Lucca e Conforti: entrambi pro’ ma con storie diverse

10.03.2023
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Riccardo Lucca e Lorenzo Conforti hanno una cosa in comune, anzi due: le maglie che indossavano nel 2022 e quelle di quest’anno. Entrambi i ragazzi nel 2022 correvano per la Work Service, Lucca nella continental e Conforti nella formazione under 23. Quest’anno, invece, la maglia è quella della Green Project Bardiani CSF Faizanè

I colori delle maglie sono uguali, ma i percorsi per arrivare nel professionismo sono stati completamente diversi. Lucca ha sudato questa categoria, arrivandoci solamente a 25 anni, mentre Conforti è passato subito, appena diciottenne. La stagione è iniziata per entrambi, e insieme a Ilario Contessa, tecnico della Work Service, analizziamo questi primi mesi dei suoi due ex corridori

Riccardo Lucca è partito con un calendario impegnativo, dopo l’esordio in Spagna ha corso al UAE Tour ed alla Strade Bianche
Lucca in azione alla Strade Bianche, la sua seconda gara WorldTour con la Green Project

Il motore di Lucca

Il percorso di Lucca, da atleta, è diametralmente opposto a quello di Conforti, così come il calendario di gare. Prima la partenza dalla Spagna, poi UAE Tour, Strade Bianche ed in questi giorni la Tirreno-Adriatico. I risultati non sono dei migliori ma per il suo ex diesse, che lo conosce molto bene, non c’è da preoccuparsi. 

«Lucca – racconta Contessa – è un diesel, all’inizio della stagione fa sempre fatica, anche nel 2022 è stato così. Poi, piano piano, con l’arrivo del caldo, cresce, lo ha dimostrato con la vittoria all’Adriatica Ionica Race. Il suo calendario è impegnativo per essere al suo primo anno da professionista, ma vista l’età più matura ci sta. A correre gare WorldTour come UAE Tour, Strade Bianche e Tirreno si fa fatica. Lui è un corridore che avrebbe bisogno della fuga o di tirare per un capitano, cosa che in Green Project difficilmente può fare.

«Deve puntare alle fughe, anche se nel ciclismo moderno le cose sono cambiate. I team di punta lasciano sempre meno spazio, anche oggi (ieri, ndr) alla Tirreno-Adriatico, il gruppo è rientrato sulla fuga a 60 chilometri dall’arrivo. Per le corse fatte fino ad ora non mi sorprenderei di vedere Lucca partecipare alla Milano-Sanremo o al Giro d’Italia, sono corse adatte a lui, non pensate che solamente perché è arrivato nel professionismo tardi vuol dire che sia scarso. La Green Project lo ha preso subito dopo un test, anzi, a metà prova Pino Toni gli aveva già fatto capire che sarebbe passato professionista l’anno successivo.

«Riccardo (Lucca, ndr) – dice ancora Contessa – ha le qualità per entrare in un team WorldTour. Non lo vedo molto lontano da una carriera alla De Marchi, un uomo da fughe, instancabile. Il ragazzo queste qualità le ha, a dirla tutta per metterle a frutto appieno avrebbe bisogno proprio di una formazione WorldTour».

Per Lucca con la Work sette vittorie nel 2022, una delle più belle è quella ottenuta al Giro del Friuli in cima allo Zoncolan (foto Bolgan)
Per Lucca sette vittorie nel 2022, l’ultima quella ottenuta al Giro del Friuli in cima allo Zoncolan (foto Bolgan)

Il giovane Conforti

Conforti è uno di quei ragazzi che dalla categoria juniores passano direttamente nel mondo del professionismo. La Green Project sta continuando il progetto giovani, cosa già iniziata lo scorso anno. Il giovane toscano ha cominciato la stagione in Croazia all’Umag Trophy e con un bel piazzamento ottenuto pochi giorni dopo al Porec Trophy. 

«Ha esordito con corse 1.2 – dice Contessa – sono gare più semplici. Conforti è un ragazzo che da junior ha fatto vedere belle cose. L’anno scorso si è rotto il braccio prima del Giro della Lunigiana, altrimenti si sarebbe messo in mostra e lo avrebbero portato ai mondiali di Wollongong. Ha un buono spunto veloce e tiene bene nelle salite corte, sono andato a seguirlo in qualche corsa. Questa sua promozione nel mondo dei professionisti fa parte di un nuovo trend: quello di portare gli juniores già tra i grandi. E’ una cosa che stanno facendo anche alcuni team WorldTour come la Ineos».

