Racing Xstra, in cui fare l’atleta significherà semplicemente fare l’atleta.

«Ho corso solo un cross – ammette – pochi giorni fa. Quest’anno ho voluto dedicarmi meglio e di più alla strada. Fare 40 minuti a tutta in questa fase della stagione non era quello di cui ho bisogno. Nonostante mi diverta e lo trovi utile, per quest’anno l’ho messo da parte».

Nel 2020-21 la sua stagione di cross fu piuttosto piena: i 40′ di gara erano funzionali anche alla pista
Nel 2020-21 la sua stagione di cross fu piuttosto piena

La pista in mente

Allo stesso modo, anche la pista è finita per qualche settimana nel cassetto. Rachele non ha partecipato ai primi due raduni voluti da Villa in Sicilia e Slovenia, ma è in contatto con il cittì azzurro.

«Non ho voluto perdere giorni di allenamento – dice – ho parlato con Marco e lui sa che ci tengo a mantenere la pista. Aspetteremo che Montichiari riapra e poi ricomincerò ad andarci, se non per tre volte alla settimana, almeno una vorrei esserci. Ho parlato con le ragazze che sono andate in ritiro, si sono trovate tutte molto bene. Spero si riesca a mantenere il gruppo e credo anche che l’esperienza di Villa per noi sia una grande occasione».

Il tocco di Giorgia

Ora però si pensa alla strada e, vista la grande occasione, è anche giusto. In squadra l’ha voluta Giorgia Bronzini, che ha lasciato la Trek-Segafredo per dare al nuovo team un’impronta personale. Ad ora le ragazze si sono ritrovate per pochi giorni di team building, in attesa di aprire la stagione con un ritiro in Toscana proprio nei prossimi giorni.

«Per adesso – racconta – è tutto molto bello. Si sta rivelando una squadra molto familiare. C’è più professionalità che serietà, mentre me la sarei aspettata più rigida. Ci sono regole chiare, ma grande informalità. Il tocco di Giorgia è evidente, in questo clima c’è tanto del suo stile. Cercare un ottimo rapporto all’esterno della gara darà a tutte la spinta per fare il meglio. E fra qualche giorno saremo finalmente in bici».

Rachele Barbieri corre nelle Fiamme Oro: qui al Giro d’Onore della Fci a Roma
Rachele Barbieri corre nelle Fiamme Oro: qui al Giro d’Onore della Fci a Roma

Livello WorldTour

Le sue vittorie le ha portate a casa, anche se per il tipo di organizzazione che aveva costruito attorno a sé – atleta unica di squadra continentalil suo calendario 2021 è stato per forza limitato e per fortuna c’è stata la nazionale che a luglio l’ha portata a correre il Baloise Tour, concluso con il secondo posto nell’ultima tappa.

«Non abbiamo stabilito ruoli – dice – ma la squadra crede in me come velocista e questo fa piacere e un po’ mette ansia. Cercherò di fare del mio meglio. So che ci sarà da soffrire per il livello delle rivali e delle corse. Al Baloise ho visto che tutto sommato posso reggere certi ritmi, ma chi ha corso tutto l’anno nel WorldTour mi ha detto che il livello ha continuato ad alzarsi. Verrà certamente in corsa il momento in cui mi chiederò chi me l’abbia fatto fare, ma per ora non se ne parla (una bella risata argentina scaccia i brutti pensieri, ndr)».

Questa è la vittoria di Maltignano a maggio 2021, ottenuta da Rachele Barbieri davanti a Martina Fidanza
Questa è la vittoria di Maltignano a maggio 2021, davanti a Martina Fidanza

Chilometri e salita

Adesso si lavora, con la spinta di quando è tutto nuovo. Il suo allenatore resta Stefano Nicoletti e con lui Rachele ha aumentato carichi e ritmi per farsi trovare pronta.

«Sono cambiate delle cose – conferma – avevo bisogno di aumentare i chilometri e le ore, per far crescere la resistenza che, avendo fatto corse minori e concentrata sulla pista, avevo un po’ messo da parte. E poi c’è la salita, altro fattore su cui sto lavorando. Sono tornata a vivere a Serramazzoni, per cui ogni giorno per rientrare a casa devo fare 10-12 chilometri di salita. Prima delle volate, ormai c’è sempre qualche ostacolo e sarà bene farsi trovare pronte. Inizierò con la Valenciana, ma faremo programmi dettagliati in ritiro. Fra Giro e Tour è più probabile che corra il Giro. Non si conosce il percorso, ma parlano di tappe veloci. Non ho mai fatto una corsa di 10 giorni, sarà comunque una grande esperienza».

Degli sponsor personali di Rachele Barbieri rimane l’auto BMW del marchio Vis Hydraulics (foto Instagram)
Degli sponsor personali rimane l’auto BMW del marchio Vis Hydraulics (foto Instagram)

Atleta e basta

E così, indossando la nuova maglia e pedalando sulla nuova bici, Rachele ha chiuso con gratitudine la porta sulla squadra costruita attorno a sé e ha potuto concentrarsi solo sul fare l’atleta.

«Sono stata contenta di quell’esperienza – sorride – ma devo riconoscere che sia stato impegnativo, anche per il rapporto con gli sponsor. Essendo tutte persone che conosco e che mi seguono come tifosi, temevo di non fare mai abbastanza. Abbiamo parlato e li ho trovati tutti contenti che abbia firmato con la LIV. E’ rimasto un bellissimo rapporto, ma che bello avere già tutto organizzato. I voli. I tamponi. Devo dire che pensare a fare solo l’atleta è davvero un’altra cosa…».

