Cominelli 2021

Dal Giro d’Italia arriva un Cominelli affamato

30.10.2021
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Dopo un inizio a ritmo continuo, il Giro d’Italia di ciclocross si è preso una breve pausa. Ora è tempo delle classiche internazionali di Halloween, gli appuntamenti di Brugherio e del Trofeo Mamma e Papà Guerciotti. Si può quindi fare un primo quadro della situazione anche perché ormai l’appuntamento degli Europei è imminente (prossima settimana) e chiaramente le gare del Giro sono determinanti per comporre la nazionale.

A molti potrà sembrare sorprendente che in testa alla classifica Open maschile ci sia un corridore che non ha mai vinto, ma è una novità molto relativa, perché bisogna considerare che Cristian Cominelli ha sempre fatto della costanza di rendimento il suo segno identificativo: «Ho raccolto tre buoni punteggi – racconta il corridore della Scott – ma è chiaro che il fatto che sia Dorigoni che Bertolini abbiano saltato una prova mi favorisce. Per me questa maglia vale molto dopo un anno davvero difficile nella Mtb».

Dorigoni Corridonia 2021
Volata vincente di Dorigoni su Cominelli, ma è il bresciano a vestire la maglia rosa
Dorigoni Corridonia 2021
Volata vincente di Dorigoni su Cominelli, ma è il bresciano a vestire la maglia rosa

Un’estate dove tutto è sfumato

In effetti il 2021 di Cominelli, che avevamo lasciato fra i protagonisti assoluti nel ciclocross non è stato all’altezza delle sue aspettative, ma certamente non per colpa sua: «Ho passato un’estate terribile, proprio quando mi aspettavo di salire di condizione per puntare agli obiettivi dell’anno ho iniziato a soffrire di problemi allo stomaco, che mi hanno portato a fermarmi del tutto. Ho potuto riprendere solo a fine stagione, con tre gare interpretate esclusivamente pensando al ciclocross, su distanze contenute, ma le ambizioni erano ben altre».

Cominelli non fa mistero che questo era un anno speciale per lui, con i Mondiali Marathon di Mtb in Italia, a Capoliveri, «un percorso che conosco benissimo e che era ideale per le mie caratteristiche, ma d’altronde lo era anche quello del Campionato Italiano. In quei giorni vedere i miei compagni e avversari impegnati ed io che non potevo neanche allenarmi è stato un duro colpo. Proprio il ciclocross e le sue prospettive mi hanno dato la forza per uscire dall’impasse, mi sono concentrato sulla nuova stagione».

Cominelli Corridonia 2021
Cominelli in azione davanti a Samuele Leone, confermatosi il migliore fra gli Under 23 (foto Lisa Paletti)
Cominelli Corridonia 2021
Cominelli in azione davanti a Samuele Leone, confermatosi il migliore fra gli Under 23 (foto Lisa Paletti)

Le differenze con chi punta sulla strada

Con Cominelli si può affrontare un tema molto dibattuto sui prati: la differenza tra chi proviene dalla Mtb e chi dalla strada. Si dice che gli stradisti a inizio stagione sono avvantaggiati mentre col passare delle settimane poi le capacità offroad riemergono. E’ così? «Per me non c’è questa grande differenza. E’ più una questione legata alla tradizione dei singoli Paesi: in Olanda e Belgio il ciclocross è più abbinato alla strada; in Italia la stragrande maggioranza di ciclocrossisti d’estate corre in mtb, è un aspetto legato più alle aspettative dei team e agli investimenti locali. Poi non dobbiamo dimenticare che serve assolutamente predisporre le stagioni in modo da poter riposare tra una sezione e l’altra. Non si può essere sempre al massimo, fisico e mente poi presentano il conto».

Ora lo spazio del tradizionale lungo weekend di Ognissanti è occupato dalla Coppa del Mondo all’estero e dalle classiche internazionali in Italia, decisive per l’acquisizione di una maglia per gli Europei e Cominelli vuole continuare la sua collezione: «Anche se nell’armadio non mancano le divise azzurre, andare a caccia di una di esse è sempre un’emozione e per me, dopo quello che è successo, avrebbe un sapore particolare».

Casasola Corridonia 2021
Prima vittoria e conferma della leadership per Sara Casasola (foto Lanfranco Passarini)
Casasola Corridonia 2021
Prima vittoria e conferma della leadership per Sara Casasola (foto Lanfranco Passarini)

Appuntamento il 14 novembre a Follonica

Un po’ lo stesso discorso che avevamo fatto per Sara Casasola (DP66 Giant SMP), che sale in testa alla classifica riassaporando il gusto della vittoria in quel di Corridonia, mentre Luca Paletti (Asd A Favore del Ciclismo) coglie la terza vittoria consecutiva fra gli junior, in quella che lo scorso anno era la categoria più combattuta e dove invece c’è ora un dominatore assoluto.

Il Giro d’Italia torna il 14 novembre, riabbracciando il teatro di gara di Follonica (GR) assente da circuito da un po’ e considerando che si arriverà dopo gli Europei, sarà il momento giusto per fare il punto della situazione in vista degli appuntamenti principali della stagione che arriveranno con il nuovo anno.

Casasola 2018

Sara Casasola sta tornando: che fine aveva fatto?