Salto giusto

Un salto del genere va ponderato bene, è ben diverso rispetto a passare da una development legata alla squadra WorldTour. Conforti è già professionista, con le pressioni e le attenzioni che ne derivano. 

«Quando l’anno scorso mi ha detto che lo aveva contattato la Green Project – riprende Contessa – non ho potuto dirgli nulla. Chiaro che avrebbe potuto fare un anno con noi tra gli under 23 ma l’occasione del professionismo era troppo ghiotta. Ora ha un contratto con tutte le sicurezze che ne derivano (ma anche insicurezze, ndr). A mio modo di vedere sarebbe stato più corretto fare un percorso tramite un team development come hanno fatto Savino e Raccagni Noviero. Due atleti usciti sempre dal nostro team juniores, che ora sono nel Devo Team della Soudal Quick Step. Anche perché ritengo sia più semplice entrare nel WorldTour tramite la squadra di sviluppo che da una professional. Guardate Zana quanta fatica ha fatto per arrivare alla Jayco AlUla, correndo tre anni in Bardiani con risultati e successi non da tutti.

«Sarebbe tutto diverso se in Italia ci fosse una WorldTour – conclude – ma per il momento se si vuole rimanere da noi la Green Project è una delle squadre più solide. Conforti le qualità le ha, altrimenti non sarebbe dove è adesso. Nel 2023 avrà l’occasione di fare un calendario più ricco di quello che avrebbe fatto con noi. Il Giro d’Italia U23 sarà una grande chance per farsi vedere. Magari verso fine stagione farà qualche corsa con i professionisti in Italia, come hanno fatto gli altri ragazzi l’anno scorso».

Tonelli: «Con il nuovo staff medico mi sento più sicuro»

08.03.2023
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Più volte abbiamo raccontato come quest’anno la Green Project-Bardiani abbia cambiato passo in termini di organizzazione. Un “piccolo” passo per ridurre il gap fra professional e WorldTour. Nuovi materiali, nuovo metodo di lavoro e nuovo staff medico. E su questo Alessandro Tonelli aveva espresso giudizi positivi.

Il nuovo staff medico della Green Project-Bardiani. Da sinistra: Andrea Giorgi, Maurizio Vicini e Borja Martinez Gonzalez
Il nuovo staff medico della Green Project-Bardiani. Da sinistra: Andrea Giorgi, Maurizio Vicini e Borja Martinez Gonzalez

Più sicurezza

Ma nel concreto cosa significa per un atleta avere un supporto simile? Cosa dà in più? E’ lo stesso Tonelli a fare chiarezza.

«Ti senti più sicuro – spiega con tono netto il bresciano – è un po’ come con il preparatore. Magari fai anche bene per conto tuo, con la tua esperienza, ma sapere di avere qualcuno che vede i tuoi errori, che ti corregge non è poco. Ti aiuta a migliorare. E loro ci “stanno sopra” parecchio… in modo positivo». Quando Tonelli dice” loro” si riferisce al “triumvirato” Vicini, Giorgi e Borja.

«Cosa è cambiato nella vita pratica? Non molto a dire il vero. Il peso al mattino me lo prendevo anche prima e informavo il mio preparatore. Adesso tramite una App lo invio anche allo staff medico. Lo staff medico a sua volta informa cosa va e cosa c’è da correggere al direttore sportivo di riferimento. In questo modo quando si sente con l’atleta gliene parla.

«Senza contare che tutto è coordinato anche con il preparatore: tutti sanno quali gare faccio, quando, cosa devo fare per arrivarci al meglio.

«Io credo che questo metodo di lavoro sia importante soprattutto per i più giovani, tanto più che fanno meno gare a tappe e più gare di un giorno quindi sono chiamati a continui “test”, devono fare da soli».