Bronzini in ammiraglia e super motivazioni: Ragusa scalpita

24.11.2021
4 min
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La prossima stagione sarà quella del rilancio per tante atlete. Una di queste sarà Katia Ragusa, pronta a tuffarsi nell’inizio di una nuova vita ciclistica. La 24enne vicentina di San Giorgio di Perlena lascia l’A.R. Monex Women’s Pro Cycling per passare alla Liv Racing Xstra, con cui ha firmato un contratto biennale. Nella formazione olandese la vice-campionessa italiana del 2020 – che sta terminando il periodo di vacanza – troverà anche Rachele Barbieri e la diesse Giorgia Bronzini.

Nel 2020 Katia Ragusa ha partecipato ai mondiali di Imola, lavorando per Longo Borghini
Nel 2020 Katia Ragusa ha partecipato ai mondiali di Imola, lavorando per Longo Borghini
Katia l’anno prossimo inizi una nuova avventura. La tua prima impressione?

Sono contenta di approdare in questa squadra WorldTour, per me è sicuramente un salto di qualità. Credo che ci siano i mezzi per fare lo step successivo che mi manca. Poi magari non ci riuscirò subito, però intanto mi sono messa nelle condizioni per farlo successivamente.

Come si è sviluppato il contatto col team olandese?

Verso metà stagione, più o meno attorno al Giro d’Italia donne. Fortunatamente ho avuto i contatti con Giorgia (Bronzini, ndr) che mi ha preso in considerazione dopo che lei stava accordando con la squadra. Mi ha chiesto se poteva fare il mio nome e da lì è partito tutto

La Bronzini ha creduto in te…

L’ho sempre stimata sia come atleta sia come diesse. Avere una come lei al nostro fianco e in ammiraglia significa tanto. Sono convinta che riuscirà a darci qualcosa di più sotto tutti i punti di vista, a livello umano, atletico e tattico.

Quale ruolo pensi di avere?

Nel 2022 vorrei vivere una stagione di riscatto. Ho appena chiuso un’annata molto sottotono dal punto di vista delle mie aspettative. Non pretendo di essere il corridore di punta di una formazione WorldTour e ne sono consapevole, ma se ci sarà l’occasione per ritagliarmi il mio spazio lo farò ben volentieri. Prima di tutto voglio trovare una condizione fisica ottimale.

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Ai campionati italiani del 2020 a Breganze, Ragusa si è arresa solo alla Longo Borghini, arrivando seconda
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Ai campionati italiani del 2020 a Breganze, si è arresa solo alla Longo Borghini, arrivando seconda
Il picco della forma potresti programmarlo per correre a luglio sia Giro che Tour…

A dicembre definiremo il calendario, ma è ovvio che mi piacerebbe correre entrambi. Basandomi sulle mie esperienze, ho sempre finito i Giri in crescendo. Penso al 2020 quando una settimana dopo la fine ero ad Imola ai mondiali come supporto per Elisa (Longo Borghini che chiuse terza, ndr). Personalmente non punto alla classifica generale, ma per rimanere davanti devi stare bene. Quindi, al netto di tutte le incognite, per me è possibile fare sia uno sia l’altro.

Prima parlavi di riscatto. Perché?

L’anno scorso col Covid, paradossalmente avevo fatto buoni risultati. Quindicesima al Giro, che per me significava davvero tanto (suo miglior piazzamento, ndr). Poi convocazione ai mondiali e secondo posto al campionato italiano. Arrivavo dalla BePink, avevo nuovi stimoli ed una migliore maturità fisica. Avevo corso tanto tra Australia e Spagna fino a fine febbraio prima della chiusura e mi aveva aiutato anche dopo il lockdown. Sembrava di buon auspicio per il 2021.

Invece?

Sono partita con molte aspettative, ma qualcosa non ha ingranato. La preparazione invernale non è andata bene, inseguivo la forma migliore in allenamento e in gara. Anche alcune dinamiche del team non sono state ottimali. Avrei dovuto correre il Giro però all’ultimo non l’ho fatto. Poi c’era anche la rincorsa per un posto alle Olimpiadi che ha inciso. Dovevo e volevo farmi vedere, ma non andavo bene. Insomma, il 2021 è stata una stagione da dimenticare.

Si riparte per il 2022 ancora su bici LIV, ma stavolta con la maglia del team WorldTour e Giorgia Bronzini in ammiraglia
Si riparte per il 2022 ancora su bici LIV, ma stavolta con il team WorldTour e Bronzini in ammiraglia
Svanito il sogno di andare a Tokyo, hai perso motivazioni?

Un’atleta deve essere onesta con se stessa quando sa di non essere in forma. Sapevo che non mi stavo meritando la convocazione ed è stato giustissimo così. Ho saputo di non essere più una papabile a maggio. La stagione andava male, a luglio ho fatto una settimana di stacco totale per ricaricare le batterie. In quei giorni però è nato il contatto con la Liv ed è stato un conforto importante. Ho cercato di finire il 2021 nel migliore dei modi e di vedere i lati positivi.

Nel 2022 sarai al settimo anno da elite. Che voto dai finora alla tua carriera?

Mi darei un sette. Essere ancora abbastanza giovane e conoscere bene la categoria è un punto di forza da sfruttare. Fin dal primo anno avevo avuto modo di fare esperienze in gare WorldTour. So di non essere un corridore di punta, ma sono sempre cresciuta. Ed ora sono già focalizzata sul 2022.