23.10.2021
5 min
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Dopo Osoppo, Sant’Elpidio a Mare e domani, Corridonia. Il Giro d’Italia di ciclocross ormai ha preso l’abbrivio e marcia spedito settimana dopo settimana. Il livello delle gare si alza proporzionalmente con quello della condizione generale dei suoi protagonisti, considerando che la Coppa del Mondo torna in Europa proprio nel weekend e che gli Europei (7 novembre, Vamberg in Olanda) sono sempre più vicini, c’è da farsi trovare pronti. Considerando che molte delle protagoniste del ciclocross italiano erano in America per l’apertura di Coppa del Mondo, va registrato con soddisfazione l’alto livello della gara open delle ragazze, sia nella prima che nella seconda occasione italiana. Rebecca Gariboldi, come aveva fatto in Friuli, si è aggiudicata la gara, ma questa volta ha fatto molta più fatica per respingere l’assalto di Sara Casasola, finita molto vicina e questo è un segnale importante.

Casasola Sant'Elpidio 2021
Per la Casasola un 2° posto a Porto Sant’Elpidio carico di speranze (foto Lanfranco Passarini)
Casasola Sant'Elpidio 2021
Per la Casasola un 2° posto a Porto Sant’Elpidio carico di speranze (foto Lanfranco Passarini)

I guai sono iniziati a Tabor…

La portacolori del DP66 Giant SMP, passata quest’anno di categoria, sa bene che molti occhi sono puntati su di lei. Fino alla passata stagione, la Casasola era considerata allo stesso livello di Baroni e Realini, anzi forse un pizzico più su stando a quello che si era visto nelle stagioni precedenti, e poi? «Poi ho vissuto un’annata difficile: diciamo che fino all’Europeo tutto procedeva come previsto, poi mi sono fatta molto male a Tabor, ho quasi rotto il coccige e la ripresa è stata lenta e non come avrei voluto, non sono più tornata al livello delle migliori». 

Gli effetti dell’infortunio hanno continuato a farsi sentire anche dopo: «Avevo in programma Mtb e strada, la Servetto mi aveva dato fiducia, ma al Giro mi sono dovuta ritirare alla terzultima tappa e dopo sono stata un mese ferma. Ho capito a quel punto che dovevo recuperare con calma, ho ricominciato pian piano con il ciclocross e sento che la condizione sta arrivando, ma c’è ancora molto da lavorare».

Casasola Tabor 2020
Il momento della grave caduta riportata a Tabor: la ripresa da allora è stata lenta e solo ora completa
Casasola Tabor 2020
Il momento della grave caduta riportata a Tabor: la ripresa da allora è stata lenta e solo ora completa

Bici a parte, testa sulla matematica

Non tutto il male d’altronde vien per nuocere: Sara ha potuto dedicare un po’ più di tempo agli studi di matematica per l’università: «Appena lasciata la bici, sono sui libri, tanto tempo libero fra due attività così intense non c’è. In questo momento però l’attività ciclistica è preminente, perché sono due anni che sono lì lì per fare il salto di qualità e non arriva e sento che è arrivato il momento».

Pensare alla ciclista friulana come a una specialista pura del ciclocross è un errore: lei come tantissime altre ha fatto della multidisciplina il suo credo, prima prediligeva la Mtb come specialità alternativa ma la strada la sta coinvolgendo sempre più: «Dico la verità, il fuoristrada mi piace di più – ammette la Casasola – ma è su strada che posso davvero crescere. Credo che molto dipenda dalla quantità di attività, nel 2022 intendo concentrarmi molto su di essa. Anche per capire bene dove posso arrivare. Ma per far questo serve un inverno tranquillo, di lavoro senza intoppi e possibilmente con qualche risultato importante».

Ora fari puntati su Corridonia

Quella di Porto Sant’Elpidio è stata anche la prima occasione per vedere direttamente di fronte i due big della Selle Italia Guerciotti Elite, ossia Jakob Dorigoni e il neoentrato nel team, il campione tricolore Gioele Bertolini. I due hanno proceduto insieme per quasi tutta la gara, giocandosi il successo allo sprint e solo con un ben assestato colpo di reni Dorigoni ha colto il successo. Chi pensava che i due si sarebbero fatti la guerra anche con la stessa maglia è stato smentito: «E’ bello vincere facendo primo e secondo essendo nello stesso team – ha spiegato l’altoatesino alla fine della gara – Io credo che correndo insieme potremo prenderci belle soddisfazioni».

Se fra gli juniores continua a dominare il figlio d’arte Luca Paletti (suo padre era un componente della mitica Ariostea sul finire del secolo scorso), il Giro d’Italia continua a raccogliere numeri importanti, oltre 700 in una giornata fredda che ha iniziato a segnare il passaggio del ciclocross verso quei climi e quei terreni a lui più consoni e abituali. Ora si resta nelle Marche per un terzo capitolo molto sentito, al CorridoMnia Shopping Park, dopo il quale si potranno tirare le prime somme.

Le ruote nel cross: ormai regna il mono-profilo

17.10.2021
4 min
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Alte, basse e medie, anche nel ciclocross le ruote da scegliere proprio non mancano, ma forse bisognerebbe dire non mancavano. La tecnologia mette a disposizione i tre profili, ma come sulla strada gli atleti ormai tendono ad utilizzare sempre lo stesso profilo che è quello medio. In passato le ruote da scegliere erano di più, anche se il profilo paradossalmente era solo quello basso. Prima con l’alluminio s’interveniva sulla tensionatura e il numero dei raggi e ognuna con coperture differenti. Zdenek Stybar diceva che nelle prime gare portava oltre 20 coppie di ruote. 

Oggi con i cerchi in carbonio e il freno a disco è cambiato un po’ tutto e le cose si sono semplificate parecchio. Ci sono ruote più rigide e più scorrevoli grazie al perno passante. E allora viene da chiedersi: ha ancor senso scegliere il profilo? La risposta, lo anticipiamo, è no a quanto pare. Ma perché?