Dello staff medico e della performance fanno parte anche i massaggiatori e l’osteopata Emanuele Cosentino (foto Instagram)
Dello staff medico e della performance fanno parte anche i massaggiatori e l’osteopata Emanuele Cosentino (foto Instagram)

Presenza costante

«Quel che mi ha colpito è che Vicini, Giorgi e Gorka sono molto presenti, soprattutto alle gare: almeno uno di loro c’è sempre. Prima e dopo ogni corsa ci fanno delle analisi, dei rilevamenti. Per esempio, prima della Strade Bianche ci hanno fatto la plicometria, che non eseguivamo da un po’. Oppure l’impedenziometria».

Il fatto d’interfacciarsi continuamente con lo staff medico che “ti sta sopra”, come dice Tonelli, apporta il beneficio di poter correggere sempre qualcosa e di evitare il più possibile gli errori.

«Faccio un esempio concreto – dice Tonelli – proprio con l’impedenziometria. Nelle ultime tappe delle gare majorchine ho preso molto freddo, nevicava anche. Ebbene qualche giorno dopo nelle prime due frazioni della Valenciana, ero in leggero sovrappeso. E proprio grazie a questo esame ci siamo accorti che ritenevo parecchi liquidi. Era una reazione al freddo. Così il medico ha parlato con il massaggiatore e si è optato per dei massaggi più drenanti e con l’applicazione di alcuni tape. In questo modo ho smaltito meglio e più velocemente quei liquidi, e quindi quel peso, in eccesso».

Ma i benefici possono essere anche nel lungo periodo. Tonelli racconta di esami e banche dati più approfonditi che consentono di capire meglio se si è più per le corse a tappe o per quelle di un giorno. Dipende dal recupero, dalla capacità di immagazzinare il glicogeno.

Tonelli (classe 1992) racconta che anche dopo la corsa sono sottoposti ad esami e rilevamenti preziosi ai fini della prestazione
Tonelli (classe 1992) racconta che anche dopo la corsa sono sottoposti ad esami e rilevamenti preziosi ai fini della prestazione

Preparatore e staff

Insomma il supporto è di quelli importanti. Da ciò che racconta Tonelli, è facile capire perché abbia esordito con quella frase: uno staff così ti dà più sicurezza.

Alessandro è seguito da Claudio Cucinotta. Lo staff medico della sua squadra e il coach friulano sono in contatto e questo è un passo fondamentale. Ma è importante anche che il preparatore sia moderno ed elastico. Che sappia ben interagire con i programmi che la squadra ha per l’atleta. E potrà sembrare strano, ma non è così banale.

«Sono seguito da Cucinotta da molti anni. Con lui mi trovo bene anche perché Claudio si aggiorna continuamente. Su dieci lavori che faccio, cinque sono sempre i soliti, ma 5 sono totalmente diversi rispetto a 10 anni fa.

«All’inizio tutta questa attenzione da parte dell’intero staff ti può anche far storcere il naso, perché comunque le cose da tenere sotto controllo sono parecchie, ma poi vedi che in effetti le cose migliorano, che i risultati arrivano…

«E poi parliamoci chiaro – e qui Tonelli va a riallacciarsi al discoro del gap con le squadre WT – ti devi adattare al mondo che va avanti, altrimenti resti indietro. Mentre la vecchia scuola non la pensa così. Credono che bastino ancora solo le gambe. Chiaro, quelle servono, ma sono parte di un insieme: materiali, alimentazione…

«Oggi in termini di prestazione tra chi vince e chi arriva in gruppo c’è l’1% di differenza, ma in termini di materiali la differenza è molto maggiore. Va da sé che tutto conta».

Anche uno staff medico più preparato. Anche se… ti sta sopra!

Immagini dal Rwanda: vince Henok, con l’aiuto di Tolio

02.03.2023
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E’ appena tornato a casa, Alex Tolio, dopo quella che più che una gara è stata un’avventura che per certi versi ha cambiato la sua percezione del mestiere. Il Tour du Rwanda gli resterà nel cuore, per le sensazioni vissute, le immagini viste, per tutto quel che ha rappresentato. Era la sua prima avventura fuori dall’Europa e ora, pochi giorni di riposo e poi un viaggio ancor più lungo, verso Taiwan, perché ormai il corridore di Bassano del Grappa è un ciclista a tutti gli effetti.

Tolio è stato fondamentale nella vittoria finale di Henok Mulubrhan, suo compagno alla Green Project Bardiani CSF Faizané al termine di una corsa a tappe come nella storia se ne sono viste davvero poche se si pensa che l’eritreo ha trionfato a parità di tempo con Walter Calzoni (Q36.5) e con un solo secondo sul belga William Lecerf (Soudal-QuickStep). Ma la vittoria di Mulubrhan non è una sorpresa.

Il podio del Tour du Rwanda a Kigali, da sinistra Calzoni, Mulubrhan e Lecerf, racchiusi in un secondo (foto Sonoko Tanaka)
Il podio di Kigali, da sinistra Calzoni, Mulubrhan e Lecerf, racchiusi in un secondo (foto Sonoko Tanaka)

«Henok va davvero forte, ve lo posso assicurare – afferma Tolio – veniva dalla conquista del suo secondo titolo africano e non era una vittoria da poco. Quando lo abbiamo saputo, in squadra abbiamo festeggiato perché avere un campione continentale fa sempre un certo effetto. Lui ci teneva particolarmente e quando siamo partiti, conoscendo la sua grande condizione, sapevamo che dovevamo correre per lui».

Avevi già corso con Henok?

Lo conoscevo, ci eravamo già affrontati da under 23. Ricordo in particolare al Giro U23 del 2021, io ero alla Zalf, lui correva con Bike Aid, un team tedesco e mi era rimasto impresso perché quando arrivavano le salite lui era sempre lì, non solo tra i primi ma pronto a dare battaglia. Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo trovati a correre insieme…

Henok e Tolio: il veneto è stato decisivo per l’eritreo, soprattutto nel finale
Henok e Tolio: il veneto è stato decisivo per l’eritreo, soprattutto nel finale
Tornando a casa che cosa ti è rimasto di questa esperienza?

Tantissimo, ho ancora tutte le immagini davanti agli occhi. Non ho mai incontrato un calore popolare così forte e sì che vengo dal Veneto, dove viviamo di pane e ciclismo… Ma quello che vedevamo ogni giorno era un entusiasmo incredibile, non c’erano 10 metri di strada senza gente ai bordi, a incitare e non dico solo quando passavamo nelle città, ma anche nei piccoli villaggi. Abbiamo vissuto in un clima di vera festa e non nascondo che mi ha fatto molto pensare.

Perché?

Perché a quell’entusiasmo faceva da contraltare un modo di vita che noi non conosciamo più. Vedi sempre gente indaffarata, che lavora con le mani. Ad esempio nei campi: noi siamo abituati alle macchine, lì vedi gente che per ore e ore si adopera perché la terra dia frutti, com’è sempre stato. Noi col nostro passaggio portavamo qualcosa di nuovo, diverso e questo dava alla gente un sorriso. Mi sono sentito orgoglioso per questo.

Sempre tantissima gente ai bordi delle strade. Il Rwanda è ormai dedito al ciclismo
Sempre tantissima gente ai bordi delle strade. Il Rwanda è ormai dedito al ciclismo
In Rwanda si correranno i mondiali fra due anni. Che strade hai trovato?

Bellissime davvero, con un asfalto pressoché perfetto. Dico la verità: di strade così non ce ne sono tantissime, le città sono molto diverse dai villaggi e anche dalle strade di collegamento fra questi, dove sono ancora di terra battuta, ma noi siamo sempre passati su strade ampie e asfaltate. Solo nelle due tappe finali a Kigali abbiamo trovati alcuni tratti in pavé, sembrava di essere “precipitati al Nord”…

Veniamo alla corsa, avevi mai vissuto una settimana intera sul filo del rasoio?

No, anche questo ha reso il Giro del Rwanda un’esperienza elettrizzante. Eravamo in 5 tutti votati alla causa di Henok. Le prime due tappe erano quelle più pianeggianti e infatti si sono concluse in volata, noi puntavamo su Fiorelli, ma l’eritreo era in una forma così avanzata che ha fatto comunque terzo e secondo. Il terzo giorno ha vinto e si è preso la maglia. Da lì è stata quasi una corsa a eliminazione, con salite ogni giorno dove si faticava tanto.