Profilo medio per Jakob Dorigoni
Profilo medio per Jakob Dorigoni

L’importanza della ricognizione

Per saperne qualcosa di più ne abbiamo parlato con Jakob Dorigoni, uno dei nostri crossisti di riferimento.

«Si parte sempre con un’idea di ciò che si utilizzerà – spiega il corridore della Selle Italia Guerciotti – La tipologia del tracciato si conosce in precedenza e il più delle volte si hanno i feedback dell’anno precedente. Si ha ben in mente quel che si dovrà utilizzare e non solo per le ruote. E il più delle volte le idee sono giuste. Ma alla fine il momento più importante resta la ricognizione, sia della vigilia che quella prima del via, anche se questa serve soprattutto per rivedere le pressioni o se è cambiato il meteo.

«Di solito faccio il primo giro con l’assetto che intendo utilizzare e poi mi fermo. Controllo le pressioni ed eventualmente faccio i primi cambiamenti. Noi utilizziamo un profilo medio, una Ursus Miura TS 37 Evo disc».

Anche in caso di fango estremo si tende ad utilizzare il profilo medio. Raramente si vedono i 45-50 millimetri
Anche in caso di fango estremo si tende ad utilizzare il profilo medio

Verso il “mono” profilo

E il meteo, ancora più del percorso, salvo casi particolari, incide più di tutti.

«Il vento, ma anche la pioggia e di conseguenza il fango sono gli elementi che incidono di più – riprende Dorigoni – Se c’è tanto fango si tende ad utilizzare una ruota più alta, perché così quando si affonda non va giù tutta. E’ più facile “tirarla” fuori se una parte del cerchio resta in superficie (c’è anche meno attrito dei raggi, ndr). In questo modo la ruota galleggia un po’ di più e si scappa via meglio. Ma questo cambio avviene sempre più raramente». E di sicuro non avviene in casa Guerciotti, visto che loro hanno a disposizione il solo profilo da 37 millimetri. Piuttosto cambia la sezione della gomma.

Si è visto infatti che questo è nettamente il più versatile. Va bene su ogni terreno. Concilia al meglio leggerezza e rigidità. E vanno in questa direzione un po’ tutti i team. 

I profili ormai sono compresi fra i 32 millimetri (Mavic Cosmic) e 40 millimetri (le Shimano C40) e nel mezzo tutti i produttori con le loro misure: 34, 34,8, 35, 36 millimetri. Qualcuno ha anche a disposizione i 46 e 47 millimetri, ma un po’ per il peso e un po’ per esigenze aero che nel cross non ci sono queste ormai vengono del tutto scartate. Semmai si vira sul profilo più basso, che resta sempre il più facile da guidare.

«Anche perché poi – aggiunge Jakob – nella guida vera e propria non ci sono tante differenze fra i tre profili, almeno per me. Quello che conta davvero sono le gomme». 

Il set della Sella Italia Guerciotti: ruote Ursus e tubolari Challenge. Per la stagione vengono preparate 70 paia di ruote per 5 atleti
Il set della Sella Italia Guerciotti: ruote Ursus e tubolari Challenge. Per la stagione vengono preparate 70 paia di ruote per 5 atleti

L’importanza delle gomme

Dorigoni diceva delle gomme. I produttori forniscono la loro intera gamma ciclocross. Nel caso di Dorigoni e della sua squadra, si fa riferimento a Challenge. Le coperture sono cinque. Grifo (all round), Limus (fango pesante e argilloso), Baby Limus (fango moderato), Dune (sabbia) e Chicane (per il terreno compatto e veloce).

«Il meteo conta moltissimo in questo caso. E la ricognizione finale è importantissima per verificare che la gomma scelta e le pressioni siano corrette. Di solito si sceglie sempre lo stesso copertone, magari si passa a quello da fango solo nei casi estremi, per avere più grip».

Ma anche in questo caso c’è da valutare bene il percorso. Perché se è davvero tanto il fango può capitare che si metta la bici in spalla e si proceda a piedi e se la parte pedalabile del percorso è in buone condizioni si finisce per scegliere una gomma “all round”.

«Ma in generale – conclude Dorigoni – più che la ruote la bici deve essere tutta funzionante al meglio. Inutile avere la ruota più leggera se poi il cambio non funziona. Avere la il telaio e le ruote migliori se poi si sbagliano gomme».

Bertolini Illnau 2021

Guerciotti rilancia, con Bertolini e altri botti…

02.10.2021
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La Selle Italia Guerciotti è da molti anni un riferimento assoluto nel ciclocross italiano e con l’approssimarsi della stagione il team si è dato una tinteggiata di fresco, per continuare a raccogliere successi in Italia ma anche per provare a scalare posizioni nelle gerarchie internazionali. Proprio da questo presupposto parte il ritorno dopo due anni del campione d’Italia Gioele Bertolini e già dalle prime premesse, con il terzo posto nella prima uscita in Svizzera a 1’20” dal vincitore elvetico Kevin Kuhn e a 1’05” dall’altro svizzero Timon Ruegg (nella foto di apertura), si capisce che la strada è tracciata.

«Con Gioele abbiamo impostato un lavoro teso a farlo tornare quello che era giunto nella Top 10 assoluta dei Mondiali – afferma il responsabile tecnico Alessandro Guerciotti – è rientrato nel gruppo come se non ne fosse mai uscito. Diciamo che riprendiamo da dove avevamo lasciato con un nuovo entusiasmo».