Il successo di Mulubrhan nella terza tappa. Per lui già 4 vittorie in questa stagione
Il successo di Mulubrhan nella terza tappa. Per lui già 4 vittorie in questa stagione
Il giorno dopo però l’ha persa…

Abbiamo sbagliato qualcosa nel finale, si è creato un buco del quale la Soudal-QuickStep ha approfittato, ma loro puntavano forte a questa corsa. Paradossalmente però quell’errore ci ha un po’ favorito, perché nelle tappe successive abbiamo lasciato fare alle altre squadre. Non dovevamo più controllare la corsa e potevamo risparmiare energie preziose.

La classifica è andata costruendosi in quella maniera stranissima già alla penultima tappa. Tu a quel punto sei diventato fondamentale per le ambizioni della Green Project-Bardiani.

Io ero deputato a essere il luogotenente di Henok, dovevo stargli vicino in ogni frangente e questo mi ha permesso di affinare la condizione, andavo sempre meglio, tanto è vero che mi sono ritrovato nella Top 10 prima del finale. Non dovevo però guardare alle mie ambizioni, correvo per lui, era fondamentale che nell’ultima tappa finisse davanti a Calzoni. Quando siamo arrivati al traguardo la mia gioia è stata vedere il diesse Amoriello avvicinarsi a me e abbracciarmi, ringraziandomi per il lavoro svolto, dicendo che era merito mio se avevamo vinto. Non nascondo che quelle parole hanno un grande valore per me in questo momento della carriera.

Foto di gruppo in casa Green Project Bardiani, da sinistra Tarozzi (vincitore di tappa), Gabburo e Mulubrhan
Foto di gruppo in casa Green Project Bardiani, da sinistra Tarozzi (vincitore di tappa), Gabburo e Mulubrhan
Calzoni vi aveva spaventato?

Diciamo che andava talmente forte che aveva un po’ messo in dubbio le nostre sicurezze. Con Badilatti nella terzultima tappa avevano fatto davvero un grande lavoro. Walter è come Henok, va forte in salita ma è anche veloce e molto. Poi dava sempre battaglia. E’ stata dura…

E ora?

Ora si riparte verso Taiwan. Io non avevo mai girato così tanto. Vedremo che cosa ci troveremo di fronte, anche che impostazione daremo alla squadra. Io comunque sono in forma e con tanta voglia di fare, se sarà una corsa dura mi farò trovare pronto.

Giorgi e i grassi: tra alimentazione e allenamenti

28.02.2023
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Con il dottor Andrea Giorgi, medico della Green Project Bardiani CSF Faizanè, avevamo affrontato il tema delle proteine. Spinti da altra curiosità lo contattiamo nuovamente per parlare dei grassi. Anche questo è un campo ampio, che va affrontato in maniera precisa. 

«I grassi – ci introduce il dottor Giorgi – forniscono l’energia che viene utilizzata dal nostro organismo. Questi hanno una densità energetica maggiore dei carboidrati, dando al corpo più energia per più tempo».

Le fibre rosse prendono energia dall’assunzione di grassi (foto Project InVictus)
Le fibre rosse prendono energia dall’assunzione di grassi (foto Project InVictus)
Quindi i grassi sono fondamentali?

Assolutamente. Negli sport di endurance, come il ciclismo, sono importantissimi per avere una prestazione prolungata nel tempo. Il corpo dei ciclisti deve essere in grado di utilizzare al meglio i depositi di grasso intramuscolare per produrre energia. 

A quale livello di intensità si utilizzano maggiormente?

Tra il 65% ed il 70% del VO2Max. L’organismo utilizza i grassi a basse intensità, nella famosa Zona 2.

Per questo i ciclisti fanno tanti allenamenti a bassa intensità?

Sì, insegnano al loro corpo ad usare con maggiore efficienza i grassi durante lo sforzo. Questi sono utilizzati dalle fibre rosse, quelle aerobiche, il loro stimolo aumenta i mitocondri e l’utilizzo dei grassi intramuscolari. 

Un atleta di endurance massimizza l’utilizzo di grasso intramuscolare tra il 65% ed il 70% del VO2Max (foto Enervit)
Un atleta di endurance massimizza l’utilizzo di grasso intramuscolare tra il 65% ed il 70% del VO2Max (foto Enervit)
Che benefici se ne traggono?

Si risparmiano tanti zuccheri, che sono utili per avere una migliore prestazione ad alta intensità. Come le volate o gli sforzi intensi oltre i 20 o 30 secondi Anche per questo i velocisti puri stanno sparendo. Devono avere ormai delle buone fibre rosse per essere resistenti e le fibre bianche per gli spunti. 

Di conseguenza i grassi diventano una parte importante dell’alimentazione…

Bisogna reintrodurli bene e nella maniera giusta. All’interno di una dieta, il corridore deve assumere tra il 20% ed il 30% di grassi. Ci sono anche delle diete specifiche, quelle chetogeniche, dove il consumo dei grassi raddoppia. 

Questi come si suddividono?

In grassi monoinsaturi e polinsatur, infine i grassi saturi saturi. I primi due sono i cosiddetti grassi buoni: olio d’oliva, pesce e frutta secca (foto apertura di Educazione Nutrizionale). Tutti alimenti ricchi di omega 3 e omega 6, ovvero acidi grassi a catena lunga. I secondi, i grassi insaturi, sono da assumere con più attenzione e sono quelli che derivano da insaccati o carni troppo grasse. 

Omega 3 e omega 6 che funzioni hanno?

Sono i costituenti delle membrane cellulari, ad esempio, nei globuli rossi può aiutarli a muoversi nella circolazione. Aiutano anche l’organismo a recuperare dal danno muscolare da esercizio. 

Come vanno poi inseriti nell’alimentazione?

Non c’è bisogno di estrema precisione come per i carboidrati e le proteine. I grassi, tuttavia, vanno limitati nel pre gara, perché sono a lunga digestione e potrebbero causare problemi gastrointestinali. Il reintegro va fatto principalmente dopo la corsa, a cena. 

Anche i velocisti devono allenare le fibre rosse per avere una maggiore resistenza ed ottimizzare le fibre bianche per le volate
Anche i velocisti devono allenare le fibre rosse per avere una maggiore resistenza ed ottimizzare le fibre bianche per le volate
In una colazione tipo? 

Si dovrebbero mangiare uova, latte e carne bianca. Negli ultimi anni è aumentato anche il consumo di avocado e del burro di arachidi. 

A cena?

Pesce, ricchissimo di omega 3 e olio d’oliva come condimento principale, che contiene omega 6. 

E durante la corsa?

Qui il tema è differente. Bisogna fare attenzione, alcune barrette contengono polioli grassi (carboidrati idrogenati usati come dolcificanti in sostituzione allo zucchero) che possono causare problemi nell’utilizzo degli zuccheri. In corsa comunque i grassi si assumono, anche se a basse quantità. Magari con della frutta secca o all’interno delle rice cake che contengono frutta secca o nelle barrette energetiche.

Le diete chetogeniche di cui parlava a cosa servono?

Sono quelle che si usano per perdere peso ed aumentare la capacità del corpo di utilizzare i grassi. Normalmente in queste diete l’apporto alimentare dei grassi passa al 60%. Con una diminuzione dei carboidrati al 5%, anche se è difficile arrivare a percentuali così basse. Pensate che l’apporto in grammi di carboidrati sarebbe di 80/100 grammi, praticamente tre fette di pane bianco. La dieta chetogenica si può fare per un breve periodo e sotto un controllo medico. 

Gli allenamenti polarizzati diventano importanti (foto Green Project)
Gli allenamenti polarizzati diventano importanti (foto Green Project)
Si perde peso ma ci sono delle controindicazioni?

Dal punto di vista atletico è una dieta che limita l’assunzione di zucchero, il che significa una perdita nella capacità di sostenere un lavoro ad alta intensità. La dieta chetogenica è da fare nella fase pre stagione, diciamo a novembre, non oltre. A questo scopo si fanno anche le uscite a digiuno. Il corpo ha terminato le scorte di glicogeno ed a quel punto si massimizza l’utilizzo dei grassi.

Henok, l’orgoglio d’Africa sulle strade del mondo

17.02.2023
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E’ stato portato in trionfo, proprio come accadeva da noi quando gli arrivi non erano circoscritti dalle transenne e la folla poteva acclamare il campione. Henok Mulubrhan è stato festeggiato così ad Accra, capitale del Ghana, dove si sono tenuti i campionati continentali d’Africa.