Bertolini viene da due stagioni difficili, nelle quali la preparazione invernale non era mai andata nel dovuto modo…

Il nostro obiettivo è dosarlo nella maniera giusta per farlo crescere gradatamente. Il meglio dovrà venire all’inizio del 2022, con gli Italiani come primo obiettivo verso un Mondiale dove tornare ai suoi livelli di un tempo. Noi siamo fiduciosi, il suo finale di stagione in Mtb era stato buono e deve continuare su quella strada senza stress.

Bertolini Dorigoni 2021
Bertolini e Dorigoni, grandi rivali ora affiliati nella stessa squadra: quali equilibri nasceranno?
Bertolini Dorigoni 2021
Bertolini e Dorigoni, grandi rivali ora affiliati nella stessa squadra: quali equilibri nasceranno?
La squadra però non è incentrata su Bertolini…

No, abbiamo un team decisamente compatto. Con Gioele ci sarà Dorigoni, abbiamo nello stesso team i migliori due elite italiani e pensiamo che la concorrenza interna non possa fargli che bene. Viene dalla sua prima stagione nelle Marathon di Mtb, ora deve tradurre queste rinnovate doti di resistenza nel ciclocross che ha una durata decisamente diversa e quindi bisogna verificare anche come recuperare la sua innata esplosività.

In campo femminile che cosa vi aspettate dalla Realini?

Gaia viene da una straordinaria stagione su strada, ma quest’anno per lei cambierà molto: innanzitutto non avrà più al suo fianco la Baroni, quindi cambieranno le logiche di squadra, visto che nella passata stagione accadeva che l’una o l’altra dovevano correre di conserva quando la compagna era in fuga. Ora sarà libera di fare la sua corsa.

Realini Illnau 2021
Gaia Realini impegnata a Illnau, dove ha chiuso seconda a 2″ dalla francese Clauzel
Realini Illnau 2021
Gaia Realini impegnata a Illnau, dove ha chiuso seconda a 2″ dalla francese Clauzel
I risultati conseguiti su strada pongono su di lei molte aspettative…

Noi confidiamo che i risultati conseguiti le diano quell’energia mentale in più, quella consapevolezza utili per continuare a migliorare. Io dico la verità: sono convinto che Gaia possa arrivare a risultati anche superiori alla Baroni, a condizione però che possa migliorare nella tattica di corsa dove è ancora un po’ carente, ma con Di Tano stanno lavorando anche su questo.

Ci sono altri acquisti?

Abbiamo portato con noi Samuele Leone, pronto ad affrontare il suo penultimo anno fra gli Under 23, lo abbiamo seguito a lungo e con attenzione e crediamo che possa avere grandi margini di miglioramento tanto da diventare il riferimento della categoria, ancor più considerando che Fontana è al suo ultimo anno prima del passaggio di categoria. Senza dimenticare che sempre fra gli U23 abbiamo Agostinacchio e Fede, entrambi nel giro azzurro. Poi c’è Eros Cancedda, che può sorprendere fra gli junior e Federica Venturelli, ma qui parliamo di un fenomeno assoluto…

Cancedda 2021
Eros Cancedda è uno dei giovani più promettenti, vincitore lo scorso anno a Jesolo al Giro d’Italia ciclocross
Cancedda 2021
Eros Cancedda è uno dei giovani più promettenti, vincitore lo scorso anno a Jesolo al Giro d’Italia ciclocross
Dicci di più…

Sono rimasto strabiliato vedendo i risultati di questa ragazza fra le allieve, vince in ogni disciplina, qualcosa che in Italia è inusuale. Io sono convinto che anche nel ciclocross, pur al suo primo anno, possa davvero sorprendere tutti.

Un team che quindi può davvero realizzare l’enplein in ogni prova italiana, Tricolori in testa…

Serve sempre tanta fortuna per ottenere simili giornate, è chiaro che vogliamo emergere dappertutto e ne abbiamo la possibilità, in alcune categorie partiremo favoriti, in altre come importanti outsider, ma ce la giocheremo in ogni singola corsa.

Guerciotti 2021
Alessandro Guerciotti, a sinistra, con Dorigoni e suo padre Paolo, creatore di un team storico
Alessandro Guerciotti, a sinistra, con Dorigoni e suo padre Paolo, creatore di un team storico
Pur avendo un roster abbastanza lungo e che copre ogni categoria, è chiaro però che la nuova distribuzione delle gare internazionali mette un po’ in difficoltà, soprattutto con la Coppa del Mondo versione “extralarge”…

Quello del ciclocross sta diventando un calendario sempre più simile alla strada, con prove World Tour e altre gare. Qui avremo di regola Coppa del Mondo alla domenica anticipata dal Superprestige al sabato, quindi impegnando tutti i weekend. Le gare internazionali servono soprattutto per acquisire esperienza: noi abbiamo intenzione di frequentare il circuito di Coppa il più possibile con Bertolini, Dorigoni e Realini che è quella che ne ha più bisogno per crescere. Non avendo ambizioni di classifica, è chiaro che in caso di alcune gare alle quali teniamo particolarmente (innanzitutto le tre internazionali, ossia il nostro Trofeo Mamma e Papà Guerciotti, Faé di Oderzo e Brugherio) privilegeremo il calendario italiano.

Obiettivamente, gestire un team simile, il più vicino a uno status professionistico, quanto impegna?

Moltissimo, prima, ai tempi di mio padre, era quasi tutto delegato al corridore. Oggi devi avere uno staff completo a sua disposizione, prevedendo anche una base in Belgio con camper e staff del posto. Il dispendio è enorme, a ben guardare le differenze con un team World Tour non sono poi così tante. Salvo il budget, naturalmente…

A Variano, Bertolini campione di fairplay

17.01.2021
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Quando nella mattinata il freddo intenso ha palesato anche le condizioni del terreno, fortemente ghiacciato, il primo pensiero del Ct Fausto Scotti all’immediata vigilia della partenza della gara di Variano di Basiliano, ultima prova del trofeo Triveneto, è stato per Fabio Aru.

Daniele Pontoni è stato il perfetto padrone di casa (foto Billiani)
Daniele Pontoni è stato il perfetto padrone di casa (foto Billiani)

«Gli ho detto subito di non rischiare – racconta – soprattutto in curva. Il suo 17° posto finale è figlio di una scelta precisa, non doveva pregiudicare quanto di buono fatto nella stagione. I suoi obiettivi sono molto più avanti nel tempo, qui doveva solo stare attento alle curve».

Caduta Dorigoni

Effettivamente la gara ha fatto molte vittime, anche illustri. Una caduta ad esempio è stata l’evento centrale della prova Open maschile, la più attesa: una caduta che ha visto protagonista Jakob Dorigoni. Tutti si attendevano la rivincita dei tricolori di Lecce fra lui e il nuovo campione italiano Gioele Bertolini e i due hanno fatto la differenza sin dal via. Ma a due giri e mezzo dalla fine, dopo continue schermaglie, il portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite è caduto sul fianco sinistro.

Gioele Bertolini ha messo in mostra una grande condizione (foto Billiani)
Gioele Bertolini ha palesato una grande condizione (foto Billiani)

Una botta di non poco conto. Bertolini era lontano, ma non se l’è sentita di vincere così e ha deciso di aspettare il rivale. La coppia si è così ricomposta e i due hanno proceduto in completo accordo fino al giro conclusivo dove ognuno ha giocato le proprie carte. A vincere è stato Bertolini per un paio di secondi, ma al di là del successo, quel che resta di più è stato il valore intrinseco della sua scelta.

Azzurri stanchi

In ottica dei prossimi mondiali di Ostenda (Belgio), i due hanno dato comunque le risposte che Scotti si attendeva.

Dorigoni affranto, porta i segni della caduta (foto Billiani)
Dorigoni affranto, porta i segni della caduta (foto Billiani)

«Sì – conferma il tecnico azzurro – ma mi è piaciuto molto anche Samuele Leone (Development-Guerciotti) che ha chiuso terzo a 43”. Lo aspettavamo a un risultato del genere, anche perché sapevamo che qualcuno era un po’ più affaticato dopo i lavori della settimana nel ritiro azzurro, dove abbiamo svolto anche 4 allenamenti quotidiani su aspetti specifici. Ceolin ad esempio, pur avendo finito quarto, aveva lavorato tutto il tempo con gli elite. Pensavamo fosse anche più stanco, lo stesso dicasi per Pavan sesto alla fine dietro Toneatti. I nomi per i mondiali sono questi, senza dimenticare Fontana che è caduto. Gli faceva male una mano e si è ritirato. Speriamo di poter portare a Ostenda 4 atleti, ma dovremo decidere anche in base a come organizzare la trasferta in questo difficile periodo».

Francesca Baroni ha dominato fra le donne (foto Billiani)
Francesca Baroni ha dominato fra le donne (foto Billiani)

Baroni stellare

La gara femminile ha regalato una super Francesca Baroni. La campionessa italiana under 23 della Selle Italia Guerciotti Elite ha imposto subito un ritmo altissimo al quale Eva Lechner (Starcasino CX) faticava a resistere, finché l’esperta altoatesina è caduta, lasciando via libera alla rivale, alla fine prima con 11” di vantaggio. Terza l’altra under Sara Casasola a 47”. Anche qui le scelte sembrano abbastanza chiare, l’unico dubbio è legato al quantitativo di atlete che effettivamente potranno andare in Belgio fra due settimane. Un tempo utile per fare ancora quel piccolo salto di qualità per rendere al meglio.

Bertolini scappa, Dorigoni morde, ma non basta

10.01.2021
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Due crossisti dall’estremo Nord che lottano nel profondo Sud, per prendersi la maglia tricolore. Quando uscivano dalle curve e si alzavano sui pedali, Gioele Bertolini e Jakub Dorigoni mandavano gli schizzi di fango in aria.

Dorigoni sfruttava la sua potenza sui rettilinei, Bertolini la sua agilità nel fettucciato. E così per tutta la gara, visto che già dopo poco erano in testa a controllare e a controllarsi. Eh sì, sono stati loro due gli indiscussi protagonisti dei campionati italiani di Lecce e reso la gara così entusiasmante. 

Gioele Bertolini (25 anni) in azione
Gioele Bertolini (25 anni) in azione

Controllo totale

Bertolini, tranquillo e furbo, si è visto e rivisto il percorso e tenendo fede a quanto ci aveva detto ieri ha sfruttato ogni finestra di prova. E infatti ha cambiato qualcosa proprio a ridosso del via.

«Ho deciso di abbassare le pressioni a 1.2 bar – dice il Valtellinese – dieci minuti prima del via. Alla fine il terreno ha tirato parecchio nella prima parte, ma era ancora bagnato nella seconda. Bisognava guidare con grande pulizia. Ed è quello che ho fatto. Ho cercato di essere sempre in controllo, nello sforzo e, appunto, nella guida.

«Se Dorigoni accelerava, acceleravo anche io. Non mi sono lasciato intimorire. Ho guidato con un occhio davanti e uno dietro. Ma il dogma era non fare errori».