Il corridore della Green Project-Bardiani è stato autore di una doppietta che a suo modo è storica. Era il campione uscente e ci teneva moltissimo a confermarsi.

Una maglia “lunga” 

«Henok voleva mantenere il titolo – racconta con orgoglio il suo team manager Roberto Reverberi – ed è un titolo di prestigio per lui, ma anche per noi della squadra. Non sarà un campionato europeo, che è quasi un mondiale, ma ha il suo bel lustro. E poi questo vuol dire che per un anno porterà in giro una bella maglia.

«E proprio sulla maglia un po’ mi viene da ridere. Lo scorso anno per fargliela abbiamo impiegato un sacco di tempo. Questa infatti deve prima essere approvata dalla confederazione africana, quindi dall’Uci e poi di nuovo dalla confederazione africana. Non vi dico che giostra! Alla fine ce l’abbiamo fatta».

Henok Mulubrhan (classe 1999) è arrivato alla corte di Reverberi lo scorso marzo
Henok Mulubrhan (classe 1999) è arrivato alla corte di Reverberi lo scorso marzo

Obiettivo continentale

«Comunque – va avanti Reverberi – Henok ci teneva e sapevamo che stesse bene. Ha passato tutto l’inverno in patria, dove tra l’altro ho scoperto che il ciclismo è sport nazionale… più dell’atletica. Impazziscono per i ciclisti, più che per i podisti. Chissà, forse per il fatto che è stata una colonia italiana, perché conoscevano Coppi e Bartali, no so… Laggiù in Eritrea c’è un ambiente ideale per allenarsi. Henok vive a 2.500 metri di quota ed è come se fosse primavera tutto l’anno.

«Prima del campionato africano aveva preso parte all’Amissa Bongo. Era ben messo in classifica, ma in un momento cruciale della corsa, quando i migliori hanno attaccato, lui ha forato. E ora sarà al via del Tour du Rwanda (19-26 febbraio, ndr), che correrà con i nostri colori e non con quelli della nazionale».

L’eritreo ha legato molto con Filippo Zana, il quale parlando inglese lo ha aiutato ad inserirsi nel gruppo
L’eritreo ha legato molto con Filippo Zana, il quale parlando inglese lo ha aiutato ad inserirsi nel gruppo

Henok non si tocca

Reverberi racconta che Henok è un bravo ragazzo. Uno di quelli che s’impegna a fondo e che ha anche un certo margine di crescita.

«Il motore è buono – spiega Roberto – è un ragazzo che non si tira indietro. Rispetto ad un Girmay è forse un po’ meno velocista e un po’ più scalatore, ma di base resta un atleta abbastanza veloce. 

«Non si nasconde. In riunione chiede cosa deve fare. E’ uno che dà, non è un individualista. Pensate che lo scorso anno la B&B Hotels ce lo chiese, ma noi lo avevamo preso da poco e non vedevamo un motivo per cederlo. Lo abbiamo preso adesso – ci siamo detti – perché non crederci?».

Henok è in Italia ormai da diversi anni. Prima correva alla Qhubeka diretta da Daniele Nieri. L’italiano lo sta imparando sempre di più e lo stesso si sta integrando sempre di più.

«Aveva legato parecchio con Zana – prosegue Reverberi – e infatti all’Adriatica Ionica Rece lo scorso anno lo aiutò con molto piacere a vincere. Henok fece un grosso lavoro per lui. Ma vedo che anche con gli altri ragazzi se la cava. Gli vogliono bene e si fa voler bene».

Henok Mulubrhan è stato portato da Daniele Nieri (in foto) nel 2020, quando il suo team era ancora NTT Continental
Henok Mulubrhan è stato portato da Nieri (in foto) nel 2020, quando il suo team era ancora NTT Continental

Parla l’ex diesse

E in quanto ad integrazione, anche Daniele Nieri ci racconta qualcosa di Henok. Alla fine lui lo ha diretto per due anni. E due sono ancora a stretto contatto.

«Ci sono in contatto sì – interviene Nieri – Henok, ma anche Natnael (Tesfatsion, ndr) vivono a due chilometri da casa mia a Vinci… sono diventati compaesani di Leonardo! Pensate che mia mamma li porta a fare la spesa certe volte e anche loro la chiamano “mamma”!