Bertolini verso Ostenda

Per Gioele, oggi in veste Esercito, si tratta del quarto tricolore nel ciclocross.

«Per me – conclude Bertolini – era importante questa gara perché è la stagione del mio riscatto, dopo i problemi dell’anno scorso. Questa maglia di certo mi dà fiducia in vista del futuro, a cominciare dai campionati mondiali. Adesso andremo tutti in ritiro con il cittì Scotti e ci prepareremo anche per la sabbia che troveremo ad Ostenda».

Conoscendo il Bullo, se parla del futuro allora vuol dire che è più che motivato. Molto probabilmente non avrà i cavalli per tenere a bada Van der Poel o Van Aert, ma se il percorso dovesse diventare tecnico e insidioso lui saprà far valere le sue doti tecniche. E comunque dopo un tricolore si ha tutto il diritto di sognare.

Jakob Dorigoni e sullo sfondo Bertolini che scappa
Jakob Dorigoni e sullo sfondo Bertolini che scappa

Delusione Dorigoni

Uno che ha fame si vittorie come Dorigoni, non si può certo accontentare del secondo posto. L’altoatesino della Guerciotti ci credeva e ci ha provato fino in fondo. Fresco della maglia rosa nel GIC, si è presentato a Lecce con la voglia di strafare e di confermare la maglia tricolore che era sulle sue spalle.

E infatti esordisce con un: «Non sono riuscito a confermare la maglia». Il suo sguardo la dice lunga. All’inizio neanche vuole parlare. Va ai microfoni della Rai solo perché deve. Però appena dopo il traguardo una pacca sulle spalle di Bertolini da parte sua non manca.

«Purtroppo la mia gara è finita nel momento in cui sono scivolato – racconta Dorigoni – Ho speso parecchio per risalire e poi non sono riuscito a chiudere su Gioele. Non bisognava fare errori: lui ci è riuscito e io no. Sapevo che questo tracciato poteva essere molto adatto alle sue caratteristiche e che sarebbe andato forte. La differenza l’ha fatta nella guida. Forse guadagnavo qualcosina nei rettilinei, ma lui ha controllato».

Ed è vero, alla fine i due sono stati i più forti. Lo dimostra il distacco inflitto al terzo, Cristian Cominelli, a quasi un minuto.

La prova elite ha chiuso quella che è stata una vera festa, nonostante le ristrettezze imposte dal covid, altrimenti l’idea di portare il cross in città era davvero vincente.

Filippo Fontana, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio

Sant’Elpidio assegna le ultime rose

06.01.2021
4 min
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Epifania nel fango per i protagonisti del Giro d’Italia di Ciclocross, che a Sant’Elpidio a Mare (FM) hanno chiuso il lungo cammino della challenge iniziato nello scorso ottobre e passato per 7 tappe. Fango che ha caratterizzato soprattutto la gara Open maschile, la più attesa, ricca di colpi di scena.

Partenza, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
Fasi di partenza per l’ultima tappa del Giro d’Italia Ciclocross 2020 a Porto Sant’Elpidio
Partenza, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
Fasi di partenza per l’ultima tappa

Festa per due

Tutti si attendevano l’acuto del campione tricolore Jakob Dorigoni . E tutti guardavano verso la nuova uscita agonistica di Fabio Aru: la seconda con la muova maglia della Qhubeka Assos, che porterà per le strade nella nuova stagione da pro’. Alla fine però il protagonista inatteso è stato Filippo Fontana, 20enne veneto dei Carabinieri, andato in fuga sin dall’inizio insieme a Marco Pavan (D’Amico Um Tools) e a Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite). Ma prima l’uno e poi l’altro hanno dovuto lasciar andare lo scatenato Fontana, primo in solitudine. Dorigoni, accaparrandosi la seconda piazza, ha conquistato in extremis la maglia rosa strappandola a Cristian Cominelli. All’atleta della Scott non è stata sufficiente la quinta piazza finale: a pari punti nel computo generale, Dorigoni è risultato primo proprio per il miglior piazzamento a Sant’Elpidio.

Fabio Aru, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
Fabio Aru ottavo sul traguardo di Porto Sant’Elpidio
Fabio Aru, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
Aru chiude all’ottavo posto

Aru cresce

E Aru? Il sardo ha fatto una gara giudiziosa, recuperando qualche posizione nella seconda parte fino all’8° posto finale.

«Sul tecnico ho fatto tanta fatica – ha dichiarato all’arrivo – ma le sensazioni sono sempre migliori e per questo parteciperò anche ai tricolori di Lecce di domenica prossima».

Chissà che questo suo inverno agonistico non vada anche oltre, verso una possibile partecipazione ai Mondiali di Ostenda.

Jakob Dorigoni, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
Jakob Dorigoni, tricolore in carica, conquista la maglia rosa 2020
Jakob Dorigoni, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
A Dorigoni la classifica finale

Festa Guerciotti

Nella gara Open femminile scambio di cortesie fra le due under 23 della Selle Italia Guerciotti Elite. Gaia Realini ha portato a casa la vittoria nella tappa marchigiana davanti a Francesca Baroni, che ha così conservato la maglia rosa per 11 punti. Quinta assoluta la junior Alice Papo (DP66 Giant SMP), pupilla di Daniele Pontoni che potrebbe essere una delle sorprese a Ostenda.

Maglia Rosa: Francesca Baroni – Maglia Bianca: Alice Papo, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
Francesca Baroni in rosa, Alice Papo in maglia bianca
Maglia Rosa: Francesca Baroni – Maglia Bianca: Alice Papo, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
Francesca Baroni in rosa, Alice Papo in maglia bianca

Olivo fa il bis

Come al solito la gara più affascinante è stata quella junior maschile, dove ci sono stati continui cambi al vertice. Gabriel Fede (Selle Italia Guerciotti Elite) al comando fino a due terzi di gara non è andato neanche sul podio. La vittoria ha premiato invece Bryan Olivo (DP66 Giant SMP) che già aveva lasciato il segno nella tappa di Ladispoli. Alle sue spalle, l’attesissimo Lorenzo Masciarelli (Pauwels Sauzen Bingoal), autore di una grande rimonta finale. La maglia resta sulle spalle di Eros Cancedda (Gs Sorgente Pradipozzo) oggi quinto, a conferma del grande equilibrio che regna in categoria, forse la più promettente anche in ambito internazionale.

DP66, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
La DP66, team di Daniele Pontoni, premiata fra le squadre
DP66, Giro d'Italia Ciclocross, Porto Sant'Elpidio
Sul palco la DP66, team di Daniele Pontoni

E adesso Lecce

Nelle categorie giovanili tappa e maglia per Riccardo Da Rios (SS Sanfiorese/ES), Ettore Prà (Hellas Monteforte/AL) al sesto successo in sette tappe e per Federica Venturelli (Cicli Fiorin/DA).

Fra le Esordienti vittoria parziale per Linda Sonarini (Scuola Ciclismo Vo’) ma la maglia è di Elisa Ferri (Gs Olimpia Valdarnese). Ora spazio ai tricolori in quel di Lecce, ultimo atto della stagione nazionale.

Jakob Dorigoni Campione Italiano

Le Northwave del campione italiano di ciclocross

05.01.2021
4 min
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Il ciclocross come abbiamo detto più volte, è una disciplina che ha dei punti di contatto sia con la strada sia con la mountain bike. Una componente che è fondamentale in tutte le discipline ciclistiche è certamente la scarpa. Per capirne qualcosa in più abbiamo contattato sia Niccolò Matos, Art Direction e Communication Manager di Northwave, sia Jakob Dorigoni, il campione italiano di ciclocross (in apertura a San Fior, nella foto di Alessandro Billiani).

Scarpe da mountain bike

Come abbiamo detto in precedenza, la scarpa è uno dei componenti più importanti nel ciclismo, in quanto è tramite questa che passa la forza che viene trasmessa ai pedali. Inoltre, deve avere tutta una serie di qualità, come la traspirabilità, la leggerezza, la comodità e una certa rigidità.
«Per quanto riguarda le scarpe di Dorigoni – inizia Niccolò Matos – usa le Ghost Pro da mountain bike, che è la nostra top di gamma per quanto riguarda l’offroad».

Northwave Ghost Pro
La Ghost Pro in cui sono ben visibili i bumper in TPU
Northwave Ghost Pro
La Ghost Pro in cui sono ben visibili i bumper in TPU in punta, sul tacco e lateralmente

Northwave con Michelin

Northwave ha sviluppato questa scarpa in maniera tale da avere tutta una serie di caratteristiche che la rendono adatta sia per chi pratica il cross country o le marathon con la mountain bike che per i ciclocrossisti: «Abbiamo sviluppato una scarpa con una suola in carbonio leggera e rigida. A differenza delle scarpe da strada, ovviamente c’è uno sviluppo della suola pensato per le necessità del fuori strada. Abbiamo collaborato con Michelin andando ad inserire degli inserti in gomma minimali solo nelle zone di contatto con il terreno. Questo sempre per favorire il fattore leggerezza».

Fattore resistenza

Una scarpa pensata per un utilizzo sui sentieri o nel fango deve avere qualche accortezza in termini di resistenza.
«Rispetto alle scarpe da strada – continua Niccolò Matos – sulla tomaia sono stati aggiunti dei bumper in TPU nella zona del puntale, del tacco e sui fianchi per proteggerle dalle abrasioni e dai tagli che nell’off road possono avvenire più facilmente. Per il resto la costruzione della tomaia è la stessa della versione strada, con lo stesso sistema di chiusura con il doppio rotore SLW3»

Suola Ghost Pro
La suola in carbonio con gli inserti in gomma di Michelin
Suola Ghost Pro
La suola in carbonio con gli inserti in gomma di Michelin

Northwave standard

Abbiamo chiesto a Niccolò Matos se le scarpe di Jakob Dorigoni fossero in qualche modo su misura.
«Dorigoni si trova molto bene con le nostre scarpe e utilizza le stesse identiche che ogni amatore può trovare in commercio. Come dicevo qualche tempo fa, applichiamo qualche piccola modifica solo alle scarpe che usa Filippo Ganna, ma perché nel suo caso i watt sprigionati sono veramente tanti, altrimenti i nostri atleti usano le scarpe standard».

Solette personalizzate

C’è una parte della scarpa che il corridore può personalizzare ed è la soletta interna.

«Io ho il piede piatto – ci spiega Jakob Dorigoni – e quindi mi sono fatto fare una soletta con uno spessore maggiore».

Oltre alla soletta è possibile montare dei tacchetti nella punta della scarpa: «Si usano quando ci sono dei terreni ghiacciati per avere più grip. Quest’anno non li ho ancora utilizzati, mentre l’anno scorso li ho montati in qualche occasione – e poi aggiunge Dorigoni – c’era una gara con un tratto in contro pendenza e in quel caso li ho messi».