«Henok è uno dei ragazzi del ciclismo africano che sta crescendo. Guai a fare i paragoni con Girmay, perché lui è un fenomeno, vedrete come verrà fuori, ed è un caso a parte. Mulubrhan è un buon corridore. Un corridore veloce, scaltro e che impara in fretta. E’ stato così con la lingua, con l’alimentazione. Viene dalla scuola di ciclismo dell’Uci, dal progetto del ciclismo per tutti, e poi è arrivato da me. In due anni ha imparato parecchio.

«Ricordo che fece il Giro U23 del 2020, quello del Covid. Non doveva farlo, sostituì proprio Natnael che ebbe un problema fisico, e riuscì a fare bene (fu 11°). Per me potrà andare molto bene anche in Rwanda».

Ciclo Promo Components ancora in gruppo con il #GreenTeam

14.02.2023
3 min
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C’è un espressione molto utilizzata nel mondo del calcio che può benissimo adattarsi anche ad altri sport: squadra che vince non si cambia. Ciclo Promo Components e Green Project Bardiani-CSF Faizanè hanno deciso di fare loro questo motto. Per il terzo anno di fila il #GreenTeam della famiglia Reverberi potrà usufruire di quanto di meglio possono offrire due brand inclusi nel ricchissimo catalogo di Ciclo Promo Components, la commerciale veneta guidata dai fratelli Loris e Roberto Campagnolo. Stiamo parlando di Bryton e Eleven.

Ciclo Promo e il team Green Project hanno iniziato il loro terzo anno insieme (foto Green Project & Sprint Cycling)
Ciclo Promo e il team Green Project hanno iniziato il loro terzo anno insieme (foto Green Project & Sprint Cycling)

L’affidabilità di Bryton

Il marchio Bryton è sinonimo di prodotti altamente tecnologici e affidabili. I ciclocomputer GPS Bryton sono fedeli compagni di viaggio di ogni ciclista, sia egli un professionista oppure un amatore evoluto, che desidera analizzare al meglio la propria prestazione in bicicletta. 

I ragazzi del Green Project Bardiani-CSF Faizanè quest’anno potranno contare sul nuovo Rider S800. Progettato con un ampio display da 3.4″, il Rider S800 utilizza la tecnologia MIP (Memory in Pixel), unita a un livello riflettente interno ottimizzato per una migliore visibilità all’aperto senza ombre sullo schermo. Il display MIP con bordi ultra sottili offre una leggibilità nitida e ad alto contrasto. La durata della batteria di 36 ore permette di effettuare molti allenamenti con un solo ciclo di ricarica.

Ecco il parere di Alessandro Tonelli, uno degli atleti di maggiore esperienza del #greenteam, che sul nuovo Rider S800 ha avuto parole chiare.

«Trovo che lo schermo sia molto ampio – ha detto – e questo facilita la lettura dei dati durante gli allenamenti e le gare. Il percorso è facile da caricare e molto preciso; inoltre, la sincronizzazione con TrainingPeaks aiuta moltissimo i preparatori atletici del team. Posso visualizzare i progressi, personalizzare le zone di potenza e molto altro ancora, il tutto con un’interfaccia grafica pulita e nitida. Oltre agli allenamenti aggiunti al calendario che appaiono sul Rider S800 dopo la sincronizzazione, gli allenamenti di siti di terze parti possono anche essere salvati nella sezione “I miei allenamenti” ed essere modificati direttamente dall’app Bryton Active».

I corridori del team dei Reverberi potranno contare sul ciclocomputer Bryotn Rider S800
I corridori del team dei Reverberi potranno contare sul ciclocomputer Bryotn Rider S800

C’è anche Eleven

Nell’accordo di collaborazione fra Ciclo Promo Components e Green Project Bardiani-CSF Faizanè rientra anche Eleven, marchio di proprietà della commerciale veneta. I meccanici del team avranno a disposizione una gamma completa di prodotti per la manutenzione della bicicletta. Ad essi si affiancherà una linea di luci che i ragazzi del team potranno utilizzare nel corso dei loro allenamenti. 

Ciclo Promo Components