Jakob Dorigoni in azione con la maglia della nazionale italiana
Jakob Dorigoni in azione con la maglia della nazionale italiana

Il mercato offre vari tipi di tacchetti per il ciclocross.

«Ci sono diverse tipologie, più stretti o più lunghi, però io mi trovo bene con quelli Northwave che sono un pò più grossi – precisa Dorigoni – non li utilizzo molte volte perché bisogna abituarsi ad usarli, c’è il rischio che se non stai attento ti finiscono dentro i pedali quando vai a riagganciare le scarpe».

Facilità di regolazione

Infine abbiamo chiesto a Dorigoni come si trova ad usare delle scarpe native da mountain bike nel ciclocross.

«Utilizzo le Northwave da tanti anni e mi sono sempre trovato bene. Negli ultimi anni hanno apportato delle ottime migliorie tecniche. Con i due rotori riesco a stringere le scarpe in maniera precisa e con una pressione uniforme su tutto il piede. Anche se nel ciclocross capita poco, perché le gare sono brevi, i due rotori mi permettono anche in gara di stringere o allargare la chiusura molto facilmente e velocemente»

Jakob Dorigoni, San Fior 2020

Dorigoni sicuro: «Ho visto Aru bello tirato»

02.01.2021
4 min
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Si avvicina la settimana più importante per il ciclocross italiano, con la chiusura del Giro d’Italia il 6 gennaio a Sant’Elpidio e i tricolori del weekend successivo a Lecce, ma nell’ambiente ancora si parla della gara di San Fior, vinta da Dorigoni lo scorso 30 dicembre, e soprattutto della nuova uscita di Fabio Aru. Questa esperienza sui prati sta restituendogli il piacere di pedalare e questa è già una bellissima notizia, tanto che il sardo pensa di gareggiare anche alla rassegna tricolore pugliese, dopo l’inatteso debutto di Ancona. Tecnicamente però, queste sue prime uscite che cosa dicono? 

Fabio Aru, San Fior 2020
Per Fabio Aru, a San Fior, nessun problema nei tratti pedalati (foto Billiani)
Fabio Aru, San Fior 2020
Per Aru, nessun problema nei tratti pedalati (foto Billiani)

Un’opinione di peso può averla chi gli ha “pedalato contro”, chi ha condiviso con il neoacquisto della Qhubeka-Assos fango e sudore. In primis Jakob Dorigoni, che la gara trevigiana appunto l’ha vinta.

Il campione tricolore non si tira indietro. Appena terminato il quotidiano allenamento, esprime il suo parere sottolineando un punto a suo dire importante.

«Prima ancora che dal punto di vista tecnico – dice Dorigoni – la cosa che mi ha più colpito era la sua espressione. L’ho visto rilassato ma felice, come se avesse ritrovato il calore di una famiglia. Il ciclocross è così, ci dividono le squadre, ma per il resto siamo un gruppo unico e ora Aru ne fa parte. Si vede che il ciclocross per lui non è una cosa nuova, è chiaro però che 8 anni di lontananza si fanno sentire. Gli può mancare un po’ di pratica, come se fosse necessario levare la ruggine da certi meccanismi, ma è solo questione di tempo».

Jakob Dorigoni, San Fior 2020
Dorigoni, sul podio di San Fior, un altro passo avanti verso il tricolore di Lecce (foto Billiani)
Jakob Dorigoni, San Fior 2020
Dorigoni, un altro passo verso Lecce (foto Billiani)
Hai avuto possibilità di vederlo all’opera, pur essendo tu davanti a tutti?

Certamente, mi sembra che migliori gara dopo gara. Non va dimenticato che, quando gareggiava negli anni giovanili, era anche molto bravo e non puoi certo dimenticare come si va in bicicletta… Sono convinto che gli servano solo tranquillità e tempo per ritrovare se stesso, anche nel ciclocross.

Fisicamente come lo hai visto?

Magro come sempre, nella parte superiore del corpo estremamente tirato e anche con qualche filo di muscolo in evidenza. Le gambe sono asciutte come quelle di chi ha già messo chilometri in cascina. Certamente c’è ancora molto da lavorare, ma la strada è quella giusta, almeno secondo me.

Fa bene a mettere i campionati Italiani nel mirino?

Fa benissimo, deve continuare a gareggiare, perché ogni occasione lo farà andare più forte, fa parte della crescita. Nel suo caso il risultato finale non sarà fondamentale, esserci invece sì.

Fabio Aru, San Fior 2020
Ma questo Aru, che ritrova la condizione e la coordinazione, inizia a diventare interessante (foto Billiani)
Fabio Aru, San Fior 2020
Per Aru segnali di risveglio tecnico nel cross (foto Billiani)
Parliamo di Dorigoni: a che punto sei?

Mi sembra di star bene, di essere in crescita esattamente nella maniera che volevo, piano piano per essere al top quando servirà, a fine gennaio per i mondiali. So che è iniziato un mese importante e non sto lasciando nulla al caso.

Guardando le gare internazionali del periodo delle feste, ti è mancato avere l’occasione di qualche confronto diretto?

Sinceramente sì, mi avrebbe dato quel qualcosa in più, soprattutto come percezione del mio livello, mi avrebbe dato quel pizzico in più per arrivare al 100 per cento. Credo ormai che non ci sarà più occasione, conviene continuare sulla strada intrapresa, considerando anche le difficoltà negli spostamenti, e concentrare tutto sulla gara iridata.

Proviamo a esprimere un sogno: che tipo di clima e di percorso vorresti ai mondiali?

Fango o terreno secco non importa, ho solo un desiderio: che non sia freddo…